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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/21/25 in tutte le aree
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Pgennig. Augsburg. Johann II. 1486 -1505. Testa mitrata del vescovo. Sull'altro lato MB in nesso5 punti
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Oggi alle 7:35 se n'è andato, sottovoce come suo costume, durante i giorni di Pasqua, nell'Anno Santo. Non si dice ancora nulla al riguardo ma immagino sia mancato durante la notte, come Giovanni Paolo I (ma senza dietrologie). Grande Papa, grande uomo. Successe anche durante l'Anno Santo del 1700: due Papi in quel particolare periodo (papa Pignatelli [Innocenzo XII], morto in settembre, papa Albani [Clemente XI] eletto in novembre). Dato che questo è un forum di Numismatica ricorderò le monetazioni per l'Anno Santo di entrambi e quella di Sede Vacante (cardinale Spinola). Tuttavia il sentimento intimo odierno è quello di una grande tristezza ...4 punti
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La tipologia di questa moneta “anonima” per la città di Venezia e tutto il dominio ha già formato oggetto di ampie e numerose discussioni all’interno del Forum. Si tratta di una moneta “comune”, già considerata tale dal Papadopoli. Entrò in scena con una Legge del 1571, precisamente del 5 gennaio 1571. Leggiamo dalla Treccani (1934) a firma dello storico e noto numismatico italiano, Giuseppe Castellani (morto nel 1938) -che ebbe l’onore, alla morte del Conte Papadopoli, di compilare il catalogo della Collezione Papadopoli donata al Museo Correr, e pubblicato nel 1925 col titolo di “Catalogo della raccolta Papadopoli Aldobrandini"- che il “5 gennaio 1571 la repubblica di Venezia, per affrettare la coniazione delle specie minute di cui c'era urgente bisogno, autorizzò l'emissione di una moneta d'argento da 10 gazzette o 20 soldi al titolo inferiore di 478/1000 e del peso di gr. 8,28. La nuova lira di peso e diametro maggiore di quelle allora correnti venne subito qualificata con l'accrescitivo lirone. Essa è anonima e porta da un lato il leone in soldo e dall'altro la Giustizia seduta; se ne fecero con la indicazione del valore X e anche 20.” La moneta è in argento ma con un titolo molto basso; praticamente, su mille parti di metallo, 478 sono in argento e 522 di una lega che verosimilmente potrebbe essere di rame (o maggiormente costituita da rame). Il Papadopoli indica: argento, titolo 0.478 (peggio 602), peso grammi 8.28 (grani veneti 160). La descrizione della moneta è conosciuta a tutti. Il Papadopoli descrive 12 esemplari di cui 11 rappresentano delle “varietà” rispetto al tipo n. 263 di riferimento. Il tipo che posto -esemplare del tutto semplice- può essere ricondotto alla fattispecie di cui al tipo-varietà 269 del Papadopoli. Peso e diametro, come riportato dalla Casa d’aste di provenienza, sono: 7,10 grammi (il che farebbe pensare -forse- ad un’operazione di tosatura) e 33 mm. In questo esemplare, come per la variante 266 del Papadopoli stesso, la corona della Giustizia “esce un poco dal circolo” di perline. Circolo di perline che non si arresta esattamente alla linea d’esergo del R/ (come indica il Papadopoli) ma prima, all’altezza delle zampe dei due leoni. Oltre alla bella chioma a boccoli della Giustizia che, spesso, è consunta, notiamo le due “stelle” costituite da sei raggi alla destra e sinistra del numerale X. Papadopoli tiene a precisare, al riguardo, che qualche volta “le stelle di 6 raggi mancano di una punta”. Ma come andrebbe letta la legenda del R/? IVSTITIAM DILIGITE (come parrebbe indicare il Papadopoli) o DILIGITE IVSTITIAM (come parrebbe indicare anche se noi seguissimo la lettura della legenda del D/, quindi in senso orario partendo dall’alto)? In proposito, si ritiene che la legenda del R/ faccia riferimento alla locuzione latina “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”, che tradotta letteralmente, significherebbe “amate la giustizia, voi che siete giudici in terra”. Parole con cui inizia il libro