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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/27/24 in tutte le aree

  1. Salve, segnalo : ANCONA: Quattrini e piccioli del XV e XVI secolo Vladimiro Pirani Il libro prosegue lo studio delle monete delle Marche, questa volta focalizzandosi su due fra i tagli che ebbero maggiore circolazione ad Ancona fra il XV ed il XVI secolo: i quattrini ed i piccioli. L’analisi, condotta da Vladimiro Pirani, prende in esame 184 tipologie, con una ricca varietà di tipologie e di varianti. E’ edito da Numismatica Picena in collaborazione con Edizioni D'Andrea. 126 pagine a colori, formato foglio A4 € 45,00 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.edizionidandrea.com/&ved=2ahUKEwiYueys1ZWIAxUn7rsIHa9qFykQFnoECB0QAQ&usg=AOvVaw1rZx26Hvtxi2vmuYN3LTiz
    3 punti
  2. Buongiorno, Sul bagnasciuga di Soverato ho trovato un sasso a forma di moneta che inizialmente mi ha davvero suggestionato, ma poi alla vista e al tatto è chiaro che si parla di un sasso poi la mia immaginazione deviata ha fatto il resto. In allegato la foto del sasso. Buona giornata.
    3 punti
  3. In una discussione nella sezione Aste un utente ha fatto riferimento alla fretta. Fretta in questo caso della casa d'aste di preparare il materiale per l'asta e che, come conseguenza, comporta degli errori con l'inserimento di falsi che solo in un secondo tempo vengono ritirati. Un'altra fretta che causa danni è quella del collezionista che vuole al più presto completare la sua collezione, lanciandosi in acquisti sbagliati o eccessivamente costosi. La fretta è sempre cattiva consigliera. Così ho pensato di lanciare un nuovo hashtag: # Slow Numismatics Così che sia sia possibile gustare al meglio quello che la Numismatica può offrire. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  4. Nessuna collezione è completa a meno che non si parli di ambiti ristretti come ad esempio la repubblica. Io personalmente non ho mai pensato ma neanche voluto il completamento della mia inteso come tutte le tipologie e date esistenti ;infatti si può ritenere completa una collezione anche senza dover avere tutti gli esemplari ma magari solo pezzi chiave o con una iconografia particolare o solo coi ritratti...insomma le scelte sono tante e tutte sacrosante. Per quanto riguarda il non aver fretta é un modus che sposo in pieno ma lo dico adesso che sono un po' più maturo a livello di collezionista e dopo tanti anni....i livelli li ho passati tutti, dagli acquisti sbagliati alla compulsività. Alla maturità ed alla serenità ci si arriva col tempo. Quando sei giovane hai il fuoco dentro e vuoi tutto e subito, poi capisci che non c'è mai fine e ti dai una regolata e diventi più riflessivo. Buona collezione a tutti. Marco
    2 punti
  5. Sulla località del timbro mi e' venuto in mente Pont-Saint-Martin. in provincia di Aosta. Cercando su Wikipedia ho trovato questo: Nel periodo fascista, precisamente dal 1939 al 1946, il nome del comune fu italianizzato in Ponte San Martino e incluse il comune di Perloz. I due comuni furono ristabiliti con i confini e i toponimi originali nel 1946. E qui mi pare di leggere proprio Ponte S. Martino. Che ne dite? Ciao. Stilicho @Ptr79 @PostOffice
    2 punti
  6. Ciao, come "ritratto" io ci vedo più Caracalla o il fratello Geta da giovani. Sicuramente suggestiona 🙂. ANTONIO
    2 punti
  7. A mio parere è Aureliano. Concordia mili. Non capisco la zecca. Circa 270 d.C.
    2 punti
  8. Cartolina illustrata in tariffa per cinque parole con lire 15 inaugurazione monumento a George Gordon Byron a Roma emesso nel 21.4.1959. Annullo di partenza del 4.7.1959 con il MESS. BOLOGNA FOGGIA T. 13 .. ..qui ritorniamo a quanto detto nell'altra discussione sui "MESSAGGERI". ..e qui si puo' vedere la T per Turno. Annullo di arrivo nello stesso giorno a Campobasso. Bella cartolina di Repubblica, gli annulli dei MESSAGGERI e AMBULANTI sono sempre ricercati. Bello il panorama di quegli anni. Qui lo stesso annullo a ritroso..
