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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/19/24 in tutte le aree
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Ti ringrazio di cuore per la tua ottima recensione, così come ringrazio tutti per i complimenti. Spero che il mio lavoro e quello di Alessio Sena con il quale ho collaborato in questo lavoro durato 2 anni possa ripagare l' interesse dei lettori. Per me è già un premio aver realizzato un libro che racchiude tutto il mio amore e la mia passione per la numismatica. Chi fosse interessato può tranquillamente contattare Alessio al 3284886316 su Messenger o whatsapp. Vi dico soltanto che in quest' opera troverete tra l' altro foto di modelli inediti conservati nella Gipsoteca Calandra di Savigliano (CN) e nel museo GAM di Torino sconosciuti ai più. Naturalmente sarà gradito un vostro parere per chi avrà il piacere di prenderlo. Grazie di cuore a tutti.4 punti
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Anch'io non ho figli e probabilmente non ne avrò neppure in futuro. Non ho però alcuna intenzione di mantenere integra la mia collezione: il bello di collezionare è proprio il "cum-legere", l'atto del "mettere insieme" personalmente, pian piano e poco per volta: con la dispersione della mia farò la felicità di molti futuri amici numismatici. Trasmetterla già completa sarebbe come proporre un album con tutte le figurine già incollate. Al momento il mio progetto è quello di fare un'asta con tutti i miei pezzi una volta andato in pensione - o per meglio dire, visto quello che prospetta il futuro, quando mi sarò ritirato dal lavoro. Già mi immagino il catalogo, che sarà in pratica un bel volume con tutte le foto dei pezzi della mia collezione, con in copertina "Asta XXX - Collezione Gallienus di argenti preunitari", che auspico possa essere segnalato anche qui su lamoneta 8.0 come testo di riferimento utile per la presenza di pezzi rari *pur nella piena consapevolezza che si tratta di una collezione "ottocentesca", fondata unicamente sulla rarità degli esemplari e senza tenere in alcuna considerazione lo stato di conservazione degli stessi*. E passerò - spero - gli ultimi anni della mia vita sfogliandolo, ripercorrendo i ricordi di una vita intera, con le storie dietro a ogni pezzo - e sono davvero tante, avendo incominciato a collezionare a dodici anni - mentre con il ricavato mi godrò il meritato relax in qualche paese tranquillo in giro per il mondo.4 punti
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Ciao il gambo largo del 7 si presenta simile a un triangolo con base orizzontale, vedi foto mentre quello stretto no, vedi foto sotto. La differenza è molto evidente.3 punti
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La caccia continua! Questo buono è il cuginetto del 25 centesimi del post #16 per due euro al mercatino non si può dire di no!3 punti
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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Vimercati_Sanseverino_(Crema) Qui qualcosa sul palazzo.. https://www.treccani.it/enciclopedia/alfonso-sanseverino-vimercati_(Dizionario-Biografico)/ La famiglia..3 punti
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Grazie Enrico! Ottimo intervento è stato piacevole e sorprendente seguirti anche da remoto... Il CCNM con le sue attività ed eventi è sempre il TOP continuate cosiì!!!!3 punti
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Io credo che non dovremmo essere egoisti. E lasciare le nostre monete ai collezionisti del futuro. Si può fare un catalogo della collezione in modo che ne resti traccia. Nella speranza che un futuro collezionista possa dire con orgoglio: ''questo esemplare proviene dalla raccolta di X...'', così come io sono stato fiero di aver avuto monete di Zoppola, De Lazara, Voirol, Bement, Cahn e altri... Arka # slow numismatics3 punti
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Io penso di lasciarla ai miei figli e ne faranno quel che vorranno. Se uno dei due da grande mostrasse maggiore interesse, la lascerei tutta a uno solo per intero. Altrimenti mi divertirò a dividere i pezzi secondo un mio criterio. compro poche cose e mi piace pensare che il gruzzolo di monete che lascerò sarà un pezzo di me che rimane sulla terra. Tutto quel che vorranno fare i miei figli di quelle monete, sarà la scelta giusta.3 punti
