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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/22/24 in tutte le aree
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Caro Tiziano siamo noi a ringraziarvi per aver partecipato. E’ stato anche un piacere ( e una scoperta) conoscere i colleghi di Aosta, appassionati anch’essi di monetazione Alessandrina. la giornata e mezza di studio e’ stata soprattutto occasione di scambio culturale, confronto, dibattito, introduzione di nuove idee e nuove ipotesi tra studiosi e appassionati intervenuti da tutte le parti ( anche dalla Cina!) in un’atmosfera cordiale anche qualche sano momento ludico 😝 qualche tempo fa si pensava ai Circoli come realtà in un inesorabile declino ma l’avvento del web, dei social e una sana voglia di aggregazione stanno dando nuova linfa a questi organismi associativi che possono fare molto per la condivisione della passione e della cultura numismatica. mi auguro ci possano essere in futuro piu’ momenti di scambio e d’incontro. Grazie a tutti coloro che ci hanno seguito.6 punti
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Tra l'altro di inediti c'è ne sono in giro,basta cercare,ma prima bisogna farsi una cultura...4 punti
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Ciao a tutti! Grazie ad un amico del forum che mi ha gentilmente informato di un’asta, ho acquistato una nuova spilla da aggiungere alla mia collezione di numisaltra. Bel modulo e con i suoi 25 grammi è un piacere tenerlo in mano. Per chi non ne fosse a conoscenza, questa è la variante con i "rami corti" in basso nella ghirlanda. Cosa posso però raccontare su di una moneta che gli appassionati conoscono bene e su cui si è gia detto tutto? Meglio spendere qualche parola su cosa NON vi è rappresentato ma solo sottinteso Intanto la legenda del R: Italia libera 𝔇𝖊𝖚𝖘 𝖛𝖚𝖑𝖙! nientepopodimeno. La prima volta che quest'espressione apparve, poi sono partiti per liberare Gerusalemme. Non è il popolo che "in god we trust" a desiderarlo, ma qui è direttamente l'inquilino dell'ultimo piano a volerlo - cosa che viene anche sottolineata dalla posizione dell'indice della mano sinistra di Minerva. Minerva?? no scusate,mi sono sbagliato: quella arriva 100 anni dopo! Ma poi esattamente che cosa vuole Dio? L'Italia? Ma pure il governo era solo regionale, della Lombardia: questa benedetta "Italia" dovevano ancora farla. Naturalmente è l'ideale che conta e siamo in pieno risorgimento, ma diciamo magari che sarebbe bastato che gli austriaci si togliessero dalle scatole. Tanto per farglielo capire meglio, sono state organizzate 5 giornate a quel proposito ed all'inizio hanno pure funzionato, ma non durò a lungo. Ma per quanto tempo esattamente? beh... il 18 marzo fu la prima delle "Cinque giornate di Milano" ed il 6 di Agosto si chiuse questa parentesi. Quattro mesi?!? Ma gli insorti non avevano niente di meglio da fare che si son messi a coniare valuta? Sembra strano, ma le monete accomunano, sono un simbolo di unità. Qualche anno prima in Tirolo hanno avuto solo due mesi di tempo, ma anche lì si son subito messi al lavoro. cercate "Hofer" sul forum, se volete. Naturalmente queste tre monete - ce ne sono ancora due in oro ed argento - erano solo sulla carta destinate alla circolazione, il loro scopo era di essere un gesto patriottico. E per il resto? C'è ancora da ricordare che estiste una "cugina" emessa più tardi nello stesso anno dal Governo Provvisorio di Venezia, anche una "5" lire. Cinque? Sì, ma fatto così sembra un po' arzigogolato: guardate questi tre - sulle lire a SX ed in centro sembra lo stesso. quello a DX - simile ma non identico - l'ho o trovato su di una monetina di Carlo Alberto di qualche anno prima - forse allora il carattere andava di moda. A quelli che sono arrivati a leggere fino a qui un caro saluto, per oggi ho finito. VIVA L'ITALIA LIBERA! Njk ============== Qui i link di riferimento, se avete ancora le energie per approfondire i temi di sopra: https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_provvisorio_di_Milano https://it.wikipedia.org/wiki/Cinque_giornate_di_Milano https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=04.08 https://it.wikipedia.org/wiki/Deus_lo_volt https://en.numista.com/catalogue/pieces18063.html https://de.ucoin.net/coin/venice-5-lire-1848/?tid=77072 https://de.numista.com/catalogue/pieces38303.html https://www.lamoneta.it/topic/218793-quando-le-monete-ci-identificano/4 punti
