Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/28/24 in tutte le aree
-
Buongiorno a tutti , oggi volevo mostravi questo piccolo "tesoretto" che ho comprato ieri a un mercatino. Subito dopo averle viste ammassate in quella scatolina non ho potuto fare a meno che acquistarle. Il prezzo era buono e le monete trasformate a spille mi piacciono molto. Anche se il tallero del 1796 l'avrei preferito al "naturale". Appartenevano a una signora anziana che a sua volta mi ha detto appartenessero a suo padre che era austriaco. Le monete sono : 1 tallero di Maria Teresa, 1 tallero Francesco II , 1 corona 1893 , 1 corona 1893 , 2 corone 1913 , 5 reichsmark 1935 , 1 riyal , 5 franchi 1824.5 punti
-
Buonasera a tutti! Le monete da 1 Yen in argento sono alcune delle mie preferite, l'iconografia del drago presente sul fronte di queste monete è indubbiamente molto riconoscibile. Il Giappone iniziò a coniarle per la prima volta nel 1870 a seguito della Rivoluzione Meiji (l'incipit della radicale e velocissima epoca di modernizzazione a fine 1800) con l'intenzione di utilizzarle come moneta commerciale all'estero. L'anno è indicato come 3° anno dell'epoca Meiji. Questa versione fu l'unica ad essere coniata con testo esclusivamente Giapponese e fu subito sostituita. Nello specifico sul fronte abbiamo la scritta "1 Yen" in basso, assieme all'anno e all'iscrizione Dai Nippon (Grande Giappone) mentre sul retro, senza testo, lo stemma imperiale assieme ad un prominente sole che sorge (link a F/R d'esempio). Queste negli anni subirono diversi cambi di disegno e modulo. L'ultima volta che lo Yen d'argento fu coniato fu nel 1914, che era il 3° anno dell'epoca Taisho (la successiva a quella Meiji). Fu coniato una sola volta nell'epoca Taisho ed è curioso come questo avvenne nel terzo anno, così come per il primo anno di conio. Il modulo è minore rispetto alle prime versioni ed abbiamo la dicitura in inglese sul fronte del valore della moneta, mentre sul retro in Giapponese la scritta "1 Yen" assieme allo stemma imperiale (link a F/R d'esempio). Eccole fianco a fianco, spero vi piacciano! A presto!4 punti
-
Ciao @m_77, aggiungo ulteriori dettagli per chiarire alcuni aspetti storici legati ai sigilli e al loro significato. Nella prima versione di questo oggetto, sulla parte frontale, possiamo notare tre sigilli molto importanti posizionati in alto: un crisantemo (菊紋, Kikumon) e due sigilli Gosan Kiri (五三桐). Questa configurazione rappresenta simbolicamente il passaggio tra due ere distinte: il crisantemo è un simbolo imperiale, mentre il Gosan Kiri è associato alla casata dei Tokugawa e, più in generale, all’autorità dello shogunato nel periodo Edo. Il sigillo Gosan Kiri, che raffigura tre foglie e tre fiori di paulonia, era impiegato dagli shogun Tokugawa anche sulle monete emesse durante il periodo Edo (1603-1868) come segno di riconoscimento del potere dello shogunato. Questo simbolo non era esclusivo dei Tokugawa, poiché storicamente era stato usato anche come stemma di altri clan e istituzioni importanti, ma divenne un emblema del potere centrale del Giappone sotto il loro dominio. il settimo anno Meiji (1874) segna la scomparsa del Gosan Kiri dalle monete da 1 Yen, lasciando solo il crisantemo come unico simbolo distintivo. Questo cambiamento rappresenta l'affermazione della casa imperiale come l'unica autorità legittima in Giappone, sancendo la fine dell’epoca dei samurai e degli shogun. l drago raffigurato sulle monete da 1 yen durante l'era Meiji aveva un significato simbolico molto profondo, radicato nella tradizione giapponese e cinese. Il drago, noto come Ryū (竜 o 龍) in giapponese, rappresentava la forza, il potere e la protezione della nazione. Compariva frequentemente sulle monete giapponesi emesse durante i primi anni del periodo Meiji, un'epoca di grande trasformazione e modernizzazione per il Giappone. Quando il Giappone entrò nell'era Meiji (1868-1912), il paese si aprì al mondo, passando rapidamente da una società feudale a una nazione moderna e industrializzata. Il drago su queste monete simboleggiava la rinascita e la potenza emergente del Giappone come stato moderno, forte e indipendente, in grado di competere con le potenze occidentali. Rappresentava anche la protezione dell'imperatore e della nazione, fungendo da emblema della sovranità giapponese. Il 31 luglio 1898 , con l'entrata in vigore della nuova riforma monetaria , lo status di valuta legale delle monete da un yen in argento cessò. Alcune monete monete da un yen in argento coniate tra il 1871 e il 1897, furono quindi accantonate , fuse dal governo giapponese per ottenere metallo destinato alle monete sussidiarie, oppure marchiate con il carattere 'Gin' per essere utilizzate nei territori occupati dal Giappone, come Taiwan, Corea. L'intento era quello di eliminare le fluttuazioni e garantire una valuta più stabile e accettata a livello internazionale. La produzione comunque riprese nel 1901 fino al 19124 punti
-
3 punti
-
