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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/11/25 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, confesso di averli presi io. Freschi di Adozione li ho fotografati insieme prima di metterli in Scuderia con i Fratellini. Saluti Alberto
    5 punti
  2. Salve. I gettoni della guerra civile statunitense, nota anche come guerra di secessione statunitense, sono coniazioni private distribuite negli Stati Uniti tra il 1861 e il 1864, diffusamente usati soprattutto nel Nord-Est e nel Midwest per sopperire alla scarsità di centesimi emessi dal governo in quel periodo. Alcuni gettoni riportano la dicitura “cent”, ma nella maggior parte manca perché le dimensioni erano uguali a quelle delle monete da un centesimo di Lincoln. Rame: 3,30 g, 18,5 mm D/ Busto della Liberty classica rivolta a sinistra, circondata da 13 stelle e la data “1863”, con bordo in rilievo. R/ ARMY / & / NAVY (Esercito e Marina) all’interno di una corona floreale d'alloro a sinistra e di quercia a destra con sciabole incrociate. apollonia
    4 punti
  3. Buongiorno a tutti gli amici che seguono questo post. Oggi un nuovo esperimento sull'argento per queste 500 lire 1960 malmesse dalla patina bruttina. vi offro direttamente il prima ed il dopo insieme e magia magia, nessuna perdita di peso da erosione del metallo. @ART @Bruzio @Alan Sinclair @fatantony @torpedo
    4 punti
  4. Buongiorno @eracle62 ripesco la discussione che non avevo ancora letto e metto le foto del mio esemplare. Un saluto Marco
    4 punti
  5. Buonasera a tutti, di recente acquisizione. Un Sestino di Federico III D'Aragona. Prima cosa chi fu costui? Era il figlio di Ferdinando I e di Isabella di Taranto; fratello di Alfonso II e zio di Ferdinando II, successe al nipote Ferdinando II, morto precocemente senza eredi nel 1496. Sestino - Ae Questo esemplare grammi 1,51 diametro mm. 19 Secondo il Mir 109 il peso è g 2,00 22/20 mm. D/FEDERICVS°D°G°R°SI; Busto del Re radiato volto a d. con lunghi capelli. R/+SIT:NOMEN:DNI:BENEDIT Croce Potenziata in cerchio lineare Questo esemplare si presenta di stile insolito diverso dagli altri in mio possesso. Inoltre si apprezzano quelle che sembrano delle lettere dietro la capigliatura. Potrebbe trattarsi di un falso d'epoca o è magari ribattuto su un altra, moneta? Aspetto vostri graditi pareri. Saluti Alberto
    3 punti
  6. L'esercito regolare, ridotto a 6700 uomini, era male equipaggiato e comandato da veterani della guerra d'indipendenza, ormai vecchi. Non esistevano navi da guerra, soltanto una mezza dozzina di fregate. E, soprattutto, le casse dello stato erano quasi vuote, e quando, nel 1814, il governo tentò di imporre nuove tasse per finanziare la guerra, le entrate furono molte meno del previsto a causa di una diffusa evasione fiscale (anche allora ). Nonostante tutto, l'invasione del Canada sembrava davvero a portata di mano. Con una popolazione di solo mezzo milione di abitanti, a fronte di sette milioni e mezzo di americani, il Canada aveva scarsa disponibilità di uomini validi. Il lungo confine tra i due paesi era difeso solo da 4500 soldati, né l'Inghilterra poteva inviare rinforzi, perché impegnata contro Napoleone. Insomma, il Canada sembrava tanto palesemente vulnerabile, che Thomas Jefferson (non più presidente, ma sempre enormemente influente), definì la campagna "una semplice passeggiata" (il confine tra USA e Canada in una mappa del 1812) Ma il primo tentativo di invasione, nel 1812, fu un fiasco completo: non solo gli americani furono respinti, ma cedettero ai canadesi Detroit e altri forti