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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/25/24 in tutte le aree
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DE GREGE EPICURI Oggi il prof. de Callatay ha tenuto all' Univ. Statale di Milano due lezioni di numismatica antica, nell'ambito dei corsi del prof.- Alessandro Cavagna, rispettivamente magistrale e per il triennio. Le lezioni continueranno mercoledì 23.10 e mercoledì 30.10, sempre in via S.Sofia, nell'aula M301 alle 12.30 e M402 alle 14.30. La prima lezione ha affrontato temi generali della numismatica greco-romana: anzitutto una revisione dei numerosi data-base presenti in rete, sia a carattere generale che per regioni o temi speciali (Caria, Anatolia, Penisola iberica, contromarche, monete riconiate, ripostigli, studi dei conii...) Poi un accenno all'antologia generale curata da Stefan Krmnicek: "A cultural history of coins of Antiquity". Infine una serie di considerazioni generali sulla coniazione dell'oro, dell'argento e del bronzo; sui limiti della legge di Gresham nell'antichità; sulle principali ipotesi relative all'introduzione della moneta, da Aristotele in poi; sulla prevalente importanza del soldo delle truppe e degli eventi bellici per i volumi delle coniazioni. La seconda lezione, molto più "tecnica" e complessa, ha riguardato la quantificazione delle emissioni antiche: studio dei conii (per ora soprattutto "a occhio", ma tra breve con strumenti informatici), numerosità delle formule statistiche per determinare il loro numero, tasso di sopravvivenza delle monete, ricerche già completate (anche dal conferenziere) e pubblicate, in particolare sul mondo ellenistico.3 punti
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Tra la numerosissima schiera di Magistrati romani repubblicani che batterono monete a loro nome presso la zecca di Roma , compare questo Pretore appartenente alla semi sconosciuta Gens romana dei Clovii o Cluvii . Provero’ a capire chi fosse questo Magistrato di cui ci sono giunte discrete quantita’ di monete bronzee , alcune comuni altre rare . Per maggiore affidabilita’ storica e numismatica chiameremo il Pretore come appartenente alla Gens Clovia , anche se in rete si trovano notizie di questa ristretta Gens con il solo gentilizio Cluvia . Questa Gens si pensa fosse di origine campana , probabilmente a causa di un primo membro di questa famiglia che appare nella storia , una certa Faucula Cluvia , una cortigiana che viveva a Capua durante il periodo della seconda guerra punica , quando Annibale risalendo dal Sud verso Roma , conquisto’ Capua fermandosi a lungo in questa Citta’ , invischiandosi nei famosi “ozi di Capua” che probabilmente salvarono Roma dandogli tempo per la riscossa . Il Cognomen del nostro Pretore , Saxula , Cognomen che negli anni successivi scompare dalla Famiglia che preferi' assumere il Cognomen Rufus , oppure nessun Cognomen , sembrerebbe derivare da un diminutivo della parola Saxa (sasso) , quindi significare “piccolo sasso” , forse ricordando il luogo di origine della Gens in Campania , in prossimita’ di un luogo montuoso a forma di montagna spoglia di alberi , liscia , che ricordava un sasso , oppure , altra ipotesi , avere la testa completamente calva ricordando un liscio sasso . Qualunque fosse il significato di Saxula , le monete bronzee emesse dal Pretore si dividono in due tipologie , una riporta il solo SAX senza il prenome , in anagramma con la A che si incrocia con la X , Crawford serie 180 , la seconda riporta invece C. SAX nella stesa sequenza della prima , Crawford serie 173 . Il motivo che spieghi queste due differenze di emissioni non e’ facile capire , si potrebbe ipotizzare che la serie con SAX faccia forse riferimento al primo Pretore della Gens , il personaggio che ricopri’ la Magistratura negli anni 175 a.C. e nel 173 a.C. , mentre il secondo Pretore di questa Gens , C. Clovio che si firmo’ C. SAX , fosse quello dell’ anno 89 a.C. , oppure viceversa , questo secondo gli anni riportati dal Babelon che segue le citazioni e gli anni di Tito Livio ; anni di Pretura un po’ diversi da quelli riportati del Crawford che attribuisce ad un unico (o due ?) Pretore 169 a.C. e 158 a.C. entrambe le diverse emissioni con SAX e C. SAX . Esisterebbe anche una terza variante con SIX , forse un errore di conio ? Interessante questo link che riporta il nome Saxula come il nome di una antica Citta’ degli Equi , popolo abitante nel medio basso Lazio ; risiedesse in questa antichissima Citta’ il significato del Cognomen Saxula ? Link : https://www.aequa.org/v1/index.php/saxula-unantica-citta-equa-tra-mito-e-poesia/ In foto un mio esemplare di Asse con il solo SAX3 punti
