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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/19/24 in tutte le aree
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Buonasera a tutti. Ferdinando IV, Piastra 1815 variante "busto stretto".4 punti
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Scusa, ma da dove ti arrivano queste affermazioni che suonano come sentenze??? Basta guardare su acsearch e di 5 lire 1937 in bb o meno ce ne sono a quintalate!! https://www.acsearch.info/search.html?term=5+lire+1937+BB&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=04 punti
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Martedì 24 settembre dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Le monete milanesi di Carlo V" tenuta da Antonio Rimoldi. Antonio Rimoldi è uno studioso, collezionista e commerciante numismatico specializzato nella variegata monetazione milanese. Al suo attivo diverse pubblicazioni, sia di carattere scientifico che divulgativo, ultima sua fatica la pubblicazione del libro "Le monete milanesi di Carlo V". La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nei primi giorni di settembre.2 punti
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Ma poi vorrei vederlo un falso del 5 lire famiglia (personalmente mai visto) che non sia uno di quelli in stagno piombo riconoscibili da 1 km... Marco2 punti
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Salve Chiedo cortesemente maggiori info tecniche su questo biglietto postale. Grazie a chi interverrà, oltre al maestro @PostOffice 😉2 punti
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Prima di congedarmi definitivamente da questa discussione, consiglio inoltre la lettura di questo articolo intitolato "Errori di coniazione e varianti di conio" presente sul sito internet della numismatica Ranieri: "Errori di coniazione Per quanto l'uomo abbia sempre evoluto il proprio lavoro grazie alle macchine, sicuramente più precise, l'errore umano è sempre stato presente, duemila anni fa come oggi. E così che possiamo notare, anche nelle pubblicazioni di vendita, monete romane «curiose» in quanto recanti al rovescio, al posto dell'originaria impronta, la raffigurazione del diritto, INCUSA e speculare. Si tratta, molto banalmente, di un errore umano: la moneta già coniata non è stata tolta e di conseguenza il nuovo tondello poggiandovi sopra, non ha ricevuto l'impronta del conio bensì quella della moneta sottostante. Chi pensa che l’errore, grazie appunto alla moderna tecnologia, sia completamente scomparso deve purtroppo ricredersi. Al contrario le monete della REPUBBLICA ITALIANA che presentano evidenti errori di battitura sono quasi all’ordine del giorno; notizie amplificate grazie anche al notevole interesse che con questi “svarioni” riscuotono presso gli appassionati. Monete decentrate, mal tagliate, coniate con metalli differenti dall'originale o mancanti in parte dell'immagine sono solo alcuni dei possibili errori riscontrabili. Le varianti di conio Quando un conio si logora a seguito dell’usura, bisogna provvedere alla sostituzione con uno nuovo, in tutto uguale al precedente. Se, per un errore di chi lo ha approntato, il conio sostitutivo non è perfettamente identico al campione, gli esemplari che ne usciranno presenteranno delle varianti di conio rispetto ai campioni. La mancanza di una lettera nella legenda (.....AVG invece di AVGG) o una leggera differenza nella dimensione della testa ne sono l'esempio. Si può quindi riassumere che una moneta è variante rispetto all'originale quando presenta una o più lievi differenze, spesso ravvisabili solo con il confronto diretto. Quando queste differenze diventano lampanti ed importanti (vedi la testa volta da una parte anziché dall'altra) allora si parla di tipo diverso." https://mobile.numismaticaranieri.it/news/66-errori-di-coniazione-e-varianti-di-conio.aspx2 punti
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Concordo che nella numismatica non sempre si può essere tutti d'accordo. D'altro canto, però, in quanto disciplina scientifica, è forse bene ricordare che esistono delle regole. A tal proposito, credo che possa essere utile a tutti cercare di chiarire cosa sono le varianti di conio. Mi permetto di riportare la definizione presente sul catalogo Gigante: "Si classificano come varianti di conio quelle monete che, rispetto al tipo stabilito, hanno subito, per opera dell'incisore, una volontaria ed evidente modificazione di alcune caratteristiche di ordine grafico. È opportuno mantenere in limiti abbastanza stretti la catalogazione delle varianti ai singoli tipi in base agli stessi criteri già adottati dal CNI, dal Cagiati, dal Pagani, dal D'Incerti e dal Traina: testo delle legende (compresi gli errori di punzonatura del dritto e del rovescio ma non quelli del taglio), dimensioni del tipo e dei caratteri usati, punteggiatura, verso in cui è incisa la legenda o l'iscrizione. Non si ritiene opportuno tenere conto di quelle variazioni risultanti dal mancato allineamento della punteggiatura (che va sempre intesa come posta centralmente), per cui un punto risulta più o meno alto degli altri; allo stesso modo non si deve tenere conto della diversa posizione degli elementi mobili del conio (date e marchi