Antologia di Numismatica e Storia
Le migliori discussioni e studi selezionati per voi
Monete papali ed iconografia architettonica: "foto metalliche" d'epoca.
Ciao a tutti!
Più volte si è detto che le monete papali, in particolare quelle di epoca barocca, costituiscano per la pregevolezza e la varietà delle incisioni, un vero e proprio documento vivo dell'epoca. Un aspetto particolare è costituito dalle rappresentazioni architettoniche di monumenti, piazze, edifici, che costellano molte monete pontificie e che, riportate su tondello dai grandi maestri incisori dell'epoca, possano essere considerate delle vere e proprie "foto metalliche" del passato. Apro questa discussione su un'idea di Fabrizio @ilnumismaticocon l'intento di presentare monete la cui iconografia possa essere confrontata con altri documenti d'epoca, in particolare stampe, litografie, dipinti e acqueforti per trovare un parallelismo tra quanto riportato in moneta e quanto riprodotto con i metodi più tradizionali del tempo. Scopriremo insieme come le monete siano davvero un'istantanea di ciò che è stato e che ora spesso non è più!
Partiamo!
Volendo parlare di monete papali e monumenti, non posso non partire se non dal più iconico e famoso monumento della cristianità:
Innocenzo XI (1676-1689), PIASTRA (Munt 38): al R/ il prospetto della Basilica di San Pietro.
Su questa meravigliosa piastra, opera di Giovanni Hamerani, si può ammirare la facciata della Basilica Vaticana eretta tra il 1607 e il 1614 da Carlo Maderno sotto il pontificato di Paolo V Borghese (1605-1621). La legenda PORTAE INFERI NON PREVALEBVNT (Le porte dell'inferno non prevarranno), fanno riferimento al fatto che Innocenzo XI fu animatore della "Lega Santa" che portò alla liberazione nel 1683 di Vienna, assediata dai Turchi. Il Papa, mettendo in moto tutta la diplomazia pontificia, cercò di promuovere una grande Lega contro la potenza musulmana, ma riuscì solo a concludere una lega tra Impero e Polonia e ad ottenere contributi in denaro dagli Stati italiani; anche i cardinali si quotarono per ingenti somme e fecero oblazioni perfino delle argenterie personali. Per la guerra ai Turchi, la Camera Apostolica durante il pontificato di Innocenzo XI, inviò all'Imperatore oltre 5 milioni di fiorini. Ecco la piastra e a confronto lo stesso prospetto in un acquaforte del 1724.
Più volte si è detto che le monete papali, in particolare quelle di epoca barocca, costituiscano per la pregevolezza e la varietà delle incisioni, un vero e proprio documento vivo dell'epoca. Un aspetto particolare è costituito dalle rappresentazioni architettoniche di monumenti, piazze, edifici, che costellano molte monete pontificie e che, riportate su tondello dai grandi maestri incisori dell'epoca, possano essere considerate delle vere e proprie "foto metalliche" del passato. Apro questa discussione su un'idea di Fabrizio @ilnumismaticocon l'intento di presentare monete la cui iconografia possa essere confrontata con altri documenti d'epoca, in particolare stampe, litografie, dipinti e acqueforti per trovare un parallelismo tra quanto riportato in moneta e quanto riprodotto con i metodi più tradizionali del tempo. Scopriremo insieme come le monete siano davvero un'istantanea di ciò che è stato e che ora spesso non è più!
Partiamo!
Volendo parlare di monete papali e monumenti, non posso non partire se non dal più iconico e famoso monumento della cristianità:
Innocenzo XI (1676-1689), PIASTRA (Munt 38): al R/ il prospetto della Basilica di San Pietro.
Su questa meravigliosa piastra, opera di Giovanni Hamerani, si può ammirare la facciata della Basilica Vaticana eretta tra il 1607 e il 1614 da Carlo Maderno sotto il pontificato di Paolo V Borghese (1605-1621). La legenda PORTAE INFERI NON PREVALEBVNT (Le porte dell'inferno non prevarranno), fanno riferimento al fatto che Innocenzo XI fu animatore della "Lega Santa" che portò alla liberazione nel 1683 di Vienna, assediata dai Turchi. Il Papa, mettendo in moto tutta la diplomazia pontificia, cercò di promuovere una grande Lega contro la potenza musulmana, ma riuscì solo a concludere una lega tra Impero e Polonia e ad ottenere contributi in denaro dagli Stati italiani; anche i cardinali si quotarono per ingenti somme e fecero oblazioni perfino delle argenterie personali. Per la guerra ai Turchi, la Camera Apostolica durante il pontificato di Innocenzo XI, inviò all'Imperatore oltre 5 milioni di fiorini. Ecco la piastra e a confronto lo stesso prospetto in un acquaforte del 1724.
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Pandosia e la sua moneta tra VI e IV secolo a.C.
