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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/01/24 in tutte le aree

  1. Finalmente sono riuscito a beccare una giornata di sole e a scattare delle foto più dignitose per questa stupenda medaglia napoleonica. Confrontandole, mi rendo conto che le immagini che avevo mostrato inizialmente erano veramente pietose...
    5 punti
  2. Buona festa di Ogni Santi a tutto il Forum. due minuti e poi ci dedichiamo alla famiglia. Posto questa cartolina che in realtà è una pubblicitaria della grande ditta di pneumatici Pirelli che lo sottolinea anche come migliore anche nella corsa del "Giro d'Ialia" creata a ricodro del Giro d'Italia maggio 1909 di 2485 km. Spedita da Perugia per città , inviata alla Marchesa Antinori, famosa famiglia nobile di Perugia. ho piacere di postarla perchè la trovo graficamente molto bella, nel periodo non scherzavono come disegnatori, e poi per ricordare quanto a didderenza di oggi, i ciclisti faticassero molto di più sena l'attuale tecnologia. un cordiale saluto. F.P.
    3 punti
  3. buongiorno a tutti, mi inserisco nella discussione dicendo che la scelta di Gigante di cambiare la dicitura "rame" in "bronzo" è correttissima. Infatti, una lega che abbia anche il 95% di rame si chiama in metallurgia "bronzo" e non viene indicato come per l'argento o l'oro il titolo (per es. Argento 900). Quando ci si trova di fronte ad una lega l'argento si scrive Argento insieme al sul titolo espresso in millesimi. La stessa cosa vale per l'oro; ma non si usa lo stesso metodo descrittivo per il rame. Per una lega in cui in prevalenza ci sia il rame (anche al 95%) si dice "BRONZO". Tutte le monete che, a questo punto venivano erroneamente indicate come fatte di rame (inteso al 100%), in realtà sono quasi sempre state dì fatte di una lega di bronzo, per migliorarne la durevolezza dei rilievi e per evitare l'ossidazione verde tipica del rame 100%. Per cui un plauso vivacissimo a Gigante va fatto per il coraggio nel aver posto rimedio ad un errore atavico. Buona proseguimento a tutti
    3 punti
  4. Magari le diverse tonalità delle patine dipendono anche da fattori diversi... Comunque nello studio che ho allegato l'autore scrive che il metallo del 10 tornesi di Francesco II è stato esaminato in laboratorio ed è risultato rame,poi, ripeto, bisogna conoscere le percentuali della lega che compongono i tondelli delle emissioni giudicate universalmente in rame... Ma io non ho queste conoscenze e quindi non posso aggiungere altro, personalmente continuerò a reputarle in rame,come riportano i decreti di emissione e studiosi che hanno studiato la monetazione napoletana ben prima di noi...
    2 punti
  5. Buongiorno,sul Maucieri e il De Sopo si parla di monete di RAME per quanto riguarda i decreti di emissione sotto Gioacchino Murat, Ferdinando I, Francesco I e Ferdinando II, almeno quelli che ricordo di aver letto, inoltre ho un'opuscolo edito nel 1812 dalla "STAMPERIA DEL MONITORE DELLE DUE SICILIE" sul "RAGGUAGLIO DELLA VECCHIA COLLA NUOVA MONETA" dove le monete di taglio minore vengono descritte in RAME... Bisognerebbe chiedere direttamente all'editore o a chi ha curato la monetazione napoletana, magari è un refuso...
    2 punti
  6. Sssssssssssttt ..... Ripartiamo e basta.
    2 punti
  7. Sul Portale Numismatico dello Stato, ora nuovamente utilizzabile, è stato pubblicato un ulteriore volume (il n. 75 - collana MATERIALI) del progetto editoriale sulla Collezione Reale (Monetiere di Palazzo Massimo). Riguarda Bologna ed il pontificato di Pio VI: è il XII Bollettino relativo a questa Zecca ; a questa 1^ parte (anni 1775-1785) ne seguirà a breve una seconda, giungendo a ridosso dell'era moderna (1785-1796). Autori Michele Chimienti e Giovanni B. Vigna. https://www.bollettinodinumismatica.it/static/bollettini/flip/BdN_Materiali_75_2019/index.html
    1 punto
  8. @talpa Temo che l'attesa potrebbe essere troppo lunga ... Ritengo che Pio VII sia stato adeguatamente trattato dagli stessi autori nei nn. 332 e 333 di Panorama numismatico (anno 2017). Per quanto riguarda la CR, le monete sono già disponibili per la visione nel Portale Numismatico dello Stato, la cui fruizione, dopo il recente aggiornamento, è molto migliorata (banca dati Iuno Moneta https://www.bollettinodinumismatica.it/#/iuno-moneta/moneta/ricerca-avanzata/elenco-monete?idStato=SPON&idAutorita=PVII&idZecca=BO).
