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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/17/24 in tutte le aree
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Buongiorno, allego il mio regalo di ferragosto da aggiungere in collezione : un denario imperiale di lecita provenienza attribuibile a Faustina madre. Coniata dopo il 141 d.C è un denario di consacrazione. Dr "DIVA FAUSTINA" volta a dx Rv pavone "CONSECRATIO" Zecca: Roma 3,30 g RIC III 384. Moneta di gran fascino e ricca di storia. Sono sempre apprezzate osservazioni, pareri e approfondimenti su questa tipologia di moneta. Buona giornata, Antonio2 punti
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Credo corretta l'affermazione che il 1° tipo corrisponda a "1936 prova, 1936, 1938, 1939" e 2° tipo a "1936 e 1937". In realtà con un buon occhio e delle buone foto, il tipo può essere riconosciuto anche dalle immagini postate dalle varie case d'asta, sempreché la scontornatura non sia stata troppo drastica (vedi foto sotto, con ingrandimenti presi da molteplici monete, come indicato dalle lettere sovrapposte). A volte sono visibili particolari del contorno perché la foto non è perfettamente perpendicolare, a volte solo la triangolatura del contorno (2° tipo) vs. rilievi molto più bassi del 1° tipo. Il tutto è molto più chiaro con le foto delle monete nel loro complesso, ma ciò mi avrebbe comportato troppi Mbyte e troppi distinguo nel postarle. Questo permette così di considerare che la moneta al #8 di @Oppiano presenta un contorno del 2° tipo (non visibile entro la slabbatura al #1 di questa discussione, pur essendo il medesimo esemplare che, fra l'altro, è già apparso in aste italiane andando per lo più invenduto). Inoltre mi pone ulteriormente d'accordo con @Alberto Varesi (#68 e #73) nella discussione che sopra @bizerba62 ha riesumato al #9: è possibile che le ghiere 1° e 2° tipo siano originali entrambe (anche se la ghiera del 2° tipo non si porrebbe come iniziale, ma interpolata tra parte della tiratura 1936 e quella 1938).2 punti
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Buongiorno a tutti. Forse la notizia la sapete gia'. Giorni fa mi sono recato a Mantova ( che poi e' la mia citta' natale ) e vedendo pubblicizzata a fianco della banca agricola mantovana, con tanto di stendardo, che il museo numismatico e' aperto al pubblico, tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, dal lunedi al venerdi...e al sabato mattina, solo con appuntamento, ho chiesto naturalmente di poter vedere la collezione Magnaguti presente nel caveau della banca. Ho suonato ripetute volte il campanello... Ma niente. A quel punto ho chiamato il numero che era segnato sul manifesto.. Una voce gentile mi ha risposto.. Dicendomi che il museo era chiuso da tempo e che la cooperativa che lo gestiva non c'era piu'. Alla fine, non conveniva piu' alla banca per la scarsita' del pubblico interessato alle monete. Pero' se si potessero radunare un minimo di persone...oltre le cinque e su appuntamento, il museo potrebbe venire riaperto. Spero solo che a questo punto levino il manifesto... Visto che a quanto mi e' stato detto " e' stato dimenticato "...strano che a distanza di anni nessuno ha corretto o levato quel manifesto.. E che nessun collezionista se ne sia accorto... Forse in tutti questi anni non e' passato nessuno?...A questo punto la vedo dura unire almeno cinque collezionisti , intenzionati a visitare il museo...1 punto
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Segnalo il Lotto 79 della prossima Asta E-Live 10 di Varesi in programmazione il prossimo 27 settembre: https://varesi.bidinside.com/it/lot/35895/amministrazione-del-mantovano-1797-opus-/ Amministrazione del Mantovano (1797) Opus - De Felissent 569 (de la plus grande rareté) Martini 209-210 Ag dorato (fusione) mm 58 RRRR q.SPL Questo esemplare merita che siano fornite ulteriori informazioni. "Costituita ufficialmente il 19 luglio 1797 da Napoleone, l’amministrazione di stato del mantovano vedeva pubblicato il suo regolamento il successivo 30 luglio. Era costituita da nove membri, i quattro della commissione provvisoria, e altri cinque municipalisti, e concentrava “tutt’i poteri e facoltà che avea la commissione amministrativa, …, il cessato magistrato camerale e l’abolita giunta di governo”. L’amministrazione era organizzata in quattro comitati, ognuno dei quali con diverse competenze. Il comitato I doveva occuparsi delle materie relative al “politico, governativo, polizia centrale della città e stato, teatri, tribunali, satellizio e iurisprudenze”; il comitato II di quelle inerenti a “pie