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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/07/24 in tutte le aree

  1. Carissimi amici, quest'oggi ho il piacere di condividere con voi uno dei lotti che mi sono aggiudicato nell'ultima asta Varesi. Come da titolo, si tratta di una lira del 1812 del Regno d'Italia (zecca di Milano), moneta comune ma non così facile da reperire in codesta conservazione. Personalmente, mi è capitato poche volte di vedere dei rilievi così ben definiti. Soprattutto i capelli al dritto sono impressionanti! Degne di nota anche la bella patina che dà carattere al tondello e l'assenza di graffi di conio, schiacciature o debolezze.
    6 punti
  2. Ecco Brindisi… arrivato oggi…
    5 punti
  3. Riportando il discorso sul piano giuridico, a mio parere il contratto di compravendita si è più che perfezionato e concluso. La moneta, quando è stata testata, era ormai di proprietà dell’acquirente. Ne deriva che: - l’acquirente (il professionista) non era assolutamente legittimato a revocare il bonifico dopo aver preso in consegna la moneta, ragione per cui è ora inadempiente (e, quindi, tenuto al pagamento); - se il professionista ha scoperto successivamente che la moneta era falsa, sarà lui a doverne dare la prova per giustificare il proprio inadempimento (mancato pagamento del prezzo pattuito). Ovviamente tutto valido se non è stato firmato un contratto con condizioni particolari in deroga a quanto ho scritto. Morale della favola: se fossi la signora che ha aperto il post non riprenderei mai la moneta ma pretenderei il pagamento del suo corrispettivo. Saluti
    4 punti
  4. Buongiorno, ognuno ha il suo modo di approcciarsi alla numismatica e alle varianti che ne derivano, c'è chi è scettico a prescindere e chi invece prende per buono tutto ciò che vede o che gli viene detto (e questo è un problema)... Le varianti sono sempre stato un campo minato perché presentano una vasta modalità di interpretazione e spesso,se non sempre, è difficile mettere tutti d"accordo,nel caso specifico dei doppi punti è presente un'ulteriore criticità,quella di capire se effettivamente quei due punti sono effettivamente tali o magari uno dei due è un esubero di metallo che per puro caso si è insediato in una determinata posizione e che magari l'usura ne ha modificato l' aspetto rendendo più simile proprio ad un punto,e chi studia queste varianti ha sicuramente preso in considerazione anche questo aspetto,ed è per questo motivo che si possono avere dei sospetti su dei punti mentre in altri no, è siccome in numismatica il dubbio è poco contemplato allora si tende a non riconoscere come doppio punto se uno dei due ha caratteristiche diverse dagli altri,non mi riferisco alla grandezza ma all'aspetto generale,i doppi punti uno più grande e uno più piccolo l'ho visto la prima volta sulle piastre del 56,poi sulle 34 e poi sulle 48 con 8 ribattuto sul 7(qui può smentire o confermate @Raff82visto che piastre del Re Bomba sono il suo pane quotidiano) e in questi casi non ci sono dubbi che siano effettivamente dei doppi punti anche se qualcuno ha dei sospetti semplicemente perché non si è usato lo stesso punzone per replicare il punto ma la stessa cosa la possiamo notare sulle piastre del 1815 con doppio rombo tra D e G nella legenda al dritto, anche in questo caso uno più grande e uno più piccolo,il perché non ci è dato saperlo... ritornando al discorso principale dei doppi punti è quindi normale che quando si posta una moneta con variante si possano ricevere pareri discordanti,poi c"è anche il soggetto che ti boccia la moneta a prescindere per motivi che conosce solo lui ma sta a te capire in che ottica inserire questi personaggi e trarre le giuste conclusioni, quindi non credere che tutti ce l'abbiano con te,e solo che senza prove inconfutabili si tende sempre a stare nel dubbio, inoltre hai aperto diverse discussioni con la stessa tematica,con la stessa domanda,con le stesse considerazioni e con le stesse risposte che non hanno portato a nulla di fatto, semplicemente perché la motivazione che hanno indotto in zecca ad apporre questi benedetti doppi punti non c'è,e non è che aprendo discussioni ciclicamente sempre sullo stesso argomento cambi qualcosa ma è più facile che stufi proprio come hai detto tu... In definitiva il mio consiglio è: visto che sei interessato particolarmente a questa variante dovresti essere tu ad approfondire e fare delle ricerche in merito,come dicevo in un post precedente le ricerche non dovrebbero essere circoscritte al solo tondello di metallo ma ampliate anche ad altro come il contesto storico o finanziario dell' epoca,e magari avrai un giorno la soddisfazione di scoprire il perché si è apposto il doppio punto su determinate monete... Per concludere dico la mia:per me il doppio punto è un segno di lavorazione interne alla zecca,non credo che abbiano lo scopo di portare messaggi fuori dalla zecca,non credo proprio sia una cosa fattibile considerando che le monete battute cadevano in ceste tutte assieme e poi venivano immesse in circolazione con la stessa casualità, vorrei vedere che le monete con i doppi punti venivano battute poi recuperate per poi consegnarle direttamente all'interessato, altrimenti non vedo altri modi e sinceramente mi sembra molto improbabile se non impossibile, credo invece che questi servissero per differenziare in zecca monete che avevano seguito un processo produttivo non standard come succedeva regolarmente, magari perché realizzate con un nuovo macchinario da testare,o con qualche modifica nella lega,e che una volta avuto i dovuti riscontri in zecca si procedeva poi ad immetterle regolarmente in circolazione... Faccio questo ragionamento perché anche nel mio lavoro si tende a "segnare" i pezzi che produciamo quando usiamo macchinari diversi dal solito o quando testiamo materiali di nuovi fornitori,e parlando con un dirigente di una nostra filiale in Francia mi aveva detto che questa tecnica è usata da molte altre aziende da molti anni,se non secoli... A volte la soluzione è anche la più semplice...
