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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/20/24 in tutte le aree
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Con grande soddisfazione annuncio che è in stampa il quarto ed ultimo volume della serie "The coins of Tarentum", al quale ho avuto il piacere di contribuire anch’io. Gli argomenti trattati sono molteplici: dall’analisi degli aspetti tipologici a considerazioni di carattere tecnico, epigrafico fino a questioni cronologiche. E’ presente inoltre un saggio a mia firma sulle riconiazioni operate da Poseidonia tra VI e V secolo a.C. Il volume sarà disponibile a partire dal prossimo mese di settembre.5 punti
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Guarda che non è un gioco a indovinare il prezzo giusto. La numismatica non è tirare prezzi a caso, ma è studio, approfondimento e anche seguire il mercato.5 punti
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Per vivacizzare un po' questa sezione, confidando che altri seguano questo esempio, inizio questa discussione che verte su un pontefice un po' trascurato. All’inizio di febbraio 1769 Clemente XIII morì improvvisamente, all’età di 75 anni. Gli successe il romagnolo Giovan Vincenzo Antonio Ganganelli (31 ottobre 1705 - 22 settembre 1774), eletto all’unanimità il 19 maggio 1769 dopo un conclave durato 3 mesi. Assunse il nome di Clemente XIV a ricordo del predecessore, cui doveva la porpora cardinalizia; apparteneva all’Ordine dei frati minori francescani conventuali. Il suo pontificato durò dunque poco più di 5 anni e non brillò per ricchezza di monetazione che ripercorre tipi tradizionali. Nel corso del 1774 un rapido deperimento fisico e psichico, forse in rapporto ad una forma tumorale intestinale (ma si parlò anche di avvelenamento), portò alla scomparsa del pontefice il 22 settembre di quell’anno. Seguì un lungo e difficile conclave, che ebbe inizio il 5 ottobre 1774 e si protrasse per oltre quattro mesi; al termine, il 15 febbraio 1775, fu eletto al soglio pontificio il Tesoriere Braschi con il nome di Pio VI. Posto questo mezzo scudo 1773, affascinante per patina e conservazione. Si tratta di una moneta che viene considerata rara (MIR 2737/1), tanto più in questo stato. Proviene dall'asta Kuenker 403 dove è stata indicata come SPL-FDC (tuttavia la moneta è perfetta e se dovesse essere chiusa in slab non potrebbe essere considerata meno di MS64). Credo che l'unico esemplare che possa esserle affiancato sia quello della collezione ANPB (Varesi 69/2016, lotto 1025, qFDC), poi passato a Nomisma (Nomisma 58/2018, lotto 1501) e lì esitato ad € 2.500; a mio parere era decisamente meno bello, e proveniva da un conio di rovescio diverso (che potremmo chiamare "mignolino lungo" dalla caratteristica saliente del mignolo della Chiesa che sopravanza la lettera R).4 punti
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Interessante discussione @Giov60, specie la nota sul riutilizzo del conio del mezzo scudo; a volte non è facile cogliere certe corrispondenze, e curioso che dopo quattordici anni abbiano reperito e "restaurato" per l'uso un conio giacente, piuttosto che farne uno nuovo; evidentemente c'era un adeguato tracciamento, e adeguata conservazione 😄 Per il resto la monetazione di questo pontefice è abbastanza monotona; niente rame e coniazioni solo per Bologna (con diverse rarità importanti) e Roma... Rimane qualche "particolarità" , in riferimento allo stemma di Clemente XIV, che incorpora l'emblema francescano nella parte superiore, talvolta sulle monete è rappresentato senza le "nuvolette" da cui spuntano le due braccia incrociate. Nel tempo mi sono capitate due monete con questa caratteristica, presumibilmente una dimenticanza dell'incisore nell'approntare i conii; la prima è un doppiogiulio per Roma, anno I-1769: la seconda, uno zecchino per Roma sempre dell'anno I-1769, probabile quindi che siano errori determinati dalla scarsa dimestichezza con lo stemma del nuovo papa: curiosità aggiunta, al diritto a ore tre compare una contromarca a forma di gufo (a testa in giù nell'immagine della moneta), che è un "punzone speciale" utilizzato in Francia nel XIX secolo, per gli oggetti in oro di provenienza estera, forse per l'uso in gioielleria: Ciao, RCAMIL.4 punti