fondazioni, conventi, spedali, monti di pietà e feneratizi, decime e livelli, sanità, scuole, accademie di pubblica istruzione, posta annua”; il comitato III invece di quelle che avevano per oggetto “fiumi ed acque, argini, digagne, navigazione, pesche, confini, boschi, caccie, contabilità, soldi, pensioni ed archivi, amministrazione e tutela dei pubblici, tasse e fabbriche”; il comitato IV infine doveva provvedere alle materie relative a: “contribuzioni imposte dirette e indirette, ragionateria, tesoreria generale, impieghi, vigilanza ed economia sui pubblici, commercio, arti, manifatture, finanze, lotto, camere mercantili, mercati e fiere, strade urbane e provinciali”. L’amministrazione di stato doveva deliberare in nome della repubblica francese e gli atti dovevano essere vidimati dal comandante del mantovano. Doveva controllare che fossero organizzati i “comitati amministrativi e municipali” e aveva facoltà di “rimettere le cariche vacanti”, “riformare le corti di giustizia in campagna” e “organizzare la municipalità di Mantova e le altre di campagna”. Dall’amministrazione di stato dipendevano i feudi di Gazoldo e Castellaro per gli affari economici e politici, con facoltà di disporne la redazione “l’estimo rispettivo, acciocchè possano essere distribuiti i pesi e le imposizioni sul reale con giusto equilibrio” (Fantini D’Onofrio 1997). Con la proclamazione della repubblica Cisalpina del 3 novembre 1797, Mantova veniva aggregata ad essa, divenendo capoluogo del dipartimento del Mincio, e la amministrazione di stato, “organi di governo a sè”, veniva soppressa, anche se “vivacchiò ancora per qualche tempo, dopo l’unione, tenendo interinalmente per circa un mese le redini del governo locale (ora però in dipendenza dal direttorio esecutivo di Milano), fino all’8 frimale (28 novembre), data in cui entrò in vigore il governo definitivo del nuovo dipartimento cisalpino, l’amministrazione centrale del dipartimento del Mincio” (Finzi 1958)." https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/7001733/1 punto
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Salve condivido immagino cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti e agli amanti del Giappone maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo1 punto
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Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo1 punto
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Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo1 punto
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Buongiorno, Apro questa discussione per parlare delle monete periziate nelle taschine con sigilli. Questa volta non per le solite questioni inerenti conservazioni, metodiche o scorrettezze varie ma prettamente sulla loro storia. Questo spunto è tratto da una riflessione da un mio recente post in cui scrivo che quando ho incominciato a collezionare, queste perizie io non le ho mai viste! E non ricordo proprio quando queste siano nate e ad opera di chi, e come si siano diffuse. Penso però che queste abbiano avuto una diffusione più o meno graduale da quando si è diffuso, in più larga scala, internet. Io ho incominciato ad usare internet tardivamente più o meno dal 2007 e già collezionavo da circa 10 anni! E mi sembra di ricordare che non vi fossero nel 2007 monete periziate. Tutto si svolgeva a fiducia e per esperienza ed erano moltissimi i venditori professionali e non che vendevano sulla baia, come anche il materiale proposto e le fregature ricevute. Non ricordo proprio però il periodo in cui hanno iniziato a diffondersi. Ma potrei ben capire le motivazioni che hanno portato alla loro creazione, ma chi è stato il primo? A quando risale la vostra prima moneta periziata?1 punto
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Buongiorno, stamane, visto che mi sono alzato presto, mi sono messo a leggere i giornali. Tra le altre notizie "ferragostane" ci stava questa: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/sterline-volto-re-carlo-valgono-11-volte-di-piu_85918254-202402k.shtml ma che davvero é cosi ?1 punto
