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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/26/24 in tutte le aree
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In una discussione nella sezione Aste un utente ha fatto riferimento alla fretta. Fretta in questo caso della casa d'aste di preparare il materiale per l'asta e che, come conseguenza, comporta degli errori con l'inserimento di falsi che solo in un secondo tempo vengono ritirati. Un'altra fretta che causa danni è quella del collezionista che vuole al più presto completare la sua collezione, lanciandosi in acquisti sbagliati o eccessivamente costosi. La fretta è sempre cattiva consigliera. Così ho pensato di lanciare un nuovo hashtag: # Slow Numismatics Così che sia sia possibile gustare al meglio quello che la Numismatica può offrire. Arka Diligite iustitiam10 punti
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Salve, segnalo: Fabio Pettazzoni, I simboli nelle monete antiche, Bari, Edizioni D'Andrea, 2024 Seconda edizione ampliata ed aggiornata della prima edizione, il libro prende in esame oltre 300 simboli presenti sulle monete classiche, soprattutto greche e romane. Le voci sono riportate in ordine alfabetico. Ogni elemento riporta sempre una o più monete che lo raffigurano (in totale sono presenti oltre 450 immagini). 332 pagine a colori, formato foglio A4 € 80,00 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.edizionidandrea.com/&ved=2ahUKEwjytOm-o5KIAxUahv0HHcaRGFEQFnoECB0QAQ&usg=AOvVaw1rZx26Hvtxi2vmuYN3LTiz4 punti
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Questa è vandala. O meglio protovandala. Per semplicità diciamo pre 480. Molto bella. È la cosiddetta stellina a otto raggi. Il rovescio è a testa in giù Ciao3 punti
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Da ragazzo, come forse è anche naturale che sia, ero molto "frettella" e ansioso di incrementare la collezione, o meglio, le collezioni 😅... Maturando ho imparato a vivermi il collezionismo con tempi molto più lenti e rilassati, portando la dimensione tempo ad un livello più profondo e qualitativo mi sono dato la possibilità di esplorare anche me stesso, sentire cosa davvero mi apparteneva di più e mi dava soddisfazione, senza più inseguire desideri, infatuazioni e capricci effimeri, il collezionismo a mio parere è anche un modo per conoscersi più a fondo e maturare approcci e interessi sempre più in linea con ciò che si desidera davvero, tanti desideri sono stimolati da impulsi esterni, non nascono realmente da una riflessione e maturazione interiore, i soli processi che conducono ad un reale e più durevole appagamento... io dico sempre che la collezione è come un libro da scrivere, deve raccontare una storia a cui si crede e si è interessati nel profondo, è un processo creativo che richiede molto tempo e dedizione, non ha senso viverla di fretta pensando solo all'aspetto acquisitivo e non alla storia da raccontare...3 punti
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E' giustissimo. Comunque tu parli del caso in cui i prezzi, a tuo avviso, erano più che attraenti. Lì la fretta non c'entra, ma la tua conoscenza dei prezzi. Conoscenza che sicuramente non è arrivata in un attimo. No? E per quanto riguarda il tempo da trascorrere sulla terra, personalmente seguo il consiglio della mia professoressa di filosofia del liceo: Vivi come se fosse l'ultimo giorno della tua vita, ma vivi anche come se fossi eterno. Arka # Slow Numismatics3 punti
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carissimi, per quanto le lettere siano apparentemente bruttine, confermo Marciano, Costantinopoli, 545 come quelle di @EmilianoPaolozzi e @azaad complimenti3 punti
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Conoscete la “prova d’autore”? Ebbene, alla prossima "Asta in sala 32" organizzata da Aurora S.P.A. di San Marino in programmazione il 9 ottobre e dal titolo "Ancient, Italian and World Coins, Medals" sarà esitato il Lotto 348 con la seguente descrizione in Catalogo e relative foto: Regno d'Italia, Vittorio Emanuele III (1900-1943), 100 Lire 1923 Prova in Argento d'Autore, Sim-14/1 Mont-39 RRRRR Ag 35 mm 19,30 g, sul taglio in incuso "Prova d'Autore", moneta della più grande rarità, FDC. Prezzo base: 15.000,00 € Un esemplare di “prova d’autore” si rinviene al Lotto 252 dell’asta Ratto di Milano del 29-30/3/1963. Questa la descrizione Ratto: 252. Prova del 100 lire. 1923. Pag., (Prove) manca. Sul contorno, in incuso, PROVA D'AUTORE. RRR. SPL. AR I modelli sono opera di Attilio Motti, capo incisore della Zecca. Secondo voi, perché prova d’autore?2 punti