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Quando il Re VEIII si è insediato, ha subito capito che la zecca di Roma, aveva bisogno di essere completamente rifatta e ripensata, così come il modo di progettare le monete. Dopo la chiusura di Milano che era LA ZECCA, Roma ha assorbito un carico di lavoro esagerato, i macchinari erano vecchi (Speranza andava a Torino in una fabbrica medaglie ,perche a Roma non aveva l'attrezzatura), e l'organizzazione era a zero. La zecca era sorretta dall'unico uomo al mondo che da zero poteva creare una moneta: Filippo Speranza, incisore capo della zecca di Roma,che tra l'altro era anche autore di alcune monete d'argento dello stato Pontificio che all'epoca era il primo cliente in ordine di importanza della zecca di Roma. VEIII, pur avendo capito e sapendo cosa fare, aveva le mani legate, perchè toccando una pedina avrebbe rotto tutti gli equilibri. "In suo aiuto" interviene un fatto, muore Speranza nel 1903, e immediamente dopo (o forse con accordi sottobanco precedenti) il Re che già elogiava gli stabilimenti Johnson per i sui macchinari all'avanguardia e per i suoi artisti (ricordiamo che aveva Boninsegna) , autorizza lo stabilimento Johnson del Comm. Federico Johnson a costruire nuovi progetti di monete. Siamo nell'anno 1903-1904 e con data 1903 nasce tutta una serie di monete , di tutti i materiali,completa realizzate da zero negli stabilimenti Johnson, e inserita nel Corpus. Il Lanfranco , arriva addirittura a scrivere, relativamente allo stabilimento Johnson; "devesi considerare uno stabilimento ausiliario della Zecca" La "collaborazione" prosegue ,e per dire , i progetti , dello scudo da 5 lire del 1906, vengono completati li. Nel 1905, qaundo il Re autorizza la nascita della CATM riserva un ruolo di membro a Johnson, quindi lui aveva anche tutti gli interessi a spingere il suo stabilimento. In sintesi, nonostante il Comm. Johnson ,in cuor suo, abbia ambito a far diventare zecca il suo stabilimento, sfruttando un interesse di VEIII , e una situazione disastrosa della zecca di Roma, tutti i tipi monetali realizzati da zero nei suoi stabilimenti sono da considerarsi non ufficiali, e non interessanti per la maggior parte dei collezionisti (sono di nicchia).4 punti
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Visto che la recente discussione sulla moneta in oggetto ha nuovamente deviato verso argomentazioni più profonde, ho pensato di creare un'apposita nuova discussione in cui continuare a disquisire su tutti quei temi di approfondimento che continuano a suscitare dibattiti, come ad esempio: l'effettiva circolazione, il contingente coniato, le cause dell'usura su alcuni esemplari, e così via. ATTENZIONE: Questa non è quindi la discussione adatta per chiedere pareri di autenticità e/o di conservazione. In questi casi siete pregati di aprire un'apposita discussione. GRAZIE Qui di seguito riepilogo le discussioni che nel corso del tempo hanno avuto luogo sul forum. Se ne ho tralasciato qualcuna vi prego di segnalarmela in MP. Discussione relativa alle modalità di ottenimento della moneta e alla circolazione monetaria del tempo Discussione relativa a un esemplare usurato. Cause dell'usura e notizie sulla circolazione monetaria del tempo Discussione relativa a un esemplare usurato slabbato dalla PCGS Altro esemplare usurato Siete pregati di leggere le succitate discussioni prima di continuare eventuali temi in questa. Grazie per la collaborazione! Fabrizio2 punti
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Si, sono ancora in collezione. In realtà mi fece trovare la serie completa albanese eccetto il 10 lek. Ed anche le monete del regno che raccoglieva dalla circolazione, formavano seriette complete che conservo tuttora. Presumo avesse un mini pallino da collezionista/ raccoglitore che non ha mai coltivato (monete tutte di date comuni e in conservazione mista ) I pezzi più interessanti sono spiccioli esteri che poi ho scoperto essere raretti. Scusate l'off topic.2 punti
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A mio avviso è molto interessante notare come a livello della data dell'esemplare ANPB figurino ribattute le cifre finali "73" sopra "59". L'ultimo mezzo scudo coniato nello Stato Pontificio lo era stato proprio nel 1759 da Clemente XIII ma con legenda diversa: SUPRA FIRMAM PETRAM anzichè FIAT PAX IN VITVTEM TUAM. Ora confrontando le due legende si possono scorgere tracce di ribattitura (per esempio la F iniziale sopra la S). Dunque appare pressochè certo il riutilizzo di un conio o di un punzone del 1759 modificati. Anche la figura della Chiesa è la stessa nei minimi particolari e così le nubi su cui poggia, e quest'ultimo aspetto è, a mio avviso, fondamentale per capire la tecnica di coniazione. Infatti dopo l'impronta con un punzone, le nubi venivano modellate successivamente per nascondere le imperfezioni derivanti dall'operazione; se le nubi sono le medesime è verosimile sia stato utilizzato il conio analogo e non il punzone, o che il conio abbia servito come matrice per produrre un nuovo punzone (ma in quest'ultimo caso vi sarebbero piccole differenza da rifinitura del nuovo conio). L'esemplare Kuenker (e gli altri derivati da quello che potremmo a questo punto chiamare 2° conio), viceversa, non presenta queste caratteristiche. (ex Ranieri 12/2017, lotto 841).2 punti