    2 punti
  9. E' lo stesso esemplare, invenduto, dell'asta 30 di Aurora con base d'asta 20k. Purtroppo il settore delle Prove e dei Progetti - essendo molto di nicchia - non é costante nei realizzi ed una volta fa scintille e un'altra invece rimane al palo.... Non ho idea del perché di quella dicitura "PROVA D'AUTORE"
    2 punti
  10. Questa è vandala. O meglio protovandala. Per semplicità diciamo pre 480. Molto bella. È la cosiddetta stellina a otto raggi. Il rovescio è a testa in giù Ciao
    2 punti
  11. Buon pomeriggio, alla prossima "Asta in sala 32" organizzata da Aurora S.P.A. di San Marino in programmazione il 9 ottobre e dal titolo "Ancient, Italian and World Coins, Medals" sarà esitato il Lotto 403 con la seguente descrizione in Catalogo e relative foto: Repubblica Sociale Italiana (1943-1945), 10 Centesimi 1943 Aosta, RRRR Ac 19,5 mm 2,96 g. Furono coniati 32 esemplari di questa moneta sperimentale, di cui 20 inviati alla Direzione Generale del Tesoro di Brescia e 12 restituiti, dopo la guerra, alla Zecca di Roma insieme ai macchinari utilizzati ad Aosta. Di questi ultimi pezzi, 10 furono deformati e 2 consegnati al Museo della Zecca di Roma, dove si trovano tutt'ora con il cartellino di catalogazione originale con la dizione "Zecca di Aosta". FDC Prezzo base: 20.000,00 € https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RSI/2 Nel Catalogo del Forum l'esemplare (R5) è così descritto: Esperimento di monetazione in acciaio svolto presso gli stabilimenti Cogne (Aosta) con materiale creatore prelevato dalla zecca di Roma. A dispetto della coniazione effettuata per conto della Repubblica Sociale Italiana le insegne e la raffigurazione sono le stesse del Regno ivi incluso l'effige del Re. Anche il segno di zecca risulta la R. Furono ritrovati conii con la A come segno di zecca ma di fatto non vennero utilizzati. Dei 32 esemplari che risultano coniati 2 sono presso il museo della zecca e 10 furono deformati. Nel 2014 (Asta 49 Nomisma del 13/05) è stato esitato un esemplare simile, Lotto 2620, incapsulato MS-65 dalla PCGS: https://nomisma.bidinside.com/it/lot/42962/repubblica-sociale-italiana-1943-1945-10-/ così descritto in Catalogo: Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) 10 Centesimi 1943 A. XXI - Mont. 358; Gig. 1 (indicato come moneta campione, indicato R/4) AC RRRR La coniazione di queste monete campione fu effettuata nella zecca di Aosta dopo il 26 luglio 1944 con “materiale creatore” preparato a Roma. Questa moneta costituisce un esperimento di monetazione in acciaio che rimase però allo stadio di esperimento tecnico a causa del precipitare degli eventi perciò questa emissione costituisce una importantissima testimonianza di quegli anni tormentati. Di seguito, quanto riportano le "Note tipologia" presente nel Catalogo Gigante https://catalogogigante.it/monete-italiane/repubblica-sociale-italiana/repubblica-sociale-italiana-1943-1945/10-centesimi-scudo-semirotondo-19.4-19.8-mm-2.63-2.92-g-ac/moneta?mpe=6&aal=6-1099-830-0&tip=830-204-0-1501-13&cnu=1756 "Queste monete da 10 centesimi di acmonital, costituiscono una coniazione sperimentale, effettuata nella zecca di Aosta (stabilimenti Cogne) con "materiale creatore" predisposto precedentemente a Roma. I pochi esemplari conosciuti di questa moneta differiscono notevolmente l'uno dall'altro, sia per il peso, che varia da 2,63 a 2,92 grammi, sia per l'aspetto, che delle volte si presenta male impresso ed altre volte meglio impresso ma con superficie quasi spugnosa. Tutti questi pezzi sono fortemente magnetici. Data la scarsità degli altri metalli, in quel periodo impiegati nell'industria bellica, questa moneta costituisce un esperimento di monetazione in acciaio che rimase però allo stadio di esperimento tecnico a causa del precipitare degli eventi bellici. I conî di questa moneta furono preparati per la realizzazione di un progetto per la monetazione di Vittorio Emanuele III per il regno d'Italia; infatti, la data della moneta, l'anno XXI dell'era fascista che terminava il 27 ottobre, dimostra inequivocabilmente che la loro realizzazione avvenne nel periodo antecedente alla caduta del fascismo. Per contro, la Repubblica Sociale Italiana, utilizzando i conî precedentemente preparati, provvide alla realizzazione di questa emissione sperimentale. Quindi, lo studio e la realizzazione dei conî sono attribuibili alla monetazione del regno d'Italia; invece, la realizzazione delle monete è da attribuire alla Repubblica Sociale Italiana. Infatti, dal Registro Materiale del Magazzino Materiale di Incisione della zecca di Roma, risulta che, in data 13 aprile 1944, furono consegnati al capitano Pietro Martinelli (che 20 giorni dopo diventò il questore di Aosta) le matrici ed i punzoni delle monete da 50 centesimi, 20 centesimi e 10 centesimi di acmonital; detto materiale non