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I contenuti con la più alta reputazione dal 03/14/24 in Risposte
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Devo dire che l’Introitus della messa da Requiem di Mozart mi fa commuovere ogni volta che lo ascolto, non solo per il suo significato profondo (al di là dell’aspetto strettamente religioso), ma anche e soprattutto per la potenza della musica e la solennità del coro. E poi mi suscita tante riflessioni, non solo sulla morte (come sarebbe naturale per un Requiem), ma anche e soprattutto sulla vita. E’ una musica che palpita di vita… https://www.youtube.com/watch?v=4Rc25CkOxEk Qualche mese fa ho acquistato questa moneta: Era in vendita come sesterzio di Faustina II, Diana Lucifera. Certamente non una grande conservazione (me ne sono subito reso conto), ma a me piacciono le monete un po’ “vissute”. E poi… Faustina II…..quel rovescio…..Insomma, la moneta mi ha chiamato. Voi sapete bene cosa succede quando una moneta chiama, vero? E infine: si può dire di no ad una signora? Giammai! E quindi ho risposto alla chiamata e la moneta e’ arrivata a casa Stilicho, con somma “gioia” di una altra signora….mia moglie (“Ancora con queste monete!”) e con somma indifferenza di una altra ancora, una delle mie figlie (“Sembra un gettone dell’autoscontro”). Sic transit gloria mundi! Si tratta di un sesterzio di consacrazione di Faustina II con Diana Lucifera, ma con una legenda di rovescio davvero particolare. Ne parleremo. Anche perché le monete antiche ci parlano di loro, degli antichi appunto. Ricordo un libro di Luciano Canfora uscito qualche anni fa per i tipi de “Il Mulino” dal titolo “Gli antichi ci riguardano”. Eccome se ci riguardano. E le monete ci parlano di ciò che furono stati, di ciò che sono stati, di ciò che sono diventati….gli antichi. Ma le monete parlano anche di noi : “De nobis fabula narratur”. Anche di Faustina II ci parlano…e tanto. Molte sono, infatti, le sue monete che ci raccontano davvero nei dettagli ciò che fu stata e che e’ stata, come ragazza, come donna, come imperatrice, come madre (molto prolifica). Ma io voglio soffermarmi su ciò che e’ diventata. Ovvero una stella del firmamento, una “DIVA”. Che strano questo gioco di parole….anche oggi una “star”, una “stella” di Hollywood e’ una “diva”. Dicevamo di Diana Lucifera. Diana e’ qui “portatrice di luce”, uno dei suoi epiteti; forse il più strano. O per lo meno quello meno noto. Su questa moneta e’ rappresentata nell’atto di portare una torcia accesa, quindi la luce. Secondo la mitologia Diana aiutò sua madre Latona a partorire il fratello gemello Apollo. Da qui il ruolo di Diana quale divinità del parto, che assiste le partorienti (ruolo che si divide con Giunone, chiamata, guarda un po', “Lucina”): le aiuta a “portare alla luce” i piccoli. Inoltre, in qualità di custode della fauna e della flora, e’ anche custode della fecondità della terra, della sua fertilità. Ecco un nuovo legame con la maternità. Infine, Diana Lucifera (che ha ai lati del collo un doppio crescente lunare) era così chiamata in quanto collegata alla luce della Luna (termine che probabilmente ha la stessa radice della parola “luce”), il cui ciclo sappiamo essere legato al ciclo fertile della donna. Faustina II ebbe molti figli (forse 14 con 12 parti) e quindi sicuramente “devota” (passatemi il termine) a Diana Lucifera. Ma qui, su questa moneta, il significato e’ un altro e può essere compreso solo abbinando l’effigie di Diana Lucifera alla legenda del giro: SIDERIBVS RECEPTA. Potremmo tradurre SIDERIBVS RECEPTA come “accolta tra le stelle”, anche se il termine “receptus” dice qualcosa di più in quanto significa anche “rifugio”, “asilo”, a sottolineare anche il senso di protezione. SIDERIBVS RECEPTA e’ una espressione davvero dolce, quasi commovente. Solo il latino, con la sua efficacia e la sua essenzialità poteva tradurre in due parole un concetto così profondo e romantico. E solo una moneta poteva veicolare un messaggio così forte ed incisivo, nel suo connubio tra immagini e legende (ah…potenza della moneta!). La stella, dunque….. La sera dell’assassinio di Cesare alle Idi di Marzo nel cielo di Roma comparve una cometa. E tutti dissero che era Cesare che era divenuto una stella. Faustina II e’ morta, ma non vaga nel buio delle tenebre. E’ accolta da Diana Lucifera che con la sua torcia le illumina la strada che la condurrà in cielo dove verrà accolta, stella tra le stelle. Il cerchio e’ chiuso. Nascita, vita, morte. La luce ha vinto il buio, la luce ha vinto la morte. Et lux perpetua luceat eis. Buona domenica. Stilicho Fonti: - (80) La monetazione imperiale di Faustina II - Storia, caratteristiche, tematiche, cronologia | Alessio Busseni - Academia.edu del nostro @Ross14, davvero un riferimento per la monetazione di Faustina II - Il forum (vera miniera) - Le letture (mai abbastanza) - La rete (cum grano salis) - I ricordi scolastici (un po' di "latinorum")24 punti
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Con nonno Cesare ho avuto un rapporto a distanza negli ultimi quattro anni: lui mandava i suoi articoli a Mario che prontamente me li girava. L'anno scorso, sentendo l'approssimarsi dell'appuntamento con la "Signora dal nero mantello" e rendendosi conto che non avrebbe potuto concludere il suo immenso lavoro di ricerca, mi fece avere, oltre ai suoi articoli pronti per essere inseriti sul Gazzettino, anche i suoi appunti comprendenti anche il programma numismatico. Mi piace ricordarmelo così, assorto sull'elenco delle cose da fare e da sviluppare: ve ne faccio dono, chissà che qualcuno di voi non voglia raccogliere la sua eredità intellettuale. Sono sicuro che è per questo che mi ha spedito questa documentazione ed in cuor suo, finalmente liberato dalla sofferenza terrena, guardi verso di noi speranzoso che il suo disegno non vada del tutto perduto. 9 Monete d'oro.pdf Preludio alla numismatica.pdf LA MONETA E LA STORIA.pdf22 punti
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E' arrivato finalmente Natale, e guardate il caro Babbo Natale che mi ha' portato? E' da molto tempo che gli ho scritto la letterina e finalmente dopo due mesi è arrivato il mio grandissimo regalo, sto ultimando il mio primo monetiere, tutto realizzato artigianalmente con le mie mani. Il monetiere è fatto per la maggior parte di compensato marino detto Okumè , i listelli dove scorrono i cassetti e i frontali dei cassetti in legno massello di Ayous un legno molto morbido facile da lavorare, e molto gradevole pitturato con impregnante sia in ciliegio in noce , mogano ecc. Misure Monetiere L 40 cm H 44 cm P 27 cm, Il monetiere a tredici cassetti per contenere all'interno vassoi in floccato blu Leuchtturm 35 caselle da 39 mm la mia collezione di ben 397 monete della Repubblica Italiana · Monetazione del secondo periodo dal 1951 al 2001, Sono arrivato quasi alla conclusione sto' pitturando il mio monetiere con un impregnante all'acqua color ciliegio, una scartavetratina leggera e poi una bella passata di finitura trasparente lucida incolore sempre all'acqua. Il compensato marino, materiale sia per il mobiletto e sia per la struttura cassetti, é materiale di scarto preso nel mio cantiere dove lavoro, ho comprato solo i masselli in ayous per i frontali cassetti 3x1 da leroymerlin, 13 Vassoi in floccato Leuchtturm, Impregnante all'acqua ciliegio, Finitura all'acqua incolore, e i mini pomelli d'orati testa tonda da montare al centro dei cassetti presi su Amazon, totale spesa circa 100,00 euro, vi allego immagini del monetiere in fase di ultimazione poi prima di Natale spero di farcela posterò immagini del monetiere finito grazie a tutti voi Marco21 punti
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Vignetta ricorrente per collezionisti di monete, ma anche i collezionisti di banconote non sono immuni! Mai dimenticarsene...........19 punti
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Io sarò presente domani ma vedo che ogni anno l’interesse per il Veronafil cala drammaticamente e, con esso, la partecipazione dei commercianti all’evento. Si viene così a creare un circolo vizioso (meno clienti, meno banchi, meno monete, ecc.) che, tempo qualche anno, se non cambiano le cose porterà all’inevitabile cancellazione di questa manifestazione. In questi giorni ho avuto modo di chiedere a due importanti commercianti se sarebbero stati presenti ed entrambi mi hanno risposto di no perché è un luogo pericoloso al quale è meglio stare alla larga. Non ho capito, però, se il problema sia legato solo ad una mancanza di sicurezza o anche al fatto che ormai le monete importanti viaggiano soprattutto nel circuito delle aste ed i convegni sono sempre meno economicamente convenienti. Io temo che da parte di taluni ci sia l’intenzione di tagliare definitivamente le gambe ai convegni, sempre di più visti come un’inutile perdita di tempo e denaro. Ecco, vorrei dire a queste persone che la numismatica non può essere portata avanti solo attraverso aste da centinaia di lotti con foto in alta definizione. La numismatica necessita anche di una visione fisica delle monete e, soprattutto, di potersi confrontare con altri collezionisti e professionisti allo scopo di ampliare le proprie conoscenze. Purtroppo, vedo che questo aspetto interattivo si sta mano a mano riducendo. Questo forum certamente aiuta a mantenere vivo un contatto tra molti appassionati sparsi per l’Italia ma non basta. Manca sempre più l’esperienza pratica di poter guardare e apprezzare una moneta tra le proprie mani…19 punti
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Anno numismaticamente intenso, anche nel 2024 ho inalato la mia consueta e cospicua dose di libri monetosi, ma la novità è stata il ritorno all'acquisto di monete dopo tanti anni che mi ero concentrato solo sul settore bibliografico con lo sporadico innesto di qualche medaglia papale... Galeotto è stato il mio crescente e appassionato interesse per la storia economica e monetaria Indoceanica, a forza di leggere libri sul tema mi è venuta una gran voglia di acchiappare pure qualche esemplare di quelle monete che mi suggestionano di immagini avventurose ed esotiche la mia mente nummo-viaggiatrice e crononauta, quindi propongo un po' di immagini degli acquisti più significativi in tal senso con l'aggiunta, inevitabile, di qualche libro: Per cominciare il primo tipo di rupia emesso in India, negli anni 1538-45 dal sultano Sher Sha Suri, moneta diventata poi lo standard di riferimento dell'India Moghul e poi britannica; la prima rupia angloindiana della serie uniforme (cioè a peso e intrinseco standard per tutta l'india), emessa dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali nel 1835; il famoso Leeuwendaalder o tallero del leone olandese, emesso ad Utrecht nel 1649; un ancora più famoso pezzo da otto reales, di zecca peruviana, Lima, emesso nel 1798 e circolato in Cina come testimoniano i cosiddetti chopmarks, segni dei mercanti cinesi, impressi su entrambe le facce, infine non poteva mancare un libro, un librettino in questo caso, restando in tema indoceanico, il catalogo delle monete veneziane conservate nel museo di Madras, interessantissimo e piuttosto complicato a reperirsi, con una preziosa introduzione storica sulla diffusione, circolazione e uso dei ducati e zecchini veneziani in India...18 punti
