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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/04/24 in tutte le aree

  1. Eh certo, vedono i realizzi e ci provano poi. Il viceregno fino a 4-5 anni fa era di nicchia e alle aste non interessava perciò non veniva spesso proposto in vendita o in grande quantità/varietà. Ci credo che oggi escono come funghi i "mai apparso sul mercato" 😅
    3 punti
  2. Un AE 4 con SALVS REIPVBLICAE con il chi-ro nel campo. Con il busto così piccolo probabilmente è Valentiniano II. Altrimenti Teoposio o uno dei suoi figli. La zecca probabilmente è Costantinopoli, perchè si intravvede una O in esergo. Arka # slow numismatics
    3 punti
  3. Ciao, bel denario di Alessandro Severo 🙂. Essendoci indicata sul rovescio la tribunicia potestas che è VI e non llll possiamo con certezza dire che è stato coniato nel 227 ( nel suo sesto anno di regno) catalogandolo col RIC 70. Posto esemplare identico al tuo. ANTONIO
    2 punti
  4. No no ci siamo. non si possono definire investimento solo quei beni chd distribuiscono un dividendo. che un bene - un titolo - distribuisca dividendi puo’ essere una condizione sufficiente ma mai solo necessaria. un immobile puo’ costituire un investimento e di dividendi non se ne parla. Al contrario possono esserci titoli azionari che non distribuiscono MAI alcun dividendo. che a Graham non piacessero gli investimenti in oro e monete ci dispiace - ma ti assicuro che oggi investimenti in questi beni sono super apprezzati in ambito finanziario. vediamo una definizione comunemente accettata di investimento: investimento /in·ve·sti·mén·to/ sostantivo maschile 1. Impiego di una somma di denaro in un'impresa o nell'acquisto di valori o beni durevoli: i. immobiliari, azionari; investimenti sulla Borsa di New York; gli i. di una società, i beni economici che la stessa acquista con i finanziamenti di cui dispone; part., la trasformazione di risparmio in capitale.
    2 punti
  5. E' stimato " extremely rare " un particolare esemplare di moneta attribuita a Rostislav di Tmutarakan, uno dei principi nella Rus' di Kiev, il primo grande stato slavo-orientale in Europa, originato verso il IX sec. dai potentati dei Vichinghi scandinavi che avevano risalito il Dniepr insediandosi all' interno di quei territori . Sarà il 6 Ottobre in vendita Num.Naumann 145 al n. 993 .
    1 punto
  6. discorso che vale anche per altre monete che andrò a postare... Hai qualcuno da consigliare?
    1 punto
  7. La seconda moneta è in ferro, non la prima di sicuro, almeno che non sia qualche lega strana per fare il falso, se è falsa. Quanto al buco non saprei, ma nella collezione ho pure monete ming con escrescenze, tipo questa:
    1 punto
  8. Molto strano. Esistono monete in ferro da 2 wen, ma che io sappia non ce ne sono da 1.
    1 punto
  9. Fidati che molti restano al palo anche nei live...
    1 punto
  10. Sei il migliore GRAZIE +++++++++++++++++++++++
    1 punto
  11. Come detto non c’è nessun standard minimo, ognuno colleziona ciò che vuole nelle condizioni di conservazione che lo affascinano di più, quindi come vedi tutto è rimesso alla volontà del singolo collezionista.🙂
    1 punto
  12. A distanza di oltre 10 anni riprendo questo mio post in quanto, nonostante abbia arrichito la mia bibliografia di riferimento, nonostante abbia incrementato le conoscenze di collezionisti delle monete Pontificie e nonostante siano apparsi sul mercato notevoli esemplari ( vedi quadrupla con l'angelo...), non mi risultano altri esemplari di questo testone come da post di apertura. Gradite info e " non info"..... un saluto Daniele
    1 punto
  13. A me sembra una moneta siracusana di Gerone II. Con al D il volto del tiranno Gerone ed un tridente al R.
    1 punto
  14. Sarebbe utile un occhiata al Carelli stasera controllo
    1 punto
  15. Buongiorno a tutti, molto interessante, effettivamente non riesco a trovare corrispondenza neanche io. Mi pare di vedere un abbozzo di etnico di Metaponto, qualcun altro riesce a vederlo? Riguardo la sua autenticità, non ci sono a mio parere caratteri che mi facciano pensare ad un falso. Mi sembra una moneta buona e soprattutto molto rara a questo punto. Seguirò la discussione e l'asta interessato.
