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Tomba ben conservata risalente alla dinastia Han occidentale (202 a.C.-25 d.C.)
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
600 reperti nella tomba: lacche, bronzi, ceramiche. Lavori per centrale idroelettrica portano alla luce l’Aldilà orientale Chongqing, Cina, 8 dicembre 2023 – Gli archeologi cinesi stanno facendo una straordinaria scoperta nel distretto di Wulong, nella municipalità di Chongqing, dove è stata recentemente rinvenuta una tomba ben conservata risalente alla dinastia Han occidentale (202 a.C.-25 d.C.). L’annuncio è stato dato nelle ore scorse dall’Istituto di ricerca dei reperti culturali e dell’archeologia di Chongqing, rilanciato da China Xinhua News. La tomba, oggetto di un meticoloso processo di scavo e protezione di salvataggio, ha fornito agli archeologi un’occasione senza precedenti per esplorare e comprendere meglio la vita e la cultura durante l’antica dinastia Han occidentale. Ciò che rende ancora più straordinario questo ritrovamento è la chiara indicazione dell’anno, fornendo così una preziosa finestra temporale per la storia cinese di quei tempi. L’Istituto ha dichiarato che finora sono stati recuperati più di 600 reperti culturali dalla tomba, offrendo uno sguardo diversificato sulle abitudini e le pratiche della società di allora. Tra i tesori recuperati si trovano oggetti in lacca finemente decorati, manufatti in legno e bambù, ceramiche raffinate e preziosi oggetti in bronzo. Questo straordinario progetto archeologico è parte di un’imponente opera di scavo e protezione di salvataggio, promosso in collaborazione con il progetto Baima. Quest’ultimo rappresenta l’ultima realizzazione di una serie di centrali idroelettriche situate lungo il tratto del fiume Wujiang a Chongqing, evidenziando l’importanza di bilanciare lo sviluppo moderno con la preservazione della ricca storia culturale della regione. Il progetto archeologico non solo rivela la magnificenza dell’antica dinastia Han occidentale, ma sottolinea anche l’impegno delle autorità cinesi nel coniugare lo sviluppo contemporaneo con la salvaguardia del patrimonio culturale. Questa straordinaria scoperta si pone come un importante contributo alla comprensione della storia cinese, consentendo al mondo di gettare uno sguardo più approfondito sulla ricca eredità culturale che ancora oggi permea la Cina. https://stilearte.it/600-reperti-nella-tomba-lacche-bronzi-ceramiche-lavori-per-una-centrale-idroelettrica-portano-alla-luce-il-mondo-dei-morti/ -
Un tesoro sepolto nel 1200 viene trovato durante la costruzione di una fabbrica. Sono 100mila monete legate Le monete trovate durante lo scavo @ Comune di Maebashi Nel corso di uno scavo avvenuto nel 2023 presso il sito archeologico Sosha Village East 03 nella città di Maebashi, in Giappone, gli archeologi hanno portato alla luce una scoperta eccezionale: un deposito contenente oltre 100.000 monete antiche, alcune delle quali risalgono a oltre 2.000 anni fa, con origini che spaziano dalla Cina medievale a periodi più recenti. L’origine di questo straordinario ritrovamento è legata alla costruzione di una nuova fabbrica nel distretto di Sojamachi. Mentre il suolo veniva disturbato per questo progetto, il passato ha restituito un tesoro di inestimabile valore storico. Questo deposito di monete, accuratamente raggruppate in fasci di circa 100 pezzi ciascuno e legate con corde di paglia note come “sashi”, comprende esemplari di “Ban Liang”, la prima valuta unificata della Cina coniata nel 175 a.C., insieme ad altre monete risalenti dal settimo al tredicesimo secolo. La disposizione delle monete suggerisce che potrebbero essere state sepolte rapidamente, probabilmente come precauzione contro un’eventuale guerra, data la vicinanza a case opulente appartenenti a figure di spicco del Giappone medievale. L’area dell’eccezionale ritrovamento si estende per circa un metro di larghezza e presenta una profondità di circa 60 centimetri. In totale, sono stati recuperati 1.060 mazzi di sashi, ciascuno contenente diverse monete, con alcune configurazioni che raggiungono la straordinaria quantità di mille monete, il tutto fissato con tracce di stuoie di paglia di riso. Un’analisi più approfondita delle 334 monete ha svelato una sorprendente diversità, con ben 44 tipi di valute distinti. Le monete spaziano dalla dinastia Han occidentale alla dinastia Song meridionale, fornendo una finestra affascinante sulla storia monetaria cinese. Il reperto più antico, il “Ban Liang” del 175 a.C., presenta caratteristiche uniche come un diametro di 2,3 centimetri, un foro quadrato di 7 millimetri al centro e uno spessore di 1 millimetro, con incisioni distintive a sinistra e a destra. Gli esperti ritengono che questo straordinario tesoro di monete antiche sia stato nascosto durante il tumultuoso periodo Kamakura (1185-1333). Tuttavia, è importante notare che le datazioni sono preliminari e soggette a ulteriori ricerche. Questo sito archeologico, parte di un’area che abbraccia un chilometro e include importanti reperti come i tumuli funerari di Sosha e le rovine del tempio San’o e del tempio Ueno Kokubunji, rivela l’importanza storica e culturale della regione dal tardo periodo Kofun al periodo Ritsuryo. Attualmente, i straordinari reperti sono esposti alla “Mostra di artefatti culturali appena scavati 2023” nel quartiere Otemachi della città di Maebashi, offrendo al pubblico l’opportunità di ammirare da vicino questa straordinaria finestra sulla storia antica. La mostra rimarrà aperta fino al 12 novembre, offrendo a tutti un’occasione unica di connettersi con il passato attraverso questo straordinario ritrovamento archeologico. https://stilearte.it/un-tesoro-sepolto-nel-1200-viene-trovato-durante-la-costruzione-di-una-fabbrica-sono-100mila-monete-legate/ Archaeologists uncovered over 100,000 ancient coins, some more than 2,000 years old In an excavation at the Sosha Village East 03 archaeological site in Maebashi City, Japan, archaeologists stumbled upon a remarkable discovery – a cache of over 100,000 ancient coins, some of which are of Chinese origin and are more than 2,000 years old. This excavation was prompted by the construction of a new factory in