della Sapienza, attribuito a Salomone, e che rappresenterebbe un monito divino e universale ai governanti dei popoli. Come sopra detto, la moneta godeva della veste legale in funzione della legge 5/1/1571. Siamo in un momento particolare per la Serenissima. I primi anni del dogato di Alvise Mocenigo (1570-1577) si caratterizzavano ancora per la necessità di cercare i denari per sorreggere le guerre. Tali necessità indussero i Reggitori della Repubblica a cercare tali risorse finanziarie nel “posto” più facile, ovvero tra i cittadini. Furono autorizzate, pertanto, operazioni di prestito dai cittadini a condizioni onerose, autorizzando quindi i Provveditori ad acquistare, ad esempio, sino a 10.000 marche d’argento con le quali stampare “gazzette” e “soldini” di stampo nuovo. E’ in questo contesto che i Provveditori, con la legge di cui sopra, furono autorizzati a coniare con gli argenti che si trovavano in Zecca monete da dieci gazzette della stessa lega delle gazzette e con la cifra X, per quella somma che “crederanno conveniente, e ciò per poter stampare maggiore quantità di metallo di quanto si faceva” (cfr. Papadopoli). A tal riguardo, di seguito, il Documento CCLV conservato presso l’Archivio di Stato e datato MDLXX V januarij. Molti lo sanno, ma è sempre utile ricordare il More Veneto proprio leggendo il Documento proposto. Il termine more veneto (abbreviato in m.v.) indica la presentazione di una data secondo il calendario vigente nell'antica Repubblica di Venezia Per evitare fraintendimenti le date dei documenti venivano affiancate dalla dicitura latina more veneto, ossia "secondo l'uso veneto": in tal modo, ad esempio, la data 5 gennaio 1570 (MDLXX) more veneto corrispondeva alla data generale 5 gennaio 1571. Vi è da sottolineare, però, che l’uso della datazione more veneto era ristretta ai documenti pubblici delle autorità veneziane con sede nella Dominante e nel Dominio, e delle autorità locali site nel Dogado, mentre i documenti ecclesiastici, quelli delle autorità suddite come ad esempio le città e i comuni di Terraferma, e i documenti privati anche redatti a Venezia seguivano lo stile comune con inizio dell'anno il 1º gennaio o lo stile "a nativitate" con inizio dell'anno il 25 dicembre. Le ultime datazioni more veneto si riferiscono al gennaio e febbraio 1796 m.v., 1797 secondo lo stile comune; il calendario alla veneta fu abbandonato con la caduta della Repubblica. A parte questa digressione, merita di essere ulteriormente evidenziato l’uso del termine Lirone e Lirazza. A tal riguardo, ci aiuta Angelo Zon, grande storico veneziano e numismatico, e ripreso dal Papadopoli. Pare, quindi, che il “pezzo” fu detto lirone “ed infatti così esso si trova indicato in molti documenti”. Nel contempo, il pezzo è chiamato anche lirazza, soprattutto “in quelli meno antichi”. Da ultimo, possiamo concludere che tutte queste monete con bassa lega, come altri similari, rimasero in circolazione fino al 1722 quando furono sostituite da altri pezzi con un titolo di argento ancora inferiore. Ma tutte queste monete presentavano in sé un comune denominatore, ossia che “venivano coniate ogni qual volta difficoltà monetarie facevano sentire il bisogno di moneta spicciola che non uscisse dallo Stato” (cfr. Papadopoli). Fenomeno che, inevitabilmente, come è stato ben sottolineato, faceva conseguire un rialzo nel prezzo delle migliori monete d’oro e d’argento. Domenico3 punti
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salve a tutti, ho pensato di disegnare questa per ora. https://www.friziodesign.it/coins24.html2 punti
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Un ricordo filatelico di un grande Papa che oggi ci ha lasciato. L'emissione italiana per l'elezione. L'emissione vaticana E l'emissione argentina E alcune altre emissioni vaticane che si sono susseguite negli anni2 punti
