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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/12/24 in tutte le aree
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Da Antiochia di Siria, 2 notevoli esemplari per Nerone . Il 1^ un didrammo con particolare ritratto giovanile di Nerone, cesare, ed il 2^ una " rare " dracma . Saranno entrambi il 3 Ottobre in vendita CoinCabinet Kallista 1 ai nn. rispettivamente 176 e 177 .3 punti
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Buongiorno a tutti, Ho acquistato un 30 soldi della Repubblica Cisalpina, soprattutto per l'alta conservazione, e osservando il rovescio mi sono accorto che l'ultima lettera A di CELEBRATA è stata ribattuta su di una E. Non ero a conoscenza di questa variante, se così si può definire, e anche cercando su cataloghi e su internet non ho rinvenuto nessun riferimento a questa ribattitura. Il Gigante riporta almeno 5 diversi coni che variano rispetto alla posizione in legenda di CISALPINA, alla lunghezza delle spighe presenti sull'elmo, ma non dice niente a riguardo. Volevo chiedere a tutti gli utenti del forum se qualcuno era già a conoscenza di questa ribattitura e se può considerarsi una variante più o meno rara. Allego le foto della moneta con il dettaglio della A su E. Grazie Aggiungo la foto intera del rovescio3 punti
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Anche se foste abilitati a rilasciare "certificati" di qualche altra natura, non capisco perchè, visto che la rubrica dell'art. 64 riporta testualmente: ART: 64 Attestati di autenticità e di provenienza ci si debba "ingegnare" a cambiargli il nome da attestato a certificato. Poi, siamo d'accordo che quello che conta è la sostanza e cioè che l'attestato riporti la dichiarazione di autenticità e di provenienza, e quindi essendoci quanto richiesto lo potremmo anche chiamare "Pippo". Ma mi domando perchè, se l'art. 64 riporta quello che riporta, poi qualcuno debba cambiare il nome di quello che la legge chiama "Attestato" e debba poi anche aggiungere l'aggettivo "lecita" (provenienza) che è un'altra invenzione probabilmente degli stessi che, non paghi di aver cambiato nome all'Attestato, hanno anche voluto ulteriormente caratterizzarlo con una personale aggettivazione. D'altronde quello italiano è un popolo creativo. M.3 punti
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E' stimato " extremely rare ", un vistoso esemplare di tetradrammo da Alessandria di Egitto per Gordiano i 'africano' ,con al diritto busto laureato e corazzato dell' imperatore ed al rovescio figura di Nike seduta . Sarà il 3 Ottobre in vendita CoinCabinet Kallista 1 al n. 175 .2 punti
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Sul dritto mi pare di leggere, da ore 8, D N GRA..... e , da ore 2, ...NVS. Direi GRATIANVS, Graziano. Sul rovescio si vede , mi pare , un dot nel campo sinistro ed una stella nel campo destro. Potrebbe essere Aquileia, tipo questa: Online Coins of the Roman Empire: RIC IX Aquileia 17B (numismatics.org) Ciao. Stilicho GLORIA ROMANORVM: Type 42 (tesorillo.com)2 punti
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Cortesemente: Si può porre questa discussione in evidenza? @CdC Grazie ritengo sia un buon servizio che questo forum dia la possibilità ad altri utenti di acquisire gli utilissimi cataloghi d'aste che altri utenti ,per ragioni di spazio o perchè non sono più interessati alla Numismatica, se ne disfano. odjob2 punti
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Bronzetto con Gloria Romanorum, IV secolo, non riesco a riconoscere l'imperatore e la zecca, vediamo cosa dicono gli esperti.2 punti
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Soprassedendo sulla denominazione utilizzata (certificato in luogo di attestato), io credo che sia il modello fornito dalla NIP a contenere una dichiarazione che non ha senso (quella sopra citata) e che, invece, giustamente non è riportata nell’’attestato di Tinia. L’art. 64 non prescrive requisiti di provenienza (fermo restando che è sottinteso che qualsiasi bene oggetto di compravendita debba avere una provenienza lecita stricto sensu). Che se senso ha, quindi, dichiarare che “la moneta riprodotta risponde ai requisiti di … PROVENIENZA ai sensi dell’art. 64”? Quali sarebbero questi requisiti di provenienza di cui alla norma citata? La norma, infatti, si limita a prescrivere che il commerciante attesti la provenienza del bene (cioè indichi come è finita nelle sue mani prima di essere messa in vendita), prescrizione che il certificato di Tinia assolve in pieno (secondo me) attraverso l’indicazione dei numeri di registro in entrata ed in uscita (ma soprattutto in entrata). Saluti.2 punti
