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DECIO TRAIANO -? Memoria e propaganda
Autore: Piero M. - Maggio 2006 - Articolo Terzo Classificato al concorso indetto per il 2006 in memoria di Luigi Conti dalla Associazione Numismatica Taurinense



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Quando si parla dell?imperatore Decio (249 ? 251) la mente corre, inevitabilmente, alle sofferenze patite dai cristiani a causa della persecuzione scatenata sotto il suo governo.
Sarebbe comunque improprio definirlo un fanatico nemico di Cristo e della fede cristiana dal momento che le motivazioni legate alla persecuzione non furono religiose ma sostanzialmente disciplinari.
La situazione interna dell?impero era delicata e instabile: bench? Decio godesse dell?appoggio del Senato, le legioni erano fin troppo propense ad elevare alla porpora imperiale, per acclamazione, i loro comandanti pi? popolari o anche solo pi? ambiziosi e perci? pi? generosi in donativi e in promesse.
Lo stesso Decio era stato acclamato dalle legioni danubiane che, dopo aver ristabilito sotto il suo comando l?ordine compromesso dall?usurpatore Pacaziano, lo avevano preferito a Filippo reo, secondo loro, di aver svenduto l?onore dell?esercito stipulando una pace disonorevole con i Parti (la PAX FVNDATA CVM PERSIS celebrata sugli Antoniniani di Filippo).
A questa situazione di incertezza si aggiungevano le preoccupazioni derivanti dai sempre pi? frequenti sconfinamenti dei Goti che, varcato il limes sotto la guida di un capo valoroso e intraprendente di nome Kniva, seminavano terrore e distruzione.
Per consentire all?imperatore di fronteggiare gli invasori con tranquillit? e allo scopo di verificare il livello di consenso goduto da Decio, l?amministrazione imperiale emise il decreto in base al quale ogni cittadino era tenuto a dimostrare la propria fedelt? compiendo un semplice atto formale di omaggio.?? Il sacrificio per l?imperatore (e non all?imperatore, giacch? questi, in vita, non era considerato un dio) doveva essere compiuto davanti alla sua effigie e comportava il rilascio di un vero e proprio attestato di esecuzione o, in caso di rifiuto, la condanna a morte.
Era inevitabile che i sudditi di fede cristiana rifiutassero di compiere un atto ritenuto pagano e che, in conseguenza di ci?, sulla base del principio? ?o con me o contro di me? venissero condannati come nemici dell?impero.
La presunta frase pronunciata da Decio alla notizia dell?esecuzione del Papa Fabiano:

?Sarebbe molto meglio aver a che fare con un altro rivale al trono piuttosto che con un nuovo vescovo di Roma? ? storicamente poco probabile e chiaro frutto di una propaganda sfavorevole; ma ? indicativa dell?impotenza delle armi contro una fede forte e pronta al martirio.

Michael Grant, nel suo libro sugli imperatori romani, sottolinea lo sforzo compiuto da Decio per? rilanciare gli antichi culti, tra i quali figura anche quello per gli imperatori divinizzati e a ci? ricollega l?iniziativa dell?emissione della serie dedicata ai Divi Imperatores che per? appare isolata in un contesto monetale che ritaglia pochissimo spazio alle divinit? tradizionali e che esalta soltanto una generica Pietas imperiale.
Tutto ci? assume un aspetto quanto meno curioso se riferito ad un dinasta cui la tradizione assegna il ruolo di Restauratore dei culti.
Ponendo per? in evidenza le caratteristiche proprie della moneta, si possono formulare ipotesi in base alle quali l?imperatore affidava a questo potente strumento scopi altrettanto pratici.
In questa ottica, a mio parere, si dovrebbe inserire la decisione di promuovere l?emissione di una serie monetale celebrativa dei buoni imperatori del passato.
Il rimando ai predecessori i cui governi erano stati caratterizzati da importanti vittorie militari preludio a lunghi periodi di pace, da prosperit? e benessere per Roma e per i suoi domini e da una solidit? dell?impero tale da incutere rispetto a chiunque, poteva avere lo scopo di gettare un ideale ponte di continuit? tra questi ?regni dell?et? dell?oro? e quello del momento.