    1 punto
  9. American Barber Ovviamente i barbieri non c'entrano nulla è solo un gioco di parole col nome del Chief-engraver della Zecca che nel 1892 ridisegnò buona parte delle monete statunitensi, quelle di uso più comune, gli spiccioli: dimes, quarti e mezzi dollari, che andarono ad aggiungersi al nichelino di nove anni prima. E stavolta non ci furono equivoci sul reale valore delle monete Ci furono però sulla scelta di chi avrebbe dovuto disegnarle, e ce ne volle prima di giungere a quella che, in fondo, era la decisione più ovvia. Incominciamo col dire che una legge approvata dal Congresso nel 1890, imponeva di utilizzare i disegni delle monete per un periodo minimo di 25 anni. Poiché tale periodo era già abbondantemente trascorso per molte tipologie, il Direttore della Zecca, Edward O. Leech, colse l'occasione al balzo per proporre un rinnovamento radicale di molti nominali. Ma, volendo evitare uno scontro diretto tra Charles Barber e il suo assistente George Morgan da tempo ai ferri corti per più di un motivo, Leech mise da parte i numerosi, a volte splendidi progetti realizzati dai due negli anni '70 e '80, e bandì un concorso per nuovi disegni, invitando a partecipare dieci artisti, selezionati tra i migliori scultori e medaglisti, tra cui Augustus Saint-Gaudens. Come un sol uomo, i convocati respinsero l'invito, a causa dei vincoli restrittivi posti e del magro compenso offerto dal Dipartimento del Tesoro, inviando un rifiuto comune: "I sottoscritti, essendo stati invitati a preparare disegni per una nuova monetazione per gli Stati Uniti, fanno rispettosamente notare che le condizioni della competizione, come presentate nella lettera di invito, sono tali da precludere la possibilità di qualunque buon risultato. Il tempo messo a disposizione per preparare i disegni è troppo breve, e il compenso del tutto insufficiente, mentre non viene data nessuna assicurazione su chi farà la premiazione." Imbarazzato da questi rimproveri, il Dipartimento del Tesoro mise da parte il suo piano di una competizione tra artisti riconosciuti e provò a bandirne una aperta a chiunque avesse voluto partecipare. La cosa suscitò un certo interesse tra gli aspiranti artisti del Paese, ma la loro mancanza di talento e abilità risultò, a dir poco, scoraggiante. Non restava che prendere atto della situazione, cosa che avvenne in un rapporto inviato il 3 luglio 1891 al Segretario al Tesoro, Charles Foster. E così, imbarazzato e sfinito da questa sequenza di eventi, al Direttore Leech non rimase altro da fare che dare incarico al suo Chief-engraver di preparare i disegni richiesti Nascevano i dimes, quarter e half dollars di Charles Barber, gli American Barber petronius
    1 punto
  10. Buona sera NoNmi4PPLICO Maurizio sono io. Cordiali saluti e buona serata. Gabriella Ps. Come già esposto al forum, essendo letteralmente una catastrofe nell'uso dell'informatica, avevo demandato il compito della presentazione/iscrizione a mia moglie Gabriella che seguiva solo in modo molto marginale. Successivamente per non creare confusione o sovrapposizioni abbiamo deciso di continuare solo con Gabriella.
