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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/21/24 in tutte le aree
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Avete presente quando pensi a una moneta che ti piacerebbe ma che sembra irraggiungibile (almeno per me) e invece entra di prepotenza in collezione? E' successo ieri con questo Francescone del 1807. Visto nel vassoio del venditore e proposta a un prezzo che subito mi aveva fatto desistere dall'acquisto. E invece a fianco avevo quella santa donna che ho sposato e candidamente mi dice: la vuoi? Te la regalo io Vi lascio immaginare lo stato d'animo. Allego le foto e sarei felice di sentire un vostro parere Devo ancora pesarla, preparare la scheda e il cartellino, ma mi ha colpito la patina e anche se capitasse, non la cambierei4 punti
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Buonasera a tutto il Forum . Ammiro il lavoro di un falsario, lo ammiro per la capacità di migliorarsi nel copiare la moneta autentica. Prendiamo questo ad esempio, alle prese con una Piastra del 1856...falso piuttosto Comune a reperirsi, di solito lo si trova nella versione in ottone senza argentatura... evidentemente non ha indovinato i dosaggi corretti. Un po' meno Comune è il falso in metalli bianchi e molto insidioso il falso con argentatura integra e ben diffusa su tutta la superficie...solo l'usura lungo il rialzo del bordo ne tradisce la sua anima in lega di ottone. Il motto nel taglio è uguale in tutti e tre gli esemplari: stessi caratteri e uguale spaziatura, non sembra essere stato assemblato e battuto lettera per lettera, ma impresso con una virola creata appositamente ...un genio! Di seguito i tre pezzi a confronto, appena mi sarà possibile inserirò il peso. Il diametro è uguale per tutti.4 punti
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Buon pomeriggio, ho figli piccoli,.che al momento non manifestano alcun interesse numismatico. Nei miei limiti proseguo la collezione che ho cominciato seriamente qualche anno fa, dopo anni di semplice accumulo. A volte mi chiedo se non sbaglio a spendere per questa passione, sottraendo denaro ad altre cose a loro, quindi intanto vorrei fare qualcosa perché possano gestirla bene se dovesse succedermi qualcosa: venderla tramite una casa d'aste e non come argento al peso (sarebbe già qualcosa!). Se vorranno tenerla andrà comunque divisa, difficilmente la terrà soltanto uno, corrispondendo un valore in denaro agli altri. Però se fosse pubblicata, il collezionista che possiederà, potrà risalire alla collezioni originaria, che sarà "per sempre" per intero in quel catalogo. Al collezionista che ha aperto questa discussione, suggerisco di renderla eterna così, condividendola attraverso un'asta, con i collezionisti che mi auguro ci saranno sempre. Con il ricavato potrebbe godersi qualche coccola (es. un viaggio, un buon sigaro, un periodo di tranquillità nelle spese, etc...) e fare un po' di bene. Buone cose👋4 punti
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ad essere sincero, è stata la prima cosa a cui avevo pensato. Adesso ho rifatto la foto, è venuta ben a fuoco, purtroppo avevo già messo via le monete.3 punti
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Riprendo questa discussione, con un ricordo che mi è tornato in mente, ripensando ai racconti che mio padre (classe 1930) mi faceva (quand'era ancora tra noi) della sua gioventù. Riguardo l'inflazione galoppante, all'epoca dell'occupazione alleata di Roma, lui era ragazzino e mi diceva che "in tempo di guerra" (nel periodo 1944-1945) la moneta che più usava (e circolante) erano le sigarette! Ossia le sigarette "made in USA", che gli Americani avevano in abbondanza e che regalavano / davano, erano usate dalla popolazione affamata, come moneta per comprare i pochi beni alimentari. Raccattava le cicche , per rimediare il tabacco e usarlo come "moneta" alla "borsa nera". Tabacco che era preferito alle famigerate Lire di occupazione (AM-Lire) E quando gli parlavo dei centesimi di lira (5 e 10 centesimi, "spiga" e "ape" per capirci) che avevo appena comprato per la mia raccolta, esclamava " ecco, il soldo e i due soldi" ! (il soldo il 5 centesimi , i due soldi il 10 centesimi). Ancora negli anni '40, tra il popolo, vigeva la vecchia denominazione di lira divisa in soldi . un saluto a tutti3 punti
