Vai al contenuto

Classifica

  1. Ptr79

    Ptr79

    Utente Storico


    • Punti

      62

    • Numero contenuti

      1833


  2. Scudo1901

    Scudo1901

    Utente Storico


    • Punti

      61

    • Numero contenuti

      8188


  3. Oppiano

    Oppiano

    Utente Storico


    • Punti

      37

    • Numero contenuti

      7962


  4. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      24

    • Numero contenuti

      23734


Contenuti più popolari

I contenuti con la più alta reputazione dal 04/21/25 in tutte le aree

  1. Buongiorno come promesso condivido la seconda acquisizione tra gli invenduti della Nomisma 72 con foto sempre tratte direttamente dal sito dell’asta in quanto anche questo esemplare è inscatolato (orrore! 😁🤣🤣). L’attuale momento di mercato delle prove di Vittorio Emanuele III è estremamente favorevole per chi desideri inserire in collezione questi rarissimi oggetti del desiderio perché non è particolarmente di moda. Questo fenomeno possiamo senza dubbio definirlo ciclico e riguarda oggi anche le emissioni per numismatici. La mancanza di potenziali acquirenti interessati fa sì che oggi rimangano spesso al palo a prezzi assai interessanti come è avvenuto per questo superbo esemplare, il migliore mai visto, vantando un MS 66+. In mano oltretutto ha una lucentezza incredibilmente vivace, che le immagini di Nomisma non consentono di apprezzare appieno ed è veramente privo di difetti o graffietti. Il Littore è una delle monete del Re Numismatico che vanta, oltre che una straordinaria bellezza, anche il maggior numero di prove, forse più di tutte. Oltre alla prova “classica” (che possiedo), alla “prova di stampa”, che è questa (la meno rara) ora entrata in raccolta, ci sono anche le introvabili “prova circolare”, la “prova grezza di macchina” e la “prova senza ritocco”, anche quest’ultima in collezione. Poi, stranamente, anche la data 1928 ha la sua brava prova, stavolta “orizzontale”. Cosa tutto sommato abbastanza strana perché segue la regolare emissione del 1927-VI per cui non se ne comprende la motivazione. Con questa acquisizione e sono arrivato a quattro Littori del 1927 con anno V: (1) la versione normale, che non può definirsi una prova, e che malgrado la rarità si trova tutto sommato abbastanza facilmente pur avendo una emissione dichiarata di 100 esemplari, tiratura che infatti molti mettono in dubbio, (2) la prova classica, orizzontale, (3) la prova di stampa e (4) la prova senza ritocco. Ora mi metto a caccia della grezza di macchina e della prova circolare, impresa non semplice, ma non impossibile.
    9 punti
  2. A costo di perderci non faro‘ slabbare una sola moneta. E‘ una questione di coerenza e dignità collezionistica - emula della tradizione dei grandi collezionisti passati. Non intendo cedere a futuli mode e mia moglie sara‘ contenta con quello che ricevera‘ . Sara‘ forse un po‘ meno ma almeno nelle foto dell’eventuale catalogo non si vedranno quelle orrende alette bianche ( le ali degli angeli) ai quattro lati di ogni moneta😁
    8 punti
  3. Una delle mie preferite in assoluto 20 lire 1905
    8 punti
  4. Buona giornata e buon 25 Aprile Come ogni anno arriva questa ricorrenza ed è una diatriba tra le varie componenti politiche per intestarsela: è più mia; no è più mia .... Io sono figlio di un partigiano; mio papà allora diciassettenne, accompagnava suo padre che portava gli antifascisti da Cremona nella Val di Susa, per transitare poi in Francia. Mio papà c'è ancora, ha compiuto il gennaio scorso 99 anni e mi domando quanti altri partigiani "veri" ci sono ancora. Mah, forse lo saprà l'ANPI, 10, 20, 100? Considerato che mio papà non è iscritto a questa associazione. In ogni caso dico: viva la festa della liberazione e viva la festa di San Marco che, oggi, gli amici veneziani festeggiano. Durante la Serenissima, questo era un giorno di gran festa; piazza San Marco era tutta addobbata ed il popolo poteva accompagnare il doge che presenziava ad una processione, una delle sue tipiche e ricorrenti "andate", alla quale partecipavano tutte le maggiori figure istituzionali, gli ambasciatori, i rappresentanti delle arti e dei mestieri, nonchè quelli delle scuole di carità insieme al patriarca ed al clero. Sempre in questo giorno, c'era l'usanza (che si rispetta anche oggi) per gli uomini, di regalare un bocciolo di rosa rossa alla propria madre o moglie, o fidanzata. E' il bocciolo di San Marco (bòcolo de San Marco). Auguri con la musica San Marco del Rondò Veneziano! luciano
    7 punti
  5. Le motivazioni per comprare e collezionare monete sono molteplici. Di solito si parte perchè una moneta ci colpisce in modo particolare. E non deve essere per forza un capolavoro o una rarità esimia. A me è successo con un 10 centesimi di Umberto I e anche bruttino. E tutte le motivazioni vanno bene. Poi c'è chi, oltre all'aspetto esteriore della moneta si incuriosisce e vuole sapere di più. Magari si dedica a una piccola zecca poco studiata e scopre cose nuove. Sinceramente non mi dispiace la difesa ad oltranza di @Scudo1901 dello slab, perchè dietro vedo passione e motivazioni che comunque possono essere giuste. Personalmente ho trovato interessante ed istuttivo il confronto. E ognuno di noi potrà trarre le proprie conclusioni. Arka # slow numismatics
    7 punti
  6. A me riesce francamente incomprensibile questa dicotomia, che sta diventando acerrima rivalità, almeno in questo nostro contesto, tra il profilo commerciale della Numismatica e quello culturale, di scienza o di passione. I due piani hanno, e da molto tempo, da secoli, convissuto. Una moneta inscatolata rovinerebbe la Numismatica? Ne snaturerebbe l'aspetto collezionistico, di conoscenza o di approfondimento? A mio modesto parere (pochi qui stanno usando questa locuzione, ma deve essere un mio limite) un "business" come è stato definito quello degli slab può sì portare forse a delle forzature di mercato, ma perché mai una scatoletta dovrebbe mettere a repentaglio un bagaglio inestimabile di conoscenze, di storia, di arte e di cultura? Forse impedisce a un potenziale acquirente di approfondire, studiare, documentarsi, condividere con altri il proprio acquisto, così tante volte frutto di sacrifici? Confesso con modestia la mia incapacità a capirlo e mi incupisco se penso che a volte il radicalismo più spinto viene proprio da coloro che dovrebbero stemperarlo. Senza alcuna polemica né personalizzazione naturalmente (aspetti che onestamente non mi interessano), è solo una mia modesta opinione che ha il valore che ha.