    1 punto
  11. Grazie ora ho capito del perchè ha cambiato la dicitura da Rame in Bronzo, spero. Non perchè non sono in rame ma come hai spiegato, anche se c'è ne il 95% di questo metallo deve essere legato ad altro per "lavorarlo" e quindi si può passare alla dicitura "Bronzo". In effetti se fossero in rame al 100% sarebbero troppo morbide (ho fatto l'elettricista ed i fili in rame puro sono morbidissimi) forse anche più tenere dell'oro. Sicuramente ,come da suo, Gigante quando crede in qualcosa parte in quarta e non sente "storie", con il tempo ho imparato ad apprezzarlo. A me non costa nulla dire che un 10 Tornese è in Bronzo invece di dire in Rame è solo "un detto moderno" con i macchinari , la tecnologia, di oggi si possono cambiare delle "certezze" del passato. 🙏🏼
    1 punto
  12. Grazie, perchè rosicare, questa a differenza della busta che mi avevi detto spero di trovarla nei mercatini ( quella del calcio per intenderci) dicevo non viene da un mercatino, ma da un lascito, però ricordo di averne vista ad un mercatino, non è comune , ma certamente non rara, in compenso è un piccolo quadro, mi ripeto ma erano tutta un altra cosa le grafiche di una volta
    1 punto
  13. In questo studio sui 10 tornesi di Francesco II si parla di "RAME PURO"... Poi bisogna capire cosa si intende per "puro"... https://www.cronacanumismatica.com/buona-moneta-di-rame-ecco-la-verita-sui-10-tornesi-romani-di-francesco-ii/
    1 punto
  14. Un vero cimelio. L'allegoria è fantastica. Complimenti. PS Sto' rosicando 😋
    1 punto
  15. Giusta l’osservazione di joannes carolus che aggiunge all’incertezza della zecca quella della datazione di questi bronzi, attribuita nelle didascalie da alcuni al periodo c. 220-185 a. C. e da altri al periodo c.168-146 a. C. Riguardo alle emissioni monetali in Epiro, si può far riferimento all’articolo di Sergio Rossi in Cronaca Numismatica 6 settembre 2019 (https://www.cronacanumismatica.com/pirro-re-dellepiro-e-dei-molossi-e-le-sue-monete/). Le prime monete dell’Epiro sono stateri di tipo corinzio e risalgono ad un periodo che precede la nascita del regno epirota, 342 a. C., e furono coniate nella zecca di Ambracia. Una seconda fase di monetazione include le emissioni dei re dell’Epiro: Alessandro il Molosso (342-326), il meno noto zio di Alessandro Magno e Pirro (295-272). La serie regale terminò con la Repubblica Epirota alla morte di Tolomeo nel 238, l’ultimo discendente della dinastia degli Eacidi. Una monetazione repubblicana in metallo vile si sviluppò in seguito in Epiro, fino al 168, quando anche questa regione cadde sotto la dominazione romana e le coniazioni dell’Epiro cessarono definitivamente. Questa è una delle ultime emissioni prima della definitiva annessione romana (Classical Numismatic Group, Mail Bid Sale 66). Sale: CNG 66, Lot: 346. Estimate $750. Sold For $740. EPEIROS, Epirote Republic. Circa 234-168 BC. AR Drachm (4.94 gm). Head of Zeus Dodona left, wearing oak-wreath; LUSHN behind, SWSAN below, monogram before chin / Eagle standing left on thunderbolt within oak-wreath. Franke 144 (V84/R97); SNG Copenhagen -. Attractively toned, good VF. Rare issue, only 3 examples recorded by Franke. ($750) Quindi questi bronzi fanno parte della monetazione repubblicana in metallo vile che si sviluppò in Epiro dopo la serie regale conclusasi con la morte di Tolomeo nel 238 a. C., l’ultimo discendente della dinastia degli Eacidi, fino al 168 a. C., quando anche questa regione cadde sotto la dominazione romana e le coniazioni dell’Epiro cessarono definitivamente. Credo che per la datazione dei bronzi allo stato attuale delle conoscenze si possa seguire l’esempio di numista, che per non saper né leggere né scrivere la assegna al periodo 220 - 146 a. C. (https://it.numista.com/catalogue/pieces437044.html). apollonia
    1 punto
  16. Buonasera a tutti gli amici del forum, come ho avuto di anticiparvi nella discussione riguardante la 68° edizione del Bophilex, quest'oggi ho aggiunto un'altra medaglia napoleonica in argento alla mia collezione. Come da titolo, si tratta della medaglia per la conquista dell'Alto Egitto da parte dell'esercito francese. Una campagna, quella nella terra dei Faraoni, che nel lungo periodo avrebbe avuto più successo sul piano artistico-culturale che non su quello strettamente militare. Oltre al ben noto ritrovamento della stele di Rosetta, Napoleone portò con sé un nutrito gruppo di studiosi ed intellettuali, che permisero agli europei di riscoprire la storia di un popolo tanto affascinante quanto misterioso. Tornando alla medaglia, indubbiamente è uno degli esemplari più iconici di tutta la medaglistica napoleonica, proprio per la peculiare scelta dei soggetti rappresentati. Al dritto, troviamo la testa della dea Isis e la legenda circolare CONQUETE DE LA HAUTE EGYPTE, ovvero la parte meridionale dell'Egitto. Al rovescio, invece, possiamo apprezzare un coccodrillo incatenato ad una palma. Questo è un chiaro riferimento ad una moneta romana in cui viene celebrata la vittoria conseguita da Ottaviano e Agrippa ad Azio (31 a.C.) contro le forze di Cleopatra e Marco Antonio. Come potete osservare, al rovescio troviamo proprio un coccodrillo legato con una catena ad una palma, a simboleggiare che l'Egitto era stato finalmente domato. Bene, conclusi gli aneddoti storici e numismatici, direi che è ora di mostrarvi finalmente la medaglia. L'esemplare presenta una bella patina da vecchia raccolta e dei rilievi ancora ben intatti. Soprattutto al dritto non è affatto semplice trovare un esemplare in argento in questo stato. Perciò, mi ritengo alquanto soddisfatto dell'acquisto fatto.