Le emissioni monetarie di Pandosia, sebbene di scarsa entità ed emesse in modo discontinuo, rappresentano una fonte documentaria di primaria importanza che amplia e valorizza la conoscenza di un sito su cui la tradizione letteraria appare alquanto lacunosa e, in alcuni casi, fortemente dibattuta (per un quadro generale v. Hansen-Nielsen 2004, 285, n. 64). Dubbia peraltro è la stessa localizzazione della città antica all’interno del territorio enotrio, che oscilla tra una tradizionale collocazione nell’alta valle del Crati, in località Timpone del Castello, presso Cosenza (v. da ultimi Mele 2017, 233-5 e Genovese 2012, 34 s. con bibl. prec.), ed una più recente ubicazione a ridosso di Cerenzia (Marino 2005; De Sensi 2004).
E per quanto studi e ricerche più o meno recenti abbiano diffusamente indagato l’archeologia dell’Oinotria, la sua organizzazione polico-territoriale nel quadro più ampio del fenomeno coloniale in Magna Grecia, scarsa è stata l’attenzione rivolta nel dettaglio alle emissioni monetali di Pandosia, delle quali è stato offerto solo un quadro complessivo e peraltro suscettibile di approfondimenti e aggiornamenti fondati sulla raccolta della documentazione numismatica (Rutter, HN; Taliercio 2012, 1998; Bugno 2007; Parise 1982; Mangieri 1980).
Localizzazione di Pandosia (da M. Bugno, Da Sibari a Thurii, Naples 1999)
Base di partenza del presente contributo è stato pertanto il censimento degli esemplari che è stato possibile documentare attraverso lo spoglio di cataloghi di collezioni pubbliche, private e di vendite all’asta. La cortesia e la disponibilità di alcuni utenti, ai quali rivolgo un sentito ringraziamento, hanno inoltre fornito a vario titolo un importante contributo consentendo di ampliare e puntualizzare alcuni aspetti della ricerca.
L’analisi condotta ha consentito di elaborare un preliminare catalogo di 25 esemplari in argento (15 stateri, 5 dracme, 5 trioboli) che in base ad elementi tipologici sono stati convenzionalmente ripartiti in tre gruppi di emissione (A-B-C). Per ognuna di esse vengono esaminati nelle relative sezioni aspetti concernenti la tipologia, la metrologia e l’epigrafia che unitamente ai dati interni alla sequenza hanno veicolato la formulazione di proposte di inquadramento cronologico.
Dal computo degli esemplari sono stati esclusi:
a) l’unità di bronzo con t. di Hera al D/ e altare al R/ attribuita da Poole a Pandosia (BMC 5) ma successivamente riferita a Paphos (https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1852-0222-90 seguito da Rutter, HN, 185).
b) le monete nn. 6849-50 della collezione Santangelo (non viste) al Museo Archeologico di Napoli, che nel catalogo di Fiorelli presentano dettagli tipologici alquanto peculiari che richiederebbero una verifica autoptica.
c) l’emissione con tipi corinzi contrassegnata simbolo della testa di Pan attribuita a Pandosia da Robinson (SNG Lockett 2297; Rutter, HN, 185).
SNG Lockett, 2297
E per quanto studi e ricerche più o meno recenti abbiano diffusamente indagato l’archeologia dell’Oinotria, la sua organizzazione polico-territoriale nel quadro più ampio del fenomeno coloniale in Magna Grecia, scarsa è stata l’attenzione rivolta nel dettaglio alle emissioni monetali di Pandosia, delle quali è stato offerto solo un quadro complessivo e peraltro suscettibile di approfondimenti e aggiornamenti fondati sulla raccolta della documentazione numismatica (Rutter, HN; Taliercio 2012, 1998; Bugno 2007; Parise 1982; Mangieri 1980).
Localizzazione di Pandosia (da M. Bugno, Da Sibari a Thurii, Naples 1999)
Base di partenza del presente contributo è stato pertanto il censimento degli esemplari che è stato possibile documentare attraverso lo spoglio di cataloghi di collezioni pubbliche, private e di vendite all’asta. La cortesia e la disponibilità di alcuni utenti, ai quali rivolgo un sentito ringraziamento, hanno inoltre fornito a vario titolo un importante contributo consentendo di ampliare e puntualizzare alcuni aspetti della ricerca.
L’analisi condotta ha consentito di elaborare un preliminare catalogo di 25 esemplari in argento (15 stateri, 5 dracme, 5 trioboli) che in base ad elementi tipologici sono stati convenzionalmente ripartiti in tre gruppi di emissione (A-B-C). Per ognuna di esse vengono esaminati nelle relative sezioni aspetti concernenti la tipologia, la metrologia e l’epigrafia che unitamente ai dati interni alla sequenza hanno veicolato la formulazione di proposte di inquadramento cronologico.