Decio, con il consensus dei cittadini, avrebbe ridato dignit? all?esercito romano portandolo alla vittoria sui Goti e avrebbe ben onorato l?appellativo di Traiano conferitogli dal Senato dando inizio ad un lungo periodo di pace e di benessere, come avevano fatto i suoi predecessori.
Inoltre, questa continuit?, avrebbe avuto un esito nel tempo grazie alla nuova dinastia familiare: infatti proprio durante la campagna contro i Goti, Decio concesse il titolo di Augusto al proprio primogenito Herennio Etrusco ed elev?, contemporaneamente, al Cesarato il figlio minore Ostiliano.

Per l?emissione monetale la scelta cadde su undici imperatori che, in quasi tutti i casi, godevano di una fama gloriosa ed immacolata, ma rimangono forti interrogativi circa le motivazioni che stanno alla base delle scelte e delle esclusioni di nomi illustri.

Augusto era il fondatore dell?impero, il vendicatore della morte di Cesare,? colui che aveva riportato l?ordine dopo il caos delle guerre civili, il pacificatore della turbolenta Spagna e dei preziosissimi valichi alpini.

 

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Figura 1??? DIVO AVGVSTO? (foto archivio CNG Inc)

 

Vespasiano e Tito, paladini della legalit?, non tanto dopo gli eccessi di Nerone quanto dopo le lotte fratricide per la successione che avevano visto l?ascesa e la caduta di quattro imperatori in un solo anno.? Amministratori oculati e condottieri vittoriosi in Giudea.

Nerva, esempio della legalit? del Senato, era stato l?iniziatore di quella illuminata sequenza di imperatori adottivi che avevano retto le sorti dell?impero per quasi tutto il II secolo.

Traiano, primo provinciale sul trono di Roma, trionfatore in Dacia, generoso benefattore con l?istituzione degli Alimenta e splendido realizzatore del Foro traiano.

Adriano, colto e raffinato; Antonino saggio e rispettoso al punto di meritare l?appellativo di Pius;

Marco il filosofo capace per? di opporsi ai barbari.

 

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Figura 2?? DIVO HADRIANO?         |         ?Figura 3?? DIVO PIO (foto archivio CNG Inc)

 

Settimio Severo militare energico, riunificatore dell?impero contro le pretese di Clodio Albino e dell?usurpatore Pescennio Nigro e moralizzatore dopo l?indegno mercato che aveva visto la porpora imperiale messa all?asta dai pretoriani.

 

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Figura 4????? DIVO? SEVERO? (foto archivio CNG Inc)

 

Meno comprensibili le ragioni della scelta di Alessandro Severo, pacifico epigono della dinastia dei Severi, che malgrado il lungo e prospero regno non era stato divinizzato dopo la morte.

 

Figura 5??? ?DIVO ALEXANDRO?? (foto archivio CNG Inc)

 

Stupisce invece la presenza di Commodo, imperatore esecrato che dopo il suo assassinio era stato condannato all?oblio dal Senato che ne aveva decretato la damnatio memoriae.?

Non possiamo sapere cosa vedessero di positivo, in lui, Decio e i suoi consiglieri.

Di certo si sa che Commodo era stato riabilitato da Settimio Severo il quale, per legittimare la propria ascesa al trono, che coincide con il primo caso di presa del potere ?manu militari?, presentava se stesso come figlio di Marco Aurelio e non poteva quindi accettare il marchio di infamia che gravava su questo suo ?fratello?.

 

Figura 6???? DIVO COMMODO? (foto archivio CNG Inc)

 

Altrettanto interessanti e non prive di interrogativi le esclusioni di Cesare, Claudio, Lucio Vero, Pertinace e Caracalla, personaggi di ben diversa caratura ma tutti divinizzati dai successori.

Harold Mattingly, nel IV vol del Roman Imperial Coinage, attribuiva questa emissione alla zecca di Milano, sulla base della crescente importanza che veniva ad assumere questa citt? nel suo ruolo di snodo prossimo alle turbolente frontiere renana e danubiana.

Pur non escludendo la possibilit? che l?emissione avesse avuto luogo a Roma, riteneva che la concentrazione di truppe in alta Italia e la popolarit? goduta dal culto degli imperatori defunti tra i soldati suggerissero Milano quale sede di zecca probabile, da preferirsi ad Antiochia o a Viminacium, per le caratteristiche stilistiche non molto divergenti da quelle della zecca maggiore.

In tempi pi? recenti e in linea con studi di altri eminenti numismatici (Alf?ldy, Le Gentilhomme, Elks), J?r?me Mairat ha riattribuito la completa paternit? della serie alla zecca di Roma, collocandola nel contesto dell?ottava e ultima emissione di Decio, databile intorno alla met? del 251 d.C .