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Farò una riflessione forse un po' prosaica e un po' filosofica al contempo, io credo che all'approssimarsi di una certa età sia necessario distaccarsi un po' dalle risultanze materiali della vita, certo, una vita da collezionista implica anche tutta una serie di compulsioni possessive e acquisitive che non è poi facile superare mai del tutto, ma aiuta tenere sempre presente, nonostante la compresenza di quegli impulsi, che tutte le risultanze materiali, beni e collezioni comprese, sono temporanee, come è stato già detto noi in realtà non possediamo nulla se non in modo temporaneo, da custodi per un tempo limitato, siamo di passaggio qui e dopo alcune decadi ce ne andiamo e ciò che di materiale abbiamo accumulato resta qui (malgrado le tentazioni di emulazioni faraoniche ed egiziache con tanto di piramidi, mummificazioni e sacrifici di numismatici 😁)... Ciò detto è ovviamente lecito ed anche naturale pensare a cosa ne sarà di ciò che, spesso con tanta passione, energie, tempo e denaro è stato messo assieme, soprattutto quando le vicende personali non hanno portato nella propria vita eredi diretti o dotati dello stesso interesse e passione... io credo che tenuto nella giusta priorità il benessere dei propri familiari ed eredi, l'idea della dispersione della propria collezione non debba rattristare troppo, del resto se tutte le collezioni rimanessero intatte il collezionismo stesso morirebbe in quanto non più alimentato da nuovo materiale, è un processo del tutto naturale che la maggior parte delle nostre collezioni, che tanto hanno allietato i nostri momenti e stimolato i nostri neuroni (nei casi migliori), possa trovare nuova linfa mediante la messa in circolo dei singoli pezzi che andranno a formare altre e nuove collezioni, anche perchè sono poche le collezioni davvero importanti storicamente, quelle che finiscono per andare oltre l'interesse personale del collezionista per assumerne un altro di rilevanza pubblica, di bene culturale... Quelle poche che arrivano ad assumere una tale importanza giustamente sono conservate nei musei o in istituti similari e vanno valorizzate mediante catalogazione sistematica e possibilità di fruizione pubblica, dal vivo o almeno in modalità virtuale... Forse alcune collezioni però, anche se prive di tale rilevanza storica e scientifica, possono acquisirne una diversa, ma comunque molto utile potenzialmente, cioè un valore didattico, che permetta ad un pubblico di insegnanti, studenti e giovani di accedere all'oggetto monetale con più facilità e poterne approfondire tutti i potenziali di studio e illustrazione dei fatti storici di cui si spesso si tratta senza mai tenere in conto di questa particolare fonte, in quest'ottica lasciti a scuole, università, istituti di insegnamento di vario tipo, anche associazioni con finalità eminentemente didattiche, potrebbero rappresentare a mio avviso una valida alternativa agli istituti museali per valorizzare in continuità collezioni prive di particolare valore economico o scientifico e favorire la diffusione e divulgazione numismatica e/o storica mediante la numismatica... Si tratta di un'idea che sto accarezzando anche dal punto di vista personale, quando sarà il momento, visto il potenziale didattico insito sia nelle mie collezioni che nella mia biblioteca...3 punti
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Buon pomeriggio a tutti. Dato che tra poche settimane avrà inizio il Giubileo del 2025, voglio mostrarvi questo testone emesso a Roma per l'anno santo del 1625 da papa Urbano VIII, riscoperto mentre sistemavo altre mone pontificie. Pesa grammi 9,27 ed è in argento per un diametro di 30,4 mm. Per lo stato di conservazione direi un BB, con al dritto lo stemma dei Barberini e al rovescio la Porta Santa...2 punti
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Visto che hai sollevato l'argomento, ti allego questa discussione di alcuni anni fa, che avevo aperto sulla questione!2 punti