Dal computo degli esemplari sono stati esclusi:
a) l’unità di bronzo con t. di Hera al D/ e altare al R/ attribuita da Poole a Pandosia (BMC 5) ma successivamente riferita a Paphos (https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1852-0222-90 seguito da Rutter, HN, 185).
b) le monete nn. 6849-50 della collezione Santangelo (non viste) al Museo Archeologico di Napoli, che nel catalogo di Fiorelli presentano dettagli tipologici alquanto peculiari che richiederebbero una verifica autoptica.
c) l’emissione con tipi corinzi contrassegnata simbolo della testa di Pan attribuita a Pandosia da Robinson (SNG Lockett 2297; Rutter, HN, 185).
SNG Lockett, 2297
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Un'aquila da 7 milioni di dollari
Per la precisione 7.590.020 dollari, tanti sono stati necessari all'ignoto compratore per aggiudicarsi all'asta Stack's & Sotheby's del 30 luglio 2002 uno dei soli tre esemplari allora conosciuti (gli altri due erano e sono nella collezione dello Smithsonian Institute) della moneta da 20 $ in oro modello Saint-Gaudens datata 1933.
In realtà, il martello del battitore si era fermato a 6.600.000 dollari, a cui si sono aggiunti 990.000 dollari per diritti d'asta, e altri 20 dollari dovuti al Dipartimento del Tesoro per "monetizzare" per la prima, e finora unica volta, la 1933 Double Eagle.
Infatti, il governo statunitense, non contento di incassare la metà del ricavato dell'asta (l'altra metà è andata al commerciante numismatico londinese Stephen Fenton, in base a un accordo di cui parlerò) ha preteso anche che gli fosse riconosciuto il valore facciale della moneta :P
Una moneta certamente di altissima rarità, e con una grande storia alle spalle, iniziata nel febbraio 1944, quando era stata acquistata dal re egiziano Farouk, grande collezionista di monete e altro, esportata fortunosamente in Egitto, sequestrata dal nuovo regime egiziano e messa all'asta nel 1954, sparita e poi riapparsa dopo 40 anni per essere acquistata da un commerciante numismatico londinese che l'ha riportata negli Stati Uniti, dove ha perfino rischiato di finire sotto le macerie delle Twin Towers :(
Questa storia proverò a raccontare, fidando come sempre nella vostra preziosa collaborazione :D
petronius :)
In realtà, il martello del battitore si era fermato a 6.600.000 dollari, a cui si sono aggiunti 990.000 dollari per diritti d'asta, e altri 20 dollari dovuti al Dipartimento del Tesoro per "monetizzare" per la prima, e finora unica volta, la 1933 Double Eagle.
Infatti, il governo statunitense, non contento di incassare la metà del ricavato dell'asta (l'altra metà è andata al commerciante numismatico londinese Stephen Fenton, in base a un accordo di cui parlerò) ha preteso anche che gli fosse riconosciuto il valore facciale della moneta :P
Una moneta certamente di altissima rarità, e con una grande storia alle spalle, iniziata nel febbraio 1944, quando era stata acquistata dal re egiziano Farouk, grande collezionista di monete e altro, esportata fortunosamente in Egitto, sequestrata dal nuovo regime egiziano e messa all'asta nel 1954, sparita e poi riapparsa dopo 40 anni per essere acquistata da un commerciante numismatico londinese che l'ha riportata negli Stati Uniti, dove ha perfino rischiato di finire sotto le macerie delle Twin Towers :(
Questa storia proverò a raccontare, fidando come sempre nella vostra preziosa collaborazione :D
petronius :)
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Materiali dal ripostiglio di Taranto 1911
Dopo oltre un secolo dalla scoperta torna in asta un incuso di Crotone proveniente da uno dei più discussi rinvenimenti monetali dell’antichità: il “rispostiglio” di Taranto 1911 (IGCH 1874).
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Tra Metaponto ed Eraclea: Aristosseno
PARTE I
La lettura dell’interessante volume di Jeffrey M. Hurwit, Artists and Signatures in Ancient Greece, Cambridge 2015, all'interno del quale il capitolo IV viene dedicato alla documentazione numismatica (Coins, p. 39 ss.) ha stimolato le riflessioni che seguono, incentrate sulla presenza e funzione di firme “estese” apposte su monete da artisti attivi in Magna Grecia, in particolare a Metaponto e ad Heraklea.
Le testimonianze relative alle signatures degli incisori in forma estesa sui documenti monetali, ben attestate in Grecia e in Sicilia, risultano invece alquanto esigue in Magna Grecia e peraltro condensate in ambito lucano entro un arco cronologico compreso tra la fine del V e gli inizi del III secolo a.C. circa. Ad essere interessate, seppur con modalità differenziate, sono poleis dislocate sia sulla paralia tirrenica che su quella ionica: Velia (Kleudoros e Philistion; tavv. A-B), Poseidonia (Dossennos; tav. C), Thurii (Molossos; tav. D), Heraklea (Aristoxenos; v. infra) e Metaponto (Aristoxenos; v. infra).