    7 punti
  7. Buongiorno a tutti!! Finalmente ho sottomano l’ultima moneta acquistata all’ asta di Nomisma (Lotto 1059 - ALBANIA Zogu (1925-1939) 5 Franga 1926). Vi posto alcune foto (le prime due sone quelle di Nomisma), la moneta è periziata e sigillata SPL/FDC da C. Bobba. Avevo deciso di toglierla dalla bustina ma adesso che la vedo sono molto in bilico, mi piace anche la perizia che è del 1977 (figurarsi che all’epoca veniva stimata 250,000 lire). Voi al posto mio che fareste? Grazie in anticipo per ogni suggerimento ed’ opinione.
    6 punti
  8. È lo slab che non ha nulla a vedere con la Numismatica. È un mezzo per rassicurare chi le monete non le conosce. Invece, secondo me, la Numismatica è conoscenza, studio, passione... Anzi lo slab impedisce in parte questo, perchè non si può tenere la moneta in mano, pesarla, tastarla... No, lo slab con la Numismatica non ci azzecca... Arka # liberate le monete 😡
    6 punti
  9. Ho avuto il privilegio si poter visionare in anteprima il Manuale e posso testimoniare che la nuova edizione, rispetto alla precedente - oltre ad avere una veste grafica migliore - non si limita ad aggiornare quella del 2018 con l'aggiunta di varianti e l'aggiornamento delle valutazioni, ma costituisce un rinnovamento radicale: un vero passo in avanti. È possibile apprezzare una lunga parte introduttiva dedicata alla zecca e ai suoi lavoranti con la trascrizione dei documenti normativi dell'epoca. Inoltre viene riportato il sistema monetario e pondometrico allora vigente. Una delle tante novità, spesso trascurata dagli studi numismatici, sono le descrizioni dei tagli per ogni singola moneta, nonché numerose notizie storiche e numismatiche. Ci sarebbe molto da scrivere, ma non posso che consigliarne caldamente l'acquisto. Allego alcune pagine
    6 punti
  10. Cari Forumisti una delle due nuove acquisizioni in collezione, provenienti dall’asta 72 di Nomisma dei giorni scorsi, quella meno importante, e’ il lotto 738. Si tratta del miglior esemplare mai apparso di un millesimo rarissimo di mezzo scudo di Vittorio Amedeo III, il 1791 (R3). Sono monete obiettivamente tutto sommato di nicchia, quasi da amatori, anche se abbastanza ricercate da chi raccoglie gli argenti dei Savoia antichi. Fatto sta che è rimasto inopinatamente al palo per mancanza di acquirenti (post-asta sono venuto a conoscenza che aveva ricevuto una offerta ben superiore alla base da un importante collezionista statunitense, poi ritirata dopo il 2 aprile per le note ragioni trumpiane), per cui non potevo lasciarmelo sfuggire visto che li raccolgo per data e ne posseggo già altre 4 (1773, 1788, 1792 e 1793), tutte in condizioni tra qFDC e FDC (le altre conservazioni non le considero, a meno che non si tratti della sola data R4, il 1785, dove per forza scendo allo SPL, e che sto trattando privatamente). Le immagini qui proposte sono quelle della Casa d’Aste perché, come scrivevo in altra circostanza, non libero più le monete inscatolate dagli slab per cui non riuscirei assolutamente e in nessuna circostanza a fare di meglio. Questo esemplare vanta una classificazione di MS61 (SPL-FDC/qFDC) e in tanti anni di pazienti ricerche non ho mai reperito un esemplare migliore di questo difficilissimo millesimo. Buona settimana a tutti
    6 punti
  11. Christian Gobrecht Il terzo Chief-engraver della US Mint è anche quello rimasto in carica meno a lungo, tre anni e sette mesi, dal 21 dicembre 1840 al 23 luglio 1844, giorno della sua morte. Era nato nel 1785, il 23 dicembre, a Hanover, Pennsylvania, dal reverendo John C. Gobrecht, giunto in America dalla Germania trent'anni prima, e da Elizabeth Sands. Dopo aver svolto l'apprendistato presso un orologiaio a Manheim, sempre in Pennsylvania, divenne incisore di meccanismi ornamentali per orologi a Baltimora. Nel 1811 si trasferì a Philadelphia, e nel 1816 entrò a far parte della prestigiosa ditta di incisione di banconote Murray, Draper, Fairman and Company, dove le sue capacità di incisore attirarono l'attenzione del direttore della Zecca Robert Patterson. Esiste documentazione che dimostra che Gobrecht lavorò per la Zecca già nel 1823, subito dopo la morte del primo incisore-capo Robert Scot. Si trattò solo di un incarico temporaneo, nel 1824 invece fu assunto come appaltatore esterno e si occupò della fornitura di punzoni per lettere e numeri. Nel 1825, il direttore della Zecca Samuel Moore cercò di assicurarsi Gobrecht come assistente incisore, ma Gobrecht si candidò invece per la posizione di incisore-capo, rivolgendosi direttamente al presidente James Monroe. Non ebbe successo, gli venne preferito William Kneass, tuttavia, mantenne un ottimo rapporto di lavoro con la Zecca mentre proseguiva la propria carriera di incisore indipendente. Nel 1835, dopo che un ictus aveva menomato gravemente Kneass, Moore cercò nuovamente di coinvolgere Gobrecht, non più come semplice assistente ma "secondo incisore", e Gobrecht accettò. Da allora in poi, anche se Kneass mantenne la carica principale, la maggior parte dei lavori di modellazione e coniazione furono eseguiti da Gobrecht. Che fu incisore davvero prolifico, mettendo mano a tutte le tipologie monetarie, dagli half cents alle eagles. E le sue monete, anche se con alcune modifiche apportate da altri dopo la sua morte, circolarono per buona parte del secolo, quelle d'oro addirittura fino ai primi anni del successivo. E di quest'ultime ci occuperemo nel dettaglio a partire dal prossimo post, mentre qui mostriamo la seconda tipologia di Gobrecht dollar, coniata nel 1838 e 1839. (foto da Heritage Auctions, conservazione stimata da NGC PR64) Le stelle ora compaiono al dritto, e sono le classiche 13, mentre dalla base di Liberty è sparita la firma dell'incisore. Al rovescio il campo della moneta resta vuoto, e la posizione dell'aquila è cambiata, non vola più verso l'alto ma in orizzontale: un disegno che sarà replicato da Longacre per il suo centesimo del 1856 (vedi post #27). petronius