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Salve, solo una piccola specifica rispetto a quanto ha domandato @Renato Delfiol: se per inotorno al 1200 si intende appunti il principio del XIII secolo, allora: 1) Firenze ancora non coniava moneta ma usava i denari di Pisa e di Lucca; 2) i denari di Pisa e di Lucca al tempo erano effittivamente equivalenti (e teoricamente le due zecche dovevano dividere i proventi, come da accordi stipulati nel 1181. Se invece si vuol parlare del secondo quarto/ metà del XIII e di grossi ha appunto già risposto @cippiri76. Un saluto cordiale MB2 punti
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Nichelini La guerra civile aveva provocato la scomparsa dalla circolazione delle monete metalliche, sostituite da gettoni mercantili, francobolli incapsulati e "fractional currency", cartamoneta di tagli inferiori al dollaro. Nel 1864 il Congresso diede inizio al processo di ripristino di una normale circolazione monetaria, decidendo tra l'altro la coniazione di una moneta da 5 centesimi al 75% di rame e 25% di nickel, che avrebbe dovuto sostituire i biglietti frazionari di pari valore. Moneta che vide la luce nel 1866, disegnata da James B. Longacre, nota come Shield nickel per il disegno dello scudo al dritto. Da subito indicata semplicemente come nickel (it. nichelino), sebbene quel metallo costituisse appena un quarto della sua composizione, questa tipologia fu coniata ininterrottamente dal 1866 al 1883 nella sola zecca di Philadelphia, in due diverse varianti, con o senza raggi al rovescio (quella in foto). A metà del 1883 fu affiancata, e poi totalmente sostituita, da un nuovo modello disegnato da Charles Barber. Il dritto di questo mostra un classico busto di Lady Liberty volto a sinistra. I suoi capelli sono legati all'indietro, indossa una corona con inciso il suo nome, e una ghirlanda di grano, fiocchi di cotone e foglie di tabacco. Il busto è circondato da 13 stelle, con al disotto la data. Il rovescio mostra un grande numero romano V (a indicare 5), in una corona di mais, grano, cotone e tabacco. Lungo il bordo le iscrizioni UNITED STATES OF AMERICA e E PLURIBUS UNUM. E qui incominciano i guai... petronius2 punti
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Salve, tipo A, ciuffo della coda ricadente, Finetti 105-111, per il resto vista l'usura quasi impossibile capire che variante2 punti
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Cartolina illustrata in tariffa cinque parole per l' interno, con 5c verde aquila Sabauda (aquilino) della serie detta "floreale" emissione del 1901. Annullo di partenza tondo riquadrato del 29.12.1903 (credo), di un comune nella provincia di Salerno che inizia per M, .. questa la lista..2 punti
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Uno scenario un po' apocalittico speriamo almeno un'anticchia in la’ nel tempo. noi collezionisti faremo in mido che tale momento coincida con la sparizione della nostra galassia e la trasformazione del sole in una nana bianca, in modo da non avere troppi rimpianti .😝😜2 punti
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Ne e' apparso uno satinato senza scritta Prova....e' menzionato tra i realizzi che ho messo ovviamente2 punti
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Bianchetto di Asti emesso a nome di Ludovico II d'Orleans... https://mobile.numismaticaranieri.it/archivioscheda/55777-asti-ludovico-ii-duca-dorleans-1465-1498-bianchetto-o-terlina.aspx Mario2 punti
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Sarò forse troppo sintetico ma il mio pensiero concreto in materia è questo: dobbiamo semplicemente fare ciò che vogliamo, finchè siamo liberi. Forse un giorno prima di morire deciderò di portarmi tutta la collezione nella tomba, e fra 3000 anni o 4000 sarà trovata da qualcuno e finirà in un museo su Marte, oppure i tombaroli la disperderanno vendendola sul mercato illegale delle reliquie terrestri di qualche città orbitale. Alla fine, qualunque decisione prendiamo le cose andranno come vogliono andare loro. Un problema vero secondo me neanche si pone.2 punti
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Condivido immagini di una cartolina giapponese, credo non viaggiata anche se affrancata! Grazie a chi vorrà dare qualche info in più1 punto
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La tua soluzione mi pare più sensata. La mia avrebbe un significato un po' "denigrante" per chi lavora in ambito statale. Un luogo comune che va sfatato. Ciao. Stilicho1 punto