di confine. Andò meglio nel 1813: dopo aver conquistato York (attuale Toronto), allora capitale del Canada, gli americani diedero alle fiamme il Parlamento e altri edifici pubblici, prima di ritirarsi al di là del lago Ontario. Si può parlare di vittoria, ma gli effetti generali sulla guerra furono minimi. Seguì una lunga serie di battaglie, con risultati alterni, tra le quali va citata almeno quella del fiume Thames, vinta dagli americani, e nella quale trovò la morte, il 5 ottobre 1813, il leggendario capo indiano Tecumseh, considerato il più grande statista della storia dei Nativi americani, e oggi onorato sia in Canada che negli Stati Uniti Nel 1814, gli inglesi, pensando di aver ormai archiviato la pratica napoleonica con l'esilio dell'imperatore all'Elba, inviarono in America un corpo di spedizione forte di 20.000 uomini. Che dopo aver occupato buona parte della costa del Maine, spazzò via la resistenza americana giungendo fino a Washington D.C., costringendo alla fuga il governo e incendiando, per rappresaglia di quanto avvenuto a York, il Campidoglio, la Casa Bianca (nel dipinto) e altri edifici pubblici. Era il 24 agosto 1814. Gli inglesi avevano poi cercato di attaccare, ma senza successo, Baltimora, poi si erano ritirati. Nel frattempo, un'altra offensiva inglese partita dal Canada aveva subito una sconfitta determinante nella battaglia di Plattsburg (11 settembre 1814), grazie alla quale gli americani misero definitivamente al sicuro i loro confini. Ma un altro esercito inglese, comandato da Sir Edward Pakenham, cognato del Duca di Wellington, si preparava ad attaccare New Orleans: se l'impresa fosse riuscita, gli americani avrebbero rischiato di perdere la Louisiana. Quella di New Orleans, combattuta l'8 gennaio 1815, fu l'ultima battaglia della guerra. Anzi, più che una battaglia, un sanguinoso, inutile massacro Continua...
    3 punti
  7. Ciao, il primo è un sesterzio dell'imperatore Marco Aurelio con la personificazione della Liberalitas sul rovescio, con i classici attributi di questa divinità cioè la cornucopia dell'abbondanza e l'abacus ( uno strumento di calcolo matematico, tipo "pallottoliere" per rendere l'idea 🙂) vedi foto. La tipologia è quella individuata da @Rufilius,per quanto riguarda invece la corretta catalogazione restringerei al RIC 1147 o 1205 (vedi foto). Sul secondo esemplare dell'imperatore Claudio concordo con la catalogazione di @Ale75. ANTONIO Foto sesterzi e dell'abacus della Liberalitas.
    3 punti
  8. salve,dovrebbe essere faustina2 con la spes con fiore e drappo.ric497.nino o orlo di tunica con la sinistra
    2 punti
  9. Salve, dovrebbe essere un mezzo carlino di Filippo III con tosone a sinistra per Napoli https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/18
    2 punti
  10. ho fatto un piccolo esperimento di intelligenza artificiale. è venuto decisamente meglio
    2 punti
  11. Ammazza, ma se c'avete avuto tutti problemi a entrare, chi è che m'ha fregato tutte le monete su cui avevo puntato? 🤬 Vabbè, vi perdono. 😇
    2 punti
  12. Un bell'esemplare da un ripostiglio cui sono molto legato. Qui la precedente discussione sul ripostiglio https://www.lamoneta.it/topic/159451-il-ripostiglio-di-reyssouze-ain-francia/
    2 punti
