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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/08/24 in tutte le aree
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Ecco i Gazzettoni …pronti pronti …7 punti
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Salve condivido immagini di una busta viaggiata tassata e chiedo maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo3 punti
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Quando gli ho raccontato che su lamoneta qualcuno a fine giugno aveva scritto di aver acquistato la sua 20 lire impero si è messo quasi a ridere. Quantomeno l’ha presa con filosofia, senza arrabbiarsi.3 punti
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Prima di lanciarsi in giudizi così tranchant sarebbe forse meglio approfondire le monete. Nella lira per la colonia Eritrea del 1891 non è infrequente trovare le A di ITALIA senza stanghette, anche in esemplari in buona conservazione. Mostro giusto qualche esempio: - Esemplare passato da asta Bolaffi 45 (6 giugno 2024): - Esemplare proveniente da InAsta 108 (12 settembre 2023), a cui manca la stanghetta alla prima A: - Esemplare da asta Varesi 75 (12 novembre 2019). Qui la stanghetta della 2° A si intravede vagamente, mentre la prima non c'è: Con ciò non voglio dire che la moneta di @Alexio85 è indubbiamente autentica (io un controllo da un perito glielo farei comunque fare per sicurezza) ma bollare come "fake coin e anche fatta male" questo esemplare solo perché non si vedono le stanghette delle A d'ITALIA è del tutto inopportuno.3 punti
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È questa cartolina che sceglie il sottotenente Ciampolini del 9° Reggimento Fanteria, per mandare dei saluti al capitano Guido Bruni in servizio alla Scuola Centrale di Tiro in quel di Parma. In edizione limitata di 2.000 copie questa cartolina, che riporta il numero 137, dovrebbe essere proprio la 137a della serie. Almeno credo. Una buona serata. Particolare2 punti
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PROBLEMA TECNICO. LA DISCUSSIONE E’ STATA UFFICIALMENTE APERTA DA @Releo2 punti
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Buona Sera, nel pieno rispetto del Suo punto di vista, per altro conosce sicuramente i documenti meglio di me, continuo a restare dubbioso riguardo alle sue interpretazioni. Cercherò di evidenziare le mie perplessità punto per punto. La risposta ai suoi dubbi è piuttosto semplice. La modifica di conii già usati per produrre monete diverse dalle precedenti è prassi invalsa. Naturalmente la cosa non era limitata ai soli fiorini o al solo oro, ma riguardava anche le altre monete e le altre leghe. Pertanto non c’è da meravigliarsi. Stiamo parlando di Fiorini, (monete a nome di Firenze) consideriamo almeno tre casi, quelli buoni, quelli imitativi e i falsi per frodare. Escludiamo questi ultimi, che per altro conosco poco, sia per gli originali che per le imitazioni non ho evidenza di coni modificati/alterati. Un conto è il riuso del metallo di cui è fatto il conio, altra cosa la modifica delle impronte. Ricordiamo che si parla della prima metà del 1300. Ripeto, sono pronto a ricredermi, devo vedere esempi credibili di questo processo, diversamente è solo una delle tante possibilità. Il mio limite principale è che per me i documenti più importanti sono le monete. Ci sono pochi esempi di fiorini con tracce di monete precedenti, perché all’oro, come da regolamento di tutte le zecche medievali, era riservata stringente attenzione sia nella fattura dei conii, sia nella lavorazione del metallo. In alcuni casi furono adibite stanze separate per i vari metalli. Si poteva sbagliare poco, insomma… Riguardo a questo, posso concordare, la cura posta nel coniare un Fiorino, era diversa da quella per le monete di infimo valore, a volte coniate in perdita, puntualizzo che faccio riferimento alla Zecca di Firenze, non posso intervenire su altro. Inoltre non stiamo parlando di falsari, ma di produttori di fiorini autorizzati dalla Repubblica cum licentia, giusta statuti del Capitano e del Popolo, in latino o in volgare. I fiorini mal riusciti rientrano tra quelli indesiderati da parte di Firenze, che può perseguirne i fautori. Qui sono interdetto, ripeto può