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  17. RIC temp #397 - RIC v1.0 Online: Roman Imperial Coinage è una FIDES EXERCI per Roma XI officina , da quel che vedo mi sembra che la FIDES sia rivolta a sinistra e non ci sia il simbolo di officina nei campi o in esergo. Busto direi corazzato, dovrebbe essere quella nel link allegato, ma ci sono tante varianti che dipendono dalla presenza dei simboli o meno, dal tipo di busto, se la Fides è rivolta a sinistra o meno......
    1 punto
  18. Demeter al rovescio, RPC IV-2, 8502, Non credo che sia riconiata, la legenda è ΦΙΛΑΔΕΛΦΕ / ωΝ ΤΗϹ ΚΗ / ΤΙΔΟϹ Al dritto il RPC on line propone la legenda ΑΥ (Y scritta come una T) Κ Μ ΑΥΡΗ ΚΟΜΜΟΔ C(EB), ma ci sono chiaramente due lettere prima, separate da un punto. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/8502 Su un’altra moneta di Filadelfia si vede ancora meglio: C.B. AY.K.M.AY KOMMOΔ C Non mi spiego queste due lettere C.B e non vedo una titolatura simile altrove per Commodo.
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  19. Ciao @gpittini Moneta interessante, anche perché Filadelfia di Cilicia è una zecca rara, da non confondere con Filadelfia in Lidia o Filadelfia in Siria. Demetra seduta è un rovescio comune a Commodo e Massimino I. Concordo per Massimino, (stile, busto radiati), RPC VI 6890: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/6890
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  20. 1 punto
  21. Sesterzio di Valeriano II
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  22. Buongiorno a tutti, come suggeritomi inizio a postare le foto delle monete che mi sono state sottratte.. questo è un daler svedese: Tallero di ginevra:
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  23. Bronzo di tipologia Testa elmata di Atena/Guerriero in piedi a destra. The Athamanes, Epiros. AE15, ca 168-146 BC. Uncertain mint. 1.32 g. Helmeted head of Athena right. AQA, warrior standing right, wielding spear and holding shield on left arm, bow on ground to left. Paris 122C. L’esemplare conservato alla Bibliotheque Nationale di Parigi. è il solo che ho trovato in rete e fino a prova contraria è l’unico del genere giunto sino a noi dall’Atamania. apollonia
    1 punto
  24. Un argomento molto spesso sottovalutato che in realtà è molto insidioso. Non è facile riuscire a svelare queste manipolazioni ed è necessario affidarsi ad esperti per poterle riconoscere. Quindi l’intervento è molto importante ed interessante.