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Buongiorno a tutti, un'altra particolarità che accomuna il conio del rovescio della piastra di Raff,quella di Releo e del rovescio postato da Lobu al post #11 è che la distanza tra G di grana e 120 del valore è maggiore rispetto agli altri esemplari postati da chubacabra e Lobu al post #14...3 punti
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Buonasera, posto questa sera una busta di interesse storico postale, particolarmente per amanti del calcio, oltre che ai puri filatelici. la busta in questione venne spedita il giorno 10 .6. 1934 giorno della finale del campionato del Mondo, disputata tra Italia e Cecoslovacchia, vinta dall'Italia per 2-1 La busta venne affrancata per la tariffa posta aerea per interno con 4 francobolli appartenenti alla serie calcio2 punti
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Ciao,non saprei se censita o meno,forse mi sbaglio ma se ne parlò già in sezione... Non è una variante rara...2 punti
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Per questi personaggi ci vorrebbe una proposta filatelico commemorativa2 punti
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La moneta è stata coniata sotto Pio VI nel gennaio o nella prima decade di febbraio 1798, prima dell’occupazione della città da parte delle truppe francesi (tra il 9 e il 10 febbraio) e della successiva proclamazione della Repubblica Romana del 15 febbraio 1798. Secondo il Rossi (Le monete fermane del XVIII secolo) e (Zecche e monete della bassa marca nel Settecento) “la zecca fermana coniò i mezzi baiocchi dal 16 dicembre 1797 al 10 febbraio 1798. A dirlo è il libro degl’istrumenti della zecca di Fermo consultato dal De Minicis nell’800 ed ora introvabile”. Il Bruni (Le monete della Repubblica Romana ...) riporta l'apertura della zecca nel gennaio 1798 e in nota riprende quanto detto dal Rossi.2 punti
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Perché dovrebbe farci dispiacere.. ?? Posta cio' che desideri, qui tutto il guardare ..anche senza commenti e' un bel guardare. Mi dispiace non dire niente di calcio ma non l' ho mai seguito , gli unici sport che seguo sono il biliardo e le freccette (i dardi), .. di cui mia moglie dice che non sono sport. Affittiamo ogni tanto una piccola sala biliardo con i soliti amici, dove oltre a giocare degustiamo sigari o tabacchi da pipa con distillati vari.. ci facciamo una chiacchierata con tante risate, soprattutto dopo i distillati 😁2 punti
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Condivido immagini di una cartolina giapponese, credo non viaggiata anche se affrancata! Grazie a chi vorrà dare qualche info in più2 punti
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Si sono un amante dei cibi rustici, vini del contadino e distillati. Ricambio il caro saluto @Jagher1 punto
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Buongiorno, sapete se è gia censita tra le varianti conosciute G120 senza punto, .... e punto centrale/basso dopo A/P. Regolare il dritto Grazie per vostre opinioni1 punto
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Sul CNI non c'è,però è censita la mezza piastra con la stessa variante... Eccone una...1 punto
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Buonasera, so che il libro è già arrivato a qualcuno di voi e ringrazio fin d'ora chi ha deciso di acquistarlo a scatola chiusa . Spero sia di vostro interesse visto l' argomento trattato e di ricevere la vostra opinione su di esso. Naturalmente saranno ben accetti tutti i pareri, i commenti e anche le critiche. Inoltre vi prego di segnalarmi eventuali errori e refusi sperando siano pochi..😅Grazie ancora a tutti e spero che il nostro impegno abbia dato i frutti sperati.. Andrea Dalla Valle.1 punto
