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  1. L. Licinio Lucullo

    L. Licinio Lucullo

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/21/24 in tutte le aree

  1. Buon pomeriggio, siamo lieti di comunicarvi le date del prossimo appuntamento con il Memorial Correale. Un sentito ringraziamento agli amministratori del sito per la visibilità concessa e a tutti per l'eventuale partecipazione, siamo a disposizione per ogni eventualità, questi i dettagli dell’evento. Iscritta alla FSFI Federazione fra le Società Filateliche Italiane Email: [email protected] Telefono: (+39) 3498125912 (Attilio Maglio) Pagina Facebook Associazione Circolo Tempo Libero Siamo presenti sui maggiori social media marketing Gli oggetti rari e pregiati saranno i veri protagonisti della mostra, permettendovi di ammirare autentiche opere d'arte. Vieni a scoprire un mondo senza tempo durante il weekend di venerdì 27 e sabato 28 settembre 2024. Il Memorial Correale vi condurrà in un viaggio emozionante attraverso oggetti che raccontano storie e tradizioni di valore. Gli orari di apertura e chiusura sono venerdì 27 settembre dalle ore 9 alle 19 circa, mentre sabato 28 settembre dalle ore 8:30 alle 17 circa. Lasciatevi coinvolgere da questa straordinaria esposizione che metterà in mostra oggetti senza tempo, testimoni di un passato ricco di significato e di emozioni. Il Memorial Correale è pronto ad accogliervi in un'atmosfera unica, immersa nell'amore per il collezionismo. Non fatevi scappare questa occasione di scoprire un universo di rarità e bellezza. Una due giorni per farvi vivere un'esperienza coinvolgente e originale, dedicata agli appassionati di collezionismo di ogni età. Segnate la data, parlate dell'evento ai vostri amici collezionisti e condividete il nostro invito! Per offrire massima accoglienza e convivialità ai presenti, sarà disponibile una sala ristorante, dove si potranno gustare prodotti tipici locali, pranzo o cena a menu' fisso a soli € 20, inoltre di sera si potrà usufruire del giardino "Le Palme" con la vera protagonista, la pizza con i sapori e gli odori unici partenopei. L’ingresso è libero e gratuito, all'interno della struttura ampio parcheggio custodito. In esposizione: Monete antiche e moderne, francobolli, banconote italiane ed estere, decorazioni militari, cartoline, storia postale, gettoni, tokens, stampe, orologi, folder, bollettini illustrativi, interi postali, album, immagini sacre, carte telefoniche, quotidiani, locandine, libri, fumetti, figurine, calendari militari, penne da scrittura, pins, spille, oggettistica varia, accessori e raccoglitori per collezioni. Abbonati a Panorama Numismatico Saranno distribuite gratuitamente delle copie della rivista numismatica Panorama Numismatico giunto al numero 407, rivista di numismatica, medaglistica e cartamoneta, che offre al collezionista all’appassionato ed allo studioso uno strumento indispensabile per essere aggiornati su tutto quello che accade nel mondo ed in particolare in Italia. Milano Numismatica: Un evento imperdibile per gli appassionati di Numismatica! Segnate la data: Sabato 9 novembre 2024! Quest’anno, Milano Numismatica si terrà come l'anno precedente presso il prestigioso Hotel Sina De La Ville, che si trova in via Ulrico Hoepli n°6. Si presenta con un programma ricco di attività che si svolgeranno durante l’intera giornata, dal mattino al pomeriggio, offrendo numerosi spunti e collaborazioni importanti. 📚 Novità esclusive: Sarà presentato il nuovo Gazzettino 11. Gli autori saranno presenti per consegnare le copie cartacee e ci sarà una breve relazione su ogni pezzo proposto. ✨ Un’esperienza coinvolgente: Oltre alla presentazione del Gazzettino, ci saranno molte altre attività che renderanno questa edizione unica e indimenticabile. 🔍 Collaborazioni importanti: Grazie a collaborazioni di rilievo, l’evento offrirà contenuti di grande valore per tutti gli appassionati di numismatica. Non perdete l’occasione di partecipare a Milano Numismatica 2024 e di immergervi in un mondo di rarità e bellezza. Vi aspettiamo per vivere insieme una giornata all’insegna della passione per la numismatica! Promotore e organizzatore dell'evento, il grande divulgatore Mario Limido, membro dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici, studioso e collaboratore di pubblicazioni e riviste numismatiche, socio fondatore e portavoce del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio. Come raggiungerci Cliccare sul logo Hotel Le Palme per le indicazioni stradali dall'uscita del Casello autostradale di Castellammare di Stabia a via Pioppaino n.113/b. Le Palme è un'ottima scelta per i viaggiatori che visitano Castellammare di Stabia, con un ambiente romantico e molti servizi utili per trascorrere un soggiorno speciale. Data la vicinanza ai principali punti d'interesse, come il lungomare di Castellammare di Stabia (2,2 km) e Villa San Marco e Villa Arianna (2,3 km), gli ospiti potranno scoprire facilmente alcune delle più note attrazioni di Castellammare di Stabia. Con camere dotate di aria condizionata, questo albergo è come una seconda casa. Per ulteriori informazioni: Hotel Ristorante Le Palme via Pioppaino n.113/b - Castellammare di Stabia, Provincia di Napoli Telefono: (+39) 081 8712650 Email: [email protected] Cliccare sul logo Eav Vesuviane per le indicazioni stradali a piedi, dall'uscita della stazione di via Pioppaino della linea Circumvesuviana Napoli-Sorrentoa via Pioppaino n.113/b. Cliccare sul logo Eav Castellammare Linea 6 per tutti i dettagli per raggiungerci tramite autobus.