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Chiedo perdono se apro un'apposita discussione, ben sapendo che ne esiste un'altra, ma, data l'importanza dell'argomento, non ho potuto fare altrimenti. Il 22 novembre del 1773 Bernardo Perger - avendo ricevuto l'ordine dal Re di "esporre tutto quello che bisogna per il miglioramento della Real Zecca" - scrive al presidente della Regia Camera della Sommaria, nonché delegato della Regia Zecca, informandolo sullo stato attuale dell'officina monetaria. La zecca, stando alla rapporto del Perger, versava in uno stato miserevole in particolare per i macchinari obsoleti e logorati dall'uso che non permettevano un'alta qualità della monetazione. In questo importante e inedito documento (ASNA, Ministero delle finanze, fascio 299) si epongono le ragioni dei graffi sulle monete napoletane, almeno per il periodo precende al 1774 e forse anche successivo, visto che non si hanno finora notizie se i nuovi macchinari vennero adottati in zecca. Le carte rivelano come i graffi siano attribuibili a una fase precisa del processo di coniazione, ovvero quello successivo alla trafilatura. I cilindri della trafile, essendo in ferro e non in acciaio, presentavano la superficie scabra impedendo così un corretto appiattimento delle lamine (piance) per raggiungere lo spessore (doppiezza) desiderato. Non essendo le trafile pefettamente funzionanti, le lamine prodotte non erano di giusto peso e si era costretti all'utilizzo della lima per riportarle al peso prescritto (documento n. 1). Nel documento successivo, datato 25 gennaio 1774, il regio ingegnere Giuseppe Astarita fa le medesime dichiarazioni del maestro dei coni (documento n. 2). documento n. 1 a firma di Bernardo Perger Documento n. 2 a firma di Giuseppe Astarita17 punti
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Ciao ragazzi condivido volentieri 🤣 una delle due ultime entrate in collezione, frutto di una lunga, attenta e minuziosa ricerca che sto conducendo tra le numerose aste e listini di esemplari di scudi del Re Vittorio Emanuele II in elevata qualità per sostituire - ovviamente - migliorandoli quelli presenti nella raccolta, già completa di tutti i millesimi (manca solo la rarissima variante del 1872 Milano bordo largo semplicemente perché non la trovo). Il primo millesimo della serie in queste condizioni vi assicuro che è proprio bisbetico da portarlo a casa tanto è vero che ci vuole un discreto impegno finanziario. L’esemplare qui presentato, che rimpiazza un qBB decisamente poco attraente, secondo me non sarà invero sostituito tanto presto. 🤗 Si tratta del lotto 1926 dell’asta Nomisma 69, portato a casa in realtà fortunosamente senza una grande battaglia e precedentemente battuto a un realizzo superiore in un altro incanto pubblico. L’ho immediatamente liberata dallo slab, che detesto 🫣soprattutto tra i miei pezzi, che la classificava MS61, gradazione che trovo centrata, forse financo un filo severa. I rilievi sono abbastanza a posto, come si vede, un graffietto nel campo al R fa il paio con un insignificante difetto del bordo a ore sei del D. Volevo inizialmente puntare sul lotto 1925, ma francamente 18.200 euro diritti inclusi soltanto per un punto di conservazione in più (MS62) rispetto a questo esemplare, mi è parso decisamente un divario eccessivo, tanto è vero che è andato invenduto. 😳 Occorre considerare che su questo difficile millesimo gli MS64, se riuscite a scovarli, superano tranquillamente i venticinquemila eurini. A me questo acquisto ha davvero molto soddisfatto perché trovare il ‘61 in questa qualità è più difficile che reperire il ‘73 Roma, ve lo metto per iscritto. 🙏🏼 Buona serata a tutti17 punti
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NON Collezionabile? Non offendiamo, per favore... Salve a tutti, sono una Piastra Napoletana del 1791, conosciuta comunemente come "Soli Reduci" e sono nata, in questa forma, alla fine del XVIII secolo, mi hanno messo in circolazione e sono passata di mano in mano in cambio di cose utili per gli uomini di quel tempo; poi uno di questi uomini ha deciso di mettermi al collo, o al collo della propria donna e mi ha fatto un buco. Dopo, sono stata data ai figli e dimenticata in cassetto, o forse sono stata rubata insieme ad altri monili, non lo so, ma l'unica cosa certa è che sono passata ad altre persone che mi hanno avuta, ma solo per un periodo limitato. Passano i decenni e i Re. I nuovi regnanti del Nord Italia, alla ricerca di oro e argento Borbonico, non mi hanno presa e sono rimasta in segreto custodita da un ragazzo che pensava che io fossi un gioiello. Poi sono passata nelle mani di chi, per necessità economiche, avrebbe potuto vendermi come argento o fondermi per fare dell'argenteria o semplicemente dei lingotti, ma non lo ho ha fatto! L'ho scampata in un periodo di grandi ristrettezze, dove anche le monete più più belle di me non ce l'hanno fatta. Non so come ma dopo la Seconda Guerra Mondiale sono finita in un mercatino e sono stata notata da un collezionista di monete che, nonostante tutto, mi ha ritenuta interessante. Dopo vari anni dalla morte del collezionista, che mi ha amata a modo suo, il figlio consegnò l'intera collezione del padre dove mi trovavo anche io ad una Casa d'Aste che opera in quella che tutti chiamano "Internet". Un siciliano mi ha notata e mi ha voluta con se. L'ultimo viaggio, per adesso, l'ho fatto con un corriere, non senza rischi, che mi ha portato a casa di Alberto. E pensare che qualche trombone, che vede la realtà solo con il filtro dei soldi, mi definirebbe con tono definitivo, "NON COLLEZIONABILE". Un Saluto a tutti e soprattutto al mio amico @giuseppe ballauri che ha creato questa splendida rubrica. Alberto16 punti
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Grazie a Dio sono a casa, ringrazio ancora tutti per il Vostro supporto e amicizia. Non credevo di avere cosi tanti amici qui. Grazie ancora.16 punti
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Un sereno Natale e tanta felicità a tutti quelli che, qui nel blog, passeranno delle festività col cuore pesante, ma pieno di speranza. Nessuno conosce i drammi personali, leggeri o pesanti che siano, dietro i nostri Nickname, d'altra parte qui si parla di monete e assimilabili, ma sono sicuro che questa comunità, senza saperlo, aiuta inconsapevolmente qualcuno a stare a galla nei momenti di sconforto o malinconia facendolo sentire parte, anche marginalmente, di una società inj cui non si è soli. Buon Natale Massimiliano15 punti
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Carissimi Amici, È con grande piacere che il nostro giovanissimo @Mattia Rescigno_qualche giorno fa si è laureato con una tesi dal titolo: "La scelta vincente. La celebrazione dei Decennalia e dei Ludi Saeculares nella monetazione severiana". 158 pagine che ho avuto modo di scorrere (ma che mi premurerò di leggere attentamente) dense di informazioni, riletture critiche, suggestioni, curiosità e soprattutto, per me che sono profano, di informazioni su quel periodo della storia romana. Il tutto è reso godibile da una scrittura "leggera" e coinvolgente, in grado di rendere l'argomento piacevole fin dalla bella introduzione che, sulla base di una bibliografia pressoché completa dai testi romani fino ai recentissimi volumi storiografici, inquadra la figura di Settimio Severo (imperatore sui generis fin dalle sue origini nordafricane) ed il periodo turbolento in cui visse. In seguito, dopo aver introdotto il sistema monetario del tempo (quello prettamente romano e quello, di non minore interesse, provinciale) l'Autore descrive l'uso propagandistico delle monete per la costruzione del consenso in un periodo di preoccupanti pressioni ai confini dell'Impero. Si arriva infine al fulcro dell'opera, ovvero le rappresentazioni numismatiche dei Decennalia e dei Ludi Saeculares, manifestazioni volte a glorificare la figura dell'imperatore che volle rinnovare la città di Roma e l'impero sia architettonicamente, sia nelle feste autocelebrative, sia infine nei Giochi organizzati per il suo rientro dalle campagne militari. Il tutto è accompagnato da un apparato iconografico di altissimo livello, con decine di monete riprodotte a colori (alcune dei veri capolavori di incisione) che permettono di visualizzare plasticamente i concetti che l'Autore ha esposto nel suo scritto. Ben sei pagine di bibliografia esaustiva, infine, non possono che confermare l'importanza di questo lavoro. Congratulazioni, Mattia, per il traguardo raggiunto. Sentiremo ancora parlare di te!15 punti
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Buongiorno a tutti. Volevo condividere con voi un bellissimo articolo pubblicato sull’e-journal “Scavi di Pompei” riguardante un recentissimo scavo di un ambiente dove sono stati ritrovati due corpi, alcuni mobili e suppellettili e un piccolo tesoretto composto anche da 6 bellissimi aurei. Per chi ama l’argomento la descrizione è emozionante. https://pompeiisites.org/wp-content/uploads/19_E-Journal_Scavando-nella-notte-oscura-di-Pompei_Il-rinvenimento-di-due-vittime-nell’ambiente-33_Insula-10_Regio-IX-1.pdf Aggiungo due foto degli aurei nel sito del ritrovamento e dopo ripuliti. Buon ferragosto!15 punti
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Carissimo. Hai pienamente ragione. Errori ce ne sono molti e io stesso ti posso assicurare che apro di malavoglia questo libro perchè..era la mia prima opera, nato sotto una cattiva stella (volevo addirittura sequestrarlo) perchè metteva in luce certi "giochini" poco leciti che si ponevano in essere in certi ambienti... Credo però che i contenuti meritano rispetto. Nessuna colpa dell'editore. Solamente MIA e me ne assumo tutta la responsabilità. Oltre a quelli da te menzionati ci sono altri errori...solo in una cosa posso dirti che non ci sono errori: nei CONTENUTI..tutto vero e purtroppo esatto in ogni dettaglio. Il volume è stato pubblicato in fretta e furia perchè si cercava di "insabbiare" tutto quanto e io questo non lo volevo assolutamente perchè i cittadini ed i contribuenti hanno il diritto sacrosanto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici... Detto questo, puoi star sicuro che nessun lavoro è esente da errori, nessun autore escluso. E talvolta sono errori anche piuttosto significativi. Ma so cosa c'è dietro ogni lavoro...fatica, studio e tanto altro...Quindi...concedetemi e concedete a chi scrive un po' di indulgenza...e grazie degli errori che segnalate..servono per migliorarci e a me per fare sempre meglio15 punti
