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  1. petronius arbiter

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/19/25 in tutte le aree

  1. A questo abbiamo già risposto, precisando che la Casa d'asta svolge un'opera di intermediazione fra i conferenti e gli aggiudicatari e non "commercializza", in senso tecnico, le monete esitate in asta. Quindi, la Casa d'asta deve ottenere delle specifiche autorizzazioni di P.S. per l'attività di intermediazione ma non quelle di chi commercializza le monete, siano esse monete numismatiche o "da investimento". A livello fiscale, la cessione della propria collezione ad una casa d'aste (o anche ad un altro collezionista) non sarà soggetta ad alcuna imposizione fiscale nè ad obblighi dichiarativi, con il solo obbligo di ricevere il corrispettivo della cessione con modalità tracciate (ad esempio: bonifico) ove il corrispettivo percepito sia superiore alla soglia di ammissibilità dei pagamenti in contanti (attualmente il limite in Italia è fissato in euro 4.999,99). Poichè stiamo trattando un argomento molto tecnico e considerando che l'utilizzo di questi "social" consente a tutti, nessuno escluso, di esprimere pareri a briglia sciolta, pur ignorando i principi della materia trattata e traendo ispirazione, quando va bene, da notizie acquisite dai cugggini e, quando va male, da convinzioni personali fondate sul nulla cosmico o sul sentito dire, con ciò generando confusione con false e distorte informazioni (altrimenti dette: "cazzate"), onde non incorrere io stesso in questo errore, vorrei corredare questo intervento con il supporto di una recentissima sentenza (ottobre 2024) della Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Torino, che a sua volta richiama un arresto della Cassazione del 2023, con il quale si fa esattamente il punto sulla questione posta da Cinna74. Nelle sentenze si fa un preciso distinguo tra tre figure ben distinte 1. il mercante; 2, lo speculatore occasionale; il collezionista. Solo le cessioni poste in essere da quest'ultimo non saranno soggette ad alcuna imposizione fiscale. Penso che leggere quello che stabiliscono le Corti di Giustizia con le loro sentenze, valga ben di qualunque parere. Anche perchè poi, in caso di contenzioso con il Fisco, saranno quelle stesse Corti a decidere le controversie. Se avete 5 minuti di tempo, consiglio la lettura delle 3 pagine della sentenza allegata. M. corte-di-giustizia-tributaria-di-primo-grado-piemo.pdf
    5 punti
  2. Buonasera a tutti, passato oggi su Inasta. Cavallo di Federico III Lo trovo interessante, avrebbe sicuramente bisogno di una bella rinfrescata o forse sarebbe meglio lasciarlo così. Cosa ne pensate carissimi Scudieri e Cavalieri? Saluti Alberto
    3 punti
  3. Credo che sia un problema legato ai diritti di simboli olimpici. Per utilizzare il nome ed i simboli delle olimpiadi (che sono marchi riservati) occorre pagare delle royalties che però variano se l'utilizzo è per il mercato domestico o per quello estero. Un po' lo stesso motivo per cui gli abbonati alle TV a pagamento non possono vedere i programmi se si trovano in alcuni paesi esteri.
    3 punti
  4. ...FAO, direi si vedono anche i ramoscelli e la spiga sul "100" Njk
    3 punti
  5. Buonasera, In my opinon: Ardite, Felipe III ( 1598-1621) , Barcelona reference nr. : Cal 25 var. Saluti, Ajax
    2 punti
  6. @Giov60 Giovanni, mi chiedevi una possibile specificazione circa importi e tempistiche che fanno propendere per la presenza di un collezionista o di uno speculatore occasionale (la figura del mercante mi sembra già più facile da individuare). Allora, in questa sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di I grado di Lecco, che allego, si discute il caso di un collezionista che raccoglie moto e macchine da 40 anni e poi se le vende. Oltre a vendere le auto/moto della sua collezione compie però anche delle operazioni "speculative", ovvero compra e rivende in un breve lasso di tempo alcune altre auto/moto. Come hanno proceduto i giudici, che nel loro ragionamento richiamano ancora una volta quei principi enunciati dalla Cassazione nel 2023? Esattamente come abbiamo già visto. Per le auto/moto vendute, che erano da tempo in collezione, i ricavi non vengono considerati ai fini impositivi, perchè per queste vendite lo hanno ritenuto un "collezionista puro" e quindi non c'è alcuna imponibilità fiscale (hanno ritenuto che stesse dismettendo dei beni personali). Invece, per le operazioni di acquisto e rivendita effettuate a ridosso l'una dell'altra (e ammesse dallo stesso ricorrente) il contribuente è stato ritenuto "speculatore occasionale" e i ricavi conseguenti a queste vendite sono stati considerati quali "redditi diversi" e sottoposti a imposizione fiscale ma non all'IVA, in quanto nella figura dello "speculatore occasionale" manca il requisito dell'abitualità (che invece è presente nella figura del mercante). Diciamo che se non avesse compiuto operazioni speculative nel breve periodo, l'accertamento fiscale sarebbe stato completamente annullato. Mi pare comunque che il ragionamento da farsi per capire quando si è in presenza di un collezionista puro e quando di uno speculatore occasionale, non sia poi così complicato. Cambiate le parole "auto e moto" e metteteci al loro posto "monete e banconote" e il discorso è esattamente lo stesso. M. corte-di-giustizia-tributaria-di-primo-grado-lomba.pdf
    2 punti
  7. Salve. Condivido tornese da 6 cavalli 1804 ( Magliocca pag. 230 n.397-R2). Gr. 3,54. La moneta, al retro, presenta due punti in verticale dopo "C". I due punti ci sono e questo è indubbio. Che siano voluti e non casuali è ugualmente indubbio. Però, in questo specifico caso, ritengo che non possiamo parlare con certezza di doppio punto finalizzato al riconoscimento della moneta, in quanto il punto in alto va a coincidere con il centro delle moneta stessa (punta di compasso). Motivo per cui non ho inserito la moneta nella mia scheda riassuntiva sul doppio punto. Anche se, per la verità, una vetrina importante e qualificata di internet, relativamente ad un 6 cavalli 1804 attualmente in vendita e dello stesso conio del mio esemplare, parla esplicitamente di variante doppio punto, come da foto allegata. Che abbia ragione? Quale il vostro parere? Grazie. Saluti.