di zecca o del personale di zecca). Infine, non si devono tenere in alcuna considerazione le curiosità dovute ai difetti di produzione, alle escrescenze di metallo, alla consunzione e/o rottura del conio o del tondello; così come non dovranno essere tenute in considerazione la mancata battitura del tema del contorno, le ribattiture occasionali, le produzioni in incuso e gli assi di conio non conformi al tipo. Se una moneta è stata emessa con un determinato tipo di contorno (ad esempio liscio) e successivamente è stata ritirata per essere ristampata con un bordo diverso (ad esempio rigato), gli esemplari non ristampati, che continuano a presentare il contorno originale (nel nostro esempio liscio), costituiscono una variante di conio. Discorso diverso, invece, per le monete ristampate che presentano leggere o evidenti tracce del conio precedente, le quali non rappresentano delle varianti di conio ma solo monete ristampate male. Una parte mobile del conio ristampata su una diversa (marchi di zecca o date) costituisce una variante, così come la mancanza di una parte mobile del conio. I conî delle monete subiscono una manutenzione da parte dell'incisore atta al “miglioramento” del conio stesso, che, di fatto, ne migliora le caratteristiche, le proporzioni e, delle volte, corregge addirittura gli errori commessi in precedenza dall'incisore. Ad esempio, i punzoni delle monete coniate per la Repubblica italiana sono unici. Accadeva però che ogni anno essi venivano riutilizzati per i nuovi conî (con un conio erano prodotte circa 200.000 monete) i quali potevano subire alcuni piccoli ritocchi. Le differenze che si possono riscontrare in alcune monete sono quindi dovute a queste lievi modifiche, ma anche, e soprattutto, agli effetti meccanici della coniazione: lunghezza di colli diversi, lobi di orecchi diversi, riccioli dei capelli diversi ecc. Queste particolarità possono essere dovute essenzialmente a differenze, anche piccole, di pressione in fase di coniazione e non sono da considerarsi varianti di conio che, al contrario, devono essere evidenti e volute dall'incisore. Questo tipo di particolarità sono tenute in grande considerazione unicamente dai possessori delle monete che le presentano; tuttavia, queste curiosità, oltre a non avere alcun interesse di carattere strettamente numismatico, non godono neppure dell'interesse del mercato, il quale non sembra apprezzare e valorizzare ogni minimo cambiamento che può presentare una moneta." https://catalogogigante.it/monete-italiane/varianti#:~:text=Si classificano come varianti di,alcune caratteristiche di ordine grafico.2 punti
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Buon giorno. Bella moneta, la piccolina di una grande serie. Se non da tutta la serie, che è un po' impegnativa, potrebbe essere accompagnata dall'abbordabile due lire. Cordiali saluti. Gabriella2 punti
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Medaglia devozionale e celebrativa, , ottone/rame, seconda metà del XIX sec. - D/ Madonna SS. Addolorata che si venera in Bisceglie ( provincia di Barletta-Andria- Trani) di cui è compatrona e protettrice.- R/ I tre Santi Martiri protettori di Bisceglie che sono da SX: San Pantaleone, S. Mauro Vescovo, S. Sergio, come si evince dalla scritta, fu commissionata da un privato cittadino, di nome Mauro Cocola in Francesco come atto di fede e devozione. Medaglia non comune! . Ciao Borgho2 punti
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La storia del Sud America dopo l'indipendenza dei suoi paesi presenta molti spunti politici e numismatici interessanti. In particolare ci furono vari progetti o tentativi di unioni che non ebbero successo, di cui il più famoso è senza dubbio la República de Colombia, detta comunemente Gran Colombia, creata dal celebre Simón Bolívar come unione federale fra Colombia, Venezuela ed Equador fra il 1819 e il 1831. Ma per iniziare parlerò sinteticamente di un tentativo meno noto, quello della Confederación Perú-Boliviana. Esistita fra il 1836 e il 1839, era formata da tre membri: Stato Nord peruviano, Stato Sud peruviano e Stato Boliviano, di cui i primi due furono appositamente costituiti nel 1836. Il caos in cui versava il Perù fin dal 1835 a causa del colpo di stato del generale Felipe Santiago Salaverry culminò nel patto fra il presidente legittimo, Luis José de Orbegoso, e il presidente della Bolivia, generale Andrés de Santa Cruz, per unire le due repubbliche seguendo un sentimento diffuso fra molti politici influenti dell'epoca. Il progetto fu spinto anche da Simón Bolívar, che lo vedeva come una tappa verso l'unificazione con la Gran Colombia sulla via della formazione della Federación de los Andes, a sua volta concepita come base per una possibile futura unione politica dell'intero Sud America. Salaverry si scontrò con Santa Cruz, che aveva attraversato il confine peruviano-boliviano col suo esercito su richiesta di Orbegoso. Nella battaglia decisiva di Socabaya vinse Santa Cruz: Salaverry fu processato e condannato a morte per tradimento e insubordinazione. Il 28 ottobre si costituì la Confederazione Perù-Boliviana, di cui Santa Cruz era a capo con ampi poteri, retta con la costituzione del 1837. Stato Nord peruviano Stato Sud peruviano Stato Boliviano Ognuno dei tre aveva una monetazione a sè stante. 