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  25. Ciao, è lei! complimenti! [ CDP50: 50 centesimi di peseta? >> giusto ] [ EIIIXA: Alfonso XIII de España >> giusto] [ XIXe: 19 (e ??) 76-L = 26 , anno 1926 >> giusto] La e serviva come congiunzione (19e76), ma più che altro per far somigliare la combinazione alfanumerica ad una password con l'aggiunta di una lettera minuscola. La mia monetina da dove ho estrapolato il quiz:
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  26. Interessante come sempre @apollonia : chissà, poi, se un qualche filo unisce il nome degli antichi Atamani al termine ' atamano ', che in tempi a noi più vicini indicava un alto grado di gerarchia militare tra Lituania, Polonia ed Ucraina . Una buona serata
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  27. Il libro in questione lo puoi reperire qui: https://www.ebay.it/itm/224183850651?_skw=LA+MONEDA+DEL+REGNE+DE+NÀPOLS+SOTA+SOBIRANIA+DE+LA+CORONA+CATALANOARAGONESA&itmmeta=01JBJ0WHGBXT17KJV10EXT356N&hash=item343266169b:g:dk8AAOSwcAFffV1p&itmprp=enc%3AAQAJAAABEHoV3kP08IDx%2BKZ9MfhVJKkB4LjBzZYLeK%2F0aaPlV%2FmmUu%2BnOkOAEJoLPPLAibwar%2FO46EVe9IxbHgqv%2FDAcxENa8wU5ZcUJKcWyfWG4zTvU72zgEIcmefN5r9E1hcJh4031AD1SrfcCdaJpcSB8B%2FSdUAebn0g%2BWJZYWU%2F1iLUTiJVR%2BXLNEftmvOlDggWoU4EdjWxtSoIyr33X2dJRqpX5hSkyjjutrYCXm%2B2wyi53dBvkZL61XHjT8E6JRczFF8npvSxtyXptqJSugiHRc3MCVH2h5EqBIz0G7tzc3OpcSTBX1iAokNRUXoZAG3YRoPNimpPWiHO%2Fb648PjIUyjozUxt9fCSMu4zrfcu%2FtPIo|tkp%3ABk9SR5yY8sDcZA Alcuni Addenda li puoi trovare qui: https://archive.org/details/12valllloserav01/mode/2up https://www.academia.edu/49276325/Novetats_monetàries_del_Regne_de_Sicília_sota_sobirania_de_la_Corona_Catalano_aragonesa_III_ Attraverso la pagina di Academia dell'autore puoi anche contattarlo per farti inviare ulteriori contributi sul tema...
    1 punto
  28. Buona sera. Le immagini mi sembrano proprio insufficienti per potersi esprimere con una certa sicurezza, ma il qmb mi sembra troppo riduttivo. Da quello che riesco a vedere(poco) direi che la moneta mi sembra originale. Come conservazione direi oltre mb qualcosa sotto il bb . Il valore andrebbe considerato paragonando a quanto offerto e venduto in rete e comunque dovrebbe essere per questa moneta superiore ai 10 euro di almeno tre o quattro volte. Buona serata e cordiali saluti. Gabriella
    1 punto
  29. Disanima estremamente completa e interessante di un popolo poco conosciuto e della sua monetazione...
    1 punto
  30. Mi permetto, ancora, segnalare che ho reperito sul web un antoniniano stessa tipologia con lo scudo riportante il globetto.......allego l'immagine.
    1 punto
  31. Ringrazio, in primis, gli amici intervenuti; devo rettificare il diametro che è stato riverificato con un calibro professionale pertanto: il peso è 3,80 mentre il diametro è 23,60. Chiedo umilmente scusa per aver fornito misure errate.