    2 punti
  8. Ciao Giovanni. Sono parametri indicatori che non hanno un riferimento numerico preciso. In altre parole, non viene detto (dai Giudici) se oltre tot transazioni usciamo dall'alveo del collezionismo ed entriamo in quello dello speculatore o del mercante o quanto debba essere prolungata la durata del possesso degli oggetti collezionati che poi si vendono; non esistono indicazioni numeriche precise, come invece accade ad esempio per il dosaggio di un farmaco. Si tratta, di volta in volta, di valutare il caso concreto e di sussumerlo in una delle tre categorie in base a come esso si manifesta. I principi espressi nella fondamentale sentenza della Cassazione del 2023 e poi ripresi dalla Corte Tributaria del Piemonte forniscono degli indicatori che vanno applicati caso per caso. Ma è già qualcosa. Un abbraccio. M.
    2 punti
  9. di questa roba, solo per il mio periodo , ho circa 1400 esemplari, e poi ultimamente nemmeno li salvo tutti .... concentratevi non sulle monete, ma sui fondi e su come i tratti sono tracciati..
    2 punti
  10. Ciao! Complimenti ancora Maurizio; bella storia! Io ci aggiungo quello che è attinente al "mago" Benjamin ed altri due colossi della storia americana che diventeranno presidenti e che, in missione diplomatica a Parigi, incontrarono l'Ambasciatore della Repubblica di Venezia, il cavalier Daniele Dolfin (da loro chiamato Delfino), chiaramente dettaglio per me interessante stanti i miei interessi. E' singolare che la nascente Repubblica degli Stati Uniti d'America si rivolgesse ad un'altra Repubblica, invero ormai vetusta, stanti i quasi mille anni di storia, e quasi al tramonto perché vista come una entità dalla quale trarre insegnamenti e sviluppare dei reciproci accordi di natura politica, finanziaria e commerciale. Purtroppo non so se gli Ambasciatori degli Stati Uniti donarono all'Ambasciatore veneziano Dolfin un cofanetto contenente monete d'oro ..... non ho trovato nulla al riguardo, né ho trovato documenti circa l'eventuale accettazione o meno delle profferte da parte della Serenissima. Certo che Venezia, a quel tempo, aveva delle grosse "gatte da pelare"; una nobiltà ormai "brasata" e incline al lusso decadente, nemmeno capace di gestire una sana politica estera e domestica, si preoccupava solo di sopravvivere a se stessa, cercando di neutralizzare le forze centrifughe e giacobine di gran parte dei nobili delle città suddite. Figurarsi se aveva la mente per concludere accordi con una neonata nazione al di la dell'oceano! Gli americani però gli occhi sulla Serenissima ce li misero bene, tant'è che spesso si legge che una parte delle istituzioni americane si conformarono alla politica veneziana; forse coincidenze o forse no! In ogni caso allego copia della lettera diplomatica trovata in internet e la sua traduzione. saluti luciano «[a] Sua Eccellenza il Cavalier Delfino Ambasciatore della Repubblica di Venezia Passy presso Parigi, Xbr 1784 Signore, gli Stati Uniti d'America riuniti in Congresso, giudicando che un rapporto tra i detti Stati Uniti e la Serenissima Repubblica di Venezia fondato sui principi di eguaglianza, reciprocità e amicizia sarebbe di mutuo vantaggio per entrambe le nazioni, nel giorno dodicesimo dello scorso maggio hanno conferito mandato con sigillo di detti Stati ai Sottoscritti come loro Ministri plenipotenziari, dando loro od alla maggioranza di essi pieni poteri ed autorità, in nome e per conto di essi detti Stati, per conferire, trattare e negoziare con Ambasciatore, Ministro o Commissario della detta Serenissima Repubblica di Venezia investito di pieni e sufficienti poteri, per e con riguardo ad un Trattato di Amicizia e Commercio, per fare e ricevere proposte in materia di un tale Trattato ed infine di concludere e sottoscrivere lo stesso, trasmettendolo ai detti Stati Uniti riuniti in Congresso per la loro ratifica finale. Ci pregiamo di poter informare sua Eccellenza che abbiamo ricevuto mandato in dovuta forma e che siamo pronti ad entrare in negoziato non appena vi sia da parte della detta Serenissima Repubblica di Venezia un pieno potere all'uopo disposto. Abbiamo infine l'onore di richiedere a sua Eccellenza di trasmettere questa informazione alla Corte [al detentore della sovranità; NdT] e di farlo con grande rispetto, Obbedientissimo ed umilissimo servo di sua Eccellenza, John Adams, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson»
    2 punti
  11. Volevo condividere con voi l'arrivo della oncia dedicata al serpente per la collezione Lunar 3 che si va ad aggiungere alla serie in corso, secondo me di particolare interesse anche il fatto che sia a cavallo del cambio di trono e anche il retro quindi acquisisce interesse.