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Ho il piacere di annunciare l’uscita del libro “Davide Calandra - I segreti della Quadriga”. È la prima pubblicazione che porta la firma del nostro @Andrea imperatore, a cui vanno i miei più sentiti complimenti e ringraziamenti per avermi concesso l’onore di riceverne una copia fresca di stampa direttamente dalle sue mani. Come da titolo, il libro si concentra sulla genesi di quella che da molti è ritenuta essere (a ragione, a mio parere!) la moneta più bella mai coniata sotto il Regno d’Italia: la tipologia “dell’Italia su quadriga”. Dopo un’introduzione sullo scultore e le altre figure di spicco che hanno avuto un ruolo chiave nella realizzazione di questa opera d’arte monetale, il libro illustra fotografie mai pubblicate prima (e davvero impressionanti, anche grazie al formato del libro) dei bozzetti in gesso realizzati direttamente dalle mani del Calandra. Vengono poi illustrate e descritte minuziosamente le matrici in bronzo (fotografie che per la prima volta evidenziano sia l’imponenza che la bellezza di queste realizzazioni) nonché tutte quelle molteplici prove che culmineranno con quel capolavoro che tutti conosciamo: il conio della serie Quadriga Briosa. Molto istruttiva è la parte intitolata “l’arte del bronzo”, che attraverso la spiegazione di nozioni nell’ambito della realizzazione di modelli per la fusione di monete e medaglie, ci permette di farci un’idea delle problematiche tecniche con cui dovettero confrontarsi i modellisti e gli incisori di quel tempo. La conclusione invece cerca di fare il punto della situazione sulla coniazione dello Scudo Quadriga e sull’effettivo ruolo di moneta; dati alla mano infatti, emergono informazioni discordanti che lasciano ancora molti interrogativi. Formato: 30x30cm, 90 pagine a colori2 punti
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Martedì 29 ottobre alle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 33 Milano. Citofono SEIDIPIU') si terrà una riunione informale, aperta a Soci ed Amici, condotta dal Socio Aurelio Pironti, su la monografia del Cavalier Francesco Barucchi "sopra una moneta greco-egiziana del R. Museo d'antichità attribuita a Cleopatra moglie di Tolomeo V Epifane".2 punti
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Inoltre, a suffragio della mia ipotesi, se il lato con la figura seduta lo intendessimo come dritto, non sarebbe di certo un caso unico nella numismatica romana , in particolare nel periodo della dinastia Giulio Claudia, guardate i seguenti sesterzi rispettivamente di Caligola con la Pietas al dritto e di Tiberio con egli stesso al dritto:2 punti
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Non hai torto, purtroppo Numa Numa. Diciamo che per ora meglio non pensarci e godiamoci in santa pace le nostre amate monete.2 punti
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Scusate , ma in settimana sono stato abbastanza occupato e non ho potuto seguire la discussione. In ogni caso ringrazio moltissimo il CCNM e tutti coloro che hanno seguito , in presenza o da remoto, la conferenza e dei bei commenti ricevuti, anche in privato. Resto benevolmente sorpreso dall'interesse suscitato da un tema così "diverso " da quelli consueti. Non credevo. Detto ciò, a Dio piacendo, potremmo pensare a qualche "spin off" tra i vari affrontati legati a questo argomento, per il prossiimo anno. Per il CCNM e per tutti " AD MAJORA"!2 punti
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Complimenti agli autori e grazie a Fabrizio. Manuale che sicuramente farà parte della mia biblioteca. Un saluto e complimenti ancora. Raffaele.2 punti
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Buongiorno. Finalmente una bellissima notizia e complimenti più che sinceri agli Autori per il tempo dedicato a questa opera: mi affretto a procurarmi una copia del libro. Ovviamente si aspettano le prime recensioni, d'aggiungere a quella autorevole di @ilnumismatico. Un saluto cordiale e a presto.2 punti
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Le tue parole mi riempiono d' orgoglio, spero proprio di non deludere le tue aspettative. Sicuramente conoscendo anche la tua grande passione in questo campo ereditata anche da quella di tuo padre percepirai sfogliandolo quanta dedizione e impegno abbiamo profuso nello sviscerare informazioni, testi, immagini e storie senza lasciare nulla al caso. Poi come in ogni lavoro sicuramente ci potranno essere degli errori ,cose da migliorare e approfondire ancora meglio ma di sicuro l' impegno è stato portato ai massimi livelli.2 punti
