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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/29/24 in tutte le aree
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Cari tutti proseguendo nei miei maldestri tentativi di migliorare le immagini a corredo della mia modesta raccolta, provo a sottoporvi quelle del primo Scudo coniato dal re Galantuomo nella serie del Regno d'Italia. Questo bisbetico millesimo, che mi pare di avervi già mostrato, non è tanto facile da reperire in questa qualità, mentre si trova con relativa frequenza in BB, pur rimanendo un R2. Nel caso di specie questo esemplare proviene dall'asta Nomisma n. 69 della scorsa primavera, al lotto 1926 ed è stata giudicata dagli stesori del catalogo come MS61. La cercavo in buona conservazione e ritengo di aver fatto abbastanza bene a inserirla in collezione perché - come detto - trovarla in MS64 è assai arduo. Ma più che la moneta in sé sono interessato alle Vostre qualificate opinioni sulle foto, eseguite sempre seguendo le semplici ma a mio parere efficaci regolette suggeritemi da Fabrizio @ilnumismatico, al quale ovviamente chiedo un parere, oltre che ringraziarlo come sempre per le "dritte" che non manca mai di elargire a me e a tutti. In particolare vorrei avere opinioni sul lustro di conio e sulla patina, presenti entrambi in misura moderata ma visibile in mano. Buona giornata5 punti
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Cavallo UNICUM di Brindisi, allego articolo 41-42 Santone Unicum Brindisi_corretto.pdf5 punti
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Caracalla (198-217 d.C.) recante sul rovescio la sua figura velata, con patera (coppa sacrificale utilizzata durante la cerimonia) ed altare sacrificale coniato a Roma probabilmente tra il 201 ed il 206. Caracalla, figlio di Settimio Severo e Giulia Domna apparteneva alla dinastia dei Severi, imperatore molto controverso. Fu sicuramente molto autoritario e senza scrupoli (uccise di persona suo fratello e coimperatore Geta) e nel campo civile e politico sono a lui ascrivibili numerosi lavori di urbanistica ( come le famose Terme di Caracalla), la riforma monetaria con l'introduzione di un nuovo nominale cioè l'antoniniano la cui testa radiata forse indicava il valore doppio di un denario ( c'è chi sostiene che in realtà valeva 1,5 denari percui la dicitura di doppio denario non sarebbe proprio corretta) ed anche l'emanazione della Costitutio Antoniniana che estendeva la possibilità di cittadinanza romana anche ai cosidetti barbari. Qualche nota merita anche la scena rappresentata sul rovescio del denario, chiaramente celebrativa. Quella della raffigurazione dei Voti sulle monete (quasi totalmente assente nel periodo repubblicano forse con qualche raro esemplare) prende il via con la salita al potere di Augusto nel 27 a.C. quando dopo aver assunto il governo delle province promise di riappacificare nell'arco di un decennio tutto l'impero che lui consolido' dopo la tremenda guerra civile. Rovescio che troviamo poi su tante monete coniate dall'alto impero fino alla fine dello stesso. Tra i voti pubblici più importanti troviamo i VOTA SUSCEPTA ( come sul mio denario) ed i VOTA SOLUTA. I primi proiettati al futuro ed erano diciamo augurali, forse più di speranza mentre I secondi riguardavano lo scioglimento degli stessi trascorso il periodo a cui erano riferiti. Potevano essere di 5,10,20 o più anni e gli imperatori che sopravvivevano li rinnovavano alla scadenza. Da esame diretto risulta coniato ( spero ai tempi di Caracalla 🙂),centrato, con buon metallo (il quantitativo di fino con la riforma era sceso a circa il 50%), con ritratto non proprio classico ed ha ovviamente circolato. Grazie ed alle prossime. ANTONIO 19,80 mm 3,52 g RIC 179 Denarii con voti di Augusto e Caracalla4 punti
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Sul Portale Numismatico dello Stato, ora nuovamente utilizzabile, è stato pubblicato un ulteriore volume (il n. 75 - collana MATERIALI) del progetto editoriale sulla Collezione Reale (Monetiere di Palazzo Massimo). Riguarda Bologna ed il pontificato di Pio VI: è il XII Bollettino relativo a questa Zecca ; a questa 1^ parte (anni 1775-1785) ne seguirà a breve una seconda, giungendo a ridosso dell'era moderna (1785-1796). Autori Michele Chimienti e Giovanni B. Vigna. https://www.bollettinodinumismatica.it/static/bollettini/flip/BdN_Materiali_75_2019/index.html3 punti