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Ciao, oggi condivido un denario molto comune ( come tutte le mie monete 🙂) dell'augusta Faustina Minore, figlia di Antonino Pio e Faustina Maggiore, moglie dell'imperatore Marco Aurelio ( che la sposò quando lei aveva 15 anni) recante sul rovescio la personificazione della dea della Salute (Salus) coniato a Roma. Come sempre alcune note che accompagnano la moneta. Le notizie storiche dell'epoca che ci provengono ci riportano un ritratto di Faustina tutt'altro che limpido definendola una donna di facili costumi dedita alla lussuria ed al divertimento. Come per molti altri personaggi pubblici dell'antica Roma forse anche con lei i giudizi negativi sono da prendere con le molle. Molto volitiva ed anche colta seppe ritagliarsi un posto al fianco del marito anche in ambito politico e militare ( lo accompagnò nelle sue campagne militari ricevendo il titolo di Mater Castrorum, madre e protrettrice degli accampamenti). Fu proprio in una di queste che morì per cause naturali all'età di 56 anni e Marco Aurelio in sua memoria fondò una città a cui diede il nome di Faustinopolis. Ebbe ben 13 figli dei quali solo 6 ( 1 maschio Commodo che prese il posto del padre e 5 donne) sopravvissero ai genitori mentre gli altri morirono prematuramente. La Salus presente sul rovescio in questo caso seduta, con la classica patera nella mano destra, l'altare sacrificale ai suoi piedi e l'immancabile serpente intorno ad esso, era una divinità molto importante per il popolo romano in quanto la sua intercessione assicurava che la salute fosse preservata sempre al meglio. L'aspettativa di vita delle persone all'epoca era molto bassa per malattie, guerra....percui si riesce facilmente a comprendere la devozione per tale divinità. Quando invece le malattie erano conclamate e si auspicava la guarigione si faceva ricorso alla divinità di Esculapio ( Asclepio per i greci) che doveva favorire tale percorso. Da esame diretto il denario è coniato, centrato, con buon metallo ed ha evidentemente svolto la sua funzione restando comunque leggibile. Come per molte delle mie monete anche per questa ho trovato un esemplare che ( io non ho dubbi) condivide identico conio di dritto mentre per il rovescio ,visto lo stato di conservazione, non si può dire con sicurezza. Sempre molto importante ai fini dell'autenticità della moneta. Grazie ed alla prossima (che sarà proprio un sesterzio di Faustina Minore 🙂). ANTONIO 17,80 mm 3,11 g RIC 714 Denario stessa tipologia con conio di dritto identico.2 punti
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Buongiorno a Tutti, Antonio @Pxacaesar complimenti per la presentazione e per la moneta. Sono d'accordo ci vuole un bel Sesterzio, magari uno di quelli dove viene riprodotta al Rovescio in piedi con tanti Bambini intorno. Proprio a stare a ricordare la sua (passatemi il termine)prolificita'. Saluti Alberto2 punti
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Salve. Ho letto tra le curiosità su una rivista che i Romani avevano un lessico molto puntuale per indicare i colori, che ripartivano sulla base di precisi criteri. Il nero, per esempio, era detto “nigrum” se lucente e “ater” se opaco. Uguale discrimine valeva per il bianco, distinto in “albus” e “candidus” a seconda della minore oppure della maggiore luminosità. Sul sito https://www.romanoimpero.com/2018/11/i-colori-dei-romani.html il rapporto tra i Romani e il colore è stato approfondito e ampiamente trattato, rilevando che Roma era un tripudio di colori, spesso così accesi che a volte ci farebbero arricciare il naso. Il colore era alla base di tutto, per colorare le colonne dei templi, le statue, gli affreschi che adornavano le pareti e pure i soffitti, ma pure i mobili della casa, che spesso erano dipinti. Naturalmente erano colorate anche le coperte, i tappeti, i cuscini, le stoffe delle tende e delle vesti, le borse, i ventagli e pure gli ombrellini. Un ulteriore colore riguardava il trucco delle donne e la tintura dei loro capelli. I colori sono fonte ed espressione di emozione e i Romani, come pure i Greci, gli Egizi e gli Etruschi, amavano colorare il loro mondo perchè erano molto più emotivi di noi. Ecc. ecc. Un articolo veramente interessante. apollonia1 punto