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Esemplare ANPB 69, poi NAC 58. Notare il mignolino lungo della Chiesa e le 2 file di fiocchetti verso destra (anzichè 3, come nel conio precedente) a carico dello stemma del Presidente di zecca (Giovanni Gregori). Pare che l'incisore di questa moneta sia stato Filippo Cropanese. Non si conoscono le date di nascita e di morte né i nomi dei genitori di questo medaglista attivo a Roma tra il 1756 e il 1774, né si sa se fosse parente degli argentieri Carlo e Diego. Lavorò vari anni per papa Clemente XIV: sono firmate anche le medaglie del 1771 (III del pontificato) per la costruzione del nuovo braccio dei Musei vaticani (Museo Pio Clementino); del 1772 (IV del pontificato) per il battesimo dell'infante di Spagna Carlo Clemente, figlio di Carlo III; del 1773 (V del pontificato) per l'incremento delle belle arti; del 1774 (VI del pontificato) per la soppressione dell'Ordine dei gesuiti. Monete di Clemente XIV recano la sigla "F. C." (non questa); è stato scritto che Ferdinando Hamerani, succeduto al padre Otto come incisore della Zecca di Roma dal 1761 al 1789, non vi lavorava personalmente, ma si serviva del Cropanese. Morì nel 1775.2 punti
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Si ma la rarità di una moneta non è sempre sinonimo di un maggior valore economico, ripeto il valore venale di una moneta lo fa la legge di mercato. Lo scudo del 1914 per me non è una moneta così rara, anche se classificata R2, ne trovi parecchie in ogni asta. Ma è una moneta che costa parecchio, perché c'è una domanda di mercato elevata. Spero di essermi spiegato 🙂.2 punti
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Aggiungo per bellezza e completezza una 50 pesos serie 2015, dove si può notare la piccola mappa in basso a destra (in primo piano invece si vedono le Falklands / Malvinas e la Georgia Australe), e qualche vecchio francobollo.2 punti
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In base a cosa hai preso questo importo? Se solo un 2 lire è riuscito a realizzare ben 900€ escluso diritti, https://sima.bidinside.com/it/lot/1556/regno-dtitalia-vittorio-emanuele-iii-/ come pensi di poter riuscire ad acquisire le altre monete, in fdc, con “soli” 3300€ complessivi? Direi che puoi iniziare leggendo e studiando Puoi utilizzare, a questo riguardo, lo strumento “ricerca” del Forum. Ti si aprirà un mondo niente affatto “quasi dimenticato”. tanto per cominciare potresti leggerti questa discussione Buon studio!2 punti
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Ma chi l'ha detto che gli artefatti li fanno solo in zecca? Puoi indicare la bibliografia a cui ti appoggi per fare una simile affermazione? Non facciamo confusione per favore. Artefatto è un intervento estraneo alla fase di coniazione della moneta e può essere eseguito in qualsiasi momento e da chiunque, tramite incisione (lettere, frasi o disegni), imposizione di punzoni o, come in questo caso, sovrastampa in negativo di altri caratteri... Mario2 punti
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Buonasera a tutti. Ferdinando IV, Piastra 1815 variante "busto stretto".2 punti
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Prima di congedarmi definitivamente da questa discussione, consiglio inoltre la lettura di questo articolo intitolato "Errori di coniazione e varianti di conio" presente sul sito internet della numismatica Ranieri: "Errori di coniazione Per quanto l'uomo abbia sempre evoluto il proprio lavoro grazie alle macchine, sicuramente più precise, l'errore umano è sempre stato presente, duemila anni fa come oggi. E così che possiamo notare, anche nelle pubblicazioni di vendita, monete romane «curiose» in quanto recanti al rovescio, al posto dell'originaria impronta, la raffigurazione del diritto, INCUSA e speculare. Si tratta, molto banalmente, di un errore umano: la moneta già coniata non è stata tolta e di conseguenza il nuovo tondello poggiandovi sopra, non ha ricevuto l'impronta del conio bensì quella della moneta sottostante. Chi pensa che l’errore, grazie appunto alla moderna tecnologia, sia completamente scomparso deve purtroppo ricredersi. Al contrario le monete della REPUBBLICA ITALIANA che presentano evidenti errori di battitura sono quasi all’ordine del giorno; notizie amplificate grazie anche al notevole interesse che con questi “svarioni” riscuotono presso gli appassionati. Monete decentrate, mal tagliate, coniate con metalli differenti dall'originale o mancanti in parte dell'immagine sono solo alcuni dei possibili errori riscontrabili. Le varianti di conio Quando