Tav. A
CNG 102, 2016, 69 (Kleudoros)
Tav. B
Roma Numismatics Ltd, 7.4.2016, 33 (Philistion)
Tav. C
NAC AG 13, 1998, 16 (Dossennos)
Tav. D
NAC 106 (part II), 2018, 1170 (Molossos)
Tra questi nomi, come si nota, si distingue quello di Aristoxenos in quanto allo stato attuale risulta l’unico incisore ad aver apposto la sua firma sui tipi monetali di almeno due zecche (Metaponto ed Heraklea) e, come vedremo, con una certa prossimità cronologica (v. R. Vollkommer, Künstlerlexikon der Antike, I, München-Leipzig 2001, s.v. Aristoxenos, 93 s. con bibl. prec.).
La lettura dell’interessante volume di Jeffrey M. Hurwit, Artists and Signatures in Ancient Greece, Cambridge 2015, all'interno del quale il capitolo IV viene dedicato alla documentazione numismatica (Coins, p. 39 ss.) ha stimolato le riflessioni che seguono, incentrate sulla presenza e funzione di firme “estese” apposte su monete da artisti attivi in Magna Grecia, in particolare a Metaponto e ad Heraklea.
Le testimonianze relative alle signatures degli incisori in forma estesa sui documenti monetali, ben attestate in Grecia e in Sicilia, risultano invece alquanto esigue in Magna Grecia e peraltro condensate in ambito lucano entro un arco cronologico compreso tra la fine del V e gli inizi del III secolo a.C. circa. Ad essere interessate, seppur con modalità differenziate, sono poleis dislocate sia sulla paralia tirrenica che su quella ionica: Velia (Kleudoros e Philistion; tavv. A-B), Poseidonia (Dossennos; tav. C), Thurii (Molossos; tav. D), Heraklea (Aristoxenos; v. infra) e Metaponto (Aristoxenos; v. infra).
Tav. A
CNG 102, 2016, 69 (Kleudoros)
Tav. B
Roma Numismatics Ltd, 7.4.2016, 33 (Philistion)
Tav. C
NAC AG 13, 1998, 16 (Dossennos)
Tav. D
NAC 106 (part II), 2018, 1170 (Molossos)
Tra questi nomi, come si nota, si distingue quello di Aristoxenos in quanto allo stato attuale risulta l’unico incisore ad aver apposto la sua firma sui tipi monetali di almeno due zecche (Metaponto ed Heraklea) e, come vedremo, con una certa prossimità cronologica (v. R. Vollkommer, Künstlerlexikon der Antike, I, München-Leipzig 2001, s.v. Aristoxenos, 93 s. con bibl. prec.).
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Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e i Severi. Parte 2: il periodo severiano.
Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e ai Severi. Parte 2: il periodo severiano.
209-211 d.C. – Propagator Imperii
Nel 191 fu nominato governatore della Britannia Clodio Albino che nel 193 fu elevato a Cesare: il 19 gennaio 197 si scontrò con Settimio Severo per la porpora imperiale presso Lugdunum, venendo sconfitto. Questo fatto di prima importanza per le sorti dell’Impero fu tale anche per la Britannia: le truppe schierate a difesa delle frontiere del nord e in genere sull’isola vennero spostate sul continente per lo scontro finale con quelle severiane e ciò conferì rinnovato vigore alle incursioni barbariche a nord. Il proconsole Virio Lupo fu costretto a comprare la pace pagando tributi alla confederazione dei Meati. Il governatore Lucius Alfenus pianificò un restauro del Vallo Adrianeo laddove danneggiato e riportò anche alcune vittorie militari nella Scozia meridionale: la frontiera settentrionale continuò comunque ad essere soggetta a disordini e il governatore chiese più volte rinforzi per fronteggiare la minaccia portata dai Meati e della confederazione caledone. Settimio Severo decise di intervenire personalmente (208 o 209 d.C.) e al suo arrivo in Britannia fu raggiunto da ambasciatori barbari che chiedevano la pace: l’imperatore rigettò l’offerta, essendo egli intenzionato ad annientare le popolazioni barbare e a chiudere il problema. Un’iscrizione da Aneus (Tracia) riporta l’invio nel mese di settembre di alcuni ambasciatori cittadini al cospetto della corte imperiale a Eboracum; è verosimile che l’anno sia il 208 d.C. e ciò testimonierebbe la presenza in Britannia della Familia Imperialis probabilmente nell’ottica della preparazione alla spedizione militare dell’anno successivo. Accompagnato dalla moglie Giulia Domna e i sui figli Caracalla e Geta e si insediò a Eburacum, la città romana di una certa dimensione più prossima alla zona delle operazioni militari.