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A mio parere, come del resto ti è stato già detto, le due monete hanno subito un lavaggio "chimico" e sono in conservazione BB (o al più BB+). Quanto al 10 Centesimi 1875 - sempre secondo me - oltre all'usura vi è anche una debolezza di conio (confronta le lettere della legenda con i rilievi vicini, noterai che hanno i rilievi più alti incompatibili se ci fosse solo usura). Qui sotto ti mostro invece, cosa succede ai colori quando è la lega che compone la moneta ad essere non ben amalgamata ("Briciola numismatica" tratta da Il Gazzettino di Quelli del Cordusio #11 che sarà distribuito a novembre 2024 a Milano Numismatica).2 punti
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Buon pomeriggio, alla prossima "Asta in sala 32" organizzata da Aurora S.P.A. di San Marino in programmazione il 9 ottobre e dal titolo "Ancient, Italian and World Coins, Medals" sarà esitato il Lotto 403 con la seguente descrizione in Catalogo e relative foto: Repubblica Sociale Italiana (1943-1945), 10 Centesimi 1943 Aosta, RRRR Ac 19,5 mm 2,96 g. Furono coniati 32 esemplari di questa moneta sperimentale, di cui 20 inviati alla Direzione Generale del Tesoro di Brescia e 12 restituiti, dopo la guerra, alla Zecca di Roma insieme ai macchinari utilizzati ad Aosta. Di questi ultimi pezzi, 10 furono deformati e 2 consegnati al Museo della Zecca di Roma, dove si trovano tutt'ora con il cartellino di catalogazione originale con la dizione "Zecca di Aosta". FDC Prezzo base: 20.000,00 € https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RSI/2 Nel Catalogo del Forum l'esemplare (R5) è così descritto: Esperimento di monetazione in acciaio svolto presso gli stabilimenti Cogne (Aosta) con materiale creatore prelevato dalla zecca di Roma. A dispetto della coniazione effettuata per conto della Repubblica Sociale Italiana le insegne e la raffigurazione sono le stesse del Regno ivi incluso l'effige del Re. Anche il segno di zecca risulta la R. Furono ritrovati conii con la A come segno di zecca ma di fatto non vennero utilizzati. Dei 32 esemplari che risultano coniati 2 sono presso il museo della zecca e 10 furono deformati. Nel 2014 (Asta 49 Nomisma del 13/05) è stato esitato un esemplare simile, Lotto 2620, incapsulato MS-65 dalla PCGS: https://nomisma.bidinside.com/it/lot/42962/repubblica-sociale-italiana-1943-1945-10-/ così descritto in Catalogo: Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) 10 Centesimi 1943 A. XXI - Mont. 358; Gig. 1 (indicato come moneta campione, indicato R/4) AC RRRR La coniazione di queste monete campione fu effettuata nella zecca di Aosta dopo il 26 luglio 1944 con “materiale creatore” preparato a Roma. Questa moneta costituisce un esperimento di monetazione in acciaio che rimase però allo stadio di esperimento tecnico a causa del precipitare degli eventi perciò questa emissione costituisce una importantissima testimonianza di quegli anni tormentati. Di seguito, quanto riportano le "Note tipologia" presente nel Catalogo Gigante https://catalogogigante.it/monete-italiane/repubblica-sociale-italiana/repubblica-sociale-italiana-1943-1945/10-centesimi-scudo-semirotondo-19.4-19.8-mm-2.63-2.92-g-ac/moneta?mpe=6&aal=6-1099-830-0&tip=830-204-0-1501-13&cnu=1756 "Queste monete da 10 centesimi di acmonital, costituiscono una coniazione sperimentale, effettuata nella zecca di Aosta (stabilimenti Cogne) con "materiale creatore" predisposto precedentemente a Roma. I pochi esemplari conosciuti di questa moneta differiscono notevolmente l'uno dall'altro, sia per il peso, che varia da 2,63 a 2,92 grammi, sia per l'aspetto, che delle volte si presenta male impresso ed altre volte meglio impresso ma con superficie quasi spugnosa. Tutti questi pezzi sono fortemente magnetici. Data la scarsità degli altri metalli, in quel periodo impiegati nell'industria bellica, questa moneta costituisce un esperimento di monetazione in acciaio che rimase però allo stadio di esperimento tecnico a causa del precipitare degli eventi bellici. I conî di questa moneta furono preparati per la realizzazione di un progetto per la monetazione di Vittorio Emanuele III per il regno d'Italia; infatti, la data