Nel politeismo degli antichi romani, una figura molto importante era il Genio, una divinità protettrice, discreta ma onnipresente, che faceva da tramite con gli Dei; presente in ogni individuo, e successivamente in ogni animale, cosa o luogo; e così, città, cittadini, strade, incroci, porte, animali, piante, oggetti, e qualsiasi cosa vi venga in mente aveva il proprio Genio, divinità comprese.
La nascita dell'idea che tutto abbia uno spirito è una concezione le cui radici si perdono nella preistoria. L'etimologia del nome Genius è da ricondurre a 'gen-' generare, ma non è ben chiaro se sia da intendere in senso attivo o passivo; qualcuno propone che possa derivare dalle religioni pre-islamiche, dove sono presenti i Jinn, nome con forte assonanza fonetica, ma questi, benché somiglianti ai benevoli Genii nella funzione di intermediari tra l'uomo e le divinità, sono invece entità maligne nate all'inizio dei tempi; è più probabile che il concetto romano di Genio, o parte di esso, sia stato ereditato dagli Etruschi; anche nella cultura Greca sono presenti spiriti simili, i Dàimon (demoni), che, per quanto foneticamente distanti, hanno diverse funzioni e poteri in comune.
Non è possibile attribuire questa "invenzione" a nessuna civiltà in particolare, e vista la nota capacità dei romani di assimilare e sviluppare le usanze e la tecnologia dagli altri popoli, suppongo che la loro concezione del Genio e dei suoi poteri, fosse un calderone dove si mescolavano le tradizioni delle loro origini ed elementi di tutte le culture animiste con le quali sono entrati in contatto.
Nel corso dei secoli i Genii romani sono andati confondendosi con i Mani, i Lari ed i Penati, condividendo alcune caratteristiche, prima fra tutte quella di proteggere i mortali, anche se in realtà c'è una differenza fondamentale, questi ultimi esistono già da lungo tempo, ed entrano in gioco dopo la nascita dell'individuo, mentre il Genio presiede alla nascita dell'uomo, anche se in modo piuttosto misterioso, o alla costruzione di un edificio, e nasce contemporaneamente ad esso.
Si trattava di uno spirito guardiano che seguiva l'individuo senza allontanarsi mai, con la funzione essenziale di mantenerne l'esistenza, consigliando l'uomo nelle decisioni difficili, e se non era propizio si limitava a guardare da un'altra parte, infatti il Genio non era un'entità molto propositiva, quindi sarebbe meglio dire "sconsigliando". Per fare un esempio numismatico: quando vediamo una moneta che ci piace ma "una vocina", senza dirci il motivo preciso, ci sconsiglia di acquistarla, ecco, questa è una manifestazione del Genio, chi di noi non si è mai detto: "avrei dovuto ascoltare la vocina...".Ma per ascoltare la voce del Genio abbiamo bisogno di tranquillità interiore, dobbiamo estraniarci dalle ansie che distolgono la nostra mente, in modo da percepire con chiarezza la "voce della saggezza". Chiaramente il 'Genio Numismatico' al pari degli altri, diventa più potente con l'esperienza personale, o forse, diventa più esperto chi nasce sotto la protezione di un Genio più potente, in ogni caso, potere dell'individuo e potere del Genio, come sono nati così crescono: assieme.
Nei millenni il concetto di Genio non è andato perduto e sopravvive a tutt'oggi, alcuni sono diventati i nostri Angeli Custodi e i Santi Patroni, anche in Oriente l'idea degli spiriti presenti in ogni cosa è ben vivo e si integra nella religione ufficiale, ad esempio in Thailandia, benché la religione di stato sia il Buddhismo, esistono spiriti per ogni cosa e vivono in luoghi specifici, o nel caso degli spiriti erranti, nelle piccole "case degli spiriti" delle vere e proprie case in miniatura che i Thailandesi collocano davanti alle loro abitazioni, facendo offerte quotidiane di cibo, bevande, fiori e incenso; cito un esempio su tutti, lo spirito della soglia, si trova proprio sul pavimento in corrispondenza della porta d'ingresso, è considerato di cattivo auspicio calpestare la soglia, bisogna scavalcarla per rispetto dello spirito che lì vive… vi ricorda qualcosa? Una tradizione simile l'abbiamo anche noi, magari per altri motivi: portare in braccio la sposa attraverso la porta, una tradizione ereditata dai Romani.