Denario; diritto: ANTONINVS PIVS AVG BRIT, testa laureata a destra di Caracalla (Marco Aurelio Antonino Bassiano); rovescio: PM TRP XV COS III PP, Salus seduta vs sx che nutre con una patera nella mano dx un serpente avvolto a un altare, corno dell'abbondanza nel braccio sinistro. 212, Roma; 2,81 gr.; 18,3 mm; asse conio 6h; RIC 196. Sull’apice della testa mi sembra di notare una “lacuna” di modellato, quasi mancasse un ricciolo. Un difetto di conio? Il metallo sul contorno della supposta “mancanza“ ha un aspetto irregolare, come cerco di documentare con l’ingrandimento. Il cognomen ex virtute rinvia all’attività militare di Caracalla in Britannia (prima a fianco del padre poi in maggiore autonomia nella seconda parte della campagna, fino alla frettolosa chiusura delle operazioni dopo la morte di Severo). Non saprei precisare il ruolo qui svolto dalla Salus, se essa cioè sia da riferirsi all’individuo (come per la greca Hygeia) o allo Stato, la Salus Publica Populi Romani (nota 1). I due aspetti vengono probabilmente a coincidere nella figura dell’imperatore. Secondo A. Galimberti, La Salus sulle emissioni del 212 indicherebbe più specificamente la Salus Augusti preservata in virtù dell’eliminazione del fratello Geta sotto la protezione di Serapide, anch’essa presente sulle emissioni del 212 e nel cui tempio fu dedicata la spada che aveva ucciso Geta. Non so se l’attributo aggiuntivo della cornucopia caratterizzi specificamente le emissioni di Caracalla o se si ritrovi anche in altre monetazioni. Ho provato a scorrere rapidamente (troppo rapidamente) le attestazioni della Salus su Ocre e mi pare di aver notato la cornucopia solo sul tipo 78 di Pescennio Nigro. Ho iniziato ad avvicinarmi ai Severi per il loro affascinante ruolo nella storia dell’impero (nota 2), che conferisce a questa dinastia una sorta di doppia identità, collocata com’è tra l'età degli Antonini e l’inizio dell’anarchia militare. Da un lato appare come l’ultima grande dinastia che porta a estrema maturazione l’impero sorto con Augusto; dall’altro essa ne preannuncia la fine, con l’avvio di quella lunga trasformazione che porterà infine all’assetto tardo antico. Sulla periodizzazione del mondo tardo antico ho trovato di grande interesse le riflessioni di Andrea Giardina (nota 3). Tra i molti aspetti di valutazione dell’età dei Severi, uno particolarmente intrigante, naturalmente già segnalato sul forum, è quello desumibile dai carotaggi glaciali (Groenlandia) in grado di misurare i livelli di inquinamento atmosferico dovuti a coppellazione e fusione di rame e argento collegabili alla monetazione. I dati mostrano un crollo verticale in coincidenza con la “peste antonina” e un recupero nell’età severiana, che però non raggiunge più i livelli dell’età adrianea o di Antonino Pio. Il nomignolo Caracalla (Caracallus) , ovviamente non attestato dalle fonti epigrafiche e numismatiche, fu adottato come noto per l'abitudine dell’imperatore di indossare una sorta di veste-mantello, con cappuccio, lunga fino alle caviglie e manicata, che secondo Dione Cassio (Storia Romana,78, 3, 3) avrebbe addirittura lui stesso inventato “ritagliando della stoffa e ricucendola alla maniera barbara”, e che venne chiamata con il nome celtico che indicava una tunica con cappuccio. Caracalla non era nuovo all’adozione di vesti che facevano parte del mondo militare e barbarico, mondo con il quale aveva confidenza cameratesca. La storiografia tradizionalista vi ravvisa una mancanza di dignitas, al pari di altre forme di travestitismo adottate da imperatori invisi al senato. Sempre secondo Cassio Dione, Caracalla ne equipaggiò i soldati; mentre secondo Aurelio Vittore (De Caesaribus, 21,1) l’avrebbe distribuita anche tra la plebe, presso la quale tali vesti divennero note come “Antonini” (Historia Augusta, Carac., 9). L’edictum de pretiis di Diocleziano fissa due prezzi per la confezione di due diversi tipi di caracallus: maior (25 denari) e minor (20 denari). La sua fortuna è testimoniata anche dalla sopravvivenza del termine nel lessico del vestiario bizantino (karakallion, sticharokarakallion). Altri soprannomi, come Tarauta, dal nome di un celebre gladiatore del tempo, furono utilizzati per stigmatizzare il carattere sanguinario dell’imperatore (Cassio Dione (LVXXVII, 9,3). Riguardo l’azione di governo di Caracalla si avverte una doppia narrazione. La prima, influenzata da una storiografia avversa (basti leggere il ritratto ferocemente farsesco tratteggiato da Erodiano), è segnata dagli episodi più sanguinari e scabrosi della sua vita, come l’uccisione del fratello Geta tra le braccia di Giulia Domna o la velenosa accusa di incesto materno. La seconda valutazione evidenzia invece una grandezza di governo che comprende interventi urbanistici eccezionali come le Terme e un’opera riformatrice epocale, come lo fu l’estensione della cittadinanza a tutto l’impero (Constitutio Antoniniana). Tra le motivazioni che mossero l’imperatore vi furono indubbiamente calcoli utilitaristici quali l’ampliamento della platea fiscale, come sottolinea lo storico di estrazione senatoriale Cassio Dione. Ma è altrettanto vero che dovettero agire da un lato la fascinazione di Caracalla per Alessandro Magno e quindi per il suo ideale di universalismo, e dall’altro la visione cosmopolita di una Roma communis patria, insita nelle diversificate radici della famiglia imperiale, La storiografia ostile all’imperatore affermerà che Caracalla traeva origine da tre nazioni - la Gallia dove era nato, l’Africa paterna e la Siria materna – e che da ognuna aveva ereditato i peggiori e più tipici vizi (Cassio Dione, Storia Romana LXXVII, 6,1). L’altra grande riforma fu quella monetale, imperniata sul cardine dell’antoniano. Riguardo le ragioni dell’introduzione del nuovo titolo trovo suggerite motivazioni opposte (nota 4). L’ipotesi prevalente suggerisce un aumento del tasso di fiduciarietà della nuova moneta, alla quale - a parità di fino e pesando solo un denario e mezzo - viene attribuito il valore di due denari (in analogia del radiato doppio dupondio-sesterzio). Un’altra ipotesi suggerirebbe l’intenzione opposta, facendo viceversa corrispondere l’antoniniano a solo un denario e un quarto (nota 5). Spero mi perdonerete il troppo lungo flusso di pensieri, indotto come sempre dalla magia storica di una moneta. Grazie per ogni correzione e osservazione, a presto, Lvcivs LX Note: (nota 1) Mi ripropongo di leggere prima o poi, Cristina Cattaneo, Salus Publica populi romani, 2011. (nota 2) Sull’età dei Severi ho letto con piacere il bel catalogo della mostra romana del 2019, Roma Universalis. L’impero e la dinastia venuta dall’Africa, ed. Electa. Su Caracalla invece Alessandro Galimberti, Caracalla, ed. Salerno, 2019. (nota 3) Andrea Giardina, Esplosione del Tardo Antico, in “Studi Storici” 1, 1999, pp 157-180: https://moodle2.units.it/pluginfile.php/326047/mod_resource/content/1/A.