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Buonasera Stasera mi sento di condividere un acquisto di qualche anno fa ormai che ha dato una svolta alla mia collezione. Il Ducatone con la 'Barcaccia' di Francesco I é forse la moneta più iconica di questa zecca. Al dritto il Busto corazzato del duca volto a sinistra con il particolare di un volto sulla spalla. Al rovescio l'impresa della nave tra i flutti simbolo di un animo che affronta le avversità e che ha fiducia nei propri mezzi....il Crespellani pensa che il vascello sia un omaggio ai galeoni spagnoli ed alla Spagna di cui Francesco era fedele alleato. Il motto in legenda NON ALIO SIDERE significa "non sotto un'altra stella" sempre a rimarcare la fedeltà alla Spagna. Moneta importante in argento di 44 mm di diametro e 31,35 grammi di peso. Un saluto14 punti
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Cari amici Carlo Emanuele IV di Savoia, detto l'Esiliato (Torino, 24 maggio 1751 – Roma, 6 ottobre 1819), fu re di Sardegna, duca di Savoia e sovrano dello Stato sabaudo dal 1796 al 1802. Nacque a Torino il 24 maggio 1751. Era il figlio maggiore del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III e dell'infanta di Spagna Maria Antonietta, figlia di Filippo V di Spagna. Tra le sue sorelle vi furono Maria Giuseppina, moglie di Luigi XVIII di Francia (all'epoca conte di Provenza); Maria Teresa, moglie di Carlo X di Francia (all'epoca conte d'Artois); Carolina, moglie di Antonio I di Sassonia (all'epoca principe ereditario). Malaticcio, epilettico, psicologicamente fragile, Carlo Emanuele fu profondamente provato dagli effetti della rivoluzione francese: nel 1793 fu condannato a morte il cognato Luigi XVI, nel 1793 subì la stessa sorte la cognata Maria Antonietta, l'anno seguente toccò all'altra cognata, Madame Elisabeth, e le truppe della repubblica francese fecero irruzione nei domini del padre. Devotissimo, come Amedeo IX, Carlo Emanuele trovò sollievo nella sua fede: nel 1794 divenne membro del terz'ordine di San Domenico, prendendo il nome di Carlo Emanuele di San Giacinto. Sfuggì anche a due congiure finché, sfinito, nel 1802 abdicò a favore del fratello Vittorio Emanuele I entrando poi quale novizio nei Gesuiti. Mori nel 1819 a 68 anni. La sua monetazione non è particolarmente vasta ma è sempre stata molto ricercata perché non è mai stata comune sul mercato numismatico, se si eccettuano i 2,6 soldi in mistura e i 2 denari in rame. Particolarmente negli ultimi anni le sue doppie e mezze doppie d'oro, se in ottimo stato di conservazione, raggiungono quotazioni di tutto rispetto. Il massimale in argento è rappresentato dal mezzo scudo, con due millesimi di grande rarità (1797 e 1800) e due assai più reperibili (1798 e 1799). I pezzi datati 1799 e 1800 sono stati coniati dalla Repubblica Cisalpina nell'ultima parte del 1800. L'esemplare che qui vi presento, da molto tempo in collezione, è di buona qualità; presenta i consueti graffietti di conio al D (neanche tanti) e minimi colpetti al bordo al R. Si tratta di monete di conio basso per cui l'usura è facilmente riscontrabile; da qui le quotazioni non indifferenti per gli esemplari sopra lo SPL.12 punti
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Ciao a tutti! Oggi vorrei condividere con voi questo denario d'argento con il ritratto di Giulio Cesare. Sebbene questa versione dell'effigie possa non essere la più elaborata dal punto di vista stilistico, credo che sia una delle più vivide e realistiche tra quelle coniate in suo onore. A differenza di altre emissioni che tendono a enfatizzare tratti idealizzati o stilizzati, questo ritratto sembra quasi una “fotografia” dal vivo di Cesare, catturandone la presenza con una straordinaria immediatezza. Dato che le sculture con il volto di Cesare realizzate in vita sono estremamente rare, questa moneta potrebbe rappresentare una delle migliori testimonianze numismatiche della sua vera fisionomia. Dati numismatici: Emissione: Denario d'argento di Giulio Cesare, coniato a Roma tra gennaio e febbraio del 44 a.C. Magistrato monetale: P. Sepullius Macer Diritto: Testa laureata di Cesare a destra, con una stella a otto raggi dietro; legenda CAESAR•IMP lungo il bordo. Rovescio: Venere Vincitrice in piedi a sinistra, con Vittoria nella mano destra e scettro verticale poggiato su una stella nella sinistra; legenda P•SEPVLLIVS a destra e MACER a sinistra. Riferimenti catalografici: Crawford 480/5b; CRI 106a; Sydenham 1071.12 punti
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Cari amici come i collezionisti di monete sabaude (e non solo) sanno gli scudi da cinque lire emessi dal 1850 al 1861 da Vittorio Emanuele II in qualità di Re di Sardegna sono una tipologia monetale di grandi dimensioni e di stupenda bellezza. Ai tempi tuttavia hanno quasi tutte circolato, e molto, e tale circostanza rende assai difficile il reperimento di esemplari in elevato stato di conservazione. Condivido perciò volentieri qui un esemplare in collezione da circa tre anni che presenta (la foto è di una decina di giorni fa) una patinatura che ha acquisito progressivamente (e inaspettatamente) rispetto alle condizioni in cui fu acquistata nel 2022, epoca in cui la mostrai sul Forum. Al momento dell'entrata in collezione infatti presentava una colorazione decisamente più attenuata e assolutamente priva di riflessi. Il soggiorno sul velluto ne ha - diciamo così - ravvivato la patinatura, che ora, unita alla conservazione, ne fa a mio avviso uno dei migliori esemplari apparsi di questo millesimo, che è uno dei più comuni, ma che come detto inizialmente, diventa raro nelle alte e altissime gradazioni di qualità, soprattutto se con patina omogenea e senza segni di lucidatura o lavaggio come in questo caso.10 punti