essere un mio limite, non mi risultano autorizzazioni o incarichi da parte del Comune di Firenze ad altri se non alla sua propria zecca. Sono state emanate leggi per imporre ai mercanti e ai banchieri Fiorentini di coniare nella Zecca di Firenze. Riguardo alla definizione di “falsari”, chi coniava una imitazione era a tutti gli effetti un falsario, per fare un parallelo alla situazione attuale non è che se faccio dei falsi ben fatti non sono un falsario, il problema non è la qualità del prodotto (o nel caso dei Fiorini, oltre a questo, il controvalore in metallo) ma il fatto che qualcuno senza averne titolo si mettesse a coniare Fiorini. Unico caso a me noto, che non configura la falsificazione, quello di Opizzino Spinola e del Marchese del Monferrato, autorizzati dall’imperatore per fare un dispetto a Firenze, che coniava in proprio. Autorizzati dall’imperatore non da Firenze. Per questi motivi, ribadisco, che i fiorini ben fatti difficilmente saranno assegnati a una zecca diversa da quella di Firenze, come la letteratura di settore ha ampiamente dimostrato. Buona giornata Anche la chiusura mi trova in disaccordo, i Fiorini vanno assegnati in base allo stile, alle caratteristiche, ai punzoni impiegati per realizzare i coni e a tutte quelle particolarità che li caratterizzano. Ho esempi di Fiorini sicuramente di Firenze coniati in modo indegno con coni di qualità infima e al contempo imitazioni decisamente migliori degli originali coevi. In assoluto se confronto due oggetti simili destinati al medesimo impiego realizzati da costruttori diversi, se considero solo il loro utilizzo, posso ritenerli identici per il mio scopo, se entro in analisi sono fondamentalmente diversi (due attrezzi, due autovetture, due monete euro di zecche diverse). Poi, per carità, è possibile concordare qualsiasi semplificazione, per prassi, per convenienza o altro, non credo di potermi adeguare, anche se la mia posizione è irrilevante. I miei documenti di riferimento sono le monete, forse li sopravvaluto, rispetto alle registrazioni cartacee, lasciano poco spazio alle interpretazioni. Cordialità2 punti
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Ormai si fa il conto alla rovescia con le ore. Manca poco a questa nuova entusiasmante giornata dedicata al mondo numismatico. A domani.2 punti
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@El Chupacabra da adesso in poi più che Gazzettino dovremmo chiamarlo Gazzettone 😁2 punti
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Buona Sera, in risposta al precedente intervento dell’utente mero mixtoque imperio, con particolare riguardo al secondo capoverso dove mi sembra di capire venga ipotizzato un riuso di coni dopo modifica /alterazione dell’impronta, mi trovo a non concordare con quanto prospettato. Dovremmo trovare più monete con tracce della precedente impronta (verrebbero impresse contemporaneamente la nuova impronta e il residuo della precedente), “identiche” (per come possono essere identiche le monete coniate in questo modo), per ora non ne ho mai viste, ma sono poche le monete dalle quali residuano impronte precedenti, inoltre non faccio testo per le mie conoscenze limitate. È uno dei miei limiti, se arrivo a una convinzione, a meno che non mi accorga di aver preso una cantonata, ho bisogno di evidenze per dismetterla, questo non significa che pretenda mi venga riconosciuta la ragione, non è detto abbia visto giusto, il confronto aiuta a trovare soluzioni. Solo una precisazione, scaturita dalla logica e dalle scarse conoscenze di metallurgia che mi supportano, ritengo praticamente impossibile che le tracce della precedente impronta sul tondello siano imputabili a un conio alterato/modificato/trasformato; se riciclo dei materiali dei coni c’è stato (probabile), questo, almeno in questo periodo, riguarda appunto il materiale, il conio “azzerato” fatto rinvenire era riutilizzato per produrre un nuovo conio (le operazioni di rinvenimento avrebbero in ogni caso danneggiato i particolari minuti). Questo a maggior ragione in una “zecca” non ufficiale, una officina “minore” con volumi di produzione ridotti per la quale il segno di zecca aveva importanza relativa, non necessariamente dotata del “settore affinamento del metallo”, rimettere