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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/15/24 in tutte le aree

  1. Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  2. Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. In particolare mi ha colpito annullo prima volta che lo vedo di questo tipo. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  3. Salve, assomiglia ad un soldino del doge Nicolò Tron (1471-1473) - Massaro: KP = Caroso Pesaro, dal 1472. Ci siamo sovrapposti. Scusa.
    2 punti
  4. Buonasera. Sembrerebbe un soldino del doge Nicolò Tron.
    2 punti
  5. Dopo due pagine di opinioni discordanti, vi aggiornerò quando arriverà così si risolve tutto e si vede se viene bloccata o no! La moneta se e quando arriverà la vedrete nella sezione Savoia
    2 punti
  6. Medaglia devozionale, bronzo argentato o dorato, del XVII sec., di produzione meridionale.- Rappresenta la Madonna d'Itri detta Odigitria, nell'immagine si notano ai lati due monaci Basiliani che trasportano l'immagine della Madonna con Gesù bambino sul petto al tipo bizantino, molto venerata ne sud d'Italia e Sardegna i fori potevano essere stati fatti anche per poterla cucire sopra gli abiti. Ciao Borgho
    2 punti
  7. Buon Ferragosto a tutti! (anche ai personaggi pubblici del Forum) "... Vi sarete domandati anche voi, almeno una volta nella vita, come mai il giorno di Ferragosto, che tradizionalmente i romani in vacanza trascorrono al mare, contempli un menu tanto pesante da bloccare la digestione per ore, quando invece sarebbe bello potersi tuffare in acqua per un refrigerio. La storia ha un’origine molto antica che - certamente lo sapete - risale all’imperatore Augusto che volle appunto istituire le Feriae Augusti per fissare nel calendario un periodo di sosta nella lavorazione dei campi e di meritato riposo per i romani. A distanza di secoli, ma in fondo seguendo una analoga strategia di acquisizione del consenso popolare, il regime fascista istituì nella giornata di Ferragosto treni speciali a prezzi sensibilmente scontati, dando così l’opportunità a molti lavoratori di viaggiare al di fuori delle mura delle proprie città. Nacque così la tradizione della “gita fuori porta”. Per il pranzo di Ferragosto, rigorosamente cucinato a casa e trasportato in ampi fagotti contenenti le pentole avvolte in strofinacci, i romani preparano da sempre il pollo in umido con i peperoni, un classico della cucina romana. Il segreto del gusto di questo piatto è dato dal sapore dolciastro del peperone che penetra nelle fibre magre della carne, mentre il sughetto che si forma sul fondo della pentola è una vera e propria tentazione per gli amanti della “scarpetta” (possibilmente con pane casereccio). Naturalmente, se proprio avete deciso di ‘farvi del male’, prima del pollo potete concedervi un assaggio di fettuccine al ragù di animelle, perché – come si dice a Roma – “non si butta niente”! " https://www.museodiroma.it/it/infopage/buon-ferragosto-tutti
    2 punti
  8. DE GREGE EPICURI Di solito si vedono delle brutte imitazioni moderne, mentre questo è un vero kreuzer di Francesco 1°, marito di Maria Teresa ed imperatore effettivo. Infatti, la Prammatica Sanzione fu contestata dai Grandi Elettori, e Maria Teresa non fu mai davvero imperatrice, ma solo "imperatrice consorte" dopo il 1745, quando fu eletto imperatore del SRI il marito Leopoldo di Lorena; e i suoi discendenti e successori sono infatti degli "Asburgo Lorena". Questo è un kreuzer del 1759.
    1 punto
  9. Tra qualche ora sarà esitato un esemplare del 20 Lire in oggetto alla August 2024 Global Showcase Auction - Session D - World Coins with Conservation Series Issues - Lots 42001-42708 - Stack's Bowers Galleries. Live Bidding began Aug 14, 2024 @ 9:00 AM PDT https://auctions.stacksbowers.com/lots/view/3-1BAP1S/italy-20-lire-1937-r-year-xv-of-fascism-rome-mint-vittorio-emanuele-iii-ngc-ms-62 LOT DESCRIPTION Spectacular Crown with Great Rarity ITALY. 20 Lire, 1937-R Year XV (of Fascism). Rome Mint. Vittorio Emanuele III. NGC MS-62. Dav-147; KM-81. Mintage: 50. Issued in a stunningly low number, this tremendous specimen is absolutely a KEY to any 20th century crown collection, or to those of Vittorio Emanuele III more narrowly. Delightfully gray and with some hints of iridescence and brilliance in the fields, it displays the elegant Neoclassical flair that Italian coinage offered during this period. A great RARITY, and one that should generate an inordinate degree of enthusiasm. Estimate: $10,000 - $15,000. Attualmente a 8,500 USD https://www.ngccoin.com/certlookup/6962275-001/62/ =§= “Queste monete, che avevano corso legale ma non erano destinate alla circolazione, furono coniate, in numero limitato, appositamente per essere vendute dalla zecca ai collezionisti che ne facevano richiesta. Lo scopo era quello di conservare la sequenza delle date della monetazione di Vittorio Emanuele III e per questo motivo la direzione generale del Tesoro autorizzò la zecca a coniare ogni anno, a partire dal 1926, un certo numero di monete in corso, delle quali non fosse prevista una contemporanea emissione ordinaria, nei tagli e nei tipi prescritti dai decreti vigenti e rimanendo entro i limiti dei contingenti per ciascuna di esse stabiliti: che è quanto dire nella forma più ortodossa e regolare possibile [D'Incerti 1956, p. 139]. A proposito di queste monete Vittorio Emanuele III ebbe a dire che "La denominazione di 'monete per i collezionisti' servirà soltanto per noi contemporanei che conosciamo le ragioni che ne hanno determinato l'emissione. I posteri, anche di una sola generazione, considereranno queste monete alla stessa stregua delle altre, e non faranno la distinzione che noi facciamo, aprioristicamente ed erroneamente. Sono tanto convinto di questo, che comprenderò queste monete, che non hanno avuto l'onore di circolare, nel volume del Corpus [mai pubblicato] che tratterà le aggiunte al primo" [ibid., p. 145]. …” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1936-1943-re-e-imperatore/20-lire-italia-su-quadriga-lenta-35.5-mm-18.905-20.100-g-ag/moneta?mpe=2&aal=2-1081-773-0&tip=773-157-0-1541-2&cnu=1586 Saluti, d/