    4 punti
  2. È una moneta cinese della dinastia dei Song del sud, uno Shaoding Tongbao per la precisione, prodotto nel 1228 d.C. per conto dell'imperatore Zhao Yun.
    3 punti
  3. Buon pomeriggio. Ho allegato tutte le foto che sono riuscito a fare.
    3 punti
  4. La datazione di questi pezzi e’ ancora oggetto di dibattito corrente. In passato si propendeva per una datazione piuttosto alta ( V secolo) piu’ di recente il IV secolo e’ l’ipotesi maggiormente in voga. Oltre al Pedroni, Licinio, consiglierei il lavoro dello studioso Rudi Thomsen, Early Roman Coinage , che ci fornisce una, se non la migliore, descrizione e illustrazione di queste emissioni oltre alla completa descrizione di tutti i quadrilateri conosciuti ( piu’ completa e aggiornata di quelle del Comparette e di Thurlow Vecchi, e piu’ dettagliata anche del Crawford).
    2 punti
  5. DE GREGE EPICURI Molto bello il denario, come anche gli altri mostrati sotto. Sul tema di Ercole (e sulla identificazione con lui) Commodo ha coniato un buon numero di monete diverse. Questo sesterzio, che ho avuto molti anni fa, corrisponde quasi integralmente al denario mostrato da @Pxacaesar. In molti casi, una emissione comprendeva, con lo stesso rovescio, un sesterzio, un dupondio (o un asse) ed un denario.
    2 punti
  6. Ciao, penso sia un Ae4 di Valentiniano II, SALVS REI-PVBLICAE, zecca di Nicomedia (direi officina seconda-B), Chi-rho un po' stilizzato nel campo sinistro del rovescio. RIC IX 45a: Online Coins of the Roman Empire: RIC IX Nicomedia 45A (numismatics.org) Ciao. Stilicho
    2 punti
  7. Trovo molta confusione in questa discussione. La dottrina prevalente (vedi, fra tutte, le opere di Carandini) ritiene che i re siano effettivamente esistiti. Residua, peraltro, una testimonianza epigrafica, il lapis niger (su cui è scritto "... OKA FHAS / RECEI IO ...", e "recei" è appunto una declinazione arcaica di "rex"), anche se alcuni studiosi hanno proposto che su tale pietra si parli del "rex sacrorum" ("re addetto ai sacrifici") e non del "rex" vero e proprio. Sia come sia, anche l'esistenza (attestata ancora in epoca repubblicana) del "rex sacrorum" è un chiaro relitto giuridico-sacrale dell'esistenza del "rex" in epoca antecedente. V'è di più. Sulla base di valutazioni linguistiche e (per l'epoca dei Tarquini) di attestazioni epigrafiche etrusche, si ritiene anche probabile che i nomi tramandatici dalla tradizione siano quelli effettivi dei re. E' vero, come ha evidenziato Gallienus nel post numero 6, che alcuni di tali nomi potrebbero essere (diremmo noi) soprannomi, ma questa era una prassi radicata nella tradizione romana: tutti i "cognomina", alcuni dei quali sedimentatisi come "agnomina", erano "soprannomi", compresi i celeberrimi "Scipione", "Cesare", "Ottaviano", "Augusto", "Caligola", etc. Poichè, inoltre, alcuni di essi venivano attribuiti ex post (ad esempio, Publio Cornelio Scipione fu detto "Africano" dopo aver vinto in terra d'Africa, Gaio Giulio Cesare figlio adottivo fu detto "Ottaviano" dopo che la sua adozione ne aveva provocato la fuoriuscita dalla gens degli Ottavii), non sembra minimamente irrealistico che un re sia stato detto "Pompilio" dopo aver disciplinato la pompé, o "Marzio" dopo aver onorato Marte. Addirittura, è opinione sostenuta da autorevoli studiosi (Carandini, fra tutti), che lo stesso "Romolo" sia un nome, e non un soprannome; talché effettivamente Roma avrebbe preso il proprio nome da lui, come affermato dalla tradizione, e non il contrario. E' vero anche che gli anni di regno non sono realistici (Numa e Servio, ad esempio, avrebbero regnato per oltre 40 anni), ma soccorre l'ottima spiegazione di Carandini: nella tradizione orale ultrasecolare, si sarebbe sedimentata la memoria dei soli re "importanti", cui sarebbe stato quindi attribuito un periodo di regno più lungo di quello effettivo, includendo anni in cui in realtà il potere era appartenuto a re "minori" o a interreges. Mutatis mutandis, sarebbe come se un domani, in mancanza di fonti documentali, si perdesse memoria del periodo di regno di Giovanni Paolo I e la storia riportasse che a papa Giovanni VI è succeduto direttamente Giovanni Paolo II: non sarebbe un fenomeno strano. Detto tutto questo, i re di Roma non hanno battuto moneta perché l'introduzione della moneta, a Roma, fu molto posteriore all'epoca regia (a eccezione di quanto preciserò, in seguito, sul "ramo secco"). La monetazione dovrebbe essere nata, in maniera del tutto indipendente, in Anatolia e in Cina, in entrambi i casi (se non sbaglio) nel VI secolo (sostituendo fenomeni di baratto con metalli preziosi iniziati già secoli prima). Quella occidentale, in particolare, nascerebbe dall'uso di palline di elettro, rinvenute nei fiumi anatolici, come controprestazione nei baratti e, quindi, come riserva