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Buonasera a tutti, approfitto di questa bella discussione sui Tre Cavalli di Filippo IV, posto foto dei miei tre esemplari di Ante Ferit senza pretese. Saluti Alberto3 punti
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Un soldo 1862 del Veneto austriaco un kreuzer 1858 di zecca Milano Questa invece è stata una piacevolissima sorpresa e ancora mi mancava! Un bel 3 centesimi del Governo provvisorio di Venezia 1849, mai visto in ciotola ad 1€... Un paio di monetine dell'Albania italiana, che mi mancavano 0,05 le 1940 e 0,20 lek 19413 punti
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Buona sera, mi è appena stata regalata questa moneta da mi madre, è una sterlina d'oro di Elisabetta II Windsor. Incisa da Arnold Machin e coniata dal 1974 al 1984 tranne nell'anno 1975 e 1977 per un totale di 36.500.000 pezzi. Legenda: ELIZABETH.II.DEI.GRATIA.REGINA.F:D: Dritto: Busto della Regina rivolta a destra, con un diadema. Rovescio: San Giorgio a cavallo che uccide il drago con la spada. La data sotto la linea di esergo con le lettere piccole B.P. a destra. Bordo: Zigrinato. Tipo: Coronata giovane (2⁰ tipo) Diametro: 22.12 mm Peso: 7.98 g, 7.32 di oro 22 kt2 punti
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Che poi non è nemmeno un'inedito "tipologico", ma di un simbolo di cui sicuramente tutti noi ne abbiamo in collezione non ancora censiti...2 punti
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Aggiornato elenco #1 con Collezione Whiteway: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bd6t5383564g/f11.item.r=venezia2 punti
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Aggiornato elenco #1 con la Collezione Vaccari: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bd6t5383440z/f13.item.r=venezia2 punti
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Complimenti al Circolo Numismatico Ticinese per lo splendido Simposio. Relatori di elevatissima caratura ed accoglienza come di consueto più che calorosa. Un evento da Annales!2 punti
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Ritornando sul discorso della ribattitura mi sono soffermato su 2 monete in particolare,basandomi principalmente sul peso,il diametro e la presenza della lettera V che vediamo davanti al nome del Re e che potrebbe appartenere alla legenda della moneta che ospita il 3 cavalli... La prima è il 3 cavalli con rovescio anepigrafo di Filippo III,con con peso che oscilla tra i 2,58 e i 3 grammi e un diametro che varia dai 20 ai 24 millimetri (fonte:"La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503-1680, di Pietro Magliocca,pagina 189,numeri 85,86,87 e 88)... Con legenda al dritto che recita: PHILIPP.III.D.G.REX.ARA.V +...2 punti
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Buongiorno In effetti somiglia a questa del link https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VIT1/12 punti
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Buona sera, concordo purtroppo con il parere dei colleghi. Ho smanettato un po' con i livelli dei colori e vi mostro quello che ho ottenuto (ho scritto in bianco le cifre che mi pare si intravedano subito sopra): Personalmente mi tengo molto lontano da presunte varianti di colore, meduse gialle, viraggi azzurrini, numeri verdi, gialli e... fantasma. La truffa è sempre dietro l'angolo.2 punti
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Egregi "la monetiani". Come ogni anno, in qualità di organizzatore, presento la manifestazione VENEZIA NUMISMATICA giunta alla sua IX edizione, che si terrà il giorno 19 ottobre 2024, dalle 9.15 alle 17.00, sempre presso il Novotel, sito in Via Ceccherini 21, immediatamente adiacente all’uscita Castellana della Tangenziale di Mestre.. L'appuntamento, che si rinnova dal 2016, è diventato un appuntamento apprezzato per : - la signorilità dell'ambiente; - la qualità dei commercianti presenti; - la possibilità di potersi godere la visione delle monete senza la preoccupazione e la concitazione presente nelle altre manifestazioni. A tal proposito alcune considerazioni. La SICUREZZA per me è il VALORE ASSOLUTO. Gli episodi che hanno toccato tanti commercianti, me compreso, mi hanno spinto l'anno scorso ad adottare una procedura di registrazione all'evento, oltre a potenziare la presenza della Vigilanza armata. Questa procedura, a parte qualche naturale diffidenza, è stata non solo compresa (perché fatta a tutela di tutti coloro che accedono alla manifestazione), ma anche appoggiata. A titolo informativo l'anno scorso tutto questo insieme di iniziative e di procedure ha permesso di individuare