Non esiste una raffigurazione specifica del Genio, le più frequenti sono esseri alati e/o giovanetti (maschi) spesso rappresentati con cornucopia e a capo coperto, in alternativa potevano avere forma di animali, il più diffuso dei quali era il serpente, un animale legato alla cultura mistica di tutto il mondo, antico e moderno.
View attachment: 00Genio alato sud Italia 320aC.jpgView attachment: 01Genio-angelo.jpgView attachment: 02Amorino.jpg
Un Genio su un vaso del 320 a.C proveniente dal sud Italia, un Genio alato con cornucopia, ed un altro molto simile ad un amorino moderno
Il Genius Loci
Il serpente è la tipica rappresentazione del Genius Loci, il Genio del luogo, raffigurato spesso sopra un altare, mentre si nutre di frutta, a simboleggiare il rinnovamento della vita, oltre ad essere il protettore del luogo vigila anche su chi vi abita o vi transita, in suo onore venivano eretti degli altari in luoghi particolari, le offerte erano fiori, frutta e incenso (…piuttosto simile alle case degli spiriti Thailandesi…).
Possiamo renderci conto della presenza del Genius Loci quando ci troviamo in un posto particolare, dove si avverte quel "non so che" nell'atmosfera del luogo, "l'essenza divina" qualcosa di unico che altri posti non hanno, più l'atmosfera è intensa, più è potente il Genius Loci; ad esempio edifici antichi ricchi di storia, come il Pantheon, o manifestazioni naturali come un luogo con un bel panorama, una cascata imponente, un fiume, una montagna, un vulcano e così via; nello stesso luogo possono coesistere altri Genii minori in una sorta di gerarchia, quindi il Genius Loci della cascata sarà subordinato al più potente Genius Loci della montagna.
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Bacco e il Genius Loci del Vesuvio
La benevolenza del Genio dipende dal rispetto che il suo protetto (o chi transita) gli riserva, se non si rispetta il proprio Genio, o qualsivoglia Genius Loci non rispettandone il luogo, tutto si ritorcerà contro.
Un concetto che dovremmo tener presente anche noi moderni nei riguardi del nostro pianeta.
Il Genius Loci non ha sesso, quando si invocava bisognava precisare 'sive mas sive foemina', che sia maschio o che sia femmina, altra caratteristica degli Angeli moderni.
Il Genio è una presenza frequente sulle monete romane, iniziata già in epoca repubblicana, quella che segue è la prima rappresentazione certa (senz'altro una delle prime) del Genio del popolo romano(GPR) a prova di quanto il culto fosse diffuso e riconosciuto dallo stato.
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Il Genio del popolo romano, su un denario della Gens Cornelia
Cn.Lentulus, denario, 76-75 a.C. Crawford 393/1a. Sydenham 752. RSC Cornelia 54.
Dritto: busto del Genio del Popolo Romano rivolta destra, GPR sopra
Verso: EX-SC, CN.LEN.Q sotto scettro, globo e timone
E' comunque ancora riferita ad un'entità associabile all'operato umano, all'identità del popolo di Roma. La fase successiva è quella dell'associazione con i Lari, che ha portato ad attribuire un Genio anche alle cose inanimate ed ai luoghi.
Sull'esempio che sto per fare qualcuno griderà al sacrilegio (su questa moneta dedicata ai Ludi Apollinari) perché tradizioni antiche legano Apollo a Pitone (o Delfine), un serpente (o drago) che nella pianura di Crisia si abbandonava ad ogni tipo di saccheggio, intorbidando le acque dei ruscelli, portando via mandrie e contadini, devastando i campi e spaventando le Ninfe, e che Apollo uccise a Delfi con arco e frecce, ma il serpente avvolto su un tripode, qui rappresentato, non mi sembra qualcosa di minaccioso o di negativo, e mi ricorda decisamente l'immagine di un Genius Loci del periodo imperiale.
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Gens Volteia
M. Volteius M.f , denario, Roma 75 a.C.
Al drittola testa laureata di Apollo, al verso un serpente avvolto su tripode.
Crawford 385/5. Sydenham 778 (R8). RSC Volteia 5.