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Rispondo a Jagher, queste due lettere che ho postato le comprai nel 1980 e se ricordo bene questa parliamo di un milioncino, l'altra oltre 2 milioni e passa, altri tempi altri valori del materiale, comnunque questo genere di buste ancora regge bene il mercato, cosa che a me sinceramente non interessa, (il lato economico intendo) ringrazio per gli apprezzamenti, ed ora parliamo unn mnuto di Biliardo e fumatine e bevutine varie; sicuramente un bel passatempo che personalmente, Il biliardo, ho frequentato da ragazzo, ora sinceramente non ho più tempo a disposizione , purtroppo un bel sigaro me lo scordo, ho smesso di fumare da 30 annni , a suo tempo ero un amante del sigaro, per quanto riguarda invece un cicchetto, ( grappa) se capita un occasione lo gradisco ben volentieri, ma le occasioni sono veramente poche, pertanto all'amico, se posso permettermi, postOffice dico che beato a lui, fai bene e se puoi continua, senza dimenticare i nostri cari francobolli, un caro saluto. F.P.1 punto
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Non è un fregio da copricapo (vista l'assenza di numero o croce e i segni per i tre anelli di fissaggio) ma da controspallina. Era in uso già a partire da fine ottocento (allego foto come riferimento)1 punto
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Pompei: una tiny house con satiro e ninfa sulla parete di Patrizio Mannu Nell'Insula dei Casti Amanti viene alla luce una piccola casa, priva di atrio, con raffinati affreschi. Il direttore degli Scavi, Zuchtriegel: esempio di archeologia pubblica Così bella e particolare — a tratti anche hard — quella casetta scoperta a Pompei, da “costringere” Alberto Angela a tornare sull’insula dei Casti Amanti e trarne un nuovo servizio televisivo (Angela sarà oggi uno dei protagonisti della giornata inaugurale di CasaCorriere Festival a Palazzo Reale, ore 12). E sì, perché la campagna di scavo nella città antica alle falde del Vesuvio regala sempre nuovi tesori: come quell’affresco erotico con un satiro e una ninfa. L’architettura anglosassone oggi le chiamerebbe tiny house (piccole case autonome ma raffinatamente decorate); i Romani c’erano arrivati già nel I secolo dopo Cristo. È il caso di una tra le più recenti unità abitative emerse nel corso delle indagini in atto nel cantiere dell’insula dei Casti Amanti, nel quartiere centrale della città antica di Pompei, lungo via dell’Abbondanza. Una casa dallo spazio ristretto, senza il tradizionale atrio. Una particolarità considerato che, nonostante le ridotte dimensioni della dimora, non sarebbe stato impossibile l’inserimento di un piccolo atrio con la classica vasca (impluvium) per la raccolta dell’acqua piovana, tipico nell’architettura delle ricche dimore pompeiane, e che invece in questo caso è assente. Una scelta probabilmente da mettere in relazione con i mutamenti che stavano attraversando la società romana, e pompeiana nello specifico, nel corso del I secolo d.C. e che questo rinvenimento consente di studiare e approfondire. L’abitazione colpisce per l’alto livello delle decorazioni parietali, che non ha nulla da invidiare alla più grande e ricca casa dei Pittori al Lavoro, con la quale confina. Grazie al ritrovamento di un affresco ben conservato, rappresentante il mito di Ippolito e Fedra, la si è denominata provvisoriamente Casa di Fedra. I due ambienti attualmente oggetto di indagini si trovano nella parte retrostante dell’abitazione. Nel primo, oltre al quadretto mitologico con Ippolito e Fedra, le pareti splendidamente decorate in IV stile mostrano altre scene tratte dal repertorio dei miti classici: rappresentazione di un symplegma (amplesso) tra satiro e ninfa, un quadretto con coppia divina, forse Venere e Adone, nonché una scena, purtroppo danneggiata dalle esplorazioni borboniche, in cui probabilmente si può riconoscere un Giudizio di Paride. Una finestra, a fianco al quadretto con Ippolito e Freda, si apre su un piccolo cortile, dotato di una zona coperta che precede una grande vasca con le pareti dipinte di rosso. All’interno degli ambienti sono statti rinvenuti oggetti rituali, lasciati con l’ultima offerta