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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/03/24 in tutte le aree
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Volevo ringraziare la Redazione del Comunicazione che ci ha permesso di far conoscere la storia del Centro Culturale Numismatico Milanese, consiglio a tutti la lettura e "gustarsi" le medaglie coniate dagli inizi del 1900.5 punti
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Porto all'attenzione un semplice esempio. Domenica ho potuto ammirare, al museo di antichità di Torino, un insieme di monete cinquecentesche ritrovate alcuni anni fa a Torino, nascoste a suo tempo da un canonico e rimaste celate fino ai giorni nostri. Tutte monete d'argento (francesi, sabaude, di Saluzzo, etc.), molte in alta conservazione. Monete molto belle, ma luccicanti, come coniate ieri. Ogni patina era stata totalmente rimossa, rendendo le monete strane, innaturali. Uno scempio, adatto solo ad allestire una vetrina volta ad essere osservata da visitatori distratti attratti dal luccichio. Questo per dire che solo molto raramente la pulizia ha senso. E in pochi la sanno fare seriamente. Di sicuro la pulizia ha rovinato più monete di quante non ne abbia aumentato la godibilità4 punti
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On line può acquistare il collezionista esperto, che non ha bisogno di averla in mano per giudicare e valutare una moneta. E all'opposto può acquistare il collezionista inesperto, che online prenderà molte fregature. (Non prendo in considerazione gli Investitori in monete, ai quali certo basta la vendita in asta o online). Ma il collezionista che deve crescere? Quello che continuerà a collezionare? E' a quello, che deve vedere e toccare monete, che può interessare un convegno. Vedere, toccare monete, vedere intorno a lui tanti altri con lo stesso interesse. Sgomitare davanti ad un banco per vedere un vassoio, magari in maniera poi superficiale, ma che lascia un senso di appagamento e di interesse. Senza i convegni commerciali secondo mio parere diminuiranno i collezionisti.3 punti
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I ringraziamenti vanno tutti a @Ptr79 che ha dato la notizia: Io mi sono permesso solamente di “diffondere” la notizia stessa in modo tale da renderla maggiormente visibile a tutti.2 punti
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Buongiorno a tutti. Sono contento che il Forum abbia ospitato questa discussione, relativa a una questione storica d'indubbio interesse, e che si sia giunti a una conclusione auspicabilmente condivisa da tutti. Ulteriore riprova della grande qualità di questo Forum e della necessità di mantenerlo "vivo" quale luogo di confronto e discussione. Come in tutte le compagnie ci sono i saggi, i timidi e i saccenti arroganti. Credo valga in questa sede ciò che vale nella vita reale: gli appartenenti all'ultima categoria che ho citato si mettono a posto con la forza degli argomenti e con il fermo proposito di non lasciar mai loro - e ai loro cantori - l'ultima parola. Un saluto cordiale e a presto.2 punti
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Sono entrambe monete innichelio, metallo morbido e facilmente soggetto ad usura e graffi. Questi esemplari sono tormentati da graffietti che ne abbassano la conservazione attorno all'MB (più in meno che in più). La tiratura inferiore al milione (599.000 esemplari) è, come ti è stato detto, quella del 1924. Posto qui un esemplare in buona conservazione come confronto:2 punti
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Martedì 10 dicembre alle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 33 Milano. Citofono SEIDIPIU') si terrà una riunione informale aperta a Soci ed Amici, condotta dal Socio Marco Sassi, su i falsi nella monetazione genovese. Questo sarà l'ultimo appuntamento per il 2024, anno veramente positivo per le attività fornite dal Centro culturale Numismatico Milanese. Stiamo preparando il calendario di incontri e conferenze per il primo semestre del 2025. Al termine dell'incontro ci sarà il consueto brindisi con panettone e gli auguri per le festività, vi aspettiamo numerosi.1 punto