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Buongiorno come promesso condivido la seconda acquisizione tra gli invenduti della Nomisma 72 con foto sempre tratte direttamente dal sito dell’asta in quanto anche questo esemplare è inscatolato (orrore! 😁🤣🤣). L’attuale momento di mercato delle prove di Vittorio Emanuele III è estremamente favorevole per chi desideri inserire in collezione questi rarissimi oggetti del desiderio perché non è particolarmente di moda. Questo fenomeno possiamo senza dubbio definirlo ciclico e riguarda oggi anche le emissioni per numismatici. La mancanza di potenziali acquirenti interessati fa sì che oggi rimangano spesso al palo a prezzi assai interessanti come è avvenuto per questo superbo esemplare, il migliore mai visto, vantando un MS 66+. In mano oltretutto ha una lucentezza incredibilmente vivace, che le immagini di Nomisma non consentono di apprezzare appieno ed è veramente privo di difetti o graffietti. Il Littore è una delle monete del Re Numismatico che vanta, oltre che una straordinaria bellezza, anche il maggior numero di prove, forse più di tutte. Oltre alla prova “classica” (che possiedo), alla “prova di stampa”, che è questa (la meno rara) ora entrata in raccolta, ci sono anche le introvabili “prova circolare”, la “prova grezza di macchina” e la “prova senza ritocco”, anche quest’ultima in collezione. Poi, stranamente, anche la data 1928 ha la sua brava prova, stavolta “orizzontale”. Cosa tutto sommato abbastanza strana perché segue la regolare emissione del 1927-VI per cui non se ne comprende la motivazione. Con questa acquisizione e sono arrivato a quattro Littori del 1927 con anno V: (1) la versione normale, che non può definirsi una prova, e che malgrado la rarità si trova tutto sommato abbastanza facilmente pur avendo una emissione dichiarata di 100 esemplari, tiratura che infatti molti mettono in dubbio, (2) la prova classica, orizzontale, (3) la prova di stampa e (4) la prova senza ritocco. Ora mi metto a caccia della grezza di macchina e della prova circolare, impresa non semplice, ma non impossibile.9 punti
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Cari savoiardi nell'asta Nomisma 72 di ieri, oltre a confermarsi l'interesse ormai inesistente per le prove e per le coniazioni per numismatici di Vittorio Emanuele III, praticamente tutti invenduti, mi piace rilevare invece il grande realizzo per una moneta straordinaria, della più grande rarità e di eccezionale qualità per la tipologia, con una meravigliosa patina di medagliere. Si tratta di un testone per Torino di Filiberto II, che vanta un R9 sul Cudazzo, nuova edizione, che al numero 342 in SPL la quota 40.000 cucuzze. Il catalogo prende la base dall'ultima vendita in asta pubblica di un altro esemplare, che risale all'asta Nac 81 del 2014, lotto 276, dove, in conservazione SPL, ha realizzato infatti 38.000 euro + diritti. Ero presente all'epoca in sala e la ricordo bene, conservazione tutto sommato paragonabile a questa, e non aveva il brutto taglio sul viso. Certamente i prezzi rispetto ad allora di queste punte di diamante della monetazione sabauda sono sensibilmente scesi (almeno 20-30% in media) ed è un fatto. Ma rimane, a 26.500 più diritti, un bel colpo per chi se l'è aggiudicata. Col tempo avrà grandi soddisfazioni a mio avviso. In giro non ce ne sono ed è una coniazione con incredibile valore anche storico data l'epoca e il contesto. Il ritratto rinascimentale del duca è una meraviglia, peccato il taglio. Da ammirare!9 punti
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3 ducati 1854 La foto Non le rende tanta giustizia, ha i rilievi integri e metallo fresco e lucente9 punti
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A costo di perderci non faro‘ slabbare una sola moneta. E‘ una questione di coerenza e dignità collezionistica - emula della tradizione dei grandi collezionisti passati. Non intendo cedere a futuli mode e mia moglie sara‘ contenta con quello che ricevera‘ . Sara‘ forse un po‘ meno ma almeno nelle foto dell’eventuale catalogo non si vedranno quelle orrende alette bianche ( le ali degli angeli) ai quattro lati di ogni moneta😁8 punti
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Cari Lamonetiani, come di consueto a distanza di qualche mese dalla distribuzione della copia cartacea, è stato messo on-line il Gazzettino #11 del settembre 2024. Per chi fosse interessato lo trova qui: https://independent.academia.edu/QuellidelcordusioGazzettini8 punti
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Indubbiamente sì per quanto riguarda le monete d'oro. Non c'è alcun colpo di scena dell'ultimo minuto le monete quattro erano e di quattro abbiamo parlato, compresa quella che nessuno ha più visto. Poi, però, ci sono le... Silver Eagles Eh sì, esistono anche le 1804 Plain-4 Eagles in argento. Esemplari di prova (patterns) autentici (e non riconiati per i collezionisti, come era spesso d'uso alla Zecca), realizzati nel 1834 prima delle emissioni in oro, utilizzando gli stessi conii. Queste monete furono coniate nel periodo in cui il personale della Zecca stava lucidando e rielaborando i vecchi conii, che avevano subito un notevole deterioramento nei circa 30 anni di conservazione. I modelli in argento mostrano una progressione costante di pulizia del conio da un esemplare all'altro, insieme a un certo assottigliamento di lettere e simboli e alla scomparsa della linea di conio nei capelli, dovuta alla lappatura. Alcuni segni di lavorazione sono evidenti nel cappuccio e nei capelli sul conio del dritto, poiché queste caratteristiche sono state rielaborate durante il processo. Vennero realizzati 4 esemplari in argento con bordo rigato, e uno con bordo liscio. Quest'ultimo è menzionato in una vecchia, prestigiosa collezione, ma attualmente non si sa che fine abbia fatto. Si ritiene potesse essere il primo esemplare coniato. Gli altri quattro, invece, sono ben conosciuti (sebbene di uno, oggi, si ignori dove sia finito, ma è comunque tracciabile fino a qualche decennio fa), anche se ci volle un po' a scoprirli: il primo riferimento certo risale infatti al 1913. Qui ne mostreremo due. Il primo, ha fatto parte della famosissima collezione di Re Farouk d'Egitto, di cui abbiamo parlato a proposito della double eagle del 1933, e dopo aver soggiornato in altre prestigiose collezioni, è comparso l'ultima volta (finora) nell'asta Heritage dell'11 gennaio 2024, dove ha fatturato 504.000 dollari, comprensivi di diritti. PCGS lo ha stimato in conservazione PR64. Il secondo esemplare presentato è il più bello di tutti: conservazione PR66 secondo PCGS. Nonostante ciò, nell'asta Heritage del 5 gennaio 2023 (appena un anno prima dell'altro) ha realizzato "solo" 408.000 dollari, sempre diritti inclusi. Sono quotazioni più "umane" rispetto alle monete d'oro, chissà che la prossima volta che un esemplare arriva in asta non si riesca a fare un'offerta (tutte le foto da Heritage Auctions) E stavolta è davvero tutto per queste monete, ma prima di passare definitivamente a un altro argomento, concedetemi un paio di post per un esame più approfondito (seppur sommario) del periodo che le ha prodotte, passato alla storia come "l'età Jacksoniana". petronius8 punti