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Lungi dall'essere eliminati dalla circolazione interna, la perdita del corso legale dei dollari ebbe come unica conseguenza che le banche non li cambiavano più, per nessun importo. Ma, come prevedibile, continuarono a richiederli gli speculatori, disposti a ritirarli dai commercianti frustrati con un piccolo sconto Ci fu una nuova svolta. Queste monete, venivano vendute dagli speculatori agli imprenditori, che le passavano a ignari dipendenti ogni giorno di paga. Una pratica particolarmente diffusa nelle città industriali del Nordest, dove un gran numero di poveri immigrati era impiegato nelle miniere e nelle industrie. Venivano pagati in Trade dollars al facciale (ma il padrone li aveva avuti a meno, e a meno ancora gli speculatori li avevano ritirati dai commercianti ), ma quando andavano a spenderli, si rendevano conto che molti negozianti li accettavano solo per il loro valore intrinseco, inferiore a 1 dollaro. Il rifiuto di accettare i Trade nella busta paga poteva portare al licenziamento, e così tanta povera gente fu ripetutamente vittima di questo ingiusto scambio Allo stesso tempo, anche i commercianti avevano uno svantaggio, poiché il rifiuto di accettare queste monete al facciale scoraggiava il commercio. La differenza tra il valore nominale e quello dell'argento divenne così ampia nel 1876, che presto fu evidente anche per il governo e gli amministratori della Zecca che i Trade di nuova emissione venivano richiesti soprattutto per l'uso interno (sempre distribuiti a peso dalla Zecca a chi portava il suo argento da fondere). Così, nonostante qualche modesto progresso ottenuto da queste monete sui mercati asiatici, il 22 febbraio 1878 il Segretario al Tesoro John Sherman ordinò di cessare la produzione, che continuò fino al 1883 solo per poche migliaia di monete proof da vendere ai collezionisti. Poi, nel 1908, uscirono fuori non si sa come pochissime monete proof datate 1884 (10) e 1885 (5): il che fa sorgere non pochi dubbi sull'anno della loro effettiva coniazione Ad ogni modo, come già per altre coniazioni simili (basti pensare ai dollari 1804), i collezionisti dimostrarono di apprezzarle, facendo raggiungere loro quotazioni da capogiro: attualmente, alcune sono state vendute per cifre a 6 zeri. Quello in foto è uno dei soli 5 esemplari datati 1885, stimato da PCGS in conservazione PR63+Cameo... non ci sono parole petronius1 punto
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I due "codini" sono i laccioli del diadema Si tratta dell'imperatore (sulla destra) con un labaro nella mano sinistra, nell'atto di trascinare un prigioniero (la figura a sinistra).1 punto
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A destra dell'occhio si vede VS poi sbra esserci una T, per il resto è veramente difficile1 punto
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Si bella curiosità.........non credo sia riportata da qualcuno. Anche in alta conservazione. Complimenti. Le varianti sono quelle che hanno un conio diverso da quello base come ad esempio le spighe corte o lunghe ma spighe. Questo è più un errore ricoperto La E finale è stata corretta e rimane una particolarità molto interessante in Numismatica. Chiaramente se vogliamo chiamarla variante per me va bene uguale.🧐🙏🏼 Bella moneta!1 punto
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Buonasera. Sembra Onorio . Se riesci a fare un'altra foto magari si riesce a leggere meglio la leggenda. Perché ho provato a schiarire e migliorare la foto... però gli manca quel poco per capire1 punto
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Scusate l'ignoranza ma per Gloria Romanorum si intende l'immagine dell'imperatore che trascina un prigioniero per i capelli? 🤔1 punto
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Grazie. solo una domanda. Nel Suo certificato è scritto e sottolineato: Dopo attento esame dichiaro AUTENTICA la moneta descritta Mi domandavo: effettivamente serve tale dichiarazione a fronte del CERTIFICATO DI AUTENTICITÀ E PROVENIENZA? In altri termini, ma senza alcun vena polemica, per quale motivo Lei DICHIARA che la moneta (nella sostanza) risponde ai requisiti di AUTENTICITÀ e non DICHIARA anche (che le costa!) che la medesima moneta risponde anche ai requisiti di PROVENIENZA come disposti dalla Legge? Ancora in altri termini: Lei sarebbe disponibile a sostituire la frase “Dopo attento esame dichiaro AUTENTICA la moneta descritta” con la seguente: “DICHIARO CHE LA MONETA QUI RIPRODOTTA RISPONDE AI REQUISITI DI AUTENTICITA' E PROVENIENZA AI SENSI DELL’ART. 64 DLGS 22-01-2004 N. 42”, con in calce la Sua firma? Grazie.1 punto