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Buongiorno, posto oggi questa seconda cartolina che racchiude in se la bellezza delle immagini riprodotte e il loro interesse: al fronte L'Italia con spada e scudo a calpestare un cartello Austriaco, al retro Vittorio Emanuele III a cavallo, in sfumato in alto Vittorio Emanuele II, G. Garibaldi e Cavour, gli eroi del passato, l'interno della cartolina uno spartito della canzone Per la Vittoria dell'Italia. per semplificare la lettura del bollo ho scritto in matita Castel Tesino (poste Italiane) 21.5.1916, il 6 giugno 1916 Castel Tesino venne pesantemente bombardato3 punti
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Sembrano un gruppo di foche in spiaggia Anch'io penso che non sia una moneta, ci sarebbe una lontanissima affinità con qualche persiana in argento del XVIII-XIX secolo, ma proprio non ci siamo! ps: @Meleto tu ci vedi qualcosa?3 punti
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Buonasera al Fortum, vedo che vengono spesso postate delle belle cartoline paesaggistiche, quindi oggi vorrei postare questa cartolina che ho descritto come amanti degli animali, a tutti gli effetti lo è, anche se era una propaganda del XX , ma non è la solita propaganda militare o di guerra, è una bella cartolina concepita com grande gusto e inteligenza, oggi i colombi viaggiatori sono dei simpatici amici che sono utilizzati per gare più o meno di lunga distanza, nel periodo della cartolina ,1941 sicuramente erano usati per trasportare messaggi e probabilmente alcuni di essi hanno anche salvato vite umane e allora un grande plauso ai colombi viaggiatori. La cartolina è stata inviata a Erminio Cineschi, Pittore Perugino Saluti F.P.2 punti
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Denario; diritto: ANTONINVS PIVS AVG BRIT, testa laureata a destra di Caracalla (Marco Aurelio Antonino Bassiano); rovescio: PM TRP XV COS III PP, Salus seduta vs sx che nutre con una patera nella mano dx un serpente avvolto a un altare, corno dell'abbondanza nel braccio sinistro. 212, Roma; 2,81 gr.; 18,3 mm; asse conio 6h; RIC 196. Sull’apice della testa mi sembra di notare una “lacuna” di modellato, quasi mancasse un ricciolo. Un difetto di conio? Il metallo sul contorno della supposta “mancanza“ ha un aspetto irregolare, come cerco di documentare con l’ingrandimento. Il cognomen ex virtute rinvia all’attività militare di Caracalla in Britannia (prima a fianco del padre poi in maggiore autonomia nella seconda parte della campagna, fino alla frettolosa chiusura delle operazioni dopo la morte di Severo). Non saprei precisare il ruolo qui svolto dalla Salus, se essa cioè sia da riferirsi all’individuo (come per la greca Hygeia) o allo Stato, la Salus Publica Populi Romani (nota 1). I due aspetti vengono probabilmente a coincidere nella figura dell’imperatore. Secondo A. Galimberti, La Salus sulle emissioni del 212 indicherebbe più specificamente la Salus Augusti preservata in virtù dell’eliminazione del fratello Geta sotto la protezione di Serapide, anch’essa presente sulle emissioni del 212 e nel cui tempio fu dedicata la spada che aveva ucciso Geta. Non so se l’attributo aggiuntivo della cornucopia caratterizzi specificamente le emissioni di Caracalla o se si ritrovi anche in altre monetazioni. Ho provato a scorrere rapidamente (troppo rapidamente) le attestazioni della Salus su Ocre e mi pare di aver notato la cornucopia solo sul tipo 78 di Pescennio Nigro. Ho iniziato ad avvicinarmi ai Severi per il loro affascinante ruolo nella storia dell’impero (nota 2), che conferisce a questa dinastia una sorta di doppia identità, collocata com’è tra l'età degli Antonini e l’inizio dell’anarchia militare. Da un lato appare come l’ultima grande dinastia che porta a estrema maturazione l’impero sorto con Augusto; dall’altro essa ne preannuncia la fine, con l’avvio di quella lunga trasformazione che porterà infine