209-211 d.C. – Propagator Imperii
Nel 191 fu nominato governatore della Britannia Clodio Albino che nel 193 fu elevato a Cesare: il 19 gennaio 197 si scontrò con Settimio Severo per la porpora imperiale presso Lugdunum, venendo sconfitto. Questo fatto di prima importanza per le sorti dell’Impero fu tale anche per la Britannia: le truppe schierate a difesa delle frontiere del nord e in genere sull’isola vennero spostate sul continente per lo scontro finale con quelle severiane e ciò conferì rinnovato vigore alle incursioni barbariche a nord. Il proconsole Virio Lupo fu costretto a comprare la pace pagando tributi alla confederazione dei Meati. Il governatore Lucius Alfenus pianificò un restauro del Vallo Adrianeo laddove danneggiato e riportò anche alcune vittorie militari nella Scozia meridionale: la frontiera settentrionale continuò comunque ad essere soggetta a disordini e il governatore chiese più volte rinforzi per fronteggiare la minaccia portata dai Meati e della confederazione caledone. Settimio Severo decise di intervenire personalmente (208 o 209 d.C.) e al suo arrivo in Britannia fu raggiunto da ambasciatori barbari che chiedevano la pace: l’imperatore rigettò l’offerta, essendo egli intenzionato ad annientare le popolazioni barbare e a chiudere il problema. Un’iscrizione da Aneus (Tracia) riporta l’invio nel mese di settembre di alcuni ambasciatori cittadini al cospetto della corte imperiale a Eboracum; è verosimile che l’anno sia il 208 d.C. e ciò testimonierebbe la presenza in Britannia della Familia Imperialis probabilmente nell’ottica della preparazione alla spedizione militare dell’anno successivo. Accompagnato dalla moglie Giulia Domna e i sui figli Caracalla e Geta e si insediò a Eburacum, la città romana di una certa dimensione più prossima alla zona delle operazioni militari.
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Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e i Severi. Prologo e parte 1.
Buongiorno,
la presentazione che Vi propongo è un piccolo lavoro incentrato sulla Britannia e i suoi riflessi nella monetazione imperiale romana. Non è definitiva (alcune monete sono difficili da reperire come immagine) ma ritengo di aver raccolto un discreto catalogo tematico. Buona lettura!
Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e ai Severi.
la presentazione che Vi propongo è un piccolo lavoro incentrato sulla Britannia e i suoi riflessi nella monetazione imperiale romana. Non è definitiva (alcune monete sono difficili da reperire come immagine) ma ritengo di aver raccolto un discreto catalogo tematico. Buona lettura!
Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e ai Severi.
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Tra Magna Grecia e Sicilia: il caso di Skylletion
Come annunciato, inserisco di seguito il contributo su Skylletion che lo staff potrà spostare nella sezione "Sicilia e Magna Grecia" e nell'Antologia Numismatica.
Con i più sentiti ringraziamenti e cordiali saluti.
Con i più sentiti ringraziamenti e cordiali saluti.
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Il testone della Resurrezione
Dato il periodo di festività mi pare una buona idea riproporre un mio recente studio su una particolare moneta di Pio IV: il testone della Resurrezione!
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Serie Capranesi: Dal Regno d'Italia alla Repubblica Italiana, mezzo secolo e oltre di arte nelle banconote
Ciao a tutti,
Riguardavo il mio "album di storia", e mi è caduto l'occhio su di un biglietto di cui sono sempre più convinto che sia valsa la pena (o la sofferenza), aver acquisito. Comune, ma in conservazione veramente eccelsa, si ammira in tutto il suo splendore artistico.
La carta al tatto ha un suono molto croccante (quel "cronch cronch" che ci piace tanto ascoltare quando è autentico e naturale).
Da questa opera d'arte mi è venuto in mente il lungo percorso artistico iniziato dal Capranesi, importato anche nella Repubblica.
Ho pensato di iniziare un piccolo viaggio, sperando in un vostro aiuto, che ripercorra la storia di questa serie di banconote.
Avrei dovuto iniziare con il 50 lire "buoi", ma stasera questo biglietto mi ha nuovamente estasiato, un po per la conservazione particolarmente alta, un po per il significato che la sua emissione voleva simboleggiare. Ovviamente non è mia intenzione far politica, ma va da se che questa è una delle pochissime emissioni disegnate appositamente per la proclamazione dell'Impero. La simbologia è quindi in tema: ritorno agli antichi fasti imperiali con l'aquila al retro, e l'italia sul fronte fieramente rappresentata dalla dea Roma, con vittoria alata e lupa capitolina.
La scansione rende una vaga idea della bellezza del biglietto, che condivido con voi non solo per mostrarlo, ma anche per condividere ulteriori notizie storiche, numismatiche o altro che concerne questo taglio.
Confido nell'apporto del buon @nikita_
con qualche curiosità a tema numismatico dalla sua appassionata raccolta, e da chiunque voglia contribuire anche solo con una notizia tecnica sui riferimenti di questa banconota, reperibili tranquillamente in rete.
Grazie a tutti
Fab
Riguardavo il mio "album di storia", e mi è caduto l'occhio su di un biglietto di cui sono sempre più convinto che sia valsa la pena (o la sofferenza), aver acquisito. Comune, ma in conservazione veramente eccelsa, si ammira in tutto il suo splendore artistico.