un conio si logora a seguito dell’usura, bisogna provvedere alla sostituzione con uno nuovo, in tutto uguale al precedente. Se, per un errore di chi lo ha approntato, il conio sostitutivo non è perfettamente identico al campione, gli esemplari che ne usciranno presenteranno delle varianti di conio rispetto ai campioni. La mancanza di una lettera nella legenda (.....AVG invece di AVGG) o una leggera differenza nella dimensione della testa ne sono l'esempio. Si può quindi riassumere che una moneta è variante rispetto all'originale quando presenta una o più lievi differenze, spesso ravvisabili solo con il confronto diretto. Quando queste differenze diventano lampanti ed importanti (vedi la testa volta da una parte anziché dall'altra) allora si parla di tipo diverso." https://mobile.numismaticaranieri.it/news/66-errori-di-coniazione-e-varianti-di-conio.aspx2 punti
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Non è un gran che di conservazione ma la variante si nota bene...... c'è anche qualche frattura o sporcizia qui e là2 punti
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Dopo diversi anni ho ripreso in mano la mia collezione di monete del regno e ho avuto la possibilità di aggiungere questo tallero del 1891. Siccome dare la valutazione giusta non è mai stato il mio forte, chiedo il vostro aiuto. A me è subito piaciuta e lA considero splendida. Voi cosa ne dite. Grazie per i vostri commenti.1 punto
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questo difetto sulla E è presente anche su questa autentica https://www.ebay.it/itm/115818288694?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=sEWnngZHRCa&sssrc=4429486&ssuid=KycHZMjWTDi&var=&widget_ver=artemis&media=COPY1 punto
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Ho creato una discussione apposita in cui trattare tutte le tematiche di approfondimento storico ed economico che concernono il 5 Lire 1914, come, ad esempio, la circolazione e l'usura che caratterizza alcuni esemplari. Allego il collegamento alla nuova discussione. Qui di seguito si parla solo ed esclusivamente dell'esemplare di @Fastrunner. Grazie!1 punto
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un bordo eccessivamente largo a destra e spigoloso... e sinistra stondato..poi doppio bordo in alcuni punti e cmq parecchio rugoso1 punto
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io sono per il melone, buon appetito1 punto
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GRAZIE a tutti (Dragobizantino, Curcuas, Vel Saties) per l'aiuto definitivo! e le correzioni davvero obbligatorie!1 punto
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@Marzio Marzot Si tratta di una moneta estremamente comune in conservazione discreta e, molto probabilmente, ripatinata in tempi recenti. Il valore è di qualche euro. in ESERGO (non ex ergo) c'è SMALA Sacra Moneta ALexandria A: Sacra Zecca di Alessandria officina 11 punto
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Replico non per fare polemica ma per amore di precisione. Il titolo dell'intervento di Del Pup è: "la corretta terminologia è importante... errore artefatto". L'oggetto dell'intervento è quindi l'errore artefatto e la differenza con l'errore in fase di coniatura non con l'artefatto che descrive come è stato qui descritto. La differenza è sostanziale... come dice l'autore: la terminologia è importante. L'errore in fase di coniatura è spesso ricercato e collezionato; l'errore artefatto è quasi sempre un'azione speculativa messa in essere da personale di zecca e rasenta il reato. Negli interventi qui sopra nessuno ha citato "errore artefatto" ma solo "artefatto" = fatto ad arte... dopo la coniazione, con intervento artigianale volto a modificarne l'aspetto originale... La terminologia è importante, e qui con una leggera vena polemica... ma anche leggere con attenzione lo è. Un caldo saluto estivo Mario1 punto
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Non ho il RIC sotto mano, ma cercando in giro su Internet, ho trovato questo. https://www.wildwinds.com/coins/ric/constantius_II/_alexandria_RIC_viii_018.txt Dovrebbe essere il RIC 18 per Alessandria, coniata fra il 337-341. Esemplare veramente gradevole. È classificato come molto comune. Ciao!1 punto
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Assomiglia a questa https://en.numista.com/catalogue/pieces50812.html Non so però se ci siamo...nel dubbio ci provo 😄1 punto
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Ma ritengo che hai molte altre qualità che eclissano del tutto questa piccola défaillance. E poi aiutarsi a vicenda è lo spirito del Forum. Non ci sono problemi, tutti impariamo qualcosa dagli altri, e nessuno è immune da questo processo educativo.1 punto