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VALENTINIANO III. AE4, 425-455 AD. VOT. SCARSO!!!! Valentiniano III non doveva essere tanto bravo a scuola. SESTERCIO DE COMODO Un sesterzio per tutte le necessità ROMANZO. DIOCLEZIANO. ANTONINIANO COLPITO DA CARAUSIO A LONDRA, 289-293 D.C. RARO- Sicuramente un romanzo giallo molto avvincente, ambientato a Londra. E di non facile reperibilità. POSTUME D’ANTONINIEN Ciò che resta di un antoniniano FRAMMENTO DI CANCELLO DA CAMPEGGIO: SPES ROMANORVM Vacanze romane. Si spera. COSTANTINO I - FOLLIS - TEMPIO – SUDO D’ARGENTO PIENO - 6,31 g Il caldo al chiuso dà alla testa e fa sudare pesantemente COSTANTINO II 317-340 d.C. - 2 x Æ-FOLLIS - CAESARVM NOSTRORVM - VOTO X- A questa moneta ci diamo un bel “diesci meno” NERO e AGRIPPINA, DENARIO ROMANO IN ARGENTO. NOVITA’ MONETA MINATA! Avrà un prezzo “bomba”. Inoltre, considerati i personaggi, c’e’ da aspettarsi di tutto… GALLIENO Æ ANTONINIANO (267-268 d.C.) - CERVO - DOPPIO SCIOPERO Anche nel III secolo d.C. i movimenti ambientalisti facevano sul serio COLPITO A MANO (MARTELLATO)- ARGENTO FINO 999 Un delitto efferato con un pesante e prezioso corpo contundente E per finire: AUTENTICA MONETA DI IMPERO ROMANO ANTICO-COSTANTINO II – GLORIA EXTRAVERGINE No comment Ciao. Stilicho8 punti
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Caro @Ulpianensis ha toccato un argomento molto interessante ma non semplice da svolgere in un thread sul forum (nel corso che tengo adesso ad UniMi ci dedico diverse ore). Tuttavia, con le letture di Cipolla, Saccocci (ma anche de La Ronciere, Goldthwaite, Mandich etc.. se le interessa il caso fiorentino) e più modestamente qualcosa anche della sottoscritta, dovrebbe avere molte informazioni utili per capire meglio le varie questioni che solleva. Un paio di consigli (ma forse si tratta di cose che già sa...in qual caso perdoni il mio reminder): - attenzione ad utilizzare dati e date di studi non recenti (vedi Desimoni per Genova, ad esempio) che potrebbero farle confrontare - come si suol dire - pere e mele... - attenzione a capire da quali fonti è tratto il fino delle monete al quale si vuole fare riferimento per la discussione, soprattutto per quanto riguarda i denari e le monete in bassa lega d'argento o mistura (per i quali non si possono usare in modo affidabile dati da certe analisi non distruttive, ad esempio; idem documenti non chiari o di datazione incerta). Infine, e forse rilevante al fine delle sue osservazioni: per quello che posso aver visto io studiando i casi di Pisa, Lucca, Genova e in tempi recenti anche Milano, ciò che dice Cipolla in linea generale è ancora valido, anche perché mi pare che le riflessioni di apertura del thread siano state generate dalla lettura di testi riguardanti la situazione monetaria di Firenze nel Trecento. Invece, negli ultimi post mi pare che si stia parlando delle prime serie di grossi ad inizio Duecento e della loro relazione con i denari del relativo sistema di conto. Ma ciò non è paragonabile (o almeno non del tutto) con la situazione monetaria che si verificò dalla seconda metà del XIII secolo in poi (e soprattutto dal 1280/90) quando l'argento cominciò a scarseggiare, ad apprezzarsi rispetto all'oro e si ripeterono sempre più frequenti i problemi di approvvigionamento dell'argento che nel XIV secolo sfocieranno nella cosiddetta "bullion famine". Ciò innescherà l'operazione di sopravvalutazione nominale dei nuovi grossi cui seguirà inesorabile il deprezzamento (a Firenze: i grossi guelfi dal 1345), la creazione di soldini, sesini e quattrini (Venezia, Milano e Firenze: anni '30-50 del Trecento), e le guerre dei quattrini a forza di ribassi del fino a parità nominale (Pisa e Firenze tra 1366 e 1371-72) etc....cui allude anche Cipolla nel suo saggio. Spero di essermi spiegata, anche se non garantisco la massima lucidità vista l'ora in cui riesco a scrivere. Buona prosecuzione di discussione, MB8 punti
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Buona giornata e buon 25 Aprile Come ogni anno arriva questa ricorrenza ed è una diatriba tra le varie componenti politiche per intestarsela: è più mia; no è più mia .... Io sono figlio di un partigiano; mio papà allora diciassettenne, accompagnava suo padre che portava gli antifascisti da Cremona nella Val di Susa, per transitare poi in Francia. Mio papà c'è ancora, ha compiuto il gennaio scorso 99 anni e mi domando quanti altri partigiani "veri" ci sono ancora. Mah, forse lo saprà l'ANPI, 10, 20, 100? Considerato che mio papà non è iscritto a questa associazione. In ogni caso dico: viva la festa della liberazione e viva la festa di San Marco che, oggi, gli amici veneziani festeggiano. Durante la Serenissima, questo era un giorno di gran festa; piazza San Marco era tutta addobbata ed il popolo poteva accompagnare il doge che presenziava ad una processione, una delle sue tipiche e ricorrenti "andate", alla quale partecipavano tutte le maggiori figure istituzionali, gli ambasciatori, i rappresentanti delle arti e dei mestieri, nonchè quelli delle scuole di carità insieme al patriarca ed al clero. Sempre in questo giorno, c'era l'usanza (che si rispetta anche oggi) per gli uomini, di regalare un bocciolo di rosa rossa alla propria madre o moglie, o fidanzata. E' il bocciolo di San Marco (bòcolo de San Marco). Auguri con la musica San Marco del Rondò Veneziano! luciano7 punti