8 reales nordperuviano: 8 reales sudperuviano: 8 soles boliviano: Tutto finì per mano del maresciallo peruviano Agustín Gamarra, non ostile all'idea generale di unione ma contrario alla divisione del Perù, che insieme ai peruviani contrari a Santa Cruz e ai governi del Cile e dell'Argentina dichiarò guerra al governo della confederazione. L'Esercito Unito di Restauro, formato dall'esercito cileno e da truppe peruviane al comando di Gamarra e del generale cileno Manuel Bulnes, sconfissero l'armata della confederazione, composta dall'esercito boliviano e dalle truppe confederate peruviane, nella battaglia di Yungay a gennaio del 1839. Il 25 agosto Gamarra proclamò sciolta la confederazione e riunificato il Perù. Lo stesso Gamarra iniziò nel 1841 una guerra d'annessione contro la Bolivia, ma morì in battaglia. Ci fu un secondo tentativo nel 1880, quando i presidenti dell'epoca del Perù e della Bolivia idearono la federazione degli Estados Unidos Perú-Bolivianos fra i due paesi, ma il progetto non fu attuato a causa dei disordini provocati dalla Guerra del Pacifico contro il Cile.1 punto
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Proseguendo nella ricognizione dei vecchi francobolli del vecchio ellenofilo, quale ero e sono, 4 valori dedicati, non so in quale anno, dalla Grecia ai suoi ( nostri ) antichi miti, con i personaggi di Narciso, Apollo, Afrodite e Pan, accostati ai loro fiori e frutti .1 punto
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Questo bassorilievo raffigurante la Sfinge guardiana è il pannello sinistro di un timpano dell'edificio H dell'acropoli di Xantos (Licia) risalente al 460 a.C. Rinvenuto nel 1848 da una missione archeologica francese è ora conservato al British Museum.1 punto
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Buona sera, moneta autentica anche per me, anche se sulla conservazione non mi esprimo per via delle foto, da migliorare, una volta a casa (a proposito, auguri di una veloce guarigione). Le monete del 36 e del 37 finirono tutte o comunque in larghissima parte in circolazione, e furono tesaurizzate in massa con l'inizio della guerra. Per questo motivo una moneta pur rara in orginine, come quella del 37, è oggi sostanzialmente di facile reperibilità. Mio nonno, che non era un collezionista, ma conservava ciò che lo incuriosiva, mi fece trovare un 5 lire del 36 e un 5 lek in argento albanese del '39. Sintomo che almeno fino al '39 tali monete in qualche modo si trovavano nel circolante.1 punto
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Ma chi l'ha detto che gli artefatti li fanno solo in zecca? Puoi indicare la bibliografia a cui ti appoggi per fare una simile affermazione? Non facciamo confusione per favore. Artefatto è un intervento estraneo alla fase di coniazione della moneta e può essere eseguito in qualsiasi momento e da chiunque, tramite incisione (lettere, frasi o disegni), imposizione di punzoni o, come in questo caso, sovrastampa in negativo di altri caratteri... Mario1 punto
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Sembra questa... https://www.ebay.it/itm/226242110626?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=lVwJKno8Si-&sssrc=4429486&ssuid=5PeKF94oQg6&var=&widget_ver=artemis&media=COPY Oppure questa che presenta tracce di argentatura... https://www.ebay.it/itm/383812437639?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=T5lqIiCAT9C&sssrc=4429486&ssuid=5PeKF94oQg6&var=&widget_ver=artemis&media=COPY1 punto
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Ciao, è probabilmente una moneta coniata a Milano durante l'invasione spagnola,forse filippo III o IV...1 punto
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Concordo; come per le vecchie monete anche i pesi monetali potevano avere diverse varianti1 punto
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In ogni monetazione ci sono monete comuni e monete rare. Pagano è una di quelle rare. Perchè è così? Perchè Pagano ha coniato di meno o perchè le sue monete furono ritirate e fuse per farne nuovi denari. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno Chiedo cortesemente info su questo documento postale. Grazie molte @PostOffice a tutti.1 punto
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Ovviamente l'inserzione è una delle millanta bufale che si trovano... Questa moneta è stata coniata in rame e in bronzo (in realtà bronzo/alluminio); la tua (giallina) è ovviamente quest'ultima versione, il bordo era liscio. Scheda su UCoin (dove trovi anche un valore di mercato approssimativo): https://it.ucoin.net/coin/italy-10-centesimi-1939-1943/?tid=129701 punto
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Siore e siori, ecco a voi la DE-Post / DHL Packstation, per pacchetti non importa se grandi e piccini, larghi o stretti! Al centro in basso una bella buca per le lettere, mai che mandate una cartolina ai nonni! Niente code! Anche di notte o di domenica! Niente marche o francobolli: basta scannerizzare il codice di acquisto che ti arriva per mail o sull'app, la stazione ti stampa l'etichetta autoadesiva che incolli sul pacchetto o magari anche solo scrivi il codice # alfanumerico # sulla missiva! fai tutto da solo e non ti lamenti più dell'addetto dietro allo sportello che chiacchera col collega (però a te non ti pagano mica, neh! fai il loro lavoro gratis...) Servus, Njk1 punto
