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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/09/24 in tutte le aree
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https://www.academia.edu/122200013/LE_CORONE_SUI_CAVALLI_ARAGONESI Asta Numismatica Picena 15 17-18/10/2024 Lotto 163 Napoli. Ferdinando I d’Aragona (1458-1494). Cavallo (sigla T) AE gr. 1,74. CNI –. P.R. –. MIR –. Vall-Llosera i Tarrés 237. Su questo esemplare la corona radiata del re termina con degli anelletti e solo il testo di Vall-Llosera i Tarrés sulle monete aragonesi di Napoli riporta questa tipologia che possiamo ritenere di estrema rarità. Estremamente raro. Buon BB4 punti
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Buongiorno, oggi posto alcuni francobolli di Re Giorgio V (1910-1936), fu un Re che produsse non molti francobolli, anche per questo Re vennero prodotte varie ordinarie con i tagli facciali inerenti all'uso del periodo, stesse caratteristiche dei suoi precedessori, effigie del Re in cornici vari e filigrane varie. presento invece la prima serie di 4 valoro Allegorie (Cavalli Marini) ed effigie del Re emessi il 1913 poi due francobolli emessi il 1924 della serie Esposizione dell'Impero britannico a Wembley ed in fine il francobollo del 1929 alto valore da 1 Sterlina nero questi sono decisamente i più belli emessi per Re Giorgio V saluti4 punti
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L'esemplare dell'asta Numismatica Picena è una ulteriore variante per legenda, manca la S di equitaS4 punti
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""L’analisi PMI (Positive Material Identification) consente di conoscere la composizione chimica del materiale. Questo tipo di controllo non compromette né danneggia il materiale che viene esaminato, per questo viene utilizzato soprattutto su componenti già installati o in esercizio tramite strumentazione portatile. L’analisi chimica può essere eseguita sia mediante spettrometri a fluorescenza di raggi X (XRF) che tramite spettrometri a emissione ottica (OES). Possono essere esaminate sia leghe ferrose che non ferrose. Il controllo può avere lo scopo di identificare un materiale o può servire a verificare che questi sia conforme a quanto contenuto negli standard normativi e nelle specifiche."" Dove lavoravo prima della pensione avevo a disposizione questo strumento, ho avuto modo di controllare parecchie delle mie monete e scoperto un paio di falsi.3 punti
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Se il mezzo dollaro era stato un mezzo fallimento, il quarto di dollaro delle celebrazioni Colombiane fu un fallimento totale Coniato su pressione del Board of Lady Managers, venne autorizzato per il 1893. Interamente opera di Charles Barber, mostra al dritto il busto coronato, a sinistra, della regina Isabella di Spagna, che finanziò il viaggio di Colombo. Nel giro UNITED STATES OF AMERICA e la data 1893. Il commento dell'American Journal of Numismatics... si commenta da solo "Come nel mezzo dollaro, il confronto tra gli esempi dell'arte numismatica della nazione, come mostrato nelle monete Colombiane da una parte, e il vivace e ammirevole lavoro degli architetti degli edifici dell'Esposizione dall'altra, è doloroso. Se queste due monete davvero rappresentano i più alti risultati dei nostri medaglisti e delle nostre zecche, sotto l'ispirazione di un'opportunità senza restrizioni, un evento che non si era mai presentato finora nella storia della nostra monetazione nazionale, potremmo anche disperare del suo futuro." Il rovescio della moneta raffigura una donna inginocchiata, con una conocchia e un fuso, simbolo dell'industriosità delle donne americane. Nel giro BOARD OF LADY MANAGERS e COLUMBIAN QUAR.DOL. Tranciante, anche in questo caso, il giudizio dell'American Journal: "La figura al rovescio è tristemente evocatica del vecchio gettone anti-schiavista, 'Am I not a woman and a sister'." L'accoglienza del pubblico non fu migliore, molto probabilmente a causa del fatto che la moneta fu posta in vendita, sempre all'interno dell'Esposizione, allo stesso prezzo dell'altra, 1 dollaro, corrispondente però, in questo caso, a ben quattro volte il facciale. Dei 40.000 esemplari autorizzati, solo poco più di 24.000 vennero distribuiti. I restanti 16.000 non uscirono mai dai forzieri della Zecca e, al termine dell'Esposizione, furono mestamente rifusi Questo ha fatto sì che questa moneta, al contrario di quella di Colombo, comune, possa godere oggi di una certa rarità collezionistica. petronius2 punti