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Le motivazioni per comprare e collezionare monete sono molteplici. Di solito si parte perchè una moneta ci colpisce in modo particolare. E non deve essere per forza un capolavoro o una rarità esimia. A me è successo con un 10 centesimi di Umberto I e anche bruttino. E tutte le motivazioni vanno bene. Poi c'è chi, oltre all'aspetto esteriore della moneta si incuriosisce e vuole sapere di più. Magari si dedica a una piccola zecca poco studiata e scopre cose nuove. Sinceramente non mi dispiace la difesa ad oltranza di @Scudo1901 dello slab, perchè dietro vedo passione e motivazioni che comunque possono essere giuste. Personalmente ho trovato interessante ed istuttivo il confronto. E ognuno di noi potrà trarre le proprie conclusioni. Arka # slow numismatics7 punti
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A me riesce francamente incomprensibile questa dicotomia, che sta diventando acerrima rivalità, almeno in questo nostro contesto, tra il profilo commerciale della Numismatica e quello culturale, di scienza o di passione. I due piani hanno, e da molto tempo, da secoli, convissuto. Una moneta inscatolata rovinerebbe la Numismatica? Ne snaturerebbe l'aspetto collezionistico, di conoscenza o di approfondimento? A mio modesto parere (pochi qui stanno usando questa locuzione, ma deve essere un mio limite) un "business" come è stato definito quello degli slab può sì portare forse a delle forzature di mercato, ma perché mai una scatoletta dovrebbe mettere a repentaglio un bagaglio inestimabile di conoscenze, di storia, di arte e di cultura? Forse impedisce a un potenziale acquirente di approfondire, studiare, documentarsi, condividere con altri il proprio acquisto, così tante volte frutto di sacrifici? Confesso con modestia la mia incapacità a capirlo e mi incupisco se penso che a volte il radicalismo più spinto viene proprio da coloro che dovrebbero stemperarlo. Senza alcuna polemica né personalizzazione naturalmente (aspetti che onestamente non mi interessano), è solo una mia modesta opinione che ha il valore che ha.7 punti
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Massimo modulo della monetazione Aurea Toscana, 10 scudi o 5 doppie di Francesco dei Medici, moneta di "ostentazione" considerato il potere di acquisto che aveva all'epoca non era decisamente necessaria per il commercio...... Daniele7 punti
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Per me non è necessario possedere o collezionare monete d'oro per discuterne, e in effetti è un peccato che se ne parli poco, l'argomento può ispirare molti spunti di studio e approfondimento assai interessanti, alcune monete auree hanno segnato epoche intere, si pensi al solido bizantino, al dinar islamico, al fiorino di Firenze o al ducato di Venezia, per limitarsi al solo medioevo, tutte monete che hanno avuto un ruolo enorme nella storia economica e dei commerci, sono inoltre monete che hanno una storia così ricca e complessa che ancora adesso è sempre possibile scoprirne e approfondirne aspetti e situazioni nuove... A tal proposito di seguito posterò non delle monete auree, ma dei libri sulle monete auree che trovo assai illuminanti nell'esplorazione di alcune di queste monete così' ricche di storia... Il primo volume è la raccolta di studi e saggi sul tarì d'oro presentati qualche anno fa nel relativo convegno tenuto al Centro di Cultura e Storia Amalfitana, contiene dei saggi di alcuni dei maggiori specialisti di numismatica medievale dell'Italia Meridionale su una delle monete auree che più di tutte hanno marcato la storia economica di quei territori, alcuni studi approfondiscono la storia e la diffusione in senso diacronico del tarì in Sicilia e Italia Meridionale, altri invece entrano nel dettaglio della sua circolazione e diffusione in zone specifiche... Il secondo volume è la recentissima pubblicazione di uno studio-repertorio, precedentemente disponibile solo in formato digitale, sulle emissioni dei primi fiorini di Firenze, dall'anno di prima coniazione, il 1252, fino alla metà del secolo seguente, si tratta di un repertorio estremamente accurato e il più aggiornato attualmente disponibile, con foto a colori, nitide e molto dettagliate, anche dei particolari inerenti legende, immagini e soprattutto i vari segni degli zecchieri, ogni ipotesi di datazione e di classificazione viene ricostruita e fondata su un'attenta analisi dei ripostigli al momento conosciuti e su accurate e minuziose analisi dello stile iconografico, si affronta anche l'argomento, molto complicato, delle imitazioni cosiddette non firmate, cioè delle monete uguali o molto simili ai fiorini di Firenze coniati in quel periodo ma provenienti da zecche diverse e non ravvisabili come tali da leggende o segni presenti sulle monete in questione... Il terzo volume è in realtà poco più di un opuscolo di una ventina di pagine, ma di estremo interesse in quanto inquadra la storia di una moneta famosissima, il ducato/zecchino di Venezia, all'interno di un contesto poco noto, cioè l'India e l'area dell'Oceano Indiano, si tratta della raccolta di ducati e zecchini conservati al Museo di Madras, nell'India meridionale, con dei saggi che approfondiscono la storia e la circolazione di questa moneta in territorio indiano e nelle aree limitrofe, un argomento decisamente suggestivo e su cui c'è ancora tanto da conoscere e scoprire...7 punti