di valore ma la decisione di punzonare tali palline per attestarne la bontà, primo effettivo atto di monetazione statale, sembra attribuibile a re Creso che (fatta la tara sulle leggende che lo circondano) dovrebbe aver regnato in Lidia tra il 561 e il 546 a.C. Da quel momento, i mercanti greci diffusero in tutto il Mediterraneo l'uso della moneta (della loro moneta, giova precisare), che così arrivò anche in occidente. Nel 1867 fu rinvenuto ad Auriol, a pochi chilometri da MarsIglia, in un contenitore ceramico, 2130 monete greche arcaiche, per la stragrande maggioranza di tradizione ionica, datate (secondo l'opinione prevalente) alla seconda metà dello stesso VI sec. a.C. Per la grande quantità di reperti, quella monetazione è stata definita "tipo Auriol", ma monete analoghe erano già state rinvenute nel 1862 a Morella (Spagna - 21 esemplari) e successivamente, nel 1868, a Pont de Molins (catalogna - 46 monete) e - quel che qui più interessa - a Volterra (Tuscia - 65 esemplari). Le monete rinvenute a Volterra ( https://www.lamoneta.it/topic/76470-far-west/ ) , in particolare, dovrebbero essere datate alla prima metà del V secolo, quindi leggermente posteriori a quelle di Marsiglia. Gli italici conoscevano quindi le monete già dalla fine dal V secolo grazie ai contatti commerciali tra mercanti greci ed etruschi; e poiché a Roma regnavano i Tarquinii, di origine appunto etrusca, si può supporre che qualche moneta "tipo Auriol" sia passata dalla città tiberina. Non ce n'è tuttavia prova, e comunque si sarebbe trattato di monete greche, non battute dai re capitolini. A Roma l'emissione di moneta propria arrivò invece seguendo due strade: la monetazione cosiddetta "romano-campana" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC ), coniata con tipi greci; e la monetazione fusa, comprendente a sua volta lingotti rettangolari, detti "quadrilateri" o "aera signata" (al singolare, "aes signatum" - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESS ) e monete tonde, dette invece "aera grava" (al singolare, "aes grave" - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB ). La monetazione "romano-campana" fu sicuramente battuta, su richiesta di Roma, da città magnogreche , verosimilmente per esigenze di commercio fra la nazione latina e quelle greche. La prima di queste monete ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/1 ) è facilmente databile al 326 a.C., perché a parte la legenda è perfettamente rispondente ad altre monete di Neapolis che, anno più anno meno, risalgono a quel decennio. Siamo, quindi, abbondantemente dopo l'epoca regia di Roma (terminata, come noto, nel 509). Le monete con legenda "ROMANO", da te citate, appartengono appunto alla categoria delle monete romano-campane. Per quanto riguarda l'aes grave, esso costituisce un fenomeno spontaneo che si manifesta, quasi contemporaneamente, in tutte le nazioni italiche, che cominciano a produrre monete tonde (o, in un caso, ovali) di bronzo, con un peso corrispondente (al netto dell' "aggio", ma su questo non mi dilungo) a quello dell'unità di peso allora in uso (l' "asse" o "libra", che a seconda della nazione variava dai 380 g di Hariminum, Atria e Vestini ai 151 g di Velathri) o delle sue frazioni; queste monete, pertanto, valevano tanto quanto il metallo che contenevano. Ora, la datazione dell'aes grave è molto discussa, e per quanto riguarda Roma va dal 423 a.C. proposto da Corradi (nel suo saggio Dissertazione sull'aes grave fuso e coniato di Roma e relative riduzioni, in “Nummus et Historia” VII, Formia 2003) al 280 a.C. proposto da Crawford. Se Corradi avesse ragione, l'ultimo re di Roma avrebbe quindi emesso la prima serie monetale dell'Urbe (che lui identifica nella Giano-prora, https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB9 ); tuttavia la sua voce è isolata e la stragrande maggioranza degli studiosi ritiene che l'aes grave sia comparso nella seconda metà del IV secolo, peraltro non a Roma ma in Etruria: le emissioni più antiche dovrebbero essere quelle di Tarquinia, ascendenti al massimo al 351 a.C. Insomma, anche l'aes grave dovrebbe essere più o meno contemporaneao alla monetazione romano-campana, se non addirittura posteriore. Resta da datare i quadrilateri. Molti studiosi ipotizzano che siano contemporanei all'aes grave, ma il discorso è molto più complesso. Plinio (Nat. Hist., 33, 3, 13) afferma che "Servius rex primus signavit aes. Antea rudi usos Romae Timaeus tradit. Signatum est nota pecudum unde et pecunia appellata". Secondo questa testimonianza, quindi, il re Servio Tullio (che avrebbe regnato dal 578 al 535 a.C.) fu il primo a far apporre un segno di Stato sui lingotti di bronzo, e tale segno sarebbe consistito in una pecora ("nota pecudum"). Se la testimonianza di Plinio fosse attendibile, non solo la prima