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Ciao, Prima di tutto partirei dal chiarire un aspetto fondamentale: quello che tutti chiamano "perizia" in realtà non è altro che un semplice parere di conservazione. Questo è palesemente intuibile, tra l'altro, vista l'essenzialità di quanto riporta il cartellino. Una periza è ben più complessa, approfondita e completa sia dal punto di vista tecnico / bibliografico che, soprattutto, valutativo; questi aspetti vengono infatti tralasciati nella comunissima "imbullettatura con sigilli", che, al massimo, contiene delle notazioni molto essenziali (tralasciamo quando viene riportata la dicitura eccezionale senza riportare alcuna motivazione, o quando viene riportata la rarità). Va da se quindi che aprire queste bustine lascia un po il tempo che trova se si parla di monete comunissime, e in conservazione modesta (faccio un esempio: un due lire quadriga briosa). Per monete di un certo pregio il discorso dell'imbullettatura è ancora più delicato. Certamente non è il modo migliore per conservarle e tantomeno valorizzarle. La certificazione migliore in questi casi è una certificazione fotografica, che ne attesti prima di tutto l'autenticità, e ne certifichi poi la valutazione attraverso un’analisi più approfondita. In questo modo sei libero dalla plastica (specialmente se la moneta è stata lavata e successivamente chiusa nella bustina; non c'è cosa più nociva che si possa fare!), e al contempo hai una perizia tecnica che la valorizza. Io ad esempio feci fare da Tevere una certificazione fotografica di un Littore (comunque sempre molto scarna) che lui chiuse come eccezionale. In questo caso si parla di una moneta di un certo costo e di un certo pregio, che venne valorizzata da rinomato Professionista. Ti allego un esempio di perizie che eseguo. Non sono certo Tevere, ma mi sforzo di inserire quante più nozioni possibili ai fini della valutazione. Ovviamente la perizia diventa più tecnica e approfondita in base alla tipologia monetale in questione (se monete preunitarie o coniate a martello). Mi voglio un attimo soffermare sull'aspetto della conservazione nel tempo. La moneta non è fatta per stare nella plastica (con questo non voglio assolutamente dire che devono essere aperte; ognuno sceglie come conservare le proprie monete e non sono certo io a dire quello che il collezionista dovrebbe fare). Però è oggettivo che il modo migliore per conservarle sia, parlo soprattutto per quelle in argento, un bel monetiere in legno e velluto. In questi contesti le monete possono sviluppare patine davvero spettacolari, che in questo caso certamente valorizzano la moneta nel tempo (ti allego un esempio di uno scudo cinquantenario, mai lavato, che nel corso dei decenni ha sviluppato una patina di assoluta bellezza). Se la moneta non è mai stata lavata, il monetiere ne valorizza enormemente l'appeal.15 punti
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Salve. Condivido tre monete di Giuseppe Napoleone. Una piastra del 1806 ( gr. 27,50, mm. 37,9- Magliocca pag. 238, n. 402, R2 ), una piastra del 1807 (gr.27,52, mm.38,5,- Magliocca pag. 238, n. 403, R ) ed una del 1808 ( gr. 27,42, mm.38,00- Magliocca pag. 238, n. 404, NC ). La 1806, al rovescio, presenta una piccola escrescenza di metallo simile all'angolo di un 7, 7 che poi troviamo sul tipo dell'anno successivo negli esemplari con la data ribattuta (7 su 6). Il mezzo anello passante dell'ancora é appena accennato. Questa piastra, fra le tre, è quella più difficilmente reperibile in buona conservazione. Nella mia 1807 la data non è ribattuta ed il 7 è allineato agli altri numeri della data. Si trova a sinistra, mentre il valore si trova a destra (come avviene normalmente, eccezion fatta per un unico rarissimo tipo che riporta la data a destra ed il valore a sinistra). Il ciuffo dei capelli del sovrano è più folto rispetto al ciuffo presente nella 1806. L'ancora è con mezzo anello passante ed è sostenuta dal braccio di una sirena. L'altra sirena è con timone nella mano destra. Le due sirene, insieme, sostengono lo stemma coronato con al centro aquila imperiale ad ali spiegate. Piastra 1808: tipo II, ancora con mezzo anello, come nella 1807. Ciuffo del sovrano un po' meno folto che nella 1807, ma più folto rispetto alla 1806, comunque diverso da quello delle altre due ( almeno così mi sembra). Per quanto riguarda, invece, la struttura della corona, essa è identica per la 1806 e 1807, varia leggermente in alcuni particolari nella 1808. Pubblico dritto e rovescio delle tre monete, ma aggiungo una foto in cui le tre monete sono insieme ed affiancate, al fine di facilitare dei confronti. Ringrazio tutti per l'attenzione. Saluti.14 punti
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In attesa di essere distribuito gratuitamente, vi posto l'indice del Gazzettino di Quelli del Cordusio n°11 augurandomi di fare cosa gradita:14 punti
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Ve lo scrivo bello grosso,sperando che così capiate! Se non si legge di Numismatica si è solo raccoglitori di monete ed in poco tempo si finisce per smettere di raccogliere monete. Se si legge di Numismatica ci si appassiona, s'impara a studiare le monete perchè le si vede sotto molteplici aspetti . La crisi numismatica ,qualora vi fosse, deriva o deriverebbe proprio dal fatto che non si legge di Numismatica. Comunque bisogna leggere:leggete gli argomenti che vi appassionano,anche se non sono di Numismatica ,perchè leggere vi apre la mente. odjob14 punti
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Oggi vi voglio presentare il mio ultimissimo acquisto: Cn. Cornelius Lentulus (88 bTesa.C) Zecca di Roma; denario AG; gr 3.92; Crawford 345/1 D\ Busto elmato di Marte a destra con lancia e spada sulle spalle R\ Vittoria su biga andante a destra che tiene le redini in una mano e una corona nell'aaltra; CN·LENTVL in esergo Sono tornato al mio "primo amore" numismatico: i denari d'argento della Roma Repubblicana! ...e no, non sono impazzito a tal punto da perdere di vista la sezione in cui ho postato la moneta! Sono nella sezione imperiale per un motivo: la provenienza del pezzo ovvero dal ripostiglio di Helmingham, nei pressi della cittadina di Stowmarket nel Suffolk. Il 9 settembre del 2019, in uscita con il suo metal detector in un terrego di Helmingham Hall, laddove è noto che nelle vicinanze passava una strada romana che passava per Camulodunum, George Ridgway si imbatte in una serie di fibule romane del I secolo e in un denario di Giulio Cesare. Compreso che una ricerca in quel terreno poteva dare frutti interessanti, con il permesso del proprietario, Ridgway inizia a compiere una ricerca sistematica imbattendosi nel giro di pochissimo tempo in un impressionante ritrovamento di oltre 200 monete in uno spazio ristretto di poco più di 1 metro quadro: diventa subito lampante che si tratta di un ripostiglio, e pure di una certa entità! Avvisate le autorità, viene repentinamente condotta una indagine archeologica con tanto di scavo nell'immediato periodo della scoperta. Successivamente nel 2020 e nel 2021 George si reca nuovamente nella zone e con questi successivi sopralluoghi trova ancora altre monete appartenenti al medesimo deposito. Tutto il materiale viene trasmesso al British Museum per uno studio e una catalogazione sistematica, al termine della quale, dopo aver trattenuto alcuni esemplari destinati al British Museum e ai musei di Colchester e Ipswich, il 18 settembre 2024 i proprietari del ripostiglio (Ridgway e il fattore del terreno) affidano la parte rimanete del ripostigflio alla casa d'aste Noonans e la vendita frutta il doppio della stima prevista: £ 132.865. Ma com'era composto e quando è stato occultato il prezioso gruzzolo? Si tratta di un deposito chiuso durante il regno dell'imperatore Claudio, dopo il 47 d.C. quindi in periodo imperiale quando le legioni del sovrano avevano ormai consolidato l'invasione e la conquista della Britannia con la capitolazione di Camulodunum (Colchester) 28 miglia circa più a sud rispetto il luogo del ritrovamento. La composizione del deposito è molto interessante e comprende sia monete d'oro che d'argento, celtiche, repubblicane, della Numidia e imperiali. Questo il computo definitivo dopo i successivi addenda: Con le monete è stato rinvenuto anche parte del vaso in ceramica grigia (un vassoio o una brocca) per un totale di 35 frammenti per poco più di 70 grammi. Di seguito alcune belle immagini tratte dal PAS delle monete componenti il ripostiglio: La numerazione delle monete corrisponde alla numerazione della catalogazione fatta del ripostglio da parte del BM. Il denaro entrato nella mia collezione appartiene al numero di catalogo 228, al momento ignoro quanti esemplari fossero presenti per questa tipologia, ho fatto richiesta del report al BM e attendo che me lo inviino. Alla fine, la scelta di inserire questo pezzo nella sezione imperiali, trova fondamento sostanzialmente nella data di occultamento del deposito che rientra a pieno titolo nel periodo imperiale e testimonia come, durante il I secolo ancora fossero utilizzate (e quanto meno tesaurizzate) le emissioni argentee repubblicane e, nello specifico caso della Britannia, le emissioni autoctone precedenti o coeve all'arrivo dei romani. Si tratta in definitiva di una moneta con una storia interessante... partita da Roma, dove è stata coniata, e arrivata in Britannia chissà se al seguito di legionari impegnati nelle azioni miltari di conquista o di mercanti intraprendenti approdati in territori "nuovi" per espandere i propri interessi e battere nuove rotte commerciali. Alcune informazioni sul ripostiglio le trovate qui: https://finds.org.uk/database/artefacts/record/id/970233 https://finds.org.uk/database/artefacts/record/id/1015242 https://www.noonans.co.uk/news-and-events/latest-news/1053/ https://www.eadt.co.uk/news/24537437.roman-coins-found-helmingham-hall-sell-75k/14 punti
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Buonasera a tutti Non condivido una monetina da parecchio tempo 😅 Questo giorgino si va ad aggiungere in collezione a fianco del 26 che già avevo....son monete di piccolo taglio in mistura e complicate da trovare con bei rilievi, figuriamoci con l'argentatura. Questa appena vista mi ha fulminato. Una freschezza così l'ho trovata poche volte. Sono molto soddisfatto. Cosa ne pensate? Un saluto a tutti.14 punti
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Bellissime le monete e le medaglie fin qui presentate. Contribuisco anche io selezionando un solo esemplare di questo 2024 numismatico, scegliendo un pezzo che unisce una bella conservazione ad una grande rarità: Urbano VIII (1623-1644), Roma, Testone (Munt 63, MIR 1702/4). La particolarità sta nella data 1628 e le sigle dell'incisore G . M (Gaspare Mola). Si tratta di un testone di esimia rarità: l'unico altro esemplare noto di questa moneta è quello presente nel Museo Vaticano, in bassa conservazione e forato, a differenza di questo di ottima conservazione. È tra l'altro l'esemplare illustrato sul MIR. Buon anno a tutti!14 punti