Secondo questo autore tutte le sei officine di Roma furono impegnate nella coniazione sulla base delle assegnazioni riportate nella seguente tabella:

 

Officina

Tipo

Officina

Tipo

1a

Divo? Traiano

4a

Divo? Hadriano

Divo? Pio

2a

Divo? Augusto

Divo? Vespasiano

5a

Divo? Marco (Antonino)

Divo? Commodo

3a

Divo Tito

Divo? Nervae

6a

Divo? Severo

Divi? Alexandro

 

In base ai ritrovamenti la coniazione dedicata alla memoria di Traiano risulta essere la pi? frequente, da ci? la convinzione che alla prima officina fosse stata commissionata solo questa tipologia con una tiratura pi? elevata, mentre le altre figure imperiali erano state assegnate, a coppie, alle rimanenti officine.

La ragione di questa scelta ? e purtroppo, in assenza di nuovi documenti, rimarr? ignota ma ? fin troppo facile vedervi il collegamento, sia su base onomastica che programmatica, tra l?imperatore regnante e il suo illustre predecessore.

 

Figura 7???? DIVO? TRAIANO? (foto archivio CNG Inc)

 

Per contro l?emissione dedicata al Divo Hadriano risulta essere la pi? rara.

La lega utilizzata per la fusione dei tondelli risente del progressivo impoverimento della percentuale di metallo nobile che ? proprio delle coniazioni imperiali a partire dal secondo quarto del terzo secolo.? Anche il peso medio di questi Antoniniani, (inferiore ai 4 gr.), risulta essere inferiore a quello delle altre emissioni di Decio e della sua famiglia, ma leggermente superiore a quello riscontrato per le monete, di pari valore, emesse dal successore Treboniano Gallo.

Questo dato rafforza le ipotesi che collocano la serie a cavallo tra i due regni, che invero presentano forti segni di continuit? espressi dall?adozione e dall?elevazione all?Augustato di Ostiliano da parte del nuovo imperatore, il quale riserva al proprio figlio Volusiano il rango inferiore di Cesare a cementa l?unione delle due casate con la celebrazione del matrimonio del Cesare con la sorella del neo-Augusto.

Il tipo rappresentato sul diritto di questa serie ? tipico degli Antoniniani: la testa o talvolta il busto, nudo o paludato, del personaggio celebrato rivolto verso destra e adornato con la corona radiata.

Generalmente l?esecuzione ? abbastanza accurata e rispettosa delle fisionomie che ci sono note dalle emissioni proprie dei singoli imperatori.??? In alcuni casi per? risulter? agevole, ad un osservatore attento, rilevare somiglianze e affinit? con i ritratti dello stesso Decio; la cosa non stupisce se vogliamo vedere nell?imperatore il desiderio di autoidentificazione ma, mi sembra pi? verosimile attribuire il fatto all?impossibilit?, o almeno alla difficolt?, per alcune officine di disporre di un adeguato numero di ritratti ufficiali.

Certo agli incisori non potevano mancare modelli fedeli, soprattutto se si accetta l?ipotesi che vorrebbe la nuova emissione contemporanea ad un ritiro dalla circolazione e alla rifusione di denari di epoche precedenti e che erano tuttora circolanti, ma non si pu? affermare con certezza che gli artisti, il cui lavoro era certamente sottoposto a solleciti e pressioni da parte dei funzionari imperiali, riuscissero a prenderne visione in modo soddisfacente.

Forse proprio questa urgenza ? la causa dello scadimento nello stile esecutivo e nella resa dei dettagli che, in un primo tempo, aveva indotto gli studiosi ad attribuire questi lavori ad un momento pi? tardo e in particolare al regno di Gallieno.

Il ritratto meno convenzionale ? quello di Tito che ci viene rappresentato con tratti meno marcati e insolitamente giovanili.? La monetazione dell?epoca dei Flavi ci ha abituati a ritratti espressivi e realistici che talvolta, soprattutto nel caso di Vespasiano e Tito, ci pongono problemi di identificazione risolti con assoluta certezza solo con l?ausilio delle legende.

 

Figura 8 ???DIVO? VESPASIANO (foto archivio CNG Inc)

 

 

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Figura 9? ?DIVO? TITO?         |         ?Figura 9b? DIVO TITO? (foto archivio CNG Inc)

 

Possiamo supporre che questo accorgimento sia stato adottato coscientemente dagli incisori per evitare confusioni nell?ambito di una serie commemorativa.