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Davissons, Ltd. > E-Auction 49 Auction date: 26 June 2024 Lot number: 62 Price realized: 200 USD (Approx. 187 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: ROMAN REPUBLICAN. Cn. Domitius Ahenobarbus. 128 B.C. AR denarius. 3.63 gm. 20 mm. Rome mint. Helmeted head of Roma right; stalk of grain to left, mark of value below chin / Victory driving galloping biga right, holding reins and whip; below horses, man attacking lion with spear; ROMA above, CN DOM in exergue. Crawford 261/1. Sydenham 514. RSC Domitia 14. RBW 1056. Good Very Fine; light roughness and small scuff on obverse; beautiful reverse with a fascinating design crisply struck. Nice example of this interesting type depicting a gladiatorial scene. Estimate: 250 USD1 punto
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Buon giorno, se non erro @giancar è del catanese. Secondo me la cosa più semplice è andare a fare una visita da Numismatica Catanè che ha una certa esperienza sul materiale greco Siciliano ed ha di recente pubblicato un testo sui falsi. Ritengo che la visione diretta di quelli che potrebbero essere dei falsi molto ben fatti sia la cosa migliore. Nel catanese venivano creati fino a non troppi anni fa in maniera seriale falsi di notevole qualità artistica e vari falsari dagli anni '70 fino ad almeno ai primi anni 2000 erano particolarmente attivi (la famosa "zecca di Paternò").1 punto
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Si hai perfettamente ragione non lo avevo considerato affatto e non ci avevo ragionato guardando solamente la data di validità, ed è valutato il doppio della mia valutazione. Se le date scritte nella cartolina sono corrette (come credo lo siano), siamo in piena RSI, quindi si possiamo considerare l'uso tardivo del francobollo. Hai fatto bene a farmelo notare, serve per entrambi a ragionare, ed è bene che anche tu ragioni con la tua testa, bravo !! In periodo RSI nel marzo del 1944 fu anche soprastampato con il fascetto.. ovviamente il foglio di appartenenza del nostro esemplare sfuggì alla soprastampa.. .. mentre invece l' esemplare luogotenenziale senza fasci fu emesso il 10 agosto del 1945 con il valore di 40c.1 punto
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Non è un uso tardivo, questi francobolli rimasero in validità sino al 31.12.1948. Purtroppo l' annullo privato di questo istituto non sembra avere data o se vi e' non riesco a leggerla, quindi dovremmo considerarne l' uso nel periodo scritto sulla cartolina, che direi rientra in tutto nei parametri del momento.1 punto
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Buongiorno ravvivo questa discussione, con due monete turche del 2024, che un collega di lavoro mi ha portato: 5 lire 2024 e 1 lira 2024 (1 lira turca = 0,03 €)1 punto
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@Pertile Giovanni per favore, non aprire più discussioni per chiedere la stessa cosa. Per le prossime volte sei pregato di attendere pazientemente le risposte (che, come vedi arrivano) anziché aprire più discussioni duplicate. Grazie per la collaborazione1 punto
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Per quanto mi riguarda, sono l'ultima persona a cui interessa il nome attribuito ad un documento, essendo piuttosto interessato al suo contenuto. Ma vorrei segnalare che più volte sono stato contattato da collezionisti che lamentavano che il Commerciante dal quale avevano acquistato una moneta, nell'Attestato non aveva riportato la locuzione che la moneta era di lecita provenienza, limitandosi ad attestare (o, se piace di più, a certificare...) che la moneta era autentica e la sua provenienza (riportando i riferimenti al Registro di P.S.). Quindi, finché la terminologia utilizzata (Certificato/Attestato) è sostanzialmente ininfluente, si lascia passare, ma quando un'aggettivazione non richiesta dalla legge provoca incertezze e dubbi (e forse anche timori) fra gli acquirenti di monete, mi sembrerebbe anche doveroso porvi rimedio per evitare che chi rilascia Attestati conformi al dettato dell'art. 64 si senta dire dai Clienti che però il suo Attestato non ha garantito espressamente la "lecita" provenienza. M.1 punto
