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Risultati per Tag 'Impero Partico'.
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Ciao, poco tempo fa in apertura di una discussione avevo segnalato l'intenzione di postare qualche ricerca su temi relativi al Primo Impero o su temi di ampio arco temporale. Dal momento che "ogni promessa è debito" mi appresto a presentarvi la seguente indagine che abbraccia entrambi i focus, parlando di un nemico "storico" e delle vicende storiche, belliche e numismatiche a lui correlate, sperando di incontrare il Vs. gradimento. LE GUERRE ROMANO-PARTICHE PROLOGO Con il termine di guerre romano-partiche si intende quel complesso di ostilità a bassa o alta intensità che oppose l’Impero Romano ai Parti. Per circa tre secoli, dalla prima battaglia a Carre nel 53 a.C., fino alla caduta della dinastia dei Parti a vantaggio di quella dei Sasanidi, i due imperi si combatterono principalmente lungo il fiume Eufrate, dalle sue sorgenti fino alla pianura mesopotamica ed al deserto palmireno. La guerra tra Roma ed Antiochio III (re seleucide) segnò l’inizio di una nuova fase, in cui Roma sottomise, una dopo l’altra le grandi potenze mediterranee, confrontandosi prima con l’Oriente dei Seleucidi e un secolo e mezzo più tardi con quello dei Parti. Roma prese dapprima possesso del Regno di Pergamo per trasformarlo a partire dal 129 a.C. nella Provincia d’Asia ed in seguito trovò il pretesto per poter cominciare la conquista dell’Oriente mediterraneo, in seguito alla minaccia giuntagli dal vicino Regno del Ponto di re Mitridate VI. Quest’ultimo, dopo una guerra di trent’anni fu sconfitto, sebbene fosse riuscito a fermare, almeno parzialmente e provvisoriamente, le mire espansionistiche romane in questa parte di Mediterraneo. I Romani con Gneo Pompeo Magno portarono i confini di Roma ancora più ad oriente, creando le province della Bitinia e Ponto, della Cilicia e della Siria, controllando i regni locali ed imponendo, dove possibile, sovrani “amici” e ponendo le basi per le successive campagne militari orientali contro i vicini Parti. Campagne che culminarono comunque con la sconfitta di Marco Licinio Crasso, di scarse capacità come condottiero militare che tentava di coprirsi di un po’ della gloria che spettava a Cesare e Pompeo. Deboli nella fanteria ma dotati di una forte cavalleria, i Parti sconfissero nel 53 a.C. un forte esercito romano presso Carre, perdendo anche le aquile simbolo delle Legioni. Lo stesso Giulio Cesare raccolse nel 44 a.C. ad Apollonia un esercito per effettuare una campagna contro i Daci e quindi contro i parti . A sovraintendere i preparativi lasciò il giovane nipote diciottenne Ottaviano e le campagne furono poi abbandonate in seguito all’uccisione di Giulio Cesare. Il progetto di invadere la Parthia fu poi ripreso da Marco Antonio, senza successo. Augusto invece cercò di affermare la preminenza romana nell’area medio-orientale mediante la diplomazia. Il punto cruciale in Oriente era costituito dal Regno d’Armenia che, a causa della sua posizione geografica, era da un cinquantennio oggetto di contesa fra Roma e la Partia. Augusto mirò a fare dell’Armenia uno stato cuscinetto “cliente” di Roma, con l’insediamento di un re gradito a Roma, e se necessario imposto con la forza delle armi. Perso il controllo dell’Armenia Augusto preferì stabilire il predominio romano con la diplomazia, invece che con la forza: ottenne un trattato in cui il sovrano partico restituì ai Romani i prigionieri e il controllo dell’Armenia come stato vassallo dell’Impero romano (32 a.C.). Il II secolo vide l’avanzata romana oltre l’Eufrate: Traiano (114-117) si impadronì dell’Arabia Petrea mentre Lucio Vero (162-166) e Settimio Severo (194-198) portarono all’annessione di Osroene e Mesopotamia e al vassallaggio dell’Armenia.
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