prima dell’eruzione del 79 d.C che distrusse Pompei: un bruciaprofumi in ceramica acroma con lacune antiche e una lucerna, entrambi con evidenti tracce di bruciato. «È un esempio di archeologia pubblica o, come preferisco chiamarla, archeologia circolare: conservazione, ricerca, gestione, accessibilità e fruizione formano un circuito virtuoso — ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel —. Visitare Pompei e osservare il lavoro di archeologi e restauratori può aiutarci a capire perché vale la pena documentare e salvaguardare le tracce delle generazioni che hanno vissuto prima di noi». Pompei, l’affresco «hard» che ha sorpreso gli archeologi: una tiny house con satiro e ninfa sulla parete | Corriere.it1 punto
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Aggiungerei anche la possibile necessità di differenziare i ducati coniati con una specifica partita di metallo. E consideriamo anche possibili errori. Per esempio, a mio avviso, il globetto dopo la M in MARIPET del post #26 è un errore dovuto al fatto che spesso alla M segue un globetto in S M VENET... Arka # slow numismatics1 punto
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Bisogna anche vedere se si stratta di una moneta autentica oppure no, personalmente propendo nettamente per una patacca moderna.1 punto
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Hai ragione, ti allego l'altra parte, scusa per l'inconveniente.1 punto
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È sicuramente una moneta bizantina ma non essendo il mio periodo di interesse non so dire altro...1 punto
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@Scudo1901, da profano quale sono (non mi reputo un esperto di fotografia), io, comunque, un certo miglioramento rispetto al passato l’ho notato. Gli smartphone di ultimissima generazione hanno un comparto fotografico di tutto rispetto. Sono certo che continuando ad utilizzare la fotocamera del nuovo Iphone riuscirai ad ottenere risultati sempre più soddisfacenti. Poi è ovvio che non si potranno mai avere le foto di un catalogo d’asta. Lì ci vuole la mano di un professionista che utilizza strumenti specifici.1 punto
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Togliendo i colori e spostando l'ombra dei rilievi.... si, è un bel zero anche se deformato si intravede pure l'otto1 punto
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DE GREGE EPICURI Tempo fa ho letto il libro di Iris Origo "Il mercante di Prato. La vita di Francesco Datini, nel nome di Dio e del guadagno"; veramente ben fatto, con un mucchio di documenti originali. E la prefazione è addirittura di Luigi Einaudi: non a caso a lui fu dedicata la medaglia, in quanto il mandato scadeva l'11 maggio 1955.1 punto
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È l'indirizzo del destinatario di questa cartolina di inizio 900. Mi piacerebbe saperne qualcosa in più su questa "Pregiatissima Signora Cotella Elisabetta". I bolli sovraesposti rendono difficile la lettura, io ci leggo nel bollo centrale "CENTRO". L'anno dovrebbe essere il 1902. Come sempre conto sul vostro aiuto. Buon pomeriggio Particolare Particolari1 punto
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Infatti per la raccomandata espresso bastavano 3 lire, ..qui siamo fuori tariffa di un po'. Inoltre furono aggiunti francobolli destinati alle colonie, emissioni generali, .. aggiunsero un po' di tutto. Personalmente la trovo straordinaria anche se di natura filatelica, ha viaggiato e ciò mi basta. Busta di VALORE.1 punto
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Medaglia devozionale teatina, bronzo/ottone del XVIII sec.,( prima metà, dopo il 1712). Roma- D/ Busto rivolto a SX di S. Andrea Avellino, col capo aureolato.- R/ Madonna seduta con Gesù Bambino in braccio, che porge la mano sinistra SX verso un un uomo in ginocchio( in abiti signorili) potrebbe trattarsi di S. Umberto ? Sentiamo anche altri pareri, medaglia non comune. - CIao Borgho1 punto
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Ciao ragazzi ecco l'esito dell'applicazione dei preziosi suggerimenti di Fabrizio, fotografo provetto e grande amico! Che ne dite, meglio? Grazie a tutti1 punto