    1 punto
  16. Scusate. La discussione riguarda il 12/13 settembre, perche' mettere gia' il convegno dopo? Forse non ho capito bene io. Buona giornata
    1 punto
  17. La discussione è spettacolare! Per questo motivo mi sono appassionato di numismatica. Comunque leggendo attentamente i precedenti interventi c’è da dire che la moneta manterrà sempre il suo valore intrinseco dato dalla quotazione del metallo, pertanto chiamiamolo investimento, chiamiamola speculazione, chiamiamola passione possedere monete e’ avere un capitale protetto dall'inflazione; storicamente i metalli preziosi hanno avuto solo un trend! ma anche le “banali” monete realizzate in varie leghe metalliche hanno un potenziale in quanto, me lo auguro mai, se dovessero servire per scopi poco nobili, vedranno un aumento del prezzo esponenziale a dovuto dalla maggiore richiesta; sono mere supposizioni.
    1 punto
  18. Si hai ragione. Sul catalogo c'è un evidente errore sui dati ponderali del denaro (che pesa sui 0.7-0.8 e con legenda intera ha un diametro intorno ai 17 mm. Cmq la moneta postata in questa discussione è un denaro senza alcun dubbio.
    1 punto
  19. Caspita! Quando vado "a caccia di francesine" ne vedo tantissime (ci sono tante serie di questa banconota sebbene a prima vista sembrano tutte uguali) ma non mi è venuta in mente. Ho già la scusa: solitamente viene postato il fronte della banconota! 😁
    1 punto
  20. Bronzo di Settimio Severo (Cesarea, Cappadocia) che raffigura al rovescio il Monte Argeo tra due urne agonistiche (https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1362&lot=774). Lot 774 Estimate: 50 EUR. Price realized: 350 EUR CAPPADOCIA. Caesarea. Septimius Severus (193-211). Ae. Dated RY 13 (204/5). Obv: AV K Λ CEΠ CEOVHPOC AVΓ. Laureate head right. Rev: IEPOC / CEOVHPI / O - C / ΦIΛAΔEΛΦ / KOIN KAΠ / ET IΓ. Mt. Argaeus between two agonistic urns. Cf. BMC 243 (for obverse); cf. SNG von Aulock 6485 (for reverse/Caracalla); cf. Imhoof-Blumer, MG p. 419, 191 (same); cf. Sydenham Caesarea 491-2 (same). Condition: Near very fine. Weight: 14.52 g. Diameter: 29 mm. apollonia
    1 punto
  21. Allora, la prima moneta è Hartill#20.202 (variante carattere 院 grande), la seconda è Hartill#17.571 prodotta nel 1209, l'anno di produzione è il carattere inferiore al rovescio, che nella tua foto è capovolto, quello superiore indica la zecca, Qichun.
    1 punto
  22. Passiamo alla seconda moneta. Peso 4,16 grammi Diametro 24,3 / 24,7 io ho identificato la moneta come, 1 cash del 1621/1627 https://en.numista.com/catalogue/pieces222405.html ma ho dei dubbi in merito al colore Per la terza moneta Peso 7,87 grammi Diametro 27,4 / 27,6 io ho identificato la moneta come, 2 cash del 1208/1220 https://it.numista.com/catalogue/pieces167470.html
    1 punto
  23. Un RENGN (?) da poco entrato.
    1 punto
  24. Oggi vi propongo questa interessante monetina , trovata in una ciotola a 0.50 cent . Presa giusto per sfizio , non avendo mai visto una 10 lire conciata cosi. Si tratta di un artefatto , forse starebbe bene nella sezione " Museo degli orrori " chissà chi si è impegnato cosi tanto a rovinare questa moneta 🤷‍♂️😂
    1 punto
  25. Salve a tutti gli intervenuti al post . Questa mattina ho ricevuto l' Asse , devo dire come prima impressione che la moneta vista dal vivo e nel suo rapporto 1:1 e' decisamente piu' attraente e bella che vista ingrandita come anche io l' avevo vista in vendita ; l' ingrandimento accentua i "difetti" di conservazione , vengono esasperati , mentre nel rapporto naturale la moneta acquista almeno un grado nella conservazione generale , da un valutabile B iniziale ad un MB , una bella sorpresa . Anche la patina e' piu' uniforme rispetto alla foto ingrandita , di un bel colore marrone cuoio . Il peso sfiora i 15,2 grammi . Veniamo ora alla parte piu' importante della moneta , i "segni" , confermo che sono coevi alla moneta , tutti gli incavi hanno patina dello stesso colore della moneta , marrone scuro . Mi fa piacere fare i complimenti a @gpittini "occhio di falco" , infatti ha notato da subito che oltre ai segni di cui si e' parlato nel post , sembra essere presente anche una S invertita posta tra le due teste di Giano al dritto , scrivo "sembra" perche' potrebbe anche essere una consumazione della moneta che fortuitamente ha assunto la forma di una S , e' da studiare meglio , comunque a prima vista sembra una S . Per ora non ho altro da aggiungere , grazie a tutti .
