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Medaglie del Trionfo di Augusto, 7 a.C.
Mirko8710 ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Imperiali
Salve! Il tema che vi mostrerò a breve è la seconda e ultima problematica "interessante" della monetazione bronzea di Augusto. La prima, se ricordate, la esposi nella discussione sulla monetazione del 15 a.C. con gli Assi di Numa Pompilio: http://www.lamoneta.it/topic/101658-assi-di-augusto-e-numa-pompilio/ Nel 7 a.C., Tiberio, dopo una lunga serie di battaglie, riuscì a conquistare e poi rinforzare il confine reniano, in Germania. Grazie a questa vittoria, che seguiva quelle nell'Illiria e nella Pannonia, Augusto, che aveva inviato i suoi auspici per una vittoria e Tiberio, che l'aveva condotta, furono acclamati Imperator, per la tredicesima volta il primo e per la seconda volta il secondo. Nello stesso anno come IIIviri Monetales c'erano: P. Lurius Agrippa, M. Maecilius Tullus e M. Salvius Otho. Essi, furono i primi a riconiare bronzi in maniera sostanziale, visto che già lo si faceva dal 9 a.C. con solo Quadranti, dopo la "strana" monetazione bronzea del 15 a.C. (le teste di Numa) e diedero il via ad una corposa coniazione di Assi e Quadranti che terminerà nel 4 a.C., per poi ricomparire nel 12 d.C. con le tre tipologie di Assi senza il nome dei monetieri. Le monete in questione sono queste (per una visione globale): http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AUGTRC Il RIC (note pag. 75) le considera Dupondi (col beneficio del dubbio), in quanto Mattingly (BMCRE pp. xlix, 41) si rifiutava di considerarli Assi per il loro eccessivo peso. In realtà, controllando i pezzi passati in asta e quelli appartenenti alle collezioni museali vedono un range di peso che va dai 9 grammi circa sino ai 24 grammi, tanto da poter coprire tutti e tre i nominali standard, Asse, Dupondio e Sesterzio (per quanto riguarda i diametri ho solo un valore, dell'esemplare dello Staatliche Museum di Berlino, 35 mm). Lo stesso Mattingly chiamerà questa serie "Monetazione Trionfale" in quanto il Dritto rimanda agli avvenimenti sopracitati. Giard, invece, si riferirà a questi con la parola "Medaglioni" (CBN pp. 119 ff.), preferendo dissociare ai tondelli un valore nominale e considerarli a tutti gli effetti delle medaglie con la stessa rappresentazione del rovescio delle monete degli stessi monetieri. Esempio di rovescio nel 7 a.C. - NAC 64 I tre, infatti, sappiamo che coniarono entrambi due tipologie di Assi (e basta), con al Dritto Augusto rivolto a destra o sinistra e al rovescio il canonico SC con il nome. Essendo questi Assi relativamente comuni, a dispetto della rarità della variante con la Vittoria, sorge il dubbio che questa sia veramente una coniazione straordinaria di medaglie, totalmente dissociata da qualsiasi valore nominale. Durante i miei studi, poi, notai anche che la monetazione bronzea di Augusto, soprattutto se mal conservata, presenta numerose contromarche, cosa che, invece, non accade in nessuna di queste medaglie: questa teoria, con mia sorpresa, la espose lo stesso Giard. Infine, come casualità interessante, abbiamo quella che a Roma, dal 9 a.C., fino al 12 d.C (con le interruzioni prima indicate), si conierà solo Assi e Quadranti, dando risalto alle ultime apparizioni di Sesterzi e Dupondi del 15 a.C.. In realtà alcune monete di bronzo verranno coniate negli ultimi anni nelle zecche periferiche, quali Lugdunum e Nemausus ma comunque, non a Roma. Abbiamo, quindi, questa situazione: 6 monete per tre monetieri, una con la testa a sinistra e una sempre con la testa a sinistra ma con il globo all'apice del collo (nota prerogativa, sovente, della zecca di Lione). Fonte Cataloghi Online Le mie conclusioni, sono esattamente quelle che si percepiscono durante il sopra scritto, ossia, che anche io, sono dalla parte del Medaglione piuttosto che dalla parte di un qualsiasi nominale. Voi che ne pensate? A fronte di quanto esposto in precedenza, si poteva anche pensare che le monete con il globo potessero provenire da una zecca periferica ma l'indicazione del moneteriere fuga ogni possibile dubbio. Durante le ricerche in rete, sono incappato anche in un oggetto abbastanza singolare, venduto da Gemini nel 2005. Viene considerata dalla Casa d'Aste una phalera, ossia una di quelle placche che ornavano le armature. E' chiaramente riferibile alle nostre medaglie e pesa 24,44 g a fronte di un diametro di 49 mm. Oricalco imbevuto nell'argento. Altro oggetto abbastanza singolare è quello tenuto al British Museum. Si presenta come una delle nostre medaglie ma al rovescio l'SC è cancellato (credo di vedere qualche rilievo sopraffatto) in favore di una croce in argento, intarsiata all'interno della moneta. Questo ricorda molto le note modifiche effettuate sui medaglioni, ricordiamo per esempio quelli di Firenze, nei quali possiamo trovare alcune parti intarsiate in argento, appunto. BMC 219 A voi la parola, amici. Mirko- 2 commenti
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