fu mai reso alla zecca di Roma. In merito a questa moneta da 10 centesimi di acmonital, si è succeduta una controversa letteratura. Il primo a parlarne fu Spaziani-Testa [1952, pp. 49-50], il quale attribuì l'emissione di questa moneta alla Repubblica Sociale Italiana, ipotizzandone la coniazione di 1.000 pezzi, di cui una piccola parte inviata a Brescia e posta in circolazione, mentre la parte rilevante dell'emissione sarebbe stata poi distrutta a Roma. All'articolo citato rispose D'Incerti [1956, pp. 146-148], attribuendo la moneta in oggetto al regno d'Italia ed affermando che ne furono battuti a Roma alcuni esemplari a titolo di saggio, compresi i due conservati presso il Museo della Zecca di Roma, ed altri esemplari ad Aosta, ma sempre sotto il regno d'Italia. Quindi fu la volta di Pagani [1957, p. 58, n. 354], che riprese per intero il pensiero di D'Incerti. A questo punto Hallheimer [1958, pp. 70-74], allineandosi agli ultimi due autori citati, attribuì questa moneta al regno d'Italia, precisando che fu battuta, sia a Roma sia ad Aosta, in 42 esemplari, dei quali 20 inviati a Brescia e 12 a Roma, 10 dei quali deformati e distrutti. A rompere lo schema dominante ci pensò Santamaria [1959, nota dopo il n. 825], il quale attribuì questa moneta sperimentale alla Repubblica Sociale Italiana. A tale contributo, non si fece attendere la risposta di Pagani [1959, pp. 70-74], che ribadì il suo pensiero. Va detto, ad onor di cronaca, che tutto il materiale sin qui indicato, frutto di supposizioni e di "informazioni testimoniali" non precisate, non fu sostenuto da alcuna prova ed è a questo punto che Santamaria [1961, pp. 10-21], forte di prove documentali, può tornare sull'argomento in questione. Infine, è la volta di Simonetti [III, pp. 192, 283, n. 244/1], che ignora il decisivo contributo di Santamaria e, riferendosi al solo Pagani, attribuisce questa moneta sia alla zecca di Roma sia a quella di Aosta, catalogandola, in base alla data ed all'autorità emittente riportate sulla stessa, nella monetazione del regno d'Italia. Tuttavia, come abbiamo poc'anzi evidenziato, è solo grazie a Santamaria che è stato possibile fare chiarezza in merito alla certa attribuzione di questa moneta alla Repubblica Sociale Italiana. Santamaria, dopo avere scritto all'allora direttore della zecca di Roma Pasquale Carbone, in merito all'attività della Sezione staccata della zecca di Aosta nel periodo dal 26 luglio 1944 al 4 giugno 1945, ottenne due lettere di risposta: una datata 18 novembre 1958 e l'altra datata 28 luglio 1960 [v. oltre]. Contenuto della lettera del 18 novembre 1958 [Santamaria 1961, pp. 13-14] Le monete di acmonital da 10 centesimi, datate 1943-XXI e contrassegnate con il marchio della zecca di Roma, furono coniate a titolo di esperimento presso la zecca di Aosta, sembrerebbe in 32 esemplari, di cui 20 (secondo le dichiarazioni verbali dell'incisore capo Pietro Giampaoli) consegnati alla Direzione Generale del Tesoro, allora distaccata a Brescia, e 12 riportati a Roma all'epoca del ritorno dei macchinari e dei materiali della zecca di Aosta. Di questi ultimi pezzi, 10 furono deformati e 2 consegnati al Museo della Zecca di Roma. Tali esperimenti, coniati ad Aosta, furono prodotti con materiale creatore precedentemente allestito a Roma. Nell'aprile del 1944 fu spedito ad Aosta, a mezzo di autotreni, materiale vario per la costituzione di una vera e propria officina monetaria, sia pure di modeste capacità produttive, con personale direttivo, tecnico ed amministrativo. La Sezione Staccata Autonoma della zecca di Aosta fu istituita con DM 422/1944, con il preciso compito di coniare le monete divisionali da 50 centesimi e 20 centesimi. Oltre ai pochi pezzi da 10 centesimi sperimentali, furono coniati ad Aosta, nel periodo dal 26 luglio 1944 al 4 giugno 1946, sempre con materiale creatore allestito precedentemente a Roma, n. 2.053.000 pezzi da 20 centesimi, peraltro non riconoscibili da quelli emessi a Roma per il regno d'Italia, su un totale di 6.000.000 di tondelli preparati dalla Società Cogne per la zecca di Aosta. Furono allestiti in Aosta alcuni conî rovesci recanti, in luogo della lettera r, la lettera a; tuttavia, questi non furono utilizzati per alcuna coniazione di monete. Successivamente, ritornata la zecca a Roma, furono tutti deformati. Contenuto della lettera del 28 luglio 1960 [ibid.] Nel cartellino n. 175 del Museo della Zecca di Roma, riguardante i due esemplari del pezzo sperimentale da 10 centesimi di acmonital, battuti ad Aosta, è riportata la dizione "Zecca di Aosta", che esiste da quando è stato compilato il predetto cartellino che peraltro non è stato mai cambiato. Tuttavia, rimanendo nel campo delle ipotesi, è possibile che la moneta sperimentale da 10 centesimi di acmonital possa essere stata battuta in pochi esemplari anche a