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“Il più antico francobollo conosciuto al mondo. Venne scoperto su una lettera conservata nella Collezione di manoscritti Della Paolera, da Mr. Mare Henriond, già segretario dell'ufficio Internazionale dell'unione Postale Universale di Berna. Fino al 1942 venne erroneamente ritenuto un timbro Postale cinquecentesco e come tale è riportato nell'aureo libro «Storia della Posta e del Francobollo» (Hoepli, editore) di Antonio Bandini Buti. L'errore è dovuto al fatto che un lembo del francobollo è incollato su una lettera calligrafata, diretta a Leonardo da un mercante di Aleppo. Inesplicabilmente l'ignoto raccoglitore Spagnolo coprì l'originale missiva, dei tempi napoleonici, con questa lettera leonardesca. Il francobollo venne emesso a Genova, al tempo dell'Imperatore Bonaparte o poco tempo dopo, da un Maestro di Posta che applicò tale singolare «talloncino» sulle corrispondenze che imbarcò sui bastimenti diretti a Cadice. Esso reca la leggenda POSTA CECA sigla abbreviata di GENOVA CADICE. Il valore del francobollo è di una palanca espresso dalla figura di una pala, ripetuto ai lati di una figurazione religiosa della Madonna col Bambino (la «Maris Stella»propizia ai naviganti).” [Annuario Numismatico Rinaldi, 1947]1 punto
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Da Aigai nell0 Eolide anatolica, un piccolo esemplare in AE al nome di Messalina, augusta, con al diritto suo busto drappeggiato ed al rovescio figurazione di Zeus, stante con scettro ed aquila . Sarà a giorni, il 25 Agosto, in vendita Savoca 229 al n. 102 .1 punto
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Una attraente raffigurazione del busto elmato della dea guerriera Atena, dalla monetazione in AE pseudo-autonoma, al tempo di Vespasiano, da Sardi nella Lydia : al rovescio bel tempio tetrastilo . L' esemplare sarà a giorni, il 25 Agosto, in asta Savoca 229 al n. 105 .1 punto
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Bella moneta complimenti, prima o poi dovrò aggiungerla anche io alla collezione. Per i pareri più autorevoli lascio a più esperti e seguo con interesse, concordo con quanto detto sopra che pur avendo circolato risulta comunque leggibile e piacevole.1 punto
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Ciao, bel denario centrato, che ha svolto egregiamente la sua funzione di moneta rimanendo perfettamente leggibile 🙂. Essendo un denario di consacrazione ( Faustina Maggiore fu augusta per soli 2 anni) coniato dopo la sua morte il pavone rappresentato sul rovescio ( animale sacro per la dea Giunone insieme alla quale lo troviamo spesso sui rovesci delle monete) per il fatto di avere la coda colorata e punteggiata come tante stelle voleva rappresentare proprio il cielo e le stelle che accoglievano e proteggevano Faustina dopo la sua prematura dipartita. Sulla lettere della legenda del rovescio è ben visibile il fenomeno della ripunzonatura riscontrabile su molte sue monete soprattutto sul rovescio. Dopo aver letto il dettagliato approfondimento di Lars Ramskold penso ci siano pochi dubbi e perdono definitivamente le tesi di pulizia moderna delle monete e di difetti creatisi in fase di coniazione causa diversa densità del metallo riscaldato. Almeno per me 🙂 ANTONIO1 punto
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Io ho iniziato nel 1980 e le monete sigillate c'erano già e parecchie. Personalmente le ho sempre odiate, così come adesso quelle in slab. #liberate le monete 😡 Arka 😁 Diligite iustitiam1 punto
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@LaHire Sarebbe interessante approfondire qui invece la tesi sull'origine di questo popolo anche in base alle competenze e conoscenze che evidentemente hai. Il fatto che gli Sherdana fossero in prima battuta dei mercenari mi convince in quanto ho letto che nelle iscrizioni costoro portavano nomi egizi nelle fonti Egizi, e nomi Siriani nelle cronache Siriane, sintomo che non avessero una fortissima identità culturale e fossero largamente minoritari nelle regioni in cui si trovavano un pò come i mamelucchi di origine turca in Egitto. Ovviamente nulla toglie che una piccola comunità di Sherdana con le famiglie abbia fondato uno o più insediamenti nel sud della Sardegna, amalgamandosi poi con i residenti, ma fornendo una scusa ai popoli vicini per dare all'isola il nome di questa piccola comunità. Chiaramente questo non vuol dire che i nuragici fossero gli Sherdana, ma che qualche Sherdana si trasferì nel sud dell'isola. Lascio la parola ad utenti più esperti che volessero dare un contributo.1 punto
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mi riferivo al popolo nuragico che non ha influenzato nulla1 punto