%20Giardina%2C%20Esplosione_di_tardoantico.pdf) . Segnalo anche il video di una conferenza di presentazione dello stesso Giardina: https://www.youtube.com/watch?v=VKTXN1IHIWE&t=1887s (nota 4) Il rimando bibliografico, che però non ho avuto modo di leggere, è a E. Lo Cascio, Dall’antoninianus al «laureato grande»: l’evoluzione monetaria del III secolo alla luce della nuova documentazione di età dioclezianea, in Opus, III, 1984, pp. 133-201. (nota 5) Tale ipotesi basandosi, ma cito senza conoscere, su una conferma implicita della vita di Probo della Historia Augusta (Prob.4,5) e soprattutto sulle equivalenze di valore dell’editto di Afrodisia.2 punti
-
2 punti
-
MONETA IN ORO TIPO/SERIE ARATRICE Prefazione In questo articolo, ti parlerò del tipo di moneta in oro chiamato Aratrice, partendo dai primi progetti dell'anno 1903 fino ad arrivare alle serie per numismatici 1926-1927, tutti gli avvenimenti riportati sono in ordine cronologico. Nella parte finale troverai i link ai cataloghi, i realizzi delle aste aggiornati al 2024, qualche esemplare in materiale strano e qualche falso. Come poi capirai con la lettura , la serie Aratrice ha quattro papà : il Cav Johnson titolare della ditta johnson medaglie Milano, che ha dato il via alla nuovo modo di concepire le monete soprattutto da un punto di vista artistico, il Re, che insediatosi il 29 luglio 1900 ha subito capito che la zecca versava in pessime condizioni, e lo stile delle attuali monete era ormai superato, Egidio Boninsegna autore di tutti i modelli e il Ministro del Tesoro che concesse in via eccezionale, viste le carenza della zecca di Roma, di usare gli stabilimenti Johnson in Milano come succursale ufficiale, per la realizzazione dei primi progetti. La triste contingenza della morte di Speranza nel 1903 , incisore capo che reggeva da solo con le sue abilità la zecca, ma di vedute molto antiche e non compatibili (lui e il Re, litigarono alla presa fotografica per i tipi monetali aquila araldica) con la voglia di rinnovamento dei tipi monetali del Re, aprì il via ad un forte cambiamento. N.B. Se non si aprono i link con la scritta "qui" , fai click col tasto destro del mouse e premi "apri link in un altra scheda" CAPITOLO 1 -LA GENESI- Nella primavera del 1902 , la Società Italiana per l’arte bandì un concorso intitolato “Modelli per conii della nuova monetazione italiana” dove valorosi artisti erano chiamati a proporre e produrre nuovi modelli per le future monete. Boninsegna , fu uno dei due concorrenti del concorso che vinse il primo premio, e che in passato si formò presso lo stabilimento Johnson di Milano, ed ebbe la fortuna di vedere i suoi modelli su carta trasformati in monete reali grazie allo stabilimento Johnson. Lo stabilimento Johnson di Federico johnson a Milano, all'epoca primo in Italia per la fabbricazione di monete e medaglie, si occupò della effettiva coniazione , grazie al capo incisore della ditta johnson -Cappuccio-, maestro del bulino quasi alla pari di Speranza, e successivamente solo per i tipi in bronzo da 2 centesimi si pensò ad una coniazione in larga scala così da poterli regalare in “elegante astuccio” al Re, a tutti i Ministri, a tutti i Senatori, e alle alte cariche dello stato. Come già detto in altre occasioni Federico Johnson ambiva a diventare una succursale ufficiale della zecca di Roma, visti i suoi moderni macchinari e lo stato di incuria in cui versava la zecca di Roma nei primi del 900, prima della riforma, e finalmente ci riuscì, infatti per realizzare le monete da regalare fu autorizzato proprio dal Ministero del Tesoro Bisogna sottolineare che il concorso non era ufficiale ed è rimasto una semplice “prova di stile” per far vedere il talento degli artisti e soprattutto la capacità produttiva e realizzativa dello Stabilimento Johnson. Quindi riassumendo, nello stabilimento Johnson, sono stati coniati in semplice copia tutti i modelli vincitori del concorso , e successivamente inseriti dal RE nel Corpus nummorum, ma in larga scala solo la moneta in bronzo da 2 centesimi. Di seguito l’immagine della moneta da 100 lire 1903 progetto Johnson QUI Di seguito l’immagine della moneta da 20 lire 1903 progetto Johnson QUI Come si può notare dalle immagini l’esecuzione tecnica è abbastanza buona, ma come problema principale ci sono i rilievi troppo bassi e le figure del rovescio non esprimono movimento. L’iniziativa del Cav. Johnson ha mostrato che si può modificare i tipi attuali (aquila araldica) di moneta, ritenuti statici e di ispirazione tedesca, ma bisogna ripensare e riorganizzare tutto l’ordinamento della zecca oltre che comprare nuovi macchinari. In seguito a questo incipit, il Re si adoperò in tale direzione e nei successivi anni proclamò la Reale commissione monetaria, cambiò la sede della zecca, incaricò un nuovo direttore e comprò nuovi e moderni macchinari e riorganizzò tutte le procedure interne. Nella seduta del 8 maggio 1906 la neonata commissione stabilì che si dovevano rinnovare tutti i tipi