    2 punti
  12. Ciao @favaldar, mi pare il consueto contorno "a meandri" delle madonnine di San Severino, per quanto non riuscito adeguatamente... La lavorazione del contorno all'epoca avveniva dopo la coniazione e fustellatura del tondello (in caso di coniazione a rullo, su lamine), e non di rado capita che saltasse del tutto o che per la forma del tondello imperfetta, non venisse impresso il motivo su alcune parti di circonferenza. Nel tuo esemplare, probabile che in questa fase il tondello sia slittato, andando a rovinare il motivo risultante, o magari sia stato in parte "doppiato" dagli utensili su una parte già lavorata... Per curiosità, sempre a San Severino era in uso anche il contorno "a stelle", ma è davvero rarissimo trovarlo: Ciao, RCAMIL.
    2 punti
  13. Grazie a tutti ragazzi, siete stati veramente gentilissimi😁😁
    2 punti
  14. Anche il mio è un "microscopietto"!! Ahahah!!!
    2 punti
  15. L'aquila e il serpente O, per meglio dire, l'aquila o il serpente? La vulcanica mente di Franklin, che una ne pensava e cento ne inventava ben prima del tacchino, quando ancora nessuna scelta era stata fatta, anzi, prima ancora che il problema si presentasse agli americani, nel 1775, quando i combattimenti tra coloni e inglesi erano già iniziati ma la Dichiarazione d'Indipendenza doveva ancora essere scritta, aveva proposto di adottare come simbolo nazionale un animale del tutto diverso, a dire il vero assai poco amato dalla maggior parte delle persone, che ne hanno spesso un vero e proprio terrore: il serpente. Ma non uno qualsiasi, bensì il più conosciuto e famoso del Nordamerica, the rattlesnake, il serpente a sonagli Il 27 dicembre 1775, il Pennsylvania Journal pubblicò la seguente lettera a firma di "An American Guesser", un indovino americano, nel quale gli storici riconoscono concordemente Benjamin Franklin. "Ho osservato che su uno dei tamburi appartenenti ai marines che si stavano sollevando era dipinto un serpente a sonagli, con questo modesto motto, 'Non calpestarmi'. Poiché so che è usanza avere un qualche simbolo sulle armi di ogni paese, ho supposto che questo potesse essere adatto per le armi dell'America; e poiché non ho nulla a che fare con gli affari pubblici e il mio tempo è perfettamente mio, per impiegare un'ora oziosa, mi sono seduto a indovinare cosa si volesse intendere con questo insolito simbolo. Ho avuto cura, tuttavia, di consultare in questa occasione una persona che ha familiarità con l'araldica, da cui ho appreso che è una regola tra gli studiosi di quella scienza che le proprietà degne dell'animale debbano essere considerate, ma non, al contrario, quelle vili. Mi informò anche che gli antichi consideravano il serpente un emblema di saggezza, e in qualche modo portatore di un certo atteggiamento di durata infinita: entrambe le circostanze suppongo possano essere tenute in considerazione. Dopo aver acquisito questa informazione, e ricordando che i paesi sono talvolta rappresentati da animali a loro peculiari, mi è venuto in mente che il serpente a sonagli non si trova in nessun'altra parte del mondo oltre all'America, e potrebbe quindi essere scelto, per questo motivo, per rappresentarla. Ma poi 'le proprietà mondane' di un serpente, pensai, sarebbero state difficili da indicare. Ciò sollevò piuttosto che reprimere la mia curiosità, e avendo visto spesso il serpente a sonagli, ripassai nella mia mente ogni proprietà per cui si distingueva, non solo dagli altri animali, ma anche da quelli dello stesso genere o classe di animali, cercando di attribuire a ciascuna un significato, non del tutto incoerente con il buon senso. Ricordai che il suo occhio superava in luminosità quello di qualsiasi altro animale, e che non ha palpebre. Può quindi essere considerato un emblema di vigilanza. Non inizia mai un attacco, né, una volta impegnato, si arrende mai: è quindi un emblema di magnanimità e vero coraggio. Come se fosse ansioso di prevenire ogni pretesa di litigare con lui, nasconde nel palato le armi di cui la natura lo ha fornito, cosicché, a chi che non lo conosce, sembra un animale indifeso; e anche quando quelle armi vengono mostrate e tese per la difesa, sembrano deboli e spregevoli; ma le loro ferite, per quanto piccole, sono decisive e fatali. Consapevole di ciò, non ferisce mai finché non ha generosamente dato avviso, anche al suo nemico, e lo ha messo in guardia contro il pericolo di calpestarlo. Ho sbagliato nel pensare che questa fosse una forte rappresentazione del temperamento e della condotta dell'America? Il veleno dei suoi denti è il mezzo necessario per digerire il suo cibo, e allo stesso tempo una distruzione certa per i suoi nemici. Questo può essere inteso come un'indicazione che quelle cose che sono distruttive per i nostri nemici, possono essere per noi non solo innocue, ma assolutamente necessarie alla nostra esistenza... é curioso e sorprendente osservare quanto siano distinti e indipendenti l'uno dall'altro i sonagli di questo animale, e tuttavia quanto siano saldamente uniti insieme, tanto da non poter essere mai separati se non rompendoli in pezzi. Uno di quei sonagli, singolarmente, è incapace di produrre suono, ma il tintinnio di essi insieme è sufficiente ad allarmare l'uomo più audace del mondo. Il serpente a sonagli è solitario e si associa ai suoi simili solo quando è necessario per la sua conservazione. In inverno, il calore di un certo numero di esemplari insieme preserverà le loro vite, mentre singolarmente probabilmente perirebbero. Può essere inteso nel senso che coloro che amano la libertà e le benedizioni che l'America offre, una volta che si sono avvicinati a lei, non la lasciano mai più, ma trascorrono la loro vita con lei." Bisogna riconoscere che l'idea di Franklin non era senza ragioni, e anche se non ebbe seguito a livello "nazionale", l'immagine del serpente fu adottata in svariati ambiti, non ultimo quello monetario. Sono diverse le banconote emesse dalle colonie, prima e durante la guerra d'indipendenza, che raffigurano il serpente a sonagli, come questi 20 dollari della Georgia del 1778. Il motto latino nel tondo, NEMO ME IMPUNE LACESSET, significa "nessuno mi provocherà impunemente", e ben si adatta a quanto scritto tre anni prima da Franklin nella sua lettera. Viene ripetuto anche al retro del biglietto. Certo, se gli Stati Uniti avessero davvero adottato il serpente a sonagli per il loro Grande Sigillo, poi questo avrebbe dovuto vedersela con il Grande Sigillo del Messico, raffigurante anch'esso un'aquila... ma un'aquila che divora un serpente a sonagli petronius
    2 punti
  16. Comunque quando dai del biondo al biondo, ecco che il biondo si offende e compare sul forum. Non insisto oltre, è inutile cercare di spiegare concetti quali l'empatia, la correttezza, ecc. all'italiano medio il quale, fra l'altro, non concepisce che esistano persone che non fanno i furbi, pagano tutte le tasse, sono oneste, quando prendono una multa meritata non cercano di trovare qualsiasi escamotage per non pagarla, ecc. Insomma, l'italiano medio fa l'italiano medio (andate un po' a vedere negli altri stati europei qual è l'immagine dell'italiano che hanno e, no, non sono prevenuti, hanno ragione). Sarebbe come cercare di convincere un leone a seguire una dieta vegetariana: funziona solo in Madagascar (il cartone, non lo stato). Vi auguro di tutto cuore di non riuscire in futuro a prendere le prossime monete a cui siete interessati e doverle pagare poi il triplo o il quadruplo, però poi non voglio sentire lamentele, ok?