della moneta, l'anno XXI dell'era fascista che terminava il 27 ottobre, dimostra inequivocabilmente che la loro realizzazione avvenne nel periodo antecedente alla caduta del fascismo. Per contro, la Repubblica Sociale Italiana, utilizzando i conî precedentemente preparati, provvide alla realizzazione di questa emissione sperimentale. Quindi, lo studio e la realizzazione dei conî sono attribuibili alla monetazione del regno d'Italia; invece, la realizzazione delle monete è da attribuire alla Repubblica Sociale Italiana. Infatti, dal Registro Materiale del Magazzino Materiale di Incisione della zecca di Roma, risulta che, in data 13 aprile 1944, furono consegnati al capitano Pietro Martinelli (che 20 giorni dopo diventò il questore di Aosta) le matrici ed i punzoni delle monete da 50 centesimi, 20 centesimi e 10 centesimi di acmonital; detto materiale non fu mai reso alla zecca di Roma. In merito a questa moneta da 10 centesimi di acmonital, si è succeduta una controversa letteratura. Il primo a parlarne fu Spaziani-Testa [1952, pp. 49-50], il quale attribuì l'emissione di questa moneta alla Repubblica Sociale Italiana, ipotizzandone la coniazione di 1.000 pezzi, di cui una piccola parte inviata a Brescia e posta in circolazione, mentre la parte rilevante dell'emissione sarebbe stata poi distrutta a Roma. All'articolo citato rispose D'Incerti [1956, pp. 146-148], attribuendo la moneta in oggetto al regno d'Italia ed affermando che ne furono battuti a Roma alcuni esemplari a titolo di saggio, compresi i due conservati presso il Museo della Zecca di Roma, ed altri esemplari ad Aosta, ma sempre sotto il regno d'Italia. Quindi fu la volta di Pagani [1957, p. 58, n. 354], che riprese per intero il pensiero di D'Incerti. A questo punto Hallheimer [1958, pp. 70-74], allineandosi agli ultimi due autori citati, attribuì questa moneta al regno d'Italia, precisando che fu battuta, sia a Roma sia ad Aosta, in 42 esemplari, dei quali 20 inviati a Brescia e 12 a Roma, 10 dei quali deformati e distrutti. A rompere lo schema dominante ci pensò Santamaria [1959, nota dopo il n. 825], il quale attribuì questa moneta sperimentale alla Repubblica Sociale Italiana. A tale contributo, non si fece attendere la risposta di Pagani [1959, pp. 70-74], che ribadì il suo pensiero. Va detto, ad onor di cronaca, che tutto il materiale sin qui indicato, frutto di supposizioni e di "informazioni testimoniali" non precisate, non fu sostenuto da alcuna prova ed è a questo punto che Santamaria [1961, pp. 10-21], forte di prove documentali, può tornare sull'argomento in questione. Infine, è la volta di Simonetti [III, pp. 192, 283, n. 244/1], che ignora il decisivo contributo di Santamaria e, riferendosi al solo Pagani, attribuisce questa moneta sia alla zecca di Roma sia a quella di Aosta, catalogandola, in base alla data ed all'autorità emittente riportate sulla stessa, nella monetazione del regno d'Italia. Tuttavia, come abbiamo poc'anzi evidenziato, è solo grazie a Santamaria che è stato possibile fare chiarezza in merito alla certa attribuzione di questa moneta alla Repubblica Sociale Italiana. Santamaria, dopo avere scritto all'allora direttore della zecca di Roma Pasquale Carbone, in merito all'attività della Sezione staccata della zecca di Aosta nel periodo dal 26 luglio 1944 al 4 giugno 1945, ottenne due lettere di risposta: una datata 18 novembre 1958 e l'altra datata 28 luglio 1960 [v. oltre]. Contenuto della lettera del 18 novembre 1958 [Santamaria 1961, pp. 13-14] Le monete di acmonital da 10 centesimi, datate 1943-XXI e contrassegnate con il marchio della zecca di Roma, furono coniate a titolo di esperimento presso la zecca di Aosta, sembrerebbe in 32 esemplari, di cui 20 (secondo le dichiarazioni verbali dell'incisore capo Pietro Giampaoli) consegnati alla Direzione Generale del Tesoro, allora distaccata a Brescia, e 12 riportati a Roma all'epoca del ritorno dei macchinari e dei materiali della zecca di Aosta. Di questi ultimi pezzi, 10 furono deformati e 2 consegnati al Museo della Zecca di Roma. Tali esperimenti, coniati ad Aosta, furono prodotti con materiale creatore precedentemente allestito a Roma. Nell'aprile del 1944 fu spedito ad Aosta, a mezzo di autotreni, materiale vario per la costituzione di una vera e propria officina monetaria, sia pure di modeste capacità produttive, con personale direttivo, tecnico ed amministrativo. La Sezione