mano a un conio o ancora peggio trasformarlo radicalmente era per le tecnologie di allora più complicato che procedere ex novo, così come riutilizzare monete come tondelli da coniare era più semplice che non partire dal metallo da affinare. Le mie conoscenze estremamente limitate sulle zecche (o sui falsari se li vogliamo definire in modo corretto) non ufficiali, così come sui problemi pratici relativi ai processi di affinamento (non penso il processo potesse essere improvvisato), indipendentemente dalla qualità delle produzioni, mi consentono solo di pormi domande alle quali non so rispondere. Per quanto riguarda invece possibili ribattiture di Fiorini ufficiali su altre monete, non ne conosco, anche questo potrebbe essere un mio ulteriore limite. Secondo logica sarei portato a ipotizzare che potesse essere “conveniente” per la zecca procedere alla fusione e realizzazione ex novo di tondelli, ricordiamo che coniava per conto di terzi i quali pagavano i costi di affinamento e coniazione. Se qualcuno si vuole dilettare allego qualche ulteriore imitazione coniata su precedente moneta da individuare, non sono particolarmente comuni se si vogliono trovare tracce significative. Si tratta di una ulteriore imitazione del segno “fiasca” e di due imitazioni imparentate tra loro del segno “morso” (stesso rovescio) dell’anno precedente. La qualità delle immagini non è eccezionale. Asta Bolaffi numero 20 del 31-05-2012 lotto 269 Asta Lanz numero 144 del 24-11-2008 lotto 1187 Asta Jean Elsen & Fils numero 148 del 31-05-2012 lotto 459 Cordialità2 punti
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Gli anni in cui furono emesse le monete d'argento di Barber, dal 1892 al 1916 (1915 per il mezzo dollaro), si possono considerare un periodo molto stabile per la monetazione, in termini di numero di pezzi coniati e della loro circolazione senza alcuna restrizione. Infatti, a parte le solite polemiche sui dollari d'argento (allora come oggi la maggior parte degli americani preferiva il biglietto di pari valore), non ci furono problemi di sorta con le monete, e tutti poterono godere di una disponibilità adeguata e affidabile. Tradotta in una produzione di oltre 500 milioni di dimes, 264 milioni di quarters, e quasi 136 milioni di half dollars. Va da sé che la gran parte di questa enorme massa monetaria debba considerarsi ancora oggi comune dal punto di vista del collezionismo, specie se circolata. Non mancano tuttavia le rarità, come i quarti di dollaro 1901S, o i mezzi dollari del 1904, sempre coniati a San Francisco. Ma è con un'altra moneta che la zecca della California raggiunge la vetta: l'unica, tra quelle disegnate da Barber, che possa rivaleggiare con il V-nickel del 1913. 1894S Dime Non si può dire che il 1894 sia stato un anno di grande produzione per il dime, appena 1.330.000 a Philadelphia e soli 720.000 a New Orleans. Nessuno a San Francisco. O almeno, queste erano le disposizioni del Dipartimento del Tesoro. Eppure, nella zecca californiana furono coniate 24 monete, presumibilmente nel mese di giugno. Perchè? Ah, saperlo Una prima spiegazione apparve già nel 1895, in un articolo del San Francisco Bulletin. L'articolo citava un rapporto di un dipendente della Zecca, nel quale si sosteneva che un numero molto piccolo di dimes era stato coniato per pareggiare un disavanzo nei libri contabili. La teoria fu portata all'attenzione dei numismatici nel 1928 all'interno di un articolo di Farran Zerbe apparso su The Numismatist. Se fosse vero, si tratterebbe di una situazione unica, in quanto non è mai successo nulla di simile in nessuna delle altre filiali della Zecca. Resterebbero però due cose da spiegare: perché, a fronte di uno sbilanciamento dichiarato di 40 centesimi, siano stati coniati 24 dimes, ovvero 2 dollari e 40, e perché questi dimes sono stati coniati in una finitura definita da sempre prooflike, se non addirittura proof. Insomma, si sarebbe prestata la massima cura possibile per produrre una manciata di monetine che dovevano servire solo a coprire un modestissimo sbilanciamento. Un'altra teoria, forse più vicina al vero tira in ballo John Daggett, l'allora Sovrintendente della Zecca di San Francisco. Daggett avrebbe fatto coniare i 24 dimes su esplicita richiesta di alcuni