    1 punto
  32. Dunque, premesso che siamo in Italia e quindi ci sono incertezze giuridiche su quello che si possono inventare per rendere difficile la vita ai propri cittadini, se hai acquistato regolarmente e con tutti i crismi presso commerciante o casa d'asta le tue monete antiche : 1) NO, non è necessario registrarle da nessuna parte, semmai se dovessero essere particolarmente importanti sarà lo Stato a dichiararle Bene Culturale, con le dovute modalità, quando e qualora ne dovesse aver conoscenza. 2) ci sarebbero restrizioni solo se dichiarate Bene Culturale per la cessione e il movimento all'interno dell'Italia, da cui non possono uscire, altrimenti sarebbero soggette alla trafila per l'esportazione qualora volessi cederle all'estero. 3) la moneta è TUA, con possibilità appunto che lo Stato te la dichiari Bene Culturale in caso di eccezionale interesse, da qui ci sarebbero dei vincoli sia per la cessione che per lo spostamento del Bene. Per quanto riguarda la "spedizione solo in Italia" in particolare per monete classiche la scelta è dovuta alle incertezze ( e possibili funzionari contrari) relative alla esportazione di monete che possano in ipotesi provenire da scavi, le case d'asta pertanto preferiscono non avere problemi e quindi si rivolgono solo a un mercato nostrano. Cordialmente, Enrico
    1 punto
  33. DE GREGE EPICURI Ieri ho ascoltato le ultime due lezioni di de Callatay a Milano. Nella prima, ha commentato un quadro del 1650 dei pittori fiamminghi van der Borght ( o Borcht), padre e figlio, attivi prevalentemente a Francoforte. Nel quadro sono raffigurate numerose monete antiche, prevalentemente romane ma anche greche, in argento e in bronzo. Oltre a queste: un lacrimatoio antico in vetro, vasi romani, un recipiente in terracotta con testina umana, altri reperti antichi. Il padre Hendrik era anche antiquario e collezionista. Esaminate le monete, emerge che raffigurano per lo più pezzi autentici, della Roma repubblicana ed imperiale; c'è anche un argento greco di Thasos. Compare però anche una di o tetradramma della regina Igikrateia, ultima moglie di Mitridate Eupatore, la quale non ha mai emesso monete: si tratta qui di una fantasia rinascimentale, che ha prodotto anche medaglie in onore della stessa basilissa. De Callatay si chiede poi se tutti gli oggetti raffigurati possano essere l'insieme di un unico ritrovamento "misto" (di monete, terracotte, statue): la risposta è incerta, tanto più che è presente anche un bratteato di Federico Barbarossa. Sembra probabile invece che molti degli oggetti assumano un valore metaforico: una lucerna per la fede, il lacrimatoio come rimpianto del passato, ecc. La seconda lezione tratta delle emissioni auree di Alessandro Magno, della loro quantità, persistenza nei ritrovamenti, effetti sull'economia dell'impero alessandrino. La quantità fu sicuramente stupefacente, molto superiore a tutte le emissioni auree precedenti (e forse anche seguenti) dell'antichità, e deriva dalla enorme quantità di lingotti e oggetti aurei saccheggiati nell'impero persiano. Tuttavia, nei ritrovamenti tali monete si riducono enormemente già dopo un secolo, e scarseggiano dopo 150-200 anni. Quanto all'effetto sull'economia, esse causarono sicuramente una inflazione generale dopo la loro diffusione, ma nel lungo periodo non sembrano aver dato un forte impulso economico, neppure dal lato puramente commerciale (un po' come l'argento di Potosì per la Spagna).
    1 punto
  34. Va bene, grazie dell'informazione, metterò le scarpe da ginnastica allora!
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  35. In tutto questo tempo non mi sono certo dimenticato del mago di Oz, è arrivato il momento del secondo intermezzo favolistico (ma non troppo). The Scarecrow Lo Spaventapasseri fu costruito per spaventare gli uccelli che infestavano il campo di un abitante del paese dei Munchkins. Il suo proprietario lo realizzò talmente bene che le cornacchie dopo averlo visto, credendolo un vero uomo, non provavano nemmeno ad avvicinarsi. Una di esse però, più esperta e vecchia delle altre, convinse le compagne della reale origine del loro nemico. Le cornacchie dunque, preso coraggio, devastarono il campo nel quale si trovava lo spaventapasseri che, affranto per l'accaduto, si disperava. La minima consolazione gli venne da parte della vecchia cornacchia stessa, che gli disse che era un uomo quasi perfetto, ma che quel che gli mancava era solo un po' di cervello. Due giorni dopo la sua creazione, mentre stava legato su di un palo, incontrò Dorothy, che aveva deciso di recarsi dal meraviglioso mago di Oz. Volendo a tutti i costi riscattarsi per l'errore commesso con le cornacchie, lo spaventapasseri, che credeva che tutto fosse dovuto solo alla stupidità, si unì a lei per andare a chiedere un cervello al mago. E secondo l'interpretazione "politica" del romanzo, lo Spaventapasseri rappresenterebbe proprio i contadini del West oppressi... ... e anche un po' stupidi, secondo l'opinione di molti cittadini A interpretarlo nel film del 1939, l'attore Ray Bolger. petronius