monetali partendo dall’oro, e assegno questo metallo (tramite sorteggio) a Boninsegna artista che si era già distinto con i progetti Johnson. Tra gli 11 punti che la commissione aveva imposto agli artisti si trovano le indicazioni delle figure del Dritto e del Rovescio DRITTO: dovrà contenere l’effige del Re con la testa o la parte del busto a piacimento dell’artista e la legenda VITTORIO EMANUELE III RE D’ITALIA ROVESCIO: dovrà essere rappresentata una personificazione dell’Italia con anno e valore del taglio Nella seduta del 31 dicembre 1906 furono presentati alla commissione i bronzi dei modelli per le monete in oro . Il Boninsegna presentò tre modelli per il dritto e quattro per il rovescio. Visti i precedenti ,le fusioni di gesso dei modelli in bronzo e le riduzioni in acciaio furono eseguite sempre nello stabilimento Johnson di Milano Con i coni e matrici derivate dalle riduzioni in acciaio si ottennero dei pezzi di prova (CORPUS 16-17-18-19-23) Grazie a questa serie di migliorie a partire dal 1910-1911 l’Italia iniziò a coniare le monete più belle del mondo. ecco i modelli Boninsegna Di seguito il 100 lire quadriga 1906 QUI Di seguito il 100 lire Italia seduta 1906 QUI Di seguito il 50 lire donna con aratro 1906 QUI Di seguito il 20 lire ape 1906 QUI Di seguito il 20 lire donna turrita e buoi 1906i QUI Nei primi mesi del 1907 i modelli , nello stabilimento Johnson, vennere ridotti in acciao alle dimensioni delle monete normali, per poi ricavarne delle PROVE. Ecco le immagini delle monete 100 lire aratrice 1907 (oro-metallo dorato-argento-stagno) QUI 100 lire aratrice 1907 seconda prova (differenze sulla mano) QUI 50 LIRE donna sdraiata 1907 QUI 20 lire aratrice 1907 QUI Per qualche strano motivo che con le mie ricerche attuali non sono riuscito a capire, non esiste la moneta definita “aratrice” da 50 lire del 1907, ma come risulta evidente dalla tavola VIII N°1 de” progetti e le prove del regno dìItalia” la moneta presenta il rovescio “Italia seduta” QUI come nei tipi del 100 lire progetto 1906, mentre esiste una lamina datata 1906 con la figura “aratrice” QUI. Da notare che il Lanfranco nel suo libro poi ripreso da Rassegna Numismatica sbaglia la descrizione di detta moneta con la dicitura solita “come la precedente” riferendosi alla 100 lire modello “aratrice” ma allegando la foto del modello “Italia seduta”, fatto veramente strano. Nelle sedute comprese tra il 24 giugno e il 7 luglio 1907, vengono esaminati i campioni dei progetti datati 1907 (vedi sopra) . Per quanto riguarda i progetti in oro presentati dal Boninsegna viene scelto il tipo “Italia Aratrice” per il rovescio e per il dritto il ritratto del Re in uniforme per le monete da 100 e 50 lire, mentre per il taglio da 20 e 10 lire , la testa col collo nudo. Anche il Bollettino di numismatica 1907 A.V-n°5 ne dà notizia, complimentandosi col “giovane artista Boninsegna" e terminando con “la nuova moneta sarà presto coniata”. Nonostante la scelta del soggetto Aratrice del rovescio fu accettata, furono proposte all’artista numerose modifiche al soggetto da parte della commissione. Forse perchè il Boninsegna ancora giovane e arrendevole non tenne il punto sulle sue creazioni , fu quello che subì più cambiamenti rispetto al modello originale, ma fu anche quello tra tutti gli artisti dei vari metalli, che alla fine consegnò un lavoro artisticamente più pregevole. Il 17 luglio 1908 infatti, il Presidente della commissione nonché ministro del Tesoro Carcano, e il Prof. Trentacoste danno mandato al Prof. Boninsegna di rimodellare il tipo della moneta in oro. Nel 1908 compare una misteriosa prova in bronzo coniata dal Boninsegna in Milano di conio ancora diverso rispetto alle precedenti 100 LIRE ARATRICE qui I punzoni della moneta modificata secondo disposizioni furono terminati a fine 1909 CAPITOLO 2- ARATRICE 1910 La PROVA in oro venne presentata il 18 gennaio 1910 e anche su questa la commissione ebbe qualcosa a dire. Nella seduta del 18 maggio 1910 la CTAM presieduta da Salandra e dopo il decreto del 5 maggio 1910 , con i punzoni definitivi del taglio da lire 100 furono effettuate due PROVE UFFICIALI datate 1910 una in oro e una in metallo dorato (bronzo) QUI che rappresentano i modelli/tipo definitivi. Nella stessa seduta alcuni membri della CTAM non si dichiararono soddisfatti ma ormai i giochi erano fatti e dopo varie discussioni desistettero dal muovere ulteriori critiche. Le due PROVE 1910 sono state ottenute da due coni diversi come si evince osservando la parola PROVA e anche i rilievi sono più marcati nel tipo in oro, che poi a tutti gli effetti sarà quello definitivo. Con il millesimo 1910 esistono anche due monete da lire 20 e 10 che non presentano la parola PROVA . 20 LIRE 1910 QUI 10 LIRE 1910 QUI Nello stesso periodo con le matrici portanti data 1910 furono coniate monete da 10-20-50-100 lire ma a parte i due esemplari/tipo sopra da 10-20 lire tutte le altre migliaia di monete furono rifuse per un incongruenza col titolo dell’oro (titolo sotto la tolleranza). Secondo D’Incerti Il Re ne volle 6 esemplari col taglio da lire 20 per conservarli nella sua raccolta , e in effetti è il taglio che appare più spesso ancora oggi. Secondo il Lanfranco i tipi 1910 per un errore di impostazione del pantografo, fatto dall'incisore capo, presentano una cornice molto larga sproporzionata rispetto al diametro. Di questo errore ne dà notizia anche Panorama Numismatico” nell’articolo di Luigi Franzoni “Le monete inedite di VE III” , vedi sotto: • Progetto da Lire 20, 1910, aratrice. Presente nella bacheca n. 17 del Museo della Zecca. Diametro 21 mm e peso 6,45 gr., coniato