    1 punto
  26. Ciao! Parole sante .... anche perché di acqua da bere, a Venezia, ce n'era poca e in minor misura del vino. L'acqua era un elemento raro, spesso di cattivo gusto, inquinata dall'acqua salata o infetta. Per una informazione più completa, leggete questo post: saluti luciano
    1 punto
  27. Dal libro Stato e Collezionismo........Siamo nell’Aprile del 1944, la situazione nella Capitale è veramente tragica. Il giorno 13, forse al mattino, personale militare e civile della Repubblica Sociale Italiana, si presenta presso lo stabilimento della Regia Zecca, in Via Principe Umberto. Il nucleo di persone è comandato dal Capitano Pietro Martinelli. Ha le credenziali in ordine per il ritiro di materiale da trasportare ad Aosta. Gli viene pertanto consegnato quello che richiede. Della consegna viene redatto apposito verbale, con il quale il cedente, secondo il principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione e della gestione della Cosa Pubblica, cede in carico ad altra persona designata dalla stessa Pubblica Amministrazione, materiale di proprietà dello Stato. Cosa aveva ritirato il Cap.Martinelli di così tanto importante dallo Stabilimento Monetario di Stato? Per quasi sessant’anni non si è mai saputo, probabilmente perché nessuno aveva avuto interesse ad approfondire le ricerche. Il tempo trascorre, lento ma inesorabile. La guerra finalmente ha termine, e termina anche la lotta fratricida che ha insanguinato il nostro Paese, quando si sono affrontati armi in pugno giovani e meno giovani, che avevano scelto di stare da una o dall’altra parte. Con gli anni le ferite si rimarginano, i ricordi, pur se dolorosi, si affievoliscono e pian piano ci si avvia verso una pacificazione nazionale, che finalmente possa riconciliare coloro che si contrapposero in armi. Arriviamo dunque con un salto in avanti di quasi sessant’anni, al 2001, quando alla Guardia di Finanza viene affidato l’incarico di svolgere degli accertamenti su presunti comportamenti illeciti posti in essere da personale della Sezione Zecca dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. L’indagine, affidata all’allora capitano Domenico Luppino, era caratterizzata da un’ampia delega rilasciata dalla Magistratura al fine di verificare le varie ipotesi di reato. Essendo una indagine atipica, a ritroso nel tempo, che necessariamente richiedeva l’esame di documentazione anche non recente, si decise di iniziare le ricerche proprio dagli archivi della Zecca di Roma. Presso la sede storica della Zecca del Regno d’Italia, che tutti sappiamo trovarsi a Roma, Via Principe Umberto, attraverso l’ordine di esibizione della Procura della Repubblica, vennero visionati materiali e documentazione del nostro passato monetario. All’interno del Magazzino Materiale Creatore, tenuto in estremo disordine, in un angolo stavano ammucchiati alla rinfusa, decine di registri cartacei. Dopo alcuni giorni di attenta lettura, nello sfogliare un vecchio registro, vennero scoperte alcune annotazioni che datavano 1944. Subito si pensò alla storia della monetazione per la Repubblica Sociale Italiana ed effettivamente ci si rese conto che si trattava di note scritte (finalmente!), che riguardavano la consegna di materiali da destinarsi ad Aosta. Ma qual’era il materiale richiesto dai militari della R.S.I.? Dopo quasi sessant’anni dunque, altri militari, stavolta quelli della Guardia di Finanza, nell’esaminare la vecchia documentazione dimenticata in un angolo del Magazzino Materiale di Incisione, rinvennero, all’interno di un vecchio “Registro Materiale”, alla data del 13.04.1944, l’annotazione seguente: · Punzone orig. D2 R1 Cent.10 acmonital; · Matrici D1 R1 “ “ ; · Punzone Riproduttore D1 R1 Cent. 20 acmonital; · Punzone Riproduttore D1 R1 Cent. 50 acmonital; Consegnati al Sig.Martinelli per il trasferimento ad Aosta (vedi verbale del 13.04.1944): · nr.2 punzoni originali Diritto e nr.1 punzone originale Rovescio dei centesimi 10 in acmonital; nr.1 matrice Diritto e nr.1 