    1 punto
  36. Le difficoltà dell'agricoltura erano aggravate anche da fattori interni, sui quali, visto che erano più comprensibili per la maggioranza delle persone di quelli derivanti dall'economia mondiale, gli agricoltori fecero convergere la loro protesta. Le ferrovie, con i loro costi, alti e discriminatori, diventarono, non senza ragione, il bersaglio principale. Nel Sud e nel West, i costi erano due o tre volte più alti di quelli, ad esempio, tra New York e Chicago, e la lamentela secondo cui occorreva uno staio di grano o di mais per pagare il trasporto di un altro staio era a volte una stima addirittura inferiore alla realtà Gli agricoltori soffrivano anche per gli alti tassi di interesse richiesti loro dalle banche in caso di prestiti. Sebbene l'interesse fosse fissato per legge, e si aggirasse ufficialmente tra il 6 e il 10%, il costo di commissioni e servizi lo alzava al 15 e perfino al 25%. Altra bestia nera erano i grandi monopoli, che avendo eliminato la concorrenza estera e tra di loro, potevano dare il prezzo che volevano a qualunque merce occorresse all'acquirente. E non poteva mancare la protesta contro il governo, che con la sua politica deflazionistica e fiscale, abbassava i prezzi dei loro prodotti mentre alzava il costo del denaro. In breve, gli agricoltori si sentivano brutalmente sfruttati da altri gruppi, e ignorati o discriminati dal governo. Come ben illustrato, ancora una volta, da questa bella vignetta. Inoltre, erano sempre più in declino come gruppo sociale. Un tempo erano stati ammirati, e perfino idealizzati (Thomas Jefferson li aveva definiti "il popolo eletto da Dio"), ora invece venivano scherniti dagli abitanti delle città in quanto rozzi e provinciali. Tutto questo portò alla creazione, prima di organizzazioni agricole collettive, poi di veri e propri partiti politici, come il Greenback Party di cui ci siamo occupati in precedenza. E dopo alcuni successi in elezioni locali, da esso e da altri partiti e organizzazioni nacque, nel 1892, il People's Party, Partito del Popolo o, come furono da subito chiamati, Populisti Dei quali ci occuperemo più avanti petronius
    1 punto
  37. Un po’ di estero. Allego immagini
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  38. Adesso La protesta agraria Dopo la guerra di secessione i prezzi dei prodotti agricoli calarono regolarmente e in misura massiccia. Il grano, che si vendeva a 1,45 dollari il bushel (it. staio, circa 35 litri) nel 1866, nel 1894 era passato a 49 cents; il mais nello stesso periodo scese da 75 a 28 cents lo staio. Il cotone dai 31 cents alla balla (225 kg.) del 1866, passò a soli 6 cents nel 1893 Contemporaneamente si verificò un netto aumento dell'indebitamento agricolo e del sistema degli affitti. Nel 1890 oltre un quarto delle terre lavorate direttamente dai proprietari era ipotecato (vedi vignetta del post precedente), e in alcuni stati del Midwest come Michigan, Iowa, Wisconsin, la proporzione si avvicinava alla metà. Nel sud, invece, il numero delle ipoteche era relativamente insignificante, ma solo perché il valore del terreno era troppo basso per poter servire da garanzia. E calava anche il numero di agricoltori che coltivava la propria terra, e non in affitto o a mezzadria: erano un quarto del totale nel 1880, un terzo nel 1900. Tale situazione fu causata soprattutto da una crisi internazionale di sovrapproduzione. Mentre l'agricoltura americana era in espansione grazie alla meccanizzazione, vasti tratti di terra vergine venivano posti a coltura in Australia, Canada, Argentina e Russia. Le ferrovie e la navigazione a vapore rendevano possibile trasportare velocemente prodotti agricoli e materie prime sulle lunghe distanze, facendo rientrare in un unico, vasto mercato, i vari paesi di produzione... primi segni della globalizzazione L'incremento della produzione mondiale superò così la capacità di assorbimento dei mercati, e la caduta dei prezzi prese a colpire l'agricoltura in varie parti del mondo. Continua...
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  39. Aggiungo anche l’editoriale di Roberto Ganganelli che può portare a diverse riflessioni, di certo sarà un evento innovativo e diverso con le parole service, giovani, divulgazione, formazione e valori come centrali e con tanti a fare l’evento e a essere protagonisti quel giorno sul palco.
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  40. Unica monetina giapponese in mio possesso
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  41. Ciao a tutti. Volevo condividere il mio primo pezzo di storia coloniale Italiana. Che ne pensate? la perizia (che ho aperto) dice che ha segni di montatura e io ho visto che la scritta Umberto I è ribattuta e presenta una bolla nel metallo sotto le lettere R e T (infatti passandoci il dito sopra si sente la bombatura).