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Ciao, concordo sulla conservazione da te assegnata. Questo testone venne coniato in grande quantità ed è facile trovarlo sul mercato. Presenta diverse varianti di conio che si differenziano per le legende e per la figura rappresentata sopra al timpano al rovescio (colomba o statua della Beata Vergine). Spesso si presenta mal coniato, come nel tuo caso, ove, soprattutto al R/ è ben evidente la multipla ribattitura. Ben impressa e definita invece la Veronica. Ti allego il mio esemplare, in conservazione particolare. Michele1 punto
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Anche se scrivo poco, di solito non scrivo a rate. Il peso è di 26,99 grammi. La legenda al rovescio significa: Signore, mia speranza fin dalla mia giovinezza. Salmi 70:51 punto
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Provo. OPERAIA STATALE MA NON SCIOPERATA Ciao. Stilicho1 punto
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Buonasera, se le interessa sapere dei timbri, le dico che la cartolina , del tipo Tedesca o Austriaca a rilievo, è stata spedita da Verona con francobollo da 2 Cent. di Umberto I, annullato con bollo tondo riquadrato Verona Ferrovia 26.3.1901 e bollo di arrivo sempre del tipo tondo riquadrato+ timbrino del portalette n. (16) di Padova. saluti F.P1 punto
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Il 7 Novembre esce il 1/4 di oncia in oro su marconi e il 21 il 1/10 oncia sempre in oro per il falco pellegrino. Immagini non ancora disponibili Scusate le tirature sono 750 per il 1/4 2000 per il 1/101 punto
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Ciao @cipa, I Francesconi fanno sempre piacere. Per me bambino, i francesconi "col bambino" ed ancora di più le Dene erano appunto inarrivabili, per quanto presenti in ogni negozio numismatico e d'antiquario L'amore è bello ! Ad ogni modo ho letto il tuo messaggio alla mia compagna LOLL Qualche grumo di storia intorno a questa moneta. Maria Luisa era una Borbone figlia di Carlo IV di Spagna, rimasta vedova di Ludovico I (che era un "Borbone di Parma" con per zia Maria Antonietta, quella "decollata" a Parigi nel 1793) Questo piccolino ebbe vita ricca ma anche sofferta, come cito (largamente) da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_II_di_Parma#Duca_di_Parma: Carlo Lodovico di Borbone-Parma fu Re d'Etruria dal 1803 al 1807 come Carlo Lodovico; duca di Lucca dal 1824 al 1847 (anno d'incorporazione del ducato di Lucca nel Granducato di Toscana) sempre come Carlo Lodovico ed infine duca di Parma dal 1847 (alla morte di Maria Luigia, l'ex-moglie di Napoleone) al 1849 come Carlo II. Nel 1849 abdicò formalmente in favore del figlio. Suo nipote, Roberto I, duca di Parma, in carica a Parma sotto la reggenza della madre, perse il trono nel marzo 1860 nel corso dell'unificazione italiana. "Carlo Ludovico, a differenza di altri monarchi detronizzati, accolse favorevolmente l'unità d'Italia come uno sviluppo positivo. Egli aveva volontariamente ceduto il ducato di Lucca e non aveva alcun attaccamento per Parma, dove il suo regno era stato breve e amaro e dove suo figlio era stato poi assassinato. Per tali motivi fu l'unico ex sovrano degli stati preunitari a poter mantenere le proprietà che possedeva prima dell'unità d'Italia e a potervi soggiornare liberamente. " "Carlo sopravvisse a sua moglie tre anni. Morì a Nizza il 16 aprile 1883, all'età di 83 anni dopo aver visto nel corso della sua esistenza l'evolversi dell'impero napoleonico, la restaurazione ed il risorgimento, con la disgregazione degli Stati su cui aveva regnato. " Saluti Napoleonici L1 punto
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E si credo sia un appiccagnolo rimosso, l'usura in quel modo è quasi sempre di una moneta usata da gioiello , spilla o ciondolo in questo caso. Se vede i rilievi più alti, verso il centro moneta, sono usurati in modo uniforme sia al R/ che al D/ qui sono più evidenti, dati da uno strofinamento sui vestiti su tutta la moneta. Il diametro 41/42 c'è il peso vista l'usura dovrebbe essere su grammi 27,00. Da le ultime aste on-line raggiunge da 150 a 200 euro in questa conservazione cioè sotto il BB da qBB a MB. E' un gran bel tondello! C'è il Dena che pesa sui 40 grammi, cambia la posizione dei regnanti ma è un altro bel pezzo da mettere in collezione insieme a questo.1 punto