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gentili amici, quello che ho affermato è una digressione fatta da Andrea Del Pup nella sua pagina FB in cui distingue gli errori artefatti ,ovvero i lavori fatti ad arte con macchinari idonei che danno pertanto monete manipolate si, ma genuine , dalle manomissioni che possono essere fatte da chiunque in maniera grossolana, non so se riesco a speigarmi, è una sottigliezza numismatica, nulla su cui inalberarsi. allego il post per delucidazione. La corretta terminologia è importante...errore artefatto Scrivo questo post perchè noto molta confusione nell'uso di certi termini che possono condurre in errore i collezionisti. Cosa significa "Errore Artefatto"? Il termine è composto da due parole "Errore" ed "Artefatto". La parola "Errore" nella terminologia numismatica va ad individuare una moneta che presenta un'anomalia verificatesi nel processo di coniazione in Zecca (che può dipendere da un errore umano oppure da un errore meccanico o di fabbricazione). Il processo di coniazione termina nell'istante in cui il conio si solleva dal tondello appena coniato e la moneta esce dalla camera di coniazione. Tutto quello che accade dopo non è un errore. La parola "artefatto" significa fatto ad arte, con artifizio e intenzionalmente da parte dell'uomo. Pertanto, il termine "Errore artefatto" indica una moneta che presenta un errore di coniazione (quindi avvenuto in Zecca) in modo intenzionale da parte dell'uomo. L'esempio tipico di errore artefatto è il famoso "centesimo mole" dove volutamente l'addetto ha installato il rovescio del centesimo in coppia al dritto dei due centesimi per creare un errore artefatto. Agli errori artefatti, essendo fuoriusciti così dalla Zecca, il mercato collezionistico riconosce un valore perchè solitamente prodotti in pochi pezzi, ma quello che è più importante non sono riproducibili esternamente dalla Zecca e sono certificabili. Diverso è il caso di monete che vengono alterate o manomesse nei modi più disparati fuori dalla Zecca dopo che la moneta è stata coniata. Queste monete non hanno valore e interesse numismatico, sono al massimo delle curiosità e non sono certificabili. Questo perchè chiunque potrebbe produrle. Esempio tipico sono le monete sandwich, prodotte pressando una moneta sopra un'altra. Purtroppo noto che molti, anche professionisti e persone esperte, utilizzano il termine "errore artefatto" per entrambe le tipologie. Tuttavia, è essenziale distinguerle in modo netto, altrimenti si rischia di creare confusione nei collezionisti. Posto alcuni esempi di monete alterate o manomesse fuori dalla zecca. Queste monete non presentano alcun errore di coniazione e non sono quindi definibili "Errori artefatti", non hanno valore, non hanno interesse numismatico e non sono certificabili.1 punto
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solo con questa salta il banco🤣 https://auctions.aurora.sm/it/lot/14450/regno-ditalia-vittorio-emanuele-iii-/1 punto
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Grazie @King John per le interessanti e puntuali delucidazioni . Una buona serata1 punto
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Buona sera, moneta autentica anche per me, anche se sulla conservazione non mi esprimo per via delle foto, da migliorare, una volta a casa (a proposito, auguri di una veloce guarigione). Le monete del 36 e del 37 finirono tutte o comunque in larghissima parte in circolazione, e furono tesaurizzate in massa con l'inizio della guerra. Per questo motivo una moneta pur rara in orginine, come quella del 37, è oggi sostanzialmente di facile reperibilità. Mio nonno, che non era un collezionista, ma conservava ciò che lo incuriosiva, mi fece trovare un 5 lire del 36 e un 5 lek in argento albanese del '39. Sintomo che almeno fino al '39 tali monete in qualche modo si trovavano nel circolante.1 punto
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.... e Ludovico di Tech è stato l'ultimo patriarca, e le sue monete hanno continuato a circolare. E per quanto riguarda Bertrando, i suoi denari non erano così comuni anni fa; poi qualcuno deve averne trovati un bel mucchietto ed è riuscito a piazzarlo e "distribuirlo".1 punto
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E questo secondo te è dare una mano? questo semmai è dare seriamente una mano! prelevata da:1 punto
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Io tilizzo per la postproduzione due applicazioni che ho scaricato gratutiamente da internet: IrfanView 64-bit MGI PhotoSuite for Windows Con la prima riporto il colore "alla normalità" e con la seconda ruoto, ritocco, cancello lo sfondo, ecc. Comunque esistono parecchie applicazioni che si possono utilizzare, basta cercarle (e poi imparare ad usarle al meglio).1 punto