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Credo propio di si, ti posto ambedue le dentellature almeno vedi subito la differenza, cercando la prossima volta potresti essere più fortunato, saluti2 punti
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@Litra68... Ciao Alberto, riallacciandomi alla tua pubblica con più attacchi mi sono ricordato del particolare della legenda larga al dritto e probabilmente senza data, quindi sono andato a pescare tra le mie pubbliche per verificare se avevo qualcosa di simile,ed effettivamente ho trovato questo esemplare che allego che presenta la legenda al dritto che recita: PHILIPPVS.IIII.DG.1.... manca la S finale nel nome del Re e sembra che ci sia solo l' 1 della data dopo D.G... Però ho qualche dubbio perché sembra esserci qualcosa sotto al busto ma non riesco a capire... Guardandola con più attenzione credo sia proprio la data 1622, magari potresti verificare anche nella tua...2 punti
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Buonasera. Non è raro che la morte di un imperatore romano si accompagni a una certa dose di teatralità. Al riguardo, la pur piccola e breve dinastia formata da Caro (divenuto imperatore ai danni di Probo alla fine del 282) e dai due figli Carino e Numeriano, seppe farsi valere. Secondo una nota versione, Caro sarebbe infatti morto colpito da un fulmine nella sua tenda e quindi consumato dal fuoco. Mentre il figlio e successore Numeriano avrebbe addirittura regnato da cadavere, viaggiando in lettiga durante il rientro dalla campagna d’Oriente (vittoriosamente condotta dal padre Caro ma interrotta dalla sua “fulminea” morte). La macabra messinscena - far credere il già assassinato Numeriano ancora vivo, trasportandone il corpo in una lettiga tenuta sempre chiusa per proteggerne gli occhi affetti da una presunta malattia – concluse una spedizione che vide avvicendarsi ben tre imperatori: i già ricordati Caro e Numeriano e infine Diocleziano (fino ad allora Diocles, comes domesticorum) il quale (confermando la profezia secondo la quale sarebbe divenuto imperatore dopo l’uccisione di un “cinghiale”) non esitò a giustiziare pubblicamente, e di propria mano, il supposto mandante e regista del trucco della lettiga, ovvero il prefetto del pretorio Arrio Apro (appunto aper= cinghiale), peraltro suocero di Numeriano. Cosa accadde veramente in quei giorni e mesi non è però facile a dirsi, narrato com’è da fonti contradditorie e non sempre affidabili (Historia Augusta, Zonara, Giovanni Malala, Chronichon Paschale, Mosè di Cirene…). Dalle diverse versioni emerge comunque una vicenda alternativa e forse storicamente più credibile (di certo assai poco gradita ai Romani) che colloca la fine di Caro e Numeriano nella coda di un conflitto divenuto improvvisamente favorevole ai Persiani, passati al contrattacco dopo che la prima fase del confronto, favorevole invece ai Romani, si era conclusa vittoriosamente a Ctesifonte, anche perchè Bahrām II era stato inizialmente impegnato a fronteggiare ad Est una serie di ribellioni interne. Il nuovo andamento delle operazioni, peraltro esplicito in fonti tarde armene e bizantine, è forse celebrato da uno dei rilievi di Bahrām II a Naqsh-e Rostam. Tali eventi sarebbero stati mascherati dalla versione romana (la messinscena della lettiga) nella quale la morte di Numeriano viene attribuita a una lotta di successione tutta interna, evitando di gettare ombre sul successo delle armi romane (nota 1). La moneta che condivido ritrae il figlio minore di Caro, il Cesare Numeriano, Princeps Iuventutis, che accompagnò in Oriente il padre (il quale non mancò durante il viaggio si guadagnarsi meritatamente sul campo il titolo di Germanicus Maximus). Alla morte di Caro, tra il Luglio e l’Agosto del 283, Numeriano diviene co-Augusto (assieme al fratello rimasto in Occidente) e inizia una lenta ritirata lungo l’Eufrate che dura quasi sedici mesi. Raggiunta Emesa nel Novembre 283 vi sosta a lungo, fino al Marzo 284. Nel Novembre la spedizione raggiunge infine il