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Grazie per le tue sempre gradite condivisioni, il denario mi piace molto, anche lei è nella lista ma al momento sto facendo un excursus un po' più lontano nel tempo ma piano piano tornerò anche da loro 😀1 punto
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Buonasera, non conoscevo questa pronuncia e la ringrazio per averla condivisa. Ci sono diversi passaggi argomentativi piuttosto sbrigativi che mi lasciano perplesso. Uno degli aspetti che ha attirato maggiormente la mia attenzione (e senza voler entrare nel merito della linea difensiva - che non possiamo conoscere - in concreto adottata dalla casa d’aste) è il fulcro del percorso argomentativo in forza del quale il TAR giunge ad avallare la rarità della moneta: la presenza (o meno) di essa nei medaglieri nazionali. In altri termini, se lo Stato non la possiede evidentemente è rara. Direi piuttosto limitato come parametro di misura. Saluti1 punto
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"Recapito Autorizzato", di queste se ne vedono poche sul mercato, in breve diciamo il perché, .. questi francobolli furono di uso obbligatorio per il recapito delle corrispondenze a mano da parte di ditte o enti autorizzate/i dalle Poste a tale servizio. Qui abbiamo una cartolina privata con un 10c bruno emissione del 1930 stemma sabaudo con due fasci, annullato con solo timbro (privato) dell'Istituto Provinciale per la maternità e l'infanzia di Udine. Questo vuol dire che questo istituto aveva facoltà (pagando ovviamente la tassa di 10c del recapito autorizzato allo Stato/Poste) di inviare corrispondenza a mano nella propria città con mezzi propri, quindi non veniva consegnata dal postino delle Regie Poste. Era praticamente una tassa che lo Stato imponeva per l' esercizio di consegnare posta, servizio che al tempo era esclusivo dello Stato. Cartolina MOLTO interessante NON COMUNE con tutte le cose in regola per questo tipo di posta in quel periodo, annullo nitido come doveva essere. I libri la valutano sui 10€ io la valuto il doppio per la penuria di queste missive sul mercato che erano per lo piu' commerciali o di enti, tra l'altro il francobollo è ben centrato.1 punto
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Giusto. Io non sono umile quando dalla scrivania scorro lo sguardo sui libri dei ripiani attorno a me. Sono superbo. Non sono umile quando guardo la mia collezione di monete e so che ho esemplari che pochi hanno e alcuni che nessuno ha; monete che sono riuscito ad acquisire perchè io le ho individuate e gli altri no. Sono superbo ed orgoglioso. Non sono umile se penso alla mia cultura e allo studio che mi ha permesso di acquisirla, No no , un numismatico non può essere umile. Nessun collezionista può esserlo, perchè sarà sempre orgoglioso di avere interessi e conoscenze (e cose) che altri non hanno.1 punto
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@francesco77 @Rex Neap Buona questa! In effetti... l'Asta Ranieri 11 presenta alcune medaglie strettamente connesse a questa discussione (che mi fa piacere vedere di nuovo riemergere). A questo proposito vorrei aggiungere qualche dettaglio... Per il lotto 38 (e 39) rimando a quanto ho scritto nella discussione sulle medaglie nelle aste (LINK) ricordando che, anche se con data 1811, la medaglia in bronzo fu distribuita in 12 esemplari e solo in occasione dell'Esposizione del 1810. *** Venendo al lotto 56, abbiamo qui una Medaglia d'Argento di III classe assegnata in occasione dell'Esposizione di Belle Arti del 1841 a Teodoro Avellino. Sempre per quello che ho scritto nell'altra discussione, la classificherei (in aggiunta agli altri) col codice MDR 26a Ecco qui dagli «Annali Civili del Regno delle Due Sicilie», 1841, vol. 25, fasc. 50, pag. 152, un particolare dell'elenco dei premiati appunto con medaglia d'argento di 3a classe dove figura il "nostro": Se poi siete curiosi di sapere che cosa espose per meritarsi il premio... vi accontento subito. La fonte, in questo caso, è il Catalogo delle opere di belle arti esposte nel Palagio del Real Museo Borbonico il dì 30 maggio 1841, Napoli, Stamperia Reale, 1841, pagina 10: Curiosità aggiunta alla curiosità: secondo quanto riportato sul «Giornale del Regno delle Due