in oro, è registrato al n. 21/3372 e al n. 1532/Reg. 2 d’inventario. Tale progetto si differenzia dalla moneta ufficiale per l’orlatura più spessa e più alta. È stato fotografato nel Pagani (nell’edizione 1959 a p. 64 e nell’edizione 1980 a p. 41) ritenuto, per errore, la moneta ufficiale. • Progetto da Lire 10, 1910, aratrice. Presente nella bacheca n. 17 del Museo della Zecca. Diametro 19 mm e peso 3,22 gr., coniato in oro, è registrato al n. 22/3373 e al n. 1533/Reg. 2 d’inventario. Anche questa moneta, come la precedente, presenta l’orlo più spesso e più alto. Secondo il Carboneri 1915 le monete con millesimo 1910 sono state normalmente coniate in quantità elevate ( migliaia di pezzi per millesimo ) ma venne ordinata la rifusione di tutti i pezzi per , come già detto, un titolo superiore alla tolleranza. Ne “Il bollettino di numismatica e di arte della medaglia” 1903-1918 di Serafino Ricci 1911 A.IX -N° 3 a firma -La direzione- se ne dà notizia in questo breve articolo. “Un milione di monete d'oro da rifondere. ‐ A proposito delle nuove coniazioni di monete d'oro si parla di un errore che costerebbe all'erario la somma di circa 30.000 lire. Si racconta che sarebbe stato coniato un milione di nuove monete d'oro da dieci, da cinquanta e da cento lire ma che l'ufficio di verifica avrebbe trovato che esse non contenevano quella quantità d'oro puro voluto dalla legge per il titolo delle monete d'oro. La Zecca avrebbe quindi dovuto rifondere le monete, aggiungervi altro oro e procedere ad una nuova coniazione.” Sempre secondo il Carboneri furono conservati un esemplare per millesimo tranne il 20 lire del quale furono conservati 6 esemplari per richiesta del Re VEIII. Gli esemplari da lire 50 e 100 non sono arrivati a noi, il Re andando in esilio nel 1946, donò allo stato Italiano le monete della sua collezione ma tutte quelle delle zecche di casa Savoia le conservò con sé. Questo tesoretto poi passò al figlio nel 1947 alla morte di VEIII , e furono portate in Portogallo Secondo vico D’Incerti 1956 che ha potuto esaminare in Roma alcuni documenti risultano le schede (non le monete di casa Savoia perchè erano in Portogallo )anche delle monete datate 1910 da lire 100 e 50 e lire 10 con rispettivi dati ponderali, con un piccolo refuso dove il Re ha scritto su una scheda lire 20 invece di lire 10. CAPITOLO 3 - ARATRICE 1912 Dobbiamo attendere due ulteriori anni e finalmente vide la luce nel 1912 l’aratrice UFFICIALE preceduta da una sola PROVA quella del 20 lire QUI Esistono alcuni esemplari datati 1912 che a causa di una piccola differenza del titolo possono tendere al colore rosso. Sono spesso erroneamente definite nelle descrizioni delle aste con “oro rosso” e da un punto di vista commerciale sono maggiormente prezzate essendo più rare. Nell’anno 1926 e 1927 per tutti i tagli dell’ arartrice in oro, sono stati coniati esemplari per numismatici . Per l’anno 1926 40 pezzi per ogni taglio, e siccome erano stati molti gli invenduti (Vico D’Incerti 1956) nell’anno successivo 1927 si scese a 30 esemplari per ogni taglio. 10 lire 1926-1927 QUI 20 lire 1925-1927 QUI 50 lire 1926-1927 QUI 100 lire 1926-1927 QUI Dopo l’anno 1927 e fino al 1931, ad eccezione del campione moneta Elmetto in oro 1928 ,non furono più coniate monete in oro, in attesa dei nuovi provvedimenti sulla stabilizzazione della lira, in attesa delle nuove caratteristiche. La successiva moneta in oro del 1931 da 100 lire, ad esempio passò da 32,25 gr dell ’ arartrice a 8,8 gr del 100 lire Italia su Prora. CAPITOLO 4 -LINK VARI decreto ARATRICE n° 258 5 maggio 1910 SERIE COMPLETA 1926 QUI realizzi aste 2024 TUTTI I TAGLI QUI ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10 lire 10 LIRE ARATRICE CATALOGO LAMONETA QUI 10 LIRE ARATRICE CATALOGO GIGANTE QUI raro esemplare 1910- moneta normale- da 10 lire QUI 10 LIRE Impronta in piombo QUI 10 LIRE nessuna prova * segnalati esemplari in oro rosso 10 LIRE 1926 ASTA MAISON PALUMBO N° 4 10 LIRE 1926 FDC QUI REALIZZI ASTE 1912 -esemplare platino 700 USD Stack's Bowers Galleries (& Ponterio) - August 2024 Global Showcase Auction, Lot 46903 -10 LIRE 1912 MS63+ 5.500 -1926 18.000 QUI ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20 lire 20 LIRE 1912 PROVA CATALOGO GIGANTE R4 20 LIRE 1912 ARATRICE PROVA QUI 20 LIRE CATALOGO GIGANTE QUI 20 LIRE CATALOGO LAMONETA QUI 20 lire PROGETTO JOHNSON QUI 20 LIRE 1910 QUI REALIZZI EBAY 20 LIRE SPL non periziato 1300 (proposta d’acquisto) periziato PERRONE qFDC 1281 euro REALIZZI ASTE 1912 -MS64 1.800 USD -SPL-SPL+ 1.100 -qFDC 1.000 -Lievi segni da contatto altrimenti FDC 1.000 -fdc EX VARESI 51/1607 1.700 -FDC bazzoni 1.400 -FDC nomisma 1078 1.700 -unc 1.100 -qFDC 1250 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 50 lire 50 lire catalogo GIGANTE QUI 50 LIRE catalogo LAMONETA QUI 50 lire 1912 QUI moneta normale 50 lire 1912 impronta in piombo QUI 50 lire 1912 asta bolaffi QUI 50 LIRE FALSO 1912 QUI 50 LIRE 1912 esemplare SPL-FDC segnetti 50 lire 1912 qFDC QUI 50 LIRE 1912 esemplare SPL+ e esemplare FDC? POST #17 QUI 50 LIRE 1912 MS64 MS65 post #34 QUI 50 LIRE 1912 alta conservazione QUI REALIZZI EBAY MS62 3.200 euro (proposta d’acquisto)- REALIZZI ASTE 1912 -MS63 2.000 USD ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 100 lire 100 LIRE PROVA 1910 metallo dorato E ORO QUI prova 1910 ARGENTO E BRONZO QUI 100 LIRE PROVA QUI PROVA IN RAME 1910 QUI 100 LIRE 1912 PROVA IN PIOMBO QUI 100 LIRE 1912 32,23-32,25 gr 4.946 tiratura QUI 100 LIRE 1912 CATALOGO LAMONETA QUI 100 LIRE 1912 SPL-FDC QUI ALCUNI ESEMPLARI QUI QUI REALIZZI ASTE 1912 - MS64 SIMA ASTA N°1 uno dei 3 esemplari migliori al mondo 14.000 (maggio 2023) -SPL 4.200 -MS65 26.000 Bolaffi Spa - Auction 45, Lot 1592 -MS62 5.500 a cosa servono le prove in piombo post #3 QUI FALSO BRUTTO QUI FALSO in argento 21 grammi 1910 FALSO QUI 1912 FALSO Post #19 QUI 1926 RICONIO QUI 1926 GETTONE DA GIOCO IN ALLUMINIO QUI 1926 ARGENTO QUI POST #5QUI 1927 esemplari in platino post #40 QUI Chi era Egidio Boninsegna? (articolo e biografia di CRONACA NUMISMATICA QUI)*approfondimento* FONTI Rassegna numismatica di Furio Lenzi Fondazione Vico D'incerti qui gli articoli Forum e catalogo Lamoneta Bollettino di numismatica Cronaca Numismatica Panorama Numismatico2 punti