matrice Rovescio dei centesimi 10 in acmonital; nr.1 punzone riproduttore Diritto e nr.1 punzone riproduttore Rovescio dei centesimi 20 in acmonital; nr.1 punzone riproduttore Diritto e nr.1 punzone riproduttore Rovescio dei centesimi 50 in acmonital; Della consegna sarebbe stato redatto un verbale , il nr.5 del 13.04.1944, non rinvenuto, relativo al trasferimento del materiale ad Aosta. Il Sig.Martinelli potrebbe identificarsi nel Cap.Pietro MARTINELLI, destinato poi a diventare il Questore di Aosta nella Repubblica Sociale Italiana. Nessun altra notizia risultava, anzi, il registro si concludeva bruscamente con un tratto di penna orizzontale, come a voler mettere definitivamente la parola fine ad un periodo travagliato. Per gli investigatori, l’unica cosa ormai da fare era quella di acquisire in copia conforme tutti i registri rinvenuti (ma che fine faranno poi gli originali?), al fine di acquisire agli atti ogni elemento utile per la prosecuzione delle indagini e, perché no, a illuminare un periodo oscuro della nostra storia recente. Nelle figure: Documento relativo ai punzoni e alle matrici destinate alla Zecca di Aosta nell’Aprile del 1944. E così il cerchio pareva chiudersi. Tutto il materiale creatore relativo alla moneta da centesimi 10 in acmonital, e non solo quella, come avremo modo di vedere, era stato effettivamente prelevato per essere trasferito ad Aosta. Evidente ormai che si trattava di manufatti realizzati a Roma, in previsione di una nuova monetazione per Vittorio Emanuele III, prima della caduta del Fascismo. Ci sono però, alcuni punti ancora da chiarire. Ad esempio, quando il Professor Traina afferma che 20 esemplari dei 32 coniati “…s’ignora dove siano finiti…” : non di tutti, ma almeno di quelli che ogni tanto appaiono in aste pubbliche si potrebbe quantomeno tentare di risalire alla provenienza, che non può essere altro che di origine furtiva, essendo state queste monete, teoricamente, di proprietà dell’allora Direzione Generale del Tesoro di Brescia, oppure potrebbero fare parte di quella partita di dieci esemplari che avrebbero dovuto essere deformati al loro rientro a Roma. Forse troppo frettolosamente si è voluto chiudere la vicenda affermando che questi esemplari andarono perduti nel corso delle vicende belliche. Sappiamo però che tutti i pezzi presenti sul mercato appartengono allo Stato Italiano e che dunque la loro commercializzazione appare alquanto discutibile. Del resto, dopo la guerra, tutti gli enti (Banca d’Italia in testa), si sono prodigati per recuperare il maltolto, ma anche in questo caso la numismatica ha fatto la parte della cenerentola e lo Stato Italiano ha omesso, colpevolmente, di interessarsene, consentendo così il commercio d molti esemplari metallici che oggi dovrebbero essere custoditi presso il Museo della Zecca. Altro particolare che dovremmo riconsiderare è quello che riguarda i due esemplari presenti al Museo della Zecca (cartellino nr.175, Zecca di Aosta). La corrente di pensiero prevalente concorda nel ritenere che questi due esemplari siano i superstiti dei 12 tornati a Roma (dieci vennero deformati, ma non esistono verbali in tal senso). Sorge però spontaneo un dubbio: è mai possibile che presso la Zecca di Roma, che possedeva il materiale creatore già prima dell’Aprile del 1944, non siano state effettuate delle battiture della moneta, quanto meno per verificare l’idoneità dei conii e del loro impatto sull’acmonital? Francamente pare impossibile. Probabile dunque, che la zecca abbia effettuato qualche battitura, che potrebbe anche essere stata consegnata agli emissari della RSI che ritirarono, quel 13 aprile del 1944, il materiale creatore. Purtroppo non è più reperibile il verbale nr.5 redatto quel giorno. Sappiamo per certo che l’eventuale consegna di monete non poteva risultare dal registro dal quale sono stati estrapolati i frammenti che testimoniano l’avvenuto ritiro del materiale creatore, perché, tassativamente, in quell’ambiente blindato non potevano e