Il ruolo del Genio/serpente non è necessariamente da protagonista, come ad esempio su questo aureo dove viene nutrito dalla Salus (legata al serpente tramite Asclepio, l'eroe/dio della medicina, che alla sua morte venne trasformato nella costellazione del Serpentario), in questo caso si potrebbe (liberamente) interpretare come la Salus che nutre il Genius Loci del territorio di Roma, il quale protegge e mantiene in salute anche chi vi abita.
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Adriano e la Salus
RIC II (1926) 46c, aureo, zecca di Roma, 118 d.C
Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG
Verso: PM TRP COS I I I, Salus seduta che nutre un serpente (Genius Loci) avvolto su un altare.
Esergo: SALVS AVG
In età Augustea ogni uomo aveva il suo Genio, mentre le donne avevano la Iuno, che si occupava di questioni prettamente femminili, abbiamo la Iuno Virginalis, della verginità, la Iuno Iugalis, "del matrimonio", la Iuno Pronuba, "della sposa" e la Iuno Matronalis", della donna sposata.
Il letto matrimoniale è consacrato al Genio, e vista la sua interazione con la nascita, veniva definito Lectus Genialis, la sua logica conseguenza era il Genius Natalis, il Genio del giorno della nascita o Genio personale, festeggiato soprattutto nel giorno del compleanno con libagioni (che comprendevano anche una torta), incenso, ghirlande, fiori e vino; la locuzione latina "indulgere Genio" significa lasciarsi andare a soddisfazioni personali e per estensione, al bere. Il Genio non chiede rinunce, anzi invita a godere dei piaceri della vita, ma secondo il principio di saggezza dei romani, senza cadere negli eccessi. Sul Genio Natalis venivano inoltre pronunciati i giuramenti.
Secondo credenze popolari, anche le divinità avevano il loro Genio, generalmente raffigurato in forma di animale, e ciò non mi stupisce, visto che persino Giove, il padre degli dei, appena nato, ha rischiato di essere divorato da suo padre, ed è stato salvato da Amaltea, secondo alcune tradizioni una ninfa secondo altre una capra, che lo appese ad un albero in modo che Crono non potesse trovarlo "né nel cielo, né sulla terra né per mare" in seguito Amaltea si prese cura di lui allattandolo; la cornucopia (il corno di Amaltea, che Giove bambino spezzò giocando) è uno degli "attrezzi" tipici del Genio. Tra i Genii/avatar più conosciuti abbiamo l'aquila di Giove, il pavone di Giunone, la civetta di Minerva e il cervo di Diana, tutti presenti su monete imperiali. Benché questi animali siano considerati da tradizioni più antiche come estensioni delle divinità che accompagnano, fanno anche da intermediari con gli esseri umani, una funzione propria del Genio.
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Giove e l'aquila di Costantino Magno
RIC VII 5, follis, zecca di Heraclea quinta officina, 313 – 314 d.C.
Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG
Verso: IOVICONSER – VATORIAVGG, Genio con scettro, regge Vittoria su globo, ai suoi piedi un'aquila con una ghirlanda nel becco.
Esergo: SMHT, epsilon in campo destro
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Giunone e il pavone su un sesterzio Faustina minore
RIC III (Marco Aurelio) 1651, zecca di Roma, 154 – 157 d.C.
Dritto: FAVSTINA AVGVSTA
Verso: IVNONI REGINAE, Giunone in piedi con scettro e patera, pavone ai suoi piedi
In campo: S C
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Domiziano con Minerva e la sua civetta (la moneta è di Crivoz)
RIC II (ed.1926) 132 (657 nuova edizione), denario, 88-89 d.C.
Dritto:IMP CAES DOMIT AVG GERM PM TRP VIII,
Verso:IMP XVII COS XIIII CENS PPP, Minerva con lancia e scudo su prora, civetta ai suoi piedi.
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Diana e il suo cervo su un antoniniano di Postumo
RIC Vb 300, antoniniano, zecca di Colonia, 260 – 269 d.C.
Dritto: IMPCPOSTVMVSPFAVG
Verso: DIANAEREDVCI, Diana con arco conduce un cervo.