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... sono ancora qui A scassare i cabbasisi, direbbe il commissario Montalbano... e forse anche qualcuno di voi @petronius arbiter utente 206, iscritto il 23 settembre 2004 esattamente vent'anni fa. Anni di forum che non sono passati invano, ma che mi hanno permesso di arricchire le mie conoscenze numismatiche in un modo che all'inizio non credevo possibile. E di conoscere tanti nuovi amici, alcuni solo virtualmente, molti altri, per fortuna, di persona, che mi hanno arricchito ancora di più. Per questo debbo ringraziarvi tutti, siamo una bella comunità E adesso continuiamo il viaggio, non so se durerà altrettanto, ma io ci spero, in ogni caso non dovrete aspettare vent'anni per risentirmi, sono sempre qui, e continuerò a scassarvi i cabbasisi Maurizio14 punti
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Ho scritto un post che è su Google documenti, perchè è di 2500 parole più varie foto, che ripercorre tutta la storia della moneta dal 1905. Nel post tocco anche molti temi già scritti negli altri post, in più alla fine ci sono note personali. É comunque un buon riassunto. ==================================================== 5 LIRE 1914 TUTTA LA STORIA PREMESSA Con questo breve post provo a ricostruire la cronistoria temporale di una delle più belle monete del Regno d’Italia. Una storia ricca di colpi di scena, rinvii e misteri. Particolare enfasi sarà data ai due tipi 1906 e 1908, che sono stati i precursori (spesso dimenticati) del modello emesso nel 1914. Gli ultimi due capitoli, dove non documentati, sono da intendersi come note personali o pareri personali. ANNO 1905 DOVE TUTTO EBBE INIZIO Con R.D. del 29 gennaio 1905 venne istituita, presso il Ministero del Tesoro, la commissione permanente tecnico artistico monetaria per l’esame dei tipi delle nuove monete e per lo studio delle questioni attinenti la nuova monetazione, il cui scopo era rinnovare la tecnica artistica della monetazione italiana. Della suddetta commissione facevano parte: il Ministro del Tesoro (Presidente); il Direttore generale del Tesoro (I Vice Presidente); prof. Solone Ambrosoli, Roma (II Vice Presidente), Direttore del Gabinetto numismatico di Brera a Milano; prof. Tommaso Di Lorenzo (Membro), Direttore della Regia Calcografia, Roma; Ercole Gnecchi (Membro), Milano; Francesco Gnecchi (Membro), Milano; Federico Johnson (Membro), Industriale, Milano; Marcella Lancelot-Croce (Membro), Scultrice, Roma; Primo Levi (Membro), Pubblicista, Roma; Grande ufficiale Prof. Giulio Monteverde (Membro), Senatore del Regno, Scultore, Roma; prof. Antonino Salinas (Membro), Direttore del Museo Archeologico di Palermo, Palermo; Giovanni Tesorone (Membro), Napoli; Domenico Trentacoste (Membro), Scultore, Firenze; prof. Adolfo Venturi (Membro), Insegnante della Regia Università di Roma, Roma; Il direttore capo di divisione preposto ai servizi di Zecca e monetazione; Un segretario amministrativo del Ministero del Tesoro che avrebbe svolto le funzioni di segretario della commissione. Nella seduta dell’8 maggio 1906 la commissione discuteva del fallimento del primo bando per i nuovi modelli delle 5 monete nazionali (5 tipi). Prima di dare mandato diretto ai migliori artisti nazionali, infatti, la commissione aveva fatto un fallimentare bando pubblico in nessuno dei modelli presentati dai candidati rispecchiava i requisiti richiesti dalla commissione. La nuova politica, quindi, fu quella di dare mandato diretto direttamente agli artisti più segnalati in termini di bravura e sospendere i concorsi aperti a tutti. Questo fu un significativo passaggio che determinerà la nascita dei più bei capolavori monetali della monetazione di Vittorio Emanuele III. Gli artisti prescelti dalla commissione furono Leonardo Bistolfi, Egidio Boninsegna, Davide Calandra e Pietro Canonica. A ciascuno di loro fu assegnato un metallo mediante estrazione a sorte. A Calandra venne assegnato l’argento. Dopo aver visionato il lavoro del Calandra, nella seduta del 31 dicembre 1906 vennero presentati i modelli in bronzo (vedi successivo collegamento all’articolo di Cronaca Numismatica) e le riduzioni in acciaio di 37mm per il 5 lire. Le successive fusioni di gesso dei modelli in bronzo e le riduzioni in acciaio furono eseguite nello stabilimento Johnson di Milano. Con coni e matrici derivati dalle riduzioni in acciaio, si ottennero i pezzi di prova, meglio conosciuti col nome di progetti. Calandra presenta lo scudo da lire 5 datato 1906, con i cavalli in modalità “Veloce” (M. Lanfranco I progetti e le prove di monete del Regno d ‘Italia – Tav. VII N.9) Dopo tale data (31 dic.1906) ci furono numerose sedute della commissione e si stabilì le opportune modifiche dei modelli. La commissione dopo visione suggerì al Calandra di apportare alcune modifiche come il rimpicciolimento dei caratteri del dritto in modo da risultare più staccati dal bordo. Per il rovescio venne chiesto di abbassare il piano sul quale poggiano i cavalli, di rendere meno uniforme il movimento delle gambe anteriori e di modificare il carattere delle scritte secondo il tipo classico. Lo scultore accettò per la maggior parte le richieste. Nella seduta del 7 luglio 1907 la commissione verificò se gli artisti si fossero attenuti alle modifiche suggerite e, per quanto riguarda il Calandra, risulta che: “l’artista si è attenuto alle osservazioni fatte sui modelli ma , sostanzialmente, la figura dell’Italia risulta troppa rigida e con la posizione della gamba sinistra non naturale, inoltre è preferibile abbia nuovamente il cimiero (ornamento o pennacchio dell’elmo)”. Il Calandra accettò queste osservazioni e la commissione lasciò ampia libertà per il ritocco di finimento. Tutte le modifiche sopra elencate portarono a un nuovo modello di moneta di prova di datato 1908. Come riportato nell’articolo di Cronaca Numismatica (https://www.cronacanumismatica.com/da-martinori-a-traina-il-lungo-oblio-di-una-prova-da-5-lire-del-1908/) l’esemplare di prova del 1908 manca nella ex collezione numismatica reale, nel museo della zecca e non è citato né nel libro del Pagani e né in quello del Simonetti. È invece riportato nella tavola XLIX del Martinori. Confrontando le foto delle prove datate 1906 e 1908 (in cui il Calandra attuò le modifiche richieste dalla commissione nelle sedute dopo il 31 dic. 1906 e nella seduta del 7 luglio 1907), sono facilmente riscontrabili le differenze apportate dall’artista. Nel particolare notiamo: la legenda del dritto del “tipo 1908” più piccola e staccata dal bordo, l’Italia col cimiero, la modifica del carattere delle scritte secondo uno “stile classico” (si nota bene nell’esergo). PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE "TIPO 1906" - DRITTO PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1908” - DRITTO PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1906” - ROVESCIO PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1908” - ROVESCIO Il 12 gennaio 1908 viene approvato il modello per tutte le monete in argento. Entro il mese di maggio dello stesso anno, la commissione si adoperò per dar mandato di preparare i punzoni per le monete compreso quelle in argento. Nel maggio 1908 erano già state fatte le prime emissioni per le monete divisionarie da 1 lira e 2 lire in argento. Come vennero immesse nella circolazione arrivarono le prime critiche al commissario della commissione Gnecchi; queste riguardavano sia la posizione della figura femminile rappresentante l’Italia, che non cadeva perfettamente sul carro ma risultava sospesa fra i cavalli e il carro, e la forma del carro che non era trionfale. Dato che le coniazioni ormai erano in corso non era più possibile effettuare alcuna modifica. La commissione suggerì che la soluzione della questione avrebbe potuto essere offerta dalla prossima coniazione di scudi col nuovo tipo. La commissione dava così incarico al prof. Calandra di prendersi del tempo per introdurre le modifiche ai modelli, cosa che fece nel 1912. Per la prima volta dal 1861, un modello (tipo/disegno) per l’argento non aveva un nominale da lire 5. COME SI CONIAVANO GLI SCUDI DURANTE IL REGNO D’ITALIA A partire dal 1862 e fino al 1875 gli scudi erano di coniazione libera ed esclusiva da parte dei privati (lo Stato non ne coniava per sé) mediante pagamento di una tassa di coniazione e rifornimento del materiale adatto alla coniazione. Tra il 1875 e il 1878 ci fu un tetto alla coniazione annua e dal 1879 (tranne un piccolo contingente per l'Italia) ci fu il divieto di coniazione degli scudi per tutti i paesi aderenti l’Unione Monetaria Latina. Questo divieto cessò con il R.D. n. 4 del novembre 1908 con attuazione 10 giugno 1909 dove si concedeva ai privati di coniare nuovi scudi mediante riconsegna di scudi degli antichi stati. Come mai nel 1909, con la possibilità di riconiare nuovamente la moneta da 5 lire, non si è procedette alla loro coniazione? Come abbiamo visto, il modello quadriga veloce del 1908 fu oggetto di forti critiche e si decise di cambiarlo, cosa che verrà fatta dallo scultore nel 1912. Nel 1911 ci fu la coniazione di 60.000 esemplari del 5 lire cinquantenario, ma questo sarà oggetto di una futura trattazione. In data 12 febbraio 2012, il Calandra ripresentò i nuovi modelli che incontrarono l’unanime approvazione. Nacque così la famosa Quadriga Veloce. Per la riduzione dei modelli in acciaio sui punzoni l’incisore Giorgi fece notare che occorrevano numerose modifiche, alcune parti erano troppo in rilievo altre troppo esili per essere riprodotte. Purtroppo il 20 agosto 1912 il Giorgi morì, ma il direttore della zecca tenne presenti tutte le critiche fatte e le riportò al nuovo incisore Attilio Motti. Il Calandra ritoccò i modelli e nel gennaio 1913 furono trovati coi rilievi a posto come da indicazione del Giorgi. Motti, il nuovo incisore subentrato a Giorgi, si mise al lavoro e nel marzo 1913 presentò i primi campioni da lire 2 con la parola “1a prova”. Nel luglio 1913 furono ultimate le modifiche ma il Calandra suggerì diverse modifiche. Nel 1913 abbiamo quindi i primi progetti della “Quadriga Briosa” che presentano la scritta “1a prova”, “prova” e “prova di stampa”. Secondo il catalogo Gigante le prove ufficiali riportano la data 1914, con le stesse modalità dei tipi 1913. Il R.D. di emissione è del 4 gennaio 1914, e vennero coniati 272.515 mila pezzi per un controvalore in lire di 1.362.575. SITUAZIONE ITALIANA NEL 1914 Dal 1897 (con una piccola eccezione dal 1908) per coniare monete divisionarie italiane si potevano utilizzare solo gli scudi ritirati, in pratica venivano demonetati. Dal 1901 al 1914 sono stati ritirati 55 milioni di lire in scudi pari a 11 milioni di pezzi. Al 31 dicembre 1914 dei 300 milioni di lire in scudi circolanti, 200 milioni erano nelle casse degli istituti di credito, mentre i 100 milioni rimanenti erano quasi tutti in Francia (nel 1903 erano 259 milioni). In Italia non circolavano praticamente scudi. Inoltre circolavano 2 miliardi e 700 milioni in banconote contro 1 miliardo e 600 mila in moneta di cui più della metà nelle casse dello stato. Il 6 agosto 1914 ci fu il divieto di esportazione di valute pregiate, tutte le monete d’oro non circolavano perchè erano presso gli istituti a garanzia della circolazione cartacea. La somma d’oro in monete decimali presenti nelle casse dello stato, ammontava a 114 milioni presso le banche e 343 milioni presso il tesoro a fronte di una circolazione nominale di 430 milioni. La somma risulta superiore