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@Giovanni ciko Buongiorno. Una delle monete più belle di Vittorio Emanuele III, un ottimo punto di partenza dal quale cominciare... Tanta storia e tanti simboli a portata di tutti, essendo una moneta che anche FDC si compra a 50 euro circa. Un saluto cordiale e a presto.1 punto
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e lo so; sono i tristi tempi che ci tocca vivere....dove tutto é merce un caldo saluto 😅1 punto
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si d'accordo, ma bisogna lavorare bene, su coloro che si avvicinano alla Numismatica: fare informazione, insistere sugli aspetti storici e umani e soprattutto, nel dire che questa disciplina, non significa "vendere monete" per caso ritrovate, per lucro. saluti1 punto
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Si d'accordo, ma diamo false speranze di valore a monete che non ne hanno. Si vede benissimo che sono monete circolate e usurate, senza ulteriori foto. saluti1 punto
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238 L'anno dei sei imperatori "Dopo che Massimino ebbe ridotto la maggior parte delle famiglie più facoltose alla povertà, egli cominciò a ritenere che ciò fosse insignificante o poco importante, e non sufficiente a soddisfare i suoi desideri. Così si rivolse al tesoro pubblico e cominciò ad espropriare denaro cittadino, che era stato raccolto per essere distribuito al popolo romano attraverso i congiaria (distribuzioni alimentari e in denaro), oltre a fondi messi da parte per rappresentazioni teatrali e spettacoli." (Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, VII, 3.5) I costi crescenti delle guerre, condotte prima lungo il limes renano e poi danubiano, costrinsero Massimino a confiscare nuovi beni anche ai provinciali. Le offerte nei templi, le statue degli dei, gli ornamenti in pubblici edifici e a fonderli in nuove monete al fine di “mantenere la fedeltà” dei suoi soldati con stipendia e donativa. Ciò portò ad un'aperta rivolta anche da parte di provinciali e della stessa plebe locale, i cittadini arrivarono a farsi uccidere piuttosto che permettere che i propri templi venissero profanati. Gli stessi soldati di Massimino iniziarono a mostrare dissenso poiché sapevano che, i loro familiari, rischiavano di essere uccisi dai loro stessi commilitoni in caso di opposizione al nuovo regime imperiale. Nessuno ebbe, però, il coraggio di ribellarsi apertamente fino alla fine del suo terzo anno di regno, era il marzo del 238. Massimino il trace, sesterzio SALVS AVGVSTI Frattanto, lungo il fronte orientale, negli anni 237-238 le città della provincia romana di Mesopotamia, Nisibi e Carrhae, furono assediate e occupate dai sasanidi. Non a caso anche Erodiano suggerisce che i sasanidi rimasero tranquilli per tre o quattro anni dopo le campagne di Alessandro Severo del 232, il cui esito finale fu assai incerto per le due parti. All'inizio del 238 (all’incirca a marzo), nella provincia d'Africa, l’estorsione di un funzionario del fisco (il Procurator Augusti del distretto di Cartagine) che per mostrarsi zelante a Massimino, attraverso una sentenza, comprata in una corte corrotta, contro proprietari terrieri locali, accese una rivolta generale nell'intera provincia. I proprietari terrieri armarono i loro "clienti" e contadini, oltre ad alcuni militari e, prima uccisero il funzionario corrotto e poi presero Tisdrus (l'odierna El Djem) e proclamarono imperatore il governatore della provincia africana, Gordiano I (all'epoca ottantenne). Quest'ultimo, anche se inizialmente non voleva indossare la porpora imperiale, tanto da essere stato minacciato con le armi nel caso non avesse accettato, in seguito accettò il titolo di Augusto insieme al figlio, Gordiano II, nella città di Tisdrus. Poi decise di inviare alcuni ambasciatori a Roma per trovare consensi (tra cui il futuro imperatore Valeriano), e dispose di occupare la stessa Cartagine. Gordiano I, sesterzio SECVRITAS AVGG Poco dopo il prefetto del pretorio di Massimino, Vitaliano, veniva ucciso a Roma da alcuni sicari li inviati da Gordiano I; molti amici di Massimino furono messi a morte (tra procuratori e magistrati), compresi molti innocenti, come pure il Praefectus Urbi Sabino, ucciso dalla folla in una sommossa. Il Senato di Roma riconobbe, quindi, i due nuovi imperatori come Augusti (promettendo, addirittura, al nipote tredicenne Gordiano III, pretura, consolato e titolo di Cesare), dichiarando Massimino hostis (nemico dello stato) e chiedendo, infine, l'aiuto di tutte le province affinché combattessero per la comune salvezza e libertà, ricevendo la quasi totale adesione, con la messa a morte di numerosi funzionari, amici, generali e militari fedeli a Massimino. Le onorificenze militari di quest'ultimo vennero, inoltre, revocate, il suo nome e quello di suo figlio furono cancellati dalle iscrizioni e dai papiri, le sue statue abbattute e i dipinti celebranti le sue vittorie sui germani, che adornavano la Curia, furono staccati e bruciati. Massimino, venuto a sapere di questi