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  1. Riporto sotto link ad articolo sull'inaugurazione di oggi del nuovo allestimento della collezione numismatica del Museo San Matteo di Pisa. https://pisanews.net/al-museo-di-san-matteo-la-nuova-esposizione-di-monete-e-gettoni/
  2. Carissim*, anche se il periodo è denso di appuntamenti volevo segnalarvi che i prossimi sabato 4 e domenica 5 novembre sarà possibile accedere gratuitamente al Museo Nazionale di San Matteo e vedere la nuova esposizione di monete medievali, tessere mercantili e gettoni dal monetiere del Museo Nazionale di San Matteo, curata da Monica Baldassarri, in collaborazione con il Direttore del museo Pierluigi Nieri e Gianpaolo Palma del CNR ISTI di Pisa. La nuova esposizione segna la fine della prima tappa di un percorso che ha visto il restauro, la verifica inventariale e - laddove necessario - la classificazione o ri-classificazione e la realizzazione di foto digitali in HD di circa 1000 esemplari tra monete, tessere mercantili, gettoni e placchette, messi in atto dai chi già nominato sopra con la collaborazione di Francesco Pagliani (giovane archeologo e numismatico), Chiara Valcepina e Mauro Stallone (restauratori), Luca Lupi (fotografo). A partire dalle ore 16,00 di sabato 4 novembre e ancora dalle 11,00 di domenica 5 novmbre è prevista anche la visita guidata da parte dei curatori. Per chi di voi avesse la possibilità di venire, è una bella occasione di vedere una importante selezione del tesoro delle Logge dei Banchi e alcuni tra gli esemplari più belli e rappresentativi delle zecche di Pisa, Lucca, Siena, Arezzo e Massa di Maremma conservati al museo (ma sono esposti anche pezzi interessanti di Berignone e Firenze...), oltre ad una prima scelta di tessere mercantili e gettoni (che saranno frutto di ulteriori e più ampie esposizioni). Sperando di vedervi in questa o in prossime occasioni (presto inaugureremo anche una nuova mostra temporanea a Palazzo Blu!) MB
  3. Buon Giorno Leggendo “Cronaca del Trecento Italiano” di Carlo Ciucciovino, con riferimento al primo Volume per l’anno 1306, in uno dei paragrafi ho trovato il seguente brano che cito integramente: (il Papa, Clemente V, si era trasferito con la Curia in Francia a Poitiers l’anno precedente ponendosi sotto la protezione di Filippo il bello) § 17. Il tesoro pontificio Il Pontefice ordina che il tesoro papale, custodito a Perugia, venga trasportato a Bordeaux, e ne dà incarico ai fratelli Franzesi. Davidsohn sottolinea, stupito, che è singolare che persone coinvolte contro l’aggressione a Bonifacio VIII, siano state investite di tale responsabilità, tanto più che essi non fanno recapitare tutto il tesoro in Francia, ma ne trattengono una parte, si ignora a qual titolo. «Gli oggetti preziosi furono dagli incaricati [dei Franzesi] venduti in parte a Firenze, e la maggior parte del vasellame d’oro, ridotta in pezzi, prese la via della Zecca di Firenze, dove il metallo fu coniato in fiorini d’oro». La curia intraprende un’azione legale contro i fratelli, accusandoli di appropriazione indebita. Ci vorranno 11 anni perché la Chiesa riottenga, e solo in parte, il maltolto.57 Il testo (in tre volumi oltre alle introduzioni) è disponibile integralmente in rete in formato pdf, basta una semplice ricerca, è estremamente interessante consente di farsi un quadro generale della complessa situazione dei rapporti tra i vari centri di potere nei primi tre quarti del XIV secolo. Tornando al riferimento relativo al Tesoro Pontificio, sorvolando su motivi e ragioni, su possibili influenze del re di Francia sulla decisione, ho posto la mia attenzione sulla alienazione da parte degli incaricati del trasferimento, di parte del tesoro, (in pratica furto e ricettazione da parte di qualcuno in Firenze) Non sono riuscito a capire di quanto oro si trattasse, presumo comunque un quantitativo rilevante. Quantificando la somma in Fiorini, considerando che 1000 Fiorini sono 