moneta romana, ma forse la prima del mondo sarebbe stato l'aes signatum con pecora emesso da Servio Tullio, che potrebbe aver preceduto di pochi anni le monete di Creso e quelle cinesi. Qui però sorge un problema: un simile aes signatum non è stato rinvenuto. Non solo: i rinvenimenti di quadrilateri romani (esistono anche quadrilateri italici, seppure rarissimi), quando possono essere datati in base al contesto archeologico, sono tutti ascrivili, come l'aes grave, alla fine del IV secolo o inizi del III. Può astrattamente supporsi che i quadrilateri con pecora, di epoca serviana, siano andati tutti perduti, ma sembra abbastanza irrealistico. Ma allora, quale moneta si usava a Roma in epoca regia? Ares III, nel post numero 7, ha correttamente richiamato i pezzi di bronzo informe, che oggi sono denominati "aes rude" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESR ). Il loro uso, come visto, è attestato anche da Plinio ("rudi usos Romae") e la loro esistenza, nonché funzione proto-monetale, è ben comprovata in archeologia: interessantissimo il deposito votivo scoperto nel 1852 a Vicarello (parzialmente ricostruito al Museo nazionale Romano - https://generazionediarcheologi.com/2017/05/10/bicchieri-che-raccontano-storie-il-deposito-votivo-di-vicarello/ ), dove i pezzi di aes rude componevano uno strato sottostante a quelli di aes grave, a loro volta sottostanti alle monete coniate, dimostrando così sia la comune funzione monetale, sia la cronologia relativa. Nei commerci, questi pezzi di bronzo informe erano sicuramente scambiati a peso, come dimostra la memoria, nel diritto romano, del procedimento "per aes et libram" (ossia "mediante il bronzo e una bilancia"). L'uso dell'aes rude è attestato in contesti archeologici dell'VIII secolo (forse addirittura del XI), però esso non è una vera moneta: sono pezzi di bronzo che venivano barattati a peso. Nulla di diverso dalle pecore, con cui sono computate alcune sanzioni delle XII tavole, o dalle palline di elettro in uso in Lidia. Ma non è tutto, e qui il quadro si complica ancora di più. In suolo italico i "quadrilateri", ossia lingotti enei rettangolari di buona fattura (prevalentemente di origine romana) non sono l'unico esempio di aera signata, ossia di lingotti recanti un segno. Esisteva anche un tipo più antico e più grezzo, denominato "ramo secco" ( https://www.lamoneta.it/topic/113618-aera-signata/ ) perché recava un'immagine in rilievo somigliante a un ramo privo di foglie (pochi altri esemplari recano altri segni: lisca di pesce, clava, delfino, crescente lunare). Ora, i lingotti "ramo secco" sono stati rinvenuti in tutta Italia (anche a Roma) e - cosa particolarmente interessante - un frammento di “ramo secco” di 0,425 kg è stato rinvenuto presso il santuario di Bitalemi, in Sicilia (Piero Orlandini, AIIN 1965-1967), nello strato n. 5 del deposito n. 26, strato sigillato e sicuramente databile a prima del 540 (probabilmente, al 570-540). Il "ramo secco" quindi era già diffuso prima di tutte le monete italiche, forse addirittura prima di tutte le monete mondiali (al più, sarebbe almeno contemporaneo delle monete di Creso e di quelle cinesi). Potrebbe quindi essere questo l'aes signatum di cui parla Plinio? E potrebbe, allora, essere la testimonianza che la moneta è stata effettivamente inventata a Roma, da uno dei suoi re (sia pure, in modo indipendente dagli analoghi processi sviluppatisi in Anatolia e in Cina)? Alcuni studiosi lo hanno proposto, ma ostano tre problemi. In primo luogo, non è sicuro che avesse uno scopo e un uso monetale: è vero che è stato rinvenuto in contesti votivi (oltre che a Bitalemi, anche a Terravecchia di Grammichele), ma va da sé che l'offerta a un dio può consistere anche in un oggetto d'arte, o comunque di valore, oltre che in una moneta [per inciso, il caso dell'aes rude è diverso: è stato rinvenuto anche in altri contesti, ad es. come "obolo per Caronte" sui cadaveri, e in più c'è la testimonianza giuridica del procedimento "per aes et libram"]. In secondo luogo, la sua ampia diffusione, dall'appenino tosco-emiliano alla Sicilia, appare eccessiva in relazione a quella che poteva essere l'area di influenza commerciale (per non dire politica) della Roma del VI secolo a.C. Infine, è di tutta evidenza come il "ramo secco" sia un disegno molto diverso dalla "nota pecudum" riportata da Plinio. Comunque, un (piccolo) margine di incertezza resta. A margine, giova precisare che non è invece attestato l'utilizzo di argento grezzo in ambito romano, quale moneta di scambio, sebbene oggi molto venditori propongano pezzi di asserite "silver precoin" nei loro cataloghi. Verghe d'argento grezzo in un contesto "monetale" sono state rinvenute nei già citati depositi Pont de Molins (Iberia) e di Volterra (Tuscia) ma mai in ambito culturale romano.