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  10. Salve e buon Ferragosto 2024. Una delle imprese più ardue della mitologia greca fu l’uccisione per decapitazione della gorgone Medusa ad opera dell’eroe greco Perseo. Medusa, l'unica Gorgone mortale delle tre figlie delle divinità marine Forco e Cheto, era in origine una bella fanciulla, ma le sue chiome vennero tramutate in serpenti da Atena che volle punirla per essersi concessa a Poseidone in uno dei templi a lei dedicati. Il suo aspetto era diventato così tremendo che chiunque la guardasse in faccia diventava di pietra e per questo Perseo, quando le tagliò la testa con un falcetto, ricorse a un lucido scudo di bronzo su cui si rifletteva l'immagine di Medusa per evitarne lo sguardo terribile. Secondo Esiodo, dal collo di Medusa uscirono subito i suoi figli Pegaso, il cavallo alato, e il mitico mostro Crisaore, generalmente rappresentato come un gigante armato di una lancia d’oro (da cui il nome che in greco significa appunto “Colui che possiede la lancia d’oro”), ma che può anche essere immaginato come un cinghiale alato proprio come il suo gemello Pegaso era un cavallo alato. Subito dopo aver mozzato la testa a Medusa, Perseo mise in un sacco la testa avvolta in un telo e raccolse anche il sangue colato dalla ferita, velenoso quello sgorgato dalla vena sinistra e rimedio risuscitatore dei morti quello della vena destra. Poi, reso invisibile dall’elmo di Ade, volò via in groppa a Pegaso. Quando passò sopra il deserto libico, fece cadere il dente e l’occhio che aveva sottratto alle Graie, versando senza accorgersene alcune gocce del sangue velenoso di Medusa. Fu così che quelle terre desertiche si popolarono di serpenti, scorpioni e altri terrificanti animali tutti estremamente velenosi, tra cui l'anfisbena o anfesibena, un serpente mitologico a due teste che, come molti rettili ad essa somiglianti, aveva le zanne colme di veleno mortale e uno sguardo in grado di immobilizzare le sue prede. Le due teste situate alle due estremità del corpo, necessarie secondo Plinio il Vecchio per poter smaltire la sovrabbondante quantità di veleno generato dalle ghiandole, rendevano l'animale capace di muoversi con la stessa facilità nelle due direzioni opposte. L'anfesibena aveva anche gli occhi luminosi come lucerne, e quindi era in grado di rischiarare il suo cammino anche durante la notte: quando una delle due teste riposava l'altra stava sveglia di guardia, e viceversa. Secondo Nicandro di Colofone, l’autore dei Theriakà (II sec. a. C.), la pelle dell'anfesibena avvolta attorno a un bastone aveva la proprietà di scacciare gli animali (compresi i serpenti) che uccidono senza mordere (Nat. an. 8, 8). Gli scoli a Nicandro (Ther. 372a.1) dicono trattarsi di animale piccolo e lento, di colore terreo, punteggiato da macchioline e debole di vista; la pelle di questo serpente, disseccata e avvolta intorno a un bastone, viene usata dai boscaioli contro i lividi e il torpore causato dal gelo. In Nonno di Panopoli (Dionisiache 5, 146 sgg.) si legge una descrizione molto dettagliata della collana in forma di anfesibena forgiata da Efesto per Afrodite. L’anfesibena ha una valenza negativa in Eschilo (Agamennone 1233, prima occorrenza nota; era nominata anche nelle Cicogne di Aristofane, Photh. Lex. s. v.) che la equipara a Clitemnestra, futura assassina di Agamennone, associandola a Scilla, altro mostro femminile omicida. La rappresentazione araldica ordinaria dell'anfesibena è quella di un serpente inanellato e disposto a forma di 5 o di S. Le due teste sono di colore oro o argento, quella superiore, e nero, quella inferiore. Questa rappresentazione simboleggia la vittoria del Bene sul Male. Nella sua forma più completa l'anfesibena mostra la parte luminosa alata e quella oscura membrata, cioè con un paio di zampe scagliose. Quando è rappresentata con le due teste unite, queste non sono differenziate e quindi il colore è irrilevante. L’anfesibena è anche un innocuo animale realmente esistente, facente parte dell’ordine degli squamati insieme a lucertole e serpenti, molto simile per certi versi alle descrizioni della creatura mitologica: la testa e la coda di questi rettili infatti sono pressoché indistinguibili tra loro. Nonostante la famiglia di appartenenza, quasi nessuno conosce le anfesibene e il loro stile di vita rimane tutt’ora per lo più avvolto nel mistero. Il motivo di ciò è che le anfesibene sono l’unico gruppo di rettili esistente adattato a vivere nel sottosuolo e a non uscirne praticamente mai. L’anfesibena è citata da Dante nel canto XXIV dell'Inferno e da Borges nel suo Manuale di zoologia fantastica. Notare che secondo alcune versioni del mito, dal sangue di Medusa nacquero anche dal contatto di alcune alghe pietrificate con la testa mozzata, le Gorgonie (“Coralli del Mediterraneo”), formate da uno scheletro flessibile costituito da una proteina elastica, la Gorgonina. apollonia
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  11. Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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  12. Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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  13. Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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  14. Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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  15. Per la bontà dell'argento consiglio "Sulla monetazione in argento di Filippo IV per Napoli negli anni 1647-1648" articolo del 1975 del Bollettino del Circolo numismatico di Napoli a firma di Quarantino. Ci sono tutte le risposte del caso. http://www.ilportaledelsud.org/bollettini.htm Qui lo trovate tra i vari. Moneta ossidionale è una moneta di emergenza coniata durante un assedio, la serie repubblicana del 1648 non è assolutamente una moneta di emergenza. Il Magliocca usa in maniera impropria il termine "coniazione di necessità" perché considera la coniazione di alcune monete di Filippo IV come precedente alla repubblica quando è documentato invece che diversi tipi di nominale del 47 sono prodotte proprio dalla Repubblica. Mentre i nominali del 48 di filippo sono successivi ai fatti repubblicani.
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  16. Medaglia devozionale, bronzo/ottone, della prima metà del XVII sec., probabile produzione romana.- D/ L'Immacolata Concezione stante in piedi su crescente di luna, in ellisse di raggi e fiammelle, la scritta inneggia alla Madonna che è piena di grazia.- R/ IL Cristo crocifisso su trigramma IHS, in esergo tre chiodi, il tutto in contorno di perline (simbolo dei Gesuiti), non comune. Ciao Borgho
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  17. DE GREGE EPICURI Trova da un rigattiere a Cotignola (o altro luogo in ...ola) (forse meglio: Cerignola!!!) due autentiche monete merovinge...
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  18. Da Antiochia di Siria, un vistoso esemplare di tetradrammo al nome di Vespasiano, con al diritto bel ritratto dell' imperatore ed al rovescio aquila stante con fulmine tra gli artigli . Sarà a giorni, l' 1 Settembre, in vendita Num.Naumann 144 al n. 347 .
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  19. Per le affrancature possiamo darti tutte le informazioni dell'oggetto. Gli annulli postali di piccoli paesi sono ovviamente più rari. W le collezioni di nicchia. Ciao.