e monitorare due soggetti sospetti che sono stati controllati dalle Forze dell'Ordine presenti, e che si sono allontanati senza ulteriori problematiche. Il sito di appoggio per la registrazione è numismaticaitalia.com, dove ci sarà un'apposita sezione dedicata e dove sono annotate le indicazioni logistiche per poter arrivare al sito nella maniera più consona. Oltre alla collaborazione di Maurizio Sangineto (Sangy), https://www.ideazioni.it che avete conosciuto lo scorso anno e che ha creato i progetti Numismarketing e Numismatica Italia, recentemente ho avuto la disponibilità per la collaborazione di Imago7, https://imago7.it con la sua titolare Antonella Bruno, azienda specializzata nell'organizzazione di eventi con molti famosi brand a livello nazionale ed internazionale. Il tempo non è molto, ma cercheremo di dare il massimo per organizzare una manifestazione all'altezza. E comunque per gettare le premesse di un prosieguo con uno sviluppo di questa e di altre iniziative per ridare dignità e importanza alle manifestazioni in presenza, ormai sempre più abbandonate a cliches di sempre minore interesse nel pubblico. E' in preparazione anche una sezione culturale, in fase di definizione, che si terrà sempre nell’adiacente Sala Firenze, di cui parleremo nei prossimi giorni. Sempre a disposizione e tenetevi in contatto!!! Stefano Palma – alias Sivis1 punto
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LA BIRO, UN’INVENZIONE UNGHERESE Accanto al cubo di Rubik e caffè Illy, anche la penna a sfera, che per noi italiani è comunemente detta biro, ha origini ungheresi. Prende infatti il suo nome dal giornalista ungherese László József Bíró, che l’ha brevettata nel 1938. COME È NATA L’IDEA? Come spesso capita per le grandi innovazioni, sembra che il signor Bíró abbia tratto ispirazione da una cosa estremamente semplice: ha visto dei bambini giocare a bocce. Ha notato infatti che le bocce, attraversando una pozzanghera, ne uscivano lasciando un tratto omogeneo sul terreno. Da lì, l’illuminazione: il meccanismo poteva essere sfruttato per la scrittura, inserendo una sfera nella punta della penna e impregnandola in un inchiostro sufficientemente viscoso (affinché non si seccasse). IL BREVETTO IN GRAN BRETAGNA E LA VENDITA AL BARONE BICH La penna a sfera non è stata brevettata in Ungheria. A causa dell’antisemitismo, infatti, Bíró aveva dovuto lasciare la sua patria e ha depositato il brevetto in Gran Bretagna nel 1938, insieme al fratello György che faceva il chimico. Successivamente, si è trasferito in Argentina e lì, nel 1940, ha aperto la sua fabbrica “Biro. Penne di Argentina”. Sfortunatamente, in pochi anni Bíró è stato costretto a vendere il brevetto ad un barone francese: Marcel Bich. Questo tipo di prodotto necessitava infatti di un ingente investimento iniziale, che non era sostenibile per il giornalista ungherese. Ironia della sorte: l’inventore, Bíró, è morto in ristrettezze economiche, mentre il Bich è diventato ricchissimo con la sua penna Bic, che ha perso la h finale del cognome del barone ed è diventata la più venduta al mondo. DA LUSSO A OGGETTO COMUNE Per quanto al giorno d’oggi avere una penna a sfera rappresenti una cosa assolutamente normale, per molti anni è stata un vero e proprio lusso. Si pensi che il prezzo medio negli anni ‘40 era attorno ai 12,50 dollari (una cifra esorbitante per l’epoca). Con la produzione di Bich negli anni ’50, invece, la penna è diventata accessibile a tutti. Veniva prodotta in plastica, consentendo un prezzo molto inferiore al modello originale (di circa 0,50 dollari a pezzo). UNA DIFFUSIONE NON FACILE Nonostante le bic fossero economiche, non hanno avuto immediata diffusione. Le insegnanti dell’epoca, infatti, sostenevano che per una bella grafia fosse imprescindibile l’uso di inchiostro e pennino. Imparare a scrivere seguendo le regole della calligrafia del tempo non era possibile con le penne a sfera. Questa ostilità era talmente diffusa da comportare un divieto di utilizzo delle bic presso le amministrazioni pubbliche e gli istituti di credito italiani fino al 1961. Qualora i documenti venissero firmati con una penna a sfera, venivano rigettati. Successivamente, la praticità ha avuto la meglio sui canoni della vecchia scuola. Nel 2005 Bic ha raggiunto il traguardo di 100 miliardi di prodotti venduti. Una curiosità: ogni penna (secondo quanto affermato da Bic) consente tre chilometri di scrittura. Grazie a Bic, facendo due conti, è come se l’intera umanità avesse coperto la distanza dalla Terra a Marte per 