eventi, preferì riflettere per un paio di giorni con i suoi consiglieri, piuttosto che reagire in modo irrazionale. Poi decise di marciare verso l'Italia con l'intero suo esercito e alcuni contingenti di mauri, galli e alleati germani appena sottomessi, dopo aver fatto alle truppe un nuovo donativum. E prima di partire pronunciò questo discorso alle truppe schierate: "Sono sicuro che ciò che vi sto dicendo sarà per Voi [soldati] incredibile e inaspettato. Secondo me ha dell'incredibile, come pure appare ridicolo. Qualcuno sta levando le armi proprio contro di Voi e il vostro coraggio. Ma non i germani, che avete sconfitto in molte occasioni, neppure i sarmati, che regolarmente hanno chiesto la pace. I persiani dopo la loro recente invasione della Mesopotamia, sono ora calmi e contenti dei loro possedimenti. Il fatto che stiano in queste condizioni, è dovuto alla vostra reputazione per il coraggio con cui combattete, oltre all'esperienza del mio comando, quando fui comandante delle legioni che si trovano lungo il fiume [Eufrate]. Non sono quindi loro, ma i Cartaginesi che sono impazziti. Essi hanno persuaso o forzato un uomo debole e vecchio, che è uscito di senno per la vecchiaia, a diventare imperatore, quasi fosse un gioco in una processione. Ma che sorta di armata hanno messo insieme, quando i littori sono sufficienti a mala pena a servire il loro governatore? Quale sorta di armi utilizzano, non avendo nulla o forse solo le lance utilizzate negli scontri tra gladiatori e bestie? La loro sola esperienza di combattimento è nei cori o nelle battute spiritose o nelle danze. [...] Queste sono le persone contro cui noi dobbiamo combattere una guerra, se "guerra" è la parola corretta per definire ciò. Sono convinto che dovremo marciare verso l'Italia, fino a quando ciascuno di loro non si presenti a noi con un ramo d'ulivo e ci porti i propri figli, chiedendo il perdono e inginocchiandosi ai nostri piedi. Gli altri invece scapperanno, perché sono dei poveri codardi. Io allora distribuirò a tutti Voi le loro proprietà, e voi potrete prenderle e rallegrarvi senza alcuna riserva." (Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, VII, 8.4-8) Gordiano II, sesterzio ROMA AETERNA Dopo questo discorso alle truppe, Massimino si mise in marcia per l'Italia, portando con se' anche numerose macchine d'assedio, che però rallentarono non poco la marcia. Ciò lo convinse ad inviare, come avanguardia, le legioni pannoniche, affinché cominciassero ad occupare le prime postazioni in Italia, mentre la grande armata stava sopraggiungendo. Le unità pannoniche, non solo negli anni si erano dimostrate a lui estremamente fedeli, ma per prime si erano dichiarate favorevoli alla sua elezione ad Imperatore. Frattanto a Roma il Senato si esprimeva in questi termini, secondo la Historia Augusta: "Il Senato ed il Popolo romano, grazie ai principi Gordiani, avendo deciso di liberarsi da quella belva ferocissima [di Massimino], augurano ai proconsoli, governatori, legati, generali tribuni, magistrati, singole città, municipi, fortezze, villaggi, castelli quella prosperità che ora stanno cominciando a godere. Grazie al favore degli dei, abbiamo avuto quale imperatore il proconsolare Gordiano, uomo integerrimo e senatore di grandi principi morali, a cui abbiamo conferito il titolo di Augusto, non solo a lui ma anche al figlio, nobile e giovane Gordiano, a ulteriore protezione della Repubblica. Ora a voi sta dare il vostro assenso alla lotta per la salvezza della Repubblica, per impedire ogni scelleratezza e difenderla da quella belva e dai suoi amici, ovunque essi siano. Noi abbiamo dichiarato Massimino e suo figlio nemici pubblici (hostis)." (Historia Augusta - I due Massimini, 15.6-9) La rivolta in Africa fu il risultato di un episodio non programmato. Il comandante di una parte della Mauretania, chiamata Numidia, il senatore Capelliano, fedele a Massimino, sbaragliò prima le milizie di Gordiano II che morì nel corso della battaglia di Cartagine, poi indusse il padre, Gordiano I, a togliersi la vita impiccandosi, ponendo così fine alla loro rivolta. Allora Capelliano, risultato vincitore in nome di Massimino, mise a morte tutti coloro che avevano appoggiato Gordiano I in Africa, distrusse città, saccheggiò templi, distribuì ai suoi soldati i dona votiva, fece quindi strage tra la plebe cittadina e la nobilitas delle città. Si preparava, infine, ad assumere il potere imperiale, nel caso in cui Massimino fosse morto. Intanto Massimino, preso da una terribile collera contro il suo stesso figlio Massimo, il quale, a suo tempo, si era rifiutato di recarsi a Roma, lasciando così ai senatori mano libera nella capitale, decise di marciare con le sue legioni pannoniche sulla "città eterna", dopo aver distribuito un nuovo e ricco donativum ai suoi soldati. Temendo ora la naturale reazione di Massimino, che si stava preparando per una marcia contro Roma, ora che i due Gordiani erano morti, i senatori decisero di continuare la resistenza eleggendo co-imperatori ed Augusti due di loro, Pupieno (che era stato praefectus Urbi) e Balbino (tardo aprile, inizi di maggio 238). Tuttavia una fazione a Roma preferì il nipote di Gordiano I, Gordiano III, tanto che ci furono duri combattimenti nelle strade di