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Buonasera. Non è raro che la morte di un imperatore romano si accompagni a una certa dose di teatralità. Al riguardo, la pur piccola e breve dinastia formata da Caro (divenuto imperatore ai danni di Probo alla fine del 282) e dai due figli Carino e Numeriano, seppe farsi valere. Secondo una nota versione, Caro sarebbe infatti morto colpito da un fulmine nella sua tenda e quindi consumato dal fuoco. Mentre il figlio e successore Numeriano avrebbe addirittura regnato da cadavere, viaggiando in lettiga durante il rientro dalla campagna d’Oriente (vittoriosamente condotta dal padre Caro ma interrotta dalla sua “fulminea” morte). La macabra messinscena - far credere il già assassinato Numeriano ancora vivo, trasportandone il corpo in una lettiga tenuta sempre chiusa per proteggerne gli occhi affetti da una presunta malattia – concluse una spedizione che vide avvicendarsi ben tre imperatori: i già ricordati Caro e Numeriano e infine Diocleziano (fino ad allora Diocles, comes domesticorum) il quale (confermando la profezia secondo la quale sarebbe divenuto imperatore dopo l’uccisione di un “cinghiale”) non esitò a giustiziare pubblicamente, e di propria mano, il supposto mandante e regista del trucco della lettiga, ovvero il prefetto del pretorio Arrio Apro (appunto aper= cinghiale), peraltro suocero di Numeriano. Cosa accadde veramente in quei giorni e mesi non è però facile a dirsi, narrato com’è da fonti contradditorie e non sempre affidabili (Historia Augusta, Zonara, Giovanni Malala, Chronichon Paschale, Mosè di Cirene…). Dalle diverse versioni emerge comunque una vicenda alternativa e forse storicamente più credibile (di certo assai poco gradita ai Romani) che colloca la fine di Caro e Numeriano nella coda di un conflitto divenuto improvvisamente favorevole ai Persiani, passati al contrattacco dopo che la prima fase del confronto, favorevole invece ai Romani, si era conclusa vittoriosamente a Ctesifonte, anche perchè Bahrām II era stato inizialmente impegnato a fronteggiare ad Est una serie di ribellioni interne. Il nuovo andamento delle operazioni, peraltro esplicito in fonti tarde armene e bizantine, è forse celebrato da uno dei rilievi di Bahrām II a Naqsh-e Rostam. Tali eventi sarebbero stati mascherati dalla versione romana (la messinscena della lettiga) nella quale la morte di Numeriano viene attribuita a una lotta di successione tutta interna, evitando di gettare ombre sul successo delle armi romane (nota 1). La moneta che condivido ritrae il figlio minore di Caro, il Cesare Numeriano, Princeps Iuventutis, che accompagnò in Oriente il padre (il quale non mancò durante il viaggio si guadagnarsi meritatamente sul campo il titolo di Germanicus Maximus). Alla morte di Caro, tra il Luglio e l’Agosto del 283, Numeriano diviene co-Augusto (assieme al fratello rimasto in Occidente) e inizia una lenta ritirata lungo l’Eufrate che dura quasi sedici mesi. Raggiunta Emesa nel Novembre 283 vi sosta a lungo, fino al Marzo 284. Nel Novembre la spedizione raggiunge infine il Bosforo Tracio, dove però un sospetto fetore porta alla scoperta del cadavere celato nella lettiga, secondo il racconto tradizionale cui abbiamo accennato. Diritto: M AVR NVMERIANVS NOB C Busto di Numeriano panneggiato e corazzato verso dx con corona radiata. Rovescio: PRINCIPII-V-VENTVT//ςKA: il Cesare Numeriano panneggiato e corazzato, stante verso dx, tiene un globo nella dx e uno scettro nella sx. Peso gr. 3.84; diam. ; 22 mm; asse di conio: h6. RIC 363. La perdita della superficie originale della moneta sembra completa, più evidente all’ingrandimento che a occhio nudo. Vicino ai rilievi si notano residue tracce di argentatura (?). Il resto della superficie è brunita. Sul diritto, all’altezza della prima “M”, sul bordo del tondello , una piccola lacuna semicircolare dai margini patinati come i rilievi. In esergo indicazione della 6a officina di Roma (il segno “ς”, da quanto discusso in precedenti contributi e salvo miei fraintendimenti, deriva dal digamma, con funzione numerale in quanto sesta lettera dell’alfabeto greco, e viene detto “stigma” per successiva identificazione con un segno di legatura delle lettere sigma (σ) e