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VENEZIA Amministrazione della Giustizia a Venezia
417sonia ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Buona giornata Non è un tema specifico di numismatica, ma lo si può inquadrare senza dubbio nella storia giuridica veneziana, precisamente nel diritto civile. Prima di affrontare l'argomento, è bene dare qualche precisazione su alcuni termini: STAMPA: Si chiamava così l'insieme dei processi civili riguardanti cause simili, che i giudici si facevano stampare e rilegare per buona memoria, affinché potessero giudicare avvedendosi dei precedenti ed a questi fare riferimento. B.I. (BENI INCOLTI): Si chiamava così la “Magistratura ai B.I.” quell'organismo creato nel 1556 e formato da tre Provveditori che avevano la responsabilità di creare le condizioni perché terre non produttive venissero convertite e ripristinate in opere di comune interesse e beneficio di singoli o di una pluralità di individui. AVVOCATI: Qualsiasi cittadino originario veneziano, per nascita o per acquisizione dopo 10 anni di residenza in Venezia o nello Stato, poteva chiedere di svolgere la professione di giureconsulto. Non era quindi una professione limitata alla sola nobiltà. Gli unici che non potevano intraprendere questa professione erano i falsari, i felloni i ladri ed i rei di simili delitti ed altre infamie. Alla categoria sovrintendevano gli Avvogadori di Comune, un gruppo di giudici che gestiva l'albo professionale ed al quale chi voleva intraprendere la carriera di avvocato doveva presentarsi per essere giudicato idoneo. Contrariamente a ciò che avveniva in altri Stati, Venezia rigettò fin dagli albori della sua storia, l'uso del latino nella gestione della Giustizia. Tutti dovevano capire ciò che si diceva e si giudicava, quindi si usava parlare in veneziano, pur usando talvolta termini giuridici latini. Abolite le "Pandette" del Diritto Romano. A similitudine degli antichi fori greci e romani, l'avvocato veneziano esplicava la sua professionalità oralmente e gli era vietato usare, nelle sue esposizioni, termini satirici, offensivi e mordaci; la sua arringa non poteva durare più di 1 ora ½ ed era controllata dai giudici mediante una clessidra. Non poteva portare scritture a difesa dei litiganti, memorandum, testi con citazioni , deduzioni, trattazioni, ecc. ecc. poteva solo esibire documenti spogli che dimostrassero i fatti sui quali i giudici dovevano basare la loro ragionata sentenza. Lo Stato garantiva alle persone indigenti la presenza di avvocati stipendiati, che potessero sostenerli; c'erano anche gli "Avvocati nobili dei prigioni", nobili avvocati che erano obbligati, ad estrazione, a prestare la difesa di chi era in prigione; in caso di rifiuto venivano sospesi per 5 anni dall'esercizio della loro professione. Fatta questa lunga premessa pur riducendola ai minimi termini (spero di non avervi tediato), ecco una copia originale di una STAMPA del Giudice N.H. Ser Almorò (nome corrotto in veneziano di Ermolao) I° Pisani detto Ser Alvise. Inizia sotto il dogato di Pasquale Cicogna e continua fino al 24 agosto 1789, regnante Lodovico Manin. Il tema della STAMPA è l'uso di canali irrigui, la loro deviazione o la creazione di fosse che derivino da corsi d'acqua, per la creazione di risaie o di mulini ad acqua per la lavorazione di cereali o riso ….. Qualche pagina .... giusto per dare l'idea segue ....- 31 commenti
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