suoi amici, probabilmente banchieri, e ne avrebbe distribuiti tre ciascuno a sette di loro, tenendo per se gli altri tre. Questa teoria non tiene però conto del fatto che sicuramente due dei 24 esemplari sono stati inviati alla Assay Commission, che li ha rifusi per effettuare i suoi test. I conti non tornano, ma di più sulla loro origine non si sa, l'unico altro dato certo è che dei 24 esemplari di 1894S dime, solo 9 sono quelli oggi conosciuti (si discute sulla possibile esistenza di un decimo). Di questi, due portano i segni di una lunga circolazione, gli altri sette, al contrario, sono in altissima conservazione, certificati tra Proof-60 e Proof-66. Quest'ultimo è l'esemplare in foto, valore stimato circa 2 milioni di dollari petronius2 punti
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Ti consiglio per lo spazio nello zainetto di riservarne un po’ per il Gazzettone che è’ un libro questa volta…e un angolino per le emozioni che sono sicuro questo evento trasmetterà e darà a ognuno di noi …2 punti
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Non so gli altri e le altre... Io sto pensando a come comporre lo zaino. "La porto o no l'oncia fusa repubblicana che ho comprato il mese scorso? Magari scambio qualche opinione con qualche collezionista." "Mumble...mumble... Dove ho messo quella moneta dei Mamertini di Messina?" "Ah, devo portare quel volume sulla monetazione antico-russa!" "Il Tallero di Maria Teresa 1780! Non si sa mai che qualcuno mi aiuti a capire se coniato a Roma, Londra, Vienna o Caltanissetta!" "Ma non è meglio lasciare spazio per il 'Gazzettone' e per altre acquisizioni?" "Ma secondo voi è falso 'sto 2 € qua?" "E se prendessi pure qualche banconota jugoslava? Può darsi che trovi qualcuno che mi racconti un po' di storie sul confine orientale." 😙😙😙 Citando Vasco: "Una splendida giornata!"2 punti
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Moneta molto degradata. Potrebbe essere qualcosa di simile: Online Coins of the Roman Empire: RIC VII Siscia 163 Ciao. Stilicho2 punti
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Beh a dire il vero nell' 800 ebgrannparte del 900 si vendevano solo oro e argento e solo in alta qualità. I bronzetti nemmeno passavano in asta.... Anche perché nei cataloghi si fotografavano i calchi e fare un calco di una moneta di 9 mm non è semplice. I nummetti vi ricordo che in un articolo della RIN erano in passato detto "miserabili".... Ho detto tutto1 punto
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Ciao @Ale75 ha ragione,anche se penso possa trattarsi di una contraffazione.... Le foto non aiutano, ma la corona e la rosetta visibile sono strane.. Se fosse Savoia dovrebbe essere un quarto di soldo del IV tipo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CE1/9 Ma non mi convince la corona... magari però come ho già scritto sono solo le foto...1 punto
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Grazie ancora a tutti. A questo punto, prometto nuove foto e verificherò se qualcosina della legenda al dritto o al rovescio risulti ancora decifrabile. Buona serata!1 punto
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Che regalò a sua figlia Hallie, allora soltanto una bambina, raccomandandole di preservarli con grande cura fin quando non fosse stata grande, perché a quel punto il loro valore sarebbe stato altissimo (quindi era ben consapevole di cosa aveva fatto ). Uno di questi tre dimes ha una storia particolare, ed è oggi conosciuto come Ice cream dime Il nome è dovuto al fatto che la piccola Hallie, incurante delle raccomandazioni del padre, avrebbe subito speso uno dei dimes per comprarsi un gelato Questa moneta, o presunta tale, sarebbe stata ritrovata nel 1957 in una scatola di cianfrusaglie del Gimbel's Department Store di New York, e acquistata per 2 dollari e 40. Che nel 1989, in asta Bowers & Merena, diventarono 33.000 Questo fotomontaggio, che ritrae Hallie Daggett all'incirca nel 1900, è assai suggestivo, ma il dime non è quello del gelato, bensì lo stesso mostrato nel post precedente, uno degli altri due in suo possesso, per i quali la donna seguì il consiglio del padre, vendendoli poi nel 1954 a un importante commerciante numismatico, per una cifra sicuramente importante