3.53 kg d’oro con titolo prossimo a 24 carati, che nell’anno 1306 con riferimento al primo semestre il Bernocchi descrive 5 varianti segno di zecca scala, in effetti ne esistono almeno altre due che ho potuto vedere; per il secondo semestre dello stesso anno sono descritte 3 varianti segno pera, e anche nei semestri degli anni successivi sono presenti un numero significativo di varianti. Considerando che per il segno scala sono presenti piu coni (almeno 4 per una delle varianti) da quanto ho potuto verificare.. Riporto una tabella riassuntiva dei segni e delle varianti descritte dal Bernocchi, considerando che venivano realizzati almeno una coppia di ferri per ciascuna variante, a volte anche 4 o 5, che con un conio di rovescio potevano essere coniati anche 15-20.000 Fiorini, con ogni probabilità son coniati in questi anni quantità considerevoli di Fiorini. (100.000 Fiorini sono 350 kg abbondanti di Oro affinato) class Bernocchi num varianti inizio fine 1306 sem1 scala 961 965 5 1306 sem2 pera 966 968 3 1307 sem1 guastada 970 974 5 1307 sem2 pettine 983 986 4 1308 sem1 foglia di fico 995 999 5 1308 sem2 chiodi decussati 1006 1011 6 1309 sem1 scudo semiovale crociato con globetto 1017 1019 3 1309 sem2 pannocchie di grano su gambo nessuno 1310 sem1 giglio piccolo 1037 1038 2 1310 sem2 monte 1050 1051 2 Altra curiosità/dubbio è riferita al processo di affinamento dell’oro descritto nella pratica Pegolotti, che dimensioni potevano avere i singoli lotti di metallo, qualche chilogrammo oppure decine di chilogrammi o più? I Fiorini di questi anni sono meno rari di altri, tranne qualche semestre meno diffuso, sono presenti molteplici varianti con coni diversi per ciascuna, sicuramente molto oro è stato monetato a partire da quello del Tesoro Papale. Chiedo a tutti coloro che vorranno intervenire di esprimere le loro ipotesi e di fornire eventuali precisazioni e notizie Cordialità
  4. cabanes

    i Fiorini oro di Cecco Beppe

    leggo da qualche tempo questo forum, con interesse e piacere, e grazie a voi ho imparato molto. Ieri stavo studiando la genesi della monetazione dell'Austria imperiale, e mi è nata una curiosità: ho frugato un po' nel forum, ma non avendo trovato informazioni al riguardo ve la espongo, confidando nel vostro aiuto. Sappiamo che l'Austria cambiò valuta nel 1892, passando dal fiorino alla corona; monete simili, ma non equivalenti, furono i 4 fiorini, rispettivamente 8, e le 10 corone, rispettivamente 20. Mi chiedo (vi chiedo): dopo l'introduzione della corona, che fine hanno fatto i 4/8 fiorini? Hanno continuato a circolare (mi suonerebbe strano, vista la differenza di valore intrinseco con le corone) o sono stati ritirati, per essere rifusi e riconiati in corone? E, se ritirati, l'amministrazione austriaca ha dato conto del numero di monete effettivamente ritirate? Non ci perdo il sonno, ma la faccenda mi incuriosisce: grazie per ogni risposta che mi vorrete dare
  5. Buon Giorno, A volte accade di focalizzare la propria attenzione su particolari apparentemente secondari, trascurati fino a quel punto, che utilizzati come elementi di riferimento sembrano aggiungere informazioni utili a chiarire situazioni complesse e sostanzialmente prive di soluzione. Le implicazioni conseguenti sembrerebbero mettere in discussione alcune classificazioni e cronologie considerate certe. Si proverà a valutare il progredire delle coniazioni studiando nello specifico i Fiorini coniati a Firenze nei primi due decenni del 1300, è certamente una ipotesi di lavoro complessa. Non sono da trascurare i possibili risvolti, con ricadute economiche e commerciali, di una eventuale maggiore precisione nel definire il Fiorino di Firenze coniato nella Zecca rispetto a Fiorini “diversi”. La diffusione di Fiorini "diversamente buoni" non è sottovalutare perché evidenziata da quanto periodicamente appare nelle aste; riguardo a queste "monete", perché in ultima analisi tali sono, è doveroso fare alcune