Roma: Balbino e Pupieno accettarono, allora, di proclamare il giovane Gordiano III Cesare. Balbino, sesterzio PROVIDENTIA DEORVM I tre avversari di Massimino potevano contare su milizie formate da coscritti e da gruppi di giovani, mentre l'imperatore aveva a propria disposizione un grande esercito che veniva da anni di guerre. Massimino, avendo ormai capito, che l'odio che il Senato di Roma aveva nei suoi confronti "non avrebbe avuto più fine”, decise di marciare rapidamente su Roma per spazzare via i suoi oppositori. Giunto in prossimità di Emona, pensava di trovarvi un esercito pronto a combatterlo, e invece, scoprì che tutti gli abitanti della regione si erano ritirati in città, portando via tutto ciò che poteva fornire vettovagliamento per il nemico. Ciò generò i primi malcontenti tra i suoi soldati, inizialmente contenuti in silenzio, poi sfociati in contestazioni verso il loro comandante. Molti affermano che Massimino trovò invece Emona, vuota e priva di ogni genere alimentare, poichè ogni cosa era stata distrutta preventivamente dagli abitanti, che poi avevano abbandonato la città. Massimino se ne rallegrò, credendo che l'intera popolazione fosse fuggita al suo arrivo. Dopo aver soggiornato una notte, si rimise in marcia e passò le Alpi, senza incontrare alcuna opposizione. Pupieno, sesterzio PAX PVBLICA Quando l'esercito di Massimino giunse in vista di Aquileia, posta all'incrocio di importanti vie di comunicazione e deposito dei viveri e dell'equipaggiamento necessari ai soldati, la città chiuse le porte all'imperatore, guidata da due senatori incaricati dal Senato, Rutilio Pudente Crispino e Tullio Menofilo, i quali disposero molti uomini armati lungo l'intero percorso delle mura, che nel frattempo erano state rinforzate. Massimino prese allora la decisione a lui fatale: invece di scendere rapidamente sulla capitale con un contingente, mise personalmente sotto assedio la città di Aquileia, permettendo ai suoi avversari di organizzarsi: Pupieno, a cui era stata affidata la conduzione della guerra raggiunse Ravenna, da cui diresse la difesa della città assediata. Balbino era preposto alla difesa di Roma, dove fronteggiò una rivolta cittadina. Sebbene il rapporto di forze fosse ancora a vantaggio di Massimino, il difficile e prolungato assedio che si protraeva senza risultato, malgrado ci fosse stato un segnale di cedimento, poi rientrato, da parte della popolazione della città ad arrendersi, la penuria di viveri e la rigida disciplina imposta dall'imperatore (portando anche all'assassinio di alcuni generali delle legioni pannoniche), causarono l'ostilità delle truppe verso l'imperatore. Si aggiunga il fatto che il Senato di Roma aveva inviato, ex-pretori ed ex-questori, in tutte le città dell'area intorno ad Aquileia, per predisporre ovunque misure di sicurezza atte a difendere ogni cosa da possibili attacchi di Massimino, tanto che quest'ultimo si trovò nella posizione critica di essere egli stesso assediato, con l'intero mondo romano ostile. I soldati della Legio II Parthica (solitamente di stanza nei castra Albana), presi dal timore, verso mezzogiorno, durante un momento di pausa del combattimento, strapparono le sue immagini dalle insegne militari, per segnalarne la deposizione, poi lo assassinarono nel suo accampamento, assieme al figlio Massimo, mentre i due erano coricati sotto la tenda (10 maggio 238). Poi infilate le loro teste in cima a delle picche, ne fecero mostra agli Aquileiensi. "[...] lo stesso Massimino, quando si trovò abbandonato e vide il figlio ucciso sotto i suoi occhi, si diede la morte con la propria mano, affinchè non gli toccasse in sorte una morte indegna di un uomo." (Historia Augusta - I due Massimini, 32.5) Secondo, invece la versione Zosimo, una volta che Massimino si accorse di essere in grave pericolo per la sua vita: "[...] Massimino, condusse il proprio figlio come supplice, davanti ai soldati, pensando che la sua giovane età sarebbe stata sufficiente a cambiare il loro odio in compassione. Ma i soldati assassinarono con grande ferocia sia il ragazzo, sia subito dopo Massimino. Uno di loro si fece avanti e gli staccò la testa [di Massimino] e la portò a Roma, come evidente segno di vittoria." (Zosimo, Storia nuova, I, 15.1-2) Massimo, sesterzio PIETAS AVG A Roma allora vennero subito abbattute le sue statue ed i suoi busti, mentre il suo prefetto del pretorio fu assassinato assieme ad altri suoi amici. Poi le teste dei due ex-sovrani, padre e figlio, furono inviate nell'Urbe, mentre i loro corpi furono mutilati e dati in pasto ai cani. Il Senato elesse imperatore il tredicenne Gordiano III e ordinò la damnatio memoriae per Massimino. "Questa fu la fine dei Massimini, degna della crudeltà del padre, ma ingiusta nei confronti della bontà del figlio. La loro morte suscitò grande gioia tra i provinciali, e profondo dolore tra i barbari." (Historia Augusta - I due Massimini, 24.1) Gordiano III, sesterzio IOVI STATORI Pupieno e Balbino sconfissero Massimino Trace principalmente grazie alla diserzione di alcune legioni, in particolare della Legio II Parthica, che assassinò Massimino. Il regno di Pupieno e Balbino fu minato fin dall'inizio da ribellioni popolari, dal malcontento nelle legioni ed anche da un enorme incendio che divorò Roma nel giugno del 238. Il 29 luglio Pupieno e Balbino furono uccisi dai pretoriani e Gordiano III, giovanissimo, fu proclamato imperatore, riconosciuto anche dal Senato. In suo onore furono organizzati gare sceniche e ginniche. Pupieno e Balbino furono colpiti dalla damnatio memoriae; le famiglie senatorie che erano state al potere sotto la dinastia dei Severi mantennero i propri posti e detennero il potere effettivo, controllando, di fatto, il giovanissimo imperatore. (Liberamente tratto dalla Wikipedia, immagini acsearch) Ave! Quintus1 punto