tau (τ) in uso dal Medioevo al XIX sec.). Segue l’indicazione greca per “venti” (KA) per la quale, tra le mie poche fonti, resto incerto fra le diverse ipotesi: per i più indica il rapporto di lega di 20:1 (5% di argento). Secondo altri indicherebbe invece il rapporto con l’aureo (20 bronzi argentati per 1 aureo, replicando in forma altamente fiduciaria il precedente rapporto con l’aureo). Altre congetture hanno ipotizzato equivalenze con 20 assi o due denari, ricordando che il segno X sui denari repubblicani indicava l’equivalenza 1 denario / 10 assi. Un saluto e a presto, Lvcivs LX (nota 1): Se questo appare il quadro storico più realistico, diverse fonti contribuiscono a confonderlo: si narra così anche di un Caro rientrato trionfante a Roma e caduto in una successiva campagna contro gli Unni; di un Carino che combatte in Oriente; o si duplica, per lo sconfitto Numeriano, il destino di Valeriano, scuoiato e ridotto a un otre, dando a Numeriano la colpa della morte del vescovo di Antiochia Babila, da attribuirsi invece alle persecuzioni di Decio. PS: E’ sempre molto affascinante e istruttivo vedere le cose dalla parte degli “altri”, del nemico, facendo specchiare i due imperi eterni rivali e osservando un poco i Romani stando dalla parte dei Persiani. Oltre alla lettura dei passi delle Res gestae Divi Saporis (termine coniato da Rostovtzeff in analogia alla Res Gestae Divi Augusti) e in attesa di suggerimenti bibliografici dei quali sarò grato, intanto mi è arrivato il celebre volume di R. Ghirshman, Arte Persiana. Parti e Sassanidi, 1962, che risulta certo datato in alcuni suoi giudizi artistici, ma è tuttavia ancora utilissimo per una narrazione d’insieme e per l’ampio corredo iconografico, piacevolmente âgée.1 punto
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Buonasera lamonetiani e buonasera agli amici appassionati di Vicereali. Non scrivo da un pezzo e vi sottopongo le foto di questo Tornese. Vorrei leggere i vostri pareri. Buona serata.1 punto
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Giuseppe Goldschmiedt La Clorì che vorrebbe chiuderle la bocca... mo vedi tu che rapporto c'era tra Clorì e Giuseppe1 punto
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In my opinon: RIC 175 var./ Sear #1236 var. / RSC #284 var. Variant with a different position of the anchor part in the left hand of Annona Regards, Ajax1 punto
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Anche a me pare Licinio I Al dritto: IMP LI.... Forse laureato, drappeggiato e corazzato? Al rovescio si vede il SOLI INVICTO COMITI (Sole stante a sinistra con mano destra alta e globo nella mano sinistra); mi pare R/F nei campi. In esergo R stella S? Tipo questa, RIC VII 22? Ciao. Stilicho1 punto
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La richiesta per questa moneta sicuramente scoraggia, però trovo strano che sia rimasta invenduta. Penso che possa essere stata migliorativa per la maggior parte dei collezionisti, ma probabilmente le debolezze del dritto l'hanno troppo penalizzata.1 punto
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Buongiorno, il francobollo in questione è logicamente un 15 cent. rosa di Parma, per quanto riguarda la genuinità è ok, è piuttosto fresco come carta ma è tagliato ai minimi, ha solo il lato sx con margini i restanti tre sono rutti corti ed addirittura intaccano il disegno, diciamo che è un francobollo di 2° scelta, l'annullo è buono ma illeggibile, non so se ti possa interessare il lato economico, questo francobollo su frammento è quotato 265€ in questa qualità scendiamo a poco più di 50€ , sempre di catalogo, poi il mercato è un altra cosa1 punto
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1.2. Repubblica popolare, Cina centrale, 1949, 080p ognuno. 3. Emissione per le province nord orientali, 1946, 030p. 4. Repubblica popolare, per le province del nord est, 1950, £1.00.1 punto
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Io no, non lo comprendo. Ci deve essre rispetto per i clienti e senso dell'onore per il proprio lavoro. Si rispettano i termini accettati. Il pubblico viene a mancare perchè sa che non trova abbastanza commercianti.1 punto