La carta al tatto ha un suono molto croccante (quel "cronch cronch" che ci piace tanto ascoltare quando è autentico e naturale).
Da questa opera d'arte mi è venuto in mente il lungo percorso artistico iniziato dal Capranesi, importato anche nella Repubblica.
Ho pensato di iniziare un piccolo viaggio, sperando in un vostro aiuto, che ripercorra la storia di questa serie di banconote.
Avrei dovuto iniziare con il 50 lire "buoi", ma stasera questo biglietto mi ha nuovamente estasiato, un po per la conservazione particolarmente alta, un po per il significato che la sua emissione voleva simboleggiare. Ovviamente non è mia intenzione far politica, ma va da se che questa è una delle pochissime emissioni disegnate appositamente per la proclamazione dell'Impero. La simbologia è quindi in tema: ritorno agli antichi fasti imperiali con l'aquila al retro, e l'italia sul fronte fieramente rappresentata dalla dea Roma, con vittoria alata e lupa capitolina.
La scansione rende una vaga idea della bellezza del biglietto, che condivido con voi non solo per mostrarlo, ma anche per condividere ulteriori notizie storiche, numismatiche o altro che concerne questo taglio.
Confido nell'apporto del buon @nikita_
con qualche curiosità a tema numismatico dalla sua appassionata raccolta, e da chiunque voglia contribuire anche solo con una notizia tecnica sui riferimenti di questa banconota, reperibili tranquillamente in rete.
Grazie a tutti
Fab
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La monetazione di Sibari: articolazione interna, metrologia, cronologia. Con un contributo di King John su “Lo statere della rifondazione”
Questo contributo propone una sintesi organica e talora ampliata delle maggiori discussioni sulla moneta sibarita (v. l’elenco riportato in calce), che proprio su questo forum hanno trovato terreno fertile di confronto e dibattito, in particolare a seguito dell’edizione del corpus (ad oggi privo di tavole) a firma di E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia: il caso di Sibari, Diogene ed., Pomigliano D’Arco 2013 (v. in proposito la recensione di T. Lucchelli, Nuove prospettive nella ricerca sulla moneta della Magna Grecia. Due libri recenti sulle zecche di Sibari e Reggio, “RIN”, 117, 2016, 265-7).
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La serie FEL TEMP REPARATIO
Ciao,
nel solco di quanto già fatto con la discussione " LE MONETE ROMANE PIU' COMUNI DEL IV SECOLO " e come già preannunciato in quest'ultima, posto quest'oggi una discussione monografica e didattica sulle FEL TEMP REPARATIO.
nel solco di quanto già fatto con la discussione " LE MONETE ROMANE PIU' COMUNI DEL IV SECOLO " e come già preannunciato in quest'ultima, posto quest'oggi una discussione monografica e didattica sulle FEL TEMP REPARATIO.
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LE MONETE ROMANE PIU' COMUNI DEL IV SECOLO
Ciao a tutti.
Frequentemente sul Forum, nelle sezioni “Monete Imperiali” e in quella “Identificazioni”, vengono postate richieste di notizie su monete del IV secolo. Si tratta delle monete romane più facilmente reperibili, a prezzi anche bassi e che spesso attraggono chi, alle primi armi, vuole accostarsi alla monetazione romana con l’acquisto di una moneta .
Frequentemente sul Forum, nelle sezioni “Monete Imperiali” e in quella “Identificazioni”, vengono postate richieste di notizie su monete del IV secolo. Si tratta delle monete romane più facilmente reperibili, a prezzi anche bassi e che spesso attraggono chi, alle primi armi, vuole accostarsi alla monetazione romana con l’acquisto di una moneta .
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Il dupondio. Luci ed ombre su questo nominale.
Buongiorno,
recentemente è stata postata in Sezione un’interessante discussione su Mariniana.
https://www.lamoneta.it/topic/205508-diva-mariniana-asse-dupondio-o-sesterzio-sottopeso/
Durante il suo sviluppo sono emersi vari contribuiti interessanti e come Curatore di Sezione ringrazio tutti coloro che sono intervenuti (in particolare l’amico @Ross14 ). Inoltre non dimentico di far menzione anche all’autore della discussione @modulo_largo che ha consentito di trattare un argomento tutto sommato poco discusso; spesso le discussioni trattano di altri nominali bronzei (frequentemente di sesterzi, talvolta di assi o dei quadranti) ma molto meno comunemente dei dupondi, un nominale tutto sommato “compresso” tra quelli bronzei di maggior pregio e quelli di valore minore ma di uso più comune e quindi necessari se non indispensabili. Il quadro resta comunque complesso e poco chiaro, probabilmente anche per la mancanza di documentazioni scritte che non ci sono pervenute. ho ritenuto pertanto utile cercare di raccogliere ed integrare di seguito quanto emerso a scopo di riepilogo per i neofiti e per segnalare e focalizzare dei punti ancora controversi, nel tentativo di delineare l’excursus storico dei dupondi.