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King of Siam set Nell'agosto del 1962, David Spink, della casa d'aste Spink di Londra, si presentò alla convention dell'American Numismatic Society, dichiarando di essere venuto in possesso di un cofanetto in pelle contenente una serie di monete, tra cui un dollaro 1804 fino a quel momento sconosciuto, e un'altrettanto sconosciuta1804 eagle Plain-4. Gli esperti cui venne mostrato concordarono che si trattava del cofanetto fatto preparare da Roberts per il Re del Siam, anche in considerazione del fatto che Spink sosteneva di averlo acquistato da due anziane signore che riteneva essere discendenti di Anna Leonowens... ma di questo abbiamo già parlato L'esterno del cofanetto era in marocchino giallo, con su impressa un'aquila americana (lo abbiamo visto in precedenza). Il suo interno era rivestito in velluto blu, con alloggiamenti previsti per undici monete, ma ne conteneva solo nove. Le monete, tutte proof, erano half cent, cent, dime, quarter e half dollar, quarter eagle e half eagle no motto (di questa tipologia non abbiamo ancora parlato ), tutte datate 1834. Ad esse si aggiungevano un dollaro d'argento e un 10 dollari d'oro, entrambi datati 1804. Era abbastanza ovvio che l'half dime (5 centesimi) del 1834 mancava dalla fila inferiore, essendo la più piccola delle monete: molto probabilmente era scivolata fuori negli ultimi 128 anni. L'altro foro era più misterioso e c'erano due possibilità logiche basate sulle dimensioni del foro vuoto. Avrebbe potuto essere per il quarter eagle with motto, ma questi erano stati interrotti dopo il 28 giugno 1834 e non erano più "correnti" a novembre, quando era stato preparato il cofanetto. Inoltre, se era incluso quello, perché non includere anche la half eagle with motto del 1834, che era stata anch'essa interrotta pochi mesi prima? Non sembrava logico. Fu sollevata un'altra possibilità, la piccola medaglia inaugurale d'oro di Andrew Jackson del 1833. Sarebbe stato importante, e appropriato all'epoca per il protocollo internazionale, avere l'immagine del Presidente mentre si presentava questo set al Re del Siam, inoltre la medaglia era esattamente della stessa dimensione del foro esistente nella scatola. E la fila superiore è composta tutta da monete d'oro, sembrerebbe la possibilità più probabile avere tutto oro in cima, poi argento e rame mischiati per dimensione nelle due file successive Anche se siamo nel campo delle ipotesi, e quasi sicuramente non sapremo mai la verità, successivi proprietari ritennero opportuno completare l'insieme, oltre che con un altro esemplare di half dime del 1834, proprio con la medaglia presidenziale, e oggi il cofanetto appare così (foto da Tyrant Collection) petronius7 punti
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Philadelphia, abbiamo un problema... Come facciamo a distinguere le eagles coniate veramente nel 1804 da quelle con la stessa data, coniate però 30 anni dopo? Con i dollari è facile, quelli datati 1804 prima non esistevano, ma le eagles? Per fortuna, è altrettanto facile Basta confrontare la forma del numero 4 della data. Nelle monete coniate nel 1804 il numero 4 ha una linea perpendicolare alla fine della traversa in basso. Questa configurazione è chiamata Crosslet-4 ed è diversa da quella usata per i conii delle monete del 1834, chiamata Plain-4 perché non ha la linea perpendicolare. Beh, non so se sono stato chiaro, ma credo che non ci sia niente di meglio di una foto per fugare ogni dubbio A sinistra un originale del 1804, a destra il riconio del 1834. (foto da usacoinbook) E naturalmente le due monete si distinguono perché quelle del 1804 sono business strike, ovvero coniate per la circolazione, senza particolari accorgimenti riguardo la qualità, mentre quelle del 1834 sono, come abbiamo visto, proof strike, coniate con tondelli e tecniche speciali. Tecniche che la zecca di Philadelphia possedeva anche prima del 1817, anno ufficiale delle prime coniazioni proof, ma che si era scelto di non utilizzare a causa, pare, della relativa grande quantità di tempo necessaria per la produzione di monete di questo tipo. petronius7 punti
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È lo slab che non ha nulla a vedere con la Numismatica. È un mezzo per rassicurare chi le monete non le conosce. Invece, secondo me, la Numismatica è conoscenza, studio, passione... Anzi lo slab impedisce in parte questo, perchè non si può tenere la moneta in mano, pesarla, tastarla... No, lo slab con la Numismatica non ci azzecca... Arka # liberate le monete 😡6 punti
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Ho avuto il privilegio si poter visionare in anteprima il Manuale e posso testimoniare che la nuova edizione, rispetto alla precedente - oltre ad avere una veste grafica migliore - non si limita ad aggiornare quella del 2018 con l'aggiunta di varianti e l'aggiornamento delle valutazioni, ma costituisce un rinnovamento radicale: un vero passo in avanti. È possibile apprezzare una lunga parte introduttiva dedicata alla zecca e ai suoi lavoranti con la trascrizione dei documenti normativi dell'epoca. Inoltre viene riportato il sistema monetario e pondometrico allora vigente. Una delle tante novità, spesso trascurata dagli studi numismatici, sono le descrizioni dei tagli per ogni singola moneta, nonché numerose notizie storiche e numismatiche. Ci sarebbe molto da scrivere, ma non posso che consigliarne caldamente l'acquisto. Allego alcune pagine6 punti
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Cari Forumisti una delle due nuove acquisizioni in collezione, provenienti dall’asta 72 di Nomisma dei giorni scorsi, quella meno importante, e’ il lotto 738. Si tratta del miglior esemplare mai apparso di un millesimo rarissimo di mezzo scudo di Vittorio Amedeo III, il 1791 (R3). Sono monete obiettivamente tutto sommato di nicchia, quasi da amatori, anche se abbastanza ricercate da chi raccoglie gli argenti dei Savoia antichi. Fatto sta che è rimasto inopinatamente al palo per mancanza di acquirenti (post-asta sono venuto a conoscenza che aveva ricevuto una offerta ben superiore alla base da un importante collezionista statunitense, poi ritirata dopo il 2 aprile per le note ragioni trumpiane), per cui non potevo lasciarmelo sfuggire visto che li raccolgo per data e ne posseggo già altre 4 (1773, 1788, 1792 e 1793), tutte in condizioni tra qFDC e FDC (le altre conservazioni non le considero, a meno che non si tratti della sola data R4, il 1785, dove per forza scendo allo SPL, e che sto trattando privatamente). Le immagini qui proposte sono quelle della Casa d’Aste perché, come scrivevo in altra circostanza, non libero più le monete inscatolate dagli slab per cui non riuscirei assolutamente e in nessuna circostanza a fare di meglio. Questo esemplare vanta una classificazione di MS61 (SPL-FDC/qFDC) e in tanti anni di pazienti ricerche non ho mai reperito un esemplare migliore di questo difficilissimo millesimo. Buona settimana a tutti6 punti