    2 punti
  17. Dall'esperienza che ho maturato dedicandomi al restauro monetale, posso dirle che un semplice bagno in acqua demineralizzata ed un successivo lavaggio con sapone, non risolverà nulla. Per tentare un recupero altre al bagno in demineralizzata (almeno un mese con cambio giornaliero dell'acqua), è necessario intervenire meccanicamente con bisturi lavorando al microscopio. Lavoro molto lungo e complesso, che richiede una notevole manualità ed allenamento ad operare in tali condizioni, che, comunque, non può garantire un intero recupero della moneta, che presenta solo tracce di rilievi sotto l'incrostazione. Allego foto di un restauro eseguito qualche anno fa su un sesterzio.
    2 punti
  18. Di cosa parleremo in questa discussione? Stavolta è davvero difficile, al punto che avevo pensato di regalare un esemplare della moneta che sarà l'oggetto principale (ma non certo l'unico) della discussione al primo che avesse indovinato di che moneta si tratta. Ma poi ho fatto due conti, e ho dovuto purtroppo constatare che le mie finanze non lo consentirebbero. Non che mi manchi molto, 4-5 milioni, milione più milione meno, ma insomma Così, dovrete accontentarvi, ancora una volta, delle mie chiacchiere. E vi prometto che non sarà l'ultima... o è una minaccia? Intanto però, potete ugualmente provare a indovinare la moneta, anche se è gratis Vi lascio tutta la notte per pensarci. petronius
    1 punto
  19. Buongiorno a tutti. Girando per i mercatini ho incontrato l'oggetto che vi allego ossia un verifica banconote (credo lire) presumibilmente anni 80. L'oggetto l'ho verificato sostituita la batteria (9 volt) ed è funzionante. Il problema che ho riscontrato è che provandolo dapprima sulle lire poi sugli euro e infine sui dollari, non dà alcun segno di riscontro sulle banconote (dovrebbe accendere il led rosso ok ed emettere un suono). Il sensore rivelatrice altro non è che una testina di lettura simile a quella dei vecchi lettori mangianastri. Personalmente credo di averlo visto utilizzare in gioventù in qualche negozio e ricordo che bisognava o strisciare la banconota oppure posizionare il sensore in un determinato punto per verificarne l'autenticità. Ora la mia domanda è: può essere che il rilevatore funzionasse solo sulle banconote con presenza di fibrille e quelle su cui l'ho provato ne sono prive? Grazie per le informazioni.
    1 punto
  20. Da ignota zecca in Spagna, un esemplare " Von Grossen Seltenheit " di tremisse degli Svevi al nome di Valentiniano III, con al diritto busto dell' imperatore ed al rovescio croce . Sarà il 17 Marzo in vendita Kunker 419 al n. 591 .
    1 punto
  21. Esemplare gradevole con ritratto espressivo e rovescio interessante. Io credo che non abbia circolato molto. Semplicemente, i conii di dritto e di rovescio risultavano stanchi e questo spiegherebbe l'ammorbidimento dei rilievi.
    1 punto
  22. Visto, legenda FEDRICUS, senza E, ribattuto su Carlo VIII
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  23. Buonasera,dovrebbe essere una cinquina di Carlo V per il Regno di Napoli. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CV/6
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  24. Grazie Luciano, interessantissima storia Se li avesse fatti forse la sua indipendenza sarebbe durata più a lungo. O forse oggi sarebbe il 51° stato Ciao
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  25. 1 punto
  26. Belle Io ne ho diverse della prima serie, quando avevo maggiori disponibilità economiche e ne avevo fatto un po' incetta, ma poi mi sono fermato ☹️, avrei dovuto continuare, con il senno del poi (costavano una frazione di quello che valgono adesso). Quelle australiane comunque secodo me hanno un fascino particolare, forse per il fondo specchio che utilizzano 🥰
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  27. ora va meglio,anche per favorire un giudizio da parte degli utenti,comunque sono quasi certo che sia buono.saluti
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  28. Appuntamento milanese filatelico numismatico a Novegro il 21-22 marzo 2025
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  29. Manifestazione da coltivare e far crescere con attenzione nella nostra città. Carica!!!!😄
    1 punto
  30. Ma cosa è diventato questo forum, una piazza di isterici e pressofusi?, non c'è un moderatore che possa mettere fine a questo inutile delirio tra isterici?, delle email che ricevo da questo forum i 2/3 sono da cestinare perchè contengono offese e ingiurie di questi inutili utenti del forum.