all’assetto tardo antico. Sulla periodizzazione del mondo tardo antico ho trovato di grande interesse le riflessioni di Andrea Giardina (nota 3). Tra i molti aspetti di valutazione dell’età dei Severi, uno particolarmente intrigante, naturalmente già segnalato sul forum, è quello desumibile dai carotaggi glaciali (Groenlandia) in grado di misurare i livelli di inquinamento atmosferico dovuti a coppellazione e fusione di rame e argento collegabili alla monetazione. I dati mostrano un crollo verticale in coincidenza con la “peste antonina” e un recupero nell’età severiana, che però non raggiunge più i livelli dell’età adrianea o di Antonino Pio. Il nomignolo Caracalla (Caracallus) , ovviamente non attestato dalle fonti epigrafiche e numismatiche, fu adottato come noto per l'abitudine dell’imperatore di indossare una sorta di veste-mantello, con cappuccio, lunga fino alle caviglie e manicata, che secondo Dione Cassio (Storia Romana,78, 3, 3) avrebbe addirittura lui stesso inventato “ritagliando della stoffa e ricucendola alla maniera barbara”, e che venne chiamata con il nome celtico che indicava una tunica con cappuccio. Caracalla non era nuovo all’adozione di vesti che facevano parte del mondo militare e barbarico, mondo con il quale aveva confidenza cameratesca. La storiografia tradizionalista vi ravvisa una mancanza di dignitas, al pari di altre forme di travestitismo adottate da imperatori invisi al senato. Sempre secondo Cassio Dione, Caracalla ne equipaggiò i soldati; mentre secondo Aurelio Vittore (De Caesaribus, 21,1) l’avrebbe distribuita anche tra la plebe, presso la quale tali vesti divennero note come “Antonini” (Historia Augusta, Carac., 9). L’edictum de pretiis di Diocleziano fissa due prezzi per la confezione di due diversi tipi di caracallus: maior (25 denari) e minor (20 denari). La sua fortuna è testimoniata anche dalla sopravvivenza del termine nel lessico del vestiario bizantino (karakallion, sticharokarakallion). Altri soprannomi, come Tarauta, dal nome di un celebre gladiatore del tempo, furono utilizzati per stigmatizzare il carattere sanguinario dell’imperatore (Cassio Dione (LVXXVII, 9,3). Riguardo l’azione di governo di Caracalla si avverte una doppia narrazione. La prima, influenzata da una storiografia avversa (basti leggere il ritratto ferocemente farsesco tratteggiato da Erodiano), è segnata dagli episodi più sanguinari e scabrosi della sua vita, come l’uccisione del fratello Geta tra le braccia di Giulia Domna o la velenosa accusa di incesto materno. La seconda valutazione evidenzia invece una grandezza di governo che comprende interventi urbanistici eccezionali come le Terme e un’opera riformatrice epocale, come lo fu l’estensione della cittadinanza a tutto l’impero (Constitutio Antoniniana). Tra le motivazioni che mossero l’imperatore vi furono indubbiamente calcoli utilitaristici quali l’ampliamento della platea fiscale, come sottolinea lo storico di estrazione senatoriale Cassio Dione. Ma è altrettanto vero che dovettero agire da un lato la fascinazione di Caracalla per Alessandro Magno e quindi per il suo ideale di universalismo, e dall’altro la visione cosmopolita di una Roma communis patria, insita nelle diversificate radici della famiglia imperiale, La storiografia ostile all’imperatore affermerà che Caracalla traeva origine da tre nazioni - la Gallia dove era nato, l’Africa paterna e la Siria materna – e che da ognuna aveva ereditato i peggiori e più tipici vizi (Cassio Dione, Storia Romana LXXVII, 6,1). L’altra grande riforma fu quella monetale, imperniata sul cardine dell’antoniano. Riguardo le ragioni dell’introduzione del nuovo titolo trovo suggerite motivazioni opposte (nota 4). L’ipotesi prevalente suggerisce un aumento del tasso di fiduciarietà della nuova moneta, alla quale - a parità di fino e pesando solo un denario e mezzo - viene attribuito il valore di due denari (in analogia del radiato doppio dupondio-sesterzio). Un’altra ipotesi suggerirebbe l’intenzione opposta, facendo viceversa corrispondere l’antoniniano a solo un denario e un quarto (nota 5). Spero mi perdonerete il troppo lungo flusso di pensieri, indotto come sempre dalla magia storica di una moneta. Grazie per ogni correzione e osservazione, a presto, Lvcivs LX Note: (nota 1) Mi ripropongo di leggere prima o poi, Cristina Cattaneo, Salus Publica populi romani, 2011. (nota 2) Sull’età dei Severi ho letto con piacere il bel catalogo della mostra romana del 2019, Roma Universalis. L’impero e la dinastia venuta dall’Africa, ed. Electa. Su Caracalla invece Alessandro Galimberti, Caracalla, ed. Salerno, 2019. (nota 3) Andrea Giardina, Esplosione del Tardo Antico, in “Studi Storici” 1, 1999, pp 157-180: https://moodle2.units.it/pluginfile.php/326047/mod_resource/content/1/A.