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Christian Gobrecht Il terzo Chief-engraver della US Mint è anche quello rimasto in carica meno a lungo, tre anni e sette mesi, dal 21 dicembre 1840 al 23 luglio 1844, giorno della sua morte. Era nato nel 1785, il 23 dicembre, a Hanover, Pennsylvania, dal reverendo John C. Gobrecht, giunto in America dalla Germania trent'anni prima, e da Elizabeth Sands. Dopo aver svolto l'apprendistato presso un orologiaio a Manheim, sempre in Pennsylvania, divenne incisore di meccanismi ornamentali per orologi a Baltimora. Nel 1811 si trasferì a Philadelphia, e nel 1816 entrò a far parte della prestigiosa ditta di incisione di banconote Murray, Draper, Fairman and Company, dove le sue capacità di incisore attirarono l'attenzione del direttore della Zecca Robert Patterson. Esiste documentazione che dimostra che Gobrecht lavorò per la Zecca già nel 1823, subito dopo la morte del primo incisore-capo Robert Scot. Si trattò solo di un incarico temporaneo, nel 1824 invece fu assunto come appaltatore esterno e si occupò della fornitura di punzoni per lettere e numeri. Nel 1825, il direttore della Zecca Samuel Moore cercò di assicurarsi Gobrecht come assistente incisore, ma Gobrecht si candidò invece per la posizione di incisore-capo, rivolgendosi direttamente al presidente James Monroe. Non ebbe successo, gli venne preferito William Kneass, tuttavia, mantenne un ottimo rapporto di lavoro con la Zecca mentre proseguiva la propria carriera di incisore indipendente. Nel 1835, dopo che un ictus aveva menomato gravemente Kneass, Moore cercò nuovamente di coinvolgere Gobrecht, non più come semplice assistente ma "secondo incisore", e Gobrecht accettò. Da allora in poi, anche se Kneass mantenne la carica principale, la maggior parte dei lavori di modellazione e coniazione furono eseguiti da Gobrecht. Che fu incisore davvero prolifico, mettendo mano a tutte le tipologie monetarie, dagli half cents alle eagles. E le sue monete, anche se con alcune modifiche apportate da altri dopo la sua morte, circolarono per buona parte del secolo, quelle d'oro addirittura fino ai primi anni del successivo. E di quest'ultime ci occuperemo nel dettaglio a partire dal prossimo post, mentre qui mostriamo la seconda tipologia di Gobrecht dollar, coniata nel 1838 e 1839. (foto da Heritage Auctions, conservazione stimata da NGC PR64) Le stelle ora compaiono al dritto, e sono le classiche 13, mentre dalla base di Liberty è sparita la firma dell'incisore. Al rovescio il campo della moneta resta vuoto, e la posizione dell'aquila è cambiata, non vola più verso l'alto ma in orizzontale: un disegno che sarà replicato da Longacre per il suo centesimo del 1856 (vedi post #27). petronius6 punti
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Pgennig. Augsburg. Johann II. 1486 -1505. Testa mitrata del vescovo. Sull'altro lato MB in nesso6 punti
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Buon pomeriggio a tutti. @mactonio, condivido i miei due esemplari del 1852. Entrambi con taglio rigato. Altro esemplare.6 punti
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Per rimanere su Milano, cambiamo il periodo Giuseppe II d’Asburgo Lorena sovrano 17896 punti
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Per mettere un testone per @ZuoloNomisma che forse li apprezzerá, secondo me, sono assaí piú rari in bella conservazione delle piastre a mio modesto parere, che di queste ultime ne ho quasi per data. Ritratto sempre bel Nasuto, Ferdinando II dei Medici, testone Firenze 1636 e testone 1634 Ferdinando II collare alla Spagnola ,variante di conio con ritratto piú fine, collo e naso diversi dal conio conosciuto, ex coll Cosimo Rodolfi.6 punti
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Condivido uno Zecchino di conio nuovo del 1798. In forza del trattato di Campoformio, siglato il 17 ottobre 1797, Napoleone Bonaparte cedeva all’Austria il Veneto, l’Istria e la Dalmazia e l’imperatore Francesco II d’Asburgo-Lorena diventava duca di Venezia. Vennero coniati sotto questo sovrano due tipi di zecchino, quello con le vecchie impronte – detto di tipo vecchio – e il presente, detto di tipo nuovo. Il nuovo tipo, coniato al bilanciere, è ottenuto da conî di stile elegante e raffinato ed è pertanto uso ritenere che queste monete siano state battute a scopo di ostentazione in un limitato numero di esemplari. Presentano, inoltre, un’importante variante rispetto ai tipi precedenti, ovvero la figura del Redentore regge nella mano sinistra, anziché il Vangelo, il globo crucigero che era anche il simbolo del potere imperiale.6 punti
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Buonasera a tutti, le ultime discussioni in sezione mi hanno invogliato a prendere in mano qualche mia Vicereale. Posto un mio Carlino di Filippo II Fidei Defensor che già postai tempo fa in altra discussione. Oggi ho pensato di dare uno spazio tutto suo a questa tipologia. Sicuramente molto meno rara delle Sorelle con sigle IAF /G ma comunque degna di essere collezionata. Allora dicevo: Sigle IAF/cI - Giovanni Antonio Fasulo/Gaspare Giuno Giovanni Antonio Fasulo Maestro di zecca dal 1594 al 1611 durante i regni di Filippo III e Filippo II. La sua sigla è un IAF in monogramma. Gaspare Giuno Maestro di prova. Inutile dire che la conservazione e la schiacciatura sotto al busto non lascia molto spazio per la giusta catalogazione. Sarebbe stato importante scorgere il marchio sotto al busto per inquadrarla. Diciamo che sicuramente è catalogabile a pagina 128 tra il 78 e con buona fantasia al più raro 78/3. Del Libro sulle Vicereali di Pietro Magliocca. Nella mia eventuale ripresa con le Vicereali sicuramente terrei in primissima considerazione la