    6 punti
  12. Pgennig. Augsburg. Johann II. 1486 -1505. Testa mitrata del vescovo. Sull'altro lato MB in nesso
    6 punti
  13. Gentilissimi Amici buongiorno. Oggi condivido con Voi un antoniniano di Valeriano I della mia collezione che adoro particolarmente per il ritratto dell'imperatore. Personalmente ritengo che il maestro incisore sia stato particolarmente efficace nel riprodurre il volto di Valeriano I . Mi piacerebbe sapere il Vostro giudizio. Porgo cordiali saluti a tutti Voi e posto le foto della moneta. Mario
    5 punti
  14. Il succo della questione è tutto qui. Numismaticamente parlando è un sistema valutativo precario e discutibile, cosa su cui concordo pienamente. Se ne è parlato diffusamente nelle tante discussioni succedutesi qui sul forum. Quindi taglio corto. Commercialmente, però, è una gran trovata, dal momento che il mercato lo sta premiando. Tutto il mondo guarda il "numerino" e paga se questo è più alto di un altro. Ideale geniale! C'è poco da dire a questo riguardo, se non fare complimenti agli inventori perchè hanno ideato quello che "la massa" voleva. Anche qui taglio corto perchè all'atto pratico, triste a dirsi, è così. Perdonami ma mi sembra un'opinione estremamente di parte che non tiene conto di importanti variabili e realtà economiche, questioni importanti con cui qualsiasi Collezionista è costretto a confrontarsi visto che il denaro, che nessuno regala, è fondamentale se si ricercano esemplari di grande qualità. Essendo io perfettamente capace di valutare la qualità delle monete autonomamente, non mi sento meno collezionista di un altro se scelgo di mantenere la moneta slabbata perchè voglio tutelare il mio acquisto dal punto di vista commerciale (specialmente se l'ho pagato fior di quattrini e il grading assegnato è anche generoso!). Del "numerino" non mi interessa nulla, ma dei soldi che ci stanno dietro (cioè che ho sborsato) si, eccome, visto che il denaro me lo sudo! E anche se del "numerino" non mi interessa nulla, so per certo che un eventuale regrading sarebbe una via dispendiosa in termini di tempo e di ulteriore denaro, quindi, ben venga un eventuale "numerino" alto dello slab se la moneta ivi contenuta, oltre che molto molto bella, è anche costata tanto. In virtù di queste considerazioni, che credo essere onestamente equilibrate e concrete, credo sia pacifico che ognuno deve sentirsi libero di gestire le proprie risorse (ovvero, aprire o meno uno slab) come meglio crede, e questo senza sentirsi meno collezionista di un altro. Con questo non voglio entrare in polemica con la tua affermazione, lo preciso, ma solo provare a mettere fine a questa "infinita crociata" contro un metodo valutativo che ormai è una consolidata realtà a livello mondiale, che, volente o nolente, esiste e per questo va "accettato" (ripeto, come realtà, perchè nessuno viene obbligato ad avvalersene). Preciso infine che non parlo da investitore, come potrei essere facilmente etichettato, ma da ex collezionista che ha investito delle risorse importanti in pezzi di grande qualità, e che all'atto della vendita della mia collezione ho preferito comunque non avvalermene esclusivamente per evitare lungaggini temporali e un ulteriore aggravio di spese (perchè le monete le avevo ben pagate). Sono stato fortunato che il mercato mi abbia comunque premiato, ma, francamente, se avessi potuto far slabbare le monete lo avrei fatto. Si, e non mi vergogno a dirlo ne mi sento meno collezionista di chi invece aprirebbe lo slab come fosse il maligno; per me il denaro investito è importante perchè non sono ricco, me lo sudo e mi serve per vivere. Siamo d'accordo, ma non vedo questo cosa c'entri con lo slab. Il giudizio (sarebbe meglio parlare di parere, perchè non si può definire tale la striminzita descrizione e il risicatissimo "numerino" sul cartellino dello slab) lo troviamo da ogni parte: nelle descrizioni delle aste, nei cartellini delle imbullettature... nelle "perizie" fotografiche... Che facciamo, ci mettiamo a puntualizzare sempre e comunque? Ti pigli quanto scritto e poi la giudichi da te. Lo slab è ormai una realtà, che, per certi versi, "tutela" e premia la qualità. A me non piace, e avrei anche preparato uno scritto comparativo con il sistema peritale che sto cercando di approntare. Non mi sono avvalso di questo metodo, ma non per questo lo demonizzo, perdonatemi, così come viene fatto da alcuni Numismatici che, non dico dovrebbero lodarlo, ma accettarlo come un'altra realtà commerciale così come lo sono le ridicole imbullettature nostrane (spesso ancora chiamate perizie...) che a leggere certi pareri scritti sopra non sai se ridere o piangere. Sempre con stima e rispetto Fabrizio
    5 punti