  13. Abbandoniamo per un po' la Zecca e le sue aquile per parlare di Storia, quella con la S maiuscola. Senza alcuna pretesa di scrivere un trattato dettagliato, ce ne sono già troppi, ma focalizzando l'attenzione su alcuni avvenimenti utili ad inquadrare meglio i temi numismatici. In questo caso, introdurremo un personaggio, futuro presidente degli Stati Uniti, che avrà un ruolo di primaria importanza nella storia, numismatica, da cui ha preso le mosse la discussione (e che prima o poi racconteremo, abbiate fede ). E poichè per farlo dovremo parlare di una cosa che, incredibilmente, dopo più di due secoli, sembra tornata d'attualità (e non si sa se riderne o piangerne ), è di rito precisare che qualsiasi riferimento alla cronaca contemporanea è del tutto casuale e involontario... se a qualcuno fa piacere crederci La guerra del 1812 La guerra del 1812 tra Stati Uniti e Inghilterra, così chiamata dall'anno in cui scoppiò, protraendosi poi fino al 1815, si potrebbe liquidare in poche parole come il tentativo da parte degli Stati Uniti di annettersi il Canada (e così abbiamo liquidato anche l'attualità ). In realtà, naturalmente, il discorso è molto più complesso. Le cause del conflitto furono varie, legate soprattutto alle restrizioni del commercio navale imposte dall'Inghilterra a causa della sua guerra contro la Francia di Napoleone, la pratica della Royal Navy di arruolare con la forza marinai statunitensi nei propri ranghi, il sostegno britannico dato ai Nativi americani, contrari all'espansionismo statunitense verso l'Ovest, e che presero parte attiva alla guerra a fianco degli inglesi e, appunto, le mire degli Stati Uniti sulla colonia britannica del Canada. La guerra fu dichiarata con un'esigua maggioranza dal parlamento statunitense il 18 giugno 1812. Alla decisione si giunse soprattutto sotto la pressione di un gruppo di giovani Congressisti, conosciuti come "War Hawks", falchi di guerra, ardenti nazionalisti i quali sostenevano che gli Stati Uniti non potevano considerarsi una nazione indipendente fino a quando avessero accettato passivamente le interferenze nei loro commerci. Il voto del Congresso spaccò l'opinione pubblica: Il Sud e il West appoggiarono all'unanimità la dichiarazione di guerra, mentre gli stati di New York, New Jersey e del New England erano fortemente contrari. Quando la notizia della dichiarazione di guerra raggiunse Boston, le bandiere vennero abbassate a mezz'asta, e il governatore del Massachusetts proclamò un digiuno pubblico in segno di protesta. Gli abitanti del New England temevano che la guerra avrebbe danneggiato i loro commerci assai più che non l'embargo inglese, e deploravano anche il fatto che gli Stati Uniti sarebbero stati, almeno nominalmente, a fianco dell'autocrazia di Napoleone. Ma, soprattutto, nonostante le affermazioni propagandistiche dei "falchi", gli Stati Uniti arrivavano alla guerra quasi del tutto impreparati Continua...
    2 punti
  14. Salve,quella a destra dovrebbe essere un sesterzio Spes Avgvsta di Claudio. https://www.acsearch.info/search.html?id=1182361
    2 punti
  15. Salve, completo l ottima identificazione di @Antonino1951 con la scheda https://www.acsearch.info/search.html?id=354544
    1 punto
  16. Il link è giusto ma ho scritto Filippo II
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  17. Sembrerebbe Filippo II per Napoli 1/2 Carlino con Tosone a sx
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  18. @Stilicho Amico caro, in merito al collezionista J.S. sono riuscito a trovare un articolo sul bollettino CGB su cui si parla di questa collezione messa in vendita..........il bollettino dedica tre pagine a questa collezione da pagina 37 a pagina 39. E' scritto in lingua francese, sigh !!! Ti allego il link. ciauz Mario https://www.bulletin-numismatique.fr/bn/pdf/bn238.pdf
    1 punto
  19. Cinque monete 3 euro e quindi l'ho presa per l'esosa cifra di 60 cent altro che 25 cent!! Colpa di @occhiolungoxxl con il suo peperone!