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  20. " Lo stesso presidente della Società Numismatica Italiana, il senatore Niccolò Papadopoli, nel recensire sulla Rivista Italiana di Numismatica il primo volume del Corpus osservava come l’opera, grandiosa nel suo insieme e ansiosamente attesa dagli studiosi, non avesse in realtà risolto i numerosi problemi scientifici che, specie per i materiali più antichi, restavano ancora sul tappeto[10]. D'altra parte, come osserva ancora il Papadopoli, l'approfondire e risolvere anche solo taluna di tali difficoltà avrebbe voluto dire perdere anni di tempo in ricerche di esito non sempre sicuro, e ciò male avrebbe risposto alle impazienze di chi attendeva e a quelle ben legittime dell'Autore che da siffatte lunghe indagini vedeva sempre più allontanato quel principio di esecuzione del suo piano grandioso che era in cima ai suoi pensieri. Del resto questa deficienza può considerarsi insita nel concetto stesso dell'opera che si proponeva di raccogliere in un sol corpo la descrizione delle monete italiane quali esse sono note al presente senza sottoporle a nuovi studi, perché in tal caso il lavoro si sarebbe dovuto ideare ed eseguire diversamente [11]. Un giudizio critico ripreso, anche se più larvatamente, da Serafino Ricci in occasione di un suo intervento ad un convegno di archeologia tenutosi a Roma nell’autunno del 1912, nel quale, riferendosi all’opera di Vittorio Emanuele, auspicò che per ogni volume del Corpus venisse previsto un supplemento che, ispirandosi alla storia politica, economica, artistica delle varie regioni d’Italia, ne completi la storia della monetazione, aggiungendo documenti, indici e bibliografia speciali, affinché il Corpus Nummorum Italicorum torni più generalmente utile alla storia, all’economia, all’arte della nazione [12]. Una esigenza, questa, espressa in tempi più recenti anche da Philip Grierson il quale, pur riconoscendo gli indubbi meriti di un’opera grandiosa che aveva messo a disposizione degli studiosi una massa enorme di materiali spesso inediti, scrive: [Vittorio Emanuele] avrebbe almeno potuto realizzare una breve revisione ai volumi: cosa che un vero numismatico, distinto da un collezionista, avrebbe fatto, anzi, non avrebbe potuto fare a meno di realizzare [13]. Né meno critico appare il giudizio espresso da Colin Martin che ancora nel 1965, a cinquant’anni dalla pubblicazione del primo volume, giudicava il Corpus Nummorum Italicorum deludente, nonostante il titolo promettente. Il suo autore - egli aggiunge - ha semplicemente ripreso la classificazione di Promis, aggiornato qua e là da rari lavori di Rabut e Ladè. Quest’opera, monumentale nella forma, è ben misera nella sostanza. Essa non contiene nessuna esposizione di natura storica né qualsiasi tipo di dibattito. È, in sostanza, un catalogo coscienzioso, ma, ahimè, inutilizzabile da parte degli storici [14]." Bollettino di Numismatica OnLine - Studi e Ricerche (numismaticadellostato.it)
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  21. 1 punto
  22. Buonasera a tutti! E' da molto che volevo aggiungere alla mia collezione di Scudi il 5 Lire 1898 di San Marino, coniato a Roma. E' una moneta sicuramente non difficile da trovare, ma mediamente non è così ben conservata. Viceversa quelle forti si pagano sempre di più. Mi piaceva quella passata da Aurora (MS63) ma ho rinunciato perché è salita troppo, mi sono poi imbattuto nell'esemplare passato da Kuenker nell'asta eLive 73, MS61 PL... dove PL sta per Proof Like. Mi ha incuriosito questo PL, perché a fronte di circa 80 esemplari censiti su NGC, solo 3 tra questi hanno l'aggettivo PL, che indica fondi speculari (https://www.ngccoin.com/census/world/san-marino/sc-277/5l/?c=243363&des=MS&grade=61&from=ngcresearch), quindi statisticamente il 4% circa Ho così offerto, e con un po' di sorpresa mi sono aggiudicato la monetona a poco più della base. Peraltro in questa asta Kuenker applicava solo il 17,5% di commissione (compresa IVA) e circa 10€ di spedizione (molto meno rispetto alla quasi totalità delle altre aste) Intanto le foto di NGC, che però non rendono assolutamente i fondi speculari Nel week end farò le mie P.S.... Kuenker ha ulteriormente migliorato la presentazione degli acquisti... una singola moneta spedita in una scatola di cartone, e contenuta in un elegante cofanetto 30 x 20 , e ancora avvolta in una velina nera griffata... top!
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  23. Annullo di partenza non nitidissimo tondo riquadrato di Pietole (Mantova), che secondo lo scritto dovrebbe essere partita il 23 10 1905... Annullo di arrivo e di tassazione a binocolo di New York del 5 Novembre 1905, dove mostra la tassazione di 6 cents. I francobolli americani non sono per affrancare, ma valori specifici per tassazioni postali. La cartolina è interessante nel suo insieme, quando rientro approfondirò ulteriormente, se dimentico riportala all' attenzione. Controllerò comunque.. ma credo che la richiesta sia congrua.
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  24. La cartolina è stata tassata all' arrivo a New York per 6 cent americani e ciò la rende interessante e non Comune. Potresti scrivere l' intera descrizione che ne fa il venditore e se non ti disturba il costo che chiede. Al momento non ti posso dire altro perché sono in viaggio fino alla prossima settimana, non appena rientro approfondisco. Ciao
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  25. Buongiorno, Posto anch'io per confronto e condivisione, il mio esemplare con i numeri "uncinati".
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  26. C'è un errore concettuale per il quale la variante più famosa sia quella che ha subito la variazione, in realtà parrebbe essere il contrario. Il publice commoditati dei tornesi di Filippo II e III è stato declinato in PUBLICE COMMODITAS per Filippo IV, poi non so che hanno voluto fare ma l'hanno cambiato il PUBLICA. Da come ho ricostruito i primi esemplari a riportare la dicitura PUBLICA sono le pubbliche con sigla MC/P 1- PUBLICE 2- PUBLICE MC/P 3- PUBLICA MC/P 4-PUBLICA e in un secondo momento la variante ICA Considerando che sono presenti 5 varianti per il 1622, solo per la legenda al rovescio, possiamo tranquillamente concludere che nell'arsenale si sono divertiti 😅
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  27. Buongiorno a tutti. Volevo condividere con voi un bellissimo articolo pubblicato sull’e-journal “Scavi di Pompei” riguardante un recentissimo scavo di un ambiente dove sono stati ritrovati due corpi, alcuni mobili e suppellettili e un piccolo tesoretto composto anche da 6 bellissimi aurei. Per chi ama l’argomento la descrizione è emozionante. https://pompeiisites.org/wp-content/uploads/19_E-Journal_Scavando-nella-notte-oscura-di-Pompei_Il-rinvenimento-di-due-vittime-nell’ambiente-33_Insula-10_Regio-IX-1.pdf Aggiungo due foto degli aurei nel sito del ritrovamento e dopo ripuliti. Buon ferragosto!
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  28. Taglio: 2 euro CC Nazione: Slovacchia Anno: 2020 Tiratura: 990.000 Condizioni: BB Città: Bibione (VE)
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  29. Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania D Anno: 2024A Tiratura: 6.300.00 Condizioni: SPL Città: Bibione (VE) Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania G Anno: 2024A Tiratura: 4.200.000 Condizioni: SPL Città: Bibione (VE) Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania D Anno: 2024B Tiratura: 6.300.000 Condizioni: SPL Città: Bibione (VE) Taglio: 2 euro CC Nazione: Portogallo Anno: 2015A Tiratura: 500.000 Condizioni: BB Città: Bibione (VE)
    1 punto
  30. Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania J Anno: 2007 Tiratura: 1.500.000 Condizioni: BB- Città: Bibione (VE) Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania A Anno: 2021 Tiratura: 6.000.00 Condizioni: BB Città: Bibione (VE) Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania A Anno: 2024A Tiratura: 6.000.00 Condizioni: BB Città: Bibione (VE)
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  31. Se ti riferisci a questa è solo una ribattitura della L o della I...