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Da Taranto, una particolare frazione presentata come obolo con al diritto ed al rovescio T contornate da 3 dischetti : il riferimento in didascalia é a HNI 853 dove il tipo é censito come trias . Sarà il 4 Novembre in vendita Stephen Album 29 al n. 24 .1 punto
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Molto bella. Queste sono del periodo feudale, roba per shogun come @Kojiki . Ho giusto 1 bu gin ed uno shu oltre che una mameita gin (una sorta di tipologica). Il resto vado piú su monete e medaglie imperiali ( Mutsuito, Yoshihito, Hirohito (specie).1 punto
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Tra monete e medaglie, ma anche cartoline, questa è una fettina di mondo che mi sta dando molte soddisfazioni1 punto
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Non voglio far andare in depressione nessuno, però ho i miei anni e magari avrò ancora tanti anni davanti, però...non ho figli e non ne avrò. Non conosco nessuno al quale un domani potrò mai lasciare la mia collezione. Una collezione nella media, certo non parliamo di tesori antichi, ma nemmeno una collezione insignificante. Insomma, l'ho eredita in parte dai miei nonni e custodita con cura negli anni aggiungendo quando possibile altri pezzi, più o meno pregiati, sia banconote che monete. Provo tanto fastidio nel vedere su ebay o mercatini collezioni smembrate e rivendute da gente che magari era vicino a questi collezionisti e poteva almeno conservarle, invece no. Ma questo è soggettivo. La mia vera domanda è; esiste un modo per far continuare a vivere una collezione anche dopo la scomparsa del suo proprietario? Io pensavo a qualche museo, secondo voi potrebbero accettare oppure anche loro la smembrerebbero prendendo solo i pezzi più pregiati? Certo non pretendo che venga esposta in toto o in larga parte, mi darebbe tanta serenità sapere che sarà un domani custodita in mani sicure senza scopo di lucro1 punto
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Avete presente quando pensi a una moneta che ti piacerebbe ma che sembra irraggiungibile (almeno per me) e invece entra di prepotenza in collezione? E' successo ieri con questo Francescone del 1807. Visto nel vassoio del venditore e proposta a un prezzo che subito mi aveva fatto desistere dall'acquisto. E invece a fianco avevo quella santa donna che ho sposato e candidamente mi dice: la vuoi? Te la regalo io Vi lascio immaginare lo stato d'animo. Allego le foto e sarei felice di sentire un vostro parere Devo ancora pesarla, preparare la scheda e il cartellino, ma mi ha colpito la patina e anche se capitasse, non la cambierei1 punto
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Buona sera, intervengo di nuovo in questa discussione in quanto mi son dovuto ricredere in merito a una mia affermazione riguardante l’uso di uno stesso conio di diritto per fiorini con segno diverso. Ho sempre pensato che un eventuale passaggio avrebbe interessato segni di semestri tra loro contigui. Nel testo del dott. De Benetti viene indicato il caso dei segni “croce trifogliata” MIR 7-2 e del segno “coppa con gambo aperto” MIR 7-25. Distanti come classificazione ma evidentemente vicini nel tempo. Ho trovato tra le immagini in mio possesso anche alcuni esempi di questa identità di coni. Allego alcuni esempi, chiaramente è altamente probabile si tratti di fiorini di semestri contigui, e l’ipotesi avanzata nel testo praticamente certa. C’è sempre da imparare. Da un'asta Rauch la num. 83 del nvembre 2007 Da Asta Kunker 137 del marzo 2008 da asta CNG Triton XX del gennaio 2017 Cordialità1 punto