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Acquisterò sicuramente questo pregevole lavoro per varie ragioni. In primis, pur non conoscendone personalmente l’autore, se non per frequentazione comune di questo Forum, l’endorsement di Fabrizio per me vale più di mille recensioni. In secondo luogo perché uno sforzo di tal fatta va premiato: due anni e’ un tempo lungo e posso solo percepire la grande passione che lo ha ispirato e condotto a termine. In terzo luogo perché una pubblicazione di un utente del Forum per me merita sempre quantomeno attenzione e riconoscenza. Ed infine perché tratta una moneta singola, circostanza già di per sé non così frequente, e che moneta! Al di là della straordinaria bellezza di questa emissione, va ricordato infatti che si tratta di un sogno per una buona fetta di collezionisti. Questi due elementi in oltre un secolo ne hanno fatto una vera icona per gli appassionati del Regno, portandone le quotazioni a livelli di tutto rispetto, pur essendo una moneta relativamente rara confrontando il numero di pezzi coniati. Quindi, anche senza averlo ancora letto, ad Andrea va un plauso incondizionato anche solo per l’idea.2 punti
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Segnalo In asta Artemide LXII lotto 589 questo interessante decanummo (?) ibrido INVICTA ROMA / monogramma di RAVENNA citato a quanto sappia dal Ladich nr 52 p. 72 (il quale però non da pesi) Considerato R3. Apparentemente un decanummo per i tipi di diritto e rovescio basandoci sul peso di 1.16 gr se dovessimo avvicinare questa emissione con quella dei deca di Ravenna turrita (ca 2.8 gr) o di quelli invicta roma / atalarico stante (ca. 2.7 gr) dovrebbe trattarsi di un penta. Ostrogothic Italy, Athalaric (526-534). AE Decanummium. Obv. INV[ICTA R]OMA. Helmeted and cuirassed bust of Roma right. Rev. Ravenna monogram within wreath; cross above. COI 86 (obv.) /78a (rev.); MIB 78 (obv.) /72a (rev.) (Rome); Ranieri 266 (reverse). AE. 1.16 g. 14 mm. RRR. Extremely rare, few specimens known. Enchanting deep green patina. Listed only in Ladich 'Monete dei Re Ostrogoti in Italia'. Good VF. https://www.biddr.com/auctions/artemideaste/browse?a=5067&l=61666982 punti
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Ho da qualche anno avviato la professione di "erede numismatico" con serietà ed autorevolezza, pertanto chi volesse togliersi dalle ambasce su a chi lasciare la propria collezione di monete e - perché no? - di banconote, suggerisco di contattarmi in M.P. per il ritiro a domicilio. Garantisco mantenimento ai massimi livelli degli esemplari e custodia perenne.2 punti
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Ciao @Renato Delfiol Parlare di cambio in senso moderno credo sia improprio, i grossi avevano una loro "valuta" in denari secondo il contenuto in argento della moneta in questione. La legge di Gresham poi forzava le varie zecche ad uniformare le proprie emissioni pena la scomparsa del circolante.. Nella prima metà del '200 comunque Pisa, Siena, Arezzo e poi Firenze emettevano grossi d'argento equivalenti nel peso e nella valuta "mettendo così in evidenze un tacito accordo monetario" (M. Bernocchi - Le monete della Repubblica fiorentina vol. III pag. 126) un saluto1 punto
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Dunque ragazzi,intanto vi ringrazio per aver attivato un dibattito imho parecchio interessante, dico la mia: sono intanto dell'idea che quello che nel Ric viene definito con dritto atipico , contenendo le lettere S.C. ( caso unico quindi) , è per me il rovescio, non siamo abituati a pensare un volto sul rovescio ed istintivamente lo pensiamo come dritto,ma non è così, qualche caso esiste, metto l immagine di un famoso sesterzio di Antonino Pio come esempio:1 punto
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buongiorno, mi potreste illuminare su questa moneta? identificazione autennticità e valore? grazie1 punto
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aspetta un attimo che accendo la luce! non è neanche la mia monetazione, in quanto io proprio non ne ho una... Direi che è questa: Lotto 295 - Léon VI le Sage (886-912), AE follis, Constantinople. https://elsen.bidinside.com/it/lot/7268/lon-vi-le-sage-886-912-ae-follis-/ Valutazione 100,00 EUR Base: 80,00 EUR Finale: 180,00 EUR Sulle conservazioni non mi cimento, può essere un punto di partenza. Njk PS: non so se per questi follis peso e diametro siano rilevanti, prova a metterli1 punto