Una categoria curiosa ed interessante sono i Genii lavoratori, o inventori, che vegliano sulle varie arti e mestieri, tra questi abbiamo i Genii che battono moneta, i Genii orefici, musicisti, pittori, scultori, come esistono per i falegnami, i fabbri, i mercanti e comunque per ogni categoria, corporazione o società, e per qualsiasi attività ed evento rilevante, anche in campo militare e amministrativo, cito ad esempio il Genio dell'esercito, predominante su tutti gli altri Genii militari, come quello della legione, della coorte, dello stendardo, della spada e delle calighe, abbiamo il Genio del Senato, o quello della Giustizia, divinità legata a Nemesi "la vendetta divina" l'inesorabilità della giustizia, e che viene spesso raffigurata nell'atto di reggere un serpente; su questo aureo di Adriano, si nota la presenza di un serpente, seminascosto, quasi confuso con la sedia, tanto da non essere nemmeno citato dal RIC, ma presente e vigile, svolgendo le funzioni di Genius Loci del tribunale.
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Aureo di Adriano con la Giustizia
RIC II 252a, aureo, zecca di Roma, 134-138 d.C.
Dritto: HADRIANVS AVG COS I I I PP
Verso: IVSTITIA AVG, Giustizia seduta a sinistra con patera (io ci aggiungo anche un Genius Loci)
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Il serpente è sulla sedia, sopra la spalla destra della Giustizia, all'altezza del volto
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Il Genio del Senato di Antonino Pio
RIC III 69, denario, zecca di Roma, 140 – 143
Dritto: ANTONINVS AVG PIVS PP TRP COS III
Verso: GENIO SENATVS, Genio in piedi a sinistra con ramo e scettro.
Aureo di Adriano con Roma e il suo Genius Loci
RIC II (1926) 77c, aureo, zecca di Roma, 119 – 122 d.C.
Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG
Verso: PM TRP COS III, Roma seduta con lancia e Vittoria, dietro la sedia uno scudo (…e Genius Loci).
Anche qui, il Genius Loci non è assolutamente il personaggio principale, ma svolge con una presenza discreta, una funzione di controllo guardando le spalle a Roma, la sua protetta.
Nemmeno per questa moneta il serpente è citato dalla descrizione del RIC, è piccolo e dietro la sedia, sopra un piccolo altare.
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Il Genius Loci del Circo su un aureo di Adriano
RIC II (1926) 144, zecca di Roma, 121 d.C. (A.V.C. 874)
Dritto: IMP CAES HADRIANVS AVG COS III
Verso: ANN DCCCLXXIIII NAT VRB P CIR CON, giovane figura maschile (Genius Loci) con ruota.
Il Genio Augusti
Il Genio dell'imperatore era il più potente e il più temibile dei Genii individuali, come l'imperatore era superiore agli altri esseri umani, così era per il suo Genio, e veniva considerato il Genius Loci di tutto l'impero romano, e numerosi templi dedicati al Genio Augusti sorsero in varie parti dell'impero. Dato che l'imperatore era il Pater Patrie, il suo Genio lo consigliava nelle decisioni da prendere per il bene dell'impero e dei sui cittadini.
Quando Ottaviano rientrò a Roma dopo la battaglia di Azio, apparve chiaro al senato che si trattava di un uomo di grande potere e successo, un chiaro marchio divino, così fu decretato che tutti i banchetti comprendessero una libagione offerta al suo Genio.
Questo diede inizio alla tradizione degli imperatori "divini", ad ogni modo la "divinità" era legata alla carica e non all'uomo, infatti gli imperatori romani hanno dato ampia prova di non essere né divini né immortali.
La rappresentazione del Genio su monete in età imperiale ha avuto inizio con Nerone, ed è stata ripresa, più o meno spesso da molti imperatori successivi.
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Un dupondio di Nerone, primo imperatore a rappresentare il Genio su monete.
RIC I 215, zecca di Roma, 63 d.C.
Dritto: NEROCLAVDCAESARAVGGERMPMTRPIMPPP
Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare
Esergo: T, in campo SC
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Un Genio Imperatoris di Galerio
RIC VI 101a, follis, zecca di Alessandria prima officina, 308-310 d.C.