per l'epoca. Questo, invece, è l'Ice cream dime, stimato in conservazione G-4... meno di un MB. Hallie Daggett raggiunse poi una certa fama anche per un altro motivo, che non ha nulla a che fare con la numismatica. E' stata infatti la prima donna a ricoprire la mansione di vedetta antincendi per il Servizio Forestale Nazionale. Qui in una foto emblematica del 1913 Per chi volesse saperne di più https://www.adventure-journal.com/2023/05/hallie-daggett-first-woman-fire-lookout-for-usfs-blew-minds-i-hope-your-heart-is-strong-enough-to-stand-the-shock/ E se qualcuno fosse davvero interessato ad approfondire la sua storia... beh, le hanno perfino dedicato un libro https://www.amazon.it/Headstrong-Hallie-Story-Daggett-Female petronius1 punto
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Come riportato nell'intervento indicato nel collegamento fornito da @nikita_ le moderne coniazioni private partirono dai bozzetti del progetto originale (che non venne mai portato a termine) e riguardarono tutte le tipologie previste (2 nominali d'oro e 3 d'argento). L'esemplare qui presentato fa parte della serie ed è coerente per peso e diametro al nominale superiore in argento (5 lire = 25 grammi; 1 lira = 5 grammi) così come anche riportato in legenda sui gettoni/medaglie in oggetto (meglio non chiamarle monete perchè monete non sono). Mario1 punto
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Buon pomeriggio aggiungo questa moneta da 2 euro 2024 Lituania, dedicata all'arte di intrecciare la paglia, attività detta "sodai". Questa pratica prevede la coltivazione del grano (tipicamente segale), il trattamento della paglia e la creazione di strutture geometriche di varie dimensioni. Le strutture sono poi decorate con dettagli che simboleggiano la fertilità e la prosperità. La tradizione del Sodai è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’Unesco,1 punto
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Dipenderà dai venditori,come avevo già specificato a me è capitato diverse volte che ho acquistato una moneta e dopo diversi mesi risultava ancora in vendita, addirittura in un' occasione il prezzo era stato maggiorato ma la moneta l'avevo acquistata io diversi mesi prima ad un prezzo minore... Se dici che Rollero conferma che la moneta oggetto della discussione è ancora disponibile allora è chiaro che l' utente che ha aperto la discussione è un burlone o semplicemente non ha di meglio da fare,ma non mi meraviglio visto che non sono pochi quelli che postano monete che poi non hanno...1 punto
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Oggi stavo guardando alcune monete sul sito di Rollero e ho visto che la 20 lire impero del '36 è ancora disponibile. https://www.numismaticarollero.it/catalogo/monete-di-casa-savoia/vittorio-emanuele-iii/vittorio-emanuele-iii-20-lire-impero-1936-roma-spl-fdc-dettagli.html A distanza di oltre 4 mesi dall'acquisto di @Ilnumisma mi sembra davvero bizzarro che la moneta non sia ancora stata tolta dal sito. Così, per curiosità, ho contattato telefonicamente Rollero e mi ha confermato che la moneta è ancora disponibile alla vendita... Tra una decina di giorni andrà in asta da Varesi un cofanetto completo. https://varesi.bidinside.com/en/lot/36792/vittorio-emanuele-iii-1900-1946-serie-/1 punto
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Buongiorno Per me la moneta in questione è buona,ma molto usurata ( qMB/MB ). Le foto a mio avviso ingannano un poco,in quanto fatte male,perchè dovrebbero essere sempre fatte perfettamente su un piano parallelo dall' alto al basso,non piú indietro col telefono. Lo so che si rischiano ombre cosí,ma basta mettersi con luce naturale a favore @Alexio85. In questo modo come hai fatto (o hanno fotografato), puó ingannare bordo e perlinatura. Comunque si vede che i rilievi sono appiattiti e quindi allargati,i particolari sono andati, ma a mio parere non andrebbero confusi con le fusioni pacchiane che lasciano al caso queste cose. Saluti1 punto
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Per me non è usura...ma una brutta riproduzione da bancarella. Quelle a voi sembrano delle A usurate ?!? Fossero così usurate fino a mangiarsi le asticine non esisterebbero altri dettagli piu alti a cominciare dai bordi...con quelle A usurate a quel livello sarebbe indice di una moneta non oltre il B di conservazione, sono incompatibili con una sana circolazione. È una fake coin... e anche fatta male.1 punto
