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Risultati per Tag 'Campidoglio'.
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Salve a tutti. Seguendo il vostro consiglio, mi appresto a postarvi una piccola ricerca sul Tempio di Giove Capitolino a Roma. Era uno dei più grandi templi romani, edificato sul Campidoglio al tempo dei Re, iniziato da Tarquinio Prisco fu completato da Tarquinio il Superbo. La sua inaugurazione avvenne il 13 Settembre del 509 a.C. ad opera di uno dei primi consoli repubblicani Marco Orazio Pulvillo. Il Tempio era dedicato alla triade capitolina, Giove, Giunone e Minerva e fu il centro di culto per molte generazioni, davanti a esso, infatti, si concludevano le cerimonie trionfali, vi si svolgevano le assemblee solenni del Senato e i sacrifici augurali per i nuovi consoli. Al suo interno vi erano collocati, in una teca di marmo, anche i Libri Sibillini, nove libri nei quali erano scritti i fati di Roma. Si crede che il Tempio fu edificato in contrapposizione di quello di Iuppiter Latiaris sul Monte Albano spostando così il centro religioso latino a Roma. Durante la sua esistenza il Tempio subì molte catastrofi, fra le quali numerosi incendi, il primo di questi avvenne nell'83 a.C. che si portò via anche i preziosi Libri Sibillini. Fu Lucio Cornelio Silla che volle la sua ricostruzione, che terminò nel 69 a.C. conservandone la pianta e le caratteristiche estetiche. I successivi restauri avvennero con Augusto, fino al 69 d.C. quando fu distrutto da un incendio sotto Vespasiano che lo ricostruì, e terminò nel 75d.C.. Sfortunatamente la nuova struttura non ebbe vita lunga, infatti, nell'80, soltanto 5 anni dopo venne di nuovo distrutto dalle fiamme e Tito, in carica quell'anno, decise di procedere alla sua ricostruzione, completata però sotto Domiziano. Da qui in poi il Tempio rimarrà intatto fino al IV sec., inseguito fu abbandonato a se stesso decadendo rovinosamente. Passando adesso alla sua struttura, sappiamo che il Tempio aveva dimensioni veramente grandi, 53x62 con una superficie di 15.000 m2c.ca. Era rivolto verso Sud-Est. Era esastilo, periptero su 3 lati, infatti il lato posteriore aveva un lungo muro (sine postico) e sorgeva su di un podio accessibile tramite una scalinata. Aveva un pronao formato da 3 file di 6 colonne tuscaniche in tufo, mentre l'altra metà del Tempio vedeva una cella tripartita nel quale figuravano al centro, la statua di Zeus, alla sua sinistra Minerva e a destra Giunone. Di seguito una pianta e un prospetto: Ma parliamo adesso dei suoi confronti con la Numismatica. Cercando e ricercando, ho trovato come prima attestazione del Tempio su di un Denario repubblicano della Gens Volteia del 78 a.C. con al D/ Giove e al R/ il Tempio con sotto "M∙VOLTEI∙M∙F". RRC 385/1: Ora, come possiamo vedere l'aspetto è molto diverso da come l'ho descritto poco fa, da questo si presume che il Tempio in principio avesse un impianto tetrastilo. Sulle 3 celle non sembrano esserci dubbi, in quanto si distinguono abbastanza bene 3 porte chiuse. Il frontone ha una specie di "piovra", forse un fulmine e il tetto è ricoperto da decorazioni verticali. Sul fastigio possiamo vedere una sorta di tridente. Le decorazioni sono molto probabilmente approssimate, perchè sappiamo che in vetta al tempio doveva esserci una quadriga con Giove, prima fittile e poi dal 296 a.C. in bronzo. Sappiamo anche che nel 142 a.C. il tetto fu ricoperto da lastre di bronzo e probabilmente nella moneta è rappresentato l'effetto ottico che doveva dare il riflesso di esso al sole. Un'altra moneta rappresentante il Tempio è sempre un Denario di Petillio Capitolino, del 43 a.C. con al D/ Giove con la scritta "CAPITOLINVS" e al R/ il Tempio con sotto "PETILLIVS". Crawford 487/1. Il Tempio è adesso rappresentato come esastilo ed è dunque ragionevole supporre che il Tempio figurato nella moneta precedente non fosse altro che una rievocazione della "vecchia forma" visto che non abbiamo notizie tra il 78 e il 43 a.C. che ci facciano supporre ad un corposo restauro; o meglio, come già detto sappiamo che nel 69 a.C. Silla concluse la ricostruzione, ma sappiamo anche che lo ripropose tale e quale al precedente (che doveva essere a questo punto già esastilo). Le decorazioni del tetto sono le medesime, possiamo intravedere delle forme aquiline agli acroteri e probabilmente una stilizzazione della quadriga sul fastigio. Nel frontone un'altra rappresentazione schematica di quelle che dovevano essere importanti decorazioni, probabilmente Giove al centro con ai lati dei cavalli. Nei 3 intercolunni centrali si intravedono delle