5.892 volte. PARTNERS ntyioon egbnk https://ungherianews.com/2023/03/16/la-biro-uninvenzione-ungherese/ La biro: l’invenzione che ha cambiato il modo di scrivere e disegnare La penna a sfera sta per compiere un secolo e da almeno settant’anni è popolare in tutto il mondo. Questa invenzione, che ha soppiantato nell’uso comune la vecchia e macchinosa stilografica, non smette mai di mostrarci le sue infinite possibilità. Piace agli scrittori e ai pittori di ieri e piace, soprattutto, ai giovani artisti di oggi. Addentriamoci nella storia della “biro” e nei suoi usi artistici più interessanti. La lenta nascita della penna a sfera: tutto ebbe inizio con Leonardo Chi ha inventato quella che tutti, oggi, chiamiamo “biro”? Questo termine è entrato in uso in italiano grazie allo scrittore Italo Calvino, il quale soleva chiamare in questo modo la penna a sfera, riferendosi al nome del suo inventore: László Bíró. Ma la storia di questa invenzione, come di molte altre, non è tanto semplice e lineare come sembra. Il primo a concepire l’idea di una penna a sfera fu un personaggio a noi molto noto: Leonardo da Vinci, grande scienziato, artista e…scribacchino! Ma ci vollero diversi secoli perché la sua intuizione di un “ingegno scrittoio” a sfera venisse veramente realizzato. Dopo Leonardo, a inventare la penna a sfera ci provò un americano vissuto alla fine dell’800, tale John J. Loud. Egli ideò la penna e il meccanismo a sfera inchiostrata, ma il suo prototipo aveva un grave difetto: non scriveva sulla carta, andava bene solo per il legno o altre superfici dure. Era quindi del tutto inutile. Così Loud lasciò perdere e si disinteressò per sempre alla produzione di penne. Ma negli anni ’30 un giornalista ungherese naturalizzato argentino di nome László Bíró scoprì il progetto di Loud e provò a migliorarlo. László Bíró, il papà della biro Da giornalista, Bíró utilizzava la penna quotidianamente e conosceva tutti i difetti delle tradizionali stilografiche, tanto belle quanto scomode: queste penne lasciavano le mani sempre macchiate di inchiostro e, per di più, erano tutto fuorché economiche. Ebbene, Bíró decise di “inventare” finalmente la penna a sfera trovando il modo di farla funzionare, e ci riuscì grazie all’aiuto del fratello chimico. Questi inventò una formulazione di inchiostro, simile a quello tipografico, che si dimostrò più adatto alla nuova penna. Ecco cos’era mancato a Leonardo da Vinci e a John J. Loud: i loro progetti erano validi, solo la composizione dell’inchiostro era sbagliata! E così László Bíró (1899-1985), finalmente, divenne ufficialmente il padre della “biro”. L’invenzione fu brevettata in Inghilterra e Ungheria, ma, allo scoppio della guerra, Biró, di origini ebraiche, fu costretto a fuggire e a rifugiarsi in Argentina, dove la penna a sfera fu perfezionata, prodotta e messa in vendita per la prima volta nel 1945. La penna originale era in metallo, si comprava ad un costo abbastanza contenuto e poi andava semplicemente ricaricata, finito l’inchiostro, con le apposite cartucce. Marcel Bich e la rivoluzione di plastica Ma chi trovò il modo di decretare il successo della nuova invenzione fu l’imprenditore francese Marcel Bich, il quale acquistò il brevetto da Bíró e fondò la società, ancor oggi molto famosa, detta Bic. La sua idea era semplice: usare la plastica per fabbricare penne così economiche da poterle gettare via quando esaurite, senza doverle mai più ricaricare. Oggi sappiamo che l’usa e getta è meno conveniente di quanto sembri, ma all’epoca fu una rivoluzione. Oggi, biro e bic sono nella nostra lingua dei perfetti sinonimi di “penna a sfera”. Tanto è stato il successo dei primi avventurieri della “nuova scrittura”! Un successo che, precisiamo, non sembra destinato a tramontare neppure nell’era degli smartphone e dei computer. Rispetto al passato scriviamo sempre meno, eppure in casa o in ufficio non può mai mancarci un set di biro per appuntare numeri di telefono, spese da fare o fugaci pensieri poetici. Un nuovo modo di disegnare e progettare Immediata e sempre pronta, la penna a sfera inaugura un nuovo rapporto tra idea e realizzazione creativa. Fra i primi a intuirlo fu Giacometti. Alberto Giacometti (1901-1966) Il famoso pittore, scultore e incisore svizzero affermò una volta: “di qualsiasi cosa si tratti, di scultura o di pittura, è solo il disegno che conta”. Questa sua fede nel disegno, non certo scontata, lo portò a realizzare moltissimi schizzi e opere su carta (ritratti, manifesti…), a volte utilizzando come “pennello” proprio la penna biro. In lui è particolarmente evidente l’importanza dell’immediatezza, quel rapporto istantaneo tra idea ed espressione che solo la biro può garantire. È l’inizio di un nuovo metodo di pensare e progettare l’opera.1 punto