-
Adesso La protesta agraria Dopo la guerra di secessione i prezzi dei prodotti agricoli calarono regolarmente e in misura massiccia. Il grano, che si vendeva a 1,45 dollari il bushel (it. staio, circa 35 litri) nel 1866, nel 1894 era passato a 49 cents; il mais nello stesso periodo scese da 75 a 28 cents lo staio. Il cotone dai 31 cents alla balla (225 kg.) del 1866, passò a soli 6 cents nel 1893 Contemporaneamente si verificò un netto aumento dell'indebitamento agricolo e del sistema degli affitti. Nel 1890 oltre un quarto delle terre lavorate direttamente dai proprietari era ipotecato (vedi vignetta del post precedente), e in alcuni stati del Midwest come Michigan, Iowa, Wisconsin, la proporzione si avvicinava alla metà. Nel sud, invece, il numero delle ipoteche era relativamente insignificante, ma solo perché il valore del terreno era troppo basso per poter servire da garanzia. E calava anche il numero di agricoltori che coltivava la propria terra, e non in affitto o a mezzadria: erano un quarto del totale nel 1880, un terzo nel 1900. Tale situazione fu causata soprattutto da una crisi internazionale di sovrapproduzione. Mentre l'agricoltura americana era in espansione grazie alla meccanizzazione, vasti tratti di terra vergine venivano posti a coltura in Australia, Canada, Argentina e Russia. Le ferrovie e la navigazione a vapore rendevano possibile trasportare velocemente prodotti agricoli e materie prime sulle lunghe distanze, facendo rientrare in un unico, vasto mercato, i vari paesi di produzione... primi segni della globalizzazione L'incremento della produzione mondiale superò così la capacità di assorbimento dei mercati, e la caduta dei prezzi prese a colpire l'agricoltura in varie parti del mondo. Continua...2 punti
-
2 punti
-
Bella raccolta Il tallero di Francesco II fa la sua bella figura, il suo profilo al verso è danneggiato dalle saldature? @littleEvil sarà molto invidioso di queste trasformazioni a spilla apprezzerà sicuramente le immagini dove si evince che tipo di lavoro gli è stato fatto. Per me quello che hanno subito è un sacrilegio, ma sono pur sempre monete.2 punti
-
Se non ricordo male la tolleranza sul titolo era di 2 millesimi, percentuale talmente piccola che non so di quanto possa modificare il colore, inoltre la parte della zecca che si occupava dei saggi, adottava una precisa e lunga procedura che sto cercando di approfondire, quindi l'errore è da escludere. Sono a conoscenza dei trattamenti post coniazione di alcuni aurei italiani,ma di trattamenti al tondello vergine al momento non so nulla. Anche Vico D'Incerti ha usato le virgolette quando ha parlato di oro rosso, forse la traduzione più appropriata sarebbe "diversa colorazione". Grazie per aver postato la procedura che si usava in Svizzera.2 punti
-
Grazie per l'articolo bello e interessante. Qui vorrei chiarire un punto che è già stato discusso in passato, ma che ogni tanto rispunta. Mi riferisco in particolare alla questione dei marenghi (e delle altre monete auree) definiti come "oro rosso". Qui si sostiene che la differenza sia dovuta ad una differenza - sia pure piccola - del tenore d'oro della lega. Guardando il diagramma di stato della lega oro-rame, non ci vuole molto per capire che per far virare al rosso il colore di una lega Au/Cu di valore nominale 900/1000 d'oro bisognerebbe aggiungere una grande quantità di rame, tale da far uscire il titolo della lega fuori dai rigidi limiti imposti dalla Zecca (non a caso - come si ricorda nella discussione - milioni di pezzi furono rifusi perché il loro titolo era al di fuori di tali limiti). La spiegazione del diverso colore dei marenghi ce la fornisce la zecca svizzera che - a proposito dei marenghi svizzeri - scrive testualmente: In altre parole, non cambia il titolo della moneta perché la parte interna del metallo (quello che tecnicamente si chiama bulk) non viene assolutamente modificata (lasciando inalterato il titolo d'oro della moneta), ma abbiamo a che fare con un mero effetto superficiale legato alla preparazione del tondello che viene fatta prima della coniazione. Come ho scritto prima, questa questione dell'oro "rosso" era già stata discussa anni fa (mi scuso con chi ne parlò per primo per la mancata citazione), ma ogni tanto rispunta carsica, talvolta anche nei cataloghi. Per non parlare delle aste dove le monete d'oro "rosso" hanno basi d'asta che spesso sono - a mio avviso - del tutto sproporzionate.2 punti
-
Cartolina illustrata in tariffa per l'interno solo firma e data con 5c verde Leoni. Annullo in nero di posta militare n.13 attivo dal 1.8.1917 al 6.8.1919 zona di attività non specificata + timbro in blu del Comando 149° Gruppo Artiglieria d'assedio + timbro in blu Verificato per Censura su una riga. Il mittente avrebbe avuto tutti i timbri necessari per spedire in franchigia ed invece affranca con 5c, forse per velocizzare l' invio..? Nell' immagine un dipinto del pittore Giuseppe Buscaglione. PS due righe sulla posta militare n.13, questi uffici probabilmente alloggiati sotto ad una tenda in zona di guerra, si spostavano in molte occasioni continuamente, pertanto alcuni libri riportano il periodo di attività ma non la località. Bella, veramente storia Postale militare .2 punti