non possono, ancora oggi, essere custodite monete o tondelli vergini o quant’altro. Potrebbe dunque darsi che gli esemplari oggi noti vennero battuti a Roma, consegnati al Capitano Martinelli, a corredo del materiale prelevato, e quindi ritornati a Roma nel dopoguerra, ad eccezione degli esemplari andati perduti. Ma rimaniamo comunque nel campo delle ipotesi. Il Cartellino nr.175 presente al Museo della Zecca, di per sé non sembra sufficiente per poter affermare con certezza che quelle monete vennero effettivamente battute ad Aosta. Chi lo compilò (ma perché nel dopoguerra non si sono interpellate le persone che si occuparono in prima persona della vicenda?), può aver erroneamente inventariato il materiale che stava rientrando appunto dalla cittadina di Aosta. Alberto Santamaria nel suo articolo fa cenno alle notizie fornite di prima mano dal compianto Professor Pietro Giampaoli e dal Tenente Colonnello Lauria, quest’ultimo Direttore della Sezione Zecca di Aosta in quel travagliato periodo, scrivendo che “…ci mostrò anche le copie di alcuni ordinativi passati alla Cogne dalla Zecca di Aosta…”. Viene da chiedersi il perché il Tenente Colonnello Lauria detenesse quel materiale cartaceo (siamo poi sicuri che fossero copie? Stiamo parlando degli anni quaranta del secolo scorso...), oggi andato irrimediabilmente perduto. In figura: lettera del Direttore della Zecca nella quale si conferma la dizione “Zecca di Aosta” nel cartellino identificativo dei due esemplari da centesimi 10 del 1943 in acmonital presenti al Museo della Zecca. Per concludere, desideriamo ricordare che, quando il governo della Repubblica Sociale Italiana, con decreto ministeriale del 01.05.1944 XXII nr.422, a firma del Ministro Pellegrini, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nr.171 del 24 Luglio 1944 ([1]), dispose che la Zecca nazionale aprisse una sezione staccata ad Aosta, presso la Società Nazionale Cogne (dove era stato messo a punto il procedimento per la fabbricazione di acciaio ([2]), per la realizzazione di monete), andò a stabilirsi ad Aosta anche l’incisore capo Pietro Giampaoli, rimanendovi per circa un anno ([3]). In questo tormentato periodo l’artista effettuò studi di coni monetali, incisioni, fusioni, esperimenti con nuove leghe ecc. ([1]) “E’ istituita ad Aosta presso la Società Nazionale Cogne una sezione staccata della Zecca di Roma con il compito di stampaggio di monete da 50 e 20 centesimi del tipo Costituzione Impero per assicurare al Nord Italia i bisogni monetari della popolazione.”. ([2]) Acmonital: lega di ferro, cromo e nichelio. ([3]) L’articolo 3 del DM del 1 maggio 1944 XXII nr.422 precisava che il personale sarebbe stato fornito dalla Società Nazionale Cogne per quanto riguarda gli operai mentre dalla Direzione Generale del Tesoro sarebbero stati inviati ad Aosta tecnici ed incisori.
    1 punto
  28. Hai ragione, ma per tentare di rinvigorire un settore che ha perso appeal per via del progresso tecnologico e di tutti gli altri problemi di cui soffre, bisogna tentare di percorrere tutte le strade possibili. Quello che posso dirti è che il binomio "filatelia - fumetti" ha incominciato a prendere corpo , con una certa costanza, nel 2017 con le emissioni ufficiali e da qualche anno prima ( credo il 2015 ) soprattutto con i prodotti filatelici correlati legate alle manifestazioni tipo "Lucca Comics"; manifestazioni che sono numerose sul territorio nazionale e che hanno un gran seguito da parte del pubblico giovanile. Che poi riscuotano successo non ho dati certi, ma avendo partecipato in passato ad una di queste manifestazioni nella mia città, ho notato molta curiosità ( sono sempre stati aprrontati annulli speciali con relativo stand di Poste Italiane ) e che è sempre meglio di un declino inesorabile. Dagli tempo, come si presenterà l'occasione, sempre che mantengano la tematica in vita, gli daranno il giusto tributo. Nel 2031 i Puffi compiranno 50 anni, è ancora lunga ma le sorprese sono sempre dietro l'angolo.