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  20. Ecco! Era il capsicum che mi mancava! Allora, conoscendo @nikita_ non sarà una moneta da 100 💲💲💲, l'avrà presa in ciotola per "25 Cent" 😁 e poi anche la distanza delle foglie dal bordo è diversa! 😉
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  21. Buonasera a tutti, ho avuto il vantaggio di leggere i commenti di chi mi ha preceduto e sono d'accordo con l'analisi fatta da @Pxacaesare dagli altri amici. Approfitto e ti faccio i complimenti veramente un bel sesterzio. Saluti Alberto
    1 punto
  22. Allego una parte di una discussione mandatami per link da un esperto del settore nelle monete centroasiatiche per avere intanto qualche spunto. Se trovo altro che ricordi possa servire lo manderò. Bhutan began to mint coins «Deb Rupee» since 1790. But within two centuries changed metal coins. This gave currency depreciation and Deb rupee colloquially became known as the "Zang-tam" (Copper coin), "Ma-tam" (Red coin) and "Che-tam" (Thin copper coin/Half coin). Since 1840 silver "Deb rupee" practically disappeared from circulation. Have appeared coins of the same design with very low silver content, and later copper and brass coins. The weight of these coins averaged 2.9-4.9 grams/3.5-4.5 grams. Approximate ratio for the period circulation of coins 1790-1840 Deb Rupee = Naranyani Rupee (Cooch Behar). Deb Rupee = ½ Rupee (Indian). 1840-1900 Zang-tam = Ma-tam. 32 Ma-tam = Deb Rupee. Ma-tam = Paisa = 1/64 Rupee (Indian). 1865-1900 Ma-tam = 2 Che-tam. Che-tam = ½ Paisa = 1/128 Rupee (Indian). Thus, this coin has a nomination / name: 1 Paisa / Zhang-tam or Ma-tam. Ho Diversi Ma-Tam ma tutti in bronzo e non nella versione in argento
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  23. Cala famosa di Capri buona serata
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  24. Banconote nei francobolli.
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  25. salve,pxacaesar,condivido l'analisi di rufilius.penso siano uguali.nino
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  26. Sembra anche a me lo stesso conio di dritto.
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  27. @Massimiliano Tiburzi, restauro riuscito, argento splendente ! La pulizia ti ha messo in risalto i graffietti e l'usura, ma questo si sapeva 🙂
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  28. Capito, grazie!
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  29. Buona giornata. Da una ricerca mi risulta che il rebus con il cent. di Lincoln è citato nel Concorso Rebus 2.0 sul sito della Sibilla ( http://www.lasibilla.net/rebus-2-0/) come esempio di Rebus 2.0., una tipologia che prevede chiavi e costruzioni anomale, fuori dagli schemi precostituiti, con invenzioni sulla prima lettura o sul disegno, oppure interventi sulla carta. La Sibilla informa che questo rebus è comparso sulla rivista Leonardo 2-2001: la soluzione è riportata sul numero successivo con un asterisco per spiegare che “statico” si riferisce al fatto che questo rebus è del tipo statico o a denominazione. apollonia
    1 punto
  30. Sono così definite le impronte di valore in colore rosso, eseguite a macchina, per l'affrancatura di oggetti postali inviati da parte di grandi utenti. In Italia furono introdotte dal 1927, si potevano utilizzare per la posta ordinaria e per le raccomandate, ma non potevano essere utilizzate per soddisfare l'importo dei servizi speciali accessori, i quali obbligatoriamente dovevano essere affrancati con i francobolli a loro dedicati (posta pneumatica, espresso, posta aerea), . Le impronte sono comunemente definite dai collezionisti col nome di "rosse".
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  31. TAILANDIA 75 st:CHLOROPSIS AURIFRONS TAILANDIA 1 bath:PICCHIO?
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  32. Sempre bel materiale.. ho finito i mi piace ma l' ho scritto in italiano 😁 Ricordo che il 15 febbraio 1971 il Regno Unito entra nel sistema della valuta decimale. Questo è un annullo storico, negli uffici postali davano opuscoli per spiegazioni.