Sojamachi district here at the area. These coins include the “Ban Liang,”(coin from 175 B.C.) China’s first unified currency, as well as others dating from the seventh to the thirteenth centuries. What’s more, they were bundled in groups of around 100 coins and secured with straw cords known as “sashi.” The coins were probably buried quickly because the location was close to opulent homes belonging to influential people in medieval Japan, maybe as a precaution against impending war. The unearthed coins were found in an area approximately 60 centimeters high and one meter wide, with a staggering 1,060 bundles of these sashi clusters. Some bundles contained evidence of 10 sashi, equivalent to roughly a thousand coins, all arranged with traces of rice straw mats. The massive trove of ancient coins was dug up in Gunma Prefecture. A thorough examination of 334 coins from the haul revealed an astounding variety of 44 different currency types. These coins originated from as far back as China’s Western Han Dynasty, extending to the Southern Song Dynasty. The oldest among them, the “Ban Liang,” dates back to 175 B.C., with distinct characteristics including a 2.3-centimeter diameter, a 7-millimeter square hole in the center, and a thickness of 1 millimeter, featuring the inscriptions “liang” on the left and “ban” on the right. The most recent coin in this treasure trove was minted in 1265 during the Southern Song Dynasty, leading experts to believe that these coins were hidden during the turbulent Kamakura period (1185-1333). It should be noted that the dating results are preliminary and may be refined through additional research. A Ban Liang coin dating from 175 B.C. Photo: Eiichi Tsunozu The archaeological site is part of an area encompassing approximately one kilometer, including the Sosha burial mounds, the San’o Temple Ruins, and the Ueno Kokubunji Temple, indicating the region’s prominence as a center of activity from the late Kofun period to the Ritsuryo period. The extraordinary artifacts from the Sosha Village East 03 site are currently on display at the “Newly Excavated Cultural Artifacts Exhibition 2023” in Maebashi City’s Otemachi district, which is open to the public until the 12th of this month. https://arkeonews.net/archaeologists-uncovered-an-estimated-100000-ancient-coins-some-more-than-2000-years-old/
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ARCHEOLOGI TROVANO SCHELETRO DI UN PANDA ACCANTO A QUELLO DI UN IMPERATORE CINESE
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
ARCHEOLOGI TROVANO SCHELETRO DI UN PANDA ACCANTO A QUELLO DI UN IMPERATORE CINESE All'interno di un'antica tomba, risalente a oltre 2000 anni fa e appartenente a un imperatore cinese, è stato rinvenuto uno scheletro ben conservato di un panda. Questa rivelazione ha gettato una nuova luce sul rapporto tra questi adorabili mammiferi e le antiche dinastie cinesi. La scoperta suggerisce che il legame tra l'uomo e il panda sembra essere molto più antico e profondo di quanto si pensasse. La tomba, un maestoso monumento scavato nella roccia, è un testamento della grandezza e della ricchezza degli antichi imperatori cinesi. Tuttavia, la presenza di uno scheletro di panda all'interno di un simile contesto ha sorpreso gli esperti. Si sapeva che le creature erano considerate speciali e quasi mitiche in Cina, ma la loro presenza in una tomba imperiale (per fortuna questa può essere aperta, a differenza di quest'altra) suggerisce che possano persino aver avuto un ruolo cerimoniale o simbolico nell'antichità. Gli studiosi stanno ora cercando di decifrare il significato di questa scoperta. Il panda era un animale domestico amato dall'imperatore? O forse era un simbolo di potere e autorità? Oppure, potrebbe rappresentare un'antica forma di venerazione e rispetto per la natura e la biodiversità? Le risposte a queste domande potrebbero riscrivere la storia della relazione tra l'uomo e il panda in Cina. https://tech.everyeye.it/notizie/archeologi-trovano-scheletro-panda-accanto-imperatore-cinese-664865.html -
Cina Scoperta nel Jiangxi una grotta con iscrizioni antiche
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Cina Scoperta nel Jiangxi una grotta con iscrizioni antiche Gli archeologi cinesi rinvengono grotta incisa Nel villaggio di Hujou della provincia cinese di Jiangxi è stata ritrovata una grotta contenente numerose iscrizioni rupestri di varie epoche storiche, dalla dinastia Tang a quella Ming. Gli esperti dell’Istituto per i beni culturali e l’archeologia locale datano i graffiti ad almeno 10 differenti periodi. L’ingresso della grotta, alta 1,6 m e larga 1,4 m, è posto sotto una roccia. Al suo interno le pareti presentano iscrizioni databili tra l’VIII e il XVI secolo disposte ad un metro e mezzo dal pavimento. Tra esse poesie, resoconti di eventi passati e nomi di persone. Lo scavo ha inoltre rivelato come la caverna, oggi lunga 20 metri, fosse presumibilmente più estesa in origine. -
Operai cinesi si imbattono in una bara, quello che c’è dento è incredibile Durante dei lavori stradali, gli operai hanno fatto una scoperta a dir poco incredibile. I lavoratori stradali cinesi si sono imbattuti in una sorprendente scoperta : i resti straordinariamente intatti di una donna della dinastia Ming , risalenti a 700 anni fa. La scoperta ha fatto luce sulla vita quotidiana della gente di quell’epoca, sollevando anche interrogativi sull’identità della donna e sul segreto dietro la sua straordinaria conservazione. Chi era lei? E come ha fatto il suo corpo a rimanere così ben conservato nel corso dei secoli? La scoperta della mummia di Taizhou è stata piuttosto scioccante. I lavoratori stradali di Taizhou, nella provincia di Jiangsu, nella Cina orientale, sono stati incaricati di ampliare una strada. Durante il processo di scavo, hanno scavato diversi metri nel terreno e hanno colpito inaspettatamente un oggetto grande e solido. Riconoscendo il potenziale significato della loro scoperta, i lavoratori hanno prontamente contattato un team di archeologi del Museo di Taizhou per scavare nell’area. Successive indagini hanno rivelato che l’oggetto trovato a Taizhou era, in effetti, una tomba cinese , contenente una bara a tre strati all’interno