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Risultati per Tag 'Las Medulas'.
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Ciao a tutti, questa discussione mi è venuta in mente dopo aver visto in TV un documentario sull’ oro. Chiaramente, visto il mio interesse, legato all’antichità e alla numismatica ed in particolare a quella romana. Così ho svolto una ricerca (invero abbastanza descrittiva e tutto sommato poco corredata da immagini) su questo tema. Spero che apprezziate quanto mi accingo a proporre alla vostra attenzione e chissà, magari, stimoli qualche vostro contributo, sempre gradito. ORO NELL'ANTICA ROMA L’oro, nel mondo romano, aveva grande importanza: secondo Plinio il Vecchio si trovava però solo al decimo posto della scala dei prodotti naturali più preziosi per l’uomo, preceduto dalle piume dei cimieri dei generali (!). Era prezioso anche per la sua simbologia: d’oro erano i mitici pomi delle Esperidi, gli alberi del favoloso regno di Atlante, il vello conquistato da Giasone, il cocchio del Sole, il ramo che dovette strappare Enea per entrare nel mondo dei morti e le laminette orfiche. Il leggendario re Mida chiese di trasformare in oro tutto ciò che avesse toccato e sappiamo dalle fonti letterarie di re del mondo antico molto ricchi, come Creso, sovrano di Lidia nel VI sec. a.C.: Ciro il Grande quando conquistò la Lidia trovò 24000 libbre d’oro, vasellame e altri oggetti sempre del prezioso metallo, come un trono, un platano e una vite. Il possesso dell’oro fu un fondamentale simbolo di ricchezza per Roma, naturalmente. Plinio ci racconta che alcuni cercarono di produrre oro artificialmente con l’orpimento (solfuro di arsenico): l’imperatore Caligola tentò di fondere una grande quantità di orpimento, ottenendo oro di qualità eccezionale, ma talmente poco che decise di non ripetere l’esperimento; probabilmente si trattò di una truffa ai danni del sovrano. Stando a calcoli molto approssimativi si pensa che in tutta la sua storia sia stato estratto qualcosa come 100-135.000 tonnellate d'oro (un cubo coi lati di 17-18 metri). La cifra non è alta, ma non si deve dimenticare che questo minerale, una volta tolto dalla terra, grazie alle sue proprietà naturali e sociali, non scompare, non rientra nella terra, nell'acqua o nell'aria. Questo ovviamente non significa che quando l'oro era in circolazione sotto forma di moneta non si consumasse, o non si siano perduti ingenti quantitativi d'oro. Si pensa anzi che almeno il 10% di tutto l'oro estratto sia andato irrimediabilmente perduto, o nei fondali marini o in tesori sepolti chissà dove, o polverizzato durante la lavorazione, consunto nell'impiego delle monete. Oggi addirittura il suo impiego nelle tecnologie più avanzate rende antieconomico il suo riutilizzo. Se ne è estratto così tanto che l'attuale produzione mondiale (circa 2.400 tonnellate) aggiunge solo il 2% ogni anno a quella cifra.
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