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DE GREGE EPICURI @HorasdoceoSi vede veramente poco. Direi comunque una riduzione sestantale, periodo circa 210-200 a.C.1 punto
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Complimenti @Meleto ciotola ricca. A me piace molto il centesimo del Canada 1891 e il 0,05 LEK Albania. Ottima anche la conservazione . Sono monetine che solitamente superano tranquillamente 5 euro. saluti1 punto
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DE GREGE EPICURI Visto che nessuno si sbilancia...è a cavallo fra la riduzione onciale e quella semi-onciale, quindi stiamo fra il 120 ed il 90 a.C. Però potrebbe far parte di quelle emissioni semi-ufficiali, soprattutto spagnole, di datazione anche più tarda. Per dire di più occorre essere molto bravi, anche perchè alcuni apparenti segni (es. una stella davanti alla prora?) potrebbero essere degli artefatti dovuti alla consunzione.1 punto
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Puoi tranquillamente maneggiarla a mani nude prendendola per i bordi. Io faccio così. Nessun problema. Se lasci ditate visibili, intervieni subito e banalmente e con leggerezza con un panno in microfibra. La puoi conservarla in vari modi: la capsula è uno di questi. Ti tutela anche da eventuali cadute. Oppure puoi metterla in un piccolo espositore (soluzione più costosa), qui ne trovi anche di molto piccoli: https://www.coinsandmore.it/?gclid=Cj0KCQjwgL-3BhDnARIsAL6KZ697rUinlztmpO5fnuhp-lN88GzUtNfyf-1gdp_2uQf9sMffc2nFAS4aAtXeEALw_wcB Per il discorso della pulizia, credo che tu ti riferisca a quella piccola parte nera in alto al dritto. Mio consiglio: NON toccare nulla. È una cosa normale, fa parte del vissuto della moneta, è il nulla. Considera che io son ben contento, mentre visiono le monete alle aste, di trovare particolari simili (come anche piccole tracce di sporco, o annerimenti), perché sono indice del fatto che la moneta non dovrebbe essere mai stata lavata. Una moneta del genere non va toccata: la rovineresti solo (comunque un possibile intervento, che non fa danni, potrebbe essere con un intervento locale con cotton fioc imbevuto con acetone puro, ma ripeto, io non ci proverei a farlo)1 punto
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Grazie mille @nikita_!! Queste parole dette da te valgono il doppio! Sono rimasto anch'io stupefatto da quel che saltava fuori da quella ciotola 😄. Con pazienza e determinazione una ad una sono uscite queste chicche... Grazie dell'identificazione dell' anno dell' ottomana, non lo avevo visto perché guardavo esattamente sotto la tughra, invece era un po' più spostato a destra. Anche a me sembra proprio un 20! Ti aspetto alla prossima volta che riuscirai a venire a Verona, io dovrei esserci anche a novembre nel caso, altrimenti in primavera col tempo migliore😄1 punto
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Moneta "lucidata" peccato perché nonostante l'usura (comunque uniforme) presenta dei bei campi. Per me in conservazione q.BB. Qui sotto posto per confronto un esemplare in buona conservazione:1 punto
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Cioè 4 mesi fa? Va beh se il fortunato acquirente necessita di un broker numismatico io sono disponibile vanto una carriera nel viceregno quasi ventennale, per stipendio e benefit ne parliamo in privato. 😅 Scherzi a parte, è evidente che mancano le basi per lo studio di questo periodo e basta un "inedito" a fare cadere certi "collezionisti". Per altro essendo l'asta Varesi di 4 mesi fa, non me la sento nemmeno di criticare la ACM per riportare l'inedito in descrizione. Di sicuro manca nei libri, ma il problema è chi offre 🤦🏻♂️🤦🏻♂️🤦🏻♂️1 punto
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Da quanto comunicano le foto, con tutti I limiti del caso, e considerando il peso penso di si 🙂 ANTONIO1 punto
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Un punto importantissimo è proprio questo : chi partecipa in presenza a fine evento può anche vedere e "toccare" dal vivo le monete ( per lo meno alcune in questo caso) oggetto della discussione.1 punto
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Un gran bell' esemplare. Io la vedo bene tra mSPL-qFDC Quindi voglio dire una via di mezzo tra le due conservazioni1 punto