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  33. l'impronta di quella di destra è prorio più grande e diversa, propendo per il falso d'epoca pure io
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  34. Molto carina la figura di Mercurio, una divinità non comune sulle monete... Arka # slow numismatics
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  35. Cartolina postale spagnola del valore di 10c. effigie del Re Alfonso XIII da bambino con stemma dei Borbone sulla sx. Annullo di partenza di Barcellona del 4.12.1?9?.. .. annullo di arrivo a Milano del 6.12.?9? L' UPU l'Unione Postale Universale, obbligava tutte le nazioni membri dell'Unione ad avere lo stesso format per le cartoline postali, infatti questa cartolina postale spagnola e' come si puo' vedere molto simile a quelle italiane del periodo. La cartolina è un brillante esempio postale delle regole UPU, gradevolissima e in buono stato, piacevole..nel vedere ogni tanto materiale straniero. Simile al valore postale di questa cartolina ovviamente esiste anche il francobollo emesso nel 1889.. come sotto:
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  36. Buongiorno @Ale75 osservando attentamente la moneta per dare qualche indizio in più sono riuscito a catalogarla
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  37. Ciao Alberto, secondo me è proprio un falso d'epoca ,oltre allo stile del ritratto di Federico III anche le legende e la croce al rovescio sono di stile non ufficiale... Dietro la testa del Re sembrano effettivamente delle lettere,una O forse preceduta da una I o una N , purtroppo le foto sono poco chiare... In definitiva un falso ottenuto ribattendo un' altra moneta mi sembra l' ipotesi più plausibile... Complimenti, pezzo veramente interessante...
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  38. Grazie @chievolan, in effetti questa è una tesi plausibile, soprattutto se si guarda al livello di usura dei bordi del foro, che suggerirebbe un uso ripetuto e prolungato. Il rame però è un metallo piuttosto morbido e, se fosse stato usato come rondella, probabilmente si dovrebbe vedere uno schiacciamento o l'usura anche delle superfici, a meno che non venisse usato proprio in falegnameria, come suggerito, per superfici lignee, su un perno metallico. Giustamente, può essere servito a mille cose, anche come amuleto o bottone (sempre fantasticando, magari di qualcuno dei pochi che aveva fatto ritorno), il che però non ne spiegherebbe l'usura particolare attorno al buco. Cercando qua e là, mi sono imbattuto in un numero di Panorama Numismatico dove, in un bell'articolo di Gianni Graziosi intitolato "Divagazioni intorno alle monete forate", si fa riferimento alla figura del ganzer e del suo singolare bastone. Cito (pp. 47-48): "A Venezia i ganzer, gli addetti ad aiutare a far scendere i nobili dalle gondole, utilizzavano dei bastoni su cui era uso inchiodare delle monete spicce e medagliette di tutti i tipi. Praticamente questi bastoni potevano essere ricoperti completamente di monete". Quasi sicuramente non è questo il caso (dato che il foro ha una sezione eccessiva e non triangolare o quadrata dell'inchiodatura), ma mi piace pensare che il bisante sarebbe stata una moneta perfetta per abbellire il bastone di un ganzer, per ricordare agli agiati nobili veneziani quella fides inviolabilis pagata a caro prezzo. Buona giornata, Marco
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  39. Salve secondo me invece è un bronzo di Macrino per Amphipolis in Macedonia 🙂 https://www.acsearch.info/search.html?id=3520459
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  40. Dovrebbe essere una moneta di Cnido in Caria. A dx in caratteri greci si legge bene CNIDION. E' piuttosto consunta ed al diritto dovrebbe essere la testa di Artemide con l'accenno di una faretra dietro la nuca. Non sono particolarmente ferrato: Conosco le dracme del 250-210 a.C. ma qui qui il peso è veramente basso e non so neppure se possa essere un obolo. e non sono ficuro neppure dell'autenticità, vista l'epigrafia
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  41. Da asta nazionale un bel tondello pieno, senza tosature. Coronato con scena dell'incoronazione Zecca di Napoli Segno di zecchiere sotto croce: B Peso 3,82 grammi
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  42. @Releo grazie per la fiducia, purtroppo però la mia è solo una forte passione per questo periodo storico. Non sono così esperto da poter formulare una ipotesi supportata da evidenze, al massimo posso trovarne più interessante una piuttosto che l'altra. La monetazione di Ferrante era estremamente legata al simbolismo, sempre molto chiaro e lampante. Per questo motivo presumo che la leggenda in cui è presente CORONATS al posto di CORONATUS sia esclusivamente una forma di abbreviazione, così come per il resto delle parole, legata alla disponibilità di spazio.
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  43. Ringrazio vivamente quanti hanno espresso il loro parere nei commenti. In effetti la Casa d'Aste ammette i ritocchi, anche se questi sono così vistosi da far venire più di qualche dubbio.. .