recentemente è stata postata in Sezione un’interessante discussione su Mariniana.
https://www.lamoneta.it/topic/205508-diva-mariniana-asse-dupondio-o-sesterzio-sottopeso/
Durante il suo sviluppo sono emersi vari contribuiti interessanti e come Curatore di Sezione ringrazio tutti coloro che sono intervenuti (in particolare l’amico @Ross14 ). Inoltre non dimentico di far menzione anche all’autore della discussione @modulo_largo che ha consentito di trattare un argomento tutto sommato poco discusso; spesso le discussioni trattano di altri nominali bronzei (frequentemente di sesterzi, talvolta di assi o dei quadranti) ma molto meno comunemente dei dupondi, un nominale tutto sommato “compresso” tra quelli bronzei di maggior pregio e quelli di valore minore ma di uso più comune e quindi necessari se non indispensabili. Il quadro resta comunque complesso e poco chiaro, probabilmente anche per la mancanza di documentazioni scritte che non ci sono pervenute. ho ritenuto pertanto utile cercare di raccogliere ed integrare di seguito quanto emerso a scopo di riepilogo per i neofiti e per segnalare e focalizzare dei punti ancora controversi, nel tentativo di delineare l’excursus storico dei dupondi.
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La moneta in bronzo nel RIC X
Cari amici, in questa trattazione certamente “a puntate” ho deciso di raccontare la monetazione romana in bronzo post 395.
Il senso di questo racconto nasce da quella che probabilmente diventerà una pubblicazione, ma che al momento è un semplice work in progress, una sistematizzazione delle informazioni e del materiale da me raccolto negli anni.
Ho pensato che riassumere qua, e raccontare questa “fetta di impero” potesse essere di qualche interesse per qualcuno, e magari mi aiuterà anche a raccogliere le idee…
Ma partiamo dall’inizio…
Il RIC X (Roman Imperial Coinage volume 10) scritto da Kent e uscito nel 1994 è un’opera imponente e un caposaldo della numismatica del tardoantico, ma vedere quanto sia cambiato nella monetazione in bronzo e quante novità siano intercorse in soli 27/28 anni può lasciare stupefatti.
Poiché gran parte del mio studiare e del mio scrivere negli anni è stato pertinente proprio al RIC X, e poiché come dicevo le novità sono davvero molte, ho pensato che fosse il momento di “riallineare” se non “rivedere” la moneta in bronzo nel RIC X, riportandola al 2022, quantomeno per tentare di ricollocare una serie di monete e dubbi presenti nel mio database.
Il mio lavoro ha come obiettivo, tra le altre cose, di presentare un’immagine per ogni tipologia/officina nota, quindi come ben potrete immaginare allo stato attuale della ricerca….:
- ho un quadro delle singole emissioni e varianti che direi chiaro al 90%
- ho spulciato le 10.000 e più monete pertinenti e presenti nel mio archivio
- ho spulciato il web (certamente non ancora al 100%
- dovrò verificare le pubblicazioni di almeno 350 contesti di scavo e tesoretti
- dovrò contattare tutti i musei che hanno monete uniche…. Sono già molti….
- etc etc etc
insomma, il lavoro non manca…. Ma c’è tanto da poter già raccontare per accompagnare il lettore e magari regalare una piacevole lettura….
Alain Gennari
Il senso di questo racconto nasce da quella che probabilmente diventerà una pubblicazione, ma che al momento è un semplice work in progress, una sistematizzazione delle informazioni e del materiale da me raccolto negli anni.
Ho pensato che riassumere qua, e raccontare questa “fetta di impero” potesse essere di qualche interesse per qualcuno, e magari mi aiuterà anche a raccogliere le idee…
Ma partiamo dall’inizio…
Il RIC X (Roman Imperial Coinage volume 10) scritto da Kent e uscito nel 1994 è un’opera imponente e un caposaldo della numismatica del tardoantico, ma vedere quanto sia cambiato nella monetazione in bronzo e quante novità siano intercorse in soli 27/28 anni può lasciare stupefatti.
Poiché gran parte del mio studiare e del mio scrivere negli anni è stato pertinente proprio al RIC X, e poiché come dicevo le novità sono davvero molte, ho pensato che fosse il momento di “riallineare” se non “rivedere” la moneta in bronzo nel RIC X, riportandola al 2022, quantomeno per tentare di ricollocare una serie di monete e dubbi presenti nel mio database.
Il mio lavoro ha come obiettivo, tra le altre cose, di presentare un’immagine per ogni tipologia/officina nota, quindi come ben potrete immaginare allo stato attuale della ricerca….:
- ho un quadro delle singole emissioni e varianti che direi chiaro al 90%
- ho spulciato le 10.000 e più monete pertinenti e presenti nel mio archivio
- ho spulciato il web (certamente non ancora al 100%
- dovrò verificare le pubblicazioni di almeno 350 contesti di scavo e tesoretti
- dovrò contattare tutti i musei che hanno monete uniche…. Sono già molti….