%20Giardina%2C%20Esplosione_di_tardoantico.pdf) . Segnalo anche il video di una conferenza di presentazione dello stesso Giardina: https://www.youtube.com/watch?v=VKTXN1IHIWE&t=1887s (nota 4) Il rimando bibliografico, che però non ho avuto modo di leggere, è a E. Lo Cascio, Dall’antoninianus al «laureato grande»: l’evoluzione monetaria del III secolo alla luce della nuova documentazione di età dioclezianea, in Opus, III, 1984, pp. 133-201. (nota 5) Tale ipotesi basandosi, ma cito senza conoscere, su una conferma implicita della vita di Probo della Historia Augusta (Prob.4,5) e soprattutto sulle equivalenze di valore dell’editto di Afrodisia.2 punti
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Heeeh, semplice la domanda, ma la risposta non è semplice affatto. Non sappiamo in realtà come si chiamassero queste monete. Per molto tempo, la comunità numismatica si è riferita alla moneta enea riformata da Diocleziano come follis, ma le evidenze che si chiamasse così non sono affatto certe e appaiono sporadiche. Il Faltzmerger punta a chiamarli nummi, in quanto la conversione della zecca di Alessandria da provinciale a strutturale viene commentata da fonti egiziane con il riferimento alle coniazioni di "Italian nummi". Se dovessi dire la mia e volessimo mantenere il legame con la riforma di Diocleziano, farei riferimento al Carlà che nel suo "Diocleziano", con riferimento all'Editto di Afrodisia parla di "laureato grande", in quanto il nuovo nominale doveva andare a riformare l'aurelianano, lascito della riforma di Aureliano. In generale, riferito alla monetazione costantiniana e dioclezianea, io opto per nummi poiché grandi studiosi come il Doyen hanno optato per tale denominazione nei titoli dei loro articoli a partire dai primissimi anni 2000. Ma follis e nummus possono essere utilizzati in maniera intercambiabile e molti studiosi lo fanno. Questo quindi nulla toglie a quanto vi ha detto il gentile ed esperto @Stilicho, ma solo per restituirvi la complessità della materia.2 punti
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Buonasera ho ricevuto oggi - e gia’ letto - il bel volume su I segreti della Quadriga. il volume, in formato quadrato grande, abbastanza inusuale - si presenta con una grafica e una qualità di stampa molto piacevoli. Le foto, molte a piena pagina e a colori, sono nitide e gradevoli. il testo si compone di una serie di temi - inerenti alle emissioni del Calandra ma anche a diverse tematiche di contorno rilevanti - che sono sviluppati in modo conciso e molto chiaro. La riproduzione di documenti e foto originali integrano e corredano il testo. Ad esempio ottimo aver riprodotto il decreto reale con l’istituzione e la composizione della Commissione Artistica permanente per la monetazione - dove si puo’ apprezzare una fattiva e - nei fatti - fruttuosa collaborazione tra rappresentanti Pubblici e Privati che hanno contribuito insoeme alla grande qualità delle emissioni dell’epoca ( i detrattori delle collaborazioni Pubblico-Privato e’ probabile abbiano qualche mal di pancia ) . Notevoli le riproduzioni dei bozzetti in gesso e dei modelli preoaratori in bronzo che iñlustrano compiutamente tutte le fasi di preparazione e realizzazione delle emissioni. minuziosissima l’analisi di ciascuna emissione e delle innumerevoli varianti e dei ritocchi analizzati tutti in dettaglio. Se proprio devo esprimere un appunto - nella tabella riassuntiva avrei distinti tre tipologie di esemplari: i calchi e modelli Le prove le emissioni regolari non numerandole in una sequenza unica - cronologica ( secondo le