    1 punto
  29. Ricambio i cordiali saluti a Vitellio. Ciao Enrico.👋 Ciao. Se le monete sono state vendute da un commerciante o da una Casa d'Aste con sede all'estero, chi effettua i controlli non si aspetta di trovare il Certificato di autenticità e provenienza perchè sa già che non lo troverà, per le ragioni già indicate nel precedente post n. 8. L'autorevolezza del venditore è importante ma, come anche già precisato in precedenza, ci sono stati casi in cui monete vendute da importanti Case d'asta con sede all'estero sono poi state sequestrate una volta arrivate all'acquirente in Italia. Un anonimo nickname intestato a Mr. John Smith o alla ditta "The Cat and the Fox Ltd." che si mettessero a vendere da Londra monete antiche in Italia, unicamente su eBay, senza un curriculum e senza un negozio fisico sottostante, è molto probabile che desterebbero l'attenzione di chi, per lavoro, ha il compito di monitorare questo tipo di aste, molto più di quanto potrebbe accadere se la stessa cosa la facessero delle Case d'asta o dei commercianti esteri strutturati e "istituzionali". M.
    1 punto
  30. Nel lato dello scudo (prima e terza immagine) io leggo ELVMAR. Penso potrebbe essere un quattrino di Ferrara per Leonello D'Este... Scioglimento della legenda in (Leon)ELV MAR(chio) Vedi, a titolo di confronto, collegamento che segue... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FELEES/5 Mario
    1 punto
  31. Le vendono e basta. Come anche Tu potresti fare su eBay con la Ltd. da Londra. La questione è spostata sugli acquirenti italiani, che da una Casa d'Aste o da un Commerciante stranieri si attendono un'affidabilità commerciale di un certo livello, che in caso di controlli li dovrebbe auspicabilmente tutelare (anche se ciò non sempre è stato vero). Da un privato o da una Ltd. nata ieri con un capitale di 50 Pounds, che opera dall'estero esclusivamente su una piattaforma online senza neppure un negozio fisico, l'affidabilità commerciale si ridimensiona oltremodo e, in caso di controlli, l'aspettativa di tutela si affievolisce notevolmente. Da qui il suggerimento di "battere" i mercati di monete antiche diversi da quello italiano, considerando che da noi è molto monitorato specialmente sui siti di e-commerce. Poi, evidentemente, un divieto esplicito per un privato o per una Ltd. di vendere dall'estero monete antiche in Italia, non c'è. M.
    1 punto
  32. Una banconota da 100 franchi francese talmente ovvia e comunissima, forse è per questo che l'abbiamo dimenticata ad inserire nella discussione, è indubbiamente a tema. Museo del Louvre - Parigi 'La Libertà che guida il popolo' (1830) di Eugène Delacroix
    1 punto
  33. Se intendi utilizzare le piattaforme di vendita online basando l'attivita' su un Ltd. dall'UK, probabilmente l'unico modo e' quello di non vendere le monete antiche agli italiani...😄 Nelle inserzioni dovresti mettere il disclaimer..."si spedisce dappertutto fuorche' in Italia e Corea del Nord"...😀 P.S . "Ma Con la Corea del Nord possiamo talvolta fare delle eccezioni".
    1 punto
  34. Appunto. Quindi se vendi online da Londra e spedisci a un indirizzo italiano, la vendita della moneta antica è regolata, per quanto riguarda l'esportazione, dalla legge UK e, una volta entrata in Italia, la moneta sarà soggetta alla legge italiana. Dal punto di vista della buona fede, in caso di controllo, l'acquirente mostrerà a chi gli farà visita gli estremi della transazione su eBay, del bonifico e anche quello che tu chiami certificato di autenticità e provenienza (e che tale non è), se glielo hai allegato nella busta insieme all'immaginetta di Sant'Eligio di Noyon, Protettore dei numismatici. La buona fede dell'acquirente a questo punto non dovrebbe essere messa in discussione, salvo eccessi di zelo da parte di qualche Operatore che, tra vedere e non vedere e dovendo fare "numeri", potrebbe anche denunciare l'acquirente per ricettazione e/o incauto acquisto. Detto ciò non è escluso che se ritengono che la moneta possa essere di provenienza illecita, te la sequestrino, anche senza denunciarti. Ma questa ultima eventualità può sempre accadere anche se la moneta è venduta da un Commerciante blasonato o da una Casa d'aste a 5 Stelle. M.