Roma, anche se, se così fosse, non si spiega il fatto del perché non furono consegnati, da questa zecca, i consueti due esemplari al Museo della Zecca di Roma e perché, nonostante quella scrupolosa relativa alla zecca di Aosta, manchi la rendicontazione relativa all'eventuale battitura effettuata a Roma. Resta il fatto che occorre giustificare la provenienza dei pochi esemplari di questa moneta apparsi nel mercato, che potrebbero fare parte del contingente di 20 pezzi consegnati, a suo tempo (in base alle dichiarazioni del Giampaoli), alla Direzione del Tesoro di Brescia, ma di cui non esiste alcuna documentazione. Pertanto, sulla base delle fonti disponibili, non possiamo fare altro che attribuire questa emissione sperimentale alla sola zecca di Aosta per conto della Repubblica Sociale Italiana. Come abbiamo visto, nella zecca di Aosta si procedette all'allestimento di alcuni conî del rovescio di nuove monete da 50 centesimi e 20 centesimi con la a di Aosta anziché la r di Roma. Quindi, anche per queste monete fu previsto il dritto recante l'effigie di Vittorio Emanuele III; tuttavia, i conî non furono utilizzati e furono poi deformati a Roma. Non è dato sapere se, oltre ai citati 20 centesimi, furono coniati anche i 50 centesimi, che, peraltro, non sarebbero distinguibili dalle analoghe monete battute per il regno d'Italia."
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  12. https://books.google.it/books?id=W3tSAAAAcAAJ&pg=RA8-PA143&dq=ein+krevz++insig+mo&hl=en&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjvxs_d_JWIAxWv2wIHHfWtA_EQuwV6BAgGEAg#v=onepage&q&f=false
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  13. Direi che ci siamo, grazie mille
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  14. Trovato, fals dei Selgiuchidi di Rum del sultano Kaykaus II (1246-1262) zecca non definita. https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=89668
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  15. Gli annulli dei piccoli comuni sono sempre i piu' rari. Ogni cartolina un viaggio. Grazie a @Stilicho per l' aiuto, ..piu' occhi vedono meglio dei miei.. ora che lo hai fatto notare ce lo leggo anch'io.
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  16. Grazie @Stilicho confermo con la cartolina in mano l’annullo é Ponte San Martino (Aosta)
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  17. Gordiano III. Uno splendido esempio di pareidolia.
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  18. Penso sia questa: Ciao. Stilicho
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  19. Certo, volentieri! Ho ad esempio di recente intrapreso una collezione delle monete più importanti nei grandi commerci su scala globale in età moderna. Ho quindi aggiunto in collezione una moneta della Spagna coloniale da 8 reales di Carlo IV del 1807. Non voglio collezionare tutte le monete di questo sovrano né le tutte monete spagnole degli altri tagli ma questo pezzo ha un ruolo fondamentale nell'obiettivo che mi sono posto. Con davanti qualcuno potrei raccontare attraverso le mie monete la storia del successo di questa moneta nei mercati del mondo nell' Ottocento e di come sia stata il precursore del moderno dollaro. Allo stesso tempo ho in collezione alcune monete francesi, belga del periodo del primo dopo guerra con denominazione in "buoni". Hanno una loro ragione perché insieme ai Buoni da una lira e da due lire italiani rappresentano la medesima gestione dei trattati della morente Unione monteria latina nel primo dopoguerra. Insomma, in questo senso la cosa più importante per me è proprio che le monete possano essere parte di un discorso storico o storico economico; ovvero che la Storia o una storia possano essere raccontati potenzialmente a chiunque (oltre che a me stesso) attraverso le monete. Poi ovviamente esiste anche un senso estetico della moneta che guida nella scelta!
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  20. A mio avviso queste mancanze sono indicative unicamente di una produzione che potrebbe aver luogo "fuori zecca"; Giampaoli effettuò diverse coniazioni presso lo stabilimento Cogne, sia per la Repubblica che per Malta o per altri Paesi Essendo una produzione privata non può essere presente un valore, una valuta ed un segno di zecca. Allego qualche foto esemplificativa (la terza, quella inglese, é la prova di una medaglia)
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  21. Buonasera, Questa piccolissima monetina è entrata da poco nella mia collezione. È davvero minuscola, 0,65 grammi per 10 mm di diametro. Credo appartenga alla sfera delle barbariche, ma visto i precedenti è meglio che aspetti i vostri pareri. Tra l'altro, mi chiedo come facevano nell'antichità, a maneggiare giornalmente questi minuscoli tondelli, quando noi facciano fatica con gli attuali centesimi 😅...