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Buonasera, lo scorso sabato 9 marzo gli studiosi Stanko Flego e Fulvio Colombo hanno presentato presso il Centro Visite della Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra di Bagnoli della Rosandra (TS) un’interessante conferenza dal titolo ‘Il “refugium” tardoantico del Crinale in Val Rosandra’, con il patrocinio del Comune di San Dorligo della Valle. Gli autori hanno presentato i risultati di oltre 30 anni di ricerche (il Flego assieme al compianto Zupancic segnalò il sito in una breve nota nel testo “Topografia archeologica del Comune di San Dorligo della Valle” già nel 1991). L’ipotesi dei ricercatori, sulla base di materiali archeologici rinvenuti nei ghiaioni sottostanti ad una serie di ripiani (in parte naturali, in parte ottenuti artificialmente) - di misure variabili tra i venti-trenta metri di lunghezza per due/tre di larghezza - è che il rilievo orografico denominato Crinale (e spesso utilizzato da rocciatori) sia stato sede di un sito tardoantico utilizzato in condizioni di emergenza (invasioni barbariche?) da parte delle popolazioni che abitavano la vallata. Chi non conosce l’area si chiederà “cos’è la Val Rosandra” e nella fattispecie “e cos’è il Crinale?” Per la prima domanda rinvio al link http://www.riservavalrosandra-glinscica.it/ In genere i Triestini la chiamano semplicemente “la Valle”: è un tipico percorso agreste a poca distanza dalla città. Ma pur essendo a breve distanza da Trieste e a poche decine di metri di altitudine sul livello del mare, le alte pareti calcaree che la circondano e la vegetazione rimanda a paesaggi montani (vi ha sede il Rifugio Premuda che è il Rifugio montano più basso d’Italia con i suoi 30 mt s.l.d.m). Brevemente, si tratta di una vallata con ripide ed alte pareti calcaree nel cui fondovalle, tra forre e qualche pozza più ampia, scorre il Torrente Rosandra; la presenza del corso d’acqua (uno dei pochi di superficie dell’area giuliana) ha inciso nei tempi remoti la pietra calcarea creando grotte, ripari ma soprattutto dando refrigerio a selvaggina e ad assetate comunità umane. Per cui abbiamo un’area dove sono state identificate presenze umane riferibili all’Uomo di Neanderthal, del Mesolitico, del Neolitico, la Protostoria e della romanizzazione. Da qui partiva l’acquedotto che serviva la città romana di Tergeste già oggetto di una mia presentazione sul forum https://www.lamoneta.it/topic/114912-acquedotti-romani/#comment-2090919 Il Crinale è un ripido e marcato rilievo calcareo che crea una dorsale che fa parte della stessa Valle ed è separato dal Monte Carso sovrastante da un ampio e profondo canalone. La sua parte sommitale si ricollega all’altipiano costituito appunto dal Monte Carso, già sede di un ampio abitato protostorico Già da questa immagine appare evidente la pendenza della dorsale. I ripiani prima descritti sono evidenziati nella locandina della presentazione già presentata in apertura di testo, indicati dai numeri. Salvo il nr. 1 che è alla base e con la specifica che il nr. 6 è la Chiesa di Santa Maria in Siaris. L’assenza di resti di murature con legante porterebbero ad escludere una natura prettamente militare del sito e una durata cronologicamente abbastanza breve del sito, d’altra parte l’utilizzo di alture erte e facilmente difensibili è comune nelle aree pedemontane nel periodo tardoantico. In realtà è presente un robusto muro con malta di natura non ben chiara prossimo alla Chiesa di Santa Maria in Siaris, mentre nei ripiani è conservato solo un breve tratto di muratura a secco e alla base di uno di questi vi sono abbondanti pietre arenarie di chiara origine alloctona. I materiali raccolti sono perlopiù ceramiche, chiodi da carpenteria (che fanno supporre la presenza di tavolati e/o strutture in legno che avrebbero ampliato la superficie disponibile e fornito qualche copertura), chiodi da ferro equino (utilizzo di muli per il trasporto di materiali da costruzione e/o delle anfore contenenti acqua prelevata nel torrente?) ed una punta metallica. In cima al Crinale, vicino al c.d. Cippo Comici, è presente una piccola cavità a pozzo (Grotta dei giovani/Jama Mladich 3938/5231 VG) dove negli anni ’80 in occasione della prima esplorazione fu rinvenuta una fibbia, un bottone/borchia (?) ed un femore umano attrbuiti ad un generico “periodo romano”. L’accesso alla stessa fu ottenuto forzando una stretta fessura e si presuppone che in antico esistesse un ingresso più comodo. Il rinvenimento di alcune sepolture (1941 e 1974) rinvenute nel tratto dell’acquedotto romano sottostante il Crinale a a Crogole (1954) andrebbero collegate a questo periodo di frequentazione tardoantica. In un ambiente dove le comunicazioni erano mano semplici, gli insediamenti romani privilegiavano il concetto di “intervisibilità” tra gli stessi: a causa dell’orografia del sito non tutti i ripiani possono tenere sotto controllo gli altri. In un contesto difensivo dalla Grotta delle porte di ferro /Zelezni prton (504/3027VG) che si trova sul versante destro della Valle sotto il monte Stena si avrebbe avuto il controllo visivo sia sul “Refugium” che verso l’accesso della Valle stessa sia su una porzione di mare. Dal mare infatti nel periodo tardoantico non sarebbero giunti contingenti barbarici ma più facilmente rinforzi di truppe amiche. Riporto parte della descrizione tratta dal catasto Grotte: “… La cavità è interessante non solo per il suo deposito preistorico, il quale ha fornito reperti analoghi a quelli della sottostante e più nota Grotta delle Gallerie, ma anche per un singolare adattamento subito dal suo ingresso: esso infatti ha una forma molto regolare, ovale, con l'asse inclinato di circa 45° e presenta sul lato orientale una serie di incavi, alcuni dei quali cilindrici, scavati nel calcare; dalla parete opposta si osservano invece tracce di intonaco di cocciopesto, che la patina del tempo confonde ormai con la roccia. Da questi segni, e da resti fittili trovati nella cavità, è stato possibile dedurre che la stessa fosse stata adibita, in epoca tardo romana, a postazione militare di vedetta, per la sua particolare posizione dominante e che l'imbocco sia stato munito di una solida porta, i cui cardini erano posti appunto negli incavi, tutt'oggi visibili. A suffragare tale ipotesi, si nota inoltre un piccolo rialzo del suolo con la superficie molto levigata, che richiama perciò l'immagine suggestiva delle scolte che qui sedute sorvegliavano il territorio circostante.” Il Crinale (vedi profilo nero) visto dall’interno della cavità Il sito risulta di estremo interesse perché va a collocarsi cronologicamente in un periodo poco noto per l’area giuliana e che doveva esser contraddistinto da una certa instabilità in quanto anche a Tergeste vennero rinforzate le difese urbiche (vedasi al riguardo la costruzione del torrione a fianco della scalinata che porta a Santa Maria Maggiore). Il territorio non fu colpito direttamente dalle ondate barbariche che puntavano ad accedere alla Bassa Friulana e da qui, una volta superata Aquileia, a penetrare nel cuore dell’Impero ma l’accesso di contingenti barbarici (es. Unni) mise in apprensione le popolazioni locali. Personalmente ringrazio gli autori per il contributo e le istituzioni locali che da anni puntano sulla ricerca storica culturale ed etnografica per valorizzare un territorio ricco di attestazioni di frequentazioni umane fin dalla Preistoria passando per la Protostoria, la Romanizzazione e il periodo successivo. Per restare al periodo romano, nei pressi della Valle si insediarono i primi contingenti militari impegnati nella Guerra contro gli Histri e nella successiva conquista dell’area https://www.lamoneta.it/topic/200166-nuovi-scavi-archeologici-nellarea-triestina/#comment-2209348 Spero di aver destato la vs attenzione Illyricum1 punto
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Il Gazzettino di Quelli del Cordusio e’ un’autoproduzione prima cartacea e poi on line che viene donata a tutti gli appassionati di numismatica. E’ un grande lavoro di gruppo con articoli e contributi di ben 27 autori, molti giovani, esperti e anche chi vuole provarci con un primo articolo. La magia si ripete ormai da anni essendo arrivata ora al numero 10.1 punto
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Oltretutto, ci è mossi come si è sempre fatto sul forum in tema falsi.... il tutto, in modo piu che pacato e professionale..(senza neanche litigare ?). Già molti ci hanno lasciato e se ne sono andati (ed erano una risorsa inesauribile..).... spero si tutelino quei pochi utenti storici rimasti che quando scrivono..sanno quello che scrivono e sono una risorsa per chi si affaccia verso questo mondo ...molto tortuoso..1 punto
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Salve. Vorrei precisare che le Aquile in dotazione alle Legioni romane non avevano una corona d'alloro nel becco, bensì erano posate su di un fascio di fulmini e di solito erano raffigurate ad ali spiegate.1 punto
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