a tutte le monete d’oro coniate dal 1862. Per quanto riguarda le divisionarie erano solo 33 milioni nelle casse del Tesoro e degli istituti di emissione contro i 274 milioni di circolante. Ovviamente come già detto non contribuivano alla circolazione perchè tutte tesaurizzate da privati, tant'è vero che per costituire il fondo di garanzia dei buoni del tesoro, si dovettero computare pure le future coniazione programmate dalla convenzione, fino al 1919. PREZZO ARGENTO LIRE/GR–QUOTAZIONE MEDIA ANNUA 1902= 0,09 1903=0,094 1904=0,093 1907=0,10 1910=0,083 1912=0,096 1913=0,096 1914 = 0,09 1915 = 0,087 1916 = 0,11 1917 = 0,14 1918 = 0,17 1919=0,2 1920=0,22 DATI TOTALI DEL CONTINGENTE 900/000 6.812 x 90% = 6,130 kg peso totale di argento /999 di tutto il contingente valore intrinseco 6.130.000 gr di argento x 0,09=551,700 lire VOLUME TOTALE OCCUPATO DAL CONTINGENTE 272.515 Monete da 5 lire 1914 occupano un volume di 0,649 metri cubi (fonte chat GPT, con verifica incrociata, infatti 6.100 kg di argento /999 occupano 0.581 metri cubi). Come abbiamo visto, grazie al decreto del 1908 per ottenere gli scudi 1911 e anche 5 lire 1914 bisognava consegnare scudi del vecchio tipo degli antichi stati (vedi pag. 34 La circolazione della metallica del Regno) per ottenere il nuovo tipo (5 lire 1914). Grazie al bollettino italiano di numismatica del luglio/agosto 1914, che ne dà notizia, sappiamo che nell’estate 1914 lo scudo da lire 5 non era ancora stato coniato. Quindi la sua coniazione avvenne tra il settembre e il dicembre del 1914. CONCLUSIONI E NOTE PERSONALI Lo scudo 5 lire 1914 fu stato coniato in 272.515 pezzi ma, chiaramente, vista la situazione particolare, non entrò mai in circolazione se non per un numero esiguo di pezzi che io stimo in massimo 10.000. Tutti gli altri 262.000 pezzi mancanti, nei prossimi 4000 anni, salvo fusione, salteranno sicuramente fuori. Nel breve, nell’anno 1914, saranno usciti dalla zecca e probabilmente, confluiti o al Tesoro o negli istituti di emissione, come tesaurizzazione o garanzia. Lo scudo mantiene nel tempo un coefficiente di moltiplicazione rispetto al 5 lire 1911 di circa 6x in tutte le conservazioni. Nella rivista SOLDI del 1966, nella sezione quotazioni, il 5 lire 1911 è quotato sia in SPL che in FDC, il 5 LIRE 1914 non ha nessuna quotazione. Per far capire meglio è equiparato agli aurei del 1910, che presentano una linea nera al posto della quotazione. Vedi foto seguente. Nel Catalogo Clelio Varesi 1982 entrambi gli scudi sono quotati dal BB al FDC. ALCUNE BREVI INFORMAZIONI SULLA CIRCOLAZIONE Non esistono gli scudi per collezionisti, esistono gli scudi. Nei primi del 900 la numismatica e il collezionismo studiavano le monete antiche, la commissione tecnico artistico monetaria era nata da 9 anni, i tipi monetali artistici stavano per essere coniati, non c’erano i presupposti per credere che una folla di italiani collezionassero monete contemporanee (all’epoca) così come la vediamo oggi. Lascio la foto della prefazione del piccolo libro facente parte di una collana di manuali del 1939 intitolato “La numismatica”, dove, tra l'altro, si cita il re Vittorio Emanuele III. Ancora negli anni ‘60 su 24 numeri della rivista mensile numismatica “Soldi”, listini a parte, ci sono pochissimi articoli sulle monete di Vittorio Emanuele III. CIRCOLAZIONE E SCUDI IN BASSO STATO DI CONSERVAZIONE -NOTE PERSONALI- La moneta non ha mai circolato, anzi non è mai uscita dalla zecca, o se è uscita è rimasta stoccata da qualche parte. Anche quei fortunati 10.000 che quasi sicuramente sono poche persone che ne hanno grosse quantità, che l'hanno portata fuori dalla zecca, poi a loro volta l’hanno tesaurizzata, per i motivi sopra esposti, quindi anche le “circolate non hanno circolato”. Perchè allora, notiamo sul mercato la presenza di (pochi) scudi in basso stato di conservazione? Ad oggi, noi facciamo distinzione tra le monete da due euro? forse prima di spendere un due euro controlliamo se è commemorativo e di che nazione è, e poi decidiamo? E se ti chiedessi: ”dimmi quali sono le monete da 2 euro commemorative Italiane del 2016 e del 2018, mi sapresti rispondere”? Sarebbe come ipotizzare che tra 200 anni, guardando all’attuale situazione monetaria italiana, qualcuno si stupisse del fatto che noi abbiamo ben 513 monete da 2 euro commemorative diverse, e non sapessimo come gestirle, oppure fossimo in confusione al momento di pagare, o equiparando al 100 % il caso del 5 lire 1914, mi immagino già il titolo di giornale dell'anno 2224: "prima di ogni pagamento tutti gli italiani guardano il tipo di moneta commemorativa ,conoscono a memoria tiratura e valore e solo in seguito se il riscontro è negativo, la spendono". Sappiamo noi, che non è così se non per uno sparuto gruppo di collezionisti, che nel 1914 era praticamente inesistente. Ritengo infondato l’assioma moneta circolata=moneta falsa, gli esemplari realmente usciti dalla zecca sono pochi, quindi sono pochi anche quelli che per qualche strano motivo hanno circolato. Ad esempio rispetto al 5 lire 1911 che presenta una quantità maggiore di esemplari circolati in bassa conservazione, ma questo dato è solo in funzione del numero maggiore di esemplari esistenti (reali). La moneta, quindi, va dichiarata falsa dopo averla esaminata e controllata e non a prescindere dal suo stato di usura. Era molto ma molto più importante che il 5 lire 1914 fosse un pezzo d’argento di 25 grammi, piuttosto che una moneta da collezione di un aspetto artistico raffinato. BIBLIOGRAFIA -La circolazione monetaria del Regno d’Italia 1931 Renato Lèfevre -Ricerche per la storia della banca d’Italia volume I 1993 -Cronaca numismatica 2007 -Forum Lamoneta + catalogo -“Soldi” rivista numismatica anno 1966-1967 -Rassegna Numismatica di Furio Lenzi (Tratto da Pagani prove e progetti) -Relazioni della Regia zecca -Moneta e sistema monetario internazionale -Bollettino di numismatica 54, La collezione di VEIII e gli studi di storia monetaria LUGLIO 2024 -Tutte le definizioni debbono intendersi provvisorie e progressive14 punti
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Lotto 117 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 5 Lire 1911 Cinquantenario Roma. Gig. 71, R AG gr. 24,99 Conservazione eccezionale Grading/Stato: FDC ECCEZ14 punti
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Il 7 Marzo 2024 ho fatto un Ventennio che sono qui, "non me n'ero accorto". Il tempo vola e con Voi è stato ed è, piacevole ed istruttivo. Grazie a tutti soprattutto a chi l'ha aperto e ha "lavorato" in questo forum! Col cuore, Fabio😘14 punti
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Ciao a tutti, la recente consultazione di numerosi listini d'asta di grandi collezioni di monete papali del passato, mi ha fatto venire l'idea di proporre questa discussione. In un mercato, quello attuale, dominato dalle altissime conservazioni, che fanno risultato a discapito della rarità, proprio su questo parametro invece volevo incentrare la nostra chiacchierata. La rarità è senza dubbio da sempre uno dei criteri fondamentali per l'inquadramento di una moneta, e per molti è elemento che viene ricercato e che determina la scelta di un pezzo piuttosto che di un altro. Inoltre costituisce caratteristica di esclusività: sapere che una certa moneta è stata coniata o è disponibile solo in una manciata di esemplari, fa sognare i collezionisti e li spinge a contese a suon di rilanci quando quel pezzo appare finalmente sul mercato numismatico! Qui vorrei pertanto presentare quelle monete di rarità assoluta, quelle apparse una volta e poi mai più viste, quelle "chimere" che fanno sognare i collezionisti, quelle insomma che qualora si ripresentassero sul mercato, sarebbero sicuramente al centro dell'attenzione e dei desideri degli appassionati. Diamo pertanto nuovo risalto ed importanza alla rarità, con un tuffo nel passato (più o meno remoto) che magari ci faccia rivalutare questa caratteristica delle nostre amate monete papali! Come sempre, comincio io. E parto da una rarità assoluta: asta Santamaria, 1934, "Collezione già appartenente ad una illustre casata romana: monete e medaglie papali". Il pezzo, addirittura presente in due esemplari, non ha certo bisogno di presentazione, ma vi allego quella della casa d'asta, che da bene l'idea di essere di fronte ad una vera e propria rarità. Queste monete, dopo quest'asta, non mi risultano mai più apparse sul mercato e chissà se mai le rivedremo! Michele13 punti
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... che farebbe sognare Ali Baba. Ciao a tutti! Qualche giorno fa ho mostrato ad alcuni amici una parte della mia collezione, inclusa la serie completa delle ultime banconote della RDT, dai 5 ai 100 marchi. Uno mi dice: "No, non è la serie completa! Mancano i tagli da 200 e 500!" Ed io gli rispondo che abbiamo tutti e due ragione… ma forse io un po’ di più. 😁 Prima parte I biglietti da 200 e 500 marchi della Repubblica Democratica Tedesca (RDT) non vennero mai effettivamente ufficialmente emessi o utilizzati nella circolazione regolare. Tuttavia, anche loro hanno una storia da raccontare. Il contesto storico è quello dei due stati tedeschi nel dopoguerra, di cui uno adottò il Mark der Deutschen Notenbank (poi chiamato Mark der DDR, abbreviato in M) come valuta ufficiale. Questa moneta era il simbolo del sistema socialista e della pianificazione centralizzata, in contrasto con il Deutsche Mark (DM) della Germania Ovest. La RDT emise in diverse serie banconote in tagli più comuni (5, 10, 20, 50 e 100 marchi), i biglietti da 200 e 500 marchi non furono mai messi in circolazione. Tuttavia, progetti e disegni di questi tagli vennero realizzati e furono addirittura stampati. Perché i tagli da 200 e 500 marchi non furono emessi? Possiamo solo fare speculazioni. - Limitazioni economiche: La RDT era uno stato socialista con un'economia pianificata. La maggior parte delle transazioni avveniva attraverso un sistema controllato dallo Stato, e i salari erano generalmente bassi. Non c'era bisogno pratico di banconote di valore così alto, dato che pochi cittadini avevano accesso a grandi somme di denaro. - Controllo sul denaro: La circolazione di contante era limitata, poiché lo stato promuoveva il risparmio e controllava rigidamente l'economia. I tagli elevati erano considerati inutili e persino rischiosi, poiché avrebbero potuto incentivare attività non ufficiali o il mercato nero. - Motivi politici: La RDT cercava di mantenere una facciata di uguaglianza sociale. L'uso di banconote di alto valore avrebbe potuto dare l'impressione di disuguaglianze economiche, un'immagine che il governo socialista voleva evitare. Ma allora perché i tagli da 200 e 500 marchi furono prodotti? All’ovest c’era una bancota da ben 1000 DM, volevano mostrare che anche ad est si poteva fare di più. Seconda parte Dopo la riunificazione della Germania, il marco tedesco occidentale (DM) divenne la valuta ufficiale della ex-RDT, a partire dal 1° luglio 1990. Di conseguenza, le vecchie banconote della Repubblica Democratica Tedesca persero ogni validità e vennero ritirate dalla