delle sue mura. Quando gli archeologi hanno aperto la bara principale, sono stati accolti da strati di seta e lino , tutti ricoperti da un misterioso liquido marrone. Dopo un’ulteriore ispezione, hanno scoperto i resti sorprendentemente ben conservati di una donna, completi di corpo, capelli, pelle, vestiti e gioielli. Anche le sopracciglia e le ciglia erano perfettamente conservate, rivelando dettagli notevoli sul suo aspetto di secoli fa. Dalla scoperta, è diventata nota come la mummia di Taizhou o la mummia accidentale. I ricercatori non sono stati in grado di determinare con certezza l’età del corpo della donna. Tuttavia, sulla base dei manufatti e degli indumenti trovati con la mummia di Taizhou , si ritiene che sia vissuta durante la dinastia Ming , che va dal 1368 al 1644. Ciò significa che il corpo della donna potrebbe potenzialmente avere fino a 700 anni. La donna è stata trovata vestita con abiti tradizionali della dinastia Ming e adornata con diversi gioielli, tra cui un sorprendente anello verde. Sulla base della qualità dei suoi gioielli e delle sete pregiate in cui era avvolta, si ritiene che fosse una civile di alto rango. La scoperta dei suoi resti ben conservati ha fornito preziose informazioni sulla vita quotidiana e sulla gerarchia sociale della dinastia Ming. Oltre ai resti della donna straordinariamente conservati, la bara conteneva anche ossa, ceramiche, antichi scritti e altre reliquie. Gli archeologi che hanno scavato la bara non sono stati in grado di determinare se il misterioso liquido marrone all’interno della bara fosse usato intenzionalmente per preservare il corpo o se fosse semplicemente acqua sotterranea che era filtrata nel tempo.Alcuni ricercatori, tuttavia, hanno suggerito che il corpo della donna potrebbe essere stato preservato a causa dell’ambiente specifico in cui è stata sepolta. Se la temperatura e i livelli di ossigeno nell’acqua che la circonda fossero stati giusti, i batteri non sarebbero stati in grado di crescere, rallentando o arrestando di fatto il processo di decomposizione. Questa scoperta inaspettata ha lasciato sia gli archeologi che gli scienziati desiderosi di saperne di più sulle circostanze uniche che hanno portato alla straordinaria conservazione della mummia di Taizhou. https://www.scienzenotizie.it/2023/05/19/operai-cinesi-si-imbattono-in-una-bara-quello-che-ce-dento-e-incredibile-0969492
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La dama di Dai: la tomba intatta della principessa cinese Nel 1971, durante i lavori per un ospedale nella città cinese di Changsha, venne alla luce una tomba della dinastia Han, antica di oltre duemila annIl Sulle rive del fiume Xiang, un affluente del Fiume Giallo, sorge Chang-sha, capoluogo della provincia cinese dell’Hunan. Città ricca di storia, risalente al regno dei Chu (1030-223 a.C.), durante la Seconda guerra mondiale fu quasi completamente distrutta nei combattimenti contro le forze giapponesi. Di fronte a un simile disastro niente lasciava presagire che trent'anni più tardi in quello stesso luogo potesse avvenire una delle scoperte archeologiche più importanti della Cina: quella delle tombe di Mawangdui. /medio/2023/03/21/spaccato-della-camera-funeraria-della-dama-di-dai-come-fu-trovata-dagli-archeologi-intorno-ai-4-scomparti-erano-disposti-i-contenitori-del-corredo-funebre_390da4df_800x604.jpg Spaccato della camera funeraria della dama di Dai. Intorno ai 4 scomparti erano disposti i contenitori del corredo funebre Foto: Davis Meltzer / NGS Mawangdui deriva da Ma’andui, che significa «sella», ed è il nome di due tumuli che presentano questa forma situati a est di Changsha. Tradizionalmente si credeva che essi fossero le tombe di alcune concubine imperiali della dinastia Han dell’Ovest (206 a.C.-9 d.C.), mentre nelle mappe storiche venivano menzionati come la tomba di Ma Yin, governatore del regno di Chu nel X secolo. Nel 1971, durante la costruzione di un ospedale, l’esercito praticò nella zona diversi scavi. Mentre i soldati erano al lavoro, da una delle aperture incominciò a emanare un gas dall’odore acre; alcuni lavoratori accesero un fuoco lì vicino e videro apparire una fiamma azzurra. Questo curioso episodio giunse alle orecchie di Hou Liang, un archeologo del museo dell’Hunan, che si recò sul luogo per ispezionare lo scavo. In quanto archeologo, conosceva bene questo fenomeno, poiché la decomposizione di una materia organica all’interno di una tomba libera gas tossici. Hou Liang cercò di raccogliere un campione del gas in una sacca di ossigeno, ma a quel punto si era esaurito. /medio/2023/03/21/il-corpo-della-dama-di-dai-sottoposto-ad-autopsia-museo-provinciale-di-hunan-cina_f0a41a75_800x422.jpg Il corpo della dama di Dai sottoposto ad autopsia. Museo provinciale di Hunan, Cina Foto: AKG / Album Salvata dal saccheggio Nel 1972 Hou Liang intraprese uno scavo, sospettando che ciò che era stato trovato fosse una tomba. Presto scoprì un tunnel verticale che confermò la sua intuizione, ma gli fece temere che fosse stato costruito da saccheggiatori. Scoprì però che i ladri avevano abbandonato il loro proposito dopo aver scavato per diciassette metri. Poco più avanti gli archeologi incontrarono uno strato compatto di terra bianca: era la copertura esterna della tomba. La sepoltura consisteva in un pozzo verticale di venti metri di profondità, con vari livelli a terrazze ricoperti da grandi assi di cipresso. Dopo la rimozione della terra bianca comparve una falda composta da uno strato di carbone spesso 37-47 cm e successivamente un fitto tappeto di bambù che ricopriva la sepoltura. Nei mesi seguenti vennero spostate le travi per poter accedere alla camera funeraria. La prima sorpresa fu la scoperta di archi e di ceste di bambù che ancora conservavano un colore verde-giallastro, come se fossero stati intrecciati da poco tempo. Poi venne rinvenuto un elegante contenitore di smalto con coperchio; aprendolo, gli archeologi trovarono radici di fiore di loto che galleggiavano sull’acqua. L’eccezionale stato di conservazione degli elementi del corredo funerario accrebbe le aspettative dei ricercatori sul contenuto del sarcofago. /medio/2023/03/21/drappo-in-seta-dipinta-a-forma-di-t-avvolgeva-la-bara-piu-interna-e-raffigura-il-cielo_d7116542_800x1421.jpg Drappo in seta dipinta, a forma di T. Avvolgeva la bara più interna e raffigura il cielo Foto: Corbis / Cordon Press Il corpo era racchiuso in quattro bare, l’ultima avvolta in un drappo di seta a T di due metri, con decorazioni del mondo celeste, del mondo terreno e dell’inframondo. Aprendola, gli archeologi videro che il corpo era ricoperto da diversi strati di tela, quindi decisero di portare i resti al museo dell’Hunan dove proseguirne l’analisi. Svolti i bendaggi che fasciavano il corpo fino all’ultimo strato di tela, i ricercatori apprezzarono una materia morbida: non si trattava di una mummia, come quelle che erano state ritrovate nel bacino del Tarim, nel deserto del Taklamakán, ma di un corpo femminile incredibilmente ben conservato, con alcune articolazioni ancora flessibili e con la pelle ancora giallognola ed elastica. Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica! L’enigma del corpo Gli studi rivelarono trattarsi di Xin Zhui, moglie del marchese di Dai, governatore della regione, quindi venne ribattezzata dagli archeologi come la dama di Dai. Gli scavi svolti fra il 1971 e il 1974 portarono alla luce altre due tombe, che però erano state saccheggiate. Una di esse apparteneva allo stesso marchese di Dai, mentre l’altra era la sepoltura di un giovane uomo, di circa trent’anni, forse il loro figlio. I corpi erano stati sepolti fra il 186 e il 165 a.C., durante la dinastia Han occidentale, quindi i resti della dama avevano più di duemila anni. /medio/2023/03/21/suonatore-di-cetra-ritrovato-nel-corredo-la-statuetta-fa-parte-di-un-gruppo-di-cinque-musicanti_3a5d7ee0_800x800.jpg Suonatore di cetra ritrovato nel corredo. La statuetta fa parte di un gruppo di cinque musicanti Foto: AP Photo / Gtres Gli archeologi si domandarono come fosse possibile che il corpo della dama di Dai si fosse conservato tanto bene in un così lungo periodo di tempo. Gli studi preliminari specularono sulla funzione di un liquido trovato sotto il corpo, che si pensò potesse essere stato usato per contrastare la decomposizione, ma i risultati non confermarono l’ipotesi. I ricercatori credono che la dama di Dai sia un caso eccezionale, in cui la perfetta conservazione del corpo sia dovuta alla profondità della tomba e alla costruzione di uno spazio carente di ossigeno, che hanno preservato la dama e il suo corredo dal trascorrere del tempo. Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito! Per saperne di più Storia della Cina. M. Sabattini, P. Santangelo, Laterza, Bari, 2006 Spaccato della camera funeraria della dama di Dai. Intorno ai 4 scomparti erano disposti i contenitori del corredo funebre Il corpo della dama di Dai sottoposto ad autopsia. Museo provinciale di Hunan, Cina
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La toilette con sciacquone più antica di sempre scoperta in Cina, risale a 2.400 anni fa
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
La toilette con sciacquone più antica di sempre scoperta in Cina, risale a 2.400 anni fa La scoperta fatta da un gruppo di ricerca archeologico tra le rovine di un antico palazzo nel sito archeologico di Yueyang, poco a nord della odierna città di Xi’an, nella Cina Centrale. Se la datazione verrà confermata, potrebbe riscrivere la storia su bagni e toilette attribuendo anche ai cinesi l’invenzione dello sciacquone. Mentre in alcune zone rurali della Cina il bagno in casa continua a essere un miraggio anche oggi, nello stesso Paese ben 2400 anni fa c'era chi aveva già pensato di creare una sorta di water con sciacquone dicendo addio ai vasi da notte. È la scoperta che ha fatto un gruppo di ricerca archeologico tra le rovine di un antico palazzo nel sito archeologico di Yueyang, poco a nord della odierna città di Xi'an, nella Cina Centrale. Una scoperta che potrebbe riscrivere la storia su bagni e toilette attribuendo anche ai cinesi l'invenzione dello sciacquone. Se la datazione verrà confermata, infatti si tratterebbe del meccanismo più antico di sempre per liberarsi degli escrementi in casa. Finora infatti si crede che la prima toilette con sciacquone manuale sia stata inventata da John Harington per la regina Elisabetta I nel XVI secolo. Il rinvenimento risale alla scorsa estate ma ci sono voluti mesi prima che gli esperti rimettessero insieme i vari pezzi, rivelando poi la scoperta nei giorni scorsi ai media cinesi. Secondo quanto hanno spiegato i ricercatori al giornale governativo China Daily, si trattava di un oggetto di lusso e non certo di uso comune e si ipotizza che potesse trovarsi all'interno di un palazzo signorile, con un tubo che conduceva a una fossa all'aperto. Ovviamente nessun meccanismo di scarico automatico ma solo manuale: probabilmente qualche servitore che gettava dell'acqua dopo l'uso dei signori. Secondo uno dei ricercatori interpellato dal giornale, Liu Rui, il bagno con sciacquone probabilmente era riservato a funzionari di alto rango durante il cosiddetto periodo dei Regni combattenti (dal 453 al 221 a.C.) e la successiva dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.). "Il gabinetto con sciacquone è una prova concreta dell'importanza che gli antichi cinesi attribuivano ai servizi igienico-sanitari", ha spiegato il ricercatore, aggiungendo: "È il primo e unico gabinetto con sciacquone mai scoperto in Cina. Tutti nel sito sono rimasti sorpresi, e poi siamo scoppiati a ridere". La recente scoperta fa parte di uno sforzo che le autorità cinesi hanno messo in campo da tempo per riscoprire e comprendere le antiche dinastie cinesi del passato, compreso il modo in cui vivevano le persone e come erano costruite le loro città. Nell'ambito di questi sforzi, dal 2012 si stanno approfondendo gli scavi tra le rovine di Yueyang, l'ex capitale dello Stato di Qin e successivamente la prima capitale della dinastia Han, che furono scoperte negli anni '80. Qui ad esempio si stanno concentrando ora le analisi sui campioni di suolo raccolti dalla toilette nella speranza di scoprire cosa mangiavano le persone in quel periodo. https://www.fanpage.it/esteri/la-toilette-con-sciacquone-piu-antica-di-sempre-scoperta-in-cina-risale-a-2-400-anni-fa/ -
Coccodrillo cinese estinto per la caccia...