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Ti posso capire. Bellissima vicenda, di cuore e numismatica. Sono contento per te1 punto
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Vero la patina è di quelle pesanti, antiche e non credo di monetiere. La conservazione è sul qBB all'incirca ma ho delle domande, se posso. Viene da qualche gioiello o spilla (questa tipologia era molto usata come spilla per abiti da donna) l'usura specie al D sembra proprio quella da appiccagnolo, il taglio non lo vedo bene dovrebbe avere delle foglie in rilievo ma in queste foto sembra liscio ma ripeto non la vedo bene e sarebbe altro segno di appiccagnolo tolto. Il Gigante la riporta nel 14 C con caratteri in legenda piccoli al D/ e nel R/ (Non Comune) MB.120 BB-300 SPL-800 . Per la forte patina e l' usura ho pensato anche ad un falso almeno in foto che ci si può sempre sbagliare, aspetto peso e diametro . Non è male ma spero che il regalo non sia costato troppo anche se è sempre un regalo! 🙂1 punto
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Pensa che l' ho "salvata" all' Oktoberfest primaverile al terzo boccale di birra! È Miracolata!! 🤣1 punto
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Cavolo, questa spiegazione va di pari passo con quelle di @caravelle82 riguardo al modus photografandi. Grande validità didattica! Complimenti. Probabilmente neanche tu, come me, hai mai usato le 20 lire.1 punto
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La cartolina indirizzata a questo canonico a Teggiano non ci lascia molto da dire, senonché il rispetto del mittente, attenzione segni di ossidazione intorno al francobollo anche in questa, per il resto bella cartolina con l' aquilino sabaudo all'interno del cerchio con i nodi Savoia. Materiale molto grazioso anche nello scritto e nella forma (oggi inesistenti).1 punto
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Partecipare con un proprio contributo al Gazzettino di Quelli del Cordusio futuro vuol dire avere una pubblicazione presente sia in modalità cartacea che in digitale che rimarrà poi per tutti e poi avere, e non è’ poco secondo me, la possibilità di presentare un abstract del proprio articolo in presenza nei prossimi eventi di Quelli del Cordusio.1 punto
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Personalmente invito altri utenti a commentarti. Io non lo faccio perché altrimenti mi bannano.1 punto
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Sei stato veramente un signore a rispondere con stile e distacco a un post incommentabile. Molti, tra cui il sottoscritto, non avrebbero avuto la stessa pazienza.1 punto
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argomento già dibattuto in lungo e in largo in molteplici confronti e discussioni. Certamente vero che l'uso sempre minore dei francobolli abbia probabilmente contribuito a far doinuire l'interesse dei collezionisti e del mercato per i valori filatelici. Non me ne vogliano i collezionisti pero' la moneta riveste un interesse che va al di là del semplice oggetto (filatelico pe ri francobolli e numismatico per le monete). Le monete possono essere anche testimonianze archeologiche, testimonianze storiche e infine veri e propri oggetti d'arte. Dove c'è l'arte difficilmente l'interesse scema o finisce. Non a caso - a differenza del comparto filatelico - le monete possono vantare biblioteche di decine di migliaia di volumi e pubblicazioni, insegnamenti universitari/corsi di laurea, conferenze/convegni/simposi di studi che per i francobolli sono solo una minima frazione rispetto a quelli - molto importanti - numismatici. Senza contare infine che il mercato numismatico non solo è molto piu' vasto e importante - correntemente - rispetto al filatelico ma soprattutto è in crescita da parecchi anni e non in discesa come quello filatelico. Vendere si ci puo' anche stare , ma direi che un po' di tempo ce lo abbiamo ...1 punto