Staccata Autonoma della zecca di Aosta fu istituita con DM 422/1944, con il preciso compito di coniare le monete divisionali da 50 centesimi e 20 centesimi. Oltre ai pochi pezzi da 10 centesimi sperimentali, furono coniati ad Aosta, nel periodo dal 26 luglio 1944 al 4 giugno 1946, sempre con materiale creatore allestito precedentemente a Roma, n. 2.053.000 pezzi da 20 centesimi, peraltro non riconoscibili da quelli emessi a Roma per il regno d'Italia, su un totale di 6.000.000 di tondelli preparati dalla Società Cogne per la zecca di Aosta. Furono allestiti in Aosta alcuni conî rovesci recanti, in luogo della lettera r, la lettera a; tuttavia, questi non furono utilizzati per alcuna coniazione di monete. Successivamente, ritornata la zecca a Roma, furono tutti deformati. Contenuto della lettera del 28 luglio 1960 [ibid.] Nel cartellino n. 175 del Museo della Zecca di Roma, riguardante i due esemplari del pezzo sperimentale da 10 centesimi di acmonital, battuti ad Aosta, è riportata la dizione "Zecca di Aosta", che esiste da quando è stato compilato il predetto cartellino che peraltro non è stato mai cambiato. Tuttavia, rimanendo nel campo delle ipotesi, è possibile che la moneta sperimentale da 10 centesimi di acmonital possa essere stata battuta in pochi esemplari anche a Roma, anche se, se così fosse, non si spiega il fatto del perché non furono consegnati, da questa zecca, i consueti due esemplari al Museo della Zecca di Roma e perché, nonostante quella scrupolosa relativa alla zecca di Aosta, manchi la rendicontazione relativa all'eventuale battitura effettuata a Roma. Resta il fatto che occorre giustificare la provenienza dei pochi esemplari di questa moneta apparsi nel mercato, che potrebbero fare parte del contingente di 20 pezzi consegnati, a suo tempo (in base alle dichiarazioni del Giampaoli), alla Direzione del Tesoro di Brescia, ma di cui non esiste alcuna documentazione. Pertanto, sulla base delle fonti disponibili, non possiamo fare altro che attribuire questa emissione sperimentale alla sola zecca di Aosta per conto della Repubblica Sociale Italiana. Come abbiamo visto, nella zecca di Aosta si procedette all'allestimento di alcuni conî del rovescio di nuove monete da 50 centesimi e 20 centesimi con la a di Aosta anziché la r di Roma. Quindi, anche per queste monete fu previsto il dritto recante l'effigie di Vittorio Emanuele III; tuttavia, i conî non furono utilizzati e furono poi deformati a Roma. Non è dato sapere se, oltre ai citati 20 centesimi, furono coniati anche i 50 centesimi, che, peraltro, non sarebbero distinguibili dalle analoghe monete battute per il regno d'Italia."1 punto
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Buonasera, Dopo aver passato qualche ora nella ricerca di questa moneta, purtroppo non ho concluso nulla, e mi rivolgo a voi per un prezioso aiuto. Non voglio "disturbare" nessuno ma la sezione più appropriata sembra essere questa in quanto, sono completamente al buio e, da come mi è parso di capire, al dritto dovrebbe esserci Gordiano III piuttosto che Caracalla (sembrerebbe essere lui). Da quello che vedo l'imperatore dovrebbe essere dunque Caracalla ed al rovescio la Moesia tra i due animali, Toro e Leone, simboli delle legioni presenti a Viminacium. Qualcuno può aiutarmi? Sembra autentica ma, da come ho detto, non l'ho trovata neanche su wildwinds. Grazie ancora per il vostro prezioso aiuto e mi scuso se questa non è la sezione appropriata; ripeto, non conosco nulla di questa moneta! Misure 17.77 g per 30 mm Atexano1 punto
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perchè hai il dubbio? sia il MIR che il manuale di Magliocca per questa moneta, per il millesimo 1615, al posto del 5 è stata usata la s. anzi il grado di rarità per i 2 volumi è pure più basso, comune per il primo, raro per il secondo.1 punto
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Bellissimo, davvero un palazzo fantastico. Ottima ricerca. Approfitto di questa citazione per un personale e simpatico pensiero: E pensare che molte volte vado in posta a testa bassa recitando il rosario tantrico alla ricerca del mantra perfetto, al solo fine di riuscire ad azzerare il cervello 😁. D’ora in poi proverò ad alzarla per cercare di apprezzare maggiormente l’architettura e la storia di questi posti unici. Sto facendo mente locale di quelli che solitamente frequento in Verona, ma mi sembrano tutti abbastanza moderni; approfondirò questo aspetto.1 punto