- etc etc etc
insomma, il lavoro non manca…. Ma c’è tanto da poter già raccontare per accompagnare il lettore e magari regalare una piacevole lettura….
Alain Gennari
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Brevi note sulle monete suberate di Velia tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. (Numismatic Anthology)
Brevi note sulle monete suberate di Velia tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C.
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I dardi di Apollo ... il bastone di Asclepio
“… Così diceva pregando: e lo ascoltò Febo Apollo.
Egli scese giù dalle vette dell’Olimpo, adirato nel cuore,
portando a tracolla l’arco sulla spalla e la faretra ben chiusa.
Egli scese giù dalle vette dell’Olimpo, adirato nel cuore,
portando a tracolla l’arco sulla spalla e la faretra ben chiusa.
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La "genealogia" delle monete. Tributo alla memoria dei vecchi collezionisti.
È da tanto che, colpevolmente, non aprivo una discussione sul forum ma il mio tempo libero purtroppo/per fortuna è sempre meno e cerco di dividerlo adeguatamente fra le mie passioni ed interessi. Di recente c’è stata un’interessante asta che ha messo all’incanto un’intera collezione che ha creato bagarre fra numerosi collezionisti.
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Valente, l'avventura di un "povero" sovrano
Perché Valente?
Come ricorderete, poco tempo fa ho pubblicato una discussione su un frammento di siliqua attribuita a Valente e che, molto probabilmente, era una imitativa.
Come ricorderete, poco tempo fa ho pubblicato una discussione su un frammento di siliqua attribuita a Valente e che, molto probabilmente, era una imitativa.
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Un rarissimo ed insolito testone di Pio IV
Sappiamo bene che la monetazione di Pio IV, al secolo Giovan Angelo de' Medici (1559-1565), non brilla certo per originalità e varietà, risultando pertanto piuttosto monotona.
Il testone che vi propongo stasera invece è una deroga completa a quanto sopra detto, è si presenta come un unicum non solo nella monetazione di questo pontefice ma anche in quella papale in genere (o quasi).
Il testone che vi propongo stasera invece è una deroga completa a quanto sopra detto, è si presenta come un unicum non solo nella monetazione di questo pontefice ma anche in quella papale in genere (o quasi).
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Stati Uniti 1841 - NOT ONE CENT
Ho preso questo token per la storia che porta con se, sul web ho trovato qualche traccia che vado di seguito a descrivere.
In questa mia moneta/gettone è raffigurata una nave, ma esistono token con al dritto il volto della liberty, di conseguenza molto simili ai large cent* utilizzati negli Stati Uniti nello stesso periodo.
In questa mia moneta/gettone è raffigurata una nave, ma esistono token con al dritto il volto della liberty, di conseguenza molto simili ai large cent* utilizzati negli Stati Uniti nello stesso periodo.
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Fantastoria Italica
Forse a qualcuno di noi sara' passato per la testa almeno una volta di immaginare una storia italica antica diversa da quella che effettivamente e' stata ; vi siete mai posti la domanda di come si sarebbe evoluta l' Italia se Enea non fosse mai arrivato nel Lazio e di conseguenza , secondo la leggenda – storia , se Roma non fosse stata mai fondata e quindi non fosse diventata quello che tutti sappiamo ?
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...e poi lo chiamarono Dollaro
Come a tutti noto, la parola "Dollaro" è un'evoluzione del tedesco "Thaler", il nome dato alla prima moneta d'argento europea di grande modulo coniata per la prima volta in Tirolo nel 1486, sei anni prima che Colombo scoprisse l'America...
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Hobo Nickels - monete vagabonde
Gli Hobo Nickels o "nichelini di Hobo" rappresentano una forma d'arte scultorea che modifica profondamente alcune monete monete di piccola taglia, trasformandoli essenzialmente in bassorilievi in miniatura spesso a contenuto satirico. Le monete di nichel negli Stati Uniti hanno sempre avuto un gran successo per le sue dimensioni, spessori e relativa morbidezza. Tuttavia, il termine hobo nickels è generico, poiché le incisioni sono state fatte da diverse persone e per diverso scopo.
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Collezionare monete da Hoard (ripostiglio), esempio di indagine
Questa volta, anziché proporvi una nuova moneta proveniente da qualche ripostiglio registrato, come ormai son solito fare, volevo portarvi un po' "dietro alle quinte" e farvi vedere come, questa attività (il collezionare monete da hoard) non sia cosa così semplice.
Perché una moneta sia di provenienza certa bisogna comunque andare un po' a fondo e, per tutte le monete che finora ho acquistato, a monte (e talvolta anche a valle!) ho sempre fatto un certo lavoro d'indagine se non addirittura di intelligence.
Perché una moneta sia di provenienza certa bisogna comunque andare un po' a fondo e, per tutte le monete che finora ho acquistato, a monte (e talvolta anche a valle!) ho sempre fatto un certo lavoro d'indagine se non addirittura di intelligence.
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