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Concordo che nella numismatica non sempre si può essere tutti d'accordo. D'altro canto, però, in quanto disciplina scientifica, è forse bene ricordare che esistono delle regole. A tal proposito, credo che possa essere utile a tutti cercare di chiarire cosa sono le varianti di conio. Mi permetto di riportare la definizione presente sul catalogo Gigante: "Si classificano come varianti di conio quelle monete che, rispetto al tipo stabilito, hanno subito, per opera dell'incisore, una volontaria ed evidente modificazione di alcune caratteristiche di ordine grafico. È opportuno mantenere in limiti abbastanza stretti la catalogazione delle varianti ai singoli tipi in base agli stessi criteri già adottati dal CNI, dal Cagiati, dal Pagani, dal D'Incerti e dal Traina: testo delle legende (compresi gli errori di punzonatura del dritto e del rovescio ma non quelli del taglio), dimensioni del tipo e dei caratteri usati, punteggiatura, verso in cui è incisa la legenda o l'iscrizione. Non si ritiene opportuno tenere conto di quelle variazioni risultanti dal mancato allineamento della punteggiatura (che va sempre intesa come posta centralmente), per cui un punto risulta più o meno alto degli altri; allo stesso modo non si deve tenere conto della diversa posizione degli elementi mobili del conio (date e marchi di zecca o del personale di zecca). Infine, non si devono tenere in alcuna considerazione le curiosità dovute ai difetti di produzione, alle escrescenze di metallo, alla consunzione e/o rottura del conio o del tondello; così come non dovranno essere tenute in considerazione la mancata battitura del tema del contorno, le ribattiture occasionali, le produzioni in incuso e gli assi di conio non conformi al tipo. Se una moneta è stata emessa con un determinato tipo di contorno (ad esempio liscio) e successivamente è stata ritirata per essere ristampata con un bordo diverso (ad esempio rigato), gli esemplari non ristampati, che continuano a presentare il contorno originale (nel nostro esempio liscio), costituiscono una variante di conio. Discorso diverso, invece, per le monete ristampate che presentano leggere o evidenti tracce del conio precedente, le quali non rappresentano delle varianti di conio ma solo monete ristampate male. Una parte mobile del conio ristampata su una diversa (marchi di zecca o date) costituisce una variante, così come la mancanza di una parte mobile del conio. I conî delle monete subiscono una manutenzione da parte dell'incisore atta al “miglioramento” del conio stesso, che, di fatto, ne migliora le caratteristiche, le proporzioni e, delle volte, corregge addirittura gli errori commessi in precedenza dall'incisore. Ad esempio, i punzoni delle monete coniate per la Repubblica italiana sono unici. Accadeva però che ogni anno essi venivano riutilizzati per i nuovi conî (con un conio erano prodotte circa 200.000 monete) i quali potevano subire alcuni piccoli ritocchi. Le differenze che si possono riscontrare in alcune monete sono quindi dovute a queste lievi modifiche, ma anche, e soprattutto, agli effetti meccanici della coniazione: lunghezza di colli diversi, lobi di orecchi diversi, riccioli dei capelli diversi ecc. Queste particolarità possono essere dovute essenzialmente a differenze, anche piccole, di pressione in fase di coniazione e non sono da considerarsi varianti di conio che, al contrario, devono essere evidenti e volute dall'incisore. Questo tipo di particolarità sono tenute in grande considerazione unicamente dai possessori delle monete che le presentano; tuttavia, queste curiosità, oltre a non avere alcun interesse di carattere strettamente numismatico, non godono neppure dell'interesse del mercato, il quale non sembra apprezzare e valorizzare ogni minimo cambiamento che può presentare una moneta." https://catalogogigante.it/monete-italiane/varianti#:~:text=Si classificano come varianti di,alcune caratteristiche di ordine grafico.1 punto
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Scoperta straordinaria: i carabinieri di Torino trovano un tesoro archeologico di inestimabile valore Recuperati un sarcofago, monete e oggetti antichi: cerimonia di restituzione al museo di Bra Scoperta straordinaria: i carabinieri di Torino trovano un tesoro archeologico di inestimabile valore (foto di scena) Un ritrovamento che ha dell'incredibile. I carabinieri del nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Torino hanno recuperato un vero e proprio tesoro archeologico, composto da reperti di inestimabile valore storico e culturale. Dopo una lunga e complessa indagine, questi preziosi beni saranno ufficialmente restituiti allo Stato italiano in