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deve esserci per forza un motivo?1 punto
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Troverà risposta al quesito nella pagina che segue: https://www.moneteromane.info/corrisp/c836/c836.html Denario imperatoriale, zecca italica, Ottaviano e la colonna rostrale Giulio De Florio1 punto
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DE GREGE EPICURI Stasera vi mostro un bronzo di Adrianopoli, peso 5,8 g e 22 mm, direi in discrete condizioni. Al D un ritratto di Geta a destra, con la scritta: Λ CΕΠΤ ΓΕΤAC K Al rovescio, una Tyche con timone e cornucopia, e la scritta ΑΔΡΙΑ-Α-ΡΧ ΠΟΛΕΙΤΟ Per ora non l'ho classificata, non avendo cataloghi specifici. Qualcuno mi può aiutare?1 punto
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Sai che potresti avere ragione ? Consultando la tabella Hafner ed il catalogo del Ponzi sembrerebbe proprio una zecca di Venezia ( sarei orientato su H37 ), comunque questi talleri sono peggio del teorema di Pitagora, quando sembra che quasi tutti i dettagli ti indirizzino verso una zecca e numero di catalogo Hafner ecco che spunta qualcosa d'altro che distrugge tutta la ricerca e devi cominciare di nuovo 🤣1 punto
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caro @caravelle82basta andare sulla home page e vi è notizia, purtroppo, di furto a veronafi novembre 20241 punto
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Vero ,ma bisogna considerare che la definizione" nettaorecchie" è una definizione di comodo usata dagli archeologi per definire appunto degli oggetti di cui non e perfettamente chiara la funzione, poi magari erano nettaunghie o per "scapperarsi" noi non possiamo saperlo con certezza. Bisogna anche sottolineare che anticamente la sicurezza e i tentativi di igiene non andavano di pari passo. La letteratura archeologica è zeppa di "funzioni" appioppate random a oggetti la cui funzione era di difficile interpretazione. Oltretutto se questa definizione viene applicata "in primis" essa si ripercuoterà ad "in saecula saeculorum" in tutte le pubblicazioni a seguire come "ipse dixit"1 punto
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@Adelchi66 If this ear-spoon was a part of a manicureset could you please indicate witch period this comes from ? Roman or later ? Regards, Ajax1 punto
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Essendo un accorgimento segreto, non ci sono documenti a riguardo E così si va avanti1 punto
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buona sera volevo condividere il mio ingresso nel club presentando questo esemplare che mi sono procurato di recente. è il tipo più comune, millesimo 1622, al dritto presenta una ribattitura, mentre il rovescio è regolare. non ne ho potuto misurare il diametro, che a detta del venditore è di 32,5 mm mentre il peso è di 14,21 grammi. tondello che mi ha sempre affascinato anche per la vaga aria da moneta romana, ha rappresentato per oltre un secolo e mezzo, fino alla produzione degli 8 tornesi del 1796, la moneta di rame con il più alto valore coniata a Napoli.1 punto
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Può darsi. Ma è anche probabile si tratti semplicemente di un nettaorecchie facente parte di una parure da manicure di lusso. La doratura non depone a favore di un uso chirurgico. Si tratta di una mia ipotesi personale.1 punto
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Solo falsi moderni per ingannare i numismatici. Al 90% lo studio riguarda le monete con il castello.1 punto
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@favaldar, come sai, nel 1810 c’è stato l’allontanamento dalla zecca di Milano e l’esilio dal Regno d’Italia di Luigi Manfredini per la vicenda della lira NATOLEONE. Il ruolo di direttore di zecca venne affidato a Girolamo Vassallo. Dal 1811 fino al 1813 i nominali in rame vengono coniati entro virola. Il bordo non presenta più i filetti circolari paralleli tra loro ma è liscio e il volto di Napoleone viene rappresentato in maniera differente. Tra I e II tipo troviamo certi esemplari con data 1810 che presentano un ritratto estremamente definito ed un bordo liscio e rialzato. Tutti gli esperti che trattano la monetazione napoleonica sono concordi nel definire questi esemplari come prove di transizione. Perciò, per quanto mi riguarda, non mi sono mai posto il problema di un’eventuale mancanza di documentazione dell’epoca.1 punto