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@Oppianograzie mille, ho già letto quel lavoro, ma purtroppo parla del tenore di argento senza specificare però quali altri metalli erano usati, ero curioso su questo lato. Ciao Luciano, grazie!!! Io sono un gallurese che vive a metà strada tra le due regioni, sto con una veneziana di terraferma e vengo in Veneto il fine settimana per stare con lei, ma ho casa e lavoro giù (sto cercando di convincerla a vivere in Sardegna ma l'è dura). 2 aerei a settimana. (Il lavoro lo avrei anche in Veneto dove ho vissuto stabilmente fino a dicembre, ma il richiamo di casa è forte).2 punti
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Avete per caso fotografie delle copertine del Bobba 1965, 1969 e 1980? https://www.librarything.com/nseries/391813/Manuale-del-collezionista-di-monete-italiane-Bobba-Montenegro2 punti
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Ciao, bronzo provinciale pseudo-autonomo di Nacrasa in Lidia. https://www.acsearch.info/search.html?id=37880122 punti
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Quale statua? la statua vasofona del plasticatore bizantino Aris Marakis che parteciperà in qualità di restaurattore (sic) alla presentazione? Quella dell'invasore(x)? Ma dai mai supercazzula fu più grande....2 punti
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Buongiorno e Buon Lunedì in Albis, approfitto della discussione specifica per il due tornesi del 1852, posto il mio esemplare. Saluti Alberto2 punti
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Penso abbia ragione @Antonino1951. Mi sembra evidente che si tratta del segno lasciato da un energico colpo accidentale... tipo vanga, zappa, aratro o blocco lapideo... Mario2 punti
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Ciao, da quanto si può vedere dalle foto il difetto sul bordo c'è ed è evidente. Secondo me potrebbe essere dovuto alla rimozione di un eccesso di metallo in quel punto. I tondelli, prima di essere coniati, venivano prodotti colando il metallo fuso in appositi stampi, a volte con canaletti comuninicanti tra l'uno e l'altro che venivano eliminati successivamente e generalmente non lasciavano segni molto evidenti. In alcuni casi tale operazione era eseguita più grossolanamente e potrebbe essere il caso della tua moneta. L'aspetto generale mi fa propendere per una sua coniazione percui il mio parere è che dovrebbe essere autentica 🙂. Resto anche io in attesa di ulteriori interventi in proposito. ANTONIO2 punti
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Completo il post con il mio unico doppio quartarolo di Pietro Gradenigo, che mi era stato proposto come quartarolo. 21 mm di diametro per 2.4 gr di peso, spessore medio 1.17 mm2 punti
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AMICI, buona Pasqua fatta e buona pasquetta! Oggi per Voi un altro Antoniniano di EMILIANO estremamente raro (DIANE VICTRICI); oltre questo antoniniano della mia collezione è conosciuto un altro esemplare in collezione privata (vedi foto) ed un terzo esemplare ritrovato nel tesoro d'EAUZE conservato nel museo della stessa cittadina francese. L'antoniniano ha un diametro di circa 20,38 ed un peso di circa 3,00 grammi. Questo antoniniano, non classificato nel RIC e nel Cohen, è pubblicato a pagina 50 di una recente pubblicazione di cui allego foto. Lo stile incisorio è classificato 100. Al di là della estrema rarità del pezzo, a me piace tantissimo e spero piaccia anche a Voi. Ancora buona pasquetta.........non mangiate troppo perchè appesantirsi non fa mai bene!!!! 😉 Un abbraccione a Tutti. Mario1 punto
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DE GREGE EPICURI Ma è un antoniniano, non un denario. Quanto pesa?1 punto
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R a Modica R rubo' RAMO DI CARRUBO Buona notte. Stilicho1 punto
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Togliere le monete dalla perizia per me è stato un grosso sbaglio, sono monete molto falsificate. In foto se non sono più che fatte bene è difficile riconoscerle e capire se sono buone o meno. Il peso e il diametro con i falsi cinesi di questo tipo hanno poca importanza. Non mi esprimo se buone o meno in foto mi sono sbagliato alcune volte, ho dei dubbi ma ...... Una si vede SPL+/qFDC sulla perizia......1 punto