circolazione. Per gestire questa enorme quantità di denaro ormai inutilizzabile, la Staatsbank Berlin decise di stoccare circa 100 miliardi di marchi della DDR (pari a 620 milioni di banconote) in una rete di tunnel sotterranei nei pressi di Halberstadt, nei monti Thekenberge. Le banconote furono trasportate in loco con convogli militari dalla vecchia sede della Reichsbank di Berlino e depositate all’interno di due lunghi tunnel di arenaria, ciascuno lungo sui 300 metri. L’area venne poi sigillata con colate di cemento (due metri di spessore) e pesanti porte d’acciaio, mentre il denaro venne coperto con ghiaia e sabbia con l’idea che, nel tempo, l’umidità naturale del sottosuolo ne avrebbe accelerato la decomposizione. Tuttavia, questa previsione si rivelò errata: un’indagine condotta nel 1992 confermò che le banconote si degradavano molto più lentamente del previsto. Il sito, poi noto come il "tesoro di Halberstadt", rimase abbandonato per diversi anni, ma la sua esistenza attirò l’attenzione di alcuni avventurieri. Nel 1999, due uomini del vicinato riuscirono a introdursi nel deposito attraverso una frattura non sorvegliata nel sistema di gallerie, portando via un numero significativo di banconote, inclusi i tagli da 200 e 500 marchi. Nel luglio 2001, la KfW-Bank (che aveva acquisito la gestione del sito dopo la fusione con la Staatsbank della DDR) venne informata che queste banconote stavano apparendo in circolazione nei mercati numismatici e persino agli sportelli delle banche (anche se non potevano più essere scambiate). I due responsabili del furto furono arrestati e condannati, ma il rischio di ulteriori intrusioni e il pericolo per eventuali incidenti spinsero la KfW a prendere una decisione drastica. Nel marzo 2002 iniziò l’operazione di rimozione e distruzione definitiva del denaro. Le pareti di cemento che sigillavano i tunnel vennero demolite e il denaro fu estratto con pale meccaniche, ripulito da sabbia e ghiaia e caricato in enormi container (33 metri cubi di capienza!). Un totale di 298 camion trasportò le banconote ad una centrale di incenerimento dove furono bruciate insieme ai rifiuti domestici. L’intera operazione si concluse il 25 giugno 2002, eliminando definitivamente quello che un tempo era stato il sistema monetario della RDT. Morale della favola: Questa faccenda non è mai stata completamente chiarita, e molti aspetti restano ancora dubbi. Tuttavia, si può affermare con relativa certezza che tutte le banconote di taglio “grande” non provengano da fonti ufficiali, lecite (cosa che mi ricorda un'altra italica leggenda che parla di calzetti e mutande). Ma non credo che la finanza vi sveglierà all’alba se ne possedete una, quindi potete dormire sonni tranquilli. Njk ==================== Testi trovati, copiati, tradotti e reimpastati anche da: https://www.tagesschau.de/wirtschaft/finanzen/ddr-geld-halberstadt-schacht-bargeld-geldscheine-100.html https://de.wikipedia.org/wiki/Mark_(DDR)#Vernichtung_der_Banknoten https://www.kfw.de/stories/gesellschaft/gesellschaftlicher-zusammenhalt/der-schatz-von-halberstadt/ Un ringraziamento particolare a: Lindo ed il piano quinquennale che porta stabilità per il supporto musicale.13 punti
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Quest'anno è stato piuttosto peculiare. Per tutta una serie di ragioni, non ho fatto nessun acquisto numismatico da gennaio ad agosto, mentre negli ultimi mesi sono riuscito ad aggiungere diversi esemplari alla mia collezione, recuperando abbondantemente il precedente "periodo di digiuno". Come ogni anno, trovo alquanto complesso decretare quale sia stata la migliore aggiunta. Ho, dunque, deciso di selezionarne 3: una moneta, una medaglia ed un libro. - 1 lira 1812 zecca di Milano (Asta Varesi 84, lotto 1081) - Medaglia in argento per il Te Deum alla Stephansdom (1805) - Le monete di Milano dalla dominazione austriaca alla chiusura della zecca dal 1706 al 1892 (Carlo Crippa)13 punti
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Ciao a tutti! Volevo condividere con voi il mio ultimo acquisto: un sesterzio di Marco Aurelio. Sono particolarmente contento di questo pezzo e lo trovo davvero affascinante, soprattutto per il bel ritratto dell’imperatore. Essendo un nuovo collezionista di monete dell'Impero Romano, e soprattutto di bronzi, sarei grato di ricevere qualsiasi consiglio, parere o informazione da parte di collezionisti più esperti. Ogni commento è ben accetto! Grazie in anticipo e buona giornata a tutti!13 punti
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cari amici volevo condividere il mio ultimo acquisto, un bel regalo di natale, capodanno, befana, compleanno e pasqua. 12 carlini 1810 Gioacchino Murat13 punti
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Ho ritenuto doveroso fare una sintesi / bilancio 2024 degli eventi offerti dal Circolo cultura Numismatico Milanese. Tale sintesi non è (forse) per auto acclamazione ma per portare alla conoscenza di molti che anche in mezzo a molte difficoltà si può concretizzare un’attività COSTANTE di vera divulgazione storico/numismatica GRATUITA a livelli anche elevati. Gli eventi sono stati 13 nel corso dell'anno : Gennaio : Martedì 16 gennaio: Monetazione del Regno Lombardo Veneto. (Mostra dal vivo di monete e documenti dei soci) Febbraio Martedì 6 Febbraio - I simboli genovesi nella moneta, nell'arte, nei palazzi, nell'attualità (M. Sassi) Martedì 20 febbraio: CONSECRATIO, Le monete di deificazione degli imperatori romani. (Fabio Songa) Marzo: Martedì 26 marzo Le contraffazioni di monete milanesi delle zecche lombarde e piemontesi. (T. Caronni) Aprile: Martedì 16 aprile: Pescennio Nigro e le sue monete, ( Prof. A. Savio). Maggio Martedì 07/05/2024: La monetazione milanese nella reggenza di Maria Teresa d'Austria. (G. Mascher) Martedì 21/05/2024: Excursus informativo sull’immensa monetazione romana imperiale. (F. Songa) Giugno Martedì 04/06/2024 La Zecca di Monza (1407-1413), (L. Gentili). Martedì 18/06/2024 Riconoscimento e scambio monete. Settembre Martedì 24/09/2024 Le monete milanesi di Carlo V. (A. Rimoldi) Ottobre Martedì 15/10/2024: La Zecca di Potosí, l’argento che cambiò il mondo (E. Lesino). Martedì 29/10/2024 Una moneta greco-egiziana attribuita a Cleopatra, ( A. Pironti). Novembre Martedì 26/11/2024 Un particolare grosso coniato sotto il dogado di Antonio Venier, (A. Costantini). Dicembre Martedì 10/12/2024: Su i falsi nelle monete di Genova, (M. Sassi).13 punti
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Ciao a tutti! Grazie ad un amico del forum che mi ha gentilmente informato di un’asta, ho acquistato una nuova spilla da aggiungere alla mia collezione di numisaltra. Bel modulo e con i suoi 25 grammi è un piacere tenerlo in mano. Per chi non ne fosse a conoscenza, questa è la variante con i "rami corti" in basso nella ghirlanda. Cosa posso però raccontare su di una moneta che gli appassionati conoscono bene e su cui si è gia detto tutto? Meglio spendere qualche parola su cosa NON vi è rappresentato ma solo sottinteso Intanto la legenda del R: Italia libera 𝔇𝖊𝖚𝖘 𝖛𝖚𝖑𝖙! nientepopodimeno. La prima volta che quest'espressione apparve, poi sono partiti per liberare Gerusalemme. Non è il popolo che "in god we trust" a desiderarlo, ma qui è direttamente l'inquilino dell'ultimo piano a volerlo - cosa che viene anche sottolineata dalla posizione dell'indice della mano sinistra di Minerva. Minerva?? no scusate,mi sono sbagliato: quella arriva 100 anni dopo! Ma poi esattamente che cosa vuole Dio? L'Italia? Ma pure il governo era solo regionale, della Lombardia: questa benedetta "Italia" dovevano ancora farla. Naturalmente è l'ideale che conta e siamo in pieno risorgimento, ma diciamo magari che sarebbe bastato che gli austriaci si togliessero dalle scatole. Tanto per farglielo capire meglio, sono state organizzate 5 giornate a quel proposito ed all'inizio hanno pure funzionato, ma non durò a lungo. Ma per quanto tempo esattamente? beh... il 18 marzo fu la prima delle "Cinque giornate di Milano" ed il 6 di Agosto si chiuse questa parentesi. Quattro mesi?!? Ma gli insorti non avevano niente di meglio da fare che si son messi a coniare valuta? Sembra strano, ma le monete accomunano, sono un simbolo di unità. Qualche anno prima in Tirolo hanno avuto solo due mesi di tempo, ma anche lì si son subito messi al lavoro. cercate "Hofer" sul forum, se volete. Naturalmente queste tre monete - ce ne sono ancora due in oro ed argento - erano solo sulla carta destinate alla circolazione, il loro scopo era di essere un gesto patriottico. E per il resto? C'è ancora da ricordare che estiste una "cugina" emessa più tardi nello stesso anno dal Governo Provvisorio di Venezia, anche una "5" lire. Cinque? Sì, ma fatto così sembra un po' arzigogolato: guardate questi tre - sulle lire a SX ed in centro sembra lo stesso. quello a DX - simile ma non identico - l'ho o trovato su di una monetina di Carlo Alberto di qualche anno prima - forse allora il carattere andava di moda. A quelli che sono arrivati a leggere fino a qui un caro saluto, per oggi ho finito. VIVA L'ITALIA LIBERA! Njk ============== Qui i link di riferimento, se avete ancora le energie per approfondire i temi di sopra: https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_provvisorio_di_Milano https://it.wikipedia.org/wiki/Cinque_giornate_di_Milano https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=04.08 https://it.wikipedia.org/wiki/Deus_lo_volt https://en.numista.com/catalogue/pieces18063.html https://de.ucoin.net/coin/venice-5-lire-1848/?tid=77072 https://de.numista.com/catalogue/pieces38303.html https://www.lamoneta.it/topic/218793-quando-le-monete-ci-identificano/13 punti
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Frank Lyman Baum pubblicò l'opera alla quale deve fama imperitura nel 1900: in basso la copertina della prima edizione. Il libro, primo di una serie di 14 (qualcuno li ha mai letti gli altri? ) divenne ben presto un classico della letteratura per l'infanzia, ottenendo un grande successo anche oltre i confini della letteratura, come dimostra il famoso film del 1939 di cui viene mostrata sopra una scena... anch'esso il primo di molti. Ma, come altri capolavori per l'infanzia, anche Il Mago di Oz (questo il titolo generalmente usato in Italia) presenta diverse chiavi di lettura... una di queste ci riguarda da vicino Nell'ultimo decennio dell'Ottocento, si scatenò negli Stati Uniti un acceso dibattito tra i sostenitori di un sistema monetario basato sull'oro (il gold standard) e coloro che, invece, pensavano che l'economia del paese avrebbe tratto maggiore giovamento dall'utilizzo dell'argento come base monetaria. Costoro furono chiamati Silverites, e alla loro fazione apparteneva Baum, che scrisse il Mago di Oz con l'intento di illustrare i pericoli del gold standard. E pericoloso è il sentiero dorato (allegoria del gold standard) che la protagonista è invitata a percorrere, perché porta alla città del terribile Mago. Che si chiama, non a caso, OZ, abbreviazione di ounce, oncia, l'unità di misura delle monete (e di qualunque altra cosa in realtà, ma a noi interessa questa ). Torneremo più avanti sulle (presunte) corrispondenze tra i personaggi del libro e la battaglia dell'oro contro l'argento, battaglia che in verità nel 1900, quando il libro fu pubblicato, si era virtualmente conclusa con la netta vittoria del metallo biondo. Ma che, come detto, nel decennio precedente aveva infiammato il dibattito politico/sociale in tutti gli strati della popolazione americana, toccando l'apice nella campagna elettorale per le presidenziali del 1896. Vinte nettamente da William McKinley, convinto sostenitore del gold standard. Ma le origini di questa battaglia risalivano in realtà a quasi trent'anni prima, a quando il presidente Ulysses Grant firmò il Coinage Act of 1873 (conosciuto anche come Mint Act of 1873 o Fourth Coinage Act). L'obiettivo principale dell'Atto era quello di rivedere diverse leggi relative alla struttura e alle procedure della Zecca, ma esso raccomandava anche di spostare gli Stati Uniti dal bimetallismo verso il gold standard. Una cosa che inizialmente passò quasi inosservata, ma che qualche anno dopo, quando fu pienamente compresa, portò a definire il Coinage Act of 1873 con il nome con cui è passato alla storia, ed è ancora oggi abitualmente nominato... the Crime of 1873, il crimine del 1873 petronius13 punti