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In questo thread parlerò sinteticamente del programma italiano DDX ¹ per la progettazione e costruzione di due grosse unità da combattimento per la marina militare italiana. Ma non mi soffermerò solo sui dettagli tecnici: farò anche qualche considerazione "tecnico-politica" al fine di spiegare come questo progetto all'apparenza ordinario rappresenti in realtà una novità rilevante in diversi campi. DDX E' un progetto avviato nel 2021 e ancora in corso che porterà all'ingresso in servizio nel 2029, o poco dopo, di due cacciatorpediniere ² da circa 12.500 - 13.500 tonnellate (sta a dire "belli grossi") con capacità di combattimento mai viste fin'ora in tutta l'UE. Vediamo brevemente le caratteristiche principali. La configurazione generale non è ancora definita, ma esteticamente saranno qualcosa di simile a queste immagini: Si tratta di grosse unità polivalenti il cui armamento principale, oltre ai siluri e all'artiglieria da difesa di punto e tiro controcosta, sarà composto dai più sofisticati sistemi d'arma europei odierni e futuri, quali: Missili antiaerei: Aster 15, Aster 30, Aster 30 Block 1 (versione con capacità antibalistiche ³), Aster 30 Block 1 NT (capacità antibalistiche incrementate e capacità secondarie contro i missili ipersonici ⁴) e successive evoluzioni (come il sistema AQUILA anti-missili ipersonici). Missili da crociera: SCALP Naval (versione navale dello SCALP, denominato anche Storm Shadow) e suoi futuri sostituti. Più avanti dovrebbero essere istallate anche armi ad energia diretta per il contrasto ai piccoli droni da saturazione, oggi affidato ai cannoni o le mitragliere da difesa di punto. La novità rispetto al passato è che le celle VLS (per il lancio verticale dei missili) saranno ben 96, ovvero più di qualunque altra nave mai realizzata finora in UE. In questo campo il massimo odierno sono i quattro cacciatorpediniere italo-francesi classe Orizzonte, che di celle ne hanno 48. Questo, insieme ad altri dettagli, fanno del DDX il corrispondente moderno della principale unità USA di prima linea, i cacciatorpediniere classe Arleigh Burke. Considerazioni I DDX andranno ad affiancare, e in seguito sostituire, i due cacciatorpediniere più vecchi attualmente in servizio nella marina italiana. Sono solo due, ma nel loro "piccolo" dicono cose importanti: rappresentano un cambio di rotta, o quantomeno una simbolica volontà di cambiamento, rispetto al modo di pensare comune a tutta Europa che prevede di andare il più possibile a risparmio su tutto, di realizzare unità piccole e poco armate (almeno rispetto agli standard delle maggiori marine del mondo) e la rassegnazione a fare gli "eterni secondi" dietro alle grandi potenze. Quella tendenza al piccolo e al favorire più il numero che la sostanza, che decenni di cosiddetta "sovranità nazionale" con seguente dispersione di forze tecnologiche ed economiche hanno incentivato a scapito della sicurezza e della prosperità. Se ci siamo (forse) finalmente svegliati, per una volta partendo dall'Italia, lo dobbiamo anche alla situazione internazionale: si comincia (forse) a capire che non è più il momento di scherzare e di trascurare le forze armate, e che nei limiti del possibile per la nostra condizione attuale c'è molto da recuperare. E' un inizio, ma non dobbiamo scordarci il problema: per rimanere ai paragoni, di Arleigh Burke gli USA ne hanno in programma 94 di cui 73 già costruiti... l'UE delle "sovranità nazionali" ha (avrà) 2 DDX, e magari qualcun altro che verrà forse realizzato in futuro per altri stati. Solo questo dice già tutto. (¹) La sigla è un nome provvisorio che sta ad indicare lo sviluppo di una nave da guerra della categoria cacciatorpediniere. (²) Sono ufficialmente classificati in questo modo, ma la suddivisione tradizionale non ha quasi più senso: oggi le navi da guerra si identificano più per le capacità di combattimento che per la stazza. Molti considerano i DDX degli incrociatori. (³) Capacità d'intercetto di missili balistici superficie-superficie. (⁴) Missili in grado di superare la velocità di mach 5 (circa 6200 Km/h).1 punto
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Incuriosito dalla lettura di altri recenti post con riferimenti a persone nobili, ho cautamente dispiegato una vecchia lettera dal Lombardo-Veneto ( già proposta per altra discussione ), nel cui interessante testo, si trova un riferimento, se ben leggo, a tal contessa Sanseverino . Una buona serata1 punto
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Complimenti anche da parte mia, prenderò anch'io il tuo libro.1 punto