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La moneta mi sembra buona, come detto il segno sul bordo può essere tranquillamente un colpo accidentale che ha preso.1 punto
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Vi ringrazio. Appena trovo il tempo faccio la foto della moneta residua in mio possesso.1 punto
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AMICO Raffaele, mi accorgo solo ora di leggere un intervento di uno degli autori del libro.........mi si perdoni la superficialità ma non avevo letto . A volerla dire proprio tutta, avendo acquistato il libro e constatata la messa in vendita da Moruzzi di questa moneta che mi sembrava totalmente sovrapponibile a quella raffigurata a pagina 50, ho provato a chiamare in negozio e ho avuto la fortuna di interloquire con il dott. Moruzzi in persona. Ho avuto modo di segnalare che sull'inserzione di vendita era stata trascritta una diversa classificazione di rarità, R2 e non R4. Il prezzo di vendita era stato calibrato sulla rarità 2 e non 4...............non ho avuto esitazione ad acquistare immediatamente l'antoniniano......;-) Nei fatti la moneta è effettivamente estremamente rara; la circostanza ha trovato conferma dalle mie ulteriori indagini che mi hanno consentito di verificare quanto evidenziato nel primo post: 3 monete conosciute con questa legenda al rovescio di cui una trovata nel tesoro di Euaze ed attualmente nel museo della città francese.1 punto
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Ciao @VenetianLover, se può esserti utile nella tua analisi, se non già a tua conoscenza. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/quartarolo.pdf1 punto
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Intanto, complimenti per la moneta, che mi pare essere quella della mia ex collezione di Emiliano. Sempre andando a memoria, credo di averla acquistata tanti anni fa da Hirsch, dove era stata classificata male. Del resto, io stesso ho notato la variante di scritta solo dopo averla ricevuta, ma ero allora alle prime armi. Non che adesso in realtà sia arrivato a chissà quale livello di conoscenza numismatica, intendiamoci. Tra i tipi che abbiamo censito nel modesto studio di cui sopra, è certamente fra gli antoniniani più rari, quantomeno fra quelli emessi a Roma. La mia avventura a fianco di Emiliano e le sue monete è stato un bel "viaggio", che ha caratterizzato una bella parte della mia vita, pertanto sono sempre felice di notare che qualcuno gode di queste emissioni, ancorpiu' se ex mie. Volendo, mi dispiace dare i classici "consigli per gli acquisti", ma credo di avere ancora un antoniniano doppio, acquistato da Fornoni anni addietro. È più "comune" rispetto a questo sopra, ma di ottima qualità. Non l'abbiamo illustrato nel libro perché avevamo scelto la foto di un altro pezzo, ma è naturalmente censito nel database fra gli esemplari rintracciati (non presente nel libro). Buona Pasquetta a tutti voi. Raffaele Benedetti1 punto
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Come ho scritto dopo 30 anni ancora ne devo vedere una in FDC e non so se ne vedrò mai una, qualcuno l'ha vista? Sono monete dette d'emergenza e difficili, se non impossibili da trovare in conservazione Zecca. Nessun catalogo che ho visto riportava il FDC. Tempo fa i periti mettevano sulle perizie "per il tipo BB o per il tipo SPL " per il tipo FDC no, ne ho solo una migliore di questa. A memoria ricordo su un catalogo d'asta un SPL battuto a 300 euro di partenza....... Adoro questo tipo di monete, d'emergenza, sia per la rarità ed il periodo storico, provate ad immaginare il lavoro in quelle Zecche nel 1799/1800,i macchinari, il recupero del metallo per coniarle, gli stampi ed i progetti.....un film!😇1 punto
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salve,complimenti.purtroppo è uno di quei imperatori che mi manca sia in bronzo che in argento1 punto