migliori intenzioni degli autori) bensi distinguendo gli esemplari che ricadono in ciascuno dei tre ambiti. Questo solo per maggior chiarezza catalogica e anche utilizzo dell’opera come riferimento bibliografico e catalogico ( i codici utilizzati altresi sarebbero da rendere piu’ user- friendly 😊). dal lavoro, encomiabile , dei due autori traspare tutto l’entusiasmo e la passione per queste straordinarie coniazioni a ragione tra le piu’ apprezzate dagli appassionati del Regno. Aver potuto e voluto condividere la loro passione e le loro coniscenze in un volume dedicato sgli soecialisti ma apprezzabilissimo anche dai normali cultori della materia ( come il sottoscritto) e’ un atto meritevole. volume consigliato a tutti coloro che apprezzano queste emissioni e desiderano conoscerne la storia, particolari, gli artisti e gli incisori che hanno permesso di realizzarle. pS Mi auguro che Vigano’ che piu’ volte ha tacciato i miei interventi di poca o nessuna utilità, possa ricredersi o quantomeno apprezzare lo sforzo. Restiamo ora in attesa di un fattivo contributo da parte sua ☺️2 punti
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Ciao Max, complimenti innanzitutto per la moneta Le foto raggiungono l'obiettivo, ovvero, riescono a rendere la qualità della moneta. Unico appunto tecnico importante, è la risoluzione, che è troppo bassa (480x640). Questo è un parametro fondamentale che andrebbe cambiato. Puoi migliorare ancora sul piano della luce, che è sempre un punto dolente in fotografia. Una precisazione verso chi giudica queste foto "non eccellenti" (e che farebbe meglio a giudicarsi le sue di fotografie prime di scrivere) Questo è un Forum di Numismatica, non di fotografia. Le foto qui mostrate hanno l'inquadratura, il bilanciamento del bianco e la nitidezza ben impostati, e quindi rendono chiaro che la moneta in esame è in conservazione "uncirculated". Questo è quel che conta. Poi se lo sfondo è color senape, turchese o violetto, o se c'è l'ombra della moneta poco importa. Quello è un "bel surplus", non un obbligo.2 punti
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Certamente, un gruppo di foche in spiaggia!😄 identificazione perfetta e non era facile 😄 Scherzi a parte non sembra nemmeno a me una moneta. A parte per il disegno che potrebbe essere di area arabo-persiana-indiana non mi sembra una moneta proprio per l'aspetto del materiale ed il suo colore. La montatura è argento o comunque metallica, quello che c'è dentro non credo sia nemmeno metallo. Potrebbe essere una specie di gemma in pasta vitrea o qualcosa del genere oppure un supporto per un' immagine.2 punti
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Grazie. Ottimo suggerimento per prossime volte.. l’ho inviato per mail a Giovanni2 punti
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Milano è diventata un posto veramente caro per una pizza, ma credo che ci possa uscire anche la birra, grande si intende, visto che la 1993 in fdc senza rombo è un R2 e siamo sulle 400€. Se invece troviamo la variante 3 corto e senza rombo siamo sempre in R2, ma a 450€ in fdc...e sono tra le più ricercate del settore. Ah, buona pizza e birra naturalmente, se me le regalate offro io...;-)2 punti
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Dovrebbe essere un denaro tornese di S. Martino di Tours di Filippo II, vedi M di S MARTINUS ai lati del castello2 punti
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DE GREGE EPICURI Quella specie di fiore sopra la spalla della lupa è uno dei tanti "segni speciali" che possono comparire su questo tipo di moneta, e che possono disporsi su quasi tutto il corpo dell'animale. Al Museo del Castello di Milano (Collezioni civiche) esiste la Collezione Sabetta, che ne contiene alcune decine, quasi tutte diverse (forse puoi trovare sotto questo nome una vecchia discussione). La moneta fa parte delle cosiddette "anonime costantiniane", coniate dal 330 d.C. dopo la fondazione di Costantinopoli.2 punti
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Di interessante si, sono tutti pezzi di storia e di arte. Di valore non saprei dirti, aspetta il parere di qualche esperto.1 punto