  15. L’uomo più ricco d’America aveva un segreto profondo. Prima di diventare il più grande filantropo del mondo, Andrew Carnegie era un povero ragazzo immigrato che scoprì il potere dei libri grazie alla biblioteca privata del colonnello James Anderson. Ogni sabato, Anderson apriva la sua collezione personale ai ragazzi lavoratori, cambiando per sempre la vita del giovane Carnegie. Decenni dopo, Carnegie non dimenticò mai quel gesto. Dopo aver accumulato la più grande fortuna del mondo (quasi 400 miliardi di dollari attualizzati), decise di donarne il 90%. La sua missione? Costruire biblioteche pubbliche gratuite in tutto il mondo anglofono. Tra il 1883 e il 1929, Carnegie finanziò la costruzione di oltre 2.500 biblioteche. Ma non si trattava solo di beneficenza: chiedeva a ogni comunità di impegnarsi a sostenere economicamente la biblioteca attraverso fondi pubblici, garantendone così la sopravvivenza anche dopo la sua morte. L’impatto fu rivoluzionario. Le biblioteche Carnegie divennero centri culturali e intellettuali che trasformarono milioni di vite — proprio come la biblioteca del colonnello Anderson aveva trasformato la sua. Molti di quegli splendidi edifici sono ancora attivi oggi, veri e propri monumenti al potere della conoscenza e della gratitudine. Fonti: archivi della Carnegie Institution, Free Library di Philadelphia, autobiografia di Andrew Carnegie. odjob
    5 punti
  16. La tipologia di questa moneta “anonima” per la città di Venezia e tutto il dominio ha già formato oggetto di ampie e numerose discussioni all’interno del Forum. Si tratta di una moneta “comune”, già considerata tale dal Papadopoli. Entrò in scena con una Legge del 1571, precisamente del 5 gennaio 1571. Leggiamo dalla Treccani (1934) a firma dello storico e noto numismatico italiano, Giuseppe Castellani (morto nel 1938) -che ebbe l’onore, alla morte del Conte Papadopoli, di compilare il catalogo della Collezione Papadopoli donata al Museo Correr, e pubblicato nel 1925 col titolo di “Catalogo della raccolta Papadopoli Aldobrandini"- che il “5 gennaio 1571 la repubblica di Venezia, per affrettare la coniazione delle specie minute di cui c'era urgente bisogno, autorizzò l'emissione di una moneta d'argento da 10 gazzette o 20 soldi al titolo inferiore di 478/1000 e del peso di gr. 8,28. La nuova lira di peso e diametro maggiore di quelle allora correnti venne subito qualificata con l'accrescitivo lirone. Essa è anonima e porta da un lato il leone in soldo e dall'altro la Giustizia seduta; se ne fecero con la indicazione del valore X e anche 20.” La moneta è in argento ma con un titolo molto basso; praticamente, su mille parti di metallo, 478 sono in argento e 522 di una lega che verosimilmente potrebbe essere di rame (o maggiormente costituita da rame). Il Papadopoli indica: argento, titolo 0.478 (peggio 602), peso grammi 8.28 (grani veneti 160). La descrizione della moneta è conosciuta a tutti. Il Papadopoli descrive 12 esemplari di cui 11 rappresentano delle “varietà” rispetto al tipo n. 263 di riferimento. Il tipo che posto -esemplare del tutto semplice- può essere ricondotto alla fattispecie di cui al tipo-varietà 269 del Papadopoli. Peso e diametro, come riportato dalla Casa d’aste di provenienza, sono: 7,10 grammi (il che farebbe pensare -forse- ad un’operazione di tosatura) e 33 mm. In questo esemplare, come per la variante 266 del Papadopoli stesso, la corona della Giustizia “esce un poco dal circolo” di perline. Circolo di perline che non si arresta esattamente alla linea d’esergo del R/ (come indica il Papadopoli) ma prima, all’altezza delle zampe dei due leoni. Oltre alla bella chioma a boccoli della Giustizia che, spesso, è consunta, notiamo le due “stelle” costituite da sei raggi alla destra e sinistra del numerale X. Papadopoli tiene a precisare, al riguardo, che qualche volta “le stelle di 6 raggi mancano di una punta”. Ma come andrebbe letta la legenda del R/? IVSTITIAM DILIGITE (come parrebbe indicare il Papadopoli) o DILIGITE IVSTITIAM (come parrebbe indicare anche se noi seguissimo la lettura della legenda del D/, quindi in senso orario partendo dall’alto)? In proposito, si ritiene che la legenda del R/ faccia riferimento alla locuzione latina “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”, che tradotta letteralmente, significherebbe “amate la giustizia, voi che siete giudici in terra”. Parole con cui inizia il libro della Sapienza, attribuito a Salomone, e che rappresenterebbe un monito divino e universale ai governanti dei popoli. Come sopra detto, la moneta godeva della veste legale in funzione della legge 5/1/1571. Siamo in un momento particolare per la Serenissima. I primi anni del dogato di Alvise Mocenigo (1570-1577) si caratterizzavano ancora per la necessità di cercare i denari per sorreggere le guerre. Tali necessità indussero i Reggitori della Repubblica a cercare tali risorse finanziarie nel “posto” più facile, ovvero tra i cittadini. Furono autorizzate, pertanto, operazioni di prestito dai cittadini a condizioni onerose, autorizzando quindi i Provveditori ad acquistare, ad esempio, sino a 10.000 marche d’argento con le quali stampare “gazzette” e “soldini” di stampo nuovo. E’ in questo contesto che i Provveditori, con la legge di cui sopra, furono autorizzati a coniare con gli argenti che si trovavano in Zecca monete da dieci gazzette della stessa lega delle gazzette e con la cifra X, per quella somma che “crederanno conveniente, e ciò per poter stampare maggiore quantità di metallo di quanto si faceva” (cfr. Papadopoli). A tal riguardo, di seguito, il Documento CCLV conservato presso l’Archivio di Stato e datato MDLXX V januarij. Molti lo sanno, ma è sempre utile ricordare il More Veneto proprio leggendo il Documento proposto. Il termine more veneto (abbreviato in m.v.) indica la presentazione di una data secondo il calendario vigente nell'antica Repubblica di Venezia Per evitare fraintendimenti le date dei documenti venivano affiancate dalla dicitura latina more veneto, ossia "secondo l'uso veneto": in tal modo, ad esempio, la data 5 gennaio 1570 (MDLXX) more veneto corrispondeva alla data generale 5 gennaio 1571. Vi è da sottolineare, però, che l’uso della datazione more veneto era ristretta ai documenti pubblici delle autorità veneziane con sede nella Dominante e nel Dominio, e delle autorità locali site nel Dogado, mentre i documenti ecclesiastici, quelli delle autorità suddite come ad esempio le città e i comuni di Terraferma, e i documenti privati anche redatti a Venezia seguivano lo stile comune con inizio dell'anno il 1º gennaio o lo stile "a nativitate" con inizio dell'anno il 25 dicembre. Le