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In una discussione nella sezione Aste un utente ha fatto riferimento alla fretta. Fretta in questo caso della casa d'aste di preparare il materiale per l'asta e che, come conseguenza, comporta degli errori con l'inserimento di falsi che solo in un secondo tempo vengono ritirati. Un'altra fretta che causa danni è quella del collezionista che vuole al più presto completare la sua collezione, lanciandosi in acquisti sbagliati o eccessivamente costosi. La fretta è sempre cattiva consigliera. Così ho pensato di lanciare un nuovo hashtag: # Slow Numismatics Così che sia sia possibile gustare al meglio quello che la Numismatica può offrire. Arka Diligite iustitiam13 punti
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io invece volevo condividere il raggiungimento di un piccolo traguardo da parte mia. piccolo ma per me importante dal punto di vista collezionistico. in pratica di ogni sovrano del periodo borbonico, ho in collezione almeno un esemplare di grande moneta d'argento.13 punti
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Buongiorno a tutti. Ieri mattina al Mercato dei libri di piazza Diaz ho incrociato un libraio torinese con un catalogo dedicato alla Numismatica. Trovandolo rilevante e potenzialmente utile a molti di noi, ne pubblico la versione pdf. affinché gli interessati possano contattare il libraio stesso. Un saluto cordiale e buona lettura. Catalogo-22-Numismatica.pdf12 punti
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Non mi ricordavo che tempo fa avevo scritto su come lavare/pulire i francobolli, riporto qui la stessa spiegazione in quanto è utile anche a staccare i francobolli da frammento cartaceo. Da buon Filatelista mi piace ricordare che non andrebbero mai staccati se sono su busta integra e timbrati con annulli interi e nitidi e soprattutto su materiale antico/classico questa è un operazione che non si fa MAI ! Il primo metodo è il classico bagnetto che si fa per staccare i francobolli da supporto cartaceo. In un piccolo contenitore mettere dell'acqua tiepida ed aggiungere un cucchiaino di bicarbonato di soda, mischiare affinché il bicarbonato si sciolga ed immergere con una pinzetta il francobollo/bolli. Lasciare per 10 15 minuti non di piu.. a questo punto vedrete che il francobollo che è fatto di una carta diversa dal frammento cartaceo si staccherà o inizierà a staccarsi da solo. Non forzate l'operazione in quanto il francobollo in questa situazione è molto delicato. .. generalmente si staccano da soli, questo vale per il francobollo in foto, altri francobolli.. alcuni stranieri o i moderni si staccano con molta difficoltà, questa operazione va valutata caso per caso. L' operazione va fatta usando una pinzetta filatelica, mai altri tipi di pinzette tipo per le ciglia . Una volta staccato sempre con la pinzetta immergere il francobollo in altro contenitore dove abbiamo messo dell'acqua fredda senza bicarbonato per il risciacquo. .. dopo qualche secondo in acqua pulita adagiare il francobollo su un tovagliolo di cotone spostandolo e capovolgendolo di tanto in tanto in posizioni del tovagliolo non bagnate per l'asciugatura. Dopodiché lasciarlo sul tovagliolo anche un paio d'ore . Non mettere mai il tutto al calore della luce solare o altra fonte di calore rischierebbero di arricciarsi. Dopodiché prendere un piccolo foglio di carta da forno piegato in due e in mezzo ai due lembi mettiamo il nostro francobollo, .. il tutto verrà messo in mezzo ad un libro che metteremo in orizzontale su un piano con sopra qualche librone pesante. Il nostro eroe sarà pronto il giorno successivo, asciutto , lavato , disinfettato e stirato pronto per l'album.12 punti
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Salve a tutti Segnalo la recentissima pubblicazione nel numero di 12/2024 della rivista del Museo del Risorgimento di Milano "Il Risorgimento", di un contributo di cui sono autore dal titolo: "<<Italia libera. Radetzky non volle>>. Tra autonomia ed iconoclastia: le monete del governo provvisorio di Lombardia", visibile a questo link: https://riviste.unimi.it/index.php/risorgimento/article/view/27355 Il numero per intero è invece consultabile qui: https://riviste.unimi.it/index.php/risorgimento L' articolo presenta una mia ricerca sulle monete da 5 lire del Governo provvisorio di Lombardia lavorate a scatola con il ritratto di Radetzky in cui ho ricostruito alcuni interessanti retroscena della vicenda che aggiungono un tassello in più sulla questione. Ci tenevo a ringraziare in particolar modo Mario @dabbene e @giancarlone per le belle immagini dei pezzi delle loro collezioni che mi hanno gentilmente concesso di aggiungere a questo contributo. Ringrazio anche chi mi ha dato la sua disponibilità per la pubblicazione di altre immagini che tuttavia per ragioni di economia di spazio non ho potuto inserire. Spero la lettura sia di vostro interesse12 punti
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Ringrazio per gli apprezzamenti Apro un piccolissimo off-topic, scusandomi con @Alan Sinclair. Concordo con @torpedo sul fatto che, per il mercato internazionale, lo slab sia una realtà assolutamente consolidata. Se sia o meno un obbligo non saprei dirlo, ma i realizzi importanti che fanno le monete chiuse in queste scatoline sono sotto gli occhi di tutti. Per una serie di motivi, personalmente ho scelto di non far chiudere le mie monete in slab quando, recentemente, le ho esitate . Visto che ogni tanto spunta fuori questo argomento, che ne direste se apro una discussione ad hoc in questa sezione e la metto in evidenza? Se siete d'accordo potete votare questo mio intervento con le faccine sorridenti o piangenti (in questo modo i punteggi non verranno sommati al profilo utente). Se ci saranno ALMENO 15 reazioni su questo post procederò ad aprire il thread. Grazie Chiudo l'off topic sullo slab (nel caso ne parliamo nell'apposito topic) EDIT: Qui c'è un'interessantissima discussione sugli slab relativa alle monete preunitarie. L'ho messa in evidenza visto che l'argomento è sempre attuale12 punti
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Buonasera a tutti, è da tanto che non scrivo in piazzetta, lo spunto mi viene da un grazioso quadretto di monete napoletane in rame che ho composto così per gioco con le mie monete ed una placchetta di Ferdinando II di Borbone. È Straordinario scoprire quante cose vengono fuori solo partendo da una moneta o gruppo di monete e dalla loro osservazione e dai quesiti che uno può porsi. Ecco pensavo al Rame di Napoli e cosa trovo? Che c'è un dolce Siciliano che ha delle origini che si intreccerebbero con le monete. Riporto quanto trovato sul web. Fonte Wikipedia. Le Rame di Napoli sono dei dolci tipici di Catania consumati normalmente durante le festività dei defunti; in provincia di Caltanissetta sono chiamate marmurate. Si tratta di biscotti dal cuore morbido al gusto di cacao, ricoperti per intero da una glassa di cioccolato fondente. Non si conosce con esattezza l'origine del nome tuttavia esistono varie ipotesi: la prima cita un pasticciere di Napoli come inventore di questa ricetta; un'altra ipotesi parla di un atto di vassallaggio della Sicilia nei confronti di Napoli durante l'epoca del Regno delle due Sicilie. L'ultima ipotesi, risalente sempre al Regno delle due Sicilie, sembra anche la più verosimile. Si afferma, infatti, che durante il regno borbonico, successivamente all'unificazione del Regno di Napoli con il Regno di Sicilia, fu coniata una moneta contenente una lega di rame, in modo da sostituire la più ricca lega di oro e argento. Il popolo, con l'introduzione di tale moneta, pensò bene di creare un dolce che riproducesse tale moneta, inventando così la Rama di Napoli. La ricetta originale conteneva farina, zucchero, cacao amaro e marmellata di arance ma negli anni vennero apportate diverse modifiche, sia nella dimensione che negli ingredienti utilizzati, introducendo l'uso di Nutella, crema di pistacchio, marmellate e altre composte di frutta o vegetali (zucca o brassica). Ad Acireale, dove prendono il nome di "nucatuli", ne esiste una tipica versione alla zuccata, una confettura realizzata con la zucca e condita con scorze di agrumi. Tradizionalmente preparato durante le festività di Ognissanti viene regalato ai bimbi, come dono dai parenti defunti per essere stati buoni durante l'anno. Saluti Alberto12 punti
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Carissimi amici e colleghi, siamo ormai al crepuscolo dell'estate e già si avverte quella fragranza briosa tipica delle prime aste autunnali. A pochi giorni dal genetliaco del Napoleone, ho il piacere di mostrarvi una lira del Regno d'Italia. Pur trattandosi di una moneta relativamente comune, non è affatto semplice da reperire in alta conservazione, con i rilievi integri ed un lustro ancora ben intatto. Piccola nota dolente quei leggeri hairlines che si possono osservare al dritto. Ad ogni modo, è un esemplare che, pur con le sue piccole imperfezioni, mi soddisfa. Mi auguro che sia di vostro gradimento.12 punti