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  22. si l'astro a otto braccia ha una storia, altre proto-vandale, come la D in ghirlanda invece no e sono assolutamente innovative
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  23. Comunque se non si vuole o non si può fare un analisi stilistica il punto più facile e veloce sono le s (Σ) di massa: la SS greca classica è un po' aperta, mentre le massa celtiche hanno le gambette parallele
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  24. Taglio: 2 euro cc Nazione: Italia Anno: 2024 A Tiratura: 2.969.000 Condizioni: SPL Città: Milano note: NEWS!!!
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  25. si e esistono vari tipi di ghirlanda per questa tipologia, foglia lunga, foglia corta etc non posso postare tutto l'articolo ma già qua qualcosa si vede (4) I nummi vandali con “stella” e ”D” in ghirlanda: quale datazione?, in Monete Antiche anno XVII n. 101, settembre/ottobre 2018, Libreria Classica Editrice Diana, Cassino 2018, pp. 35-42. | Alain Gennari - Academia.edu
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  26. Da Alessandria di Egitto, un tetradrammo al nome di Cornelia Salonina, augusta, sposa di Gallieno, con al diritto suo busto diademato ed al rovescio raffigurazione di Tyche con timone e cornucopia . Sarà il 7 Settembre in vendita LeuNum. 31 al n. 988 .
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  27. 1) non é il tondello del 1000 Lire in quanto i diametri sono differenti (27 mm per il 1000 Lire, 29 mm per il "progetto") 2) il 1000 lire bimetallico é nato nel 1997, mi sembra anacronistico l'utilizzo di conii realizzati 40 anni prima 3) mancanza di valore, valuta e segno di zecca...perché ? 4) Esemplari sconosciuti fino a pochi anni fa.....ri-perché ?
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  28. In tariffa solo firma con bellissimo 5c verde Leoni annullato dal messaggere I Domodossola Milano l' 8 maggio 1914. Qui dobbiamo spendere qualche parola in piu' su chi erano questi "messaggeri",.. ..erano agenti delle poste dipendenti da un Ufficio Postale che "scortavano" i dispacci sulle tratte secondarie. Furono definiti inizialmente "Corrieri o Messaggeri Collettori" (ferroviari), i sacchi di posta loro affidati erano sigillati e pertanto si limitavano al solo controllo e trasporto. Le poste iniziarono ad associare ad ogni ufficio postale ambulante un numero a partire dal 1914/1915.. per le messaggerie si usarono le lettere come nel nostro caso la I di Italia ed anche il numero del turno,.... solo successivamente furono usati i numeri, pertanto ritengo che il nostro annullo sia un precursore che tra l'altro non riesco neanche a trovare sui miei libri. Qui sotto un esempio dove si puo' vedere la I di Italia integra... .. e' lo stesso annullo ancora in funzione nel 1938. Dal lato postale i marcofili farebbero salti per questa cartolina, che trovo oltremodo "elegante" (come si poteva esserlo nel 1914) con la sola firma e indirizzo. Una chicca marcofila.
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  29. Il programma d'emissione che trovi nel primo post qui non riporta emissioni in rotolino ma sono coincard per una e coin card e divisionale per l'altra.
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  30. Conte Statista C ha NO visti = Contestati stachanovisti Georges Pompidou: “Uno statista è un politico che si mette al servizio della nazione. Un politico è uno statista che mette la nazione al proprio servizio”. Politici in esubero, attualmente! apollonia
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  31. Sono almeno 3 anni che campo così: guardo e allargo, guardo e allargo... 😭😂😭😂
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  32. perchè hai il dubbio? sia il MIR che il manuale di Magliocca per questa moneta, per il millesimo 1615, al posto del 5 è stata usata la s. anzi il grado di rarità per i 2 volumi è pure più basso, comune per il primo, raro per il secondo.
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  33. Bellissimo, davvero un palazzo fantastico. Ottima ricerca. Approfitto di questa citazione per un personale e simpatico pensiero: E pensare che molte volte vado in posta a testa bassa recitando il rosario tantrico alla ricerca del mantra perfetto, al solo fine di riuscire ad azzerare il cervello 😁. D’ora in poi proverò ad alzarla per cercare di apprezzare maggiormente l’architettura e la storia di questi posti unici. Sto facendo mente locale di quelli che solitamente frequento in Verona, ma mi sembrano tutti abbastanza moderni; approfondirò questo aspetto.