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Cina: scoperti resti di una gigantesca creatura simile ad un coccodrillo risalenti a 3.000 anni fa Per gli esperti questa specie si sarebbe estinta a causa dell’uomo. I ricercatori dell’Università di Tokyo hanno analizzato i resti parzialmente fossilizzati di due creature che ritengono siano state uccise tra 3.000 e 3.400 anni fa. Questa nuova specie chiamata Hanyusuchus sinensis è un genere estinto di coccodrillo gavialidae, una famiglia di rettili, appartenenti all’ordine dei Crocodyli. I gavialidi sono rappresentati attualmente da una sola specie, il gaviale del Gange in India. Secondo gli scienziati questo animale lungo più di 5 metri simile ad un coccodrillo, si è estinto a causa della caccia spietata degli esseri umani. Cina: resti di una gigantesca creatura simile ad un coccodrillo risalenti a 3.000 anni fa “Osservando questi due esemplari, abbiamo subito capito che sono stati uccisi da persone e per questo motivo questa specie si è estinta e date le prove storiche di purghe sistematiche di coccodrilli nella regione, la conclusione deve essere che gli esseri umani sono responsabili della scomparsa di Hanyusuchus sinensis” spiega il professor Minoru Yoneda, del Museo universitario dell’Università di Tokyo. Entrambi i fossili mostrano ampie prove di attacchi viziosi e persino di decapitazione. Questa è una scoperta molto interessante non solo perché si tratta di un anello mancante ma anche perché è una delle prove più significative di estinzione causata dall’essere umano. https://www.scienzenotizie.it/2022/03/11/cina-scoperti-resti-di-una-gigantesca-creatura-simile-ad-un-coccodrillo-risalenti-a-3-000-anni-fa-2753317 -
Scoperto antico gruppo di tombe nella Cina orientale Il più grande tra le strutture in mattoni della dinastia Yuan Gli archeologi hanno scoperto 12 antiche tombe risalenti alla dinastia Yuan (1271-1368) nella provincia cinese dello Shandong, secondo quanto dichiarato ieri dall'istituto archeologico locale. Il complesso, che include 11 tombe con decorazioni murali in mattoni squisitamente intagliati, si trova nella periferia orientale del capoluogo provinciale di Jinan, dichiara Li Ming, direttore dell'istituto archeologico della città. Le prove scritte trovate sul luogo suggeriscono che le tombe appartenevano a una famiglia chiamata Guo nella tarda dinastia Yuan, afferma Li, aggiungendo che la dimensione del complesso funerario è la più grande tra le tombe murali in mattoni della dinastia Yuan riportate alla luce nella provincia. Durante lo scavo sono stati rinvenuti oltre 60 oggetti di ceramica e porcellana, specchi di bronzo, monete di rame e altri reperti storici che aiuteranno lo studio della porcellana durante il regno della dinastia Yuan nella regione e nelle zone circostanti. (ANSA-XINHUA https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/mondo/dalla_cina/2021/07/08/scoperto-antico-gruppo-di-tombe-nella-cina-orientale_1081dc63-94ae-429d-9f54-f5679c0b4899.html
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"Uomo-drago": un nuovo parente stretto dell'Homo sapiens? Un gigantesco cranio fossile scoperto in Cina potrebbe appartenere a una nuova specie, l'uomo-drago, più vicina alla nostra persino dei Neanderthal. Un fossile con una storia degna di un film di Indiana Jones tornato alla luce in Cina potrebbe appartenere a una nuova specie umana e avere con i sapiens una parentela più stretta persino del cugino Neanderthal. Il reperto in questione è un grosso cranio perfettamente conservato di un uomo di circa 50 anni vissuto almeno 146. 000 anni fa, con caratteristiche allo stesso tempo arcaiche e moderne e capace di alloggiare un cervello più voluminoso del nostro. Gli archeologi per ora lo chiamano Homo longi o anche, in modo più informale, "Dragon Man", Uomo-drago, perché rinvenuto nella regione del Dragon River, nel nordest della Cina. UN PASSATO AVVENTUROSO. Il cranio sarebbe stato ritrovato nel 1933 da un operaio impegnato nella costruzione di un ponte su un fiume nella città di Harbin, in Cina, in una provincia all'epoca occupata dai Giapponesi. L'uomo riconobbe l'importanza del reperto e decise di nasconderlo per non farlo cadere nelle mani dell'esercito nipponico. Lo avvolse in un panno e lo calò in un pozzo abbandonato, senza farne parola con nessuno per decenni. Nel 2018, in punto di morte rivelò il segreto al nipote, che lo trovò là dove era stato riposto. La famiglia decise di donarlo al Museo di Geoscienze dell'Hebei, dove è stato studiato diffusamente e datato, grazie ad analisi geochimiche, ad almeno 146. 000 anni fa e a non oltre 309. 000 anni fa. IDENTIKIT. Tre articoli scientifici pubblicati sulla rivista Innovation descrivono l'aspetto fisico dell'Uomo-drago. Il proprietario del teschio doveva essere un maschio adulto alto e robusto, con il cranio lungo 23 cm e largo più di 15 e un cervello più grosso del 7% rispetto a quello dell'uomo moderno. Il naso ampio e tondeggiante permetteva di inalare ingenti volumi di aria, compatibili con uno stile di vita ad alto dispendio energetico in un'area geografica caratterizzata da inverni molto rigidi. Sotto alle sopracciglia prominenti le orbite oculari erano ampie e i lineamenti più delicati rispetto ai Neanderthal; le guance piatte e non sporgenti, la bocca ampia. Secondo i paleoantropologi dell'Hebei Geo University, in Cina, questa combinazione di caratteristiche anatomiche non è mai stata ritrovata in alcuna specie di ominine conosciuto ed è abbastanza peculiare da far immaginare una possibile nuova specie. Quando gli scienziati hanno inserito le misure del cranio di Harbin e quelle di altri 95 teschi umani in un software, per elaborare il più probabile albero genealogico della nostra famiglia, hanno trovato che l'Uomo-drago potrebbe essere evolutivamente più vicino ai sapiens persino dei Neanderthal. COESISTENZA DI SPECIE. Oggi la Terra è abitata da un'unica specie di ominine, l'Homo sapiens. Ma all'epoca dell'Uomo-drago ne coesistevano diverse, dall'Homo erectus all'Homo naledi in Sudafrica, l'Homo floresiensis in Indonesia, l'Homo luzonensis nelle Filippine; i primi sapiens in Africa, i Neanderthal in Europa e in Asia centrale, i misteriosi denisoviani in Siberia. L'ultimo antenato comune di sapiens, Neanderthal e Denisoviani potrebbe risalire a 600. 