    2 punti
  8. Io ho iniziato a raccogliere monete nel 1967; mi sono iscritto al circolo della mia città nel 1969, (ero socio allievo, essendo ragazzino) e ricordo che in quel periodo, stavano distribuendo le serie 1968 per i numismatici che le avevano prenotate, generando una grossa speculazione. A quel tempo risale la mia partecipazione ai convegni ed i primi approcci con i commercianti professionisti. Ricordo Aureli di Faenza, Marchesi e Gaudenzi da Bologna, Cermentini da Firenze, Rinaldi da Casteldario, Bobba da Asti, Zamboni da Modena, Righi da Rovereto, Zucchetto da Palermo, Baranowski da Roma, ed altri. L'acquisto delle monete era su base fiduciaria, e posso dire che le poche volte che non ero soddisfatto della scelta frettolosa, non ho avuto problemi nella restituzione o nella permuta con altro materiale. A metà anni '70, stimolati probabilmente da studi sui falsi pubblicati da riviste quali "La Numismatica" e il "Gazzettino Numismatico" incominciarono a comparire i primi punzoni di garanzia per gli esemplari di Regno d'Italia e Repubblica Italiana maggiormente falsificati. Credo che il precursore di tutti sia stato il Comm. Cesare Bobba, grande esperto di monete decimali, ma anche Lui vittima di falsi insidiosi e non conosciuti (L. 5 1956 FDC) comparso nel 1980, e frettolosamente recuperati e ritirati.
    2 punti
  9. Dalla rete, la comunicazione del prossimo Bophilex 68 .
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  10. Buonasera a tutti, dopo tanto tempo torno a scrivere sul forum e vi propongo di accompagnarmi in un viaggio numismatico in Cina. Ho molte monete da catalogare, ma oltre a catalogarle vorrei riuscire a "capirle". Partiamo con la prima moneta. Peso 3,25 grammi Diametro 23,3 / 23,7 Questa monete credo di averla identificata correttamente, ma voglio vedere se arrivate alla mia stessa conclusione
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  11. Carissimi amici e colleghi, siamo ormai al crepuscolo dell'estate e già si avverte quella fragranza briosa tipica delle prime aste autunnali. A pochi giorni dal genetliaco del Napoleone, ho il piacere di mostrarvi una lira del Regno d'Italia. Pur trattandosi di una moneta relativamente comune, non è affatto semplice da reperire in alta conservazione, con i rilievi integri ed un lustro ancora ben intatto. Piccola nota dolente quei leggeri hairlines che si possono osservare al dritto. Ad ogni modo, è un esemplare che, pur con le sue piccole imperfezioni, mi soddisfa. Mi auguro che sia di vostro gradimento.
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  12. Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Commodo (176-192 d.C.) con la personificazione sul rovescio di Ercole con la classica pelle di leone, la clava ed un trofeo di guerra alla sua destra. Commodo viene annoverato tra gli imperatori, che con molto eufemismo, sono definiti stravaganti ed il suo operato fu molto discusso e controverso. Definito da fonti storiche dell'epoca megalomane, senza freni sotto tutti i punti di vista e molto crudele alla sua morte fu colpito dalla damnatio mamoriae sembra poi revocata negli anni successivi. Totalmente diverso dal padre Marco Aurelio, amatissimo dal popolo romano, con il quale governò dal 176 al 180 anno in cui morì quest'ultimo. Rimasto da solo al potere e senza più nessuno a tenerlo a bada esercitò lo stesso in maniera più che discutibile attirandosi le antipatie del Senato che nel 192 organizzò l'ennesimo attentato andato a buon fine per mano di Narcisso, combattente gladiatore, che riuscì ad avvicinarlo nella sua residenza uccidendolo forse per strangolamento consegnandolo a soli 31 anni alla Storia. Qualche considerazione anche sul rovescio di questo denario. Ercole, il semidio asceso all'Olimpo, si ritrova con frequenza sulla monetazione greca mentre su quella romana imperiale il primo a riportarlo fu l'imperatore Traiano ( condivido un mio denario). Sui nominali di Commodo lo troviamo spesso ( condivido un mio sesterzio) ed addirittura su alcuni di essi sul ritratto del dritto ha la testa coperta dalla pelle del leone ( tipica dell'antica Grecia) che mette in evidenza il delirio di onnipotenza che lo faceva ritenere la reincarnazione di Ercole in terra, appunto l'Ercole Romano. Per chi volesse approfondire ci sono diverse discussioni sul Forum. Da esame diretto il denario risulta coniato, centrato, con buon metallo ed ha ottemperato alla sua funzione di moneta restando leggibile e (per me) piacevole. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 18 mm 3,28 g RIC 254a Busto di Commodo raffigurato come Ercole
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  13. Ciao passionumismatic, in passato avevo trovato informazioni su solo 3 medaglie coniate dai Monneron: Rousseau, Lafayette e il giuramento di Luigi XVI davanti la Costituzione.
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  14. Qui sul forum tutti impariamo da tutti, basta avere la mente aperta, la curiosità e la disponibilità al confronto.