una cerimonia che si terrà oggi pomeriggio a Bra. Il maggiore Ferdinando Angeletti, comandante del Nucleo di Tutela del patrimonio del Piemonte e Valle d'Aosta mostrerà, insieme ad altri relatori della Soprintendenza e del ministero, il frutto dell'indagine "Soffio". Spiega il Maggiore Angeletti:« Grazie alla nostra costante opera di contrasto agli scavi e ai traffici illeciti, mirata al recupero di reperti dal Cuneese, venerdì pomeriggio, potremo illustrare questo importante recupero». Il furto era stato commesso a Pollenzo e Bene Vagienna da tre soggetti, spiegano dall'Arma, che sono già stati condannati. Il Maggiore Angeletti aggiunge: «A seguito delle accurate indagini dei miei militari, nei confronti di tre persone che hanno già scontato la loro condanna, siamo riusciti a recuperare un imponente sarcofago di età imperiale, presumibilmente trafugato nel sito archeologico della frazione Pollenzo, e ben 2400 monete di metallo prezioso, che potrebbero provenire dagli scavi di Bene Vagienna». Dopo il saluto del sindaco di Bra Gianni Fogliato, sarà il turno della funzionaria del ministero della Cultura Laura Moro, dei sopraintendenti Lisa Accurti e Federico Barello, degli archeologi Gian Battista Gabarino e Simone Lerma e della docente universitaria Maria Elena Gorrini. « Il sarcofago, che è custodito a Palazzo Traversa - spiega la direttrice del Museo civico, Giovanna Cravero - nella galleria delle epigrafi, è realizzato in marmo e non presenta alcuna scritta. Ha necessità di un restauro, che finora non si è potuto effettuare perché il reperto era sotto sequestro. A breve sarà consolidato il basamento e poi restaurato nella sua totalità». Oltre al sarcofago e alle monete antiche, i carabinieri hanno recuperato anche due unguentari in vetro e numerosi oggetti bronzei decorativi, probabilmente parte di un corredo funerario di epoca romana. Sono stati ritrovati anche alcuni elementi architettonici in marmo, materiale che si ritiene possa provenire dall’area dell’Egeo settentrionale, e oggetti in pietra, tutti riconducibili all’età romana imperiale. La cerimonia di restituzione dei reperti si terrà alle 16.30 presso il museo civico di archeologia storia e arte a palazzo Traversa di Bra. Saranno presenti il Soprintendente della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, insieme all’Arma territoriale e all’amministrazione comunale di Bra. __________ Si deve sempre riportare l'articolo per intero, perché il link dopo un po' di tempo non sarà accessibile e questa discussione sarà incomprensibile ed inutile.1 punto
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non è nemmeno un artefatto, gli artefatti si fanno in zecca, questa è stata manomessa una volta uscita dalla zecca da terzi ed ha subito il cosiddetto effetto Sandwich, come l'altra di cui parli. Queste monete non hanno nulla da approfondire se non il fatto che sono pericolose per gli inesperti ai quali vengono rifilate, a prezzi altissimi per genuine, ma non lo sono affatto .1 punto
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In ogni monetazione ci sono monete comuni e monete rare. Pagano è una di quelle rare. Perchè è così? Perchè Pagano ha coniato di meno o perchè le sue monete furono ritirate e fuse per farne nuovi denari. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Siore e siori, ecco a voi la DE-Post / DHL Packstation, per pacchetti non importa se grandi e piccini, larghi o stretti! Al centro in basso una bella buca per le lettere, mai che mandate una cartolina ai nonni! Niente code! Anche di notte o di domenica! Niente marche o francobolli: basta scannerizzare il codice di acquisto che ti arriva per mail o sull'app, la stazione ti stampa l'etichetta autoadesiva che incolli sul pacchetto o magari anche solo scrivi il codice # alfanumerico # sulla missiva! fai tutto da solo e non ti lamenti più dell'addetto dietro allo sportello che chiacchera col collega (però a te non ti pagano mica, neh! fai il loro lavoro gratis...) Servus, Njk1 punto
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Ho commesso un errore a non verificare sui testi e dare per buono ciò che diceva oppiano... Un errore da principiante che spero di non commettere ancora... Inoltre non avevo preso in considerazione la sigla del mastro di prova concentrandomi solo su quella del mastro di zecca... Ad ogni modo ringrazio di cuore tutti gli utenti che hanno apprezzato questa moneta, anche chi ha solo guardato le immagini...1 punto
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Vorrei puntualizzare che il nome del maestro di zecca è Orazio Celentano e non Calentano come scrive il Corpus. Il nome corretto lo si può trovare in Bovi, "Le monete napoletane di Filippo IV" (p. 10), nella monografia del Prota dedicata ai maestri e incisori della zecca partenopea (p. 21), nel catalogo della collezione Scacchi (vol. II, p. 158) e sul Magliocca per le vicereali (p. 197).1 punto