000 anni fa; prima si separò la nostra specie, e poi, 400. 000 anni fa, anche Neanderthal e Denisoviani presero ognuno la propria strada: fino a oggi erano loro, i nostri cugini più vicini. Mentre i ricercatori cinesi sostengono che l'Homo longi sia una nuova specie distinta, non tutti sono pronti a scommetterci con la stessa convinzione. Per alcuni, il cranio fossile somiglia a una porzione di teschio di 200. 000 anni fa scoperta nel 1978 sempre in Cina, a Dali, e si potrebbe pertanto definire Homo daliensis. Un'altra possibilità è che si tratti in effetti di un Denisoviano, una specie con il cranio più largo di quello degli uomini moderni che per ora conosciamo praticamente soltanto dal DNA: sarà interessante, non appena possibile, comparare il DNA dell'Uomo-drago con quello rinvenuto nella Grotta di Denisova, sui Monti Altai in Siberia. UNA NUOVA SPECIE? A prescindere dal nome, è importante notare che si tratta di un terzo lignaggio di uomo tardivo, distinto dai Neanderthal e dall'Homo sapiens. Per John Hawks, paleoantropologo dell'Università del Wisconsin-Madison intervistato dal Guardian, non ha molto senso continuare ad assegnare nuovi nomi a tutte queste specie di umani con cranio prominente che continuavano ad incrociarsi tra loro: «Le differenze nell'aspetto non significavano granché quando si trattava di accoppiarsi» dice. Più che a un albero genealogico, quello delle nostre origini somiglia a un cespuglio aggrovigliato, con un'unica specie che alla fine ha prevalso, e alcune altre che hanno lasciato traccia nel nostro DNA. https://www.focus.it/scienza/scienze/uomo-drago-nuovo-parente-homo-sapiens
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Salve, ecco a voi il mio ultimo acquisto, un Tongbao dell'imperatore Temür Khan della dinastia mongola Yuan (il successore del famoso Kublai Khan che conobbe i Polo), era Yuanzhen, prodotto tra il 1295 e il 1297 d.C. I dati ponderali: diametro 18,6mm. spessore 1,1mm, peso 2,0g, materiale bronzo fuso. Iscrizione: 元貞通寶 (Yuanzhen Tongbao). Iniziamo col dire che non è come le monete delle dinastia precedenti, pensate per la circolazione di massa, infatti la dinastia Yuan deprecò fortemente l'uso delle monete metalliche e puntò quasi tutto sulla carta producendo delle vere e proprie banconote. Comunque tale dinastia permise per ragioni simboliche e religiose la produzione di piccolissime quantità di monete, prodotte dallo stato e dai monasteri buddisti, esclusivamente per l'uso in tali monasteri. Comunque, essendo stilisticamente identiche alle monete delle dinastie precedenti, vennero usate e accettate anche nelle transizioni al di fuori degli ambienti religiosi anche se ciò era al di fuori dell'uso per cui erano state pensate. Quindi si può vederla come un ibrido gettone-moneta penso. P.S. Avete qualche informazione in più da darmi, come per esempio una classificazione più dettagliata, che il catalogo che ho non è molto specifico?
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I Cinesi non si fanno mancare nulla, adesso sembrerebbe che abbiano trovato perfino una piramide. Questa notizia sembrerebbe la solita fake news proveniente da qualche sito hippie o pseudo-scientifico ma questa volta la notizia proviene dal National Geographic. Cosa ci fa in Cina una Piramide vecchia come Giza in Egitto Gli archeologi hanno scavato attorno alla città di Simao, in Cina, precedentemente sconosciuta alla scienza, che possedeva non solo le più potenti mura della fortezza, ma anche una massiccia piramide costruita contemporaneamente alla Grande Piramide d’Egitto. I dettagli di questa scoperta, già definita una delle più grandi in archeologia in Cina, sono forniti dalla rivista National Geographic. Per molti anni le rovine di questa città sono state considerate parte della Grande Muraglia Cinese. E solo gli scavi effettuati negli ultimi anni hanno dimostrato che si trattava di una città separata e molto potente. Tutto è iniziato con il fatto che i residenti locali hanno iniziato a trovare dischi di giada, spade e uno scettro tra le rovine. Il problema è che non c’è giada in questa regione. Scoperta enorme Piramide in Cina vecchia come la Grande Piramide d’Egitto. La prima stagione campestre ha permesso lo scavo delle possenti mura della fortezza. Successivamente si è scoperto che circondavano un’enorme piramide alta 70 metri. La datazione al carbonio ha determinato che Shimao (come viene ora chiamato il luogo, ma il nome originale della città è sconosciuto) è stato costruito circa 4.300 anni fa. Cioè, quasi 2.000 anni prima della costruzione della sezione più antica della Grande Muraglia e 500 anni prima che la civiltà cinese fosse fondata nelle pianure centrali. La piramide ha praticamente la stessa età della città, è stata costruita nello stesso periodo della Grande Piramide di Giza, ma era grande la metà e il suo scopo era completamente diverso. Questa città è stata costruita sulle colline sopra il fiume Tuway, e in questa regione sono state combattute guerre sanguinose per migliaia di anni, quindi la città è stata fortemente fortificata. La piramide, secondo gli scienziati, era uno degli elementi di difesa. Fu eretta in alto sulle colline, consisteva di 20 livelli ed era chiaramente visibile da qualsiasi punto della città. I ricercatori ritengono che nessuno vivesse lì in modo permanente, ma durante le guerre l’élite è salita al livello più alto della piramide per proteggersi dal nemico. Dalla piramide di Simao, chilometri di varie mura si estendono in tutte le direzioni in tutta la città, formando una potente linea difensiva. Gli scienziati stimano che per costruire queste mura interne della città siano stati necessari solo 125.000 metri cubi di pietra. Ciò è paragonabile al volume combinato di 50 piscine olimpioniche. Come