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Sul fatto che l'identificazione degli Shardana con il popolo nuragico sia una supercazzola tenuta in piedi per vendere libri, posso anche concordare (da quel che ho letto la tesi Shardana=Sardi sembra derivare da letture unidirezionali di alcuni documenti). Che la Sardegna e i sardi come popolo non abbiano mai contato nulla mi sembra invece un'offesa gratuita a una regione e una popolazione con migliaia di anni di storia. Probabilmente ha espresso male il concetto. Magari voleva esprimere il concetto che il popolo nuragico non ha avuto una grossa influenza militare e politica al di fuori della Sardegna stessa (cosa oggettivamente vera), sebbene abbia influenzato indirettamente per secoli la storia e la politica di altre potenze mediterranee . Consiglio comunque di esprimere meglio il concetto, che come espresso ora potrebbe apparire offensivo.1 punto
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A me ricorda più una bizantina del periodo tardoantico, possibilmente di Foca e Leonzia da 20 nummi o Giustino e Sofia. Tipo questa per intenderci. Ma ti renderai conto che senza peso e diametro, con le foto per giunta sfocate, la mia è una identificazione completamente ipotetica e possibilmente errata (stile palla di cristallo).1 punto
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Si lo so e cerco di riassumere un pò la mia esperienza. Queste monete arrivano da un periodo in cui non avevo internet, non c'erano telefoni per fare foto adeguate e l'unico mio fornitore era un negozietto vicino casa che ahimè non ti dava garanzie attendibili se non la sua parola oltre che di venditore anche di collezionista. Ricordo di non aver mai visto all'epoca monete periziate con sigilli e tutte erano sfuse contenute in taschine di plastica o oblò. Ed è stato questo il mio primo metodo di raccolta continuato poi negli anni e devo dire che in oltre 20 anni non ho mai riscontrato nessun problema con oblò o taschine in plastica. Se di qualità fanno il loro dovere, oggi la plastica usata è di maggior qualità del passato infatti avendo alcuni album degli anni 70 si nota subito la differenza! Col passare del tempo e i numerevoli consigli del forum sono passato ai vassoi e alle capsule. Però faccio una selezione: ora tutte le monete vanno nei vassoi ma quelle periziate non le apro ma ci vanno ugualmente, quelle lucide, lavate o pulite, vanno nei vassoi a contatto diretto, come pure quelle antiche o medievali non periziate, ma le monete già patinate, nei vassoi rischierebbero di patinarsi troppo e quel troppo a me non piace, ed ecco che gli oblò o le capsule secondo me sono la soluzione giusta, vassoi o meno! Tutto il resto collezionato negli anni passati che per lo più trattasi di monete in bassa conservazione, rimane per adesso al proprio posto, anche perché poi entra in gioco il fattore spazio, tranne qualche pezzo di maggior rilievo già trasferito da tempo. Questa qui, come anche il 50 cent, fanno parte di un album tipologico composto all'epoca e che lascerei così com'è!1 punto
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Grazie del suo commento. Capisco la difficoltà del nominale, visto che possiedo anche un 1892 periziato, su cui qualche anno fa, si accese un acerrimo dibattito in una discussione qui sul forum che ne stabilì poi l'autenticità, ma anche su quello ho ancora dubbi e credo che lo farò riperiziare. Peso e diametro furono misurati all'epoca e non ci dovrebbero essere problemi. Pensa che anche per questa possa essere utile una perizia? Si, conosco la discussione, ai tempi ero molto attivo sul forum. Infatti qui c'è il mio pezzo del 1892.1 punto
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Di solito si procede per analogie con esemplari che presentino caratteristiche comuni , anche se non identici. È coniato con i conii originali censiti. Il solco sul taglio della moneta lo si ritrova su altre monete usate come insignia e in genere sugli oggetti con destinazione incastonatura su cornice metallica. I solchi sulle due facce si ritrovano spesso sui medaglioni bimetallici o quelli mono metallici imitanti il bimetallismo. Quindi non tutte le ipotesi sono possibili , ma solo quelle coerenti con le caratteristiche e quelle derivanti dall’esperienza dell’osservatore. Questo è un caso in cui l’inesperienza del giudicante può far trarre conclusioni totalmente sbagliate, quindi consiglierei ai profani molta cautela Niente di più probabile1 punto
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Ciao, di solito dalle 08 alle 181 punto
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Ciao a tutti, mi ero perso questi ultimi sviluppi, ho trovato anche l'articolo di Cronaca Numismatica: https://www.cronacanumismatica.com/presto-di-nuovo-visibile-la-collezione-numismatica-magnaguti-casero/ Forse potremmo riprendere l'idea della visita.1 punto