    1 punto
  42. Aggiungo dal volume di Mario Coniglio l'immagine di un magnifico ed estremamente raro esemplare in oro, esitato da Banque Leu nella prestigiosa asta del 15 ottobre 1975.
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  43. Confronto tra una 50 lire “Buoi” autentica e il suo rispettivo falso d’epoca. Questa meravigliosa banconota realizzata grazie ai bozzetti di Giovanni Capranesi ed emessa ad inizio Novecento venne realizzata per sostituire i modelli del Barbetti che ormai erano ampiamente falsificati. Nonostante le nuove tecnologie e l’iconografia estremamente accurata e complessa, i falsari riuscirono a falsificare anche questo taglio, seppur in quantità molto minore. Uno dei maggiori falsari di questa tipologia fu il Catanese Paolo Ciulla, che riuscì a replicare dei falsi talmente fatti bene da essere molto difficili da individuare. Nel momento del suo arresto e durante l’interrogatorio rivelò che riuscì a realizzare circa 3-4 mila biglietti falsi “buoi”, molto difficili da distinguere dagli originali. I falsi d’epoca da 50 lire sono attualmente estremamente rari da reperire. Il falso in questione è fatto molto bene, usando una carta molto sottile che si avvicina molto alla consistenza della sottilissima carta dell’originale. Ci sono piccole differenze iconografiche come ad esempio nel retro, i volti dei buoi sono poco accurati nei falsi e la spalla del secondo bue nel falso è poco visibile rispetto all’originale che risulta più rialzata. La filigrana nel falso è solo leggermente accennata. FONTI •Il falso nella cartamoneta, Mutti, 1982 •I celeberrimi buoi della cartamoneta Italiana, N.Giaquinta, 2023 Biglietto in controluce, da notare il punto debole del falso. Una filigrana appena accennata. Autentico sopra e falso sotto
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  44. Perchè nello scarto? E' sempre un pezzo di storia. E che storia! Solo una annotazione: le facce di una moneta si chiamano dritto/rovescio e non fronte/retro. Ciao
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  45. @gpittini mi sa che hai ragione! In effetti il MILIT si riesce a leggere benino! Grazie mille. Sì, i Mario iniziano a crescere, la collezione si sta espandendo bene, con pezzi interessanti... Un po'alla volta sto incasellando tondelli che non avrei mai pensato di possedere fino a qualche anno fa, certo mi accontento anche di conservazioni medio basse, ma ogni moneta ha la sua dignità e questa va al di là di qualsiasi grado di usura!
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  46. PICCOLO GLOSSARIO NUMISMATICO AE, AR, AV: simbolo per indicare che la moneta è rispettivamente in lega bronzea, in argento o in oro. Anepigrafica: moneta sprovvista di legenda. Asse del conio: rapporto tra la posizione del dritto e rovescio. Misura la differente angolazione tra l'asse del diritto e quello del rovescio. Si misura in gradi o in ore del quadrante dell' orologio. Un buon link consultabile è: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/asse/asse.html dell'amico De Florio Campo: lo spazio della faccia della moneta libero da immagini e legende. Si divide in destro e sinistro. Esergo: sezione inferiore della moneta, separata dal tipo principale della moneta, in epoca romana di solito riportante il segno di zecca (vedi sotto), indicato con lettere, sigle, numeri romani o simboli grafici particolari. Dritto (o diritto): faccia della moneta con la figura più importante. Opposto al rovescio. Non sempre è chiaro quale sia il dritto. Nelle monete antiche in genere si considera dritto il lato impresso dal conio di incudine e quindi convesso. Legenda: lettere e parole presenti sulla moneta. Di solito scritta attorno al bordo del conio (contorno), ma non esclusivamente. RIC: Abbreviazione di Roman Imperial Coinage, opera in 10 Volumi in fase di revisione, testo di riferimento per la numismatica romana imperiale. Rovescio : faccia opposta al dritto (v.) Segno di zecca (o marchio di zecca): lettera o simbolo usata per indicare nella zecca di quale città è stata coniata la moneta. Tondello disco metallico liscio preparato a ricevere l'impronta del conio. Zecca: laboratorio o officina per la fabbricazione di monete. Per un elenco orientativo sulle zecche romane, le sigle più comuni e gli anni di attività: http://tjbuggey.ancients.info/mints.html
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