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  15. 1 punto
  16. Facciamo una premessa. Pedroni (Ricerche sulla prima monetazione di Roma, 1993 e Nuove ricerche sulla prima monetazione di Roma, 1996) ipotizza che la riforma censitaria attribuita dalle fonti storiografiche a Servio Tullio abbia presupposto un’omogeneizzazione dei sistemi di misura (di capacità, lunghezza, superficie e peso), materializzata dall’amministrazione statale in una misura di peso standard costituita da lingotti pesanti un “as”. Il peso di tale “as”, secondo l’autore, variava da città a città; a Roma probabilmente era di 1.440 scrupoli, ossia 1.620 o 1.637 g (non c’è concordia sul rapporto di equivalenza scrupolo/grammo). Il termine “as”, inoltre, sebbene sia stato frainteso dalle fonti successive come derivato da “aes”, “bronzo” (talché Plinio afferma che “Servius … signavit aes” e noi oggi parliamo di “aes signatum”), in realtà derivava da “assis”, “asse” e quindi da “asser”, “palo” o “ramo” (essendo il palo la rappresentazione visiva dell’unità, come per noi oggi l’indice alzato). Per questo motivo su tali lingotti, secondo un uso etrusco, fu impresso il simbolo di un ramo secco. Insomma: per Pedroni il “ramo secco” fu emesso dallo Stato, a Roma come in altre città etrusche, ma non era una moneta, bensì uno standard riferimento, esattamente come oggi il prototipo internazionale del chilogrammo conservato al Bureau international des poids et mesures di Parigi. Belloni concorda sull’uso del “ramo secco” come unità ponderale e sulla produzione di almeno una parte di essi allo Stato romano, ma ne abbassa la datazione. Egli infatti ritiene che, a Roma, siano stati introdotti in concomitanza con la Lex Julia Papiria (datata al 430 a.C.) che - riferisce Cicerone - commutò le multe da bestiame in assi, secondo il principio della levis aestimatio. Veniamo ora ai “quadrilateri”. È pacifico che i “quadrilateri”, ossia i lingotti che si distinguono dai “ramo secco” per un’iconografia più varia ed elaborata, una forma più definita (misurano in media 165x100 mm), un peso più leggero ma anche più omogeneo (pesano tra i 1,8 e 1,2 kg). La maggior parte di essi sono romani: non solo quelli censiti da Crawford (da RRC 3/1 a RRC 12/1 - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESS ), ma anche il lingotto anfora/punta di lancia ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-AESS/11 ) e, secondo Pedroni, quello lisca di pesce/clava (conservato al British Museum). Per quanto riguarda la loro funzione, Comparette (Aes signatum, in "the american Journal of Numismatics" 1919) li ritiene lingotti prodotti da privati; per Sydenham ed Herbig erano lingotti prodotti dallo Stato, per conservare il bronzo in attesa di monetazione (sarebbero quindi i lingotti “conflati” conservati nell’Aerarium, di cui ci riferisce Varrone); Deliperi e Haeberlin li interpretano come pani depositati nei templi, a titolo di offerte oppure di quote di bottini di guerra dedicati agli dei; per Crawford e Sisani potrebbero essere nati dalla necessità di distribuire con i socii le ricchezze conquistate nei bottini di guerra; per Pedroni (che li chiama lateres signati) e Fusi Rossetti (Moneta e non moneta: l’aes signatum i multipli, RIN, 1994-1995) costituivano la prosecuzione del “ramo secco” ed erano quindi emessi dallo Stato con la funzione di pesi standard; Gnecchi costituivano una forma di moneta privata; Alteri non esclude un’originaria funzione storico-religiosa (tipo “ex voto” per la debellazione dei nemici), ma ritiene che abbiano immediatamente assunto funzione monetale; Bar (A propos du poids des plaques d’aes signatum, de leur nature et de leur fonction, RIN, 1993) concorda con la funzione monetale e ipotizza che servissero per pagare il soldo militare; Thomsen e Zehnacker, ipotizza che costituissero una moneta di transizione dal “ramo secco” all’aes grave (di cui, pertanto, sarebbero anteriori); Babelon e Grueber invece ritengono che fossero il pezzo da 5 assi (“quincusse”) dello stesso aes grave, quindi monete a tutti gli effetti. Va da sé che chi li ritiene pesi standard o lingotti non esclude che possano aver acquisito, in via secondaria, una funzione monetale, venendo scambiati a peso, come testimoniano i rinvenimenti di quadrilateri insieme a monete fuse nei ripostigli di Santa Marinella, La Bruna, Ariccia. Questo discorso vale anche per i "ramo secco". Alle divergenze sulla funzione corrispondono, ovviamente, quelle sulla datazione. Alcuni autori datano l’inizio della loro emissione al 350 a.C., Thurlow e Vecchi al 289 (con l’istituzione dei tresviri monetales), Crawford al 280. La tesi più interessante è quella di Pedroni: ritiene che siano esistiti lingotti (di transizione tra i “ramo secco” romani e i “quadrilateri”) anche nel V e IV secolo, ma che ormai siano tutti dispersi o comunque non più riconoscibili (forse anch’essi recavano il “ramo secco”, e non li distinguiamo da quelli più arcaici), e per conseguenza data quelli censiti da Crawford a partire dal 339 (in occasione della riforma costituzionale del console e dittatore Q. Publilio Filone). Nessun autore a me noto ha affermato che i pezzi con Pegaso e fulmine, a legenda “ROMANOM”, possano risalire addirittura al V secolo
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  17. Classical Numismatic Group > Electronic Auction 569 Auction date: 28 August 2024 Lot number: 51 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: LOKRIS, Lokri Opuntii. Circa 360-350 BC. AR Triobol (14mm, 2.80 g, 12h). Wreathed head of Demeter right / Ajax, nude but for Corinthian helmet, advancing right, holding short sword and shield; helmet between legs, broken spear below. H&D Group 1, 27 (O8/R10); BCD Lokris 46; HGC 4, 995. Iridescent toning, light scratches. VF. Attractive in hand. Purchased by the consignor, 19 August 2011. Estimate: 200 USD
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  18. Ti ringrazio. Sulle monete greche e, ancor più, cinesi sono ignorante, quindi non ero aggiornato. Per quanto riguarda i quadrilateri, tu citi questo (bellissimo) pezzo: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-AESS/2 ; ne ho fatto cenno nel post n. 25. Invero, anche un altro quadrilatero, di cui ci sono pervenuti solo frammenti, presenta la legenda "ROM-" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-AESS/1 ), che probabilmente andava completata anch'essa in ROM[ANOM]. La datazione V secolo, invero, mi sembra eccessiva.