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Verissimo ma questo fa parte del ‘corredo’ che riceviamo con il nostro destino. Le monete invece fanno parte della ‘dotazione’ che scegliamo di costruirci con le nostre scelte e le nostre risorse - per passione, per studio, per negozio o per investimento - e come tale siamo noi a esserne responsabili ( a meno che non discenda dal cielo sotto forma di eredità- allora sarebbero stati altri - in quel caso - a scegliere per noi). e quindi come tale possiamo essere noi anche a decidere di disfarcene come abbiamo deciso di farcene.1 punto
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DE GREGE EPICURI Dai, dopo molto medioevo e tanta età moderna (soprattutto spagnola!) ritorniamo all'antichità, e addirittura ad una delle Cleopatre d'Egitto! Grazie ad Aurelio, che cerca instancabilmente tra le carte conservate in Campania.1 punto
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Ciao Massimo, in realtà no....in quanto, al momento, per mia conoscenza, i pochissimi esemplari apparsi sono comunque tutti satinati (o sabbiati se li si vuol definire cosi. Non mi risulta alcun esemplare prova apparso , per così dire "normale", come il 5 lire 1911 da circolazione.1 punto
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@Panda13 Guarda che quello che hai indicato e' un altro Costante II, del VII secolo d.C. Ciao. Stilicho1 punto
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Se mai sono esistite monete rappresentative della Gilded Age, queste sono senz'altro quelle create da Charles Barber. Le monete precedentemente in uso, sebbene in circolazione per buona parte dell' "età dorata", risalivano tutte, pur nelle diverse, successive varianti, a un'epoca precedente la guerra civile, "un altro mondo", e non solo in America. C'era stato, è vero, nel pieno dell'età dorata, il dollaro di Morgan, ma la sua reale circolazione era assai limitata, confinata ai territori semi-spopolati del West e agli stati ex-schiavisti del sud, dove veniva usato principalmente dalla gente di colore, che non si fidava troppo delle banconote, delle quali spesso non era in grado di decifrare le iscrizioni o interpretare i misteriosi simboli. Ma nelle grandi città dell'est, dove c'erano le industrie e viveva la maggioranza della popolazione, si può dire che il dollaro Morgan fosse conosciuto solo dai collezionisti. Le monete di Barber, invece, le conoscevano tutti, e tutti le usavano, da una costa all'altra: bianchi e neri, americani da generazioni e immigrati appena sbarcati, analfabeti e uomini di cultura, tutti avevano in tasca i suoi spiccioli: nichelini e dimes, quarti e mezzi dollari. Abbiamo già incontrato Charles Barber a proposito delle monete hawaiane, conosciamolo meglio prima di passare a conoscere le sue creature Charles E. Barber Charles Edward Barber, nato a Londra il 16 novembre 1840, arriva negli Stati Uniti con la famiglia nel 1852. Suo padre William, stimato incisore, si conquista una posizione di primo piano alla Zecca di Philadelphia, fino a divenirne il Chief Engraver nel 1869, succedendo a James B. Longacre. Anche Charles, secondo una prassi nepotistica tipica della Zecca di quegli anni, viene assunto come assistente del padre, di cui prende il posto nel 1879, dopo la sua morte. Non senza polemiche, poiché in molti avrebbero visto volentieri come nuovo Chief Engraver, George Morgan, considerato artista di ben altro talento rispetto a Barber. La cosa non manca di generare numerosi attriti tra i due, che già non si vedevano di buon occhio, ma questo non impedisce loro di collaborare nella realizzazione di diverse medaglie, del primo mezzo dollaro commemorativo, nonché della bella moneta d'oro da 4 dollari nota come Stella. Charles Barber è stato, tra i Chief Engravers della Zecca statunitense, quello rimasto più a lungo in carica, dal 1879 al 1917, e tra le sue monete vanno ricordate, oltre alle circolanti negli Stati Uniti, quelle incise per Cuba, il Venezuela e le Hawaii (che ben conosciamo). Muore a Philadelphia, il 18 febbraio 1917. petronius1 punto