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Intendi l'iconografia con i tre reggenti e la dedica agli Augusti? Dopo l'aprile 238 furono elettivi due Augusti coreggenti (Balbino e Pupieno) e un Cesare (Gordiano). Saluti Illyricum1 punto
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È una moneta ancora degna di essere collezionata: è attorno al BB (qualcosa meno, purtroppo ha vistosi segni di usura,niente lustro, ma in compenso sembra sia stata lucidata). Riporto per confronto un esemplare in buona conservazione:1 punto
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Salomè è descritta nei Vangeli (Matteo 14 e Marco 6) solo come la figlia di Erodiade che chiese a Erode Antipa la testa di Giovanni Battista in cambio della danza osé della figlia per il re. Il nome di Salomè è fornito da Giuseppe in Antichità 18.5, dove ci informa anche che da grande sposò il prozio Filippo il Tetrarca e, dopo la morte di Filippo, il cugino Aristoboulos, che compare sul dritto di questa moneta e con cui Salomè ebbe tre figli. Aristoboulos era figlio di Erode V di Calcide e pronipote di Erode I, e fu nominato re dell'Armenia Minore nel primo anno di regno di Nerone. La presente emissione fu battuta nel 66/7 d. C. (anno 13 del regno di Aristoboulos), il primo anno della guerra giudaica e a circa 40 anni dall'esecuzione di Giovanni Battista, datata provvisoriamente tra il 25 e il 29 d. C. Hendin (5a ed., p. 275) suggerisce che Aristoboulos abbia coniato questo numero per scopi propagandistici e politici, nel primo anno di guerra, come dimostrazione di fedeltà a Roma e al suo patrono Nerone. Al momento della pubblicazione di RPC che citava tre esemplari noti di questo tipo, la data era fuori dal tondello su due pezzi e l'unico esemplare con data parziale era stato letto provvisoriamente come data Α o Η (RPC p. 570). Frank Kovacs scoprì successivamente un esemplare con una chiara data 13 (Hendin p. 275, pl. 24, stesso conio di dritto della moneta in esame), e l'opinione di Kovacs era che le altre date riportate fossero molto probabilmente letture errate di quella data. La pubblicazione di ulteriori esemplari ha confermato l'opinione di Kovacs e ora è chiaro che tutte le monete di questo tipo sono datate al 13° anno. Il caso vuole che questa emissione riporti l’anno di regno 13 (AD 66/7), lo stesso anno della moneta dell’Ashmolean Museum che ho postato nella discussione https://www.lamoneta.it/topic/224803-non-so-cosa-sia/ nella forma L ΙΓ = Anno I (Iota = 10) Γ (Gamma = 3). Sul bronzo di Aristobulo la data è alla fine della legenda al dritto BACIΛEΩC APICTOBOYΛOY ET IΓ. Nel sistema di numerazione greco (numerazione ionica) si faceva uso di 27 lettere prese dall’alfabeto classico e dall’alfabeto arcaico e la scrittura di un numero si otteneva per giustapposizione di queste lettere (sistema additivo). apollonia1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Estonia Anno: 2020A Tiratura: 750.000 Condizioni: BB Città: Milano Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2023 Tiratura: 1.000.000 Condizioni: BB++ Città: Milano Note: NEWS!!! Taglio: 2 euro Nazione: Olanda Anno: 2007 Tiratura: 100.000 Condizioni: BB Città: Milano1 punto
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Dal regno dei Seleucidi di Siria, un esemplare di tetradrammo di notevole gusto ellenistico, con al diritto i busti di Antioco VIII e Cleopatra Tea ed al rovescio Zeus seduto, contornato da leggende . Sarà posdomani il 20 Luglio, in vendita E-Rez Duo 12 al n. 70 .1 punto
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Le nostre..che tra non molto saranno sostituite dalle smart box.. con l' orologio e la temperatura.. immaginate che progresso .. cosa che oggigiorno e' su tutti i telefoni. Credo sia una smart idea per spendere denaro pubblico inutilmente.1 punto
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Peso monetale della mezza di Spagna. https://www.numismaticavaresina.it/pesi-monetari/48754/peso-monetale-mezza-spagna-gr-13-52.html#:~:text=Peso Monetale%3A "Mezza Spagna",13%2C52 Mario1 punto
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Ciao @Massimiliano Tiburzi La moneta è dell' anno 1942 considerata R2. Solo 5 euro spero proprio di no, vale sicuramente molto di più anche se in bassa conservazione. Le foto non permettono di valutarla al meglio, quello che vedo è una moneta molto sporca ma che potrebbe con foto migliori essere superiore al BB. un caro saluto1 punto