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Ciao @Arcimago ..."E devo dire che anche dovuto al lavaggio, l'aspetto della moneta "dorata" è molto molto piacevole, specie quando la si ha tra le mani"... Anche a me piace più quella che hai definito "dorata", nonostante quei segni neri. Appena riesco a fare alcune foto posto il mio 10 C. del 1894 saluti1 punto
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Regie Poste e Telegrafi (foto 1936) Nel 1953/55 fu aggiunto un piano, furono innalzati i piloni e le statue.1 punto
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Ognuno di noi ha il suo modo di vivere e vedere le cose, mi par giusto. Detto questo io mi dico sempre: "le vorrei tutte!!". Siiii!! Tutte!! 🤣🤣 Certo Arka ha ragione piena ma vuoi mettere averle tutte!! Magari ne punto 100 in un asta e alla fine non porto a casa niente e poi mi dispero come un bambino a cui non hanno comprato il giocattolo... che vergogna per una persona di 50anni!! 🤷♂️ Quindi non ho fretta di finire la mia collezione perché non basterebbero dieci vite e svariati milioni di euro. Mi definisco un incurabile ingordo; se potete cercate di capirmi 😥. Grazie.1 punto
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Proprio adesso ho capito che effettivamente è Gordiano III e non Caracalla!! Mi scuso per il disturbo, ma la legenda mancante è proprio il nome Gordianus; praticamente quel M ANT mi aveva fuorviato! Grazie ancora.1 punto
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Ciao @El Chupacabra, condivido sulla debolezza di conio. Lo avevo scritto nelle note a margine del quaderno ma mi sono scordato di segnarlo qui sul sito. La moneta non ha patito troppa circolazione ma il conio era effettivamente stanco. Specie al dritto. Circa il lavaggio, condivido quello che tu e miza avete scritto - escludo il meccanico e penso sia di tipo chimico. Per le valutazioni sto facendo fatica fare buone foto. Ho provato diverse soluzioni ma non mi soddisfano, resto dietro al BB/SPL per le monete del 1894, BB per il 1875 e SPL per il 1893 (dal bordo si vede che non ha praticamente circolato e i dettagli sono praticamente perfetti). Dal vivo sono estremamente più piacenti. E devo dire che anche dovuto al lavaggio, l'aspetto della moneta "dorata" è molto molto piacevole, specie quando la si ha tra le mani. Grazie mille come sempre per le tue schede tecniche!1 punto
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Di attraente stile arcaico, una testa di guerriero oplita con elmo corinzio crestato . E' da un esemplare di tetrobolo di alta epoca, da Aineia di Macedonia, con al rovescio quadrato incuso quadripartito : sarà l' 8 Settembre in asta Nomos-Obolos 33 al n. 103 .1 punto
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Direi che Arka e Ade73 hanno già detto tutto ciò che potevano da fotografie non ottimali di una moneta assai degradata. La moneta che hai indicato non la trovo, ma non vorrei che tu avessi male interpretato le parole di Arka. Non e' una moneta "di Costantino I" , ma "dell'epoca di Costantino I". Nel senso che l'effigie di dritto non rappresenta Costantino I, bensì una personificazione della città di Constantinopolis in una serie commemorativa emessa nel periodo di Costantino I e dei suoi figli: Type 15 (tesorillo.com) Ciao. Stilicho1 punto
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In perfetta tariffa per cinque parole, con bellissima coppia del 10c rosa Leoni, non dimentichiamo che furono emessi inizialmente nel 1906 ma che l' emissione fu così longeva che li ritroviamo su questa cartolina del 1927, emissione piena di varianti da non sottovalutare. Bellissimo e nitidissimo annullo di Palma Campania (NA) del 25.10.1927 con lunette barrate. Da controllare il nome del destinatario che potrebbe essere importante. L' immagine è una vera e propria fotografia su cartolina. Molto bella di qualità.1 punto