-
Salve. La coppia del titolo è raffigurata lei sul dritto, lui sul rovescio di un notevole tetradramma d’argento probabilmente battuto ad Antiochia durante la campagna partica/armena del 36-34 a. C. per onorarla (https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=5577&lot=655). Lot 655 Estimate: 50 000 USD. Price realized: 52 000 USD. SELEUCIS and PIERIA, Antioch. Mark Antony & Cleopatra VII of Egypt. 36 BC. AR Tetradrachm (27mm, 15.11 g, 12h). BACIΛICCA KΛЄOΠATPA ΘЄA NЄωTЄPA, diademed bust of Cleopatra right, wearing earring, necklace, and embroidered dress / ANTωNIOC AVTOKPATωP TRITON TPIωN ANΔ[PωN], bare head of Antony right. McAlee 174; RPC I 4094; Prieur 27; HGC 9, 1361. Light golden toning, areas of porosity, surface cracks. Superb EF. Choice portraits. L'attribuzione ad Antiochia rimane incerta e sono stati proposti altri siti di zecca nel Levante; è anche possibile che i tetradrammi siano stati battuti in una zecca che si spostava con l'esercito. Il talentuoso incisore ha prestato particolare attenzione a conferire a Cleopatra un profilo possente, quasi maschile, a complemento del pugnace ritratto di Antonio. Gli storici antichi hanno notato che Cleopatra non era di una bellezza incomparabile (anche se nessuno suggeriva che fosse meno che piacevole da guardare), ma la sua mente notevole, la sua voce musicale e la vasta ricchezza del suo regno la resero irresistibile per Giulio Cesare e Marco Antonio, due degli uomini più potenti dell'epoca. I titoli mostrano il predominio di Cleopatra nella relazione, raffigurandola sul dritto e pubblicizzandola come “Regina Cleopatra, nuova (o ‘giovane’) dea”, mentre Antonio rimane solo un mortale “generale vittorioso e Triumviro”. apollonia1 punto
-
Sul Portale Numismatico dello Stato, ora nuovamente utilizzabile, è stato pubblicato un ulteriore volume (il n. 75 - collana MATERIALI) del progetto editoriale sulla Collezione Reale (Monetiere di Palazzo Massimo). Riguarda Bologna ed il pontificato di Pio VI: è il XII Bollettino relativo a questa Zecca ; a questa 1^ parte (anni 1775-1785) ne seguirà a breve una seconda, giungendo a ridosso dell'era moderna (1785-1796). Autori Michele Chimienti e Giovanni B. Vigna. https://www.bollettinodinumismatica.it/static/bollettini/flip/BdN_Materiali_75_2019/index.html1 punto
-
Firenze. Repubblica (Sec. XIII-1532). Tessera mercantile, attribuita comunemente a Luca Salviati, XIV sec. D/ Monogramma rappresentazione geometrica. R/ Monogramma rappresentazione geometrica. Banti 155. AE. 1.89 g. 21 mm. Patina verde. Bel BB. Lotto 730 Asta Artemide LXII 26-27/10/20241 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Salve, mi è appena arrivata la mia seconda moneta romana insieme ad altre 2 che posterò in seguito :). Dovrebbe essere una moneta commemorativa della città di Roma emessa da Costantino Il Grande. Dritto: VRBS ROMA Busto elmato di Roma a sinistra Rovescio: Lupa che allatta Romolo e Remo a sinistra con 2 stelle sopra la testa. Diametro: 16mm Volevo chiedervi: 1⁰: Innanzitutto cosa ne pensate 2⁰: Che tipologia di moneta è? 3⁰: Se mi potreste dare cortesemente un riferimento da catalogo 4⁰: Qualche informazione generale sulla moneta 5⁰: Se mi aiutereste cortesemente ad indicare la zecca perchè io leggo SMAN con un altro simbolo dopo che non so che significhi quindi credo sia Antiochia... è corretto? Inoltre volevo chiedervi cosa è la figura sopra la spalla del lupo? Un fiore? Grazie a chi interverrà, cordiali saluti. P.s. scusate per le foto ma ho provato a farle meglio che potevo.1 punto
-
Buonasera, per me trattasi di Antiochia, nona officina (la theta), RIC VII 113, coniata fra il 335-337. Esemplare che trovo molto gradevole.1 punto
-
DE GREGE EPICURI La tipologia della moneta è un AE3-AE4 (può avere diametri diversi, in media attorno a 17 mm). Con le vecchie definizioni si potrebbe chiamare maiorina, o anche centennionale...ma qui le scuole di pensiero sono molte. Per classificarla con sicurezza occorre identificare zecca e officina; la zecca è sicuramente Antiochia, dopo la N c'è un segno dubbio (forse una Θ?), per cui è un po' difficile per me. Moneta coniata per molti anni, credo non meno di 10, in molte zecche diverse.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Buon pomeriggio. Chiedo cortesemente aiuto nella identificazione di questa piccolissima moneta in bronzo (11 mm per 1,42 grammi). Qualche lettera greca è ancora leggibile al rovescio.. Ringrazio in anticipo. Renzo1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Innanzitutto grazie per la risposta. Molto semplicemente, ho letto questo articolo per pura casualità https://www.giurisprudenzaunisannio.it/2024/10/27/lalbero-della-vita-la-moneta-da-due-euro-che-vale-5mila-euro-come-riconoscerla/, e in tasca avevo proprio questa moneta. Strano ma vero. Per questo mi sono chiesto se effettivamente presentasse degli errori o solo fake news. Grazie in anticipo.1 punto
-
1 punto
-
THOURION..? Thurium probabilmente. Arka # slow numismatics1 punto
-
No , solo il tallero e i 5 franchi, e la moneta araba ha il gancio per metterla al collo.1 punto
-
1 punto
-