    4 punti
  5. professionista è tra l'altro, chi facendo errori se ne assume la responsabilità altrimenti siamo tutti professionisti
    3 punti
  6. Ricordo sempre che "professionista" vuol dire persona che svolge una certa professione. Non vuol dire che la sappia fare bene o che non faccia errori. Oppure che sia una persona in odore di santità. Non capisco perché qui numismatici e case d'asta debbano sempre e comunque e a prescindere essere trattate come divinità addirittura innominabili. P.s. Io vengo chiamato professionista, e lavoro con altre persone dette professionisti. Poi chi lo è e chi non lo è, è un'altra questione 🙂
    3 punti
  7. Quindi, se fosse successo a Te, avresti ritirato la moneta, una bella stretta di mano, e amici come prima? "Monetina" che, in alta conservazione, fa 40 mila euro (+ diritti)? https://montenegro.bidinside.com/it/lot/1018/vittorio-emanuele-ii-100-lire-1872-roma-r-/
    3 punti
  8. Ciao @lorluke. "Non so come questo forum possa influire sulla questione o risolvere il problema. Trovo solo che mi sembra inopportuno mettere pubblicamente sulla graticola un professionista in questo modo." Puoi avere anche ragione, nel senso che è sempre inopportuno -come dici tu- "mettere pubblicamente sulla graticola un professionista" se non si hanno tutti gli elementi a disposizione. Sta di fatto che l'Utente si è rivolta al Forum, come spesso accade, per avere un consiglio, un parere su quanto accaduto e, faccio notare, che solo su richiesta l'Utente ha fornito il nominativo del Professionista. Ora, il Forum non è un Tribunale e non siamo certamente in grado di "risolvere il problema" dell'Utente, ma certamente, come scritto negli interventi, non possiamo non esimerci dal formulare dei consigli anche pratici. L'intervento ultimo di @stier penso che sia significativo in questo senso. Saluti.
    3 punti
  9. Desidero precisare che ho fatto la domanda nel forum per sapere se poteva essere una pratica di prassi, essendo del tutto inesperta. Voglio partire dal presupposto che siamo entrambi in buona fede, sia io sia il numismatico. Dal mio punto di vista trovo in ogni caso la modalità seguita in tutta la vicenda non lineare ed ho aggiunto il nome del professionista (su richiesta) perchè comunque le testimonianze, tutte e soprattutto quelle positive, posso aiutare ad inquadrare meglio la persona e la questione. Mai mi permetterei di infangare gratuitamente il nome di un professionista. Settimana prossima andrò a prendere la moneta e cercherò di capire meglio direttamente con l'interessato, con garbo e buona relazione come è nel mio stile. Ringrazio chi ha speso qualche minuto per darmi il suo parere e per me la discussione termina qui. Se qualcuno fosse interessato a sapere come è finita la questione, mi può scrivere direttamente in privato.
    3 punti
  10. Buongiorno a tutti, chi mi conosce sa che anche in passato ho postato monetine di poco conto, ma per me è puro divertimento ricercare rarità in monete che quasi nessuno si fila. Oggi voglio postare questo quattrino del Granduca Ferdinando III del 1794 che sembra essere veramente raro. Manca al CNI ed anche al MIR, nel catalogo de La moneta non è inserito e solo nell'opera di Andrea Pucci sulla monetazione minore dei Lorena è fotografato al numero 30. Gigante, prendendo come riferimento il Pucci, lo classifica R4. La qualità è bassa, si trovano sempre così, e anche solo vederli BB o migliori è quasi impossibile. Nonostante le tirature riportate non siano piccole, si trovano raramente. al D/ FERD. III. A.A M.D. retrograda. ETR stemma di Firenze in stile barocco al R/ su tre righe QVAT/TRINO/1794
    2 punti
  11. Buonasera Raimondo10, come ti avevo scritto dipende dsal tipo di francobollo la differenza del plus valore dal francobollo sciolto a quello su busta, per gli antichi stati sopratutto non va preso tutto alla lettera e vedere un catalogo e fare uno + uno = 2 , non funziona così la storia postale valuta tantissime cose, dal tipo di documento, al tipo di affrancatura , al bollo ,alla destinazione ,ecc. ecc, il tuo documento ha un francobollo da 1 Baj che come ti abbiamo detto non è brutto ma non è neppure di 1° scelta, ed è uno dei francobolli più comuni dello Stato Pontificio, in quanto era per l'affrancatura di raggio limitrofe e per altre che sarebbe troppo lungo da descrivere, comunque un francobollo comune che dalla tabella che ti allego, vedrai ha un basso valore di catalogo sia di usato sciolto che su documento, in questi casi è sempre più apprezzabile il contesto generale, pensare che è un documento che è in essere da 170 anni
    2 punti
  12. Ciao a tutti, questo post intende essere un riassunto del mio pensiero, senza pretese di completezza o correttezza e si basa esclusivamente su riflessioni scaturite dalla lettura di questa discussione. Mi sembra che fino ad adesso tutti i commenti sono passati dall'ingresso principale (Porta Pia), io intendo passare da quello di servizio, meno in vista ma sempre utile per entrare. Da qui in poi è tutto un "Secondo me..." Abbiamo un periodo ben definito entro due date: 1870: Presa di Roma; lo Stato Pontificio viene annesso al Regno d'Italia. 1929: Patti Lateranensi creano ufficialmente lo Stato della Città del Vaticano. Già qui scrivo di due entità: lo Stato Pontificio prima e lo Stato della Città del Vaticano dopo. Lo Stato della Città del Vaticano è per me, in sostanza, una versione ridotta e simbolica dello Stato Pontificio, con un focus esclusivo sulla missione spirituale e religiosa della chiesa cattolica. Fino al 1870 il potere temporale e spirituale erano nelle mani del "monarca assolutista", cioè del papa. E dopo, fino al '29? Durante questo periodo, la santa sede continuava a esercitare la sua autorità spirituale sulla chiesa cattolica a livello mondiale, ma non aveva un controllo territoriale sovrano né un ordinamento giuridico statale indipendente. Daccordo: anche se non esisteva uno Stato del Vaticano, il Papa continuava a promulgare leggi e direttive per la chiesa cattolica (come encicliche e decreti) attraverso il diritto canonico, applicabili al clero e ai fedeli cattolici di tutto il mondo. Ma queste sono caratteristiche del potere spirituale con lo scopo di guidare i fedeli nella vita religiosa e morale, l' interpretazione e applicazione dei principi del culto. Cosa che fanno anche altre istituzioni senza essere uno stato. Che cosa definisce uno stato derivante dal potere temporale? Quali funzioni ha? - governare, mantenere l'ordine pubblico, amministrare la giustizia - legislazione civile, amministrazione dello stato, difesa, economia - forze di polizia, esercito - riscossione dei tributi (le care vecchie tasse) - battere moneta - emettere documenti di identità per l'estero nel periodo della "questione romana" questa "ridotta entità" quali delle funzioni di sopra ha attuato? Le stesse sono poi state messe in opera dal 1929 in poi, a tutti gli effetti, con la creazione dello Stato della Città del Vaticano. Allora: Debellatio? Sì. Njk
    2 punti
  13. A tal proposito, se non ho capito male, il bonifico è stato annullato dall'acquirente o no ? Ma se io fossi stato il venditore, trattandosi di una cifra importante, avrei preteso un bonifico istantaneo e prima di andarmene avrei lasciato la moneta a chi l'avesse acquistata, solo previo accredito sul conto bancario e questo a prescindere da un accordo di vendita scritta o meno.