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Affrancata con 20c rosa rosso Giulio Cesare dell' Imperiale del 1929, il francobollo copriva la tariffa per cinque parole (ma ne furono scritte di piu'), non fu comunque tassata per le parole in eccesso. L' annullo di Ferrara ferrovia del 23.11.1941 è un meccanizzato detto "continuo" o senza fine, infatti le linee ondulate o svolazzo continuano ambo i lati anche oltre il datario. Abbiamo poi un timbro ad un cerchio con TA che 'CREDO' debba essere un timbro di controllo di censura, con le iniziali appunto di Taranto. Anche se la cartolina non proviene da zone di guerra il controllo poteva esserci. Se non fosse un timbro di censura non saprei proprio a cosa servisse, ..un timbro interno agli uffici postali usato sulla corrispondenza..?!?? Propendo comunque per un timbro di censura anche se non con certezza assoluta. Dal lato postale gli annulli la rendono particolare, dall' immagine in bianco e nero della piazza animata sembrano provenirne i rumori.1 punto
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Per quanto riguarda tariffa e francobollo vale quanto detto in discussioni simili. Non riesco purtroppo a leggere la località dell'annullo che sarà quasi sicuramente di qualche piccola località della zona. Comunque bella.1 punto
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Ciao Come conservazione direi che entrambe sono attorno al BB. Come rilievi forse forse è migliore quella più chiara, ma solo come rilievi. Per la colorazione "direi" che entrambe hanno subito una pulizia (con metodo diverso) che ne ha determinato la colorazione diversa. comunque sia è una bella monetazione, mi piacciono... Saluti1 punto
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Proprio perche ‘ ognuno la pensa cone vuole’ direi che sono molto alieno dal pensarla come sopra. Aggiungo che - inversamente - la vera umiltà sta proprio nel non forzare la mano, saper attendere il momento opportuno, le condizioni favorevoli per un acquisto. Trovo molto piu’ interessante la collezione ‘pensata’, ricercata con attenzione , anche incompleta ( e quali sono le collezioni - di antiche che possono dirai complete?) cui ci si arriva per gradi, che si costruisce - che hanno ben altro sapore delle collezioni fatte a suon di muscoli finanziari in un tempo ristretto dove alla fine manca il sugo - o meglio quella patina che solo i grandi collezionisti che raccolgono lungo un’intera vita riescono a dare alle loro collezioni considerando con lo stesso amore il denarino minuto e la grande rarità perche parte - appunto - dello stesso disegno. correre in numismatica a mio avviso non serve a nulla, e pensare di doverlo fare perche’ la vita e’ breve e’ come scolarsi una bottiglia di Chateau d’Yquem - senza giustamente apprezzarlo - per paura di non arrivare in fondo. ogni cosa merita il tempo che richiede ☺️1 punto
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Ringrazio tutti voi per l'aiuto e per la partecipazione. Per me è stata una altra occasione per imparare. Buona giornata. Stilicho1 punto
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Ciao Arka ,non per contrariarti, ognuno la pensa come vuole, ci mancherebbe, ma su questa faccia della Terra, si vocifera, che si campa una sola volta e che "del domani non v'è certezza", quindi, il vero collezionista, cerca di completare al più presto la collezione e godersela, cerca di far sua quella data moneta e passare a far sua l'altra che manca. Funziona un po'come una gara con salto agli ostacoli: superato un ostacolo si passa all'altro. Il tuo ragionamento è per coloro che ritengono di doverci vivere a lungo su questa Terra. Io,ad esempio, seguivo molti lotti in un'asta, chiusasi poche ore fa, ritenevo che la casa d'aste non avesse molti collezionisti che la seguono, aveva inserito dei prezzi con basi d'aste di "richiamo". Prima che le aste chiudessero sono stato diversi giorni prima a fantasticare di riuscire a portarmi a casa quei lotti che mi interessavano, sono stato a pensare a quanto potevo arrivare ad offrire per portarmeli a casa, mi sono chiesto se valesse realmente la pena(mi sono risposto di si) non fosse altro per far miei dei"pezzi di libertà"(ecco ,c'è anche il fatto che il collezionista cerca degli "spazi di libertà, dei "pezzi di libertà" che lo portino via dal quotidiano, dallo stress quotidiano). Ebbene avevo ragione: molti di quei lotti li ho fatti miei alla base ridicola per la bellezza ed il valore di quelle monete che mi sono aggiudicato. Indubbiamente ci saranno altri passaggi d'aste di altri nummi simili e forse anche ai medesimi prezzi , bisogna vedere, poi che quantitativi passerebbero nell'unica asta.Ma,ritengo, che per noi collezionisti valga il" qui ed ora " Il collezionista, se vogliamo, automaticamente è anche UMILE perchè pensa, appunto, che su questa faccia della Terra non si è eterni. Ripeto ognuno la pensa come vuole, io ho espresso un mio pensiero al tuo post. odjob1 punto