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Perché volete aggiungere ulteriori complicazioni a regole già più che farraginose e insensate?1 punto
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È normale? A casa mia il giovedì e venerdì (e anche sabati per la verità) si lavora. Ho anche altre passioni e frequento fiere. Ma solo quelle della numismatica sono il giovedì e venerdì. Per quale motivo la domenica non si fanno?1 punto
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condivido qualche ultimo acquisto borbonico, tutto rame, in attesa delle vicereali. sono una bella Pubblica 1756 di Carlo di Borbone, moneta rara. le comuni 10 tornesi 1819 di Ferdinando I e il 5 tornesi 1851 e il tornese e mezzo 1854 di Ferdinando II. e per finire il 10 tornesi 1859 di Francesco II, coniato a Roma.1 punto
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Invece di far pagare il biglietto ai visitatori, farei pagare le multe ai commercianti che abbandonano la postazione durante gli orari di visita1 punto
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I sostenitori dell'oro affermavano che l'argento non poteva essere adottato senza il consenso della Gran Bretagna e delle altre grandi nazioni. Bryan contestava tale affermazione: "E' ancora la questione del 1776. I nostri antenati, quando erano solo tre milioni, ebbero il coraggio di dichiarare la loro indipendenza politica da ogni altra nazione. Possiamo noi, i discendenti, ora che siamo settanta milioni, dichiarare di essere meno indipendenti di loro? Voglio suggerire questa verità: se il gold standard è una buona cosa dovremmo dichiararci a favore del suo mantenimento e non a favore del suo abbandono; e se il gold standard è una cattiva cosa, perché dovremmo aspettare che altre nazioni siano disposte ad aiutarci ad abbandonarlo? Voi venite a dirci che le grandi città sono a favore del gold standard. Io vi dico che le grandi città poggiano su queste ampie e fertili praterie. Bruciate le vostre città e abbandonate le nostre fattorie, e le vostre città risorgeranno come per magia. Ma distruggete le nostre fattorie e l'erba crescerà nelle strade di ogni città di questo paese." I partigiani dell'oro, i banchieri e tutti i grandi capitalisti, avevano lanciato il guanto di sfida: il popolo lo avrebbe raccolto. "Se osano uscire allo scoperto e difendere apertamente il gold standard come una buona cosa, noi li combatteremo fino in fondo, avendo alle nostre spalle le masse produttive della nazione e del mondo. Avendo alle nostre spalle gli interessi commerciali e gli interessi dei lavoratori e tutte le masse lavoratrici, risponderemo alle loro richieste di un gold standard dicendo loro: non calpesterete la fronte del lavoro con questa corona di spine. Non crocifiggerete l'umanità su una croce d'oro." Seguirono 92 minuti di applausi petronius1 punto
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Se la convention repubblicana si era svolta in maniera tutto sommato tranquilla, non si può dire altrettanto di quella democratica, che ebbe luogo un mese dopo a Chicago. I sostenitori dell'argento del Sud e del West, avevano lavorato sistematicamente per strappare il potere a Cleveland e ai conservatori dell'Est. Ed erano diventati abbastanza forti da poter imporre una piattaforma che ripudiava la politica di Cleveland e si dichiarava a favore del conio libero e illimitato dell'argento sulla base del vecchio rapporto di 16 a 1. Il loro paladino era William Jennings Bryan, che il 9 luglio 1896 pronunciò l'appassionato discorso passato alla storia come La croce d'oro Bryan, all'epoca trentaseienne, sembrava un ragazzo accanto ai veterani del partito. Egli riconobbe la sua (finta) ingenuità nelle sue parole iniziali: "Sarei davvero presuntuoso a presentarmi contro gli illustri gentiluomini che avete ascoltato se questa non fosse altro che una misurazione delle capacità; ma questa non è una lotta tra persone. Il più umile cittadino di tutto il paese, quando rivestito