perlinature verticali, molto probabilmente anch'esse schematizzazioni delle 3 statue visto anche il basso livello di dettaglio della moneta al rovescio, ma possibile è anche che siano stati ornamenti. Tra l'altro c'è da dire che adesso la statua di Giove ricostruita da Apollonio, era in marmo, crisoelefantina, probabilmente in copia a quella di Zeus a Olimpia. Sempre dei soliti anni, 43-42 a.C., e riferita alla solita GensPetillia, è la moneta seguente, un Denario con al D/ un'aquila con sopra "PETILLIVS" e sotto "CAPITOLINVS" e al R/ il Tempio di Giove con "S F" ai lati, RRC 487/2: Pur essendo una moneta contemporanea alla precedente il disegno sembrerebbe migliore, più dettagliato, si riconoscono i capitelli, lo stilobate e la gradinata. Le decorazioni frontonali sono le medesime lasciando intravedere più figure antropomorfe che in precedenza. Negli intercolunni centrali ancora 3 perlinature verticali che a questo punto si potrebbero identificare come ornamenti, somigliano molto ai nostri sonagli scacciaspiriti. Con più fantasia potrebbero anche essere le chiusure delle porte (che nella moneta di Volteio sono perlinate) viste in prospettiva, ossia più corte, ma questa idea è molto fantasiosa. L'ipotesi degli ornamenti resta la più valida. Finita la monetazione repubblicana andiamo in quella imperiale,con i tre Imperatori che hanno dato di più al Tempio, ossia i Flavi, che come abbiamo detto prima hanno ricostruito il Tempio per ben 2 volte. Iniziamo con la moneta di Vespasiano, un sesterzio del 75 d.C. con al D/ IMP CAES VESPASIAN AVG P M TR P PP COS VII, testa laureata a destra e al R/ Il Tempio di Giove con sotto "S∙C" Un'altra storia, il Tempio è adesso perfettamente rappresentato, gradinata, colonne scanalate, capitelli corinzi, fregio (in precedenza assente)e sopratutto decorazioni frontonali e del tetto. Ma andiamo con ordine: sul tetto adesso si possono distinguere ondulature, forse pseudo tegole, adesso in bronzo dorato, statue antropomorfe e probabilmente ancora aquile (oppure sfingi) agli acroteri. Nel frontone ora il dettaglio è magnifico, probabilmente riprodotti al centro sono ancora gli Dei capitolini, Giove, Minerva e Giunone con ai lati probabili scene di battaglia. Negli intercolunni adesso non si può fare a meno di notare che fanno la loro comparsa le statue degli Dei, che come abbiamo detto a partire da sinistra sono, Giunone con peplo, Giove a torso nudo (si vedono persino gli addominali) con in mano un'asta e Minerva, sempre di peplo vestita. Singolare è la statua alla sinistra del Tempio. Successivamente abbiamo detto che nell'80 il Tempio fu distrutto e a commemorare la sua ricostruzione ci pensarono per ultimi Tito e Domiziano. Il primo, che non vide la fine dei lavori (morì nell'81 d.C.) lo commemora con un: al D/ IMP TITVS CAES. VESPASIANAVG P M, testa laureata a destra e al R/ CAPIT RESTIT, con il Tempio. Ed ecco un gran problema, il Tempio si presenta di nuovo tetrastilo, diverso però da quello della Gens Volteia. Partendo dal basso vediamo la gradinata, le colonne con capitello dorico, le statue degli Dei (ugualmente rappresentate come nel Vespasiano), l'architrave e il frontone decorato in maniera approssimativa. Sul tetto, delle figure agli acroteri e la quadriga in vetta. Ora, l'idea che mi sono fatto è quella che con questa moneta si volesse commemorare gli antichi fasti del Tempio, oltre ovviamente alla recente ricostruzione, infatti, ci sono tutti gli elementi che riconducono ai tempi arcaici. Le porte del Tempio sono aperte in conseguenza, forse, della maggiore voglia di onorare gli Dei. Sulla scia di quella di Tito anche Domiziano, che completò la ricostruzione, commemorò l'evento con una Tetradracma per Efeso. Al D/ IMP CAESAR DOMITIANVS AVG, testa laureata a destra e al R/ CAPIT RESTIT, Tempio di Giove dell'82 d.C. Anche qua il tempio è quello descritto nella moneta di Tito, tetrastilo, con colonne doriche, architrave e frontone poco decorato. Sul tetto figure a cavallo ai lati e quadriga al centro. Si definisce adesso in maniera più il disegno del frontone, ossia due figure in ginocchio intorno ad una specie di altare con un sole sopra di esso. Le statue sono uguali, scettro nella mano sinistra, Minerva e Giunone in piedi e Giove a sedere. Vedendo questa moneta, con gli scettri "perlinati", ho pensato che potessero essere questi ad essere rappresentati nelle prime monete ma sembrerebbe troppo strano non aver inserito anche parte delle statue (presupponendo che fossero coperte dalle colonne e visibili solo quest'ultimi).
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