    1 punto
  35. C’è una discussione risalente a quasi 4 anni fa intitolata “investimenti” e aperta da un tale @domenicini in cui si parla proprio di questi argomenti. Forse le converrebbe darci un’occhiata…
    1 punto
  36. Mi sa che c'è un piccolo misundertanding su cosa sia il certificato di autenticità e provenienza. Per la legge italiana esso è un documento che si ricollega al Registro detenuto dai commercianti numismatici, vidimato e periodicamente controllato dalle Autorità preposte, che alla bisogna consente di "tracciare" - mediante, appunto, il link Registro-Certificato - il percorso (i.e. la provenienza) della moneta. Non avendo in UK l'obbligo della tenuta del suddetto Registro e dunque non essendoci neppure il periodico controllo dello stesso da parte delle autorità, ciò che tu rilasceresti con la denominazione di "Certificato di autenticità e provenienza" non avrebbe, per l'Autorità italiana, il valore del Certificato di autenticità e provenienza prescritto dall'art. 64 del Codice Urbani. Sarebbe al più considerato una dichiarazione aggiuntiva, fatta dal Venditore, che a quel punto può dichiarare quello che vuole, tanto quella moneta non l'ha mai annotata nel Registro vidimato (perchè non ce l'ha), registro che, non essendoci, non è mai stato controllato e vidimato dall'Autorità italiana. La seconda parte del ragionamento non credo di averla capita e per verificare se ho frainteso quello che hai scritto ricorro ad un esempio: La tua Ltd. ha sede legale a Londra e spedisce da Londra la moneta acquistata da un acquirente italiano che fornisce un indirizzo in Italia. Se questo è lo schema (che ho inteso io), in questo caso la compravendita sarebbe soggetta alla normativa italiana? Quindi, se invertissimo le parti, un Venditore italiano che vende ad un acquirente inglese, soggiace alla normativa inglese? Questa cosa, francamente, non l'ho mai sentita e mi pare abbastanza insensata. In Italia abbiamo tutta una serie di normative concernenti proprio l'esportazione di monete antiche all'estero, violando le quali oggi si può anche finire in prigione e rischiare sanzioni penali pecuniarie assai elevate. Se valesse la regola che una moneta venduta da un italiano che ha negozio in Italia ad un inglese che abita in UK soggiace alle regole inglesi, sarebbe (per l'italiano) una pacchia. M.
    1 punto
  37. Dove starebbe scritto che le monete da collezione calano con il tempo di prezzo? Ha qualche prova concreta che dimostri questa sua affermazione o è una boutade? Lo chiedo perché a me risulta tutt'altro, specialmente per alcune tipologie di monete in determinate conservazioni...
    1 punto
  38. Ciao. Se crei una Ltd. (UK?), nella vendita delle monete dovrai attenerti alla normativa prevista dal diritto dell'UK. Perchè mai la Ltd. dovrebbe rilasciare il certificato di originalità e provenienza previsto dalla normativa italiana? M.
    1 punto
  39. La dicitura "mai apparso sul mercato" per le Vicereali non significa che questo Due Cavalli resterà il solo in eterno. Ho l'impressione che certe "attribuzioni " servano solamente per fare lievitare le offerte.
    1 punto
  40. Buon pomeriggio. Ho allegato tutte le foto che sono riuscito a fare.
    1 punto
  41. Gli Usa sono un paese extra UE - a rigore non vi e’ da pagare IVA mentre si pagheranno - in ingresso - i dazi doganali previsti secondo ña categoría di merce importata.
    1 punto
  42. Sono da sottolineare più aspetti positivi di questo Convegno, intanto che e’ una prima, che e’ in Abruzzo che e’ una regione dove mancavano da tempo questi eventi e poi bello che oltre gli ambiti commerciale ci sia una parte culturale con conferenze !
    1 punto
  43. Per me è autentica e non la pulirei in nessun modo, riguardo la conservazione/valutazione aspetta qualche altro intervento.
    1 punto
  44. Come vi capisco, io ormai ho sforato il 1000, tra libri, riviste e cataloghi, e come arriva il corriere ricevo occhiatacce dalla mia compagna, che mi dice “non abbiamo più spazio, dove li metti ora questi?”. Ma io non mi arrendo e continuò a prendere nuovi volumi, per leggere e godere delle monete contenute in ogni pubblicazione. Resistete, perché la nostra passione, o malattia è duplice, Numismatica associata ai libri. 😂😂😂😂
    1 punto
  45. Alcuni ameni scorci del paesaggio nummobibliografico toscano...
    1 punto
  46. Buona sera a tutti, Questa è la mia, purtroppo oggi forse non vale più il prezzo che l'ho pagata ma è bellissima ❤️. Cosa ne pensate?