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Confermo. Qui c’è la recensione del libro. https://www.amazon.com/Greek-Coin-Types-Their-Identification/dp/0900652470 Greek coins have always posed problems of identification to the average numismatist. Greek bronze coins, for example, are amongst the commonest of available ancient coins but are also the most difficult to identify, especially when worn and indistinct; further, many of the types occur at several cities. The major numismatic catalogues list Greek coins geographically, making it virtually impossible to locate and unfamiliar coin. In this book, which is unique in its approach, Richard Plant has taken nearly 3,000 Greek coins, concentrating on types which may not be immediately identifiable from their inscriptions or subjects represented, and has broadly analysed them according to their characteristic types and grouped them accordingly. It needs very little practice to be able to recognize tripods, animals, birds, fishes and the principle deities such as Zeus, Nike, etc. For example, a coin having a temple with four columns on one side and two fishes on the other will be found under the heading 'Shrines and Temples; Temple or shrine with four columns' and also under the heading 'Two fishes or dolphins'; in each case the identification would be to an issue from Abdera in Hispania Ulterior and an illustration under the coin's main number. The place of issue, date, denomination, metal and size are given. This may be all the information required and sufficient to proceed to other standard works of reference. No other book allows a coin to be so quickly identified via its type and the immense scope of this book is apparent when it is realized that here 'Greek' coins cover everything which is not Roman in the ancient world with the exception of Ancient British, Gaulish and Indo-Greek coins with Karosthi legends. apollonia1 punto
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Ciao il gambo largo del 7 si presenta simile a un triangolo con base orizzontale, vedi foto mentre quello stretto no, vedi foto sotto. La differenza è molto evidente.1 punto
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Riprendiamo dal post di @bizerba62 che spiega chiaramente la questione. Tutto quanto venuto dopo, e che ho oscurato, non è inerente al tema.1 punto
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Ho da qualche anno avviato la professione di "erede numismatico" con serietà ed autorevolezza, pertanto chi volesse togliersi dalle ambasce su a chi lasciare la propria collezione di monete e - perché no? - di banconote, suggerisco di contattarmi in M.P. per il ritiro a domicilio. Garantisco mantenimento ai massimi livelli degli esemplari e custodia perenne.1 punto
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Io ho una figlia che mi ha già detto che quando passerò a miglior vita venderà tutto subito!! 🥶 Avete presente una sensazione tipo essere immersi nell azoto liquido?? Ha detto che a lei non sono cose che interessano e pazienza, ci sta. Le mie passioni possono tranquillamente non coincidere con le sue così le ho detto che metterò un vincolo sulla vendita delle mie collezioni; potrà venderle se avrà bisogno di denaro (ci mancherebbe, per l unica figlia...). Non so nemmeno se si possa fare legalmente però giusto per frenare il suo impeto distruttivo... E niente in aggiunta sto cercando tutte le maledizioni applicabili alle collezioni, da quelle antiche egizie al necronomicon. Ho anche pensato alla maniera antica cioè far bruciare tutto affinché me le possa ritrovare nell aldilà. 🤣 Secondo voi esagero?? Magari faccio sacrificare anche un paio di numismatici... 🤔1 punto
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Io credo che non dovremmo essere egoisti. E lasciare le nostre monete ai collezionisti del futuro. Si può fare un catalogo della collezione in modo che ne resti traccia. Nella speranza che un futuro collezionista possa dire con orgoglio: ''questo esemplare proviene dalla raccolta di X...'', così come io sono stato fiero di aver avuto monete di Zoppola, De Lazara, Voirol, Bement, Cahn e altri... Arka # slow numismatics1 punto
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Personalmente la troverei una ingiustizia insopportabile. Io sono anziano, con la salute scossa e senza figli e ho già alienato quest’anno la parte minore della mia collezione attuale (quella pregiata fu venduta sempre da me nel 2015). Ho in programma di vendere all’incanto anche la parte maggiore tra il 2026 e il 2027, sperando di esserci ancora, Nel testamento ho scritto che i miei eredi dovranno eseguire questa alienazione, se la collezione sarà ancora nell’asse ereditario. Discorsi tristi? Così è la vita.1 punto