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  32. DE GREGE EPICURI Il problema però è questo: oggi per una serie di ragioni è difficilissimo che un neofita possa avere in mano decine o centinaia di monete romane, e in futuro lo sarà sempre di più; per cui, l'esperienza vera sarà sempre più ridotta, e le conoscenze saranno sempre più libresche. Grazie anche alla pessima legge di tutela del patrimonio, che ci troviamo ad avere in Italia. Detto questo, a me pare che anche la prima moneta mostrata sia autentica; ma ripulita in modo talmente aggressivo da deturparla profondamente (anche alterando ed assottigliando le lettere presenti al rovescio).
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  33. Complimenti, bellissima ICE,tra le più belle che abbia mai visto e di qualità superiore alla media per questa tipologia,è assolutamente una variante ,tra l'altro riportata da tutti i testi di numismatica napoletana,al momento conosciuta con due diverse sigle, MC e MC/P... Se può interessare al rovescio ci sono 5 globetti a chiudere la corona di alloro,fino ad ora ne ho vista solo con un globetto... Non è dello stesso conio dell' altra che hai postato... Si,e la stessa del post #33...
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  34. COLLEZIONI SAMBON - GILIBERTI MONETE DELL'ITALIA MERIDIONALE E DELLA SICILIA Vendita all'asta pubblica il 10 Dicembre 1921 e giorni seguenti in Napoli, Galleria Canessa, Piazza Martiri. A CVRA DI C. & E. CANESSA - Antiquari - NumismaticI Lotto 912
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  35. I due esemplari presenti al British Museum. Primo esemplare: Diametro: 26,80 mm Peso/massa: 4,97 gr https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_C-3026 Secondo esemplare: Diametro: 21,10 mm Peso/massa: 3,17 gr https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1935-0401-9921
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  36. Heritage parla di 273.000 pezzi.. https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/5-lire-italia-su-quadriga-briosa-37-mm-24.675-25.075-g-ag/moneta?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-125-0-1529-2&cnu=1376 " Nonostante la Convenzione con la Lega monetaria latina, causa le mutate condizioni economiche, prevedesse che, a partire dal 1862, le monete in argento da 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi dovessero essere coniate con il titolo di 835 millesimi ed avere corso legale limitato, quelle da 5 lire continuarono ad essere coniate con il titolo di 900 millesimi e ad avere corso legale illimitato. In questo modo la coniazione delle monete da 5 lire in argento veniva riservata unicamente ai privati, proibendosi implicitamente allo Stato di proseguirne per proprio conto la fabbricazione. Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione delle monete da 5 lire; essi, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861, dovevano pagare, quale diritto di coniazione, 1,72222 lire per ogni chilogrammo d'argento fino lavorato; cosicché, l'argento fino monetato a pieno titolo (900 millesimi), dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 220,50 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d'argento a pieno titolo era di 222,22222 lire al chilogrammo. Tuttavia, a seguito di quanto stabilito dalla Convenzione addizionale della Lega monetaria latina del 31 gennaio 1874, si cercò di limitare la coniazione di queste monete e, causa la diminuzione del prezzo dell'argento, si procedette al ribasso dell'accettazione in zecca dell'argento, da 220,50 lire a 218,88 lire al chilogrammo, al fine di impedire che i privati richiedessero ingenti coniazioni con lo scopo di lucrare sulla differenza di prezzo fra il metallo e la moneta [Carboneri 1915b, pp. 296, 299, 340-341, 482]. Successivamente, fu emanata la L 2651/1875, che autorizzava il governo a dare esecuzione alla citata Convenzione del 1874, e, nel 1877, a seguito uno scambio di note diplomatiche tra i Paesi della Lega, si decise, sempre a causa del continuo deprezzamento dell'argento, di sospendere definitivamente in tutti gli Stati la coniazione delle monete da 5 lire. Fu comunque concesso all'Italia di eseguire nel 1878 un'ulteriore coniazione, poi effettuata sia a nome di Vittorio Emanuele II sia a nome di Umberto I, nel frattempo asceso al trono d'Italia. Infine, a seguito della Convenzione della Lega monetaria latina del 5 novembre 1878, fu sancita la sospensione definitiva della coniazione delle monete da 5 lire, salvo poterla eventualmente riprendere tramite l'accordo unanime degli Stati contraenti. L'Italia, ottenne a stento la facoltà di coniare, utilizzando delle piastre borboniche giacenti presso il Tesoro, un ulteriore quantitativo di monete da 5 lire, rinunciando ad utilizzare le altre monete antiche di argento in ulteriori coniazioni del genere [Carboneri 1915b, pp. 300, 348, 477, tab.]. Tuttavia, in Italia, queste monete furono coniate anche nel, 1901, 1911 e 1914. Le monete in argento da 2 lire e 1 lira del tipo "Quadriga veloce" e quelle da 5 lire, 2 lire e 1 lira del tipo "Quadriga briosa", sono frutto del medesimo studio e, pertanto, rappresentano l'evoluzione del medesimo soggetto, raffigurato in due tipi monetali diversi. Infatti, nel maggio del 1908 furono effettuate le prime emissioni delle monete in argento da 2 lire e 1 lira, del tipo "Quadriga veloce". Tuttavia, nella seduta del 23 giugno 1908 della Commissione monetaria, il commissario Gnecchi si fece portavoce delle critiche del pubblico in merito alle nuove monete in argento. Le maggiori critiche erano rivolte alla posizione della figura dell'Italia che sembrava non essere esattamente a piombo sul carro, ma fra questo ed i cavalli; inoltre, la forma del carro non pareva essere, come doveva, quella di un carro trionfale. Essendo però l'emissione in corso, la Commissione fece in modo di fare pervenire al modellista il suo desiderio affinché, in occasione della futura moneta da 5 lire in argento, fossero apportate le modifiche necessarie [Lanfranco 1931c, p. 340]. Qualche difetto rilevato nella moneta da 2 lire, che fu la prima ad essere emessa, fu subito corretto nelle monete da 1 lira e, a partire dal 1909, anche nelle stesse monete da 2 lire, nelle quali la firma del modellista fu posizionata diversamente. Successivamente, lo scultore Calandra, accogliendo i desideri della Commissione, realizzò dei nuovi modelli che furono presentati il 12 febbraio 1912, incontrando l'unanime consenso, sia per il ritratto del re ben riuscito e liberato del cerchio di fogliette nel quale era contenuto, sia per la quadriga più agile e movimentata (che da "veloce" divenne "briosa") e per la figura dell'Italia uscita dalle strettoie e poggiante effettivamente sul carro. Fu pertanto espresso il parere che per le future coniazioni delle monete d'argento da 5 lire, 2 lire e 1 lira dovessero essere utilizzati i nuovi modelli, parere che fu accettato dall'Amministrazione del Tesoro [Lanfranco 1932b, p. 302]. La serie monetale della "Quadriga briosa" è, senza alcun dubbio, una delle più belle coniazioni della numismatica contemporanea, dove il grande modulo da 5 lire ne rappresenta l'indiscutibile icona di vigore e bellezza. Le monete da 5 lire in argento, del tipo "Italia su quadriga briosa", furono coniate nel 1914 in 272.515 pezzi, per un totale di 1.362.575 lire [Carboneri 1915b, pp. 886-887, tab. B1; MdF 1940, p. 49, tab. A3]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto. "