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Grazie mille a tutti e tre per il parere e per il tempo che avete dedicato alla mia domanda. Se quale altro utente vuole aggiungere delle considerazioni ben venga!1 punto
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Buongiorno @miza, lo sapevo, io che ho vissuto a Londra quasi 10 anni, a Covent Garden ho trovato delle cose incredibili.1 punto
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Negli anni 1944 e 1945 la continuità, piu' che bimillenaria ,della Zecca di Roma fu garantita dalle emissioni vaticane1 punto
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salve,anche se le provinciali non sono il mio campo e non percepisco le sfumature dello stile,per me nel complesso sembra autentica e quella che sembra una limatura,essere un risultato da caduta accidentale.qualcuno sarà più esaustivo1 punto
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Ciao Alain Queste tipologie di denari secusini sul volume del Cudazzo sono state suddivise in sei tipologie di denari buoni e cinque di deboli... Troppi per me, ho veramente difficoltà a catalogare queste monete in base ad astine presenti o no sulle lettere delle legende o simili... Posso dirti che è della tipologia con l'anello a fine legenda del diritto e rovescio, che sono quelli che maggiormente si vedono per ciò che concerne questi denari. Se vuoi possiamo cercare di classificarla sul Cudazzo, ma è facile solo se la moneta riusciamo a leggerla bene...1 punto
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Di questa rarissima emissione, aggiungo un 2^ esemplare che passerà il prossimo 19 Maggio, in vendita NAC 154 al n. 1035 .1 punto
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Penso che la domanda dovrebbe essere: Cos'è e quanto vale? E' la riproduzione senza valore di questa moneta: Ducato d'oro di Francesco I di Lorena In buona sostanza un gadget che regalava la rivista mensile Selezione dal Reader's Digest negli anni '70/80.1 punto
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“A Venezia i "ganzer", gli addetti ad aiutare a far scendere i nobili dalle gondole, utilizzavano dei bastoni su cui era uso inchiodare delle monete spicce e medagliette di tutti i tipi. Praticamente questi bastoni potevano essere ricoperti completamente di monete.“ [Gianni Graziosi, Divagazioni intorno alle monete forate. Panorama numismatico, 18 giugno 2013].1 punto
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Non sarà la Marilyn di Warhol, ma l'idea mi è propro venuta da lì: qui la "beta" del quadretto che sto preparando per l'infanta equestre di casa, sono quattro blocchi da sei di questi bolli nulla di speciale, mi piace l'effetto cromatico d'insieme. Per non far scivolare i fogli ho usato un ritaglio di pellicola da cucina, visto che è per alimenti non dovrebbe avere effetti collaterali, forso solo col tempo si indurisce. Se avete altre idee sono benvenute! njk1 punto
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Buonasera @Gigan, Il tuo 5 Tornesi doveva essere il tipo con il tondello più largo e con la lettera P del Perger sotto i rami della corona d'alloro. Il numerale 10, secondo la mia esperienza è stato impresso sullo stemma (nota il metallo ai bordi ...si presenta più in alto, questo è dovuto alla pressione nell'imprimere il punzone). Non sembra stato "fresato" perché la moletta della fresa non lascia angoli vivi ... cioè a punta. Perché quel 10, al momento non riesco a dargli un senso.1 punto
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Interessante questo post, quindi siamo noi che dovremmo dimostrare che la contromarca è fasulla e non tu che dovresti dimostrare che invece è d'epoca... Quindi se ha a che fare con una riforma monetaria vuol dire che questo 5 tornesi è diventato poi un 10 tornesi,a pensare che probabilmente è coniato su un 8 tornesi,un vero rompicapo...1 punto
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Mi pare autentica, sulla conservazione azzarderei MB, ma lascio la palla ai più esperti.1 punto
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