ultime datazioni more veneto si riferiscono al gennaio e febbraio 1796 m.v., 1797 secondo lo stile comune; il calendario alla veneta fu abbandonato con la caduta della Repubblica. A parte questa digressione, merita di essere ulteriormente evidenziato l’uso del termine Lirone e Lirazza. A tal riguardo, ci aiuta Angelo Zon, grande storico veneziano e numismatico, e ripreso dal Papadopoli. Pare, quindi, che il “pezzo” fu detto lirone “ed infatti così esso si trova indicato in molti documenti”. Nel contempo, il pezzo è chiamato anche lirazza, soprattutto “in quelli meno antichi”. Da ultimo, possiamo concludere che tutte queste monete con bassa lega, come altri similari, rimasero in circolazione fino al 1722 quando furono sostituite da altri pezzi con un titolo di argento ancora inferiore. Ma tutte queste monete presentavano in sé un comune denominatore, ossia che “venivano coniate ogni qual volta difficoltà monetarie facevano sentire il bisogno di moneta spicciola che non uscisse dallo Stato” (cfr. Papadopoli). Fenomeno che, inevitabilmente, come è stato ben sottolineato, faceva conseguire un rialzo nel prezzo delle migliori monete d’oro e d’argento. Domenico
    5 punti
  17. Sono lieto di arricchire questa splendida carrellata con una piastra di Francesco de' Medici, recentemente entrata nella mia collezione.
    4 punti
  18. E' ovviamente un'immagine creata con l'IA (accidenti a chi la usa...), proveniente fra l'altro da un annuncio su ebay, non fosse altro che è piena di errori: oltre alle stelle in numero inferiore, feud non è una parola francese (si dice fief), c'è la congiunzione Y in spagnolo e il feudo si chiama Baux non Bax... A che pro postare simili immagini, solo per credere di essere fighi a postare per primi? Bah... Non male come primo post: meteora...
    4 punti
  19. Ciao Marco e benvenuto sul forum Premetto subito che l'argomento patina è molto vasto e complesso (hai cominciato alla grande! ); ad alcuni piace avere in collezione monete patinate mentre altri le preferiscono brillanti come appena coniate. La tua Lira presenta la tipica patina disomogenea formatasi in ambiente umido e dopo una (probabile) pulizia. Trattamenti eseguiti sulla moneta infatti pregiudicano sia l'omogeneità della futura patina che anche il suo appeal. Una patina attraente infatti, impreziosisce e valorizza la moneta, ed è anche sinonimo di integrità da trattamenti invasivi e penalizzanti come appunto una pulizia. Per darti un'idea ti allego la foto di un mio vecchio esemplare da 2 Lire, con fondi lucenti e una patina omogenea di vecchia collezione.
    4 punti
  20. Direi che sei partito male,molto male... @CdC
    4 punti
  21. DE GREGE EPICURI Concordo, ritratto veramente bello. Ma date un'occhiata al settore "Provinciali", dove ultimamente sono usciti molti Valeriani, con una ritrattistica però molto varia, e a volte sorprendente.
    4 punti
  22. Proseguo sempre con la mia città Dritto di un mezzo ducato di Rinaldo d'Este per Modena.
    4 punti
  23. Salve. Condivido il mio Z.N. Mi sembra stesso conio degli altri già pubblicati.
    4 punti
  24. Penso che non sia scritto da nessuna parte che coloro che acquistano presso le Case d’aste (on line o in presenza) e/o dal loro “operatore” di fiducia devono essere per forza dei “Numismatici”. Se io compro da te una preziosa e rara moneta di Aquileia e tu correttamente mi rilasci anche tutta la relativa documentazione (anche a livello di provenienza, etc); mi fornisci praticamente un preciso e circostanziato elaborato peritale di questa moneta che magari rientra in una serie di analoghe per le quali ho fatto degli investimenti anche a titolo di acquisizione di testi. Poi decido di farla slabbare…. Mi dici che colpa commetto? Quale regola “numismatica” infrango se la voglio conservare in quel modo con tutta la documentazione a supporto? Lo slab significa anche censire quell’esemplare e renderlo visibile in tutto il mondo; nessun “operatore” sarebbe in grado. Naturalmente, era solo un esempio. P.S.: Dalla Treccani: numismàtica s. f. [femm. sostantivato dell’agg. numismatico]. – 1. Scienza che studia le monete (e anche le medaglie), nei loro rapporti con la storia, l’arte e l’economia pubblica: n. antica, medievale, moderna. 2. Il collezionismo e il commercio di monete e medaglie.
    4 punti
  25. Buonasera a tutti, Carlino Fidei Defensor Sigle, GR/VP. Maestro di Zecca Germano Ravaschieri Maestro di Prova Vincenzo Porzio D:/PHILIPP°REX°ARAGON°VTR(I). Testa nuda rivolta verso destra, dietro le sigle. R:/Nel campo, in ghirlanda d'alloro annodata, il motto FIDEI/DEFEN/SOR. Sotto marchio. (Non visibile nel mio esemplare). Magliocca 70 pag.125 Grado Rarità R. Come ritratto somiglia di più al Magliocca 73 pag.127 anche se il motto è diversamente frazionato e dovrebbe avere la data sotto al busto. Nel mio esemplare potrebbe esserci stato di tutto visto lo spazio ma a causa della schiacciatura di conio ogni cosa è solo ipotizzabile. Sempre più convinto che le monete bisogna sforzarsi di prenderle leggibili ed integre. Saluti Alberto.
    4 punti