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  34. Se posso dire la mia penso sia VICTORIAE DD AVGG Q NN con le due Vittoria e corona d alloro. Costante o Costanzo II. Prima metà del IV secolo d.C. La zecca non pervenuta. Attendiamo pareri più autorevoli.
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  35. Ognuno di noi ha il suo modo di vivere e vedere le cose, mi par giusto. Detto questo io mi dico sempre: "le vorrei tutte!!". Siiii!! Tutte!! 🤣🤣 Certo Arka ha ragione piena ma vuoi mettere averle tutte!! Magari ne punto 100 in un asta e alla fine non porto a casa niente e poi mi dispero come un bambino a cui non hanno comprato il giocattolo... che vergogna per una persona di 50anni!! 🤷‍♂️ Quindi non ho fretta di finire la mia collezione perché non basterebbero dieci vite e svariati milioni di euro. Mi definisco un incurabile ingordo; se potete cercate di capirmi 😥. Grazie.
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  36. Direi che Arka e Ade73 hanno già detto tutto ciò che potevano da fotografie non ottimali di una moneta assai degradata. La moneta che hai indicato non la trovo, ma non vorrei che tu avessi male interpretato le parole di Arka. Non e' una moneta "di Costantino I" , ma "dell'epoca di Costantino I". Nel senso che l'effigie di dritto non rappresenta Costantino I, bensì una personificazione della città di Constantinopolis in una serie commemorativa emessa nel periodo di Costantino I e dei suoi figli: Type 15 (tesorillo.com) Ciao. Stilicho
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  37. In tariffa per cinque parole, affrancata con 20c rosso del 15.12.1939 centenario delle ferrovie italiane. (Il francobollo è stato usato nei primi giorni di emissione). Annullo frazionario di Marittima (Lecce) del 23.12.1939. Francobollo su busta quotato, annullo di partenza non comune, immagine deliziosa.
    1 punto
  38. Non si legge la sigla della zecca; penso che Arka abbia già fatto molto. Purtroppo sono molto rovinate.
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  39. In tema di tessere mercantili riconducibili alla città di Padova, e, segnatamente, alla Famiglia Da Carrara, segnalo i Lotti da 1186 a 1190 compresi che saranno esitati il prossimo 19 settembre durante l'asta e-live n. 33 organizzata da ACM Aste Srl di Napoli: Lotto 1186 Tessere Mercantili. Padova. Francesco I da Carrara. 1325-1393. Peso gr. 1,94. Diametro mm. 23,30. BB. Foro. RR. Lotto 1187 Tessere Mercantili. Padova. Francesco I da Carrara. 1325-1393. Peso gr. 3,73. Diametro mm. 23. BB. Tacche o contromarche. R. Lotto 1188 Tessere Mercantili. Padova. Francesco I da Carrara. 1325-1393. Peso gr. 4,64. Diametro mm. 22,80. qSPL. R. Lotto 1189 Tessere Mercantili. Padova. Famiglia da Carrara. Peso gr. 5,55. Diametro mm. 23,10. qBB. Fine stile gotico. R. Lotto 1190 Tessere Mercantili. Padova. Famiglia da Carrara. Peso gr. 4,87. Diametro mm. 25. MB. R. Di seguito, alcune notizie circa la Famiglia Da Carrara: "La famiglia dei Da Carrara (o Carraresi) ha avuto grande importanza per la storia padovana, contribuendo in maniera determinante alle vicende che si susseguono nel Medioevo e prendendo poi il potere in città fino all'avvento della Serenissima. Come molte altre famiglie di primo piano dell'epoca sono di origine longobarda e prendono il nome dalla località di Carrara Santo Stefano, nell'area ai piedi dei Colli Euganei, a sud della città, dove hanno un castello e diversi possedimenti. Dopo i saccheggi Longobardi e la completa distruzione di Padova ad opera degli Ungari nell'899, Monselice, con la sua struttura protetta, arroccata intorno al castello e circondata di mura, aveva assunto sempre maggiore importanza nella zona, favorendo la crescita anche dei Carraresi che possedevano diversi territori anche nell' area limitrofa. Verso la metà del XII secolo, quando Padova si ripopola, torna ad essere sede vescovile e si dota di una nuova cinta muraria, sui resti di quelle romane, anche i Carraresi costruiscono, come i Camposampiero e i Vigodarzere, le loro nuove residenze in città. Quando esplode la prima contesa tra Papato e Impero, i Carraresi si schierano con il Vescovo contro l'Imperatore e appoggiano apertamente Verona. Questa loro posizione guelfa permarrà anche durante l'età ezzeliniana dei Da Romano e porterà i Carraresi ad accrescere il proprio potere proprio grazie al contributo che diedero alla cacciata di Ezzelino III il Terribile nel 1256. Ma la presa di potere che segnò la fine di Padova libero Comune e l'avvento della Signoria avviene quasi 60 anni dopo quando nel 1318 Jacopo I Da Carrara viene nominato Capitano del Popolo per guidare l'esercito