totale leggibilita' del tondello. In una vecchia discussione sui Carlini di Filippo II si faceva cenno al fatto che Filippo avesse fatto suo il motto di Difensore della Fede in occasione della battaglia di Lepanto contro i Turchi. Un chiaro messaggio sul Carlino come una sorta di biglietto da visita del tempo. La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571nel corso della guerra di Cipro tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane (federate sotto le insegne pontificie) della Lega Santa che riuniva le forze navali, di cui metà era della Repubblica di Venezia da sola e l'altra metà composta congiuntamente dalle galee dell'Impero spagnolo(con i regni di Napoli, Sicilia e Sardegna),dello Stato Pontificio,della Repubblica di Genova,dei Cavalieri di Malta,del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana,del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca (che parteciparono all'armamento delle galee genovesi), del Ducato di Ferrara, del Ducato di Parma e Piacenza e del Ducato di Mantova. Saluti Alberto6 punti
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King of Eagles: Sultan of Muscat specimen Questo esemplare può a buon diritto essere incoronato come "il Re delle Aquile", poiché è il più bello dei tre conosciuti e, anche, il più caro... che non guasta I disegni della moneta mostrano una definizione nitidissima, a parte un'insolita morbidezza sulla stella 3 del dritto. Le altre stelle mostrano centri pieni, il che suggerisce che qualcosa potrebbe aver parzialmente ostruito il conio alla stella 3 durante la coniazione. In particolare, l'esemplare del Re del Siam mostra lo stesso centro piatto sulla stella 3, mentre quello della collezione Harry Bass (vedi post #54) è nettamente dettagliato in quest'area. Una sottile crepa nel conio si nota dai capelli di Liberty alla base del dritto della R in LIBERTY. Questa caratteristica si vede anche sull'esemplare del Re del Siam, ma non è presente sulla moneta di Bass. Queste diverse caratteristiche di coniazione suggeriscono che la moneta in oggetto e l'esemplare del Re del Siam siano state coniate nello stesso momento, nelle stesse circostanze, mentre la moneta di Bass è stata coniata più tardi, quando l'ostruzione nella stella 3 era stata rimossa e una leggera lucidatura aveva rimosso la crepa nel conio. Poiché i set di prova King of Siam e Sultan of Muscat sono stati entrambi coniati nel novembre del 1834, se ne conclude che tale moneta sia l'esemplare del set per il Sultano di Muscat. Come e quando la moneta sia tornata dal Medioriente agli Stati Uniti è ignoto. Viene segnalata per la prima volta nella leggendaria collezione del Colonnello Green, personaggio del quale abbiamo parlato in altra discussione. Acquistata da Stack's nel 1943, poi probabilmente privatamente da Clifford T. Weihman, che l'avrebbe venduta nel 1947 per 7.500 dollari, dopo vari altri cambi di mano, viene acquistata da John Albanese, all'incirca nel 2002, per 600.000 dollari. Successivi passaggi, sempre privati, vedono il valore della moneta lievitare a 900.000 dollari, venduta a un collezionista canadese, che la rimanda negli USA per 2 milioni (stimati), passandola a un collezionista del Maryland. Da questi sarebbe stata venduta, nel 2007, per una cifra stimata di 5 milioni. Infine, nell'asta Heritage del 20 gennaio 2021, ha raggiunto il suo record (per ora), realizzando 5.280.000 dollari, diritti inclusi. Ed eccola qua, Sua Magnificenza certificata da PCGS in conservazione PR65+ Deep Cameo. (foto da Heritage Auctions, sempre cliccarla per vederla meglio) E questo dovrebbe concludere il discorso sulle1804 Eagles Plain-4... forse A chi invece fosse interessato a conoscere meglio le altre monete contenute nel cofanetto del Re del Siam, ricordo che sono state illustrate nella discussione sul dollaro 1804 petronius6 punti
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Per continuare ne metto una.. Piastra di Ferdinando II 1633 Firenze, valuta 7 lire. Ritratto con il collare alla Spagnola simbolo del potere del momento, basetta fluente, baffino alto e mosca, sempre bel nasuto. Un saluto Fofo6 punti
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Partecipo volentieri con un ritratto di Cesare d'Este su un giorgino modenese con volto a sx. Buona serata a tutti6 punti
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Ciao @niko, mi fa piacere che tu abbia dato un seguito alla bellissima discussione aperta da @Philippus IX! Come nella precedente, "metto le facce" di alcuni pontefici che hanno regnato nel corso del '600. Il XVII secolo è forse per la monetazione pontificia la massima espressione artistica relativamente alla ritrattistica papale, grazie alla grande abilità incisoria dei maestri che si sono succeduti al servizio del soglio di Pietro. La famiglia Hamerani, Mola, St. Urbain, Borner, Lucenti hanno prestato opera proprio durante questo secolo, lasciando sui tondelli da loro incisi segno perenne della loro maestria. Ecco una carrellata di volti dei papi del '600, presentati in ordine cronologico. Sono tutti testoni della mia collezione: Paolo V (1605-1621) Urbano VIII (1623-1644) Innocenzo X (1644-1655) Clemente X (1670-1676) Innocenzo XI (1676-1689) Alessandro VIII (1689-1691) Michele6 punti
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Al di là delle considerazioni sull'amalgama, mi sembra di vedere una superficie bucherellata da entrambi i lati e soprattutto sulla veste dell'Italia e - se non è un effetto ottico - questo non depone a favore della moneta. Ricordo anche che si tratta di un primo conio con le firme disassate e un incisione dei rilievi più bassa che va ad accentuare il senso di usura. Per confronto allego l'immagine di un secondo conio in buona conservazione dove l'inicisione dei rilievi è molto più marcata. Una briciola che apparirà sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #12 (al momento supera le 160 pagine con 15 articoli) suppone che il primo conio sia meno comune (o più raro se vogliamo, in un rapporto di 1:2) del secondo conio che presenta le firme allineate (che io, però, preferisco per la nitidezza dei dettagli)..6 punti