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Cartolina illustrata in n tariffa per l'interno 5 parole, con 20c carminio , torre del Marzocco, 50°ann. della R. Accademia Navale di Livorno emesso il 28.11.1931. Bell'annullo di partenza meccanico, Verona ferrovia con linee ondulate a dx del 23.12.1931.. .. annullo di arrivo frazionario di Sava del 2?.??.?? Affrancatura quotata. La cartolina dal lato immagine è DELIZIOSA, disegnata dall' illustratore Emilio Colombo che disegno' moltissime cartoline art decò. Purtroppo di questo disegnatore non esistono notizie. La cartolina è un CAPOLAVORO sia dal lato postale che dal lato immagine, DI VALORE.1 punto
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La seconda moneta potrebbe essere un sestino di Giovanna e Carlo,con un peso che oscilla tra i 0,90 e i 3,63 grammi e un diametro che varia dai 15 ai 21 millimetri (fonte:La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503-1680,di Pietro Magliocca,pagina 27, numerio 15 e varianti)... Con legenda al dritto: LETICIA:POPVLI+... E al rovescio: IVSTUS:REX ❁... Verosimilmente si era già discusso qualche anno fa di un tre cavalli ANTE FERIT ribattuto su un sestino di Giovanna e Carlo...1 punto
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Una piccola foto di gruppo delle più piccole a 50 cent, tranne la East Africa ad 1€ 50 heller 1940 Protettorato di Boemia e Moravia 2 centimes Belgio 1874 2 pfennig 1907 Berlino 1 cent 1924 East Africa Infine ad 1€ anche questa monetina ottomana in argento (post 1876) ma senza data di Abdulamid II 2 Kurus Abdulamid II, il rovescio è purtroppo quasi totalmente liscio1 punto
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Ieri ho fatto un rapido salto in mattinata al mercatino, ecco le pescate da ciotola ad 1euro o meno l'una! Cominciamo da queste due monetine che mi mancavano entrambe 10 pennia 1916 della Finlandia russa a nome di Nicola II 2 mils mandato britannico di Palestina 1927 Due monetine canadesi da un centesimo, una di Vittoria 1891 e l'altra di Giorgio V 1916 (quest'ultima regalata in più). Quella di Vittoria è molto piacevole sia nella patina che nella conservazione. Queste monete italiane già le avevo ma le ho migliorate Carlo Felice un centesimo 18261 punto
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mi raccomando non lavarla, la patina pùò certificarne l'autenticità, sarebbe una bella scoperta.1 punto
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2 euro 2024 hanno una tiratura di 60 milioni di pezzi1 punto
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Buongiorno. Sono due cose differenti. L’attestato di autenticità contiene in genere una foto dell’esemplare esaminato, permettendo di lasciare la moneta libera. La sigillatura in bustina racchiude la moneta ed esprime il parere di autenticità e ne attesta l’autenticità.1 punto
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MA NON CAPITE CHE QUESTI MAGNIFICI ANNUNCI SONO FATTI APPOSTA PER NOI? ORA NON RESTA CHE TIRARE FUORI I DOPPI E VENDERLI A CENTINAIA DI EURO! 😁 ...e io che da bravo pirla ho comprato la mia con gli euro 😫1 punto
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Il sogno americano? Negli ultimi decenni dell'Ottocento la società americana divenne sempre più stratificata. Da un lato, come abbiamo visto, c'era la classe lavoratrice più umile costituita dagli immigrati, all'altro estremo della scala sociale stava nascendo una nuova aristocrazia corporativa: nel 1892 il 9% delle famiglie americane possedeva il 71% della ricchezza del paese. Nel 1893 il New York Times pubblicò un elenco di 4047 milionari: tanti, al punto che per essere considerati davvero ricchi, bisognava essere plurimilionari. Dopo il 1880 il divario tra ricchi e poveri trovò uno specchio fedele nella struttura urbanistica delle grandi città: a pochi isolati di distanza dagli slum degli immigrati sorgevano le magnifiche dimore dei principi del commercio, dei baroni delle ferrovie, dei banchieri di Wall Street. Furono quattro di loro, in particolare, ad assurgere a simbolo della nuova, grande ricchezza americana: una ricchezza non esente da ombre, se è vero che furono soprannominati The Robber Barons, un titolo che non ha bisogno di spiegazioni. Erano (nella foto da sx a dx) John Pierpont Morgan (banche e finanza), Andrew Carnegie (acciaierie), John D. Rockefeller (petrolio), Cornelius Vanderbilt (ferrovie). Uomini che si erano, almeno in parte, fatti da soli (in particolare Andrew Carnegie, che secondo alcuni avrebbe ispirato a Carl Barks il personaggio di