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Un poco brevo. Gli ufficiali erano scelti dal rè (mastro di zecca, credenziero maggiore, mastro di prova) o dal vicerè (gli altri). La remunerazione non era fissa ma sempre in base della quantità lavorata, secundo un partimento tassato dalla Sommaria (vale a dire, tanti grani per libra cugnata). Gli ufficiali servano ad vitam (o, con ampliazione, per uno erede) e poi l'ufficio ritornava alla Corte e posto in vendita alla candela - o, se si erano dimessi con l'accordo del sovrano, trasmesso al successore. Per un esempio di due mastri di zecca allo stesso tempo, Luigi Ram ha perso l'ufficio nel 1548, mentre l'ufficio era "encommendato" a Albertino dal 1546. Ma questo è distinto del problema del iter per gli ordini e istruzioni.1 punto
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Nessuna polemica! Nessuna contestazione a quanto deciso dal personale. Anche se sono anni che sono iscritto al forum molte sezioni non le conosco ed effettivamente "non lo so usare". Ho solo detto quello che identificazione significa secondo la mia modesta opinione.1 punto
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Vedo ora questa interessante discussione, alla quale mi riservo di dare un piccolo contributo tra qualche giorno1 punto
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Aggiorno la discussione con degli esempi di prezzi di generi normali alla fine del '700 Il pane costava 3 soldi e 4 denari per libbra, quindi circa 9 soldi e mezzo al kg. Vino 8 soldi la pinta, circa 6 soldi al litro. Uova un soldo e 2 denari cadauno. Il sale 4 soldi la libbra La farina di meliga un soldo la libbra Lo zucchero 10 soldi la libbra La libbra ricordo che era 3,68 hg. Il valore delle cose era molto diverso da oggi.... @lorluke vedi che con un 2 denari manco un bicchiere di vino, magari lo zucchero per il caffè...1 punto
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Molto interessante; riguardando con attenzione commenterei come segue. Escluderei da qualsiasi considerazione la 1^ moneta del #1, che proviene da un conio di Dr e da uno di Rv diversi da tutte le altre (si veda ad es. al Dr la diversa distanza tra la R di +FLOR e il globetto alla base del giglio, e al Rv la posizione del pettine rispetto al nimbo di S. Giovanni). Tutte le altre presentano caratteristiche analoghe perché provengono da una stessa coppia di conii, considerandone anche la possibile evoluzione (si tratta poi di vedere se conii autentici o no). Credo che un aspetto consistente con un falso sia ritrovare le stesse ribattiture in monete diverse, ma questo non pare il caso se non per la croce di S. Giovanni, che presenta il braccio più a destra tronco, e il punto sdoppiato all'inizio della legenda di Rv .S.IOHA; ma tali caratteristiche potrebbero essere un effetto ripetitivo dovuto ad un conio malimpresso, ed infatti anche i 2 esemplari Picena 8 (#1) presentano aspetti analoghi, ed anche un ulteriore esemplare del 2007 (inAsta 20 lotto 1266) illustrato qui sotto. Quest'ultimo, però, non presenta il punto in basso al Dr tra base del giglio ed E di ENTIA e tuttavia mostra la parte bassa del pettine al Rv che ricorda l'impronta dell'esemplare Ranieri e Pandolfini al #1. Il punto potrebbe costituire una iniziale rottura di conio, mentre per il difetto del pettine sono più dubbioso (non pare dovuto ad una debolezza). Un altro elemento ripetitivo presente negli esemplari 4-5-6-7-8 è un piccolo cerchietto inscritto nell'ansa inferiore della S di .S.IOHA e che manca negli esemplari 2-3 e 9 (quello qui sopra), mentre la tessitura del mantello pare differire tra gli esemplari 2-(3) e 9 da una parte e 4-5-6-7-8 dall'altra. Nel complesso mi sembra effettivamente strano che 8 su 9 monete passate in asta con questo simbolo appartengano ad una stessa coppia di conii ed una solamente ad altra coppia diversa (in genere per le monete antiche si identificano molti conii concatenati, pochi solamente in caso di bassa tiratura che in questo caso contrasta con l'elevato numero di esemplari identificati), così come è strana la rottura di conio circolare alla base del Dr ed altri aspetti sopradescritti che fanno considerare possibile, ma non certa, una falsificazione fatta abilmente. Infine concordo appieno che in caso di giudizio dubbio sia bene astenersi dall'acquisto.1 punto