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Salve. Condivido un mezzo ducato di Filippo II. La sigla è "IBR/VP"( dietro la testa ). Magliocca pag.101 n. 24 del suo volume sulla moneta napoletana 1503/1680 (R). Il peso è di grammi14,9. Un caro saluto a tutti.6 punti
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Gentilissimi Amici buongiorno. Oggi condivido con Voi un antoniniano di Valeriano I della mia collezione che adoro particolarmente per il ritratto dell'imperatore. Personalmente ritengo che il maestro incisore sia stato particolarmente efficace nel riprodurre il volto di Valeriano I . Mi piacerebbe sapere il Vostro giudizio. Porgo cordiali saluti a tutti Voi e posto le foto della moneta. Mario5 punti
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C'è tempo... Ancora più breve fu la produzione delle half eagles, che iniziata sempre nel 1834, terminò nel 1838. E per entrambi i valori i quantitativi andarono sempre più calando dopo i primi tre anni. Le monete d'oro di Kneass si possono considerare una tipologia di transizione tra le prime e quella che, a partire dal 1839/40, percorrerà tutto il secolo fino a sbarcare nel successivo. (foto da Heritage Auctions) Se guardate bene, al dritto della moneta, tra il collo di Lady Liberty e la data 1838, compare la lettera D. Non è il, ben più famoso, marchio di Denver, ma quello della Zecca di Dahlonega, in Georgia, entrata in funzione proprio quell'anno insieme a quella di Charlotte, nel North Carolina. Nei due stati era stata scoperta una certa quantità d'oro, non tanta quanto quella che sarà in California, ma abbastanza. Oro che, per essere trasformato in monete, doveva essere portato nella lontana Philadelphia, operazione lunga, costosa, e piena di rischi. Così, dopo che per un po' furono alcuni intraprendenti privati a sopperire, aprendo piccole zecche artigianali, crebbe sempre di più da parte della popolazione dei due stati la richiesta per una Zecca ufficiale nelle vicinanze. E alla fine il governo federale li accontentò, aprendone addiritttura due Due Zecche dalla vita relativamente breve, e oggi quasi dimenticate, ma con una significativa particolarità: vi si coniarono ESCLUSIVAMENTE monete d'oro. La loro storia, sarà raccontata in finale di discussione... c'è tempo petronius5 punti
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Nel 2021 avevo circa 30 pezzi,ad oggi ho quasi triplicato... In questa immagine c' è anche la tua prima 23...😉5 punti
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Ciao @PostOffice, mi hai citato sperando per l'amico dareio.it che l'1 centesimi fosse il blù di Prussia, ma purtroppo non è , è il nero su azzurrognolo n.83 Unificato conosco bene il blù di Prussia e se posso dilungarmi 2 minuti vi dico anche il perchè. Essendo come Associazione gemellati con l'Associazione Filatelica di Aix en Provence( Francia) da 27 anni, ebbi la fortuna 25 anni fà di trovare un Blù di Prussia in una collezione che acquistai, tale collezione aveva la specializzazione delle varie tonalità dei singoli valori, essendo un francobollo tirato in alto numero, e tra questi, (descritto eccellentemente) vi era il Prussia, che tra tanti 1 cent. spiccava come un fiore bianco in un campo di papaveri, è veramente tutto un altro colore. lo portai dall'amico Silvavo Sorani e appena lo vide disse" è lui, anche se non lo guardo con la lente" sappiamo bene chi fosse Sorani, mi fece un dettagliato certificato e l'anno dopo recandomi come ogni anno per il gemellaggio ad Aix,in occasione della giornata del francobollo, lo portai con me, il Presidente di Aix dal vivo non lo aveva mai visto e così tanti dei soci, organizzò per il giono dopo una conferenza con le varie scolaresche (che devo dire in Francia seguono molto la Filatelia) e presentò questo francobollo e intervenni pure io spiegando come lo avevo trovato, ad un certo punto si alza un signore e mi dice in Francese, ma ve lo dico in Italiano, grazie Sig. Presidente, ora che ho visto il Prussia, posso morire felice. Rimasi di stucco perchè non mi sarei mai immaginato che effetto potesse fare quel francobollo ( economicamente è paragonabile quasi al nostro Nero N.1) ma questo è veramente tanto difficile da trovare, per finire la storia, vi dico che l'ho donato alla Associazione di Aix , con i ringraziamenti di non so quante persone. scusate se vi ho trattenuto per questa mia avventura, ma questo vi può fare capire che cosa sia la filatelia per chi veramente la ama5 punti
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Non credere che, nonostante il mio parere espresso, non mi sia mosso per approfondire la questione. Ho sottoposto le foto delle monete fin qui pubblicate (ed ho reperito l'immagine del 10 Centesimi PROVA) ad un gruppo ristretto di NIP che hanno confermato - con stupore - i tre conii differenti di cui erano ben noti solo i due da me presentati. Quindi, confermo che la tua moneta è il primo conio direttamente derivato dalla "prova". Cosa scriverò sul Gazzettino? Che grazie a dei forumisti de La Moneta ho potuto portare a conoscenza dell'esistenza di un terzo conio (ovvero il primo in ordine cronologico) del 10 Centesimi. Se vuoi, puoi scrivermi con MP per darmi il tuo nome che aggiungerò sotto la foto della tua moneta. Ovviamente la Briciola verrà aggiornata prima della pbblicazione (a dir la verità, ed è per questo che ne ho parlato in questa discussione, avevo un dubbio subliminale sul perché le firme dei due conii in mio possesso fossero diversi dalle firme della "prova").5 punti
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Salve. Condivido una piastra 120 grana 1848 reimpressa di Ferdinando II. Peso 27,23 grammi. Ha a corredo cartellino De Falco. Reimpressa su una piastra di Giuseppe Napoleone? In allegato: foto dritto e rovescio della moneta in oggetto; foto cartellino De Falco; foto di famiglia (dritto e rovescio) delle mie tre piastre reimpresse ( 1847/1832/1848) di Ferdinando II. Saluti.5 punti
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