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  47. È passato molto tempo da questo mio intervento. Purtroppo la mia biblioteca non è cresciuta come avrei voluto a causa dei tanti impegni che negli ultimi anni mi hanno costretto ad accantonare un po’ la numismatica. Qualche piccola aggiunta comunque c’è stata, sempre rimanendo per lo più nell’ambito della monetazione romana repubblicana: - M. H. Crawford, “Roman Republican coin hoards”; - I. Vecchi, “Italian cast coinage”; - A. Santini, “Saggio di catalogo generale delle monete consolari anonime con simboli”; - R. Thomsen, “Early Roman Coinage”; - A. S. Fava, “I simboli nelle monete argentee repubblicane e la vita dei romani”; - A. Banti, “Corpus Nummorum Romanorum”; - C. H. V. Sutherland, “Arte nella moneta”; - C. Gamberini di Scarfea, “La moneta di Roma repubblicana”; - G. Dattari, “Monete imperiali greche “; - S. A. Kovalenko, “Greek coins - Italy and Sicily -; - “Die Münzen der Römischen Republik im Kestner Museum Hannover”; - “Sylloge Nummorum Romanorum - Civiche Raccolte Numismatica - RES PUBLICA” - Circolo numismatico “Astengo”, “Duemila monete della collezione Dattari”. Questo è quanto, al momento. Ad maiora!
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  48. Proseguiamo la nostra rassegna. Nel gennaio del 1947, con la II Guerra Mondiale ormai conclusa da tempo, Oppenheimer divenne il Presidente del Comitato Consultivo della Commissione per l'energia Atomica degli Stati Uniti d'America. Il controllo della ridetta commissione era stato trasferito dalle mani dei militari ai civili con un decreto del nuovo Presidente Harry Truman, fidando in un futuro di pace e prosperità mondiale dopo la caduta della Germania nazista. Truman era succeduto, quale vice presidente in carica, a Franklin Delano Roosevelt, deceduto per un malore improvviso il 12 aprile del 1945, mentre era intento a posare per un ritratto ufficiale nella sua casa di Warm Springs. Ritratto che rimase incompiuto ed oggi viene conservato come una reliquia nella stessa Warm Springs. La moneta che andiamo a presentare stasera, datata proprio 1947, porta al diritto un ritratto di profilo del presidente Roosevelt ed è infatti conosciuta come il Roosevelt dime. Tale tipologia, che andò a sostituire il Mercury Dime, entrò in circolazione nel gennaio del 1946, in tempo per festeggiare quello che sarebbe stato il compleanno del defunto presidente. Nel 2024 viene ancora coniata senza variazioni ed è il design più longevo attualmente in circolazione negli USA. La morte di Roosevelt venne subito presa come l'occasione per cambiare il conio del taglio da 10 cents e celebrare così il presidente del New Deal e della vittoria nella II Guerra Mondiale. L'associazione della moneta da un decino con la figura di Roosevelt era quasi scontata, poiché lo stesso aveva fondato il 3 gennaio del 1938, l'associazione per lo studio ed il debellamento della poliomelite conosciuta come "March of the Dimes", così chiamata dalla raccolta fondi promossa in tutti gli states per 10 cents (un dime per l'appunto) a persona. Tale campagna ebbe un clamoroso successo in tutto il paese, dato che la Casa Bianca venne letteralmente invasa da posta contenente monetine da un dime in argento. Ecco pertanto che, alla morte di Roosevelt, venne naturale pensare di dedicargli la nuova moneta da un decino. Inizialmente vi furono delle resistenze, perché il Mercury Dime era ancora estremamente popolare, tuttavia alla fine il cambio venne accettato e l'incisore J. R. Sinnock raffiguro' al diritto un bel ritratto dell'ex presidente ed al rovescio la fiaccola della Libertà tra un ramo di quercia ed uno di ulivo a ricordare la recente vittoria nella II Guerra Mondiale. I Roosevelt Dimes, come i loro predecessori, vennero coniati in argento '900 dal 1946 sino al 1964, per poi passare, dal 1965, al c.d. "sandwich" in rame-nickel che circola tuttora.
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  49. Presento questa moneta da 10 griven 2020, dedicata alla "Giornata della memoria dei difensori caduti dell'Ucraina" al dritto : un campo di girasoli, che simboleggiano calore, felicità e vita; a destra un girasole spezzato che rappresenta un soldato ferito. al rovescio : un grande girasole, che simboleggia l'Ucraina; sotto c'è un petalo staccato a forma di lacrima, che sta per la Crimea; a destra, due petali piegati, che rappresentano le oblast' di Donetsk e Luhansk, e la legenda 29.08 Giornata dei difensori caduti.
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