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  19. Sterlina inglese in Oro 22kt carati 1966 Elisabetta II giovane fiocchetto 7,9Gr. | eBay Mi sbaglio o e' la stessa moneta? Ciao. Stilicho
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  20. Articolo davvero interessante! Grazie mille. Volevo chiederti un approfondimento su queste medaglie rivoluzionarie, sono le classiche di grande modulo che si vedono spesso e che ricordano i vari avvenimenti della rivoluzione? Oppure sono medaglie più popolari, come ad esempio le tante tipologie che circolavano nel '48/'49? Grazie
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  21. In questa settimana di ritorno al lavoro leggo con piacere questo tuo nuovo post con un bel denario di Commodo, mi piace molto il rovescio con Ercole che sottolinea la sua "passione" per l'eroe come si vede anche dalla famosa statua di Commodo come Ercole che hai messo nel post. Come già hai scritto anche tu è un Imperatore molto controverso e discusso, considerato da molti addirittura il peggiore di tutti gli Imperatori e come colui che ha dato inizio alla fine dell'Impero Romano (casualmente per me segna la fine del periodo di preferenza per la mia collezione anche se poi ho anche molte monete successive). Mi piacciono molto i ritratti di Commodo con quel loro stile dell'occhio a "pesce lesso" (anche sul denario che possiedo io del tipo con la Nobilitas è uguale) come lo chiamo io 😃 P.S.: belli anche gli altri denari 🙂
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  22. grazie mille, grandissimo 👍👍👍🏆🙂
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  23. Riassumendo, la sequenza degli "strumenti monetali" in uso a Roma è: [1] aes rude; [2] aes signatum "ramo secco"; [3] aes signatum "quadrilateri" (uno dei quali con legenda ROMANOM); [4] aes grave (monete fuse) [5] monetazione romano-campana (dapprima con legenda PΩMAIΩN, poi ROMANO e infine ROMA); [6] monete coniate (con legenda ROMA). [1] e [2] erano sicuramente presenti in età regia, ma [1] non era una moneta (e quindi non era emesso dai re) e [2] quasi di sicuro non era di origine romana (senza considerare che anch'esso probabilmente non era una moneta ma, al più, una riserva di valore, prodotta da privati e non emessa dallo Stato). [3] e [4] potrebbero essere comparsi in epoca regia, ma è estremamente improbabile; è più verosimile che siano contemporanei a [5] e, quindi, di età repubblicana.
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  24. Noto già dagli ultimi tuoi interventi un inizio di polemica. Il pezzo in foto da te pubblicato ha qualcosa che lascia dei dubbi anche a me, aspettiamo nuove foto e dati. Non è un inedito ma una moneta conosciuta in almeno 4 esemplari tutti con unico conio dritto e 3 diversi conii al rovescio, essendo la primissima in assoluto coniazione di gela 485aC è stata una moneta "prova" coniata in pochi esemplari per un periodo ridotto, probabile che vennero ritirati e fusi questi con inizio della seconda coniazione di tetradracmi nel 480aC e che riportano da quel momento in poi il dio fluviale gelas a mezzo busto. Certo può starci che invece di 3 i conii del rovescio furono 4... da vedere e studiare bene ecco perche sono importanti nuove foto (fatte bene) e fornire corretti dati diametro e peso e soprattutto anche la posizione oraria dr/rv.
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  25. Non solo tra i denari , anche tra i bronzi (Assi) ci sono due esemplari di C. MARCIO CENSORINO che al dritto riportano le teste di Anco Marzio e Numa Pompilio .