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Buonasera. Molte persone non hanno un erede interessato a continuare la propria collezione. Direi che è quasi la normalità. La strada del museo a mio avviso è quasi sempre non perseguibile se non sconsigliabile. I musei sono già pieni di oggetti che non espongono e le monete non sono proprio il reperto più notato dal visitatore medio. Il rischio è che la collezione, nella migliore delle ipotesi finisca in magazzino, oppure, peggio, a casa del magazziniere. Credo che la soluzione migliore sia entrare nell'ottica che la nostra collezione può far felici molti collezionisti. Come? Semplice: ciò accadrà quando finirà all'asta (o sui banchi del mercatino). Molte monete che abbiamo, le abbiamo proprio grazie agli eredi che le hanno vendute. Noi siamo solo custodi temporanei delle nostre monete. E un domani è giusto che vadano a qualcuno che le saprà apprezzare e valorizzare. E la strada naturale sono proprio le aste, i negozi o i banchi del mercatino. Rimane da decidere se vogliamo, un giorno, cederle noi o lasciar fare ai nostri eredi. Possiamo vederla come una cosa triste, oppure come una cosa bella. Se custodiremo bene le nostre monete, avremo dato il nostro piccolo contributo nella lunga storia della numismatica1 punto
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Bronzo al tempo di Filippo I che raffigura al dritto il busto drappeggiato del Senato e al rovescio i fiumi Kapros come cinghiale e Lykos come lupo, seduti uno di fronte all’altro (CNG, LLC Auction 120 11-12 May 2022). Lot 629. Estimate: 300 USD. Price realized: 950 USD. PHRYGIA, Laodicea ad Lycum. Time of Philip I, AD 244-249. Æ Diassarion (25.5mm, 8.31 g, 6h). Sardis workshop. Draped bust of the Senate right / The rivers Kapros, as a boar, and Lykos, as a wolf, seated facing each other. SNG von Aulock 3832 var. (boar and wolf seated back to back); RPC VIII Online 71427 (this coin). Brown patina, light porosity, some scratches. VF. Extremely rare, only this coin known to RPC, and the only example in CoinArchives. From the Roy Iwata Collection, purchased from Shanna Schmidt, September 2020. Ex Nomos Obolos 15 (24 May 2020), lot 639. It is interesting to note that most river gods are depicted as themselves, often reclining in the exergue, below the primary scene on the reverse of the coin, other times, as the primary focus of the reverse. But it is rare to see them anthropomorphized as we do here. The two rivers which flow through this city are the Lykos, or Wolf River, and the Kapros, or Wild Boar River, and our river gods are depicted as these two animals, attributes the local inhabitants and travelers would have understood well. È interessante notare che la maggior parte delle divinità fluviali sono raffigurate come se stesse, spesso distese nell'esergo, sotto la scena principale del rovescio della moneta, altre volte, come fulcro principale del rovescio. Ma è raro vederli antropomorfizzati come in questo caso. I due fiumi che attraversano questa città sono il Lykos, o fiume dei lupi, e il Kapros, o fiume dei cinghiali, e le nostre divinità fluviali sono raffigurate come questi due animali, attributi che gli abitanti locali e i viaggiatori avrebbero ben compreso. La particolarità di questo bronzo è la raffigurazione antropomorfizzata delle divinità fluviali dei due fiumi che attraversano la città, il Lykos o fiume dei lupi e il Kapros o fiume dei cinghiali. apollonia1 punto
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« Extremely rare », e difficile da catalogare, i bronzi con legenda ΟΡΣΑΝΤΙΝΩΝ sono raggruppati nella « monetazione di Ursentum », e sembra che l’attribuzione agli Ursentini di Lucania, un popolo italico citato da Plinio il Vecchio, sia oggi discussa. https://it.wikipedia.org/wiki/Monetazione_di_Ursentum La moneta di Vienna illustrata da un disegno nell’articolo è simile alla tua, e la descrizione del rovescio sarebbe sbagliata (« Demetra in piedi di fronte, la testa girata verso sinistra, che tiene nella mano destra una torcia sormontata da una croce e nella mano sinistra una spiga ». L’orsetto tenuto dalla figura femminile sarebbe un’allusione all’etnico? « Ursus » in latino, ma in lingua osca? Non ho trovato altri esemplari online.1 punto
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