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Risultati per Tag 'Multiplo di denaro'.
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Puglia Il multiplo di denaro di Manfredi Re di Sicilia
azaad ha aggiunto un nuovo link in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
In questa discussione volevo parlarvi del denaro da poco esitato all’asta 12 di ArtCoinRoma. Non so se su questa moneta è stato già dibattuto in passato (quanto meno io non ho trovato nulla). La moneta è classificata al 233 nel D’andrea, in via dubitativa, come un doppio denaro ed è assegnato sempre dubitativamente alla zecca di Manfredonia. Al dritto è presente la scritta: MAYNFRIDUS ·R·SICILIE· al centro aquila coronata Al rovescio: ·ET·DOMINUS ROMANIE· al centro croce patente, alla fine di ogni braccio un pallino, in ogni quadrante una stella a sei raggi. Il D’Andrea le attribuisce un peso di 1.13 g, mentre il peso dell’esemplare di ACR è di 1,96 grammi. Chiaramente il peso è notevolmente superiore a quello del denaro (0,76 g) e per questo è stato ipotizzato essere un doppio denaro. La moneta è in se e per se molto interessante, l’aquila ricorda quella del denaro D’andrea n. 238, Spahr 196 attribuita a Brindisi o Manfredonia.- 22 commenti
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i multipli di denaro di Carlo D'angiò
azaad ha aggiunto un nuovo link in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
Volevo dedicare questa discussione a un tema particolarmente spinoso, ossia ai presunti multipli di denaro coniati sotto Carlo d’Angiò re di Sicilia. Per introdurre bene l’argomento ricordiamo che alla fine del regno di Manfredi (1266) il denaro era una moneta in biglione, con lega probabilmente intorno al 2% e del peso legale di grammi 0,76, cambiati in numero di 24 per tarì d’oro (il denaro era supervalutato sull’oro). Con Carlo d’Angiò la qualità del denaro peggiora ulteriormente, non sono a conoscenza del cambio col tarì, ma certamente il peso medio delle monete continua a diminuire, tanto che un peso di circa 0,6 può essere considerato normale per i denari di Carlo. In questo contesto monetario nasce il multiplo di denaro, ossia monete molto più pesanti di quelle regolarmente emesse fino ad allora. E’ possibile fare il seguente grossolano schema di pesi e dell’interpretazione in termini di nominale data: Denaro: 0,6-0,75 grammi Doppio denaro: 1,2-1,5 grammi Triplo denaro: 2-2,25 grammi Quadruplo di denaro: 3,2 grammi Come introdotto, non tutti i numismatici sono concordi con definirli multipli. Ad esempio, Grierson e la Travaini, scrivono: “il basso peso dei denari di Carlo si accompagna alla scomparsa dei mezzi denari. Esistono monete comunemente considerate come multipli, appartenenti agli stessi tipi dei denari ma molto più spessi e con un modulo quasi doppio (c. 18 mm invece di 10 mm) ed evidentemente coniate per mezzo di conii preparati ad hoc”. Essi sono anche pienamente circolari, al contrario dei comuni denari, molto irregolari in forma. In base al loro peso essi sono comunemente descritti come 2, 3 o 4 denari, ma bisogna porre dei dubbi sul fatto che essi siano “monete” nel senso numismatico del termine. Esse non sono mai state trovate in alcuna hoard (accumulo) del periodo, sebbene essi, valendo più dei denari, fossero più convenienti per essere accumulati. Non si parla della coniazione di multipli in alcuna istruzione di zecca e non vi si fa mai riferimento in alcuna documentazione del tempo. Qualcuno se in biglione e non in rame, potrebbe essere un doppio denaro, ma più probabilmente sono tutti equivalenti ai Pied-fort francesi, cioè “monete” coniate per presentazione o altri propositi con diametri maggiori di quelli normali, e qualche volta anche coniate con metalli differenti. In questo caso,si potrebbe ipotizzare che essere erano pensate per gli ufficiali che si occupavano della distribuzione annuale di “denari novi” nelle varie località. I piedfort sarebbero serviti per identificare le monete che arrivavano nei sacchi dalla zecca e potevano essere mostrate ai gruppi interessati qualora ve ne fosse la necessità. Il numero di specimen sopravvissuti fino ad ora è prova che devono essere stati originariamente distribuiti in quantità notevoli.” Oltre all’ipotesi dei piedfort, la notizia più interessante (sottolineata) è che tali “monete” sembrano non aver mai circolato nel regno di Sicilia, non essere mai esistite. Ma se ciò è vero, ossia che non hanno mai circolato, perché la maggior parte di loro sono circolate? Ecco alcune immagini di doppi denari dal nostro catalogo: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CIA/17 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CIA/18- 58 commenti
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