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In realtà, C. Clay lascia aperta la questione: https://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=22621.msg150821#msg150821 Traduzione Google translate del resto della sua risposta: S C era normalmente posta sul rovescio delle monete romane in bronzo, quindi penso che la sua collocazione a sinistra e a destra del ritratto di Augusto su questa moneta possa solo significare che questo lato era il rovescio. Ci sarebbe stato un sacco di spazio per aggiungere quelle lettere sul lato Statua della moneta, se quello fosse stato il rovescio; non si può sostenere che le lettere fossero state eccezionalmente "forzate" sul dritto, perché semplicemente non c'era spazio disponibile per posizionarle sul rovescio come al solito. Guardando di nuovo la moneta, ora vedo una ragione plausibile per cui S C potrebbe essere stata eccezionalmente posta sul dritto: potrebbe essere sembrato confuso se lo stesso tipo di rovescio mostrasse una statua eretta con l'approvazione del Senato, una leggenda che esprimesse l'approvazione del Senato di quella statua e lettere che significassero "Con decreto del Senato" con riferimento alla produzione della moneta o all'istituzione della nuova monetazione in bronzo da parte del Senato sotto Augusto. Per lo stesso motivo, per evitare il riferimento a due diversi decreti del Senato sul rovescio della stessa moneta, S C è stato completamente omesso dalla Corona Civica sestertii di Caligola e Claudio, con leggenda rev. SPQR P P OB CIVES SERVATOS o EX S C (P P) OB CIVES SERVATOS, e dal Carpentum sestertius di Caligola per sua madre, con leggenda rev. SPQR MEMORIAE AGRIPPINAE. Naturalmente la stessa scelta, l'omissione totale di S C, avrebbe potuto essere fatta anche per i CONSENSV dupondii, quindi l'aggiunta di S C al lato del Divus Augustus non indica che si trattasse effettivamente del rovescio? Non credo che possiamo dirlo con certezza. Per quanto riguarda l’ipotesi di una statua di Caligola, si capisce dalla sua risposta che C. Clay interpreta la legenda come una formula di dedica: CONSENSV SENAT ET EQ ORDIN P Q R, (Consensu Senatus et Equestris Ordinis Populi Que Romani), “per decisione congiunta del Senato, dell'ordine equestre e del popolo romano ". Riporto anche il commento di questo dupondio dalla Moruzzi Numismatica che nello stesso modo ci vede la dedica di una statua …ma di Augusto: “Augusto durante la sua vita era già stato ammesso al rango degli dei nelle province. Questa moneta presenta sul rovescio la statua che gli fu dedicata come Divus Augustus, per voto unanime di tutti gli ordini dello stato.”1 punto
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Parlavo della vicenda in generale: della sua genesi, motivazioni e risultatati (ovviamente non tralasciando la bellezza degli esemplari esitati).1 punto
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Ciao Luca, puoi contattare Alessio Sena su facebook o sul suo sito senacoins.com1 punto
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P. L. : acca cu rata colla Ero sol PLACCA CURATA COLL'AEROSOL Buona notte. Stilicho1 punto
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Medaglia gesuita, emessa nella prima metà del XVIII sec. (dopo il 1726) - probabile produzione romana. IL 1726, anno di canonizzazione dei due Santi identificati da dareios it. - Ciao Borgho1 punto
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Buonasera a tutti, sto aspettando che chi mi ha soffiato gli ultimi Cavalli Aragonesi in Asta si faccia avanti e li posti , così mi complimento. 😀 Saluti Alberto1 punto
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DE GREGE EPICURI Non ricordo se ad Alessandria siano state coniate monete da 3 dracme, ma mi sembra di no. Alcune città greche invece le coniavano, e alcune le chiamavano stateri.1 punto
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Ciao @modulo_largo Dal semplice punto di vista iconografico, sui bronzi ben conservati (e non reincisi…) , si nota che i tratti del volto ricordano chiaramente quelli di Caligola: Argomento più interessante ancora è il parere di Curtis Clay sul forum FAC: “Indeed struck by Caligula, and the obv. shows a statue of Caligula, his facial features sometimes clearly recognizable, with a legendrecording that the statue had been erected "With the Approval of the Senate, the Equestrian Order, and the Roman People". Why coupled with a rev. of Divus Augustus? The best explanation I can think of, my own new and unpublished idea, is that the statue in question had been set up IN THE TEMPLE OF DIVUS AUGUSTUS, which Caligula himself dedicated in August 37 AD.” (Traduzione: In effetti, è stato coniato da Caligola, e il dritto mostra una statua di Caligola, i cui tratti del viso sono a volte chiaramente riconoscibili, con una leggenda che registra che la statua era stata eretta "Con l'approvazione del Senato, dell'Ordine Equestre e del Popolo Romano". Perché accoppiato a un rovescio del Divo Augusto? La migliore spiegazione che mi viene in mente, la mia nuova e inedita idea, è che la statua in questione era stata eretta nel tempio del Divo Augusto, che Caligola stesso dedicò nell'agosto del 37 d.C.)1 punto