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  44. Dopo aver discusso e presentato in questa sezione molte ripostigli inglesi del III secolo, questa volta mi trasferisco in Francia, più precisamente a Reyssouze nell’Ain dove l’11 ottobre del 2014 durante alcuni lavori privati in un terreno, è stato fortuitamente scoperto un ripostiglio di 2096 monete di cui 17 denari e 2079 antoniniani. 1147 antoniniani appartengono all’Impero Gallico e 577 risultano essere produzioni irregolari. Tra le imitazioni vengono segnalati anche almeno 11 esemplari della serie DIVO CLAVDIO (conteggiati però con il gruppo di emissioni relative all’Impero Centrale). L’intero ripostiglio, dopo uno studio preliminare, è stato messo in vendita tramite asta pubblica. Questa è la composizione del ripostiglio per imperatori (e congiunti): Impero Centrale Settimio Severo Geta Caracalla Eliogabalo Giulia Mesa Alessandro Severo Massimino Gordiano III Filippo I Otacilia Severa Filippo II Traiano Decio Errenia Etruscilla Divi Treboniano Gallo Volusiano Valeriano I Gallieno Marianina Salonina Salonino Valeriano II Gallieno (regnante da solo) Salonina Claudio II Divo Claudio Quintillo Aureliano Severina Tacito Florian Probo Caro Carino Numeriano Diocleziano Impero Gallico Postumo Aureolo Mario Vittorino Tetrico I Tetrico II Imitazioni Il report preliminare attualmente disponibile (a cura di Isabelle Bollard-Raineau), costituisce l’unico studio esistente sul ripostiglio, ma non è completo e soprattutto non è privo di errori e refusi. Il blocco di monete degli imperatori gallici, per esempio, non è stato classificato completamente e nella lista dei sovrani ufficialmente non risultano emissioni di Mario, mentre a seguito di una revisione del materiale da parte della casa d’aste che ne ha curato la vendita, è emerso un antoniniano dell’imperatore gallico del tipo FELICITAS AVG. Leliano non risulta invece presente nel ripostiglio. Il deposito è stato trovato con il suo contenitore originario: una vaso in lamina di bronzo di fattura italica, ma di produzione locale. Si tratta di un normale vaso di uso comune di fatto presente tra le normali dotazioni domestiche. Si tratta quindi di un possibile ripostiglio apparentemente “domestico”. C’è un grande lasso temporale tra le emissioni più vecchie e quelle più recenti: il termine “post quem” è il 286 a fronte di un termine “ante quem” del 195. Tale tipologia di ripostiglio rientra in una serie di depositi analoghi come Goeblingen (2769 es; TPQ 279), Cléry (2787 es; TPQ 282), Reichenstein (2555 es; TPQ 283) ma è paragonabile anche a depositi più consistenti come Evreux (73373 es; TPQ 282), Sainte-Pallaye (8864 es; TPQ 283), Bavai (6659 es; TPQ 289), Annecy (10640 es; TPQ 281) o l’italiano La Venera (46077 es; TPQ 287). Il tesoro di Reyssouze presenta una parte di evidente tesaurizzazione (lampante la presenza di denari d’argento del periodo severiano, ma anche di buoni antoniniani in biglione con un discreto quantitativo di argento) e una parte che doveva riflettere parte della circolazione monetaria del periodo nonostante il mantenimento dello scopo iniziale dell'accumulo (la tesaurizzazione). La presenza di antoniniani di Probo in ottimo stato di conservazione fa propendere per una data di chiusura del ripostiglio anteriore al 300, approssimativamente collocabile tra il 286/290 e potrebbe quindi essere messo in relazione con le invasioni barbariche che interessarono le Gallie attorno agli anni ‘80 del III secolo e quindi condizionato proprio dal periodo di instabilità e scarsa sicurezza del territorio che gravava sulla provincia gallica recentemente riannessa all’Impero Centrale. Sulla composizione si possono fare alcune considerazioni. Per la componente di monete relative all’Impero Centrale, gli esemplari anteriori al 253 costituiscono una porzione consistente di una sessantina di esemplari di cui fanno parte 17 denari