Paperon de' Paperoni ), contribuendo ad alimentare un mito già vivo nella cultura statunitense, e particolarmente sentito negli ultimi decenni dell'Ottocento, quello del self made man. Anche molti romanzi popolari contribuirono a diffondere l'idea che anche un ragazzo povero, purché dotato di talento, potesse far fortuna nel mondo degli affari se lavorava duramente, dimostrava coraggio, e aveva, naturalmente, un pizzico di... The American dream at his best La realtà, ahimé, era ben diversa. Una serie di studi condotti sulle personalità di maggior successo degli affari e dell'alta finanza, hanno rivelato che una notevole percentuale di costoro era nata in una famiglia agiata, e che, citando William Miller, l'autore di uno di questi studi "i poveri ragazzi figli di immigrati o i poveri ragazzi di campagna, che insieme costituiscono non più del 3% dei grandi uomini d'affari di inizio '900, hanno sempre avuto un ruolo molto più importante nei libri di storia americana che non nella storia americana." La conferma viene anche da una ricerca sulla mobilità della classe operaia (sempre riferita agli ultimi decenni dell'Ottocento). A Newburyport (Massachusetts) gli operai e i loro figli raramente arrivavano a ricoprire incarichi direttivi, o anche solo di funzionari: il tipo più frequente di mobilità era il passaggio da un lavoro generico a uno semiqualificato, o da questo a uno specializzato. Il "sogno americano" era un sogno per pochi petronius1 punto
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Di questa serie vorrei segnalare una curiosità.. ..del 25c verde e del 50c violetto esistono delle "imitazioni di propaganda" con varianti ironiche nel disegno e nella dicitura creati dai servizi d'informazione alleati nel 1941. Di queste imitazioni bisogna fare attenzione perché NON SI CONOSCONO esemplari usati. L'originale L'imitazione di propaganda1 punto
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Sessione pomeridiana, moderatore Angelo Geissen Relazione Bernhard Woytek Relazione Giovanni Maria Staffieri Relazione Sandra Matthies Relazione Andrew Burnett Relazione Adriano Savio Un plauso al Circolo Numismatico Ticinese per la perfetta organizzazione del Simposio, grandi Relatori internazionali ed una accoglienza e simpatia senza pari, il Centro Culturale Numismatico Milanese ringrazia per la calorosa accoglienza.1 punto
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Gorny & Mosch Auction 306 Lot 338 KYRENE. Tetradrachme ø 26mm (16.78g). 480 - 435 v. Chr. Vs.: Silphionpflanze. Rs.: Kopf des bärtigen Zeus Ammon mit Widderhörnern n. r., davor KYPA, das Ganze in Perlkreis. BMC 42 (Taf. V, 16 stgl.); Boston 1310; Babelon Traite III, Taf. 263, 5. R! Wundervoller, ästhetischer Stil! Ex The New York Sale XXX, 2013, Los 243 (Taxe 25.000,- $). Die wichtigste Grundlage für Kyrenes wirtschaftliche Prosperität war die Silphionpflanze, die nur in der Kyrenaika wuchs und sich anderswo nicht kultivieren ließ. Der aus ihr gewonnene Lasersaft war als Arzneimittel so begehrt, dass er mit Silber aufgewogen wurde. Im 1. Jh. n. Chr. war der Silphion größtenteils ausgerottet - laut Plinius n. h. 19, 39 wurde der letzte noch auffindbare Stengel Kaiser Nero zum Geschenk gemacht. Condition: Herrliche Sammlungstönung, Rs. kleiner Schrötlingsfehler an der Schläfe, ss Starting price 6.000 €, Estim. Price7.500 € apollonia1 punto
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Quello che possiamo già dire riguarda la tua moneta: Non è un’imitativa e non è nel RIC V, (la figura di Providentia con bastone/scettro e cornucopia, un globo ai piedi, è diversa dal RIC V 516) ma non sorprende perché le varianti sono numerosissime, sopratutto dopo la scoperta di alcuni ripostigli (Frome Hoard nel 2010, 160 kg, 52 500 monete di cui 850 denari/antoniniani di Carausio). Per saperne di più bisognerà aspettare l'aggiornamento della parte del RIC V dedicata a Carausio ed Alletto, affidato a Sam Moorhead (British Museum). Pubblicazione presentata come imminente qualche anno fa. Sicuramente certe monete fra i numerosi « unattributed coins » di Carausio verranno assignati a qualche zecca conosciuta (Londinium/zecca RSR, Camulodonum) Lo sto aspettando con molta curiosità, la monetazione di Carausio/Alletto è molto ricca e non è mai stata studiata nel suo insieme. Fra l’altro mi chiedo se verrà confermata la zecca di Rotomagus (Rouen). Possiamo solo notare al momento la stretta somiglianza di stile della tua moneta con alcuni antoniniani di Camulodunum. Non mi ricordo la tua moneta di Alletto?1 punto