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Con tutto il rispetto per i cugini numismatici ancor piu' antichi dei filatelisti, .. e della numismatica complessa materia e disciplina,.. ....bisogna considerare che siamo in un forum di numismatica ragazzi ( la moneta.it), .. .. io sono sicuro che a leggere sono di piu' di quelli che partecipano alle discussioni e va benissimo così,.. .. per me è un successo personale, ho scoperto un gruppo di amici fidati e affezionati, collezionisti VERI con la mente aperta, perché il collezionismo NON e' MAI per le tasche ma è sempre per la MENTE. In bocca al lupo allora per domenica prossima, non vediamo l'ora di ammirare nuovo materiale. 👍1 punto
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Che non si possa costituire una fondazione solo con le monete mi pare ovvio dato che non sono beni produttivi di reddito. Dovrebbe essere una parte di un patrimonio complessivo. vi sono fondazioni che mantengono ville, giardini e fenicotteri che hanno costi di gestione ben maggiori delle monete.. Quello di metterle in una fondazione o in un trust non è un’idea malvagia, anzi molti gia lo fanno sia per monete sia per arte e orologi.1 punto
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DE GREGE EPICURI La conferenza di Enrico Lesino merita un brevissimo riassunto. E' iniziata e si è anche conclusa su temi storici e geografici: Potosì è ora in Bolivia, ma in epoca spagnola faceva parte del Perù e dipendeva dalla capitale Lima, lontanissima; è situata a 4000 metri di altitudine, e la miniera è ancora più in alto, nel Cerro Rico. La zona è praticamente priva di alberi, e in origine (alla fine del '400 la popolazione non raggiungeva le 15.000 persone) non aveva corsi d'acqua; per sfruttare le miniere, gli spagnoli costruirono quasi 30 dighe, convogliando le acque in un fiume, e la struttura idraulica resiste ancora. La presenza dell'argento era nota ai nativi, che però non avevano interesse a sfruttarlo, mentre los conquistadores lo fecero immediatamente; dopo un secolo Potosì contava 160.000 abitanti, più di molte capitali europee. Lo sfruttamento minerario veniva appaltato a caro prezzo, e oltre a balzelli vari il 20% dell'estrazione era di proprietà della Corona. Per la mano d'opera fu sfruttata soprattutto popolazione locale di un'area molto vasta, impoverendo così tutte le zone circostanti; il lavoro era parzialmente obbligatorio (corvées); l'utilizzazione di schiavi neri provenienti dal Brasile si dimostrò improduttiva, perchè erano meno resistenti e morivano come mosche. Anche i locali comunque, per le condizioni precarie, la durezza del lavoro e le malattie professionali, avevano vita breve. I dati su queste morti, come su tutta l'attività e la produzione delle miniere (e in parte anche della zecca) risultano inaffidabili, con divergenze fra le fonti, esagerazioni nella pubblicistica recente (anti-imperialistica e anti-coloniale) e omissioni interessate o fraudolente da parte spagnola. Alcuni episodi eclatanti convinsero Filippo IV intorno al 1650 a promuovere una severa inchiesta, che si concluse con numerose condanne a morte: infatti si ingannava la corona sulla quantità di minerale estratto, e si inviavano in Spagna monete con titolo di Ag sempre più basso; si dovettero contromarcare al ribasso moltissimi pezzi da 8 reales, svalutandoli a 6 e a 7,5. La quantità di Ag estratto continuò ad essere imponente (migliaia di tonnellate) fino all'Ottocento, quando cominciò a decrescere: le vene erano sempre più profonde e più povere. Comunque, dal 1825 la Bolivia divenne indipendente. Oggi Potosì conta nuovamente poche decine di migliaia di abitanti; un certo numero di minatori (individualmente o a piccoli gruppi) cerca di sfruttare l'Ag che resta, con rischi spaventosi. La zecca. Costruita quasi subito e ampliata successivamente, coniò a martello fino al 1770 circa, poi col tornio. Perchè le monete sono di solito di cattiva qualità? Perchè non c'era interesse a farle "belle": potevano funzionare anche come dei micro-lingotti, contrassegnati in qualche modo. La cattiva qualità era soprattutto dei tondelli: prodotti da listelli di Ag che venivano malamente scalpellati, poi battuti per spianarli un po', infine coniati quasi a freddo. Quasi sempre molto spessi, o comunque irregolari. Tuttavia esistono anche alcune monete assai ben fatte, non si sa se per omaggiare personaggi importanti. Quelle inviate in Spagna per le supervisioni (saggiature) dovevano però esser scelte a caso. La tipologia è pressochè immobilizzata (fino alla comparsa delle Due Colonne col "PLUS ULTRA") ed è identica per tutto il numerario, con piccole differenze nello stemma. Il segno di zecca può essere una P o qualcosa di più. Non mi dilungo per la mia scarsa competenza sulle emissioni... Un discorso a parte meriterebbe il viaggio dei galeoni verso la Spagna, col prezioso carico. Prima, si scendeva all'Oceano Pacifico con una lunga marcia dei lama, stracarichi. Poi le navi risalivano fino a Panama, si attraversava l'istmo usando qui degli asini, e sulla costa atlantica altri galeoni imbarcavano il carico per portarlo a Siviglia. Leggendari sono i naufragi causati dal maltempo, e gli affondamenti da parte degli inglesi; il più celebre forse nel 1804 di fronte a Cadice (una vera vigliaccata, perchè Spagna e Inghilterra erano alleate). Di qui immersioni, ricerche subaquee, palombari anche in tempi recenti; infine robot sottomarini, che hanno recuperato molto materiale, in parte esposto in musei spagnoli. Negli USA c'è un vero delirio per queste "cacce al tesoro", che hanno contribuito a far lievitare il collezionismo ed i prezzi spropositati di queste monete "dei pirati".1 punto
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Ciao. La moneta d'oro di facciale 100 euro ma con un contenuto d'oro di 2.4000 euro (o quello che è) a titolo .900 o superiore, non va dichiarata come merce ma rientra nella categoria di "denaro" come specificata dal Regolamento UE sopra richiamato. Quindi il pezzo da 100 euro, da valutare 2.400 euro (o quello che è) per l'oro contenuto, va sommato all'altro denaro di cui il soggetto che passa la frontiera è in possesso e se la somma di tutto (moneta da 100 euro da valutarsi 2.400 o quello che è più denaro contante) non supera la soglia complessiva di 9.999,99 euro, in dogana non c'è da dichiarare nulla. M.1 punto
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Buongiorno Per il 2024, 2 Centesimi sloveni. Trovati in terra. saluti1 punto
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Questo il mio esemplare censito semplicemente come PROVA.1 punto
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L'immigrazione "Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste..." Beh, non si può dire che questo invito (un sonetto di Emma Lazarus, The New Colossus, trascritto sulla Statua della Libertà) non sia stato preso alla lettera soprattutto negli anni di cui ci stiamo occupando. Infatti, nei cinquant'anni successivi alla guerra civile, l'immigrazione fece affluire negli Stati Uniti oltre 26 milioni di persone. Fin verso il 1880 giungevano soprattutto dall'Europa nordoccidentale, poi la stragrande maggioranza affluì dall'Europa sudorientale, in particolare dall'Impero austroungarico, dalla Russia zarista, dall'Italia. Un altro flusso, più ridotto numericamente, ma più difficile da assimilare, venne dall'Asia orientale attraverso il Pacifico: cinesi, giapponesi, filippini. Il passaggio dalla navigazione a vela a quella a vapore contribuì all'esodo, mitigando, se non eliminando, le ancestrali paure legate al rischio della navigazione oceanica. Ma i naufragi non mancarono comunque, sebbene il Titanic fosse ancora di là da venire. Gli immigrati confluirono soprattutto nei grandi centri urbani e nelle zone industriali, la campagna non li interessava, sia perché non avevano i capitali per avviare un'attività agricola, sia perché attratti dai salari, relativamente elevati, che potevano ottenere lavorando nelle fabbriche, nelle miniere, nelle filande. Nel 1910 un terzo della popolazione residente nelle 12 città più grandi era nata all'estero, e un altro terzo era costituito da figli di immigrati. A New York c'erano più italiani che a Napoli, più tedeschi che ad Amburgo, il doppio degli irlandesi di Dublino. New York era l'obbligato punto di arrivo per tutti quelli che giungevano dall'Europa dopo la traversata atlantica, e tutti, a partire dal 1892, dovettero transitare per l'isolotto di Ellis Island, dove erano sottoposti a un esame per accertare le loro condizioni, prima di ottenere il visto di ingresso. Un esame che si diceva terribile, ma che in realtà portò a scartare e rispedire in Europa appena il 2% degli emigranti. Continua...1 punto