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sono due crocette imitative. la prima imita quelle del periodo di Arcadio, la seconda plausibilmente è più tarda1 punto
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Ottimo excursus Apollonia. Grazie. la raffigurazione di questo pezzo normalmente viene interpretara come Helios1 punto
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Interessanti tutte le osservazioni. Grazie a tutti voi per esservi cimentati. Io direi quanto segue: Il dritto mi pare in linea con quanto suggerito da @Shinobi84, in quanto la "L" rovesciata sembra effettivamente esserci. Tuttavia, e qui mi rivolgo a @Stilicho, se non è Severo reputi che sia qualcuno aldifuori della sua dinastia? Il profilo è barbato, certo tratto diffuso dopo Adriano, ma non mi vengono in mente profili simili a Settimio Severo come quello che, purtroppo, si intravede soltanto. Il rovescio è più ostico. Potrebbero essere le tre figure, ma verificherò l'esergo con moneta in mano. In generale, mi sembra che ci stiamo avvicinando, ma l'individuazione dell'autorità emittente diventa cruciale. Naturalmente, qualsiasi altra considerazione è la benvenuta.1 punto
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DE GREGE EPICURI Occorre premettere che la moneta è comune dal punto di vista numismatico; quindi oggi non ha senso falsificarla. Esistono però molti falsi d'epoca, sia per la zecca R che per quella KB; il catalogo di Franco Pezzi (Il falso d'epoca nella moneta metallica italiana del Regno d'Italia) ne descrive una tipologia di peso 3,80 g. per il 1894 zecca R. Direi che la discriminante più semplice e chiara è quindi il peso (l'originale pesa 4,0 g) Il falso d'epoca vale oggi un po' più della moneta originale...1 punto
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Salve,allora prova a vedere qui https://www.acsearch.info/search.html?term=Metapont+two+ears+ae&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=01 punto
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Salve,guarda se trovi qualche corrispondenza con questa vandala a nome di Onorio. https://www.acsearch.info/search.html?id=285193 Questa da wildwinds:1 punto
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Ciao didrachm, al momento non me la sento di escludere l'ipotesi del doppio punto nel Tarì di Leo, anche perché...nel Tarì con Stemma (sempre del 1790) al rovescio si trova quasi sempre il doppio punto verticale dopo G : 20 Nel mio esemplare si intravede poco a causa di una evidente ribattitura.1 punto
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Il bronzo del post # 15 qui riproposto nella foto del catalogo NAC auction 59/2011 viene attribuito a una zecca dell’Italia meridionale, nel periodo in cui Alessandro il Molosso era impegnato nell’azione militare a sostegno della città di Taranto (circa nel 333-330 a. C.). D’altra parte, l’emissione di questo esemplare della stessa tipologia comparso nella CNG 91/2012 viene assegnata a quella dei Molossi in Epiro, circa nel 400-350 a. C. Estimate: 300 USD. Price realized: 475 USD. EPEIROS, The Molossi. Circa 400-350 BC. Æ (16mm, 5.61 g, 9h). Helmeted head of Athena right / Eagle standing left. Franke 7 (V6/R5); SNG Copenhagen 51 var. (obv. type left); BMC 2 (same rev. die). VF, dark green-brown patina. Very rare, Franke cites 14 examples, but only two in private hands. From the Greenpoint Collection. Se da un lato non si vede la necessità di Alessandro il Molosso di coniare dei bronzi quando gli servivano monete in metallo nobile per pagare le truppe di mercenari che combattevano al suo fianco, dall’altro lato non si può escludere che le numerose zecche in regolare attività nell’Italia meridionale finite sotto l’influenza dei re epiroti producessero monete nei tre metalli in loro favore, tra cui i bronzi su modello di quelli dei Molossi coniati in Epiro dall’inizio fino a metà del IV secolo a. C. apollonia1 punto