  26. Buonasera, appena arrivato un antoniniano dell’imperatore Marcus Piavonius Victorinus (nelle iscrizioni si trova anche Piavvonius e Piaonius), 271 d.C., Colonia, gr 1,92, mm 19, 12h, RIC 61. Diritto: IMP C VICTORINVS P F AVG. Vittorino, busto verso dx, radiato e corazzato. Rovescio: PROVIDENTIA AUG, la Providentia stante, verso sx, panneggiata, un globo ai piedi, bastone nella mano dx e cornucopia nella sx. Può capitare che un acquisto non sia determinato da un meditato programma di collezione ma dall’incontro casuale con una moneta che sollecita gusti e sensibilità assolutamente personali. In questo caso ho subito apprezzato i lineamenti veloci e chiaroscurati del volto magro e solido, la cui nitidezza contrasta con la stanchezza del rovescio, anch’esso però a modo suo attraente proprio in virtù dei suoi pochi accenni. Sono stato attirato (come sempre) anche dal rilievo di alcune lettere della legenda di diritto, e dalle linee di espansione (poco evidenti in foto) che sembrano far risuonare, ogni volta che le si guarda, il suono metallico del colpo di conio; e ancora dal colore e dall’aspetto della patina...etc... Se poi, a fronte di un costo già modesto, si presenta un’occasione di acquisto ancor più favorevole, ecco spiegato l’imprevisto arrivo di Vittorino, che mi permette naturalmente anche di fissare un primo riferimento collezionistico riguardo le vicende dell’Imperium Galliarum. Da quanto leggo, alcune iniziali emissioni di Vittorino della zecca di Treviri rimandano al volto di Mario, plausibilmente per ignoranza delle reali fattezze del nuovo imperatore, che risultarono invece da subito note agli zecchieri di Colonia. Il volume di aureliani emessi da Vittorino mi sembra di capire sia stato particolarmente notevole e il conio stanco di rovescio una loro caratteristica frequente. Durante il regno di Postumo, Vittorino era stato tribunus praetorianorum, come si ricava dall’epigrafe di un mosaico di Treviri (CIL XIII, 3679): M.Piaonius Victorinus Tribunus Pret[oria]norum (le lettere mancanti si devono ad una riparazione del mosaico). Vittorino risulta poi console con lo stesso Postumo, come testimonia un’epigrafe funeraria (CIL II, 5736): […] do(mino) no/stro) Pos(tumo) / IIII et Vict(rino) co(n)s(ulibus). Secondo l’Historia Augusta, che elenca Vittorino tra i Trenta Tiranni che seguirono alla sconfitta di Valeriano, Postumo lo avrebbe addirittura associato al potere imperiale per fronteggiare Gallieno (HA, I due Gallieni, 7 e I Trenta Tiranni, 6), ma la notizia non appare plausibile per diverse ragioni. Ciò non toglie che Vittorino fosse giunto a svolgere un ruolo di assoluto rilievo al fianco di Postumo. Vittorino salirà al trono con l’appoggio dei reparti di Augusta Trevirorum (Treviri), dopo la breve parabola imperiale dell’ex fabbro Mario, acclamato dalle truppe alle quali aveva concesso il sacco di Magontiatum, il cui divieto era invece costato la vita a Postumo (creatore e per quasi dieci anni efficace guida dell’Imperium Galliarum). Nei suoi due anni scarsi di regno, Vittorino dovette probabilmente subire la riconquista di alcuni territori da parte del generale Giulio Placidiano, inviato di Claudio il Gotico. Riuscì però a concludere vittoriosamente i sette mesi di assedio di Augustodunum Haeduorum (Autun), che si era ribellata in favore di Claudio (il quale però non inviò mai aiuti alla città). Le fonti narrano che Vittorino sarebbe stato infine ucciso da un marito geloso, tale Attitianus. Le stesse fonti, tanto l’Historia Augusta (I Trenta Tiranni, 6) quanto Aurelio Vittore (De Cesaribus, 33,12) ed Eutropio (Breviarium ab Urbe Condita, IX,9,3) insistono sul carattere lussurioso di Vittorino, tale da comprometterne le altrimenti numerose virtù. Contemporaneamente al padre sarebbe stato eliminato anche il figlio, Vittorino il Giovane, da appena un giorno elevato al rango di Cesare. Sarà poi la madre di Vittorino, Vittoria, a guidare l’ascesa di Tetrico (al tempo praeses provinciae della Gallia Aquitania) e del figlio Tetrico II, i quali però, dopo alterne vicende culminanti nella decisiva battaglia apud Catalaunos,nei pressi di Châlons-sur-Marne (274), finiranno prigionieri di Aureliano, ponendo così fine alla secessione delle Gallie. Un saluto e a presto, Lucius LX P.S.Trovo navigando in rete una revisione bibliografica (non so quanto completa) relativa a vari aspetti della monetazione di Vittorino: https://www.forumfw.com/t3634-l-empire-des-gaules-postume-lelien-marius-victorin-tetricus . I contributi presenti sul forum sono come sempre numerosi e preziosi. Tra le molte notizie ricordo la bella serie di aurei con legioni (alcune anche di territori lontani dalle Gallie). C. Oman, in The Legionary Coins of Victorinus, Carausius, and Allectus, 1924, ritiene che si debbano considerare tali serie legionarie più come una forma di propaganda che un’attestazione dell’effettiva presenza nelle Gallie di tutte le legionicitate o di loro vexillationes.
    4 punti
  27. Il Buthan è un paese affascinante e con una particolare anomalia valutaria. Stretto come si trova fra India e Cina deve barcamenarsi fra la prima, un grosso vicino che lo condiziona, e la seconda, un invadente grosso vicino che accampa da decenni rivendicazioni territoriali su alcune zone (a cui nel 2020 se n'è aggiunta all'improvviso un'altra, in un territorio che confina con lo stato indiano di Arunachal Pradesh, a sua volta rivendicato dalla Cina). Benchè il Bhutan oggi non sia più formalmente un protettorato indiano l'India ne condiziona in modo rilevante la politica e l'economia, situazione che viene accettata anche perchè garantisce il sostegno indiano nelle contese con la Cina. La valuta locale è lo ngultrum, legato da cambio fisso alla pari alla rupia indiana. La rupia ha corso legale anche nel Bhutan, con un regolamento particolare: ufficialmente sono ammesse solo le banconote di taglio non superiore a 100 rupie, ma nella prassi di tutti i giorni vengono accettati (a quanto pare non sempre) anche i tagli da 500 e 2000.
    4 punti
  28. L'aquila torna a volare Beh, non proprio per vedere un'altra aquila in volo come quella sul dollaro bisognerà attendere quasi vent'anni, il già citato centesimo di Longacre. Ma tornano a volare le Eagles, le monete d'oro da 10 dollari, dopo ben 34 anni dalla loro ultima apparizione. Le coniazioni di questo nominale riprendono, con 7.200 pezzi, nel 1838, e continueranno con lo stesso disegno ininterrottamente fino al 1907. Ma il disegno che Gobrecht preparò per questa moneta non ha nulla a che spartire col maestoso uccello in volo sul dollaro. Questa aquila ha i piedi ben piantati in terra, come quella di William Kneass già vista sui suoi sottomultipli, da cui differisce in pratica solo per il fatto che le sue ali si estendono da un bordo all'altro della moneta. Ma ha sempre la testa volta a sinistra, lo scudo sul petto, frecce e ramo d'ulivo stretti tra gli artigli. E nel giro l'iscrizione UNITED STATES OF AMERICA. Ma per la prima volta su questo nominale compare l'indicazione del valore,TEN D., e c'è un'importante differenza con le monete coniate fino al 1804: anche le eagles subiscono una riduzione di diametro, peso e titolo dell'oro. Si passa così da 33 a 27 mm., da 17,5 a 16,718 grammi, e il titolo dell'oro scende da .9167 a .900. Questi parametri rimarranno invariati fino al 1933, ultimo anno di coniazione delle monete d'oro per la circolazione. (foto da Heritage Auctions, conservazione stimata da NGC PR63 Cameo) petronius