che di sicuro uscirono dalla circolazione monetaria attorno al 251 a seguito del loro recupero sistematico durante il regno di Traiano Decio prima e Treboniano Gallo dopo. Il grado di usura di questi pezzi non è elevato, anzi, alcuni esemplari godono di una buona conservazione come ad esempio il pezzo di divinizzazione emesso da Caracalla per Settimio Severo. (DIVO SEVERO PIO / CONSECRATIO; RIC 191e; 211 d.C.) Si tratta quindi di esemplari sottratti abbastanza repentinamente dalla circolazione e quindi di una sorta di ripostiglio iniziato e continuato nel tempo. Molto presumibilmente l’accantonamento dev’essere iniziato prima della sparizione totale dalla circolazione delle monete di argento puro e quindi sicuramente prima degli anni ‘50 del III secolo: una sorta di ripostiglio famigliare presumibilmente gestito da più generazioni. La presenza di antoniniani di buona lega della prima metà del III secolo è altrettanto rilevante: 22 esemplari di Gordiano III (20 della zecca di Roma e 2 della zecca di Antiochia) 13 esemplari di Filippo I e congiunti (di cui anche un denario a nome di Otacilia Severa, tutti della zecca di Roma), 9 esemplari di Traiano Decio e congiunti, 3 esemplari di Treboniano Gallo e 1 solo esemplare di Volusiano. La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata: 52 sono gli esemplari della serie DIVO CLAVDIO di cui 11 ufficiali, 31 indetermnati e 10 imitativi. Complessivamente sono raggruppati in 40 di tipo Altare e 12 di tipo Aquila. Circa la componente “gallica” invece la ripartizione fatta nello studio preliminare è la seguente: Che va tuttavia rettificata dato che nel computo è “scappato” un esemplare di Mario confuso per un altro sovrano gallico. Mi soffermo ad approfondire alcuni aspetti di questo gruppo dato che, come ben sapete, il cuore dei miei interessi numismatici riguarda proprio la monetazione dell’Impero Gallico. la presenza delle monete galliche è piuttosto notevole (più della metà dell’intero ripostiglio se consideriamo le imitative) le imitative galliche sono quasi tutte di buon modulo e di buon peso. Si possono considerare pressoché assenti i cosiddetti minimi (diametro inferiore ai 10 mm). Le imitative presenti inoltre hanno uno stile molto aderente ai prototipi ufficiali o comunque abbastanza buono tale da confondersi con i tipi imitati o comunque da essere utilizzati con pari valore delle emissioni ufficiali. La presenza di moneta gallica così strutturata rispecchia l’evoluzione della produzione (e circolazione monetaria) senza tradire l’intento originario del deposito ovvero la costituzione di un gruzzolo di tesaurizzazione che riflette il progressivo impoverimento del materiale monetale pur tuttavia continuando a rispettare il principio della legge di Gresham: accantonamento della moneta con maggior contenuto di fino e mantenimento nel flusso circolatorio della moneta più povera. La qualità delle imitative presenti infatti rappresenta proprio un lavoro di selezione del circolante: tesaurizzazione della sola moneta rispondente a determinati standard (buon peso, buon modulo e stile vicino alle emissioni regolari) e conseguente scarto di imitative di bassa qualità, peso e moduli ridotti che erano comunque in circolazione (se non addirittura in produzione) al momento della formazione/occultamento del tesoro. Utilizzando le classi di catalogazione delle imitative proposte da Jean Marc Doyen nel suo studio sulla monetazione imitativa, nel ripostiglio di Reyssouze la produzione locale è da ricondurre sostanzialmente alle classi 1 e 2 con sporadici esemplari rientranti nelle classi 3 e 4 (quantitativi comunque non rilevanti): Quindi le classi 3 e 4, di fatto assenti nel deposito, erano in circolazione e in produzione proprio nell’ultimo periodo di accantonamento del deposito e della sua chiusura. L’ultimo blocco di Antoniniani a essere analizzato è quello riferibile agli anni 270/288 