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La Rivoluzione Industriale Nella Gilded Age, gli ultimi trent'anni dell'Ottocento, ciò che più caratterizzò gli Stati Uniti fu lo sviluppo industriale, che avvenne a un ritmo sempre più rapido. L'industria aveva già avuto una fase di espansione prima della guerra civile, ma solo nel dopoguerra ci fu il decisivo passo in avanti. Tra il 1860 e il 1900 la produzione industriale aumentò, in valore, da 2.000 milioni di dollari l'anno a oltre 13.000 milioni, il capitale investito passò da 1.000 a 10.000 milioni annui, il numero delle persone impiegate nell'industria manifatturiera, nelle miniere, nell'edilizia e nei servizi salì da poco più di 4 milioni a oltre 18 milioni. Simbolo della nuova America industrializzata fu la grigia e fumosa Pittsburgh (Pennsylvania), con i suoi altoforni, le sue acciaierie, la sua foresta di ciminiere. Ne vediamo un'immagine emblematica del 1885. Alla base dell'industrializzazione ci fu una grande disponibilità di materie prime, enormi giacimenti di carbone, di ferro, di rame, sterminati campi petroliferi, grandi foreste. Cui si unì una quantità praticamente inesauribile di manodopera, data non solo dallo sviluppo demografico interno, ma da un'immigrazione che portò sul suolo americano milioni di persone da ogni parte del mondo. L'industrializzazione si accompagnò a progressi stupefacenti della tecnologia, ma fu anche talmente rapida che il suo impatto sulle strutture economiche e sociali provocò inevitabili traumi: tra le conseguenze più gravi, i grandi squilibri nella distribuzione della ricchezza, la concorrenza spietata, i conflitti sociali e di lavoro, e la serie di complessi problemi che investirono l'intera organizzazione sociale Affronteremo, sia pur in maniera ovviamente sommaria, questi temi, ora rilassiamoci un attimo, tornando a Pittsburgh con alcune immagini sicuramente più idilliache della precedente, come le vignette che illustrano questo titolo azionario (dalla mia collezione) della Pittsburgh Lake Erie Rail Road Co. petronius1 punto
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Nel 1873, lo stesso anno del Fourth Coinage Act, due scrittori, destinati a diversa fortuna, collaborarono alla stesura di un romanzo sui nuovi ricchi imprenditori emersi dalla Guerra Civile e dalla Ricostruzione. Il loro libro era fortemente critico nei confronti di costoro, la cui rozzezza e avidità di denaro erano in netto contrasto con gli ideali propugnati a livello ufficiale. Uno dei due autori, Charles Dudley Warner, avrebbe poi conosciuto una certa fama come saggista, l'altro, Samuel Langhorne Clemens, sarebbe diventato, con lo pseudonimo di Mark Twain, uno dei più importanti e famosi scrittori statunitensi, per molti "il padre della letteratura americana moderna", ancora oggi letto e conosciuto in tutto il mondo. Ma, più di loro, che diedero senza dubbio il meglio in altre opere, quel che interessa qui è il titolo che scelsero per il romanzo, e che molti anni dopo sarebbe stato usato (e lo è ancora) per designare un periodo della storia americana, gli anni che vanno dal dopoguerra (Civile), alla fine del secolo. Quelli di cui ci stiamo occupando in questa discussione Il titolo del romanzo è: The Gilded Age Un titolo che non avrebbe potuto essere più appropriato. Quella non era una Golden Age, un'età dell'oro, un periodo in cui l'umanità dà il meglio di sè, superando le differenze di classe, razza, sesso o visione del mondo. Piuttosto, era un'età che si atteggiava a qualcosa di solido e degno, ma la cui patina dorata (gilded) era sottile, rivelando ben presto il marcio che si celava sotto. Come una moneta falsa Insomma, non il periodo migliore della storia americana, e gli osservatori attenti lo sapevano, e lo dicevano, già all'epoca. Ma, anche, un periodo ricco di eventi, che hanno cambiato il volto degli Stati Uniti... e del mondo. E che continuerò a raccontare, con un occhio attento, come sempre, ai suoi risvolti monetari petronius1 punto
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Condivido una parte del raccolto di quest'anno in fase di catalogazione1 punto
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''Venire fuori'' mi sta benissimo, perchè si può anche ''venire dentro''. Ma, ribadisco, ''uscire fuori'' è un'inutile ripetizione, così come ''a me mi piace'' (orribile ). Arka P.S. Mi chiedo se l'accettazione del mancato rispetto delle regole linguistiche non sia poi padre dell'accettazione del mancato rispetto delle regole stradali (i pedoni passano regolarmente con il rosso, gli automobilisti non si fermano prima delle strisce pedonali...) e di altre regole anche più importanti. P.S. 2 Ho corretto la parola ''strisce'' dopo la bacchettata di @apollonia... Diligite iustitiam1 punto
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Il FDC non è determinato sicuramente dalla lucentezza della moneta!1 punto
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