    4 punti
  29. Buongiorno...ogni tanto si scrive di questa moneta...E allora Ne approfitto per mostrare l'esemplare che ho in collezione...come già detto raro trovarle in conservazione vicino allo spl...il Fdc mai visto!
    4 punti
  30. I famosi meteoriti bronzei …😂😂😂😂😂😂
    4 punti
  31. AMICI, buona Pasqua fatta e buona pasquetta! Oggi per Voi un altro Antoniniano di EMILIANO estremamente raro (DIANE VICTRICI); oltre questo antoniniano della mia collezione è conosciuto un altro esemplare in collezione privata (vedi foto) ed un terzo esemplare ritrovato nel tesoro d'EAUZE conservato nel museo della stessa cittadina francese. L'antoniniano ha un diametro di circa 20,38 ed un peso di circa 3,00 grammi. Questo antoniniano, non classificato nel RIC e nel Cohen, è pubblicato a pagina 50 di una recente pubblicazione di cui allego foto. Lo stile incisorio è classificato 100. Al di là della estrema rarità del pezzo, a me piace tantissimo e spero piaccia anche a Voi. Ancora buona pasquetta.........non mangiate troppo perchè appesantirsi non fa mai bene!!!! 😉 Un abbraccione a Tutti. Mario
    4 punti
  32. A mio modestissimo parere adesso sembra una moneta delle merendine...
    4 punti
  33. Oggi alle 7:35 se n'è andato, sottovoce come suo costume, durante i giorni di Pasqua, nell'Anno Santo. Non si dice ancora nulla al riguardo ma immagino sia mancato durante la notte, come Giovanni Paolo I (ma senza dietrologie). Grande Papa, grande uomo. Successe anche durante l'Anno Santo del 1700: due Papi in quel particolare periodo (papa Pignatelli [Innocenzo XII], morto in settembre, papa Albani [Clemente XI] eletto in novembre). Dato che questo è un forum di Numismatica ricorderò le monetazioni per l'Anno Santo di entrambi e quella di Sede Vacante (cardinale Spinola). Tuttavia il sentimento intimo odierno è quello di una grande tristezza ...
    4 punti
  34. Questo è l'antoniniano cui accennavo. Purtroppo le mie foto fanno abbastanza schifo... Sorry, ma la moneta è bella. L'ho comprato dalla Numismatica Fornoni ad un convegno veronese anni fa. Non direttamente da Eugenio, il quale era già scomparso da tempo, ma dalla sua compagna e dal signore che è sempre nello stand con lei.
    4 punti
  35. Un ricordo filatelico di un grande Papa che oggi ci ha lasciato. L'emissione italiana per l'elezione. L'emissione vaticana E l'emissione argentina E alcune altre emissioni vaticane che si sono susseguite negli anni
    4 punti
  36. Intanto, complimenti per la moneta, che mi pare essere quella della mia ex collezione di Emiliano. Sempre andando a memoria, credo di averla acquistata tanti anni fa da Hirsch, dove era stata classificata male. Del resto, io stesso ho notato la variante di scritta solo dopo averla ricevuta, ma ero allora alle prime armi. Non che adesso in realtà sia arrivato a chissà quale livello di conoscenza numismatica, intendiamoci. Tra i tipi che abbiamo censito nel modesto studio di cui sopra, è certamente fra gli antoniniani più rari, quantomeno fra quelli emessi a Roma. La mia avventura a fianco di Emiliano e le sue monete è stato un bel "viaggio", che ha caratterizzato una bella parte della mia vita, pertanto sono sempre felice di notare che qualcuno gode di queste emissioni, ancorpiu' se ex mie. Volendo, mi dispiace dare i classici "consigli per gli acquisti", ma credo di avere ancora un antoniniano doppio, acquistato da Fornoni anni addietro. È più "comune" rispetto a questo sopra, ma di ottima qualità. Non l'abbiamo illustrato nel libro perché avevamo scelto la foto di un altro pezzo, ma è naturalmente censito nel database fra gli esemplari rintracciati (non presente nel libro). Buona Pasquetta a tutti voi. Raffaele Benedetti
    4 punti
  37. Le perizie di Cesare Bobba sono come reliquie. Sono sacre! Io l’ho conosciuto bene. Un vero signore della Numismatica.
    3 punti
  38. Il disegno di Gobrecht ha goduto di grande fortuna, risultando il più longevo per le monete d'oro americane. Fu infatti utilizzato sulle eagles dal 1838 al 1908, sulle half eagles dal 1839 al 1908 e sulle quarter eagles dal 1840 al 1907. E senza saltare un solo anno, nemmeno quelli della Guerra di Secessione. Le zecche impegnate nella produzione sono state Philadelphia, Charlotte, Dahlonega, New Orleans e San Francisco per i quarters, le stesse più Carson City e Denver per gli half, mentre le eagles sono state coniate in tutte zecche citate tranne Charlotte e Dahlonega. Il disegno dei quarters non ha subito variazioni sostanziali per l'intero arco di produzione, mentre una significativa modifica ha riguardato half e eagles a partire dal 1866: ne parleremo nel prossimo post Infine, detto in precedenza dei dati ponderali delle eagles, i quarters hanno avuto, per tutti gli anni di produzione, un diametro di 18 mm. e un peso di 4,18 grammi, mentre le half eagles hanno sempre avuto un peso di 8,359 gr., ma nel 1840 hanno ridotto il diametro, passato da 22,5 a 21,6 mm. Il titolo dell'oro, per tutte e tre le monete, è sempre stato di 900 millesimi. (foto da Heritage Auctions) petronius
    3 punti
  39. Buon giorno @abdo e benvenuto. Ho fatto un po' d'ordine nelle discussioni che hai aperto, presumo per errore, lasciando solo questa. Utilizza pure il traduttore, per quanto possibile.
    3 punti