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Che dire @lucius LX? Il tuo consueto inquadramento storico della moneta arricchisce di senso il collezionismo numismatico, cogliendone al contempo l'essenza. Ci riporti a Caracalla, personaggio controverso, sì, ma la cui Constitutio Antoniniana fu di portata epocale se ancora S. Agostino due secoli dopo la ricorderà come un evento straordinario, un gesto di grande umanità ed inclusione diremmo noi. Fu anche l'imperatore che ci avrebbe portati nel III secolo con l'introduzione dell'antoniniano, moneta che ci avrebbe accompagnato sino ad Aureliano o addirittura alla riforma dioclezianea. La Salus può in alcuni casi riferirsi anche alle recuperata salute dell'imperatore (F. Gnecchi), ma dovrei approfondire per capire se l'ipotesi regge per la moneta in esame. L'esemplare è gradevole, di ottima fattura, anche se non so aiutarti sulla mancanza di metallo al dritto che comunque nulla toglie al ritratto dell'arcigno imperatore.1 punto
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Bella moneta, grazie per la condivisione, effettivamente il ritratto è di stile meno consueto, interessante 😀1 punto
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Buonasera.meglio non mettere mani per non peggiorare... Almeno che non hai padronanza nel restauro. Dalle foto non si capisce molto, se è un'incrostazione sopra la moneta o se si é staccata la patina.1 punto
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@Panda13 Provo a mettere un po' di ordine, semplificando (da puro appassionato quale sono). - si tratta di Costante (uno dei figli di Costantino I) e la zecca e' Constantinopolis. - la moneta, formalmente, e' ancora un follis seppur nettamente ridotto di peso dal periodo di Diocleziano. Il follis (sempre formalmente) finisce con la riforma monetaria di Costanzo II e Costante del 348 d.C. Da quella data in poi (il V secolo fa poi storia a sé) , in effetti, non sappiamo come si chiamassero davvero questi bronzi. Ci sono giunti i termini (e non in maniera chiara e diretta) di maiorina (o pecunia maiorina), centennionale, nummo, ma noi oggi non sappiamo abbinare nomi e monete. La maiorina dovrebbe essere la moneta più grande, visto il nome. Il centennionale dovrebbe essere più piccolo della maiorina. Il nummo dovrebbe essere ancora più piccolo, ma il condizionale è d'obbligo. Altrettanto dicasi per i rapporti di valore tra di loro. Per cercare di classificare questi bronzi si ricorre pertanto alla classificazione di Sear che si basa sul diametro delle monete e dove AE deriva da aes, bronzo Classificazione delle monete di bronzo post-Costantino secondo D. R. Sear Terminologia Diametro Æ 1 maggiore o uguale a 25 mm Æ 2 maggiore o uguale a 21 mm Æ 3 maggiore o uguale a 17 mm Æ 4 inferiore a 17 mm Per le monete a cavallo dei confini di separazione dei gruppi si sogliono riportare entrambi i gruppi, separati da una barra (ad es., con Æ 3/4 si indica una moneta di diametro attorno ai 17mm). - il rovescio e' di una delle serie più diffuse del IV secolo d.C, GLORIA EXERCITVS appunto Guarda questa discussione, davvero didattica: PS: correggo il titolo. Ciao. Stilicho1 punto
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Che bella! Pur essendo appassionato di Tetrarchia e Tardo Impero sono affascinato dai prodromi del III secolo... complimenti!1 punto
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Buonasera, un grazie a tutti per le vostre impressioni, mi ha fatto piacere postarla perchè è veramente poco comune, di solito le cartoline di propaganda del XX, tirate in grande numero, più o meno si vedono di tutti i tipi, questa no, saluti F.P.1 punto
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https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-URBV/11 punto
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Cartolina molto bella e credo non comune, ..hai fatto bene a scrivere a "matita" la località e la data del bollo non nitidissimo, così non c'è piu' bisogno di studiarci ancora in futuro. Il Cav. Ulisse Topi non è che non fosse proprio nessuno a Savignano di Romagna. Complimenti per il materiale particolare.1 punto