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Ciao, assolutamente nessuna polemica su niente e nessuno in questo mio intervento ma semplicemente una mia considerazione basata sui miei 3 anni di frequentazione del Forum. Tutto qui 🙂. ANTONIO1 punto
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Mostro questo particolare Monneron da 5 sols, seconda versione, preso a quasi 6 euro a fine 2023 da un venditore francese. Sicuramente ha passato tempi migliori, ma è placcato in argento. 😉1 punto
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I due link trattano ambiti distinti. il privo vorrebbe esporre considerazioni sulle monete cosiddette ‘ primitive ‘ adottate presso diverse popolazioni. Il testo pero’ e’ molto amatoriale. Per chi volesse approfondire tale - affascinante - tematica consiglio i testi, assai piu’ evoluti e corretti dell’Einzig, Quiggin ed Opitz ( i primi due studiosi , il terzo anche collezionista che ha formato una delle piu’ importanti collezioni di monete cosiddette primitive ), senza dimenticate gli ottimi contributi del ns Parise. I riferimenti dei testi dovrebbero essere gia’ presenti nelle risorse bibliografiche del Forum . il secondo link riporta una discussione molto interessante animata da un grande appassionato di questa tematica, Matteo, che ripercorre piu’ o meno le attuali posizioni raggiunte dalla ricerca riguardo l’origine e l’introduzione della moneta quali la consideriamo oggi come tale. Su questo tema ancora oggi non vi e’ assoluta concordanza tra gli studiosi sia riguardo la datazione assoluta delle prime apparizioni sia al perche’ la moneta e’ apparsa in quel momento storico.1 punto
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Un link e una vecchia discussione, entrambi interessanti. https://www.bpp.it/Apulia/html/archivio/1988/III/art/R88III012.html1 punto
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E' tipico dei veri collezionisti ricordare da dove provengono alcune loro acquisizioni. L' oggetto evoca un momento del passato a cui rimarremmo per sempre legati. E pensare che spesso non ricordiamo nemmeno cosa abbiamo mangiato ieri.1 punto
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Questo ufficio postale che vi mostro non ha quasi niente di particolare, però si trova in un posto dove sono passati molte teste coronate, Santi, Principi e Papi e anche antipapi. Si tratta della Badia benedettina di Cava dei Tirreni. Si vede la facciata barocca sulla sinistra dell'ufficio postale. Da visitare tutto il complesso risalente all'anno 1000, il museo nazionale e la biblioteca con i suoi 20.000 manoscritti.1 punto
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Buongiorno, aggiungo il palazzo delle poste di Napoli... https://it.m.wikipedia.org/wiki/Palazzo_delle_Poste_(Napoli)1 punto
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Carissimo. Hai pienamente ragione. Errori ce ne sono molti e io stesso ti posso assicurare che apro di malavoglia questo libro perchè..era la mia prima opera, nato sotto una cattiva stella (volevo addirittura sequestrarlo) perchè metteva in luce certi "giochini" poco leciti che si ponevano in essere in certi ambienti... Credo però che i contenuti meritano rispetto. Nessuna colpa dell'editore. Solamente MIA e me ne assumo tutta la responsabilità. Oltre a quelli da te menzionati ci sono altri errori...solo in una cosa posso dirti che non ci sono errori: nei CONTENUTI..tutto vero e purtroppo esatto in ogni dettaglio. Il volume è stato pubblicato in fretta e furia perchè si cercava di "insabbiare" tutto quanto e io questo non lo volevo assolutamente perchè i cittadini ed i contribuenti hanno il diritto sacrosanto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici... Detto questo, puoi star sicuro che nessun lavoro è esente da errori, nessun autore escluso. E talvolta sono errori anche piuttosto significativi. Ma so cosa c'è dietro ogni lavoro...fatica, studio e tanto altro...Quindi...concedetemi e concedete a chi scrive un po' di indulgenza...e grazie degli errori che segnalate..servono per migliorarci e a me per fare sempre meglio1 punto
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Sei sempre supponente :"la vera umiltà" adesso esiste Come se il pensare a vivere giorno per giorno non fosse indice di umiltà. odjob0 punti
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