precisazioni e posizionarle nei rispettivi ambiti: oltre alle monete ufficiali della Zecca di Firenze quelle altrettanto ufficiali (forse ancora più ufficiali) di Opizzino Spinola (peraltro non individuate) e di chi come lui aveva ottenuto il diritto di zecca per coniare Fiorini "uguali" a quelli della Repubblica, una ulteriore ipotesi che non mi sento di escludere potrebbe essere quella della coniazione "in proprio" di Fiorini da parte di qualcuno nel rispetto delle caratteristiche di peso e purezza del fino per risparmiare i costi "della zecca" (non avrebbero giustificazione altrimenti i provvedimenti legislativi del Comune di Firenze al riguardo). Il tutto ovviamente riferito a "Fiorini" corretti dal punto di vista metrologico e chimico, non stiamo parlando di falsi prodotti per frodare e lucrare sul minore intrinseco ma di monete tra loro perfettamente equivalenti come mezzi di pagamento appunto in ragione della loro correttezza. Il fatto che venissero usati e non rimossi dalla circolazione ne certifica la bontà. Per distinguere tra queste monete e rintracciare i caratteri comuni ai diversi gruppi ci si può affidare solo a un confronto stilistico che non sempre risulta agevole e definitivo. Presumo che gli incisori ufficiali della Zecca che hanno operato in questo periodo assommino a poche unità; il cambio delle serie e il cambio degli incisori dovrebbero essere strettamente legati. I coni, ma anche i punzoni impiegati per realizzarli erano soggetti a vincoli molto stringenti, da una moneta si possono dedurre informazioni sia in merito ai punzoni impiegati per realizzare il conio, sia, in modo indiretto, sul modo di procedere dell'incisore e riconoscerne la "mano". Si tratta di informazioni diverse e complementari a quelle documentali alle quali possono fornire supporto, oppure al contrario, possono contribuire a metterle in discussione. L’opera dell’incisore, per quanto ci è possibile dedurre dai risultati del suo lavoro, aveva caratteristiche di “ripetitività creativa “ vincolato a una immagine simbolica cristallizzata, per questo anche scomponendo le raffigurazioni nelle singole componenti elementari ciascuno dei particolari conserva un richiamo alla sua origine nella zecca del Comune di Firenze. Allargando la prospettiva temporale, non penso che tutti i Fiorini targati FLORENTIA siano usciti dalla Zecca, probabilmente molti Fiorini della serie XX (ma non solo) hanno una diversa origine. Quando due Fiorini che appartengono a semestri contigui o comunque tra loro prossimi, manifestano la totale assenza di componenti elementari comuni, mi chiedo come possa essere possibile. La sostituzione complessiva di tutti i punzoni per realizzare una moneta isolata stilisticamente, preceduta e seguita da altre ben caratterizzate, in un ambiente conservatore, già “sindacalizzato” dove tutto era codificato e doveva restare immutato, non mi convince. (improbabile che un esterno potesse entrare a “scompigliare” le gerarchie delle maestranze) Come possibile esempio di Fiorino “isolato” propongo il seguente passato in un’asta del 2006 B 0933 Hess Divo 305.pdf Altre volte a non convincere sono alcune varianti classificate che hanno gli stessi limiti. Da un’asta on line (la lettera A mi ricorda Genova) B 0946 Del Campe.pdf Penso sia opportuno tentare di fare chiarezza anche ai fini della classificazione e della cronologia delle emissioni. Cordialità
  6. Salve a tutti! Con questa discussione volevo presentarvi questa banconota che ho preso pochi giorni fa. Tralasciando la conservazione ed il valore, volevo soffermarmi più che altro sul retro della banconota. Come potete vedere, hanno scritto in 5 lingue diverse, le lingue parlate nel Regno, la seguente frase: Chi falsificherà o copierà questa banconota, verrà punito fino a 15 anni di prigione. Volevo solo mostrare questa cosa, la trovo molto interessante, una testimonianza storica del periodo.
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