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Salve. Non è la sola domanda da porsi. Entrando in conflitto con un discorso di "professionalità" ( chi sono io per dire che la tale valutazione, non sia corretta, non essendo del mestiere ), a me hanno chiesto il 30% del valore della moneta ( un marengo svizzero). Perché non farsi pagare un tot, che sò, 100 euro per qualsiasi moneta? Se la moneta in questione mi dicessero vale 1 milione di euro, l'esborso di 300k per una moneta da 350 euro, rimarrei fregato. Quindi, si, l'esperienza anche personale, conta, ma una volta svolto il lavoro, va pagato. Insomma fidarsi non è semplice. Quindi rimango dell'idea che il gioco deve valere la candela e, avere una minima idea dell'oggetto che si ha intenzione di vendere. Ma rimango anche dell'idea che voler essere pagati in percentuale, non sia corretto. Amen1 punto
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Ho fatto una breve ricerca. Asta Ratto 1938 - XX Medaglie dell'Età Napoleonica. Medaglie di Milano e Lombardia. Lotto 17 Saluti.1 punto
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Ciao, la forma dello scudo non è anteriore al Cinque-Seicento, ma l'insieme sembra essere settecentesco, se non addirittura delle prima metà dell'Ottocento. La corona ha aspetto "importante" (potrebbe essere principesca, o regia). Lo stemma, abbastanza ben fatto e assai nitido, è senz'altro blasonabile inquartato: nel 1° e 4° di rosso, alla torre di (...), aperta e finestrata del campo; nel 2° e 3° d'oro, all'ascia posta in palo di (...). La figura dell'ascia, piuttosto infrequente, mi fa pensare al Nord Europa e in particolare alla Norvegia, essendo l'attrezzo che nello stemma di quella Nazione viene impugnato da un leone coronato, e negli stessi colori rosso-oro modellati su questo bottone.1 punto
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Senza voler fare turbativa d'asta o solo il detrattore di una ditta che peraltro stimo, credo che gli esperti della casa d'aste, ammesso che lo siano davvero per questa particolare monetazione, dovrebbero dare una ulteriore occhiata alla moneta di cui sopra ed a tutti gli aes grave proposti in questa vendita. Non sarebbe affatto tempo sprecato, secondo il mio modestissimo parere.1 punto
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La serie di domande che hai appena postato, sono la ragion d'essere di tutto questo sito dalla sua nascita ad oggi e anche del 99% di tutti i blog e forum di discussione numismatica mondiali...se esistessero risposte concrete a queste domande, non saresti quì a scriverle perchè non ci sarebbero neanche i forum... L'unica risposta accessibile alle tue domande è : fatti la tua esperienza...troppe sono le sfaccettature e le variabili per poter sperare di condensare il tutto in una risposta universalmente valida... L'unica risposta, che poi è una domanda , che posso darti è : ma a te che te ne frega di quanto ci guadagna il numismatico che ti vende le 500 lire prova se te le vende ad una cifra congrua? Lavori per la GDF o l'agenzia delle entrate e stai facendo una ricerca? Vuoi sapere per poi aprire un negozio e così renderti conto dei margini? Vuoi fare i conti in tasca al commerciante? Non ho capito... Quanto riesce a guadagnarci sono solo fatti suoi...la domanda è : il prezzo che mi chiede, è congruo o no con la tipologia e la consesrvazione ,estrapolando una media dalle vendite pregresse per quella moneta? Se la risposta è si, allora compra...se la risposta è no...allora non comprare..questo è l'unico spartiacque che conta...a parte il fatto che sia o no autentica, ovviamente questo era dato per scontato. Poi se il commerciante ci guadagna il 99% o l'1% o ci perde per motivi suoi, sono aspetti che a te non ti devono interessare. L'unico consiglio che posso darti, dall'alto dei miei ...anta anni di esperienza :P numismatica, è : non ti fidare mai di un commerciante che ti racconta la storiella che la moneta lui l'ha pagata x però a te, perchè sei un amico e/o un buon cliente e/o ha bisogno di monetizzare e/o qualunque altra ragione, te la da allo stesso prezzo che l'ha pagata... :rofl: 99% delle volte ti stà prendendo per il culo.... Un commerciante stà lì per guadagnare perché deve portare a casa la pagnotta e ha delle spese da pagare, come tutti commercianti di qualsiasi merce, per cui ........... ;) . Sempre preferibile avere a che fare con un commerciante che ti dice: guarda ,io posso farti questo prezzo perché anche io qualcosa ci DEVO guadagnare, che uno di quelli che recita sempre la parte di chi tutte levolte o quasi ci rimette a vendertela a quel prezzo...il primo si comporta in modo corretto eticamente, l'altro è solo un imbonitore e un chiappacitrulli...1 punto
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