Bosforo Tracio, dove però un sospetto fetore porta alla scoperta del cadavere celato nella lettiga, secondo il racconto tradizionale cui abbiamo accennato. Diritto: M AVR NVMERIANVS NOB C Busto di Numeriano panneggiato e corazzato verso dx con corona radiata. Rovescio: PRINCIPII-V-VENTVT//ςKA: il Cesare Numeriano panneggiato e corazzato, stante verso dx, tiene un globo nella dx e uno scettro nella sx. Peso gr. 3.84; diam. ; 22 mm; asse di conio: h6. RIC 363. La perdita della superficie originale della moneta sembra completa, più evidente all’ingrandimento che a occhio nudo. Vicino ai rilievi si notano residue tracce di argentatura (?). Il resto della superficie è brunita. Sul diritto, all’altezza della prima “M”, sul bordo del tondello , una piccola lacuna semicircolare dai margini patinati come i rilievi. In esergo indicazione della 6a officina di Roma (il segno “ς”, da quanto discusso in precedenti contributi e salvo miei fraintendimenti, deriva dal digamma, con funzione numerale in quanto sesta lettera dell’alfabeto greco, e viene detto “stigma” per successiva identificazione con un segno di legatura delle lettere sigma (σ) e tau (τ) in uso dal Medioevo al XIX sec.). Segue l’indicazione greca per “venti” (KA) per la quale, tra le mie poche fonti, resto incerto fra le diverse ipotesi: per i più indica il rapporto di lega di 20:1 (5% di argento). Secondo altri indicherebbe invece il rapporto con l’aureo (20 bronzi argentati per 1 aureo, replicando in forma altamente fiduciaria il precedente rapporto con l’aureo). Altre congetture hanno ipotizzato equivalenze con 20 assi o due denari, ricordando che il segno X sui denari repubblicani indicava l’equivalenza 1 denario / 10 assi. Un saluto e a presto, Lvcivs LX (nota 1): Se questo appare il quadro storico più realistico, diverse fonti contribuiscono a confonderlo: si narra così anche di un Caro rientrato trionfante a Roma e caduto in una successiva campagna contro gli Unni; di un Carino che combatte in Oriente; o si duplica, per lo sconfitto Numeriano, il destino di Valeriano, scuoiato e ridotto a un otre, dando a Numeriano la colpa della morte del vescovo di Antiochia Babila, da attribuirsi invece alle persecuzioni di Decio. PS: E’ sempre molto affascinante e istruttivo vedere le cose dalla parte degli “altri”, del nemico, facendo specchiare i due imperi eterni rivali e osservando un poco i Romani stando dalla parte dei Persiani. Oltre alla lettura dei passi delle Res gestae Divi Saporis (termine coniato da Rostovtzeff in analogia alla Res Gestae Divi Augusti) e in attesa di suggerimenti bibliografici dei quali sarò grato, intanto mi è arrivato il celebre volume di R. Ghirshman, Arte Persiana. Parti e Sassanidi, 1962, che risulta certo datato in alcuni suoi giudizi artistici, ma è tuttavia ancora utilissimo per una narrazione d’insieme e per l’ampio corredo iconografico, piacevolmente âgée.1 punto
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Complimenti @Oppiano , Domenico è veramente una meraviglia in tutto! Esente dai soliti difetti di coniazione Variante: lettere sottili al dritto e grosse al rovescio.1 punto
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Mi comunicano che l’evento potrà essere visto anche in diretta on line dal sito stesso dell’Abbazia, martedì 10 dicembre ore 18 https://millenario2024.abbaziasannilo.org/1 punto
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Si tratta di un riconio dopo il 1945 quello che so. Io ne sto cercando una prima o seconda tiratura , anche terza al limite. Comunque tutte con la fascetta originale. Qualcuno mi può aiutare? Grazie1 punto
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infatti mi sembrava strano che ci fossero tutti questi simboli in un anello di bigiotteria.grazie per l'informazione1 punto
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Qui pare che sia alzata la zampa destra del cavallo, o no? o è un effetto ottico?1 punto
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Però puoi sempre recarti in banca e prelevare il tuo denaro. Potrai beccarti qualche segnalazione antiriciclaggio e avrai qualche limite di utilizzo del contante, ma sei perlopiù libero di disporne come credi. La totale dematerializzazione del denaro espone a maggiori limitazioni e a maggiori controlli. Forse potrà risolvere il problema del "nero"; ma io vedo società in procedura concorsuale con milioni di debiti erariali accumulati in periodi lunghissimi: sicuramente dichiaravano tutto, semplicemente non pagavano. Questo lo si risolve abolendo il contante?1 punto
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Non voglio tenere questa cosa troppo in sospeso.. purtroppo non riesco a trovare bibliografia in merito. L' annullo non è raro benché bello e non proprio comunissimo, aggiunge comunque un plus valore che non so quantificare. Mi dispiace non poter essere più preciso e mi scoccia molto non trovare quello che cerco, .. lo tengo in mente comunque. (Sono fissazioni che aumentano con l'età.)1 punto
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NumisCorner > Auction 4 Auction date: 26 September 2024 Lot number: 687 Price realized: Unsold Lot description: Trajan, Cistophorus, 98-99, Asian mint, Rare, Silver, AU(55-58), RIC:719 Head of Trajan, laureate, right., Aquila (legionary eagle) between two standards, one left, surmounted by hand and the other, right, surmounted by banner., Magnificent grey patina with amazing iridescent tone. Ex Tkalec 19 February 2001, 279; Nomos 5, 2011, 237 and Rauch 111, 2020, 662 sales., IMP CAES NERVA TRAIAN AVG GERM P M, TR POT COS II DENOMINATION:Cistophorus YEAR:98-99 COIN CONDITION:AU(55-58) MINT NAME:Asian mint COMPOSITION:Silver DIAMETER:26 RIC:719 EMPIRE, KINGDOM, OR CIVILIZATION:Ancient Rome, Roman Empire (27 BC – AD 476) WEIGHT (G):10.63 Trajan, Cistophore, 98-99, Frappe en Asie, Rare, Argent, SUP, RIC:719 Tête de Trajan, lauré, à droite., Aquila (aigle légionnaire) entre deux étendards, l'un, à gauche, surmonté d'une main, l'autre à droite, surmonté d'une bannière., Magnifique patine grise de médailler agrémentée d'une très jolie irisation. Frappée dans un atelier d'Asie, probablement Pergame ou Éphèse. Ex ventes Tkalec 19 Février 2001, 279; Nomos 5, 2011, 237 et Rauch 111, 2020, 662., IMP CAES NERVA TRAIAN AVG GERM P M, TR POT COS II VALEUR FACIALE:Cistophore ANNÉE:98-99 QUALITÉ DE LA MONNAIE:SUP ATELIER:Frappe en Asie MÉTAL:Argent DIAMÈTRE:26 RIC:719 EMPIRE, ROYAUME OU CIVILISATION:Rome antique, empire romain (27 av. J.-C - 476 apr. J.-C) Starting price: 3300 EUR1 punto
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contralla bene la dentellatura dei tuoi due francobolli, meritano un approfondimento, esistono con dentellatura naturale 14 (14x14) e la 12 ( 12x12) hanno venalmente una notevole differenza di catalogo a favore del dentellato 12 saluti1 punto
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Ciao Giovanni. La Tesi che citi è sostanzialmente quella fatta propria dall'estensore del documento postato da Oppiano; tuttavia, nello stesso documento si da atto - correttamente - che si tratta di posizione diversa da quella sostenuta dalla "opinione prevalente" (che il documento riporta in nota), che invece sostiene essersi verificato un caso di debellatio tout court. A voler essere pignoli, che si sposi la teoria prevalente o quella minoritaria....sempre di debellatio si parla. Solo che ci si divide tra una debellatio piena (opinione prevalente) e una debellatio parziale (opinione minoritaria). M.1 punto
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Buongiorno, a proposito della "debellatio parziale": 6. La tesi della debellatio parziale Lo Stato italiano, al fine di evitare che l’annessione di Roma fosse interpretata — in Italia e fuori d’Italia — come segnale di una Chiesa asservita allo Stato, con la già ricordata Legge delle guarantigie, all’art. 3, comma 1, aveva concesso al Papa «gli onori sovrani» e, all’art. 5, il «godimento» dei palazzi apostolici del Vaticano, del Laterano e della Villa di Castel Gandolfo. La predetta legge non riconosceva, poi, esplicitamente alla Santa Sede il diritto di legazione attiva e passiva, ma l’art. 12 stabiliva che «gli inviati dei governi esteri» godevano nel regno delle prerogative ed immunità che spettano, secondo il diritto internazionale, agli agenti diplomatici. In sostanza, al Papa veniva riconosciuta una qualche forma di sovranità. Secondo l’orientamento dei c.d. “Vaticanisti” (37) , al Papa andava, pertanto, riconosciuta una sovranità effettiva, anche se di carattere eccezionale. Essi partivano dal presupposto che l’esercito italiano il 20 settembre 1870 aveva occupato Roma, ma non la Città Leonina. Solo successivamente il Papa, a seguito di alcune provocazioni ed incidenti che si verificarono nei borghi, aveva chiesto di estendere l’occupazione anche alla Città Leonina, occupazione che diventò definitiva solo con il plebiscito del 2 ottobre 1870 (38). I Vaticanisti ne deducevano che, poiché l’occupazione di Roma non sarebbe stata totale (c.d. debellatio parziale), persisteva una piena sovranità del Papa, quale prosecuzione della sovranità di cui Egli era investito nello Stato pontificio prima dell’annessione all’Italia, con la differenza che ormai tale sovranità ed i diritti ad essa conseguenti erano limitati all’ultimo lembo dell’antico Stato, rappresentato dal solo palazzo vaticano e relativi giardini." https://www.historiaetius.eu/uploads/5/9/4/8/5948821/picardi.pdf Fonte: Nicola Picardi, Alle origini della giurisdizione vaticana. In Historia et ius rivista di storia giuridica dell’età medievale e moderna. Il testo riproduce i primi cinque capitoli della Relazione presentata il 14 gennaio 2012 in qualità di Promotore di Giustizia per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario dello Stato della Città del Vaticano.1 punto
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Buongiorno @Ale75 sei molto molto gentile, grazie mille! Forse ora posso identificare anche qualcun'altra grazie alla tua spiegazione. Alla prossima e buona giornata.1 punto
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Buongiorno,no è Diocleziano (ΔIOKΛHTIANOC) anno I (LA) con Eusebia nel rovescio.1 punto
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La “prova” neanche citata nelle descrizioni….. Che mondo!! Alla fine, nascondendosi dietro a formule contrattuali ad hoc, vendono di tutto.1 punto
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Leggendo attentamente la conclusione cui perviene l'estensore della Tesi, che prima di giungere alle proprie conclusioni precisa che per l' "opinione prevalente" si tratta proprio di debellatio, non è affatto vero che in essa si riporta che sarebbe "improprio" parlare di debellatio, ma al contrario di riporta, leggendo attentamente e testualmente (e non mistificando a proprio comodo le conclusioni riportate nella Tesi) che "si sarebbe pertanto verificata una debellatio parziale, nella quale parte delle istituzioni dello Stato Pontificio sono sopravvissute ed al Papa è stata riconosciuta una limitata forma di sovranità". Pertanto, se si vuole citare un documento, la citazione dello stesso dev'essere - se non testuale - almeno coerente con quanto l'Autore ha inteso esprimere. E, in questo caso l'Autore non ha affatto sostenuto che sarebbe improprio parlare di debellatio ma che, semmai e secondo lui, si dovrebbe parlare di debellatio parziale. E ciò in dissenso dalla opinione prevalente, che invece sostiene autorevolmente che si tratti di debellatio piena (e non parziale). M.1 punto
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di solito non mi espongo in certi termini, ma stavolta faccio un'eccezione: CHE CULO! :-)1 punto
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Concordo su questa linea e condivido il pensiero qui espresso. Mi spingo anche un po' più in là. Non conosco la nuova utente che è apparsa sul forum per questa specifica discussione, non conosco la realtà dei fatti, non so di chi si stia parlando (perché non sono riuscito a leggere il nome del commerciante prima della cancellazione) e sono prevenuto verso le versioni "di parte" ed i nickname che nascondono l'identità di una persona (ovviamente anche di me stesso ...). Dunque non so se i fatti rappresentati siano veri, o denigratori, oppure un gioco, uno di quelli immersivi e di moda del tipo "Alternate Reality Games". Perciò, dopo aver trovato anch'io la vicenda molto strana, ipoteticamente giustificabile solo per una eccessiva ingenuità, sono d'accordo nel consigliare (se fosse reale e come descritta) di procedere per vie legali ...1 punto