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  37. Di seguito, i 37 (38) esemplari descritti nel CNI suddivisi per diametro e peso: Numero Diametro (mm) Peso (gr) 1 23 4,1 2 21 3,56 3 21 3,38 4 28 4,54 5 28 3,87 6 20 2,88 7 21 3,02 8 28 4,94 9 28 4,98 10 23 3,42 11 23 3,36 12 28 3,41 13 28 4,94 14 28 4,21 15 24 3,67 16 28 4,26 17a 28 3,29 17b 28 3,37 18 22 3,56 19 26 4,75 20 28 3,91 21 28 3,81 22 22 3,9 23 20 2,48 24 22 2,92 25 24 4,21 26 28 3,22 27 23 3,71 28 28 4,83 29 23 3,41 30 28 4,99 31 29 3,8 32 23 3,36 33 21 2,88 34 21 3,4 35 23 3,14 36 28 4,95 37 28 3,5 29 max 4,99 max 20 min 2,48 min 25 media 3,79 media
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  39. Salve. Condivido una Pubblica 1622 con sigla MC appena entrata in collezione. Riporta la variante PVBLICE. In questa discussione si è già parlato di questa moneta, anzi, mi sembra sia la stessa che è pubblicata nel post 33 e seguito. Aggiungo il retro di un altro esemplare" PVBLICE" e chiedo se, a vostro parere, le due monete sono da considerarsi dello stesso conio oppure no. Ringrazio. Saluti.
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  40. Ho scritto un post che è su Google documenti, perchè è di 2500 parole più varie foto, che ripercorre tutta la storia della moneta dal 1905. Nel post tocco anche molti temi già scritti negli altri post, in più alla fine ci sono note personali. É comunque un buon riassunto. ==================================================== 5 LIRE 1914 TUTTA LA STORIA PREMESSA Con questo breve post provo a ricostruire la cronistoria temporale di una delle più belle monete del Regno d’Italia. Una storia ricca di colpi di scena, rinvii e misteri. Particolare enfasi sarà data ai due tipi 1906 e 1908, che sono stati i precursori (spesso dimenticati) del modello emesso nel 1914. Gli ultimi due capitoli, dove non documentati, sono da intendersi come note personali o pareri personali. ANNO 1905 DOVE TUTTO EBBE INIZIO Con R.D. del 29 gennaio 1905 venne istituita, presso il Ministero del Tesoro, la commissione permanente tecnico artistico monetaria per l’esame dei tipi delle nuove monete e per lo studio delle questioni attinenti la nuova monetazione, il cui scopo era rinnovare la tecnica artistica della monetazione italiana. Della suddetta commissione facevano parte: il Ministro del Tesoro (Presidente); il Direttore generale del Tesoro (I Vice Presidente); prof. Solone Ambrosoli, Roma (II Vice Presidente), Direttore del Gabinetto numismatico di Brera a Milano; prof. Tommaso Di Lorenzo (Membro), Direttore della Regia Calcografia, Roma; Ercole Gnecchi (Membro), Milano; Francesco Gnecchi (Membro), Milano; Federico Johnson (Membro), Industriale, Milano; Marcella Lancelot-Croce (Membro), Scultrice, Roma; Primo Levi (Membro), Pubblicista, Roma; Grande ufficiale Prof. Giulio Monteverde (Membro), Senatore del Regno, Scultore, Roma; prof. Antonino Salinas (Membro), Direttore del Museo Archeologico di Palermo, Palermo; Giovanni Tesorone (Membro), Napoli; Domenico Trentacoste (Membro), Scultore, Firenze; prof. Adolfo Venturi (Membro), Insegnante della Regia Università di Roma, Roma; Il direttore capo di divisione preposto ai servizi di Zecca e monetazione; Un segretario amministrativo del Ministero del Tesoro che avrebbe svolto le funzioni di segretario della commissione. Nella seduta dell’8 maggio 1906 la commissione discuteva del fallimento del primo bando per i nuovi modelli delle 5 monete nazionali (5 tipi). Prima di dare mandato diretto ai migliori artisti nazionali, infatti, la commissione aveva fatto un fallimentare bando pubblico in nessuno dei modelli presentati dai candidati rispecchiava i requisiti richiesti dalla commissione. La nuova politica, quindi, fu quella di dare mandato diretto direttamente agli artisti più segnalati in termini di bravura e sospendere i concorsi aperti a tutti. Questo fu un significativo passaggio che determinerà la nascita dei più bei capolavori monetali della monetazione di Vittorio Emanuele III. Gli artisti prescelti dalla commissione furono Leonardo Bistolfi, Egidio Boninsegna, Davide Calandra e Pietro Canonica. A ciascuno di loro fu assegnato un metallo mediante estrazione a sorte. A Calandra venne assegnato l’argento. Dopo aver visionato il lavoro del Calandra, nella seduta del 31 dicembre 1906 vennero presentati i modelli in bronzo (vedi successivo collegamento all’articolo di Cronaca Numismatica) e le riduzioni in acciaio di 37mm per il 5 lire. Le successive fusioni di gesso dei modelli in bronzo e le riduzioni in acciaio furono eseguite nello stabilimento Johnson di Milano. Con coni e matrici derivati dalle riduzioni in acciaio, si ottennero i pezzi di prova, meglio conosciuti col nome di progetti. Calandra presenta lo scudo da lire 5 datato 1906, con i cavalli in modalità “Veloce” (M. Lanfranco I progetti e le prove di monete del Regno d ‘Italia – Tav. VII N.9) Dopo tale data (31 dic.1906) ci furono numerose sedute della commissione e si stabilì le opportune modifiche dei modelli. La commissione dopo visione suggerì al Calandra di apportare alcune modifiche come il rimpicciolimento dei caratteri del dritto in modo da risultare più staccati dal bordo. Per il rovescio venne chiesto di abbassare il piano sul quale poggiano i cavalli, di rendere meno uniforme il movimento delle gambe anteriori e di modificare il carattere delle scritte secondo il tipo classico. Lo scultore accettò per la maggior parte le richieste. Nella seduta del 7 luglio 1907 la commissione verificò se gli artisti si fossero attenuti alle modifiche suggerite e, per quanto riguarda il Calandra, risulta che: “l’artista si è attenuto alle osservazioni fatte sui modelli ma , sostanzialmente, la figura dell’Italia risulta troppa rigida e con la posizione della gamba sinistra non naturale, inoltre è preferibile abbia nuovamente il cimiero (ornamento o pennacchio dell’elmo)”. Il Calandra accettò queste osservazioni e la commissione lasciò ampia libertà per il ritocco di finimento. Tutte le modifiche sopra elencate portarono a un nuovo modello di moneta di prova di datato 1908. Come riportato nell’articolo di Cronaca Numismatica (https://www.cronacanumismatica.com/da-martinori-a-traina-il-lungo-oblio-di-una-prova-da-5-lire-del-1908/) l’esemplare di prova del 1908 manca nella ex collezione numismatica reale, nel museo della zecca e non è citato né nel libro del Pagani e né in quello del Simonetti. È invece riportato nella tavola XLIX del Martinori. Confrontando le foto delle prove datate 1906 e 1908 (in cui il Calandra attuò le modifiche richieste dalla commissione nelle sedute dopo il 31 dic. 1906 e nella seduta del 7 luglio 1907), sono facilmente riscontrabili le differenze apportate dall’artista. Nel particolare notiamo: la legenda del dritto del “tipo 1908” più piccola e staccata dal bordo, l’Italia col cimiero, la modifica del carattere delle scritte secondo uno “stile classico” (si nota bene nell’esergo). PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE "TIPO 1906" - DRITTO PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1908” - DRITTO PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1906” - ROVESCIO PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1908” - ROVESCIO Il 12 gennaio 1908 viene approvato il modello per tutte le monete in argento. Entro il mese di maggio dello stesso anno, la commissione si adoperò per dar mandato di preparare i punzoni per le monete compreso quelle in argento. Nel maggio 1908 erano già state fatte le prime emissioni per le monete divisionarie da 1 lira e 2 lire in argento. Come vennero immesse nella circolazione arrivarono le prime critiche al commissario della commissione Gnecchi; queste riguardavano sia la posizione della figura femminile rappresentante l’Italia, che non cadeva perfettamente sul carro ma risultava sospesa fra i cavalli e il carro, e la forma del carro che non era trionfale. Dato che le coniazioni ormai erano in corso non era più possibile effettuare alcuna modifica. La commissione suggerì che la soluzione della questione avrebbe potuto essere offerta dalla prossima coniazione di scudi col nuovo tipo. La commissione dava così incarico al prof. Calandra di prendersi del tempo per introdurre le modifiche ai modelli, cosa che fece nel 1912. Per la prima volta dal 1861, un modello (tipo/disegno) per l’argento non aveva un nominale da lire 5. COME SI CONIAVANO GLI SCUDI DURANTE IL REGNO D’ITALIA A partire dal 1862 e fino al 1875 gli scudi erano di coniazione libera ed esclusiva da parte dei privati (lo Stato non ne coniava per sé) mediante pagamento di una tassa di coniazione e rifornimento del materiale adatto alla coniazione. Tra il 1875 e il 1878 ci fu un tetto alla coniazione annua e dal 1879 (tranne un piccolo contingente per l'Italia) ci fu il divieto di coniazione degli scudi per tutti i paesi aderenti l’Unione Monetaria Latina. Questo divieto cessò con il R.D. n. 4 del novembre 1908 con attuazione 10 giugno 1909 dove si concedeva ai privati di coniare nuovi scudi mediante riconsegna di scudi degli antichi stati. Come mai nel 1909, con la possibilità di riconiare nuovamente la moneta da 5 lire, non si è procedette alla loro coniazione? Come abbiamo visto, il modello quadriga veloce del 1908 fu oggetto di forti critiche e si decise di cambiarlo, cosa che verrà fatta dallo scultore nel 1912. Nel 1911 ci fu la coniazione di 60.000 esemplari del 5 lire cinquantenario, ma questo sarà oggetto di una futura trattazione. In data 12 febbraio 2012, il Calandra ripresentò i nuovi modelli che incontrarono l’unanime approvazione. Nacque così la famosa Quadriga Veloce. Per la riduzione dei modelli in acciaio sui punzoni l’incisore Giorgi fece notare che occorrevano numerose modifiche, alcune parti erano troppo in rilievo altre troppo esili per essere riprodotte. Purtroppo il 20 agosto 1912 il Giorgi morì, ma il direttore della zecca tenne presenti tutte le critiche fatte e le riportò al nuovo incisore Attilio Motti. Il Calandra ritoccò i modelli e nel gennaio 1913 furono trovati coi rilievi a posto come da indicazione del Giorgi. Motti, il nuovo incisore subentrato a Giorgi, si mise al lavoro e nel marzo 1913 presentò i primi campioni da lire 2 con la parola “1a prova”. Nel luglio 1913 furono ultimate le modifiche ma il Calandra suggerì diverse modifiche. Nel 1913 abbiamo quindi i primi progetti della “Quadriga Briosa” che presentano la scritta “1a prova”, “prova” e “prova di stampa”. Secondo il catalogo Gigante le prove ufficiali riportano la data 1914, con le stesse modalità dei tipi 1913. Il R.D. di emissione è del 4 gennaio 1914, e vennero coniati 272.515 mila pezzi per un controvalore in lire di 1.362.575. SITUAZIONE ITALIANA NEL 1914 Dal 1897 (con una piccola eccezione dal 1908) per coniare monete divisionarie italiane si potevano utilizzare solo gli scudi ritirati, in pratica venivano demonetati. Dal 1901 al 1914 sono stati ritirati 55 milioni di lire in scudi pari a 11 milioni di pezzi. Al 31 dicembre 1914 dei 300 milioni di lire in scudi circolanti, 200 milioni erano nelle casse degli istituti di credito, mentre i 100 milioni rimanenti erano quasi tutti in Francia (nel 1903 erano 259 milioni). In Italia non circolavano praticamente scudi. Inoltre circolavano 2 miliardi e 700 milioni in banconote contro 1 miliardo e 600 mila in moneta di cui più della metà nelle casse dello stato. Il 6 agosto 1914 ci fu il divieto di esportazione di valute pregiate, tutte le monete d’oro non circolavano perchè erano presso gli istituti a garanzia della circolazione cartacea. La somma d’oro in monete decimali presenti nelle casse dello stato, ammontava a 114 milioni presso le banche e 343 milioni presso il tesoro a fronte di una circolazione nominale di 430 milioni. La somma risulta superiore a tutte le monete d’oro coniate dal 1862. Per quanto riguarda le divisionarie erano solo 33 milioni nelle casse del Tesoro e degli istituti di emissione contro i 274 milioni di circolante. Ovviamente come già detto non contribuivano alla circolazione perchè tutte tesaurizzate da privati, tant'è vero che per costituire il fondo di garanzia dei buoni del tesoro, si dovettero computare pure le future coniazione programmate dalla convenzione, fino al 1919. PREZZO ARGENTO LIRE/GR–QUOTAZIONE MEDIA ANNUA 1902= 0,09 1903=0,094 1904=0,093 1907=0,10 1910=0,083 1912=0,096 1913=0,096 1914 = 0,09 1915 = 0,087 1916 = 0,11 1917 = 0,14 1918 = 0,17 1919=0,2 1920=0,22 DATI TOTALI DEL CONTINGENTE 900/000 6.812 x 90% = 6,130 kg peso totale di argento /999 di tutto il contingente valore intrinseco 6.130.000 gr di argento x 0,09=551,700 lire VOLUME TOTALE OCCUPATO DAL CONTINGENTE 272.515 Monete da 5 lire 1914 occupano un volume di 0,649 metri cubi (fonte chat GPT, con verifica incrociata, infatti 6.100 kg di argento /999 occupano 