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  31. Ciao @Ronak, ti ringrazio per avermi citato, ma ammetto la mia ignoranza in merito e di aver letto con interesse quanto spiegato da @El Chupacabrain relazione al fenomeno che hai osservato... Dovrò controllare meglio i miei scudi per vedere se dovessero presentare anche loro questa pseudo-godronatura
    1 punto
  32. Ciao! Non credo santone, a quell'epoca le colonie avevano per lo più una propria monetazione che, salvo un paio di eccezioni, venivano sempre coniate a Venezia; poi nelle colonie correvano monete ben note per la loro iconografia: Soldini, Soldi, Gazzette .... Potrebbe eventualmente essere un gettone o una tessera, ma non conosco casi precedenti. saluti luciano Ciao! puoi postarne una come esempio? Grazie e saluti luciano
    1 punto
  33. De Grege Epicuri. Probabilmente, monete della Cilicia di contromarcate mella stessa zecca di emissione.
    1 punto
  34. Il problema è che c'è una difformità, almeno visiva, della Verdi certificata SPL dal Dott. Moruzzi con quella postata dove si evidenziano alcuni difetti come correttamente evidenziati da @PriamoB e @wstefano. È molto probabile che sia stata conservata male ma ciò non toglie che non sia collezionabile e forse limitandoci nel dar peso al valore economico e focalizzando la nostra attenzione su tutto il mondo di storia, cultura e studio che c'è dietro una banconota allora il suo valore sarà indescrivibile indipendentemente dal suo grado di conservazione. Quindi puoi postare, come consigliato da @nikita_, un fronte/retro più nitido ed avere opinioni più obiettive possibili ma alla fine avrai comunque un piccolo libro di storia da sfogliare, studiare e custodire nella tua collezione. Saluti numys
    1 punto
  35. oggi riesco ad inserire pure io qualche cosa
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  36. Chiamami Aquila! Già, ma perché proprio lei? Perché non un altro uccello, un altro animale, o una cosa completamente diversa? Abbiamo visto che le monete d'oro da 10 dollari era previsto fossero chiamate "aquile" già nel Mint Act del 1792, e questo perché l'aquila era l'uccello rappresentato sul Great Seal, lo stemma degli Stati Uniti. Il 4 luglio 1776, lo stesso giorno in cui le 13 colonie inglesi d'America si unirono per dichiararsi una nazione indipendente, il Congresso Continentale fece il passo successivo, necessario per dimostrare questa indipendenza. Iniziarono a creare il loro emblema nazionale, il Gran Sigillo degli Stati Uniti. Durante i successivi sei anni della Rivoluzione, tre diversi comitati presentarono idee per questa immagine grafica dell'America, ma nessuna fu accettata. Il 13 giugno 1782, il Congresso affidò il compito a Charles Thomson, che utilizzando elementi simbolici di tutti e tre i comitati, oltre a immagini e motti propri, creò un design audace ed elegante. Una settimana dopo, presentò la descrizione scritta di questo design al Congresso, che lo approvò quello stesso giorno. Il Gran Sigillo degli Stati Uniti fu ufficialmente adottato il 20 giugno 1782. Eccolo nella sua prima versione, pressoché invariata fino ad oggi. Vi è raffigurata un'aquila, la bald eagle che già conosciamo, ad ali aperte, con uno scudo a righe bianche e rosse sul petto, frecce e un ramo d'ulivo stretti tra gli artigli. Nel becco ha un cartiglio con il motto E PLURIBUS UNUM, sopra la testa nuvole e 13 stelle, a simboleggiare le 13 colonie fondatrici dell'Unione. Nell'araldica, l'aquila è associata all'immortalità, al coraggio, alla lungimiranza, è il messaggero degli dei, in particolare Zeus e Odino. Ma è anche, si può dire da sempre, un simbolo imperiale, da Roma agli Asburgo, dagli Zar di Russia a Napoleone. E questo a molti americani non piaceva: non avevano forse combattuto per liberarsi dal giogo di un impero, quello britannico? E quanto a loro, le mire imperiali erano l'ultimo dei pensieri, sarebbero arrivate solo molto tempo dopo, dunque perché proprio lei? Così, prima che l'aquila venisse accettata, ci furono diverse altre proposte, sempre di volatili: una colomba, un gallo (in realtà un grouse, il gallo cedrone), una fenice risorgente dalle fiamme. Tra i detrattori dell'aquila il più famoso e influente fu sicuramente Benjamin Franklin che il 26 gennaio 1784 scriveva da Parigi, dove era in missione diplomatica, questa lettera alla figlia Sally: "Per parte mia, vorrei che l'aquila calva non fosse stata scelta come rappresentante del nostro Paese. È un uccello di pessima moralità. Non si guadagna da vivere onestamente. Forse l'avete visto appollaiato su qualche albero morto vicino al fiume, dove, troppo pigro per pescare da solo, osserva il lavoro del falco pescatore; e quando quell'uccello diligente ha finalmente preso un pesce e lo sta portando al suo nido per il sostentamento della sua compagna e dei suoi piccoli, l'aquila calva lo insegue e glielo porta via. Con tutta questa ingiustizia, non è mai in buone condizioni, ma come quelli tra gli uomini che vivono di furti e rapine, è generalmente povero e spesso molto pidocchioso. Inoltre è un codardo di rango: il piccolo uccello re, non più grande di un passero, lo attacca audacemente e lo caccia via. Pertanto non è affatto un emblema appropriato per gli onesti e i coraggiosi d'America. Per questo motivo non sono dispiaciuto che la figura non sia nota come Aquila Calva, ma somigli piuttosto a un Tacchino. Per la verità il Tacchino è in confronto un uccello molto più rispettabile, e per giunta un vero nativo originale d'America. È inoltre, sebbene un po' vanitoso e sciocco, un uccello coraggioso, e non esiterebbe ad attaccare un granatiere delle Guardie Britanniche che presumesse di invadere il suo cortile con una Giubba Rossa." Il Tacchino a cui pensava Franklin era naturalmente il tacchino selvatico, quello che più di un secolo prima aveva sfamato i Padri Pellegrini... the Wild Turkey Beh, forse non proprio questo petronius P.S.: se qualcuno stesse ancora chiedendosi che c'azzecca John Belushi in apertura del post, la risposta è semplice... John Belushi c'azzecca sempre
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  37. Dopo metà... un quarto La moneta da un quarto di aquila (quarter eagle), del valore di 2,50 dollari, prevista dal Mint Act del 1792, iniziò ad essere coniata solo nel 1796. Al pari della half eagle, di cui riprende il disegno del dritto, fu creata da Robert Scot. Ma, a differenza dell'altra, nelle prime monete coniate non sono presenti stelle nel giro, che vennero aggiunte successivamente, sempre nello stesso anno, in numero di 16, tanti quanti erano in quel momento gli stati dell'Unione, per poi scendere a 13, le colonie fondatrici, l'anno successivo e fino al termine delle coniazioni, nel 1807. Cambiava invece il disegno del rovescio, che adottava per la prima volta l'aquila araldica (Heraldic Eagle), modellata sul Grande Sigillo (Great Seal) degli Stati Uniti (ci torneremo ). Anche se esistono half eagles datate 1795 con lo stesso disegno, esse furono in realtà coniate nel 1798, e dunque l'aquila araldica fa qui, per la prima volta, la sua comparsa... prima di una lunga serie, su monete di ogni tipo. Si tratta di un'aquila ad ali distese, con sul petto uno scudo. Nel becco regge un cartiglio con il motto E PLURIBUS UNUM, con l'artiglio sinistro stringe un ramo d'ulivo, con il destro un mazzo di frecce. Sopra la testa, nuvole e stelle: 16 nel 1796 e 1797, 13 dal 1798, ad eccezione del 1804, che può presentarne 13 o 14. Nel giro UNITED STATES OF AMERICA. (foto da Ira&Larry Goldberg Auction) La moneta è composta dal 91,67% di oro e l'8,33% di argento e rame, ha un diametro indicativo di 20 mm. e un peso di 4,37 grammi. E, come abbiamo visto per le half eagles, non vi compare alcuna indicazione del valore. Nel 1796 furono coniate 963 monete senza stelle al dritto e, successivamente, 432 con 16 stelle. Entrambe le tipologie sono di estrema rarità, a causa del basso numero di esemplari e della rifusione, nel corso degli anni, di molti di essi. Ma, è quasi superfluo dirlo, i collezionisti prediligono gli esemplari senza stelle, un unicum, mentre quelli con le stelle furono poi coniati, anche se non tutti gli anni, fino al 1807. petronius
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  38. Splendidi francobolli corredati di annullo @ART ! Mi piace molto in particolare quello del vecchio castello, che fu quasi totalmente distrutto durante la Prima Guerra e poi ricostruito intorno al 1936-1938. Bella la cartina geografica della città che riporta addirittura le spiaggette ghiaiose e la diga in mezzo all'Isonzo, luogo di tuffi e bagni estivi.
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  39. E questo é, figlio di Enrico II di Inghilterra ed Eleonora di Aquitania, Riccardo I "cuor di leone" di Inghilterra, al cui nome é titolato un bello esemplare di denaro da Poitou, con al diritto croce ed al rovescio nome di zecca su 3 linee . Sarà il 12 Marzo in vendita Davissons 44 al n. 237 .
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  40. Le prime half eagles sono composte per il 91,67% di oro e per l'8,33% di argento e rame. Hanno un diametro approssimativo di 25 mm. e un peso di 8,75 grammi. Il contorno è rigato. A disegnarle e inciderle Robert Scot, primo Chief Engraver della Zecca, dal novembre 1793. Una carica, quella di incisore-capo, nella quale si sono succeduti nel tempo veri e propri artisti, autori di monete tra le più belle e apprezzate, come i due Barber, padre e figlio, James Longacre, George Morgan. Scot, purtroppo, non era alla loro altezza. Durante la guerra d'indipendenza aveva inciso alcune lastre per la cartamoneta rivoluzionaria, ma la sua esperienza con le monete era piuttosto limitata. Peraltro, non c'era molto da scegliere, tanto che ben presto si cominciò a pensare di far arrivare un incisore bravo dall'Europa: cosa che avvenne qualche anno più tardi, e di cui parleremo più avanti. Queste prime half eagles mostrano al dritto il ritratto di Lady Liberty volto a destra, con in testa un berretto simile a un turbante, su lunghi capelli ondulati. Questo disegno è conosciuto anche come Turban Head, "un tumultuoso, morbido copricapo", scrive Christian Vermeule in Numismatic Art in America "che sembra torreggiare in mezzo a un grande ciuffo arricciato e a lunghe trecce". In alto LIBERTY, in basso la data, ai lati stelle, in numero variabile. Erano 15 inizialmente, a simboleggiare gli stati facenti parte dell'Unione, se ne aggiunse una sedicesima dopo il 1° giugo 1796, con l'entrata del Tennessee. Al rovescio, un'aquila ad ali aperte, che poggia su un ramo di palma e tiene una corona d'ulivo nel becco. Nel giro UNITED STATES OF AMERICA. (foto da Heritage Auctions) In queste monete, così come in tutte le prime d'oro, non compare da nessuna parte l'indicazione del valore, ma gli uomini d'affari e i banchieri, che ne erano i principali utilizzatori, erano molto più preoccupati del peso del prezioso metallo che non di un valore nominale dichiarato. E anche se non c'era alcuna denominazione, chiunque le maneggiava era ben consapevole del loro valore in dollari Le monete con questo disegno furono coniate per tre anni, fino al 1797, nel 1798 ne furono prodotte solamente sette, probabilmente esemplari di prova, quello stesso anno venne cambiato il disegno del rovescio. petronius
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  41. La prima Aquila... ...era un'aquila a metà Le prime monete d'oro a uscire dalla zecca di Philadelphia furono infatti quelle da 5 dollari, le half eagles. E ci vollero tre anni dal Mint Act perché questo avvenisse. Il motivo va ricercato nel fatto che prima di iniziare la produzione delle monete d'oro e d'argento, l'assayer (il responsabile del controllo della qualità delle monete) e il chief engraver (l'incisore capo) della zecca, dovevano corrispondere ciascuno una garanzia di 10.000 dollari, come stabilito dal Mint Act stesso. Una cifra folle per l'epoca. Fu soltanto nel marzo 1794 che queste cifre vennero ridotte a 1.000 dollari per l'assayer e 5.000 per il chief engraver (che non erano pochi, ma a quanto pare poteva permetterseli ), e si potè così iniziare la produzione delle monete d'argento, mentre per quelle d'oro si dovette attendere l'anno successivo, quando alcuni privati, il primo Moses Brown di Boston, fornirono alla zecca una quantità sufficiente di metallo. Brown depositò 128 once a metà febbraio 1795, altri depositanti si aggiunsero (furono poi loro, naturalmente, a ritirare le monete coniate, con un piccolo aggio per la produzione), e finalmente, il 31 luglio, 744 half eagles uscirono dalla zecca, seguite, l'11 agosto, da altre 520. In totale, nel 1795, ne furono coniate 8.707. Cinque dollari oggi sono spiccioli, ma a fine '700 una half eagle non era certo una moneta che la maggior parte della gente si portava dietro quando usciva a fare compere. Erano semplicemente troppi soldi perché una persona media li maneggiasse casualmente, la maggior parte delle half eagles avevano la funzione di bullions, oro da investimento, usato soprattutto nelle transazioni tra uomini d'affari, istituzioni pubbliche, e molte furono utilizzate negli scambi internazionali. A causa di questo, e di diversi altri fattori, molte di queste monete, nel tempo, finirono per essere rifuse Continua...
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  42. The Eagle Sebbene spesso si creda che la parola "Eagle" (Aquila) sia solo un nomignolo per le monete americane in oro, fu lo stesso Mint Act del 1792 a designare con questo termine la moneta da 10 dollari e i suoi sottomultipli, half eagle (5 dollari) e quarter eagle (2,50 dollari). Si aggiungerà, quasi 60 anni più tardi, la double eagle, la prestigiosa moneta da 20 dollari la cui storia abbiamo già raccontato James B. Longacre e la "Double Eagle" Nel Mint Act era specificato che doveva comparire"sul retro di ciascuna delle monete d'oro e d'argento la figura o rappresentazione di un'aquila con la scritta "UNITED STATES OF AMERICA". Questo perché l'aquila, animale araldico per eccellenza, era già fin dal 1782, sia pure informalmente, uno dei simboli degli Stati Uniti: è "uccello ufficiale della nazione" dal 2024 (l'Italia ne ha uno? non fate giochi di parole ). L'aquila in questione è l'aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus), detta anche erroneamente "aquila calva" dalla traduzione del termine inglese bald eagle, comunemente usato negli Stati Uniti. Rapace autoctono del Nord America, ha oggi una popolazione stimata di 150.000 individui negli Stati Uniti ed è presente con 15000-20000 individui anche in Canada. Nonostante fossero un simbolo, sono state a lungo cacciate per farne un trofeo o perché ritenute dannose, tanto da essersi quasi estinte nel 1920. Da allora, ucciderle è vietato dal governo americano, e ora ne sopravvivono circa 150.000 in Alaska, Florida, Indiana, Colorado, Texas, California. petronius
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  43. In pricipio… ...come abbiamo visto anche in altre discussioni, nelle 13 colonie inglesi che sarebbero andate a costituire gli Stati Uniti, si utilizzavano monete di ogni genere e paese (mancando una monetazione comune, a parte alcune emissioni delle singole colonie), e anche, per necessità, numerosi succedanei delle monete vere e proprie. A seguito della raggiunta indipendenza nel 1783, ci furono molte discussioni nel Congresso sulla creazione di una moneta e una Zecca nazionali, ma fu solo dopo l'adozione della Costituzione del 1789 che la questione incominciò a fare dei veri progressi. Se qualcuno può essere chiamato il Padre delle monete degli Stati Uniti, questi è Alexander Hamilton (1755-1804), primo Segretario al Tesoro. Dopo aver studiato a lungo la questione monetaria, Hamilton, il 28 gennaio 1791, sottopose al Congresso un dettagliato rapporto, che gettò le basi per quella che sarebbe diventata la monetazione del suo paese. Sebbene la più diffusa moneta internazionale fosse il cosiddetto "dollaro spagnolo" d'argento (Spanish Milled dollar), Hamilton sostenne l'adozione di un sistema bi-metallico, nel quale oro e argento avrebbero goduto di pari status, sulla base di un rapporto 15 a 1, ovvero un'oncia d'oro avrebbe avuto un valore corrispondente a 15 once d'argento: che era poi il rapporto prevalente quasi ovunque nel mondo. La sua idea era di determinare il peso standard e la finezza del dollaro spagnolo, adottando gli stessi valori per il dollaro americano d'argento, per poi, partendo da lì e applicando il rapporto 15 a 1, stabilire il peso ideale per il dollaro d'oro e i suoi multipli. Cosa che ottenne pesando un buon numero di dollari spagnoli prelevati casualmente dalla circolazione, facendo poi la media tra i valori riscontrati. Nel suo rapporto, Hamilton elencava anche quali avrebbero dovuto essere le monete emesse dagli Stati Uniti. Tra queste: "One gold piece equal in weight and value to ten units, or dollars." "One gold piece equal to a tenth part of the former and which shall be a unit or dollar." Seguivano poi le altre monete, in argento e rame. Dunque, il piano di Hamilton prevedeva l'adozione di due monete d'oro, da 10 e 1 dollaro. Ma la seconda fu respinta dal Congresso, e vide la luce solo più di 50 anni più tardi. In compenso, si decise di adottare due sottomultipli da 2,50 e 5 dollari: quest'ultima, fu la prima moneta d'oro a uscire dalla Zecca di Philadelphia, nel 1795. Alexander Hamilton è ancora oggi universalmente conosciuto anche da chi, con ogni probabilità, non ha alcuna idea del ruolo avuto nella creazione della moneta americana. Infatti, basta aver maneggiato, o anche solo visto in foto, una banconota da 10 dollari... lui è lì petronius
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  44. E' bastato molto meno, bravo @nikita_ Il 1804 è una data fondamentale per la storia numismatica degli Stati Uniti, non tanto per le monete che furono coniate in quell'anno, quanto per quelle che non lo furono: un dollaro d'argento e un 10 dollari d'oro, un'aquila... Eagle Coniate una trentina d'anni più tardi, ma sulle quali, per motivi a oggi ancora misteriosi, venne impressa la data 1804. Del dollaro ci siamo già ampiamente occupati in un'altra discussione, Il Re ed Io questa deriva da quella, anche nel titolo: nel gergo delle serie televisive la si potrebbe definire uno spin off perché il protagonista assoluto tra le due monete è sicuramente il dollaro, tanto importante e famoso da aver meritato l'appellativo di King of American coins. E l'aquila? Lo spieghiamo attraverso il video del post di apertura, tratto dal film del 1956 The King and I, la cui storia, come sanno tutti quelli che hanno letto la discussione sul dollaro, ha una stretta correlazione con esso, anche se nel film non se ne parla mai. I due protagonisti del video cantano una canzone, We kiss in a shadow, ci baciamo nell'ombra: sono due amanti clandestini, lei una concubina del re, lui un semplice servo, se il loro amore venisse scoperto sarebbero sicuramente puniti. Cosa c'entra la loro storia con la moneta da 10 dollari del 1804? Abbastanza Come i due sfortunati amanti, questa straordinaria moneta è stata infatti ingiustamente confinata nell'ombra, oscurata dal ben più famoso dollaro. E allora, facciamo luce su di essa, o almeno proviamoci E non solo su di essa, la discussione sarà l'occasione per analizzare tutte le monete d'oro emesse dalle zecche statunitensi, dalle prime di fine Settecento alle soglie della Guerra Civile. E poiché sarà basata soprattutto sull'oro, racconteremo la storia di due zecche che nella loro breve esistenza hanno coniato esclusivamente monete di questo metallo: Charlotte e Dahlonega. Racconteremo inoltre il viaggio, vera e propria avventura, di Edmund Roberts, il plenipotenziario americano incaricato di allacciare rapporti commerciali con i paesi asiatici, e di portare in dono ai loro sovrani i cofanetti contenenti le monete, nati da una sua idea. Non mancando, naturalmente, di inquadrare il tutto in un'adeguata cornice storica, economica, politica, di costume. Insomma, tanta carne al fuoco, sperando che non bruci... e non vi annoi troppo petronius
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  45. @SicilianoMagnoGreco le once messicane, non so bene il perchè, hanno sempre avuto un fascino particolare per il sottoscritto 😍 E' un peccato veder languire questa discussione, vediamo di ravvivarla con una notizia. La serie precolombiana del Messico, a mio parere una delle più belle nel campo delle once d'argento, è stata coniata in due maniere: Normali A fondo specchio In questo particolare caso, le 5 once "Piramide de El Tajin", sul Krause con codice KM #570, indica che la tiratura è stata rispettivamente di 50.000 e 3.100 esemplari Mentre le versioni 'normali' sono state emesse senza precauzioni, quelle a fondo specchio sono tutte incapsulate (il pezzettino di carta l'hanno inserito loro, probabilmente perchè non 'ballasse', io non vado a toccarlo) @domenicin, bella, mi sono sempre piaciute le 'gilded', anche se costano uno sproposito, purtroppo.
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  46. Bravo, .. questo è segno che inizi ad entrare nel mondo della filatelia. Ho posseduto vari penny black ma tutti di seconda e terza scelta, ora ne possiedo solo uno. Il Gronchi rosa non l' ho mai posseduto e non lo voglio nemmeno, personalmente non ci spenderei un centesimo. Concordo con Jagher, i francobolli che non valgono nulla mi divertono molto di più. Sembrerà strano ma mi piacciono molto i Machins, catalogarli e' un vero divertimento... questi per capirci.
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  47. Dopo qualche giorno di attesa è arrivato anche il Coronato battuto da Varesi. Sovrano rappresentato con busto in là con l'età. Nessun segno zecchiere Zecca: Napoli Peso: 3,90 grammi
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