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Trovo interessanti queste considerazioni da un punto di vista delle scelte collezionistiche, in effetti anch'io sono molto legato alla storia e ai suoi riferimenti e per me collezionare sarebbe impossibile senza addentrarmi continuamente nei contesti storici in cui le monete hanno "vissuto", di conseguenza ho anch'io le mie simpatie e antipatie correlate a determinate figure e periodi storici e alle relative monete prodotte... purtroppo addentrandomi sempre più a fondo nei meandri storici di ogni epoca e luogo ho dovuto ahimè constatare un fatto già espresso in un post precedente, che cioè sostanzialmente tutte le monete grondano sangue, anche solo considerando la loro fase costitutiva... quanti popoli e comunità sono stati schiavizzati e sfruttati nelle miniere, in condizioni terribili, al fine di estrarre i metalli preziosi per coniare monete, e quante popolazioni sono state massacrate e sterminate al fine di impadronirsi di quelle miniere... se ho in mano un bel pezzo da otto messicano o peruviano, posso immaginare le tante avventure, i viaggi e i commerci mondiali in cui questa tipologia monetaria fu assoluta protagonista, ma al contempo non si può non essere consci delle atrocità che subirono i popoli indigeni del Messico e del Perù per arrivare a coniare quelle monete in quantità colossali... pure le ancor più famose sovrane d'oro britanniche grondano sangue, basti pensare alle miniere dell'Australia e del Sudafrica il cui oro fu fondamentale per la loro coniazione e quale fu il prezzo che dovettero pagare le popolazioni locali, le guerre feroci e brutali che vennero combattute (quella anglo-boera fu sostanzialmente una guerra per l'oro del Transvaal, all'epoca le miniere aurifere più ricche al mondo)... Insomma, come è già stato detto, se guardiamo troppo nell'abisso di oscurità da cui purtroppo le monete provengono, diventa molto più complicato collezionarle con animo leggero e sognante, ma ,in definitiva, compito del collezionista dotato di coscienza e passione storica, è quello di espandere questa coscienza, diffonderla, divulgarla il più possibile, anche con l'aiuto delle monete delle epoche passate... Per quanto riguarda il re numismatico, concordo sul fatto che sarebbe stato molto meglio per tutti se fosse rimasto solo un principe numismatico...12 punti
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Con grande soddisfazione annuncio che è in stampa il quarto ed ultimo volume della serie "The coins of Tarentum", al quale ho avuto il piacere di contribuire anch’io. Gli argomenti trattati sono molteplici: dall’analisi degli aspetti tipologici a considerazioni di carattere tecnico, epigrafico fino a questioni cronologiche. E’ presente inoltre un saggio a mia firma sulle riconiazioni operate da Poseidonia tra VI e V secolo a.C. Il volume sarà disponibile a partire dal prossimo mese di settembre.12 punti
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Buonasera Forumisti la serie dei mezzi scudi di Vittorio Amedeo III è una serie lunga vent’anni e secondo il mio modesto parere, decisamente affascinante. Mentre il massimale maggiore è veramente difficile da reperire, soprattutto in elevata qualità (e’ di fatto un monotipo, si conosce infatti solo la data 1773, anche se viene citato da alcuni autori anche il millesimo 1776, ma mai apparso e probabilmente inesistente), il mezzo scudo è molto più facile da trovarsi, in particolare per le annate più comuni. Lo scudo invece è rarissimo (R3), molto probabilmente perché l’elevato valore nominale dell’epoca ne fece un esperimento non riuscito se destinato alla circolazione. Dei mezzi scudi posseggo cinque millesimi in collezione ed è molto interessante notare come l’iconografia in vent’anni non sia mai cambiata ed è molto connotata nel periodo storico in cui ha circolato, evocando immagini decisamente settecentesche, sia nel profilo del regnante (capigliatura e abbigliamento) al diritto che nello stemma sabaudo al rovescio. Come per tutti i Savoia antichi reperire la massima conservazione di questa monetazione e’ estremamente difficile. Da tempo in collezione, presento stasera a Voi un esemplare del primissimo anno di coniazione, il 1773, in elevata qualità (periziata FDC) e con attraente patina riposata da monetiere. Personalmente non ho mai visto esemplari superiori a questo, tanto è vero che la giudico R3 e non R2 come tutti i cataloghi proprio per la conservazione. Grazie dell’attenzione e un affettuoso saluto a tutti12 punti
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Salve a tutti. Volevo segnalare la recentissima uscita del mio ultimo saggio storico-numismatico dal titolo «Moneta que tunc per ista civitate andaberis»: zecca ed economia monetaria a Napoli nel XII secolo, pubblicato in «Archivio Storico per le Province Napoletane» CXLII (2024), pp. 7-28. Si tratta di un saggio scientifico che, partendo dalla lettura di un precedente studio sull’argomento, «ha portato ad una nuova e più puntuale interpretazione della documentazione scritta e numismatica della Napoli normanna» (dall’abstract), finendo per fare – per così dire – un po’ d’ordine tra le varie conoscenze, soprattutto di ambito numismatico, di cui attualmente disponiamo e per delineare un più corretto quadro del circolante nel Ducato napoletano in un periodo piuttosto travagliato e di difficile trattazione. Ci troviamo, infatti, a cavallo tra la fine del periodo dell’indipendenza politica di Napoli e la sua contestuale annessione al resto del neonato Regno di Sicilia con Ruggero II (1130-1154). Qui il link: (3) Raffaele Iula, "«Moneta que tunc per ista civitate andaberis»: zecca ed economia monetaria a Napoli nel XII secolo", in «Archivio Storico per le Province Napoletane» CXLII (2024), pp. 7-28. | Raffaele Iula - Academia.edu Buona lettura!12 punti
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Ciao a tutti, oggi vorrei condividere con voi una delle prime aggiunte del nuovo anno, una moneta che volevo già da un po' ma per un motivo o per l'altro non avevo ancora avuto occasione di prendere. Si tratta di un bellissimo denario della Gens Pompeia che, a parte il meraviglioso ritratto di Roma al dritto che considero un bonus non da poco, al rovescio presenta una raffigurazione spettacolare del mito della Fondazione di Roma, non mi dilungo sul quest'ultimo perché immagino non ci sia molto da aggiungere a quello che tutti già sanno. Un ulteriore "bonus" è dato dal fatto che la moneta appartiene alla Gens di Pompeo Magno e quindi posso anche spuntare una casella dalla mia lista di Gens dei protagonisti della storia repubblicana. Tornando al rovescio in questione vi sono raffigurati la lupa mentre allatta i gemelli. Dietro abbiamo il pastore Faustulus che si appoggia ad un bastone mentre tende una mano verso il ficus ruminalis sul quale si trovano 3 uccellini, uno forse è un picchio? Di solito a quanto so è quello che viene raffigurato sul ficus. Non capisco bene il gesto di Faustulus, se sta semplicemente tendendo la mano verso il ficus, se ha un fico fra le mani o se magari a qualcosa a che vedere con l'uccellino sul ramo. Mi entusiasmano tantissimo i dettagli, come la veste del pastore, le costole (?) visibili sul corpo della lupa e tutta la scena in generale, impressionante come (lo diciamo spesso) una rappresentazione così dettagliata stia su un tondello così piccolo, non credo sia stato semplice come semplice non è stato coniarle visto che non è sempre facile trovarne una con la raffigurazione o la legenda complete. Nello scegliere l'esemplare da aggiungere in collezione ho dato priorità alla rappresentazione del rovescio, sono estremamente soddisfatto della mia scelta e della moneta in generale perché come dicevo anche prima, non è assolutamente trascurabile neanche la qualità del dritto, ci tengo anche a ringraziare il numismatico (di solito uso venditore ma anche se è pure quello chiaramente non mi sembra che la parola descriva ciò che questa persona significa per me e per la mia passione) che mi ha aiutato nella scelta con la consueta competenza e affidabilità. Veniamo quindi alla moneta: Gens Pompeia-Sex. Pompeius, Denario, Roma, 137 a.C., Crawford 235/1b 4.04g X 18mm, Argento D/ Testa di Roma con elmo attico alato; davanti, X; dietro, una brocca. R/ FOSTLVS - SEX PMO / ROMA; il pastore Faustulus che guarda la lupa che allatta i gemelli; dietro, il ficus ruminalis. Ringrazio tutti per l'attenzione, alle prossime, Matteo11 punti
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devo dire che il 2024 mi ha permesso di far entrare in collezione diverse monete interessanti, per non far torto ai miei due filoni principali sceglieri queste due: un bel 10 Soldi del 1794 di Genova e un Sixpence del 1563 di Elisabetta I (fra le prime monete inglesi al torchio)11 punti
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Ho il piacere di annunciare l’uscita del libro “Davide Calandra - I segreti della Quadriga”. È la prima pubblicazione che porta la firma del nostro @Andrea imperatore, a cui vanno i miei più sentiti complimenti e ringraziamenti per avermi concesso l’onore di riceverne una copia fresca di stampa direttamente dalle sue mani. Come da titolo, il libro si concentra sulla genesi di quella che da molti è ritenuta essere (a ragione, a mio parere!) la moneta più bella mai coniata sotto il Regno d’Italia: la tipologia “dell’Italia su quadriga”. Dopo un’introduzione sullo scultore e le altre figure di spicco che hanno avuto un ruolo chiave nella realizzazione di questa opera d’arte monetale, il libro illustra fotografie mai pubblicate prima (e davvero impressionanti, anche grazie al formato del libro) dei bozzetti in gesso realizzati direttamente dalle mani del Calandra. Vengono poi illustrate e descritte minuziosamente le matrici in bronzo (fotografie che per la prima volta evidenziano sia l’imponenza che la bellezza di queste realizzazioni) nonché tutte quelle molteplici prove che culmineranno con quel capolavoro che tutti conosciamo: il conio della serie Quadriga Briosa. Molto istruttiva è la parte intitolata “l’arte del bronzo”, che attraverso la spiegazione di nozioni nell’ambito della realizzazione di modelli per la fusione di monete e medaglie, ci permette di farci un’idea delle problematiche tecniche con cui dovettero confrontarsi i modellisti e gli incisori di quel tempo. La conclusione invece cerca di fare il punto della situazione sulla coniazione dello Scudo Quadriga e sull’effettivo ruolo di moneta; dati alla mano infatti, emergono informazioni discordanti che lasciano ancora molti interrogativi. Formato: 30x30cm, 90 pagine a colori11 punti
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Come scritto diverse volte, la numismatica è collegata con la storia, quindi collezionare monete significa anche rispettare questa, bella o brutta che sia. Con lo stesso ragionamento non dovremo collezionare le monete statunitensi visto che hanno "eliminato" il popolo più bello della Terra. Se dovessimo riprendere tutti gli eventi storici negativi, ci rimarrebbero i tappi da collezionare. 😅11 punti
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Ciao ragazzi da anni volevo migliorare questa moneta presente in collezione, come si dice delle raccolte prestigiose, 😁, in conservazione “che era solo BB+”. Non è il top certamente ma il qFDC indicato dalla casa d’aste San Martino a mio parere può starci. Mi è piaciuta la patinatura al R. E il rapporto qualità/prezzo, trattandosi di uno dei due esemplari andati invenduti alla base, mi è sembrato decoroso. Per un po’ non cercherò di migliorarla ulteriormente per raggiungere il massimo di conservazione anche perché onestamente tirar fuori i tremila euro che il FDC65 richiede un pochino mi disturba. ☺️ Buona serata a tutti11 punti
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