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Milano Numismatica sarà, come non mai quest’anno, GIOVANI con ben due Premi di diverso genere per loro, ringrazio già da ora chi ha collaborato e contribuito per tutto questo e sabato sarà parte attiva in queste due importanti iniziative !1 punto
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Up Domani il convegno.1 punto
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DE GREGE EPICURI Il diritto dice poco (credo sia anche difficile decidere se c'è la barba o meno), mentre il R mi sembra raffiguri un cavallo a destra, piuttosto grande, cioè che occupa quasi tutta la moneta. Le uniche monete romane di questo genere credo siano i bronzi coloniali di Alessandria nella Troade, da Commodo in poi; i pesi sono abbastanza variabili. Le monete anonime hanno al D un ritratto femminile, e sono mediamente più leggere (4-5 g); inoltre, qui il ritratto sembra maschile. Penserei quindi a un bronzo di Alessandria, di Commodo o Settimio Severo.1 punto
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A me sembra il "culo" di una cartuccia da caccia,si vede al centro la tacca lasciata dal cane per innescare lo scoppio della stessa.1 punto
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Il dritto di tutte e tre le monete disegnate da Barber, mostra la testa di Lady Liberty volta a destra. Lei indossa un cappello frigio, e ha una corona ricavata da un ramo d'ulivo, con una piccola fascia che porta scritto il suo nome. Nel mezzo dollaro (vedi foto sopra) e nel quarto di dollaro, il dritto è completato dal motto religioso IN GOD WE TRUST in alto, e dalla data in basso. Sotto la troncatura del collo, all'altezza del numero 1 della data, compare l'iniziale dell'incisore, B per Barber. Nel giro ci sono 13 stelle, 6 a sinistra 7 a destra. Il rovescio di entrambe le monete, mostra un'aquila araldica ad ali distese, simile a quella dello stemma degli Stati Uniti (Great Seal). Nel becco ha un cartiglio con il motto E PLURIBUS UNUM, con l'artiglio sinistro stringe un ramo d'ulivo, con il destro un mazzo di frecce. Sopra la testa ci sono 13 stelle, nel giro in alto, UNITED STATES OF AMERICA, in basso il valore, HALF DOLLAR o QUARTER DOLLAR. Sotto la coda dell'aquila il marchio di zecca, ove presente. Il contorno per entrambe è rigato. Con il dime il rovescio, e alcuni particolari del dritto, cambiano. petronius1 punto
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Grazie delle indicazioni, mi ha subito incuriosito l’oggetto! Confermo che il nero copre solo l’indirizzo, nessuna altra scritta1 punto
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Franza o Spagna... ... purché se magna O meglio, in questo caso... purché se conia E così, dopo essersi ispirata per il dollaro allo Spanish Milled dollar, il celeberrimo "pezzo da otto" dei pirati, la Zecca statunitense pensa che sia venuto il momento di prendere spunto dalle monete francesi. E' infatti un'esplicita richiesta del Direttore Edward Leech a Charles Barber quella di modellare la testa di Lady Liberty sulle nuove monete prendendo a modello la contemporanea testa di Cerere, opera di Eugène André Oudiné, che compariva sui franchi francesi. E Barber esegue. Questo è il mezzo dollaro, dimes e quarters sono uguali. La somiglianza è innegabile, anzi, la Lady di Barber, con quel cappello frigio, il copricapo-simbolo della Rivoluzione, sembra ancora più "francese" dell'originale E non sono certo io il primo ad accorgersene. Scriveva infatti l'American Journal of Numismatics poco dopo il rilascio delle prime monete: "E' più che altro una sensazione, difficile da definire, ma percettibile, che la testa rimandi a quelle classiche su alcune monete romane e, una sensazione ancora più forte, alla testa sui franchi francesi..." petronius1 punto
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Due notevoli, e di notevole rarità, esemplari di stateri incusi da Crotone, con rovesci che la rapportano con Pandosia il primo e con Sibari il secondo, in quelle emissioni forse di alleanza o forse supremazia. saranno il 2 Dicembre in vendita NAC 150 ai nn. 527 e 528 .1 punto
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@Ilnumisma la moneta che hai mostrato è la tua o no? Perché prima dici di averla acquistata lì ma poi dici che 2.500 è troppo…1 punto
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