il popolo neolitico sia riuscito a risolvere il difficile compito della costruzione rimane un mistero. Secondo gli archeologi, la popolazione della città era di 10-20 mila persone: una città enorme a suo tempo. Si stima che la lunghezza totale delle mura della fortezza abbia superato i 10 km. La città aveva un grande santuario decorato con affreschi e manufatti in giada. In esso hanno trovato terribili prove del sacrificio umano. Inoltre, gli archeologi hanno scoperto 70 impressionanti sculture in rilievo fatte di pietra: mitici serpenti e mostri. Assomigliano all’iconografia della tarda età del bronzo in Cina. È interessante notare che non vi è alcuna menzione di questa città in nessuna fonte scritta o leggenda orale. Simao è attualmente il più grande insediamento conosciuto dell’era neolitica in Cina. https://notiziein.it/scoperta-piramide-cina-simao-antica-come-giza-egitto-223096/amp
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Cina: è un uccellino l’opera d’arte cinese più antica, di 13mila anni
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
E’ animale l’opera d’arte cinese più antica: un uccellino di 13mila anni La più antica opera d’arte cinese che si conosca raffigura un animale. Si tratta di una minuscola statuetta di uccello scolpita in osso bruciato, portata alla luce da un team internazionale di cui fa parte il torinese Francesco d’Errico, ricercatore alle università di Bordeaux (Francia) e Bergen (Norvegia). La scoperta, pubblicata oggi sulla rivista Plos One, anticipa le origini della scultura e delle rappresentazioni animali nell’Asia orientale di oltre 8.500 anni. La statuetta, di un paio di centimetri appena, è stata rinvenuta a Lingjing, un sito nella provincia di Henan, in un contesto archeologico datato tra i 13.800 e i 13mila anni fa. L’ANIMALE E’ IN PIEDI SU UN PIEDISTALLO, CASO UNICO Lo stile della statuetta – unica scultura paleolitica conosciuta che rappresenta un animale in piedi su un piedistallo – indica una tradizione artistica originale, diversa da quelle conosciute in Europa occidentale e in Siberia, alcune delle quali risalgono a 40mila anni fa. Il suo eccezionale stato di conservazione e l’uso di tecniche di analisi avanzate, come la microscopia confocale e la microtomografia, hanno permesso al team di ricostruire meticolosamente il comportamento dell’artista paleolitico, che ha lavorato l’opera creando una settantina di faccette diverse e che, per farla stare in piedi, ha creato una coda sufficientemente lunga da bilanciarne il peso. Gli altri ricercatori responsabili dello studio appartengono all’università di Shandong (Cina), Bordeaux e al Weizmann Institute of Science (Israele). https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2020/06/10/piu-antica-statuetta-13mila-annisposta-origini-arte-cina/-
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Aiuto per un cash della dinastia Jin
Roy Batty ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Salve, ho da qualche mese iniziato a collezionare cash cinesi, uno per ogni imperatore o sovrano. In questi giorni ho incominciato a scrivere i cartellini descrittivi per ogni moneta. Per la prima ventina è andato tutto liscio, con questa sto avendo invece qualche difficoltà. È un cash, ex collezione Yockers, della dinastia Jin, dell'imperatore Shizong, anni di regno 1161-1189. Il diritto riporta 大定通寶, ovvero Da Ding Tong Bao, mentre il rovescio riporta 酉, ovvero Yǒu. Qualcuno conosce lo scopo del carattere al rovescio, indica l'anno di coniazione, la zecca, o altro? P.S. Nella bustina con cui l'ho acquistata è scritto (la trascrizione è in Wade-Giles): -
Monete Cina/Giappone con buco quadrato
Alfonso.remo ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
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Salve a tutti volevo sapere cosa ne pensate di questa banconota cinese, non ho trovato numismatici fin'ora che mi sapessero dire qualcosa di specifico su questa bancinota. Voi che ne pensate?
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A Guide to Cash Coins
simone ha aggiunto un nuovo link in Bibliografia numismatica, riviste e novita' editoriali
David Hartill, già autore del fondamentale catalogo "Cast chinese coins", ha appena pubblicato un nuovo libro. Si tratta di "A Guide to Cash Coins"; riporto qui la descrizione: Il libro è disponibile solo su Amazon: https://www.amazon.it/Guide-Cash-Coins-David-Hartill/dp/1787192997/ -
Gli imperatori della CIna antica
simone ha aggiunto un nuovo link in Bibliografia numismatica, riviste e novita' editoriali
Vi presento un libro che ho pubblicato tempo fa: Gli imperatori della Cina antica. Dalla creazione del mondo all’esercito di terracotta. Spero che lo leggiate e che lo apprezziate. L’opera è acquistabile su Amazon cliccando qui. Si compone di 198 pagine, con alcune immagini in bianco e nero. Il volume raccoglie tutte le biografie dei primi imperatori cinesi, secondo quanto narrato dalle fonti tradizionali. Partendo dal mito cosmogonico, si ripercorrono le leggende dei sovrani mitologici per poi arrivare agli imperatori delle prime quattro dinastie storiche: Xia, Shang, Zhou e Qin. Alcuni passi tratti dall’introduzione del libro La continuità e l’omogeneità della storia cinese sono tuttora oggetto di molte discussioni fra gli storici. In Cina molti di essi sono convinti dell’attendibilità delle fonti tradizionali e vedono la storia del paese come una catena ininterrotta di dinastie. Invece molti storici occidentali criticano questa visione, sostenendo che quella cinese non è una storia così unitaria e che la cultura di Erlitou (legata, secondo i cinesi, alla dinastia Xia) e la successiva dinastia Shang non furono altro che due dei tanti popoli presenti sul territorio cinese, e che soprattutto esse non avevano alcuna idea di “Cina”. Ciò può essere vero, ma molti studiosi occidentali si spingono ben oltre, sostenendo addirittura che la dinastia Xia non sia nemmeno esistita, ma semplicemente inventata dagli storici di epoche successive (vedi pagina 43). In base a questo