    2 punti
  14. Ho cancellato da tutti i post il nominativo del Professionista e la sua città.
    2 punti
  15. Ciao,nessuna domanda è da ignorante se fatta con voglia di imparare... L'attacco di colata o becco di fusione è il punto da dove il metallo fuso passa e va a riempire lo stampo che nel nostro caso è quello dei tondelli, che successivamente vengono spezzati dai canali una volta che il metallo si è indurito per raffreddamento... Poi i tondelli venivano in qualche modo ripuliti dall' eccesso si metallo che si trovava sul bordo dovuto al metallo in eccesso dell' attacco di colata, secondo me i metodi usati erano diversi,in alcune pubbliche la zona è ben pulita, forse perché limata dal metallo in eccesso,in altri esemplari si notano invece evidente residui di metallo come se il canale fosse stato semplicemente spezzato e non rifinito in un secondo momento,questo sia per le pubbliche con tondello fuso e poi coniato che con quelle completamente fuse...
    2 punti
  16. Non saprei. Il nome si può comunque eliminare. Ripeto, aldilà di chi sia il Professionista, è il modus operandi che è sbagliato. Se poi la Signora si è inventata tutto, se ne assumerà la piena responsabilità. M. Scusa, ma finora quello che ha giocato con le parole sei Tu. Nessuno ha scritto che il Professionista è un imbroglione, un farabutto o che è già stata scritta la sentenza che lo condanna. La possibilità che la moneta sia stata sostituita dopo l'esame con l'acido è astrattamente possibile. E non è un gioco di parole. E' una possibilità. Se un Professionista, chiunque esso sia, vuole evitare che qualcuno pensi ciò, allora faccia il test dell'acido davanti al cliente e non dopo che ha firmato il contratto di compravendita e fatto il bonifico (che poi revoca).
    2 punti
  17. Io non ritirerei la moneta e sporgerei querela alla Guardia di Finanza. Sicuramente al ritiro ti verrà fatta firmare una qualche "liberatoria". Il fatto che nel contratto c'è la previsione che la moneta possa essere controllata con acidi per verificarne l'autenticità ed il titolo (cosa peraltro ridicola ed assurda), non significa che tale operazione possa essere eseguita in assenza del cliente. Non esiste proprio. M.
    2 punti
  18. Buongiorno a tutti, in tema di fusioni e soprattutto delle varie tecniche adottate delle quali sicuramente se ne è parlato abbondantemente nel forum. Vi mostro foto delle due ultime postate con l'aggiunta di una pubblica totalmente fusa che già ad una prima e veloce osservazione è palesemente di fattura diversa da quella più piccola. Saluti Alberto
    2 punti
  19. È senz’altro una brutta storia, se un numismatico ( quindi un professionista esperto) vede con lei la sua moneta e la giudica autentica e concordate insieme un corrispettivo, mi chiedo che bisogno c’è di testare poi in un secondo momento la moneta? La moneta andrebbe a mio modesto parere sempre testata anche in sua presenza. Qualcosa non mi torna…
    2 punti
  20. Le cartoline e la storia postale raccontano ... Sapevo che il fratello di mia nonna da fine 1919 al novembre del 1920 era a Innsbruk, con il 1° Reggimento Granatieri. La guerra era finita, ma anche se c'era la pace con l'Austria, non era così con la Germania, e nell'ottobre del 1919 i Granatieri erano stati inviati a presidiare il Passso del Brennero e alcuni territori austriaci. Il 5 novembre truppe bavaresi varcarono il confine ed arrivarono ad Insbruk e nel Brennero; si rischiò lo scontro armato , ma l'arrivo di nuove truppe italiane lo scongiurò. Questo è il fratello di mia nonna ad Innsbruk.
    2 punti
  21. @besson prezzo ottimo per la più rara tra le 4 varianti di questa data La mia in collezione la presi nel 2008 in un listino di un commerciante, ma è decisamente un esemplare difficile da cambiare
    2 punti
  22. E' un thread di coordinamento per le discussioni sulla musica e i costumi di quegli indimenticabili decenni in questione, che altrimenti finirebbero sparse in giro, buono se vi aggrada anche per altri commenti generali su quei periodi. Le descrizioni introduttive di ogni decennio sono fatte al volo a memoria, senza alcuna pretesa di completezza, sugli eventi mondiali ed europei più importanti che mi saltano in mente (quindi non ci troverete il calcio o altre scempiaggini del genere). Aggiungete pure quanto ritenete importante che io ho saltato. Gli anni '70 sono stati anni turbolenti, pieni di guerre (mi vengono in mente al volo oltre quella del Vietnam anche quelle del Kippur, dell'Ogaden, Cina-Vietnam e l'invasione sovietica dell’Afghanistan), dell'inflazione elevata (con i miniassegni in circolazione in Italia), della fame in Africa. L'UE dell'epoca si allargava a Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca (con Groenlandia annessa), cominciava a discutere di libera circolazione all'interno della comunità e si preparava alle prime elezioni del Parlamento europeo. Veniva posto fine alla convertibilità del dollaro USA in oro, e naufragava temporaneamente il progetto di unione monetaria europea a causa dello sconquasso provocato da suddetta ondata inflattiva. Gli anni '80 sono stati un po' meno turbolenti (di guerre rilevanti abbiamo avuto quella delle Falklands e quella Iran-Iraq) ma del resto abbiamo anche rischiato di saltare tutti in aria. Sono gli anni della musica che adoro e della ripresa del progetto di unione monetaria. L'UE dell'epoca si allargava a Grecia, Portogallo e Spagna, e gettava le basi concrete della libera circolazione con la versione primordiale dell'Accordo di Schengen limitata a un nucleo iniziale di Stati. Ci arrivarono le radiazioni di Chernobyl ma in compenso il muro di Berlino crollò e questo aprì esaltanti prospettive. Gli anni '90 sono forse un po' troppo "recenti" per un forum di vecchietti come il nostro, ma visti col senno di poi sono stati anni magnifici (tranne che nell'ex-Jugoslavia). Levando la guerra del Golfo e la disastrosa scomposizione della Jugoslavia sono stati gli anni della sconfitta e il crollo dell'Unione Sovietica con tutto il suo sistema, la fine della Guerra fredda. Anni di grandi passi avanti nell'integrazione europea, dell'allargamento a Svezia, Finlandia e Austria, della velocizzazione e realizzazione dell'unione monetaria nonché della piena attuazione della libera circolazione. Un'epoca di (purtroppo vano) ottimismo e fiducia nella possibilità di un mondo migliore. ...e già che ci siamo mettiamoci dentro pure questi:
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  23. Salve a tutti Segnalo la recentissima pubblicazione nel numero di 12/2024 della rivista del Museo del Risorgimento di Milano "Il Risorgimento", di un contributo di cui sono autore dal titolo: "<<Italia libera. Radetzky non volle>>. Tra autonomia ed iconoclastia: le monete del governo provvisorio di Lombardia", visibile a questo link: https://riviste.unimi.it/index.php/risorgimento/article/view/27355 Il numero per intero è invece consultabile qui: https://riviste.unimi.it/index.php/risorgimento L' articolo presenta una mia ricerca sulle monete da 5 lire del Governo provvisorio di Lombardia lavorate a scatola con il ritratto di Radetzky in cui ho ricostruito alcuni interessanti retroscena della vicenda che aggiungono un tassello in più sulla questione. Ci tenevo a ringraziare in particolar modo Mario @dabbene e @giancarlone per le belle immagini dei pezzi delle loro collezioni che mi hanno gentilmente concesso di aggiungere a questo contributo. Ringrazio anche chi mi ha dato la sua disponibilità per la pubblicazione di altre immagini che tuttavia per ragioni di economia di spazio non ho potuto inserire. Spero la lettura sia di vostro interesse
    1 punto
  24. Condivido immagini di una cartolina viaggiata posta militare e chiedo maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
    1 punto
  25. Un classico film di Natale di 40 anni fa la prima volta l'ho visto al cinema, da allora lo rivedo con piacere nel periodo natalizio ogni anno.
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  26. sono arrivato tardi per sapere chi è il numismatico in questione, pazienza. La vicenda è surreale, parliamo di una moneta che vale in BB almeno 10.000 euro. Mi piacerebbe sapere quanto è stato pagata a @stier prima che il bonifico fosse revocato, e che tipo di documento è stato firmato quando la moneta è stata ceduta (o meglio, con quali clausole) La vicenda mi ha fatto tornare in mente una vicenda che mi capitò anni fa. I genitori di un ex collega avevano una oreficeria storica a Venezia, e ogni tanto rientravano monete d'oro, che poi il più delle volte venivano fuse (aimè) per nuove lavorazioni artigiane. L'accordo col mio ex collega era che mi portasse quello che gli rientrava di Italiano (perlopiù zecchini e marenghi) e quello che mi interessava lo prendevo a peso d'oro più qualcosina per la fatica. Tra i vari pezzi un giorno arrivò con un 100 lire di VE II, non ricordo la data. Subito sobbalzai, ma a una seconda occhiata qualcosa non tornava e glielo dissi... lui per niente basito mi disse "volevo vedere se a occhio te ne accorgevi", in effetti era falsa e l'avevano riconosciuta come falsa anche in oreficeria, in questo caso perché era calamitabile (prova banale che fanno gli orafi quando hanno dubbi). Il peso era di qualche decimo di grammo inferiore a quello dell'originale, tutto sommato non era male ma molti dettagli erano approssimativi.
    1 punto
  27. a mente fredda mi viene da pensare che ci sono anche altre anomalie, perché contattare il cliente tramite messenger o altro invece che telefonare immediatamente per spiegare la situazione? Ho sentito parlare di dipendenti, ma una moneta del genere la vede un dipendente e non il proprietario? Mi pare strano l'abbia vista un dipendente, io una roba del genere non la farei toccare ad un dipendente a meno che non sia un NIP pure lui...ma non sarebbe un dipendente. vorrei dire, facciamo una transazione da x mila euro e non ci lasciamo neanche i telefoni reciprocamente? Boh!
    1 punto
  28. Condivido volentieri:
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  29. Sarà l'ultimo evento di quest'anno che è stato particolarmente ricco. Sarà anche) 'occasione per scambiarsi gli auguri con un brindisi insieme, scamhiarsi qualche parola. In un modo sempre più virtuale credo sia qualcosa di importante e di aggregazione.
    1 punto
  30. Grazie @gennydbmoney, ora è chiaro. Ieri ho tentato di avere info su Internet ma con risultati insoddisfacenti. Ti ringrazio.
    1 punto
  31. Sono d’accordissimo con te, sarebbe bello sentire entrambe le versioni, per avere una migliore visuale della questione.
    1 punto
  32. Io non sono l'avvocato difensore di [#]. Personalmente, tendo a non fidarmi ciecamente di tutto quello che viene scritto su Internet. Qui sono state fatte accuse gravissime nei confronti di un professionista che opera nel settore da anni. Mi sia concesso il beneficio del dubbio nel non credere al 100% alla versione dei fatti della signora. Ad ogni modo mi auguro che la questione venga risolta positivamente, per entrambe le parti. Un po' tardi ora che la discussione è stata letta da decine di persone, non credi?
    1 punto
  33. Io non ritirerei la moneta. Nel momento in cui fossi uscito dal locale del perito (che non sto dicendo abbia attuato nulla di illecito) per quanto mi riguarda è stato raggiunto un accordo e il pagamento di un bonifico, seppure poi ritirato, lo sta a dimostrare. Qualsiasi ulteriore atto di verifica della moneta che possa determinare la decadenza di tale accordo a mio parere andava eseguito alla presenza della controparte, trattandosi di un possibile oggetto di valore e non di una monetina.
    1 punto
  34. Quindi, non mi pare che finora sia stato suggerito niente di più di quello che avresti fatto anche Tu. Se poi consideriamo che in questo caso non ci sono neppure le foto prima della consegna....... Dove si parla di sentenze, di farabutti , di imbroglioni, ecc.? M.
    1 punto
  35. Complimenti, interessante e affascinante articolo sia nel contenuto che nello studio e nella ricerca che ne richiede. Rivela dei retroscena che rimangono sempre nascosti, ma che danno un quadro completo del periodo e della storia del momento. Siamo abituati al racconto di un anno come per esempio il 1849 a poco più di qualche pagina, credendo che il tempo fosse velocissimo, o almeno questo e quello che vede la maggior parte delle persone. invece con 15 pagine si racconta in minuscolo frammento di quell'anno. Complimenti di nuovo e grazie.
    1 punto
  36. un NUMISMATICO professionista su una moneta non utilizza l'acido!
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  37. Ciao, si tratta di un denario ( dall'aspetto generale direi suberato, un falso d'epoca) dell'imperatore Tiberio. Il famoso tribute penny che molti sostengono essere gli stessi, per tipologia, che furono dati in pagamento a Giuda ( i 30 denari) quando tradì Gesù. Posto foto di denario originale per confronto 🙂 ANTONIO
    1 punto
  38. Il 20 ottobre (o Novembre) del 1919 gli era stata inviata questa cartolina dai famigliari. Foto fatta in occasione della Festa della Madonna del 1915, quindi il 15 agosto, nel paese di Navarons in Friuli. Al soldato Mongiat Pietro 1° Regg.to Granatieri 2° (??) Compagnia Zona di Guerra.
    1 punto
  39. Ciao a tutti, dopo un periodo di assenza nella sezione imperiale dovuta ad una parentesi piacevole e ovviamente non chiusa nel periodo repubblicano, ho il piacere di condividere con voi l'ultimo arrivato in collezione, una moneta che cercavo da tempo e che non ero riuscito ancora ad aggiungere. Sto parlando di un bellissimo (per me lo è, spero piaccia anche a voi 😄) denario di Vitellio, l'ultimo di quelli che io chiamo "I tre moschettieri", Galba, Otone e Vitellio appunto, penultimo della mia mancolista imperiale del periodo principale della mia collezione da Augusto a Commodo. Adesso manca "solo" Otone, magari il prossimo Natale eh 😉 L'Imperatore in questione è il terzo di 4 che si succederanno dal giugno del 68, dopo la morte di Nerone, a tutto il 69 d.C., in quello che comunemente viene chiamato l'anno dei 4 Imperatori, che si concluderà con la definitiva presa del potere di Vespasiano nel mese di dicembre (era comunque già stato acclamato dalle sue legioni nel mese di luglio). Di lui le fonti non dicono cose molto lusinghiere, Svetonio pensa che siano esagerate, frutto di persone a lui avverse, come succede spesso (non che Svetonio fosse esente da questo…), ma in ogni caso pare che non fossero poi così lontane dal vero. La sua famiglia discendeva o da antichi Re del Lazio o da un ciabattino, non è dato sapere a questo punto, pare che la sua carriera sia stata favorita da essere stato amante di Tiberio prima e amico di Caligola dopo, con il quale condivideva la passione per i carri, passione che lo costrinse a zoppicare per tutta la vita a causa di un incidente. Comunque sia andata è quasi assodato che fosse un gran bevitore e amante dei banchetti, non aveva nessun vero amico perché gli amici li comprava, aveva un certo peso politico a causa del padre (Lucio Vitellio il Vecchio, più volte console e governatore sotto Tiberio e Claudio) che gli aveva lasciato anche un consistente patrimonio, fu infatti Console, proconsole in Africa e Galba addiritura lo scelse per comandare l'esercito della Germania inferiore. Sembra anche che non volesse diventare Imperatore ma ci si trovò nel mezzo quando i comandanti delle legioni sul Reno lo acclamarono tale. Alla fine le sue amicizie effimere lo portarono alla rovina, aveva anche abdicato in nome di Vespasiano ma la cosa, dopo alterne vicende di battaglie e tradimenti, non lo salvò dalla morte, fu massacrato infatti dalla folla e poi gettato nel Tevere il 20 dicembre 69. Non mi dilungo ulteriormente sulla storia di Vitellio ma passo direttamente al denario in questione, attualmente credo che sia uno dei pezzi più belli che ho in collezione, sia come stile che conservazione, come dico sempre a me piacciono tutte le monete a prescindere, tuttavia quando mi trovo davanti ad esemplari così è una sensazione unica. Come potete capire sono davvero emozionato per questa aggiunta, quando è arrivata mi sono sentito come mio nipote di 5 anni quando apre il regalo di Natale, comunque alla fine chi lo ha detto che quando siamo più grandi non possiamo sentirci così 😊 Vitellio, Denario, Roma, 69 d.C., RIC 107. 3,42g X 19mm D/ A VITELLIVUS GERM IMP AVG TR P; testa laureata. R/ PONT MAXIM; Vesta con patera e scettro. Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo
    1 punto
  40. Buonasera a tutti, complimenti @Rufilius per la moneta veramente bella e di sostanza. Ma anche per come ci hai presentato Vitellio, un po' di storia e di aneddoti sono sempre ben venuti. Ben tornato nelle Imperiali. Saluti Alberto
    1 punto
  41. A rigor di logica no, perchè che sia provocato da macchinari o da mano umana sempre quello rimane. Comunque di banconote 100% perfette da 50 ne ho viste poche pure io, mentre ne ho viste parecchie dei tagli inferiori, che per la loro superficie più ridotta sono anche meno sensibili a maltrattamenti di ATM e mani umane. Nel caso delle 5 e le 10 a volte me le danno addirittura di resto al supermarket rimaste perfette anche dopo la manipolazione delle cassiere.
    1 punto
  42. Medaglia devozionale francescana, bronzo/ottone, con piolini a ore 3,6,9,,della prima metà del XVII sec.- D/ San Francesco d'Assisi in ginocchio in atto di ricevere le stimmate.- R/ Busto di S. Antonio da Padova con Gesù Bambino davanti a lui a DX. anepigrafe. sia a D/ che al R/ sono presenti quattro testine di cherubini, non comune. Ciao Borgho
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  43. Le prime monete commemorative nella storia degli Stati Uniti. Quella di emettere monete commemorative di particolari eventi o personaggi, è un'usanza che si perde nella notte dei tempi. La Zecca americana, però, nel suo primo secolo di vita non ne aveva mai coniate. E quando infine si decise a farlo, non si può dire che sia stato un successo. Tanti i motivi di quello che si può definire senza mezzi termini un fallimento, dai soggetti prescelti, peraltro in larga misura obbligati (dovendo commemorare il viaggio di Colombo c'era poco da scegliere), alla realizzazione pratica, a una politica di vendita probabilmente sbagliata. La prima moneta è un mezzo dollaro d'argento, che ritrae appunto Cristoforo Colombo e una delle caravelle, la Santa Maria, ammiraglia della sua piccola flotta. E qui cominciarono subito i problemi. Non esistendo ritratti certi del navigatore genovese, l'autore del disegno, Olin Levi Warner, dovette ispirarsi a immagini presunte: una medaglia coniata a Madrid per commemorare lo stesso anniversario, una statua sempre nella capitale spagnola, infine un ritratto d'uomo di Lorenzo Lotto, nel quale molti identificano il grande navigatore. Alla fine, pare sia stato questo a prevalere. La cosa, si attirò un sacco di critiche: "Non è Colombo... potreste prendere un ritratto su una qualsiasi moneta, e somiglierebbe a quello. L'unica soluzione sarebbe quella di smetterla di raffigurare personaggi reali sulle monete." Ma se avevano appena incominciato In realtà, questo ritratto rappresenta un passo da gigante verso la produzione di monete con qualcosa di diverso da Lady Liberty, che prenderà pienamente campo nel secolo successivo, ma all'epoca pochi furono in grado di capirlo. Il dritto della moneta, inciso da Charles Barber, mostra dunque il busto di Colombo, volto a destra, con nel giro le iscrizioni COLUMBIAN HALF DOLLAR e UNITED STATES OF AMERICA. Piacque assai di più il rovescio, inciso da George Morgan, con la Santa Maria che sembra scivolare sui due emisferi, ai cui lati compare la data 1492. Nel giro WORLD'S COLUMBIAN EXPOSITION CHICAGO e la data, 1892 o 1893. La moneta fu infatti coniata per due anni, 950.000 esemplari il primo, 1.550.405 il secondo. Venne messa in vendita all'interno dell'Esposizione per 1 dollaro. Può sembrare poco, ma si deve considerare che il biglietto di ingresso alla Fiera costava 50 centesimi. Il prezzo della moneta corrispondeva dunque a quello di due biglietti, e non furono in molti ad acquistarla. Al termine dell'Esposizione, constatato che le monete rimaste erano più di quelle vendute, si decise dopo un po' di immetterle nella circolazione, al valore facciale di mezzo dollaro, naturalmente. All'altra moneta andò peggio... petronius
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  44. Buongiorno @italpen, La qualità non è cosi bassa, le lettere sono ben tracciate ma con probabili difetti di conio come sempre su questi quattrini, è soprattutto il bordo ad essere quasi inesistente, sarà anche quello un difetto di conio??? Per info, un quattrino del 1795 "depositi, qBB" è passato all'ultima Nomisma a 80 euro, ben in linea col Gigante che lo da R Saluti napoleonici, L
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  45. A me sembra che sia coerente con un 1765 su un 1764, la ribattitura è spostata di qualche grado, se si confrontano i numeri il 6 è stato battuto sul 7, non riuscendo perciò a riempire la parte a sinistra dell'occhiello che risultava già schiacciato in precedenza, i capelli sulla nuca si intravedono in evanescenza ruotati, e anche la scritta HIER, se si confronta con la foto "1764 su" (l'ultima della carrellata) ritorna perfettamente in ordine
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  46. sul sito web di numismatica varesina ho appreso del furto subito per parecchie monete. Assieme alla notizia del furto sono pubblicate foto ad alta risoluzione delle monete sottratte! Non conosco l’accaduto, ad ogni modo tutta la mia solidarietà al titolare Flavio De Maria
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  47. Trovo molta confusione in questa discussione. La dottrina prevalente (vedi, fra tutte, le opere di Carandini) ritiene che i re siano effettivamente esistiti. Residua, peraltro, una testimonianza epigrafica, il lapis niger (su cui è scritto "... OKA FHAS / RECEI IO ...", e "recei" è appunto una declinazione arcaica di "rex"), anche se alcuni studiosi hanno proposto che su tale pietra si parli del "rex sacrorum" ("re addetto ai sacrifici") e non del "rex" vero e proprio. Sia come sia, anche l'esistenza (attestata ancora in epoca repubblicana) del "rex sacrorum" è un chiaro relitto giuridico-sacrale dell'esistenza del "rex" in epoca antecedente. V'è di più. Sulla base di valutazioni linguistiche e (per l'epoca dei Tarquini) di attestazioni epigrafiche etrusche, si ritiene anche probabile che i nomi tramandatici dalla tradizione siano quelli effettivi dei re. E' vero, come ha evidenziato Gallienus nel post numero 6, che alcuni di tali nomi potrebbero essere (diremmo noi) soprannomi, ma questa era una prassi radicata nella tradizione romana: tutti i "cognomina", alcuni dei quali sedimentatisi come "agnomina", erano "soprannomi", compresi i celeberrimi "Scipione", "Cesare", "Ottaviano", "Augusto", "Caligola", etc. Poichè, inoltre, alcuni di essi venivano attribuiti ex post (ad esempio, Publio Cornelio Scipione fu detto "Africano" dopo aver vinto in terra d'Africa, Gaio Giulio Cesare figlio adottivo fu detto "Ottaviano" dopo che la sua adozione ne aveva provocato la fuoriuscita dalla gens degli Ottavii), non sembra minimamente irrealistico che un re sia stato detto "Pompilio" dopo aver disciplinato la pompé, o "Marzio" dopo aver onorato Marte. Addirittura, è opinione sostenuta da autorevoli studiosi (Carandini, fra tutti), che lo stesso "Romolo" sia un nome, e non un soprannome; talché effettivamente Roma avrebbe preso il proprio nome da lui, come affermato dalla tradizione, e non il contrario. E' vero anche che gli anni di regno non sono realistici (Numa e Servio, ad esempio, avrebbero regnato per oltre 40 anni), ma soccorre l'ottima spiegazione di Carandini: nella tradizione orale ultrasecolare, si sarebbe sedimentata la memoria dei soli re "importanti", cui sarebbe stato quindi attribuito un periodo di regno più lungo di quello effettivo, includendo anni in cui in realtà il potere era appartenuto a re "minori" o a interreges. Mutatis mutandis, sarebbe come se un domani, in mancanza di fonti documentali, si perdesse memoria del periodo di regno di Giovanni Paolo I e la storia riportasse che a papa Giovanni VI è succeduto direttamente Giovanni Paolo II: non sarebbe un fenomeno strano. Detto tutto questo, i re di Roma non hanno battuto moneta perché l'introduzione della moneta, a Roma, fu molto posteriore all'epoca regia (a eccezione di quanto preciserò, in seguito, sul "ramo secco"). La monetazione dovrebbe essere nata, in maniera del tutto indipendente, in Anatolia e in Cina, in entrambi i casi (se non sbaglio) nel VI secolo (sostituendo fenomeni di baratto con metalli preziosi iniziati già secoli prima). Quella occidentale, in particolare, nascerebbe dall'uso di palline di elettro, rinvenute nei fiumi anatolici, come controprestazione nei baratti e, quindi, come riserva di valore ma la decisione di punzonare tali palline per attestarne la bontà, primo effettivo atto di monetazione statale, sembra attribuibile a re Creso che (fatta la tara sulle leggende che lo circondano) dovrebbe aver regnato in Lidia tra il 561 e il 546 a.C. Da quel momento, i mercanti greci diffusero in tutto il Mediterraneo l'uso della moneta (della loro moneta, giova precisare), che così arrivò anche in occidente. Nel 1867 fu rinvenuto ad Auriol, a pochi chilometri da MarsIglia, in un contenitore ceramico, 2130 monete greche arcaiche, per la stragrande maggioranza di tradizione ionica, datate (secondo l'opinione prevalente) alla seconda metà dello stesso VI sec. a.C. Per la grande quantità di reperti, quella monetazione è stata definita "tipo Auriol", ma monete analoghe erano già state rinvenute nel 1862 a Morella (Spagna - 21 esemplari) e successivamente, nel 1868, a Pont de Molins (catalogna - 46 monete) e - quel che qui più interessa - a Volterra (Tuscia - 65 esemplari). Le monete rinvenute a Volterra ( https://www.lamoneta.it/topic/76470-far-west/ ) , in particolare, dovrebbero essere datate alla prima metà del V secolo, quindi leggermente posteriori a quelle di Marsiglia. Gli italici conoscevano quindi le monete già dalla fine dal V secolo grazie ai contatti commerciali tra mercanti greci ed etruschi; e poiché a Roma regnavano i Tarquinii, di origine appunto etrusca, si può supporre che qualche moneta "tipo Auriol" sia passata dalla città tiberina. Non ce n'è tuttavia prova, e comunque si sarebbe trattato di monete greche, non battute dai re capitolini. A Roma l'emissione di moneta propria arrivò invece seguendo due strade: la monetazione cosiddetta "romano-campana" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC ), coniata con tipi greci; e la monetazione fusa, comprendente a sua volta lingotti rettangolari, detti "quadrilateri" o "aera signata" (al singolare, "aes signatum" - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESS ) e monete tonde, dette invece "aera grava" (al singolare, "aes grave" - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB ). La monetazione "romano-campana" fu sicuramente battuta, su richiesta di Roma, da città magnogreche , verosimilmente per esigenze di commercio fra la nazione latina e quelle greche. La prima di queste monete ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/1 ) è facilmente databile al 326 a.C., perché a parte la legenda è perfettamente rispondente ad altre monete di Neapolis che, anno più anno meno, risalgono a quel decennio. Siamo, quindi, abbondantemente dopo l'epoca regia di Roma (terminata, come noto, nel 509). Le monete con legenda "ROMANO", da te citate, appartengono appunto alla categoria delle monete romano-campane. Per quanto riguarda l'aes grave, esso costituisce un fenomeno spontaneo che si manifesta, quasi contemporaneamente, in tutte le nazioni italiche, che cominciano a produrre monete tonde (o, in un caso, ovali) di bronzo, con un peso corrispondente (al netto dell' "aggio", ma su questo non mi dilungo) a quello dell'unità di peso allora in uso (l' "asse" o "libra", che a seconda della nazione variava dai 380 g di Hariminum, Atria e Vestini ai 151 g di Velathri) o delle sue frazioni; queste monete, pertanto, valevano tanto quanto il metallo che contenevano. Ora, la datazione dell'aes grave è molto discussa, e per quanto riguarda Roma va dal 423 a.C. proposto da Corradi (nel suo saggio Dissertazione sull'aes grave fuso e coniato di Roma e relative riduzioni, in “Nummus et Historia” VII, Formia 2003) al 280 a.C. proposto da Crawford. Se Corradi avesse ragione, l'ultimo re di Roma avrebbe quindi emesso la prima serie monetale dell'Urbe (che lui identifica nella Giano-prora, https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB9 ); tuttavia la sua voce è isolata e la stragrande maggioranza degli studiosi ritiene che l'aes grave sia comparso nella seconda metà del IV secolo, peraltro non a Roma ma