dell'armatura di una giusta causa, è più forte di tutte le schiere di errori che può portare. Vengo a parlarvi in difesa di una causa tanto sacra quanto la causa della libertà, la causa dell'umanità." I delegati applaudirono. Bryan, da consumato oratore qual era, nonostante la giovane età, lasciò che gli applausi aumentassero, e poi si placassero, prima di continuare: "I difensori dell'oro contestano che l'argento disturberebbe gli interessi degli uomini d'affari del paese. Ma voi avete dato una definizione di uomini d'affari troppo limitata nella sua applicazione. L' impiegato che lavora per un salario è un uomo d'affari tanto quanto il suo datore di lavoro; l'avvocato in una città di campagna, è un uomo d'affari tanto quanto un grande studio legale di una metropoli; chi ha una bancarella all'angolo della strada, è un uomo d'affari tanto quanto un negoziante di New York. Gli agricoltori che coltivano il grano della nazione sono uomini d'affari al pari dei mediatori che lo vendono. I minatori che scavano i metalli preziosi dalla terra, sono in affari accanto ai finanzieri che scommettono sull'ascesa e la caduta di quei metalli. È per loro che parliamo. Non veniamo come aggressori. La nostra guerra non è una guerra di conquista. Stiamo combattendo per la difesa delle nostre case, delle nostre famiglie e della posterità. Abbiamo fatto petizioni e le nostre petizioni sono state disprezzate. Abbiamo supplicato e le nostre suppliche sono state ignorate. Abbiamo implorato e loro ci hanno deriso. Non preghiamo più; non imploriamo più; non supplichiamo più. Li sfidiamo!" Continua... (la convention democratica del 1896)1 punto
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Dopo due mesi e mezzo dall'inizio della discussione, dopo aver parlato di cose che a volte c'entravano come i cavoli a merenda con quello che avrebbe dovuto essere l'argomento principale della stessa, dopo che tanti probabilmente avevano perso ogni speranza che sarebbe mai arrivata, finalmente incomincia La battaglia dell'oro e dell'argento Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 1896 la questione monetaria divenne sempre più centrale, con la richiesta di libero conio dell'argento da parte dei populisti appoggiata anche da consistenti fazioni all'interno dei due partiti principali. I proprietari delle miniere d'argento del West, che non si preoccupavano dell'inflazione ma solo di alzare il prezzo del loro metallo, contribuirono a finanziare una campagna condotta dalla National Bimetallic League. La propaganda più efficace a favore di questa Lega fu quella di un libro, Coin's Financial School, un semplicistico trattato politico/economico pubblicato nel 1894 ad opera di William H. Harvey. Il libro, che ebbe un enorme successo di vendita, presentava il conio libero dell'argento come una panacea, riducendo una complessa questione in termini facilmente comprensibili agli agricoltori, presentando inoltre la demonetizzazione dell'argento come un complotto (e ti pareva ) dei banchieri britannici e degli usurai ebrei. Un'illustrazione del libro Ma la convention repubblicana di St. Louis del giugno 1896, fu dominata dai sostenitori dell'oro, e la piattaforma elettorale del partito richiese inequivocabilmente il mantenimento della base aurea. Per questo, un certo numero di repubblicani del West, sostenitori degli interessi minerari dell'argento, lasciò il partito, che nominò candidato William McKinley, politico di lungo corso già eletto in entrambe le camere, e per tre volte governatore dell'Ohio. petronius1 punto
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ravviviamo un po questa discussione. 3 monete dello stesso periodo di Ferdinando IV1 punto
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non credo che si possano ancora classificare come molto rare queste monete di Riccardo, ne escono anche 2 alla volta nelle aste tutti i mesi. deve esserci stato un ritrovamento di monete dei crociati.1 punto