approccio poco rispettoso verso gli antichi, gli studiosi occidentali sottovalutano fortemente il contenuto delle fonti storiche tradizionali, che quindi viene spesso ignorato nelle opere dedicate alla storia della Cina antica. Pubblicando questo libro mi propongo di iniziare a colmare questa grave lacuna. Nel 1995 il governo cinese ha lanciato il Xia-Shang-Zhou chronology project, uno studio di vaste proporzioni mirante a stabilire una cronologia rigorosa delle prime tre dinastie: Xia, Shang e Zhou (ma per quest’ultima ci si è fermati al IX secolo a.C.). Il progetto coinvolge circa duecento esperti in storia, archeologia, astronomia e paleografia. Gli studi si basano su tecniche come quella delle datazioni al carbonio 14 e sulla storia delle eclissi citate nelle antiche iscrizioni. I primi risultati sono stati pubblicati nel 2000 e sostengono l’unicità e la continuità della storia cinese. Le date proposte per la dinastia Xia vanno dal 2205 al 1767 a.C., mentre gli Shang avrebbero regnato dal 1766 al 1112 a.C. Queste conclusioni sono state accolte positivamente in Cina, mentre all’estero sono state criticate perché “ideologizzate e non basate su fonti attendibili”. In ogni caso in questo libro ho scelto di conservare la cronologia presentata dai testi tradizionali. […] Considerato che parte della storiografia tradizionale cinese fa iniziare la storia dell’impero con la creazione del mondo, il libro si apre proprio con il mito cosmogonico cinese: la storia di Pangu, la cui storia fu creata dai monaci taoisti. In realtà secondo il taoismo classico elaborato da Laozi nel VI secolo a.C., il Tao (la “via” o il “sentiero”) è l’unica forza che contribuì alla creazione del mondo. Fu solo grazie al Tao se dal nulla nacque l’esistenza. Dall’esistenza presero poi origine lo yin e lo yang e da questi due principi nacquero tutte le cose. Ma i monaci taoisti incontravano delle difficoltà a far comprendere questi principi filosofici alle persone semplici, quindi elaborarono il mito di Pangu rendendo più comprensibile il processo della nascita del cosmo. Indice dell’opera – Introduzione – Pangu, il creatore del mondo – I tre sovrani (2852-2698 a.C) – I cinque imperatori (2697-2194 a.C.) – La dinastia Xia (2194-1675 a.C.) – La dinastia Shang (1675-1046 a.C.) – Dinastia Zhou occidentale (1046-771 a.C.) – Dinastia Zhou orientale (770-256 a.C.) – Dinastia Qin (221-206 a.C.) – Conclusione – Bibliografia Disponibile su Amazon: http://www.amazon.it/Gli-imperatori-della-Cina-antica/dp/1530896665/ -
Innocenzo XII, piastra 1698... dalla Cina !
rcamil ha aggiunto un nuovo link in Monete e Medaglie Pontificie
Per caso mi sono imbattuto in una vendita online di questo, almeno per me, nuovo esemplare per la raccolta di "grandi moduli papali MADE IN CHINA": Non dovrebbe essere un "falso pericoloso", non occorre sottolineare l'approssimazione generale delle incisioni, in particolare osservando il busto al diritto. Comunque piccolo plauso a chi la vende dichiarandola COPIA, con tanto di dati sul peso, 26 grammi e diametro 40 mm. Sempre utile il confronto, anche stavolta "impietoso", con l'opera vero Saint Urbain (esemplare ex NAC): Ciao, RCAMIL. -
Tra le diverse buone pescate all'ultimo mercatino, mi sono capitate queste due monete della Repubblica Cinese degli anni '20. Non si tratta delle solite patacche ma, per quanto molto comuni, sono entrambe autentiche. Coniate in argento, leggevo che è difficile stabilire con precisione la purezza del metallo prezioso contenuto, e che spesso erano coniate in argento '500 o inferiore...a vederle in mano,il metallo sembrerebbe di titolo ben superiore... Mi aiutate per quanto attiene la data e l'identificazione precisa? Le cinesi mi mettono sempre in crisi...:D
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Chi prova a classificarle? Grazie
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Monete Cinesi ?
MEDUSA51 ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Aiuto volentieri l'amico @@Luger1900 ad identificare queste 2 monete che presumo siano cinesi, francamente ho avuto problemi anche ad individuare bene l'orientamento, credo cosa comune del resto per chi non le conosce............ :angel: Ringrazio anticipatamente chi vorrà contribuire a sciogliere il dilemma............... :D A proposito, non dispongo del diametro e del peso, materiale forse bronzo ?, una è stata anche pesantemente raspata. Mi permetto anche di taggare @@simone che so essere esperto in materia............. -
Buongiorno :) Dopo diversi mesi torno a scrivere su un forum per mostrarvi 4 monete dell'Impero Cinese che mi spno state proposte in uno scambio. Le monete sono ke seguenti: 10 cash - chongning (li script) FD#1050 ND (1102-1106) 10 cash - daguan FD#1062 ND (1107-1110) DH#16.428 10 cash - xianfeng (boo-je) FD#2477 ND (1854-1858) 10 cash - xianfeng (boo-ciowan) FD#2420 ND (1854-1857) Sinceramente non ci capisco molto di questo tipo di monetazione, so solo cge il settore è pieno di falsi. Secondo voi si tratta di falsi o di originali? Grazie mille a tutti, Jack Sully
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Salve. Mi trovo in Cina e sono in contatto con un ristorante italiano di Shenzhen dove vanno a mangiare delle persone cinesi che non hanno problemi di soldi. Pensavo di proporre a loro l'acquisto di monete romane antiche. I cinesi, a scuola, studiano l'Impero Romano e come ben si sa', sono affascinati da tutto quello che e' italiano. Io penso che potrebbe esserci un piccolo business da mettere in piedi, ma non ho conoscenza del settore e quindi mi servirebbe qualche consiglio e indicazione su come iniziare a muovermi, evitando errori grossolani da neofita. Tipo vendere monete per autentiche quando sono solo riproduzioni. Sono raggiungibile su skype con il nick: marinmago Un grazie anticipato a chi mi vorra' aiutare e magari condividere con me questa idea.
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Cina - Yun-nan province, 7 mage and 2 candareens
eliaspace ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità