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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/13/25 in tutte le aree
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Per gli amanti delle monete primitive africane una delle esposizioni piu’ rappresentative per tipologia e ricchezza di esemplari. In mostra a Lugano fino a settembre. Correda l’esposizione un catalogo scientifico molto ben redatto e illustrato ottima referenza per un settore ove vi sono pochissime pubblicazioni disponibili e per lo piu’ commerciali. L’originalita’ delle forme e la pregiata fattura dei fabbri africani rendono questi oggetti prodotti e utilizzati come monete di scambio particolarmente attraenti e affascinanti. Un settore numismatico per molti versi ancora poco conosciuto piu’ apprezzato dagli amanti dell’arte e del design che dai numismatici veri e propri.5 punti
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Le prime half eagles sono composte per il 91,67% di oro e per l'8,33% di argento e rame. Hanno un diametro approssimativo di 25 mm. e un peso di 8,75 grammi. Il contorno è rigato. A disegnarle e inciderle Robert Scot, primo Chief Engraver della Zecca, dal novembre 1793. Una carica, quella di incisore-capo, nella quale si sono succeduti nel tempo veri e propri artisti, autori di monete tra le più belle e apprezzate, come i due Barber, padre e figlio, James Longacre, George Morgan. Scot, purtroppo, non era alla loro altezza. Durante la guerra d'indipendenza aveva inciso alcune lastre per la cartamoneta rivoluzionaria, ma la sua esperienza con le monete era piuttosto limitata. Peraltro, non c'era molto da scegliere, tanto che ben presto si cominciò a pensare di far arrivare un incisore bravo dall'Europa: cosa che avvenne qualche anno più tardi, e di cui parleremo più avanti. Queste prime half eagles mostrano al dritto il ritratto di Lady Liberty volto a destra, con in testa un berretto simile a un turbante, su lunghi capelli ondulati. Questo disegno è conosciuto anche come Turban Head, "un tumultuoso, morbido copricapo", scrive Christian Vermeule in Numismatic Art in America "che sembra torreggiare in mezzo a un grande ciuffo arricciato e a lunghe trecce". In alto LIBERTY, in basso la data, ai lati stelle, in numero variabile. Erano 15 inizialmente, a simboleggiare gli stati facenti parte dell'Unione, se ne aggiunse una sedicesima dopo il 1° giugo 1796, con l'entrata del Tennessee. Al rovescio, un'aquila ad ali aperte, che poggia su un ramo di palma e tiene una corona d'ulivo nel becco. Nel giro UNITED STATES OF AMERICA. (foto da Heritage Auctions) In queste monete, così come in tutte le prime d'oro, non compare da nessuna parte l'indicazione del valore, ma gli uomini d'affari e i banchieri, che ne erano i principali utilizzatori, erano molto più preoccupati del peso del prezioso metallo che non di un valore nominale dichiarato. E anche se non c'era alcuna denominazione, chiunque le maneggiava era ben consapevole del loro valore in dollari Le monete con questo disegno furono coniate per tre anni, fino al 1797, nel 1798 ne furono prodotte solamente sette, probabilmente esemplari di prova, quello stesso anno venne cambiato il disegno del rovescio. petronius4 punti
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Medaglia allo stile del Padovanino, fusione postuma . Valore qualche euro come souvenir .3 punti
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Dimenticavo l'ultimo pezzo mancante, Francobollo emesso per Franchigia Militare , Emblema della R.S.I. stampato in fotolitografia e perforato a zig-zag serviva per la spedizione in franchigia di pacchi ai militari di truppa3 punti
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Buonasera a tutti, ho un 9 Cavalli 1792 che sembra avere 1 al posto di I. Saluti Alberto2 punti
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L'ho pensato anch'io, magari si rifarà con un bel Browning M2 calibro 50 o con una bella e storica Gatling a 10 canne2 punti
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Beh, questa volta c'è stata anche una chicca in più per i presenti, oltre alle monete portate da Fabio delle zecche oggetto della conferenza per poter serre gite e toccate, Giancarllo ha, con la generosità che lo contraddistingue, lasciato dei bronzetti romani come dono ai partecipanti. Grazie @giancarlone!!!!!2 punti
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Premesso che sono ormai alcuni anni che il Gigante per alcune monete ,scrive un grado di rarità diverso in base allo stato di conservazione della moneta, rimane il fatto che se io ho una moneta già rara di base ma in alta conservazione, non sono facilmente disposto a venderla, perchè per ritrovarla in quella tale conservazione dovrei apettare molti anni. Quindi ,pochi esemplari "realmente coniati" + poche monete in alta conservazione + quelle poche che ci sono nessune le vende = moneta effettivamente rara. La effettiva rarità è una ricerca personale, e come sempre i cataloghi ci forniscono solo una semplice indicazione generale di massima.2 punti
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Il francobollo da 10 centesimi di Leopoldo II è molto bello ed interessante per la centratura e nitidezza dell'annullo. Inoltre l'aspetto curioso di questa serie belga del 1893 e di molti altri dell'epoca che riportavano in basso la cosiddetta "etichetta domenicale". La dicitura riportata su tale targhetta in francese e fiammingo era la seguente: "NE PAS LIVRER LE DIMANCHE" e "NIET BESTELLEN OP ZONDAG", cioè "NON CONSEGNARE LA DOMENICA" In Belgio nel 1893 non esistevano né riposi settimanali né festività retribuite per cui quando fu istituito l'ufficio postale belga i postini dovevano consegnare le lettere sette giorni su sette. Tuttavia, nel 1884 fu eletto il Partito cattolico belga ed il nuovo direttore delle poste cattolico decise che le persone avrebbero dovuto essere autorizzate a scegliere se ricevere la posta la domenica. Quindi i francobolli vennero stampati con tali etichette, che potevano essere strappate. Se la posta non era urgente si poteva semplicemente attaccare l'intero francobollo in caso contrario la striscia veniva rimossa. Anche i valori postali prestampati sulle cartoline avevano una "striscia" di questo tipo. Ovviamente non era possibile strapparlo e, se si voleva che venisse consegnata la cartolina la domenica, il testo doveva essere barrato con una penna. Le ultime etichette domenicali furono emesse nel 1913. Durante la prima guerra mondiale, il Belgio era sotto il controllo tedesco, quindi l'ufficio postale cessò praticamente di funzionare. Dopo la guerra, in gran parte a causa del crescente potere dei sindacati belgi, le consegne la domenica furono abolite e così anche le piccole etichette domenicali.2 punti
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Io non parlerei di errore di conio, non stiamo parlando di una emissione UFFICIALE della zecca2 punti
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Alle medesime considerazioni circa le rarita' espresse dai cataloghi risposi così nel 2016 in altra discussione: "In tutta sincerità lo stesso concetto di rarità, dato che lo si deve rapportare al mercato, lascia ormai il tempo che trova. La facilità nel reperire le cifre di aggiudicazione, ma anche delle vendite passate, sul web credo sia ormai il faro verso cui orientarsi. Ho trovato interessante altrimenti il tentativo di alcuni manuali tipo il Cappellari, "La monetazione dei Savoia per la Sardegna" di assegnare le rarità relativamente allo stato di conservazione e basato sull'effettiva presenza sul mercato. Questo approccio ho constatato però che non ha preso piede. Io utilizzo anche cataloghi stranieri ed in particolare lo Spink. Il pubblico straniero non sente l'esigenza di vedere assegnato un grado di rarità alle proprie monete. Il listino e soprattutto il variare delle cifre a seconda del grading rendono chiaramente l'idea della difficoltà nel raggiungere una determinata moneta sul mercato. Le mode influiscono enormemente il mercato; ho visto monete, con tiratura di circa 5000 pz e quotate in FDC dallo Spink del '15 1200 pounds, passare in asta nel 2016 una decina di volte e realizzare fra i 2400 ed i 5500 pounds esclusi diritti. Lo Spink dovrà solo aggiornare il prezzo. Di contro il nostro catalogo online, purtroppo non più aggiornato dal 2012, assegna alla moneta RRR. Quante R andrebbero aggiunte in questo caso? La moneta ha come minimo triplicato il proprio valore. Non è di difficile reperibilità ma la platea che se ne interessa è aumentata esponenzialmente. Personalmente le R sui cataloghi non le guardo più e neanche le scrivo sul cartellino che accompagna le mie monete: giudizio personale sul grading e cifra spesa con fra parentesi l'anno di ingresso in raccolta. Sono riuscito a liberarmi del feticcio di queste R, a mio modesto avviso insignificanti, buone ormai solo per discutere fra tifosi delle proprie raccolte alla stregua, e con lo stesso costrutto, di un qualsiasi rigore, dato o non dato, la domenica di campionato. Questa mia resta, come sempre, un parere puramente personale e pertanto opinabile. Buona giornata." Vedo che dopo 9 anni la situazione non è cambiata. Scusate l'autocitazione. Buona giornata.2 punti
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La prima Aquila... ...era un'aquila a metà Le prime monete d'oro a uscire dalla zecca di Philadelphia furono infatti quelle da 5 dollari, le half eagles. E ci vollero tre anni dal Mint Act perché questo avvenisse. Il motivo va ricercato nel fatto che prima di iniziare la produzione delle monete d'oro e d'argento, l'assayer (il responsabile del controllo della qualità delle monete) e il chief engraver (l'incisore capo) della zecca, dovevano corrispondere ciascuno una garanzia di 10.000 dollari, come stabilito dal Mint Act stesso. Una cifra folle per l'epoca. Fu soltanto nel marzo 1794 che queste cifre vennero ridotte a 1.000 dollari per l'assayer e 5.000 per il chief engraver (che non erano pochi, ma a quanto pare poteva permetterseli ), e si potè così iniziare la produzione delle monete d'argento, mentre per quelle d'oro si dovette attendere l'anno successivo, quando alcuni privati, il primo Moses Brown di Boston, fornirono alla zecca una quantità sufficiente di metallo. Brown depositò 128 once a metà febbraio 1795, altri depositanti si aggiunsero (furono poi loro, naturalmente, a ritirare le monete coniate, con un piccolo aggio per la produzione), e finalmente, il 31 luglio, 744 half eagles uscirono dalla zecca, seguite, l'11 agosto, da altre 520. In totale, nel 1795, ne furono coniate 8.707. Cinque dollari oggi sono spiccioli, ma a fine '700 una half eagle non era certo una moneta che la maggior parte della gente si portava dietro quando usciva a fare compere. Erano semplicemente troppi soldi perché una persona media li maneggiasse casualmente, la maggior parte delle half eagles avevano la funzione di bullions, oro da investimento, usato soprattutto nelle transazioni tra uomini d'affari, istituzioni pubbliche, e molte furono utilizzate negli scambi internazionali. A causa di questo, e di diversi altri fattori, molte di queste monete, nel tempo, finirono per essere rifuse Continua...2 punti
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Parto da una provocazione (che non sia origine di scontro). Ma nelle zecche di Napoli e Sicilia (anche molto prima di Ferdinando IV) a quanto sembra avevano il vizietto di "arrangiare" punzoni ad arte creativa. La I usata al posto dello 1. La si vede spesso. Due C accavallati per indicare una S. Semplici curiosità ma SEMPRE in queste zecche il vizietto era comune. Mi piacerebbe sentire varie vostre opinioni, senza lo scontro. Il tema del post è un'altro. In esame un Grano di Carlo II per la sicilia 1699. Io sarei più per un BB+ ma....considerando le caratteristiche di questa monetazione del 700 siciliana avanzerei a definirla SPL...abbastanza raro trovare questi grani in SPL. CHE NE PENSATE DI DARE UN SPL A QUESTO PEZZO ?!?1 punto
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ADESSO MI DOVETE DIRE QUANTO VALE QUESTA BANCONOTA CHE LO VEDETE TUTTI E' IN CONDIZIONI ASSOLUTAMENTE PERFETTE VELOCI CHE DEVO CORRERE A METTERLA SU IBBEI1 punto
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Buonasera. Non è per nulla perfetta. Si vedono molte pieghe. Diciamo pure che vale 2 Dollari e basta1 punto
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Ci sarebbe il titolo da correggere, prima che qualche lettore crede che sia un rarissimo errore di conio1 punto
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Buona,gradevole, usura ben distribuita,qualche colpetto. qBB come conservazione per me. Saluti1 punto
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Buonasera, si Giovanni Cavino detto Padovanino https://www.acsearch.info/search.html?id=44592061 punto
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Buonasera , 8° della serie il £.20 "La Sciabica" " Campania" dentellato 14 1/4 x 14 avente filigrana Ruota I e Ruota III questo francobollo con ruota alata tipo I si trova in DB- DA -SA ,il DB e SA allo stato di nuovo ha un lieve interesse di catalogo , interessante per il DA nuovo tipo III su trova DB-SA - SB , il DB e SA allo stato di nuovo lieve interesse di catalogo, SB allo stato di nuovo è Raro 1 - fronte francobollo 2 - filigrana DB tipo I 3 - Filigrana DA tipo I 4 - Filigrana SA tipo I 5 - Filigrana DB tipo III 6- Filigrana SA tipo III 7 - Filigrana SB tipo III 8 - Filigrana Lettere A seguire alcuni esempi di uso di storia postale1 punto
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Mi accodo ai complimenti al Relatore: sono state quasi due ore (!!!) piacevolissime. Oltre alla precisione espositiva, Songa è anche riuscito a trasmettere tutta la sua passione per queste particolari emissioni. Grazie come sempre al CCNM per l'organizzazione!1 punto
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ho chiesto questo perchè a mio parere la cartolina non ha circolato, , punto primo la cartolina è dei primi del 900, il francobollo del 1960 è stato annullato con il bollo Assisi Santuario Perugia ( carino) e poi la scritta in rosso con la destinazione per la Svizzera , sembrerebbe eseguito con lapis, ve lo immaginate un turista scrivere in mezzo a una piazza con matita lapis? e poi la tariffa da 15 lire non è per l'estero, comunque detto tutto questo, mi riallaccio agli indirizzi " nome e cognome e città" capitava spesso e il destinatario la riceveva, molto meglio di oggi1 punto
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Centenario 1863-1963 PIETRO MASCAGNI (Livorno 1863-Roma 1945) Autore di musica operistica, scrisse La Cavalleria rusticana, l'Amico Fritz e altre opere.1 punto
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Ultimo capitolo , Recapito Autorizzato , sono tre tipi: 1 - soprastampa tipo K con fascetto e scritta Repubblica Sociale Italiana (sassone 3A) 2 - soprastampa tipo I fascio grande (sassone 3B) 3 - soprastampa tipo k fascetto piccolo (sassone 4) i primi due tipi sono i non emessi , quindi allo stato di usato non dovrebbero esserci aggiungo anche un soprastampato del Sassone 4 " Lire 1 Servizio Ausilario"1 punto
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Buon giorno vigano' e mille ringraziamenti. Buona giornata. Gabriella1 punto
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Ciao, si tratta di un denario di Giulio Cesare. Posto esemplare della stessa tipologia. 🙂 ANTONIO1 punto
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Non vorrei dire una cavolata ma se la T di FELICITAS fosse in realtà una L capovolta?... Proviamo a capovolgere l'immagine... Anche nel periodo vicereale abbiamo degli esempi di scambio di lettere L e T...1 punto
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Leggo "presto saranno dispnonbili le prossime emissioni per l'anno santo 2025" Ok, benissimo. Ma ci sarebbe anche da completare il 2024.. Però fa molto preoccupare la dicitura che riprenderanno le vendite solo una volta completa l'intera procedura di registrazione. Intera... Quindi tempi biblici presumibilmente. La Situazione temo sia che sia drammatica e quindi a mio parere fanno leva sul discorso privacy e registrazione dati per giustificare questo tempo mai visto di stop nelle vendite..1 punto
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COOPERATIVA MINATORI SAN GIOVANNI VALDARNO – 5 LIRE Rame: 7,8 g, diametro 30 mm, spessore 1,30 mm. Il valore da 1 Lira è stato postato da piergi in https://www.lamoneta.it/topic/161354-gettone-cooperativa-minatori-san-giovanni-valdarno/ apollonia1 punto
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La zecca di Napoli e quella di Palermo non erano le uniche che utilizzavano diversi punzoni per realizzare più caratteri... Era un modo come un' altro di ingegnarsi alla bisogna e per risparmiare... Il tuo grano, secondo me, è un BB+...1 punto
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Davvero interessante! Peccato cha da casa non è stato possibile ammirare i tondelli. Comunque complimenti al relatore, coinvolgente dal primo all'ultimo minuto.1 punto
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...e come tradizione qualche foto della serata1 punto
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Conferenza veramente molto interessante dove sono emersi anche spunti critici e la passione del relatore per Aquileia e Deultum. Interessante anche l'excursus storico sugli sviluppi della monetazione imperiale e la distinzione tra i vari tipi di zecche. Non da ultimo veramente magnifico poter vedere dal vivo delle monete riferite al contesto!1 punto
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Riprendendo una discussione aperta da poco in questa sezione: Lotto 60 del catalogo1 punto
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1915 IL COLLEGIO BORROMEO DI PAVIA AI SUOI OSPITI FERITI PER LA PATRIA Rifer. Le rivendicazioni Italiane del Trentino... n.2211 punto
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Era ora che qualcuno pensasse a commemorare in moneta circolante un evento fondamentale come questo, che si sarebbe meritato tutto un'emissione comune. L'attuazione della Dichiarazione Schuman ha cambiato il corso della storia europea dandoci un più rapido e profondo ritorno alla prosperità e la stabilità dopo le orribili devastazioni della seconda guerra mondiale, ma anche e non secondariamente la speranza in un futuro migliore, nell'opportunità di prendere in mano il nostro destino invece di lasciarlo alle grandi potenze. La speranza di acquisire sul serio quella sovranità oggi così decantata da molti nella sua forma apparente, questa specie di amministrazione autonoma di diversi stati sotto protettorato altrui che viene tacitamente accettata dal dopoguerra come dato di fatto ormai immutabile. Troppo spesso, anche nei documenti ufficiali, la Dichiarazione viene descritta come un generico appello alla collaborazione e alla pace quando il suo aspetto più rivoluzionario sta proprio nello specificare apertamente, senza paura di urtare anacronistiche sensibilità, quella che dopo la grande lezione della guerra era considerata l'unica vera soluzione al problema: avviare il processo d'integrazione europea con lo scopo finale dell'unione federale. A mio avviso una pensata ancora attualissima. Testo originale della dichiarazione scritto da Jean Monnet e i suoi collaboratori (è riportato nel primo post):1 punto
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La bandiera « Sullo sfondo blu del cielo, una corona di dodici stelle dorate rappresenta l'unione dei popoli europei. Il numero delle stelle, invariabile, è simbolo di perfezione e unità. » Contrariamente a quanto si potrebbe pensare quella della paternità e dello sviluppo della bandiera dell'UE è una faccenda piuttosto lunga e complessa, di cui sono incerti tutt'ora alcuni punti nonostante la documentazione e le testimonianze orali in materia, quindi in questo post citerò alcune cose importanti senza pretesa di esaustività. Fondamentale da sapere è che la nascita del vessillo europeo è avvenuta fuori dall'ambito di quella che in seguito sarebbe diventata la Comunità europea: la blu stellata venne proposta per il Consiglio d'Europa, organizzazione internazionale di cooperazione fondata nel 1949 e ancor oggi esistente (tanto che viene spesso confusa col Consiglio europeo e in generale con l'UE). Cosa poco nota è che nella sua prima versione ufficiale, adottata nel 1953, aveva 15 stelle rappresentanti i membri del Consiglio d'Europa all'epoca. Fu scelta a partire da molte idee di massima o bozzetti, presentati fin dagli anni'40 da privati cittadini e da funzionari delle prime istituzioni internazionali europee, per assumere in seguito la configurazione attuale. A proposito del numero di stelle, ancora oggi è molto diffusa una leggenda metropolitana che attribuisce le 12 attuali nientemeno che all'aureola della Madonna: questa sciocchezza deriva da un'interpretazione a posteriori fornita probabilmente per scherzo negli anni '80 da Arsène Heitz, funzionario del Servizio di posta interna del Consiglio d'Europa, che ne fu effettivamente il co-ideatore su ispirazione di Paul M.G. Levy, direttore del Servizio stampa del Consiglio d'Europa, ma che non ha riscontro in alcun documento nè ricordo dell'epoca. Alcune proposte: Ma come si è arrivati all'adozione da parte della Comunità europea? In origine la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, si veda il post sul 9 maggio), l'organismo precursore della Comunità Europea, non volle adottare la stessa bandiera del Consiglio d'Europa per sottolineare la propria vocazione federale rispetto a quella internazionale del Consiglio, quindi si dotò di un emblema composto da sei stelle d'oro su fondo per metà inferiore nero e per quella superiore blu. Nel 1959, un anno dopo la creazione della Comunità europea, si pose per ovvi motivi il problema di dotarla di una bandiera ufficiale: il Segretario generale del Consiglio d'Europa propose al Presidente dell'Assemblea parlamentare europea Robert Schuman di adottare la stessa bandiera del Consiglio con l'inserzione al centro del cerchio di 12 stelle di simboli particolari per indicare le varie istituzioni comunitarie. La proposta però venne scartata e si decise di indire un concorso pubblico. Anche questa idea cadde e la questione venne lasciata in sospeso, con le diverse istituzioni europee che negli anni adottarono diversi modelli di emblemi, fino al 1979, quando fu risollevata dal Parlamento europeo dopo le prime elezioni europee a suffragio universale diretto. Una proposta di quell'anno di un gruppo di parlamentari del Partito Popolare Europeo chideva l'adozione di una bandiera "di colore blu con dodici stelle d'oro disposte in cerchio", ovvero identica a quella del Consiglio d'Europa, senza che questo venisse citato. Nel 1983 si presero accordi col Consiglio d'Europa per l'adozione comune di questo vessillo e il Consiglio europeo di Milano del guigno 1985 gettò le basi per chiudere definitivamente questione nel 1986, con l'approvazione del progetto. A mezzogiorno del 29 maggio 1986 la bandiera blu fu issata per la prima volta davanti al palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, durante l'esecuzione dell'Inno alla Gioia di Beethoven e alla presenza del Presidente del Parlamento europeo, di un rappresentante del Consiglio europeo e di Jacques Delors, all'epoca Presidente della Commissione, che si era battuto per anni affinchè il problema di dotare la Comunità di un simbolo ufficiale fosse finalmente risolto.1 punto
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