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Segnalo che il Lotto 33206 HERITAGE https://coins.ha.com/itm/ionian-islands/ionian-islands-septinsular-republic-10-gazettae-1801-vf35-pcgs-/a/3118-33206.s?ic4=GalleryView-ShortDescription-071515# 2024 August 15 - 17 ANA World & Ancient Coins Platinum Session and Signature® Auction #3118 e’ stato aggiudicato a USD 21,600.00. Septinsular Republic 10 Gazettae 1801 VF35 PCGS, KM4, cf. Karamitsos-I.5b. Denomination in Greek. Issued under nominal Russian and Ottoman sovereignty, though the winged lion of St. Mark indicates the territory's historical connection to Venice. This exceptionally rare type, along with the 1 Gazetta and 5 Gazettae denominations, were likely minted in Garitsa, near Corfu. There has been some speculation that these coins were struck as non-circulating Patterns but the presence of Russian-styled anti-forgery incuse edge Patterns likely means that they were intended for commerce. This present example is the only certified piece at PCGS and will command the interest of those collecting this particularly difficult series. Metal: Copper Diameter: 38mm1 punto
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per portare su questa storica discussione ne approfitto per presentarvi il mio ultimo acquisto. un bel 10 tornesi 1825 di Francesco I.1 punto
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Un caro saluto a tutti. Napoletana di oggi è un nominale da Un Tornese e Mezzo, difficili da trovare in buona conservazione e con un bel metallo color cuoio. Di seguito un esemplare del 1844, simbolo stella a 5 punte. Buona collezione.1 punto
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Buongiorno e Buon Anno a tutti, in giro ci sono tonnellate di monete e medaglie pulite da emeriti "somari" che ne hanno compromesso gravemente lo stato di conservazione, il lavoro della pulizia va eseguito da professionisti e non da improvvisati chimici da strapazzo. Ricordiamoci che le monete sopravviveranno a noi, che passeranno di mano in mano per altri secoli e che abbiamo una certa responsabilità sulle spalle. Una moneta rovinata è rovinata per sempre. Cordiali Saluti Silver1 punto
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sono daccordo con chi dice che và bene pulire una moneta se non si và a rimuovere la patina, quando per esempio una moneta ha incrostazioni di calcare, sporco, colla o altri materiali alieni al metallo della moneta và bene pulirla MA....c'è un grosso MA, bisogna sapere quel che si fà e come operare perchè se per levare lo sporco si và a rigare o peggio intaccare la patina è meglio lasciare perdere, ci sono patine molto delicate che se non si sanno trattare si staccano facendo perdere pregio alla moneta, molte persone non pratiche pensano che "pulendo" una moneta diventi più bella e la conservazione migliori, nulla di più sbagliato, peggiora; il discorso economico è legato alla pulizia ma può essere soggettivo per chi la possiede o per le condizioni della moneta; secondo me bisogna partire distinguendo la mera pulizia dalla spatinatura e accettare, anche se non ce ne frega nulla, che spatinando una moneta le si crea un danno più o meno evidente che và ad incidere al ribasso sulla valutazione economica che, se fatto ad esempio su un'ape del 1921 in condizioni mb può anche essere irrisorio e non importare ma se fatto su un 5 lire del 1914 in FDC son soldoni che se ne vanno, in questo caso vorrei vedere chi potrebbe dire "e ma io mi voglio godere la mia moneta bella pulita", quindi inviterei chi è attratto dalla pulizia delle monete, anche se so di dire una cosa ovvia, di fare pratica su tondelli di valore molto basso o nullo se non si ha pratica anzichè provare su monete delicate come ad esempio medievali in mistura, che rischiano solo di spatinarsi lasciando la superfice irrimediabilmente porosa e spenta o peggio1 punto
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Cahn ("EIDinbu MARtiiis", in Numismatica e antichità classiche, XVIII, 1989) ha riconosciuto come autentici due esemplari: esemplare di g 8,05 (g 8,03 secondo Cahn), inizialmente acquistato da un collezionista USA (in data e circostanze ancora oscure), poi apparso in asta Numismatic Fine Arts n. 25 del 20 novembre 1990, n. 306 (aggiudicato per 550.000 $) e riapparso in asta Sotheby del 26 ottobre 1993, n. 87. Il conio di diritto risulta usato anche per i denarî.1 punto
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