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Simón Bolívar, detto "el Libertador", è il più famoso personaggio politico e militare venzuelano e sudamericano, considerato ancora oggi da molti un grande eroe. Il suo sogno era l'unificazione politica del Sud America, con la formazione di un'entità in grado di impedire le rivalità fra i paesi nati dalla fine dominio spagnolo, e garantire la reale indipendenza del continente dalle grandi potenze dell'epoca. Nonostante le differenze d'epoca e contesto geografico è a mio avviso impossibile non fare un parallelismo con l'integrazione europea, che ha gli stessi obiettivi strategici, tanto che si potrebbe definire Simón Bolívar il Jean Monnet del Sud America. Nel 1816 Bolívar preparò la campagna di liberazione del continente con l'aiuto dei generali Urdaneta, Piar, Páez, Mariño, Nariño, Monagas e altri. Nel giro di un anno ottenne una serie di vittorie sulle forze realiste e proclamò la fondazione della República de Colombia ad Angostura il 17 dicembre 1819, come unione fra Venezuela e Nueva Granada (l'attuale Colombia), a cui in seguito si aggiunsero Ecuador e Panama. Al Congresso di Cúcuta del 30 agosto 1821 fu promulgata la costituzione del nuovo Stato e si stabilì la capitale a Bogotà. All'inizio il governo fu fortemente accentrato, per poter mantenere la massima unità nello sforzo indipendentista, e per questo una volta sconfitto il nemico comune affiorarono tensioni insanabili fra chi avrebbe voluto mantenere lo Stato nella forma unitaria (come Bolívar stesso, che lo concepiva quale membro della futura Federación de los Andes) e i federalisti. Sconfortato, Bolívar abbandonò il progetto e rassegnò le dimissioni da presidente della Grande Colombia il 4 maggio 1830. Già di fatto dissolta nel 1830, la repubblica fu sciolta formalmente il 19 novembre 1831 per secessione di Venezuela ed Ecuador. Il sistema monetario era basato su: Peso = 8 Reales (argento) Escudo = 2 Pesos (oro) ma nella realtà non si fece in tempo a completare l'unificazione del contante. La circolazione rimase composta dal peso unitario e da una gran varietà di monete, come i "cuartillos" di rame, i pesos pre-1772 e quelli degli standards del 1772 e 1786, "macuquinas" di diversi tipi e varie altre monete coniate da repubblicani e realisti durante le guerre d'indipendenza. 8 reales Nel 1819 fu proposta anche l'emissione di banconote per finanziare l'esercito bolivariano. Una certa quantità di biglietti di vari tagli fu stampata da Peter Maverick di New York, mossa sostenuta da Antonio Nariño ma osteggiata dal vicepresidente Francisco de Paula Santander. Non si arrivò a un accordo quindi alla fine non vennero mai emesse. https://www.numisubastas.com/IMAGES/ITEMS/149adec3-7a35-4e13-9b20-4203fee568a3_PH1.JPG?upd=20230830064706 Simón Bolívar Inti Illimani - Simón Bolívar (1973)1 punto
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Non credo che ci siano significati particolari nel posizionamento della N. Semplicemente durante la composizione del conio succedeva che mancasse spazio nella posizione normale, ovvero tra la legenda e la spada, e quindi veniva messa tra la spada e il Santo (variante molto più rara). Arka Diligite iustitiam1 punto
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Vedi caro @nikita_non sei diventato ricco perchè quelli che hai tu, giustamente anche se le banconote non lo sono mai, li chiami "straccetti", quelli che hanno gli altri li chiamano "rarità" e per la gente comune "rarità" vuol dire tanti soldi. L'amico di un mio conoscente aveva una moneta rarissima e la teneva gelosamente nascosta facendola vedere come fosse una reliquia, perchè un"esperto"??? gli aveva detto che era una moneta "vecchia" e che valeva tantissimo; dopo varie richieste sono finalmente riuscito a vedere questa rarità. Era un 5 centesimi di V.E.II del 1861 Milano in condizioni B ad esser larghi. Quando gli ho fatto notare, catalogo alla mano, che la moneta è stata coniata in 210.000.000 di pezzi e che in quelle condizioni non valeva praticamente nulla, apriti cielo... non riferisco cosa è uscito da quella bocca, ma potete immaginare. A tutt'oggi è ancora convinto di essere "ricco".1 punto
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Rieccomi, per prima cosa posto un esemplare non mio , passato in una vecchia asta, tra gli esemplari più leggibili che mi sono capitati di vedere. Credo possa essere utile. Aggiungerei X contrassegno ad inizio leggenda. Saluti Alberto1 punto
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