Dritto: IMPCGALVALMAXIMIANVSPFAVG
Verso: GENIOIMP – ERATORIS, Genio con patera e cornucopia, in testa un modius
Esergo: ALE, in campo K, A su P
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Genio Caesaris di Massimino Daia
RIC VI 36, Heraclea quarta officina, dicembre 308 – maggio 310 d.C.
Dritto: GALVALMAXIMINVSNOBCAES
Verso: GENIOCA – ESARIS, Genio con patera e cornucopia.
Esergo: dot HT delta dot
Propiziarsi il favore del Genio Imperatoris, o del Genio Augusti, faceva sì che ciò avesse effetto anche sui Genii delle truppe sotto il suo comando. Le truppe provinciali ampliarono l'idea del Genio di Stato, nella Britannia romana sono stati rinvenuti altari dedicati ai Genii di Roma ed a tutti i Genii delle legioni, delle coorti, delle alae e delle centurie presenti in Britannia, come ai Genii del pretorio, dei castra e persino dei vessilli.
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Traiano Decio e il Genio dell'esercito Illirico
RIC IVc 105b (variante nella legenda al dritto), sesterzio, zecca di Roma, 249? d.C.
Dritto: IMPCAESCMESSTRAIQDECIOAVG – Busto laureato con drappeggio e corazza.
Verso: GENIVSEXERCITVSILLVRICIANI – Genio in piedi a sinistra con patera e cornucopia, stendardo militare sulla destra.
Le iscrizioni su altari e lapidi non erano confinate al mondo militare, nel territorio dell'Impero ci sono numerosi esempi di dediche ai Genii di persone autorevoli e rispettate, ed anche ai Genii dei loro parenti ed amici, come esistono iscrizioni sepolcrali, in alcuni casi la dedica al Genio è combinata con "Genio ed onore" o nel caso di coppie con "Genio e Iuno"; spesso si trova in forma abbreviata come ad esempio GPR "Genio Populi Romani" al Genio del popolo romano, GHL "Genio Huius Loci" al Genio di questo luogo o GDN "Genio Domini Nostri" al Genio del nostro signore (o padrone). Il fatto che siano sopravvissuti fino ad oggi centinaia di esempi di queste dedicazioni, è una testimonianza di come questa credenza fosse un culto ufficiale diffuso in tutto l'Impero.
Una vasta emissione di rappresentazioni del Genio si ebbe durante la tetrarchia, sia gli Augusti in carica che i loro Cesari, coniarono monete dedicate al Genio del popolo Romano (anche con legenda abbreviata GENIO POP ROM), quindi questa iconografia la troviamo per Diocleziano, Massimiano, Costanzo I, Galerio, Massimino II, Severo II, fino a Licinio e Costantino I.
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Diocleziano e il Genio del popolo Romano
RIC VI 17a, zecca di Heraclea terza officina, 296 – 297 d.C.
Dritto: IMPCCVALDIOCLETIANVSPFAVG
Verso: GENIOPOPV – L – IROMANI, Genio con Patera e scettro
Esergo: HT gamma
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Un follis di Costantino I, ultimo imperatore a rappresentare il Genio su monete imperiali.
RIC VI 74c, Nicomedia quinta officina, 312 d.C.
Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG
Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare
Esergo: SMN, in campo a destra stella sopra epsilon
Con Costantino I, dopo circa quattro secoli, il Genio scompare dalle monete romane, ed il culto "ufficiale" dei Genii, dei Lari e dei Penati, viene definitivamente soppresso nel 392 d.C. per volere di Teodosio I, decretando così la vittoria finale della Cristianità.
Tuttavia, il concetto non è morto affatto, e continua ad essere rappresentato in altre forme e con altri nomi, avete bambini? Oppure la saga di Harry Potter piace anche a voi? Beh, anche il maghetto di Hogwarts ha il suo Genio personale, solo che lui, essendo appunto, un mago, ha il potere di evocarlo a piacimento tramite l'incanto Patronus (Expecto Patronum "conto su un guardiano") uno spirito che, guarda caso, ha la forma di un animale, un cervo.
La presenza del Genio continua a vegliare su di noi, che ci crediate o no.
Le immagini delle monete sono tratte da: wildwinds.comdirtyoldcoins.comacsearch.info , a parte la moneta inconsapevolmente concessa da Crivoz :)
p.s. Un ringraziamento particolare a Rapax per la consulenza riguardo il periodo repubblicano.
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