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La moneta è carinissima...un bel SPL++ lo prende e forse anche un qFDC....non oltre. MS61 lo trovo azzeccato. Suggerisco di farla patinare un pò in questi scudi la patina le dona tanta bellezza in più. Le foto sono ben definite ma non eccellenti, da eliminare ombra di luce h6 aggiustando un po questi riflessi...e anche usare un foglio bianco in base evitando fogli colorati come questo senape che non dice nulla. Un suggerimento che posso darti moooolto utile è quello di porre un supporto di 2cm di diametro per 5mm di spessore tra la moneta e il foglio sulla base (effetto sospesa) cosi elimini le ombre e mostra il taglio delle monete in modo più completo. Buon lavoro1 punto
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La probabilità che il 6 sia stato ribattuto due volte è molto maggiore della probabilità che sia stato battuto uno 0 che non doveva esserci, quindi,per me,1610, inoltre è presente la titolatura III sotto al busto del Re, quindi è Filippo III di Spagna...1 punto
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Almeno con queste cifre si è alzata l'asticella riguardo al menù Non bastano ancora per una cena/degustazione da Carlo Cracco a Milano per quattro amici.... però ci posso andare da solo1 punto
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https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.deamoneta.com/auctions/view/902/74&ved=2ahUKEwj7k4-5nbOJAxUe_7sIHWQVDpoQFnoECBIQAQ&usg=AOvVaw1XkoCLMZYFcjlwggPlO_E_1 punto
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Cartolina illustrata a colori della motonave (transatlantico) Giulio Cesare, affrancata con coppia del 3 cents viola profondo, della serie liberty, emissione ordinaria del 1954. Annullato con meccanizzato pubblicitario cerchio singolo di Utica , comune dello stato di New York il 21 Febbraio 1957. Cartolina sicuramente acquistata sulla nave o forse in omaggio, ed imbucata dopo lo sbarco..? Forse il saluto di un emigrante al rientro negli Usa..? Ad Utica vi e' una grande comunità italiana.1 punto
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Buongiorno @Panda13 dovrebbe trattarsi di una RIC VIII 45 Di Costante I Con segno di zecca CONSS, Costantinopoli Dritto: DN CONSTA-NS PF AVG Testa diademata di perle a destra Rovescio: GLOR-IA EXERC-ITVS Due soldati che tengono lance e scudi con uno stendardo tra di loro, O sullo striscione. 😁1 punto
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Ti carico piu’ tardi i prezzi della Leu 74 Giovanni1 punto
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grazie a voi del forum, i miei dubbi sono confermati allora! Buon OgniSanti a tutti!1 punto
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Aggiungo, di questa rara tipologia di didrammi di non ancora identificata zecca, un vistoso esemplare che sarà il prossimo 22 Novembre in vendita Num. Fine Art 1 al n. 32 .1 punto
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Certamente moneta molto rara, ma non tra le emissioni più rare di Adelchi da solo. Ex asta Bank Leu, 11/03/1987, lotto 114 13 esemplari noti (di cui 5 in collezioni pubbliche); 6 conii di Diritto e 10 di Rovescio.1 punto
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Al momento è possibile consultare per intero e gratuitamente la RIN sino al 1989: https://www.socnumit.org/indici-e-archivio-storico-della-rivista-italiana-di-numismatica/1 punto
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Le mie galline da un po', forse a causa dei mutamenti climatici, sono diventate stitiche, per cui uova da sprecare per le patine, niente. Ho allora aperto il frigo per vedere che altro ci fosse, ed ho trovato, in sequenza: parmigiano di mio nonno (ricordi? quando le forme di parmigiano venivano ricoperte di nerofumo) spinaci (ci ho aggiunto uno spicchio d'aglio, non so se si vede) radicchio tardivo di Treviso (questa è la patinatura più costosa: accidenti se sono cari i verdurai!) carciofi (m'è un po' spiaciuto, ho dovuto saltare la cena; ma per le patine questo ed altro) Tutta la giornata a patinare. Poi dicono che la numismatica è rilassante!1 punto
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