0.581 metri cubi). Come abbiamo visto, grazie al decreto del 1908 per ottenere gli scudi 1911 e anche 5 lire 1914 bisognava consegnare scudi del vecchio tipo degli antichi stati (vedi pag. 34 La circolazione della metallica del Regno) per ottenere il nuovo tipo (5 lire 1914). Grazie al bollettino italiano di numismatica del luglio/agosto 1914, che ne dà notizia, sappiamo che nell’estate 1914 lo scudo da lire 5 non era ancora stato coniato. Quindi la sua coniazione avvenne tra il settembre e il dicembre del 1914. CONCLUSIONI E NOTE PERSONALI Lo scudo 5 lire 1914 fu stato coniato in 272.515 pezzi ma, chiaramente, vista la situazione particolare, non entrò mai in circolazione se non per un numero esiguo di pezzi che io stimo in massimo 10.000. Tutti gli altri 262.000 pezzi mancanti, nei prossimi 4000 anni, salvo fusione, salteranno sicuramente fuori. Nel breve, nell’anno 1914, saranno usciti dalla zecca e probabilmente, confluiti o al Tesoro o negli istituti di emissione, come tesaurizzazione o garanzia. Lo scudo mantiene nel tempo un coefficiente di moltiplicazione rispetto al 5 lire 1911 di circa 6x in tutte le conservazioni. Nella rivista SOLDI del 1966, nella sezione quotazioni, il 5 lire 1911 è quotato sia in SPL che in FDC, il 5 LIRE 1914 non ha nessuna quotazione. Per far capire meglio è equiparato agli aurei del 1910, che presentano una linea nera al posto della quotazione. Vedi foto seguente. Nel Catalogo Clelio Varesi 1982 entrambi gli scudi sono quotati dal BB al FDC. ALCUNE BREVI INFORMAZIONI SULLA CIRCOLAZIONE Non esistono gli scudi per collezionisti, esistono gli scudi. Nei primi del 900 la numismatica e il collezionismo studiavano le monete antiche, la commissione tecnico artistico monetaria era nata da 9 anni, i tipi monetali artistici stavano per essere coniati, non c’erano i presupposti per credere che una folla di italiani collezionassero monete contemporanee (all’epoca) così come la vediamo oggi. Lascio la foto della prefazione del piccolo libro facente parte di una collana di manuali del 1939 intitolato “La numismatica”, dove, tra l'altro, si cita il re Vittorio Emanuele III. Ancora negli anni ‘60 su 24 numeri della rivista mensile numismatica “Soldi”, listini a parte, ci sono pochissimi articoli sulle monete di Vittorio Emanuele III. CIRCOLAZIONE E SCUDI IN BASSO STATO DI CONSERVAZIONE -NOTE PERSONALI- La moneta non ha mai circolato, anzi non è mai uscita dalla zecca, o se è uscita è rimasta stoccata da qualche parte. Anche quei fortunati 10.000 che quasi sicuramente sono poche persone che ne hanno grosse quantità, che l'hanno portata fuori dalla zecca, poi a loro volta l’hanno tesaurizzata, per i motivi sopra esposti, quindi anche le “circolate non hanno circolato”. Perchè allora, notiamo sul mercato la presenza di (pochi) scudi in basso stato di conservazione? Ad oggi, noi facciamo distinzione tra le monete da due euro? forse prima di spendere un due euro controlliamo se è commemorativo e di che nazione è, e poi decidiamo? E se ti chiedessi: ”dimmi quali sono le monete da 2 euro commemorative Italiane del 2016 e del 2018, mi sapresti rispondere”? Sarebbe come ipotizzare che tra 200 anni, guardando all’attuale situazione monetaria italiana, qualcuno si stupisse del fatto che noi abbiamo ben 513 monete da 2 euro commemorative diverse, e non sapessimo come gestirle, oppure fossimo in confusione al momento di pagare, o equiparando al 100 % il caso del 5 lire 1914, mi immagino già il titolo di giornale dell'anno 2224: "prima di ogni pagamento tutti gli italiani guardano il tipo di moneta commemorativa ,conoscono a memoria tiratura e valore e solo in seguito se il riscontro è negativo, la spendono". Sappiamo noi, che non è così se non per uno sparuto gruppo di collezionisti, che nel 1914 era praticamente inesistente. Ritengo infondato l’assioma moneta circolata=moneta falsa, gli esemplari realmente usciti dalla zecca sono pochi, quindi sono pochi anche quelli che per qualche strano motivo hanno circolato. Ad esempio rispetto al 5 lire 1911 che presenta una quantità maggiore di esemplari circolati in bassa conservazione, ma questo dato è solo in funzione del numero maggiore di esemplari esistenti (reali). La moneta, quindi, va dichiarata falsa dopo averla esaminata e controllata e non a prescindere dal suo stato di usura. Era molto ma molto più importante che il 5 lire 1914 fosse un pezzo d’argento di 25 grammi, piuttosto che una moneta da collezione di un aspetto artistico raffinato. BIBLIOGRAFIA -La circolazione monetaria del Regno d’Italia 1931 Renato Lèfevre -Ricerche per la storia della banca d’Italia volume I 1993 -Cronaca numismatica 2007 -Forum Lamoneta + catalogo -“Soldi” rivista numismatica anno 1966-1967 -Rassegna Numismatica di Furio Lenzi (Tratto da Pagani prove e progetti) -Relazioni della Regia zecca -Moneta e sistema monetario internazionale -Bollettino di numismatica 54, La collezione di VEIII e gli studi di storia monetaria LUGLIO 2024 -Tutte le definizioni debbono intendersi provvisorie e progressive
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  41. Prima di congedarmi definitivamente da questa discussione, consiglio inoltre la lettura di questo articolo intitolato "Errori di coniazione e varianti di conio" presente sul sito internet della numismatica Ranieri: "Errori di coniazione Per quanto l'uomo abbia sempre evoluto il proprio lavoro grazie alle macchine, sicuramente più precise, l'errore umano è sempre stato presente, duemila anni fa come oggi. E così che possiamo notare, anche nelle pubblicazioni di vendita, monete romane «curiose» in quanto recanti al rovescio, al posto dell'originaria impronta, la raffigurazione del diritto, INCUSA e speculare. Si tratta, molto banalmente, di un errore umano: la moneta già coniata non è stata tolta e di conseguenza il nuovo tondello poggiandovi sopra, non ha ricevuto l'impronta del conio bensì quella della moneta sottostante. Chi pensa che l’errore, grazie appunto alla moderna tecnologia, sia completamente scomparso deve purtroppo ricredersi. Al contrario le monete della REPUBBLICA ITALIANA che presentano evidenti errori di battitura sono quasi all’ordine del giorno; notizie amplificate grazie anche al notevole interesse che con questi “svarioni” riscuotono presso gli appassionati. Monete decentrate, mal tagliate, coniate con metalli differenti dall'originale o mancanti in parte dell'immagine sono solo alcuni dei possibili errori riscontrabili. Le varianti di conio Quando un conio si logora a seguito dell’usura, bisogna provvedere alla sostituzione con uno nuovo, in tutto uguale al precedente. Se, per un errore di chi lo ha approntato, il conio sostitutivo non è perfettamente identico al campione, gli esemplari che ne usciranno presenteranno delle varianti di conio rispetto ai campioni. La mancanza di una lettera nella legenda (.....AVG invece di AVGG) o una leggera differenza nella dimensione della testa ne sono l'esempio. Si può quindi riassumere che una moneta è variante rispetto all'originale quando presenta una o più lievi differenze, spesso ravvisabili solo con il confronto diretto. Quando queste differenze diventano lampanti ed importanti (vedi la testa volta da una parte anziché dall'altra) allora si parla di tipo diverso." https://mobile.numismaticaranieri.it/news/66-errori-di-coniazione-e-varianti-di-conio.aspx