in Etruria: le emissioni più antiche dovrebbero essere quelle di Tarquinia, ascendenti al massimo al 351 a.C. Insomma, anche l'aes grave dovrebbe essere più o meno contemporaneao alla monetazione romano-campana, se non addirittura posteriore. Resta da datare i quadrilateri. Molti studiosi ipotizzano che siano contemporanei all'aes grave, ma il discorso è molto più complesso. Plinio (Nat. Hist., 33, 3, 13) afferma che "Servius rex primus signavit aes. Antea rudi usos Romae Timaeus tradit. Signatum est nota pecudum unde et pecunia appellata". Secondo questa testimonianza, quindi, il re Servio Tullio (che avrebbe regnato dal 578 al 535 a.C.) fu il primo a far apporre un segno di Stato sui lingotti di bronzo, e tale segno sarebbe consistito in una pecora ("nota pecudum"). Se la testimonianza di Plinio fosse attendibile, non solo la prima moneta romana, ma forse la prima del mondo sarebbe stato l'aes signatum con pecora emesso da Servio Tullio, che potrebbe aver preceduto di pochi anni le monete di Creso e quelle cinesi. Qui però sorge un problema: un simile aes signatum non è stato rinvenuto. Non solo: i rinvenimenti di quadrilateri romani (esistono anche quadrilateri italici, seppure rarissimi), quando possono essere datati in base al contesto archeologico, sono tutti ascrivili, come l'aes grave, alla fine del IV secolo o inizi del III. Può astrattamente supporsi che i quadrilateri con pecora, di epoca serviana, siano andati tutti perduti, ma sembra abbastanza irrealistico. Ma allora, quale moneta si usava a Roma in epoca regia? Ares III, nel post numero 7, ha correttamente richiamato i pezzi di bronzo informe, che oggi sono denominati "aes rude" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESR ). Il loro uso, come visto, è attestato anche da Plinio ("rudi usos Romae") e la loro esistenza, nonché funzione proto-monetale, è ben comprovata in archeologia: interessantissimo il deposito votivo scoperto nel 1852 a Vicarello (parzialmente ricostruito al Museo nazionale Romano - https://generazionediarcheologi.com/2017/05/10/bicchieri-che-raccontano-storie-il-deposito-votivo-di-vicarello/ ), dove i pezzi di aes rude componevano uno strato sottostante a quelli di aes grave, a loro volta sottostanti alle monete coniate, dimostrando così sia la comune funzione monetale, sia la cronologia relativa. Nei commerci, questi pezzi di bronzo informe erano sicuramente scambiati a peso, come dimostra la memoria, nel diritto romano, del procedimento "per aes et libram" (ossia "mediante il bronzo e una bilancia"). L'uso dell'aes rude è attestato in contesti archeologici dell'VIII secolo (forse addirittura del XI), però esso non è una vera moneta: sono pezzi di bronzo che venivano barattati a peso. Nulla di diverso dalle pecore, con cui sono computate alcune sanzioni delle XII tavole, o dalle palline di elettro in uso in Lidia. Ma non è tutto, e qui il quadro si complica ancora di più. In suolo italico i "quadrilateri", ossia lingotti enei rettangolari di buona fattura (prevalentemente di origine romana) non sono l'unico esempio di aera signata, ossia di lingotti recanti un segno. Esisteva anche un tipo più antico e più grezzo, denominato "ramo secco" ( https://www.lamoneta.it/topic/113618-aera-signata/ ) perché recava un'immagine in rilievo somigliante a un ramo privo di foglie (pochi altri esemplari recano altri segni: lisca di pesce, clava, delfino, crescente lunare). Ora, i lingotti "ramo secco" sono stati rinvenuti in tutta Italia (anche a Roma) e - cosa particolarmente interessante - un frammento di “ramo secco” di 0,425 kg è stato rinvenuto presso il santuario di Bitalemi, in Sicilia (Piero Orlandini, AIIN 1965-1967), nello strato n. 5 del deposito n. 26, strato sigillato e sicuramente databile a prima del 540 (probabilmente, al 570-540). Il "ramo secco" quindi era già diffuso prima di tutte le monete italiche, forse addirittura prima di tutte le monete mondiali (al più, sarebbe almeno contemporaneo delle monete di Creso e di quelle cinesi). Potrebbe quindi essere questo l'aes signatum di cui parla Plinio? E potrebbe, allora, essere la testimonianza che la moneta è stata effettivamente inventata a Roma, da uno dei suoi re (sia pure, in modo indipendente dagli analoghi processi sviluppatisi in Anatolia e in Cina)? Alcuni studiosi lo hanno proposto, ma ostano tre problemi. In primo luogo, non è sicuro che avesse uno scopo e un uso monetale: è vero che è stato rinvenuto in contesti votivi (oltre che a Bitalemi, anche a Terravecchia di Grammichele), ma va da sé che l'offerta a un dio può consistere anche in un oggetto d'arte, o comunque di valore, oltre che in una moneta [per inciso, il caso dell'aes rude è diverso: è stato rinvenuto anche in altri contesti, ad es. come "obolo per Caronte" sui cadaveri, e in più c'è la testimonianza giuridica del procedimento "per aes et libram"]. In secondo luogo, la sua ampia diffusione, dall'appenino tosco-emiliano alla Sicilia, appare eccessiva in relazione a quella che poteva essere l'area di influenza commerciale (per non dire politica) della Roma del VI secolo a.C. Infine, è di tutta evidenza come il "ramo secco" sia un disegno molto diverso dalla "nota pecudum" riportata da Plinio. Comunque, un (piccolo) margine di incertezza resta. A margine, giova precisare che non è invece attestato l'utilizzo di argento grezzo in ambito romano, quale moneta di scambio, sebbene oggi molto venditori propongano pezzi di asserite "silver precoin" nei loro cataloghi. Verghe d'argento grezzo in un contesto "monetale" sono state rinvenute nei già citati depositi Pont de Molins (Iberia) e di Volterra (Tuscia) ma mai in ambito culturale romano.
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  48. Servirebbero buone immagini, peso e diametro consiglio ... cambia mentore
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