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Gentilissima @Manuelabrunacci Lei è certamente sulla buona strada, ed è abbastanza corretto il suo modo di operare, ma le occorre qualche consiglio e indirizzamento. Per prima cosa è necessario studiare e conoscere le tecniche e le problematiche di coniazione del periodo: in particolare i conii erano prodotti a mano con punzoncini parziali (per le figure, per le legende, per l'anno ...) ed è chiaro che se l'incisore avesse prodotto 100 conii essi sarebbero fra loro distinguibili per piccole differenze (anche se non volute, inevitabili). Dunque attenzione a non confondere le varianti maggiori di una moneta con quelle minori dei conii; nel primo caso si tratta di una differenza importante (cambio di punzone per le figure, lettering diverso, errori, ecc.) nel secondo piccole differenze che permettono di distinguere una moneta da un'altra e di attribuirla ad un determinato conio (talora questo tipo di esame può consentire di riconoscere autenticità o falsità di un esemplare). E' pur vero che alcune differenze "minori" sono state da qualcuno ipervalorizzate e considerate varianti numismatiche importanti (es. nella monetazione napoleonica la distanza dei caratteri della data, minore o maggiore; nella monetazione antica in cui, a ben guardare, spesso ogni moneta differisce da un'altra anche se del medesimo tipo) ma questo discorso è difficile, legato alla sensibilità individuale, a considerazioni economiche, talora ad ignoranza. In secondo luogo eviti un eccessivo numero di post (24 in 24 ore in questa discussione): non tutti abbiamo il tempo libero necessario per leggerli o approfondirli, e quanto ciascuno fa o scrive lo fa per passione e non si pretendano risposte rapide e analitiche da chi dedica il suo tempo al forum in maniera gratuita. Conviene piuttosto organizzare il lavoro prima e poi presentarlo (non in itinere ma già pressochè definitivo), altrimenti ne deriva la sensazione di confusione che @lorluke (e non solo lui) ha percepito. Poi non prenda tutto per vero e usi la critica che il buon senso, il confronto e l'esperienza possono trasmetterle; ad esempio: perchè tanti conii? perchè si rompevano e con ognuno potevano battersi 4-5.000 monete di grande modulo (molte di più se più piccole); ma se i conii sono così tanti è possibile una tiratura di soli 19.300 esemplari (anno 9) come indica il catalogo di lamoneta.it? Effettivamente no, ed infatti altri cataloghi (es. Gigante) indicano tirature ben superiori (46.000) e la facile reperibilità del pezzo (indicato a sproposito come R) suggerisce che verosimilmente anche tale numero sia sottostimato. E la moneta in catalogo di lamoneta.it è falsa? forse sì forse no (io propendo per il no -solo usurata- ma non l'ho in mano e non conosco il peso -ma potrebbe essere tosata). Lei ha l'occhio buono, e questo è utilissimo per classificare e periziare, però occorre farlo con pazienza, perchè la numismatica è una disciplina rilassante per noi che siamo comunque dilettanti, ed è poco opportuno indurre crisi d'ansia negli utenti del forum .1 punto
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Buona sera a tutti, Ciao Genny, ho rivoltato tutto ebay e siti vari, ma non sono riuscito a trovarne uno simile... Chissà se lo vedremo qui in sezione...1 punto
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Che meraviglia e che fascino hanno le monete fuse romane repubblicane . Trasmettono tutta la semplicita' , la essenzialita' e il carattere indomito dei prisci romani . Mi piace moltissimo , complimenti per i tuoi acquisti sempre mirati .1 punto
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DE GREGE EPICURI Oggi vi mostro questa gradevole "Sfinge di Castulo", di notevoli dimensioni (33 mm) e del peso di 30,26 g. Al D, il consueto ritratto a destra, considerato "augustiforme" ma, in questo caso, forse non collegato al primo imperatore: è un'emissione del 1° secolo a.C., considerata celtiberica. Bisogna dire però che emissioni successive (dei primi decenni del 1° secolo d.C.), non molto diverse,sono considerate come ritratti di Augusto. Non leggo iscrizioni. Al R., la c.d. sfinge alata con testa umana ( ornata da una piuma?), alla cui destra c'è una stella; una M sotto la zampa. All'esergo sembra di scorgere quanto resta di una scritta (celtiberica?) Dovrebbe trattarsi della Burgos 549.1 punto
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"Roma mint" non so, onestamente. Avevo letto che dovrebbero essere emissioni spagnole.1 punto
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