padovano contro Cangrande della Scala che, da Verona, cerca l'espansione verso ovest nei territori vicentini e padovani, protetto dall'Imperatore. La famiglia dei Carraresi è da anni alla ricerca del potere, ma è minata da discordie interne e complotti familiari, oltre che dalla forza delle altre famiglie che gareggiano per la supremazia. Jacopo, dopo aver respinto una prima volta gli eserciti veronesi cerca un alleato capace di garantirgli un appoggio adeguato alle forze degli Scaligeri. Lo trova nel Conte di Gorizia, vicario del Duca d'Austria, preoccupato per i tentativi di espansione di Verona anche verso nord. L'alleanza si rivelò provvidenziale nel 1320 quando Cangrande della Scala tenta di conquistare la città, stringendola d'assedio. Quattro anni dopo, alla morte di Jacopo, gli succede il nipote Marsilio che viene nominato dal Comune Capitano del Popolo. Probabilmente Marsilio I non ha la stessa forza dello zio, perché cominciano subito le lotte intestine alla città, ma anche alla stessa famiglia per sottrargli il potere. Così, nel 1328, il nipote Niccolò si allea a Cangrande riuscendo a destituire lo zio. Viene nominato Vicario e riesce a detenere il potere per quasi 10 anni, fino a quando Venezia, preoccupata per l'espansione di Verona e dell'Impero che minaccia la sua indipendenza e la sua possibilità di espansione nell'entroterra, si allea con Firenze e muove all'attacco. Marsilio coglie la palla al balzo, si unisce all'alleanza e riesce, nel 1337 a riprendere il potere in città, grazie soprattutto al momento di confusione seguito alla morte di Cangrande. Pochi mesi dopo anche Marsilio muore e gli succede Ubertino I che riesce a riconquistare i territori perduti e, grazie alla mediazione dei Veneziani, a trovare un accordo con Verona. Nel 1343 dà inizio alla costruzione della Reggia, un vero monumento al ritrovato potere della famiglia. Due anni dopo muore e gli succede Marsilietto detto Papafava che verrà immediatamente assassinato dai cugini Jacopo e Jacopino, figli di Niccolò. Questi sono, come il padre, fedeli all'Imperatore Carlo IV che nel 1348 nomina Jacopo II, diventato Signore della città, Vicario Imperiale. L'anno successivo arriva per la prima volta a Padova, su invito di Jacopo, Francesco Petrarca, che spesso soggiornerà in città e deciderà di passare poi qui i suoi ultimi anni. Un anno ancora e Jacopino muore vittima di una congiura. Vengono nominati Signori il fratello, Jacopino III e il figlio, Francesco I il Vecchio, che forte dei suoi successi militari contro i Viasconti di Milano, nel giro di 5 anni si libererà di Jacopino III accusandolo di congiura e facendolo richiudere nel castello di Monselice dove rimarrà per ben 17 anni. Già l'anno successivo, nel 1355, le dispute con Venezia portano a mutare nuovamente le alleanze: questa volta i Visconti e l'Imperatore sono gli amici che aiutano a bloccare le mire espansionistiche della Serenissima. È un periodo di grande fioritura artistica e culturale, grazie anche all'opera di Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco: viene costruita la chiesa di S. Maria dei Servi, nell'attuale via Roma, il Battistero viene affrescato, gli Eremitani vengono allargati e al loro interno viene collocato un monumento funebre a Jacopo II la cui epigrafe viene scritta da Francesco Petrarca. La profonda amicizia che lo lega a Francesco I, lo porterà a Padova nel 1360, con l'intenzione di rimanerci in maniera permanente. Purtroppo la peste lo costringe l'anno seguente a fuggire a Venezia, dove rimarrà per 7 anni. Quando finalmente rientra, Francesco gli fa dono di alcune terre ad Arquà, sui Colli Euganei. Qui Petrarca costruisce la sua casa, dove si trasferisce definitivamente con la figlia, il genero e la nipote, dove continuerà a scrivere fino alla morte arrivata nel 1374. L'anno precedente riesce però ad aiutare Francesco e il figlio Francesco Novello a trovare un accordo con Venezia che metta fine alle continue e sfibranti battaglie lungo i confini dei due territori. Nel 1378 scoppia la "Guerra di Chioggia" tra veneziani e genovesi che darà origine ad un balletto di alleanze tra Padova, Venezia, Verona, Milano e l'Austria che porterà a continue espansioni e riduzioni dell'area di influenza dei Carraresi. La massima espansione viene raggiunta nel 1387, con i territori di Feltre e Belluno, la ripresa di Vicenza e una serie di pesanti sconfitte degli Scaligeri. A questo punto Francesco I il Vecchio abdica in favore del figlio Francesco II Novello. Nel frattempo l'espansione di Padova ha spaventato sia gli Sforza che Venezia, che si alleano contro la città. Riescono ad avere la meglio, costringendo i