e riconducibile all’Impero Centrale con la riannessione dei territori gallici (dopo il 273 grazie ad Aureliano). La composizione è così strutturata: Aureliano: 199 esemplari (48,7% Milano; 21,1% Roma; 16,7% zecca incerta; 4,5% Serdica; 4% Siscia; 2,5% Lione; 2,5% Pavia; 0,5% Cizico) Tacito: 61 esemplari (70,5 % Lione; 23% Pavia; 4% Roma) Floriano: 7 esemplari (Lione) Probo: 177 esemplari (79,7% Lione; 14,7% Pavia; 2,3% Roma; 1% Siscia; 2,3% zecca incerta) Caro: 6 esemplari (5 Lione, 1 Roma) Carino: 19 esemplari (18 Lione, 2 Roma) Numeriano: 16 esemplari (Lione) Diocleziano: 4 esemplari (Lione) Gli esemplari appartenenti al periodo di chiusura del ripostiglio sono mal rappresentati e costituiscono un gruppo assai poco numeroso rispetto l’insieme del tesoro. Ampliando lo spettro d’analisi si può notare come con Aureliano il grosso dell’apporto al flusso monetario era garantito dalla zecca di Milano per poi passare il primato alla zecca di Lione che di fatto garantiva, assieme all’atelier di Pavia (aperto in concomitanza alla chiusura di Milano) la quasi totalità del circolante dell’area gallica. Verosimilmente la tesaurizzazione di esemplari nuovi e riformati di Aureliano prima e Probo poi, doveva essere bilanciata dal permanere in circolazione di un considerevole quantitativo di numerario imitativo abbondantemente svilito e sottopeso segnale di come vi fosse necessità di moneta spicciola per i traffici quotidiani e di come nei territori gallici abbia faticato a imporsi la moneta riformata che doveva sostituire le emissioni galliche. Chiudo ora la discussione allegandovi la mia rappresentanza del ripostiglio qui analizzato, ovviamente la scelta degli esemplari è ricaduta sostanzialmente nei sovrani gallici, imitative comprese, con l’inclusione degli imperatori centrali coevi Claudio, Quintillo e Aureliano (di quest’ultimo ho optato per l’ultima emissione uscita dalla zecca di Milano prima della sua chiusura). Purtroppo mancano all’appello Gallieno e Mario per la rappresentanza completa dell’arco temporale di mio interesse, ma mi ritengo comunque soddisfatto della composizione del mio “petit tresor monétaire”. 1) Postumo e Aureolo 2) Vittorino 3) Tetrico I e II 4) Claudio e Quintillo 5) Imitative 1/2 6) Imitative 2/2 7) Aureliano Portate pazienza per le foto... fatte al volo ieri sera con il telefono, poca luce e nessun accorgimento particolare. Nel gruppo, apparentemente alquanto "ordinario", ci sono alcune chicche per appassionati gallici e un pezzo interessante e anche, direi, abbastanza raro che è sfuggito sia in fase di catalogazione preliminare che in fase di verifica prima della vendita all'incanto e della successiva rivendita da parte del venditore professionale (purtroppo i miei sono acquisti di "seconda" tornata e quindi risentono di un leggero rincaro). Vediamo se notate gli elementi di maggior interesse... io non vi dico nulla
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  45. Qualche giorno fa ho concluso uno scambio di monete mondiali con un collezionista di Tiraspol. Ne ho approfittato per chiedergli quali fossero realmente le valute realmente circolanti in città e nel territorio della Transnistria, ed in particolare se il rublo della Transnistria ed i suoi sottomultipli fossero effettivamente utilizzati, se fossero circolanti ed accettate anche altre valute (leu moldavo? rublo russo? euro?) e se le nuove monete in materiale composito fossero state realizzate per la circolazione. Questa è stata la sua risposta: Coins of composite materials are found in circulation. Other Transnistria commemorative coins in circulation not found. Paper Money: euro, dollar, Russian ruble, the MDL can be exchanged at banks on Transnistrian money Russian coins, Moldavian coins, euro coins, US coins in circulation are not found, and they are not taking in banks. Only paper money
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