Anche i lineamenti dell?imperatore Nerva si discostano da quello che siamo abituati a vedere sulle sue monete: i tratti sono qui addolciti e le ben note ?irregolarit? somatiche appaiono smussate fornendoci un profilo idealizzato che presenta marcate somiglianze con i ritratti di Decio.

 

Figura 10?? DIVO? NERVAE???? (foto archivio CNG Inc)

 

Lo scopo celebrativo delle emissioni si evince chiaramente dalle legende del diritto tutte espresse al caso dativo, nella forma DIVO seguito dal nome proprio, con la sola eccezione di Antonino, per i quale troviamo semplicemente Divo Pio.

Doppia possibilit? nei tipi dedicati a Marco Aurelio dove possiamo trovare Divo Marco oppure Divo Marco Antonino, mentre per l?imperatore Nerva si pu? incontrare la variante grafica Divo Nerve..

I rovesci , che riportano sempre solo la legenda CONSECRATIO, si presentano con due tipologie tradizionalmente utilizzate nelle emissioni dedicate a personaggi defunti: l?aquila e l?altare fiammeggiante.

L?aquila, uccello sacro a Giove, raffigurata con le ali semiaperte come nell?atto di spiccare il volo e la testa volta a sinistra, rappresenta l?anima divinizzata che viene accolta nel consesso degli dei.


L?aquila ? anche l?unico ideale veicolo per mezzo del quale un imperatore, ormai deificato, pu? elevarsi.

A questo proposito ? interessante il parallelo che si viene a creare nel momento in cui? la figura divinizzata ? quella di una consorte imperiale, la cui anima ascender? con l?ausilio del pavone, sacro a Giunone sposa di Giove.

Altrettanto significativo ? l?impiego dell?altare fiammeggiante.

La simbologia si sposta ora dal cielo alla terra per mostrarci quale omaggio e quale devozione sia? dovuta alla nuova divinit?.? Proprio come si deve fare con un dio, l?offerta all?imperatore deve essere posta su un altare e immolata con il fuoco.




L?esame di pi? esemplari mostra l?intervento dei vari incisori che hanno personalizzato non solo i ritratti, ma anche i tipi dei rovesci che presentano dettagli ed interpretazioni stilisticamente molto differenti tra loro.

Queste differenze contribuiscono a suggerire che l?emissione non sia stata sospesa al momento dell?inattesa morte di Decio, avvenuta durante uno scontro con i Goti ad Abritto, ma abbia avuto un seguito sotto il successore.? A rafforzare questa ipotesi giungono due esempi di coniazione ibrida:

In conclusione possiamo affermare di trovarci in presenza di un?emissione di straordinario interesse. Il fatto che si tratti di una serie non costituisce una novit?; nel panorama monetario imperiale si erano gi? coniate delle vere e proprie serie: i viaggi di Adriano, le province di Antonino Pio e i ?Saeculares? voluti da Filippo I per celebrare i mille anni di Roma.

Altre serie seguiranno sotto Gallieno e persino sotto Postumo che far? battere dalla Zecca di Colonia una serie di dodici aurei dedicati alle fatiche di Ercole.

L?eccezionalit?, a mio avviso, sta nel fatto che, a differenza di tutti gli altri casi, in questa serie i soggetti dei rovesci rimangono costanti (fatta salva la duplice presenza aquila / altare) mentre sono i tipi dei diritti a variare.

L?imperatore in carica si mette da parte lasciando spazio alle figure che rievocano momenti gloriosi e felici che egli si ripromette di restituire ai propri sudditi, e proietta su questi grandi predecessori la propria immagine in un?opera di sublimazione della propaganda imperiale resa vana solo dal Fato avverso contro il quale nessuna volont? umana e divina poteva prevalere.

 

 

 

Bibliografia

M. Grant? ???- Gli imperatori romani? - Roma 1984
H. Cohen??? - D?scription historique des monnaies frapp?es sous l?empire romain ? Vol. V????????? Paris 1885? - rist. Graz 1955

H. Mattingly, E.Sydenham, C.H.V. Sutherland ? The Roman imperial coinage Vol. IV parte III??? London 1962

J. Mairat???? - Trajan D?ce: le premier empereur illyrien?in Rome IX catalogo C.G.B.?Paris 2001


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