  40. La terra è rotonda Le monete anche, ma mentre per queste ci sono pochi dubbi, per quanto riguarda la rotondità, o meglio la sfericità, del nostro pianeta, le statistiche dicono che il numero di coloro che credono invece sia piatta è in costante aumento. Giova quindi, anche se può sembrare ovvio, ricordarlo in ogni occasione, anche in un forum numismatico... anche con un dipinto Pitagora o La terra è rotonda di Pierre-Narcisse Guérin, pittore francese minore dell'età napoleonica, che ha dipinto questo quadro all'incirca nel 1800. Il famoso matematico, che sei secoli prima di Cristo aveva già capito tutto, spiega le sue teorie a un uditorio di scribi, studenti e altri, tra cui, in primo piano, una coppia reale. Ed è proprio la donna seduta, vestita di bianco, con un diadema o una corona in testa, che ci interessa. Tanto da guardarla meglio. Una raffigurazione non certo originale, basata sulla statuaria classica greco-romana, come ad esempio la statua di Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino (che a lungo si è pensato raffigurasse Agrippina Minore), conservata presso i Musei Capitolini di Roma. Una statua i cui modelli originali possono a loro volta essere fatti risalire indietro nel tempo fino alle sculture ateniesi del 400 a.C. Incisioni di queste sculture antiche, e delle loro meno antiche repliche a Napoli o Firenze, raggiunsero l'America nel tardo periodo neoclassico, e gli Stati Uniti ricevettero non solo riproduzioni di dipinti come il Pitagora di Guérin, ma anche calchi in gesso di teste antiche paragonabili a quella utilizzata nella figura della regina che contempla il filosofo. Sono questi i modelli che ispirarono Christian Gobrecht per il ritratto di Lady Liberty che compare al dritto delle sue monete d'oro, un ritratto conosciuto come Liberty Head o, anche, Coronet Head. (dritto della moneta del post precedente, da Heritage Auctions) La Lady ha la testa rivolta a sinistra, i suoi capelli in parte scendono in riccioli sul collo, in parte sono raccolti in una crocchia e fissati con un filo di perle. Indossa una corona simile a quella del ritratto di Guérin e delle statue classiche, con la scritta LIBERTY. Nel giro 13 stelle, in basso la data. Lo stesso disegno compare sia sulle monete da 10 dollari, come da foto, che su quelle da 2,50 e 5 dollari. E non cambierà più, fino al 1908! petronius
    3 punti
  41. Il mio primo amore collezionistico in senso monetoso mi nacque da bambino per la cartamoneta, erano gli anni ottanta e a quel tempo trovare anche solo qualche pubblicazione inerente al tema era un'impresa ardua, ma io fin da quegli anni ero un assiduo e paziente esploratore di librerie e così un bel giorno, in una libreria a Bologna, mi imbattei nel mio primissimo catalogo Alfa sulla cartamoneta italiana, ricordo ancora il senso di meraviglia che mi ispirava tale ritrovamento, come un libro magico che mi apriva portali verso dimensioni incredibili, piene di bellissimi oggetti colorati, esotici ed immaginifici... ci passai vari anni a lustrarmi gli occhi di bambino su quelle pagine e a perdermi in pensieri collezionistici e acquisitivi, come si vede in un'immagine segnavo i prezzi delle banconote che più mi suggestionavano e che speravo di prendere... dopo quel primo catalogo in seguito mio padre mi fece due bellissimi regali, prima portandomi da un suo viaggio la versione mignon del catalogo della cartamondiale mondiale, e poi, quando ero ormai ragazzo e già da qualche anno appassionato collezionista di banconote mondiali, finalmente mi prese il mitico World Paper Money di Albert Pick, un bel tomone che fu anche uno dei principali motivatori nello studio dell'inglese, passai tante giornate cercando di leggere e tradurre quelle pagine introduttive in inglese e poi tutti i vari preamboli storici all'inizio di ogni stato, ricordo il sacro fuoco del desiderio di sapienza notafilica che mi pervadeva... Ma ancora non potevo immaginare che era solo l'inizio di un fuoco biblionummofilo molto più vasto e ardente 😄😍
    3 punti
  42. Spero possa far piacere e creare interesse. Buona lettura. https://www.cronacanumismatica.com/la-zecca-di-ancona-le-sedi-dellofficina-monetaria-e-altri-appunti/
    3 punti
  43. Ciao Alberto, condivido il mio umile Carlino di Filippo II FIDEI DEFENSOR. Apparentemente senza simbolo sotto il Busto.
    3 punti
  44. Ringrazio @numa numa a nome della Numismatica. Arka # liberate le monete
    3 punti
  45. Perdonami se te lo dico ma stai aprendo molte discussioni dai titoli senza senso, cosa che nel regolamento è chiaramente sconsigliato di fare. Magari scusati di meno ma leggi con più attenzione il regolamento: https://www.lamoneta.it/guidelines/
    3 punti
  46. Quello sopra e' il catalogo specializzato della Stanley Gibbons a cui io faccio riferimento, facilmente acquisibile anche se non piu' in stampa e' uno dei capisaldi sui francobolli della Regina Vittoria. Questa bibliografia non viene stampata in milioni di esemplari ed alcuni libri sono molto rari e costosi. Il catalogo in immagine qui sopra THE PLATING OF THE PENNY BLACK di Charles Nissen e' un opera quasi introvabile, su eBay raggiunge cifre di 500/600 sterline. La Stanley Gibbons anni fa stampo' delle copie numerate che furono vendute sulle 150 sterline l'una oggi introvabili. Se ne vede qualche copia alle aste filateliche. Altra valida opera forse trovabile su eBay e' il libro qui sotto di P.C. Litchfield e una guida sicuramente ad un prezzo minore. Altro volume sull'argomento molto valido sempre di C. Nissen e' il manuale qui sotto.. ..e un altro questo sopra di F. Wadham. Beninteso tutti questi libri sono in lingua inglese. Forse per chi inizia sarebbe meglio qualcosa in italiano ma non so dire se ci sono pubblicazioni in merito, ..forse qualcosa dell' Unificato..?? Non saprei dire con sicurezza mi spiace.
    3 punti
  47. 3 punti
  48. salve a tutti, ho pensato di disegnare questa per ora. https://www.friziodesign.it/coins24.html
    3 punti
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.