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  42. Se posso.......Purtroppo non si può pretendere che a tutti piaccia quello che facciamo- Consiglio di continuare nel suo (o tuo) studio. Nella Numismatica le controversie sono all'ordine del giorno, purtroppo è questo che noto dopo 30anni. Si sopportano tutti per...... educazione! Tutti i libri o cataloghi che ci sono, sono stati scritti e studiati da singoli almeno io non conosco nessun studio fatto da più di una persona e che poi. quasi sempre a proprie spese. pubblica. A chi piace lo acquista e lo segue perchè crede che abbia ragione altri lo rifiutano e seguono e acquistano altro. Se la vì. Anche questo è un buon lavoro per esempio:
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  43. Mi dispiace davvero che nutra tutto questo rancore nei miei confronti. Evidentemente ha frainteso le critiche al lavoro svolto come un attacco personale nei suoi confronti ma le posso assicurare che così non è. Purtroppo, vedo che non sono in grado di spiegarmi a dovere e di far comprendere ciò che più volte ho cercato, con pazienza, di dirle. Perciò le prometto che questo sarà il mio ultimo contributo, perché non credo abbia molto senso ripetere all’infinito le stesse cose. Le auguro buona giornata e buon proseguimento.
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  44. Gentilissima @Manuelabrunacci Lei è certamente sulla buona strada, ed è abbastanza corretto il suo modo di operare, ma le occorre qualche consiglio e indirizzamento. Per prima cosa è necessario studiare e conoscere le tecniche e le problematiche di coniazione del periodo: in particolare i conii erano prodotti a mano con punzoncini parziali (per le figure, per le legende, per l'anno ...) ed è chiaro che se l'incisore avesse prodotto 100 conii essi sarebbero fra loro distinguibili per piccole differenze (anche se non volute, inevitabili). Dunque attenzione a non confondere le varianti maggiori di una moneta con quelle minori dei conii; nel primo caso si tratta di una differenza importante (cambio di punzone per le figure, lettering diverso, errori, ecc.) nel secondo piccole differenze che permettono di distinguere una moneta da un'altra e di attribuirla ad un determinato conio (talora questo tipo di esame può consentire di riconoscere autenticità o falsità di un esemplare). E' pur vero che alcune differenze "minori" sono state da qualcuno ipervalorizzate e considerate varianti numismatiche importanti (es. nella monetazione napoleonica la distanza dei caratteri della data, minore o maggiore; nella monetazione antica in cui, a ben guardare, spesso ogni moneta differisce da un'altra anche se del medesimo tipo) ma questo discorso è difficile, legato alla sensibilità individuale, a considerazioni economiche, talora ad ignoranza. In secondo luogo eviti un eccessivo numero di post (24 in 24 ore in questa discussione): non tutti abbiamo il tempo libero necessario per leggerli o approfondirli, e quanto ciascuno fa o scrive lo fa per passione e non si pretendano risposte rapide e analitiche da chi dedica il suo tempo al forum in maniera gratuita. Conviene piuttosto organizzare il lavoro prima e poi presentarlo (non in itinere ma già pressochè definitivo), altrimenti ne deriva la sensazione di confusione che @lorluke (e non solo lui) ha percepito. Poi non prenda tutto per vero e usi la critica che il buon senso, il confronto e l'esperienza possono trasmetterle; ad esempio: perchè tanti conii? perchè si rompevano e con ognuno potevano battersi 4-5.000 monete di grande modulo (molte di più se più piccole); ma se i conii sono così tanti è possibile una tiratura di soli 19.300 esemplari (anno 9) come indica il catalogo di lamoneta.it? Effettivamente no, ed infatti altri cataloghi (es. Gigante) indicano tirature ben superiori (46.000) e la facile reperibilità del pezzo (indicato a sproposito come R) suggerisce che verosimilmente anche tale numero sia sottostimato. E la moneta in catalogo di lamoneta.it è falsa? forse sì forse no (io propendo per il no -solo usurata- ma non l'ho in mano e non conosco il peso -ma potrebbe essere tosata). Lei ha l'occhio buono, e questo è utilissimo per classificare e periziare, però occorre farlo con pazienza, perchè la numismatica è una disciplina rilassante per noi che siamo comunque dilettanti, ed è poco opportuno indurre crisi d'ansia negli utenti del forum .
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  45. Allego, giusto per dare maggiori prove alla tesi, un Antoniano della zecca di Roma molto bene conservato che presenta il difetto, e qui di certo non si tratta di eccesso di metallo
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  46. Non avevo più postato le mie foto, eccole! I fondi speculari non aiutano, e neppure la plastica dello slab, però da l'idea, secondo me più delle foto di NGC e di Kuenker
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  47. Buonasera a tutti gli appassionati delle pubbliche, oggi ho fatto alcune foto di gruppo dei miei esemplari, mi mancano ancora la PVBLICE e la MC/P, ma credo di essere a buon punto... Voi che ne dite?...
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  48. Bellissima, l'avevo puntata anch'io ma poi ho dirottato su questa :
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  49. Purtroppo le ripatinature artificiali sono molto più frequenti di quanto si creda...ma fortunamente spesso sono anche facili da rimuovere (spesso, ma non sempre) Puoi utilizzare senza controindicazioni sia l'acetone (è il solvente per unghie...e lo si riconosce dall'odore aromatico....ma meglio non annusarlo troppo) che l'alcool etilico puro (quello per liquori...perchè quello denaturato può lasciare un alone rosato). Entrambi i prodotti non intaccano le patine naturali ed hanno anche la caratteristica di accellerare l'asciugatura delle monete dopo il bagno in acqua distillata. Se la patina artificiale fosse particolarmente persistente puoi provare anche con la trielina; per quest'ultimo prodotto, come per l'acetone, raccomando l'utilizzo di guanti impermeabili e l'uso in ambiente ben areato. ciao Mario
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