Dal comando 149° gruppo artiglieria d'assedio, che parte questa cartolina scritta dal tenente Francesco Tirone in data 18 luglio 1918. La missiva è indirizzata alla signorina Luisa Nobile, probabilmente la sua promessa sposa o una sorella. Si capisce che i due sono abbastanza intimi perché alla fine del messaggio di affettuosi saluti, si firma "Ciccillo", diminutivo di Francesco. Solitamente i nomignoli erano usati solo dai parenti, amici stretti e persone a loro intime. Sul timbro tondo nero si riesce a leggere "posta militare". Bella la calligrafia, del resto l'autore era un tenente che sicuramente aveva avuto una buona scolarizzazione. Mi farebbe piacere ricevere altre informazioni sull'armata del Grappa e sul periodo in cui è stata scritta questa cartolina. Grazie a tutti. Particolari1 punto
-
Auguro di cuore agli amici del Cordusio di riuscire a superare questo momento di grande difficoltà. G. Basetti, Bergamo1 punto
-
1 punto
-
Sugli hairlines (maledetti) non sono daccordo: penso che ce ne siano al rovescio nella zona della L di "lira", ma potrebbe essere la bustina. Nel complesso concordo sulle valutazioni precedenti BB+, una moneta molto molto gradevole.1 punto
-
Salve, le consiglio vivamente il volume: C.M. Kraay, The Archaic Coinage of Himera (Centro Internazionale di Studi Numismatici, "Bibliotheca" 1), Napoli 1984.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Premettendo che è sempre complicato, come ben sai, valutare da foto una moneta (peraltro in sigillata in bustina)... dico che è nel complesso una piacevolissima moneta. Al D/ è usuale trovare il baffo molto basso anche in monete dallo SpL in sù e per questo motivo, tenendo in considerazione anche usura su capelli, orecchio e tempie ed il colpo sul "3" della data (o almeno a me sembra sia un colpo), direi che come grado di conservazione siamo sul BB+. Al R/, oltre a poter dire che le varie insenature del metallo al bordo potrebbero essere in parte debolezze ed in parte colpetti, si notano ancora le nervature delle foglie (seppur in parte usurate) dei rami d'alloro ed è ben distinto il nastro che crea il fiocco a legare i rami in basso. Nel complesso direi BB-SpL. Parrebbe inoltre che non ci siano neppure hairlines (e che quindi la moneta non abbia subito pulizie, almeno recentemente) e la moneta ha anche una delicata e attraente patina. Complimenti 😉 e... Saluti...Ronak1 punto
-
Scrittura incrociata su una cartolina postale egiziana del 1883. Inviata da Suez il 22 gennaio 1883 a Gand Belgio. L'invio di questo intero postale avvenne quattro mesi dopo la fine della guerra anglo-egiziana che fu l'inizio di quasi quarant'anni di occupazione da parte delle truppe britanniche. Un fatto interessante di questa guerra fu che per la prima volta nella storia militare britannica gli impiegati degli uffici postali furono addestrati come soldati e fornirono un servizio postale dedicato all'esercito sul campo. Le prime truppe postali provenivano dai Middlesex Rifle Volunteers. L' Intero postale egiziano è affrancato con 20pa marrone opaco sfinge e piramide di Giza stampato dalla tipografia inglese De La Rue, emesso nel 1879. Annullo di partenza di Suez cerchio con datario del (22 gennaio 1883). Annullo di transito (al rovescio) di Alessandria del 22 gennaio 1883. + al rovescio piccolo cerchio con numerino 27 credo del portalettere apposto in Belgio..? ( non ne sono sicuro). Annullo cerchio singolo con datario di arrivo (sul fronte in alto a sx) di Gand Belgio del 30 gennaio 1883. Lo scritto è in fiammingo/olandese ed è stato scritto con una scrittura incrociata per risparmiare spazio. Non ho neanche tentato di leggerlo 😳.1 punto
-
1 punto
-
Davvero ben fatto, si legge che è un piacere, complimenti per l’eccellente lavoro! 👏🏾👏🏾👏🏾1 punto
-
... che fosse. Stamattina al mercatino di Agnano (Napoli) ho preso 2 cartoline. Quando ho letto il destinatario e il nome del mittente, quasi mi veniva un colpo. Confermatemi anche voi che non è così. Buona domenica ragazzi Particolari1 punto
-
Buongiorno a Tutti , se posso intervenire ,............ è sempre interessante e utile avere persone dedite alla ricostruzione storica di oggetti , eventi e fatti che hanno avuto presenza sulla creazione del nostro patrimonio , complimenti per la passione che ( ha bisogno di tempo ) con cui ci si immerge nei particolari . Se posso chiedo anche io di far parte di quel gruppo di appassionati che vorrebbe avere il testo nella propria biblioteca . Anche perchè ho altri oggetti del Calandra su cui sto cercando testi e descrizioni per passione , complimenti di nuovo .1 punto
-
Ludovico I、Francescone 1803、NGC MS-63 La posizione del martello su questa moneta è diversa da quella abituale.1 punto
-
1 punto
-
The New Uncle Sam Prima di continuare con l'analisi delle altre monete di Barber, torniamo a parlare di Storia, con la protesta degli agricoltori da cui nascerà quel Partito Populista che più di ogni altro si adoprerà per un sistema monetario basato sull'argento. Lo facciamo partendo da una vignetta del 1891, The New Uncle Sam, che mostra, meglio di qualsiasi discorso, la situazione in cui erano venuti a trovarsi molti agricoltori colpiti da una gravissima crisi economica, e facile preda di profittatori e speculatori. Un agricoltore in abiti stracciati, con in mano le carte di un'ipoteca sulla sua fattoria, si presenta alla porta del Vostro Zio Sam, naturalmente pronto ad aiutare lui e tutti con: "Anticipo di denaro sui raccolti e prestiti agli agricoltori senza interessi. Trasporto gratuito (gli alti costi di spedizione dei prodotti agricoli erano uno dei problemi più sentiti). Tutti i dollari che desiderate. Mutui ipotecari sulle vostre fattorie", ecc. E' facile immaginare cosa sarebbe successo poi Così lo scontento degli agricoltori crebbe sempre più Continua...1 punto
-
1 punto
-
1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.