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La storia dei bantustan, i territori riservati alle popolazioni nere dal governo sudafricano ai tempi del celebre regime razziale dell'apartheid, presenta degli spunti filatelici interessanti. Negli anni '70 e '80 quattro di queste aree furono rese formalmente indipendenti dal Sudafrica, in un esperimento di segregazione per mezzo di stati-fantoccio che godevano di tutti i simboli e le libertà apparenti di un paese sovrano (tranne la moneta, che rimase per tutti il rand sudafricano) anche se erano di fatto mantenuti e controllati dal governo sudafricano. Tutti furono aboliti nel 1994 e reintegrati nella Repubblica Sudafricana. I bantustan non furono riconosciuti da nessun paese al mondo ma i loro francobolli erano ritenuti validi per la spedizione della posta anche fuori dal Sudafrica. Transkei Governo autonomo dal 1963, indipendente dal 26 ottobre 1976. Bophuthatswana Governo autonomo dal 1 giugno 1972, indipendente dal 6 dicembre 1977. Venḓa Governo autonomo dal 1 febbraio 1973, indipendente dal 13 settembre 1979. Ciskei Governo autonomo dal 1 agosto 1972, indipendente dal 4 dicembre 1981.1 punto
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Bene. Ritengo che ASSOLUTAMENTE SENZA FAR NOMI o altro che possa portare all'identificazione del Professionista in questione (personalmente non ho avuto il tempo di leggerlo), la discussione possa continuare, confidando nel senso di responsabilità di ciascuno.1 punto
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Buongiorno a tutti, in tema di fusioni e soprattutto delle varie tecniche adottate delle quali sicuramente se ne è parlato abbondantemente nel forum. Vi mostro foto delle due ultime postate con l'aggiunta di una pubblica totalmente fusa che già ad una prima e veloce osservazione è palesemente di fattura diversa da quella più piccola. Saluti Alberto1 punto
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@besson prezzo ottimo per la più rara tra le 4 varianti di questa data La mia in collezione la presi nel 2008 in un listino di un commerciante, ma è decisamente un esemplare difficile da cambiare1 punto
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Ecco il set di 6 monete. Ho scoperto, grazie ad alcuni gentili membri di questo forum (in particolare @Kojiki) che si tratta di shin kan hei tsu ho da 1 mon prodotti a Kameido (provincia di Musashi) tra il 1668 e il 1718. Ho fatto del mio meglio per scannerizzarle ma sono molto scure, davvero difficile. Le ho prese a caso dalla bancarella, come già detto, ma mai mi sarei aspettato delle monete di oltre 300 anni.1 punto
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Buonasera a tutti, stasera dopocena Vicereale. Vi mostro un paio delle mie pubbliche 1622 che a me personalmente piacciono molto. Ho messo insieme la più grande (34mm)e la più piccola (26mm). Pensavo due cose, dimensioni e peso diverso, valore e potere di acquisto uguali. Saluti Alberto1 punto
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Quella che sei vede svolazzare ai fianchi di Marte e' una clamide. Allego questa pagina secondo me interessante ed esplicativa, tratta dal FAC: Mars, the God of War on Roman Coins Ciao. Stilicho1 punto
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Perché lanciarsi in ipotesi come la damnatio memoriae che non hanno riscontro storico per il personaggio? La “ defunzionalizzazione” sarà derivante dalla piegatura o la piegatura sarà il risultato della perdita di funzione monetale per uscita dalla circolazione corrente? Non è determinabile Tutta la a questione è solo una speculazione fine a se stessa e senza senso1 punto
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Giappone imperiale 1½ sen giapponese viola opaco emesso nel 1936. 30 Anniversario dell'amministrazione giapponese del territorio affittato di Kwantung e della zona ferroviaria de Thesel sud della Manciuria. Questi francobolli venivano venduti solo dall'ufficio postale di Tokyo e nella Cina continentale nella penisola di Kuantung e nell'area della zona ferroviaria della Manciuria meridionale. Scopro tutto cio' incuriosito dal tuo post, ora.1 punto
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Un po' di Giappone che ad alcuni amici piace molto..1 punto
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Salve condivido immagini di una cartolina viaggiata che ho trovato interessante per commenti. Ringrazio in anticipo1 punto
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