Carraresi all'esilio. Riescono a rientrare solo 2 anni dopo, nel 1390. Ma il declino ormai è inarrestabile: Francesco I muore prigioniero dei Visconti nel 1393 e i tentativi di Francesco Novello di resistere all'espansione veneziana falliscono definitivamente quando la città è presa dai veneziani nel 1405 e Francesco stesso, con i due figli, è incarcerato e ucciso. Le aspirazioni di governo della famiglia possono dirsi per sempre estinte quando anche l'ultimo figlio di Francesco Novello, Francesco III tenta di rientrare a Padova nel 1435, ma viene catturato dai veneziani e ucciso. L'altro ramo, quello che derivava da Marsiglietto e da quel Jacopino che Jacopo II fece imprigionare nella torre di Rocca Pendice, assunse come cognome Papafava, originariamente il soprannome dato al loro avo Jacopo e di lì associato a Carraresi per distinguerli dai cugini. I Papafava rimasero una delle famiglie più illustri della città." da: https://www.padovanet.it/informazione/i-carraresi
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  40. La Collana di Armonia La Collana di Armonia era un oggetto leggendario della mitologia greca fonte di grandi disgrazie a tutte le sue proprietarie o indossatrici, che principalmente erano regine e principesse delle dinastie tebane. Efesto, il fabbro degli dei dell'Olimpo, un giorno scoprì Afrodite durante un rapporto sessuale con Ares e giurò di vendicarsi dell'infedeltà della moglie con una maledizione per ogni discendenza legata a questo tradimento. Forgiò una collana maledetta in grado di portare sfortuna a chi la possedeva e la donò come regalo di nozze a Cadmo, re di Tebe, per il suo matrimonio con Armonia, la figlia di Ares e di Afrodite nata dal tradimento della moglie. Da quanto si può dedurre dal racconto degli storici, sembra che la collana fosse d’oro splendidamente lavorato ed intarsiato, finemente cesellata e con molte pietre preziose. La forma era di un serpente con due teste alle estremità, che spalancavano la gola una verso l’altra senza riuscire però ad addentarsi. Frapposte fra le due bocche, e incise dai loro denti, si ergevano due aquile d’oro con le ali spiegate, che insinuandosi nella doppia gola del serpente, agivano da fermaglio. Il serpente con due teste alle estremità richiama l’anfesibena o anfisbena, il rettile generato dal sangue della testa di Medusa gocciolato nel deserto libico quando Perseo lo sorvolava in groppa a Pegaso, il cavallo alato “partorito” dalla gorgone dopo la decapitazione. apollonia
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  42. Ciao, oggi primo giorno di mercatino a Riccione ( per me) Una trentina di espositori con varie forme di collezionismo Rispetto agli anni scorsi una discreta presenza di collezionisti In teoria in questa ultima settimana fino al 28/08 dovrebbero aumentare sia i venditori che i collezionisti Spero di fare qualche buon acquisto , sono fiducioso ( anche il mare oggi era limpido)
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  43. Siamo nel Canto XXIV dell’Inferno, la bolgia dei ladri - vv. 64-96, dove Dante cita l’anfisibena; Dante cita abbastanza fedelmente La Pharsalia di Lucano: vi erano chelidri (che Lucano, non Dante, descrive come striscianti su una scia di fumo), iaculi (che volano come giavellotti), faree (che strisciano contorcendosi con la testa eretta), cencri (con il ventre punteggiato, che strisciano dritti) e anfisbene (che hanno due teste, una per estremità). Libia (intesa genericamente come deserto del Sahara), Etiopia e Arabia (ciò che sta sopra al Mar Rosso) non possono vantare altrettanta ricchezza di serpenti, che Dante si compiace di elencare con fare dotto. apollonia
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  44. Vista dal marinaio de " L' ultima Thule " di Guccini . Una buona giornata
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  45. ... e ancor più trovare un esemplare inedito.
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  46. In 45 anni ho fatto più di una collezione e ciascuna ha avuto il suo criterio. Da giovane ho selezionato anch'io la bellezza dell'incisione (più che la conservazione), lo stile e i ritratti più espressivi. Poi ho scoperto il fascino di dedicarsi a una o pochissime zecche e farle nel modo più completo possibile. È difficile descrivere la gioia di trovare un esemplare che manca, anche in modesta conservazione. Ma vi assicuro che è di grande soddisfazione. Arka Diligite iustitiam
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  47. Salve condivido immagino di una busta viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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