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  26. Buongiorno. Scusate,ma chi ha redatto il bollettino di cui sopra? mi sembra un anonimo, e poi le foto sembrano da calchi. In ogni caso, rarità a parte e della quale non ero a conoscenza, sono certo della provenienza e credo che sicuramente alla fine del settecento o metà ottocento la numismatica classica interessava solo a pochi studiosi e non suscitava l'interesse che suscita ora. Secondo me e secondo quanto asserito dagli studiosi del settore, esistevano maestri ed apprendisti che non potevano avere la stessa mano nel creare il conio, (anche Eveneto e Cimone avevano al loro seguito degli apprendisti che seguivano la loro scuola) pertanto, come in tutte altre tipologie (Leontinon-Katanaion-Himeraion Syracosion ecc.) le monete, indipendentemente dal metallo con cui erano coniate ,se pur della stessa tipologia ed epoca. presentavano delle differenze, non erano coniate a macchina e non potevano essere gemelle. In ogni caso, penso che certamente esistano dei falsi (viste le attuali capacità tecniche) ma nel giudizio sulla autenticità o meno, non conta soltanto ed assolutamente lo stile, ma anche l'esame delle leghe ed il modo con cui sono state lavorate Rarità a parte, esistono monete di pari epoca e tipologia, belle e meno belle, di stile eccellente e meno eccellente e sicuramente esistono anche falsi dell'epoca. Ripeto, al mio rientro a casa posterò altre foto, spero migliori, e foto di altre monete della mia raccolta sperando che possano tornare utili agli altri appassionati.
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  27. Buongiorno @emy7555 al fine di darti un’indicazione precisa e affidabile servirebbero foto in primo piano della moneta fronte retro e dati ponderali (diametro e peso)
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  28. No, e al momento non dispongo della moneta
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  30. Credo si tratti di un Gallieno, VICTORIA AVG III, con T nel campo sx
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  31. complimenti @Stilicho RIC X 1237 o 1238 Arcadio o Onorio Aquileia AQS saluti Alain
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  32. Buonasera @gpittini probabilmente è così, hai ragione. Infatti nei cataloghi del Forum ci sta scritto "per la difesa del Potere Temporale" e non come erroneamente ho scritto io "per la restaurazione del Potere Temporale". Quindi sicuramente la medaglia in oggetto è per i volontari del 1860. Grazie mille.
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  33. Ciao a tutti, aggiungo il seguente cavallo "Colonna", non trovo il peso.
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  34. DE GREGE EPICURI Sarà interessante vedere se la manifestazione di settembre risulterà "cresciuta" ( e quanto) rispetto a maggio, sia come espositori che come pubblico. E' una iniziativa che potrebbe avere un futuro importante.
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  35. Pugnale del Guatemala, da un viaggio alla fine degli anni Settanta. apollonia
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  36. Pugnale siriano Magdali apollonia
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  37. Siamo nel Canto XXIV dell’Inferno, la bolgia dei ladri - vv. 64-96, dove Dante cita l’anfisibena; Dante cita abbastanza fedelmente La Pharsalia di Lucano: vi erano chelidri (che Lucano, non Dante, descrive come striscianti su una scia di fumo), iaculi (che volano come giavellotti), faree (che strisciano contorcendosi con la testa eretta), cencri (con il ventre punteggiato, che strisciano dritti) e anfisbene (che hanno due teste, una per estremità). Libia (intesa genericamente come deserto del Sahara), Etiopia e Arabia (ciò che sta sopra al Mar Rosso) non possono vantare altrettanta ricchezza di serpenti, che Dante si compiace di elencare con fare dotto. apollonia
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  38. Aquila volat per multas terras.
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  39. Pugnale della Siria da un viaggio negli anni Novanta. apollonia
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  40. Magnete rettangolare da collezione che raffigura un dipinto di Jean-François Millet, avuto in dono da mio nipote a ricordo di una gita scolastica in Francia. Altro magnete che raffigura un dipinto di Claude Monet. apollonia
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  41. Salve condivido immagine di una busta di famiglia e chiedo ai più esperti maggiori informazioni ringrazio in anticipo
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  42. Ma non solo presso Termini , pochissimi ruderi delle antiche mura repubblicane sono ancora visibili in altre zone di Roma , basta cercarli con l' ausilio di una carta archeologica . Leggi questa vecchia discussione :
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  43. Grazie per i complimenti! 😄 È interessante che il British Museum "confermi" la teoria sul presunto diritto di coniare monete. Attualmente è ancora un mistero in quanto non si sono trovati documenti dell'Assemblea Nazionale che confermano questa storia.
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  44. Piccola correzione storica: anche Joseph François Augustin Monneron fece fortuna presso le colonie, precisamente prima del 1777 come commerciante a New Orleans. La storia che rimase in Francia è dunque errata. Inoltre, il peso e il diametro per i 5 sols Hercule sono sbagliati: il peso oscilla tra i 27 - 28 mm mentre il diametro 39 - 39,5 mm. Mi scuso con tutti i lettori per questi due inconvenienti.
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  45. Grazie a tutti per i complimenti! Allego le foto del mio 5 sols del Giuramento, secondo tipo. 🙂
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  46. Buongiorno a Tutti, chiedo allora ai @CdC che bisognerebbe aprire una discussione dedicata alle nuove Nomine, così da rendere noto a Tutti il nikname dei Curatori e le loro aree di interesse. Non posso fare altro che congratularmi con la Dirigenza per le scelte e rifare gli auguri agli interessati. @Rapax @Rocco68 @demonetis @Rex Neap A presto rileggervi e in bocca al lupo. Sergio.
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  47. Skubydu ha scritto: flan non consono ed incisione non consona. In base a quali elementi ha potuto stabilire ciò su un conio di oltre duemila anni? quale era il flan consono e l'incisione consona su elementi diversi uno dall'altro ed incisi sicuramente da persone diverse?
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