Sicilie» (n. 87 del 26.1.1842 pag. 19) il bravo Teodoro, così come gli altri premiati, poté ricevere la sua medaglia in occasione della distribuzione dei premi che avvenne esattamente il 30 gennaio 1842. *** Assai interessante, anzi direi moooolto, anche il lotto 63, dove abbiamo una Medaglia d'argento di I classe conferita a Beniamino D'Elia in occasione della Mostra del 1851 e che classificherei come MDR 27b Intanto ricordiamo il "giallo" della data... Come vedete dal rovescio c'è scritto "XXX maggio", ma questo si spiega col fatto che è stato usato in altre occasioni. Per la stessa Mostra, sugli esemplari in Bronzo (almeno per quanto emerso fino ad oggi), c'è scritto IV ottobre e non ci sono i rami intrecciati (vedi MDR 28). Inoltre, il Catalogo della Mostra dice chiaramente che la rassegna si tenne il (o a partire dal) 1 ottobre... Ad ogni modo... fino ad ora non mi è stato possibile reperire l'elenco dei premiati perché ci troviamo nel periodo di "buco" degli Annali Civili quindi, se mai lo si troverà, bisognerà cercare altrove... Però ho il Catalogo della Mostra. Ecco quindi che cosa fece meritare al bravo D'Elia la medaglia. Fonte: Catalogo delle opere di belle arti poste in mostra nel Real Museo Borbonico il dì 1 ottobre 1851, Napoli, dalla Stamperia Reale, 1851, pagine 18 e 29 A questo punto aggiungo un'ultima considerazione: Beniamino D'Elia fu premiato, sempre con Medaglia di I Classe, anche nel 1855. E quella medaglia pure è stata ritrovata... è infatti proprio quella pubblicata da Pietro e da Francesco al n. 30 del loro saggio sul Bollettino del Circolo Numismatico partenopeo del 2015 (vedi MDR 30 a p. 275) e che era presente sul catalogo NAC 47 del 2008 al lotto 545. Certo... due medaglie di anni diversi conseguite dallo stesso artista non è una cosa comune... Da notare ancora il peso: quella del 51 (Ranieri 11 lotto 63) pesa 70,96 grammi; quella del 55 (NAC 47) era scesa a 56,86. Un'altra I classe del 55 presente nella Varesi Utriusque Siciliae del 2007 (conferita a Uriele Vitolo) era data a 50,2 grammi.1 punto
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Oggi è 30 maggio. San Ferdinando. Una data che abbiamo più volte ricordato in questa discussione perché segnava l'apertura, a seconda degli anni, delle Mostre di belle arti oppure delle manifatture quando sul trono delle Due Sicilie sedevano i due re che avevano questo nome. Auguri a chi si chiama Ferdinando o Fernando e buon lavoro a chi sta completando le ricerche che daranno nuova luce e visibilità alle medaglie-premio che furono meritate dagli artisti e dagli artigiani che, in quelle mostre, dettero buona prova delle loro capacità.1 punto
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Certo che, effettivamente, i soci ebbero un bel peregrinare... ma alla fine, la sede definitiva, quella dell'Edificio di Tarsia, fu più che degna1 punto
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Caro Vittorio, peccato che abitiamo distanti altrimenti ti verrei a trovare ogni giorno e discutere con te di medaglie premio, ........ il problema è che sono medaglie davvero rare a trovarsi, a parte la prima sfiammata iniziale, dove è possibile reperirne qualcuna? Le ultime apparse in commercio sono quelle dell'asta Nac 47 del giugno 2008, da allora nemmeno una, speriamo solo che qualche utente possa ascoltare il nostro grido di dolore e postarne qualcuna, lo dico nel suo interesse, almeno potrebbe approfondire la storia del personaggio citato al rovescio e scoprire chi era . :help: :pardon: @@Michelangelo21 punto
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non sono io che ho,per ora, cataloghi cartacei da disfarmene,ma sicuramente ci sono utenti ,come ho avuto modo di scrivere, che hanno intenzione di disfarsene. Potrei avere,in seguito,anche io la necessità di disfarmi di cataloghi d'aste cartacei. è importante iniziare,basta già un primo utente che pubblica una lista di cataloghi d'aste che vuole disfarsene e si avvia questo servizio. Mi auguro che molti utenti in questo forum possano darmi una mano in ciò apprezzando il servizio creato. Grazie odjob0 punti
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E' descritto RR un esemplare di decanummo in AE al nome di Atalarico, con al diritto busto elmato di Roma ed al rovescio leggenda in ghirlanda . Sarà il 26 Settembre in vendita Hirsch 392 al n. 2459 .0 punti
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