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Come ho spiegato più nel dettaglio qui , l'Argentina rivendica uno spicchio di Antartide e negli anni '2000 sottolineò questa situazione anche sulle monete da 2 pesos in corso all'epoca. Il settore antartico rivendicato dall'Argentina (ufficialmente Antártida Argentina ) è un dipartimento della Provincia di Terra del Fuoco, Antartide e Isole dell'Atlantico del Sud, parte integrante del territorio nazionale (status non riconosciuto a livello internazionale) dal 1904. Bandiera e stemma della Provincia di Terra del Fuoco, Antartide e Isole dell'Atlantico del Sud:1 punto
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Scusami Cremuzio, ma sono d'accordo con Zenzero. Se insegniamo ai neofiti a fare interventi invasivi, diamo un messaggio sbagliato. Se originale, l'incisione la deturperebbe irrimediabilmente. Potrebbe trattarsi di un falso coniato, ma andrebbe verificato de visu. La porterei da un perito. La mancanza di argentatura è certamente insolita. Simone, potresti pubblicare una foto dei bordi?1 punto
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Il Montenegro riporta per tutti e tre gli anni (1918,1919 e 1920) l'esistenza di esemplari col contorno rigato. Per i primi due anni dà un valore R2 per quanto concerne la rarità ed una valutazione economica per tutti i gradi di conservazione, mentre per l'ultimo arriva ad R4 e non riporta valori economici. Non aggiunge nulla nelle note. Pur non avendo avuto mai occasione di vedere un 1920 "rigato", ho sentito sempre dire che i tondelli usati furono nuovi, ma che qualche "vecchio" 20 Centesimi di Umberto, avanzato dalle coniazioni precedenti, sia stato utilizzato. Non sono varianti, ma curiosità o, se vogliamo, errori di conio in quanto non è stata cancellata interamente la vecchia impronta. Non è quindi possibile avere una precisa quantificazione degli esemplari anche perché bisogna sottolineare che gli esemplari considerati sono quelli che presentano una rigatura completa e che quelli "parziali" non hanno valore aggiuntivo. Discorso a parte meritano gli esemplari che, oltre alla godronatura completa, presentano il "fantasma" del vecchio conio completo, aggiungendo un grdo alla rarità. Qui sotto un esempio di un 20 Centesimi 1919 "completo": Il Gigante (come il Cudazzo), per questo tipo di esemplari, non è il riferimento corretto in quanto, da qualche anno, ha operato una rimozione della maggior parte di "varianti" (e a maggior ragione anche di "curiosità") per scelta editoriale.1 punto
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Buongiorno . Sono contento di potere mostrarvi il mio nuovo acquisto: Penso che sia uno viennese nero di Ludovico d'Acaia. Metallo= mistura. Diametro=mm.17. Peso=g.0,68.1 punto
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Condivido l'arrivo in collezione di questo mezzo Grosso di Amedeo VIII come conte preso nell'ultima asta Bolaffi. Tipologia che mi mancava ancora in collezione e che ora il Cudazzo ha suddiviso in due tipologie, questa apparterrebbe alla seconda. Il segno di zecca ben visibile porta a Giovanni Rezetto per Chambery. Molto bella dal vivo, centrata e con una patina che sembra portare ad una antica raccolta riempie un buco che non ha bisogno di successivi miglioramenti.1 punto
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A distanza di una settimana voglio postare anche l'ultimo acquisto di Aix-les-Bains. Si tratta di un Bianchetto di Amedeo VII, se uno segue le classificazioni del vecchio MIR sarebbe la prima moneta di Amedeo VII che inserirei in collezione, a seguire il volume del Cudazzo molte monete sono state spostate sotto la coniazione di questo Conte e la cosa mi crea ancora confusione. Moneta piccola, 17/18 mm. di diametro, senza il nome del Duca in legenda, dovrebbe essere la prima moneta sabauda che porta su di una faccia la croce mauriziana, questa croce accompagnerà le monete dei Savoia per molto molto tempo! Nodo Savoia e croce Mauriziana... i due maggiori simboli della dinastia insieme ad il FERT.1 punto
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Artefatto. Ovvero modifica dell'originale con un intervento che ne altera e ne compromette (in questo caso) le caratteristiche. Semplicemente, si tratta di una moneta (baiocco 1802) che un buontempone, in epoca imprecisata (e non determinabile), ha riscaldato in modo da ammorbidirne le superfici, l'ha posta fra due esemplari da 10 cent, e, con un forte colpo di martello, vi ha impresso i caratteri del 10 centesimi 1867... per questo motivo i caratteri del 10 cent risultano in incuso e con orientamento speculare... Operazione che può anche essere stata eseguita in due tempi e/o con un torchio... Non potendosi determinare il momento dell'intervento (unica certezza: post 1867... ma potrebbe anche essere l'altro ieri) temo che, dal punto di vista storico, ci sia poco da approfondire e per questo motivo chi mi ha preceduto ha liquidato la questione con il semplice commento: artefatto. Perché si tratta di cosa già vista, priva di interesse numismatico e non collocabile dal punto di vista temporale. Ovviamente a te resta la totale libertà di approfondire l'argomento Mario1 punto
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questo è il mio "catorcio" .... so che non è proprio bellino, ma a me piaceva, e fu un'occasione... spero vi piaccia Gordiano II RIC 5 24,06 g 30 mm saluti Alain1 punto
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