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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/10/24 in tutte le aree

  1. https://www.gazzettadiparma.it/parma/2024/07/10/news/sono-tornate-a-casa-le-56-monete-antiche-rubate-in-pilotta-15-anni-fa-798676/
    6 punti
  2. Buon giorno. Nella sezione identificazione-valutazione- autenticità a pag. 392 con titolo " valutazione autenticità" pubblicai, l'undici aprile 2020, uno scudo del 1914 in condizioni analoghe a quelle della moneta in possesso di Fastrunner. Dato che anche anni fa si sosteneva che questo tipo di moneta, di fatto, non entrò in circolazione, viste le condizioni di conservazione, volli sottoporla al giudizio dei forumisti. Per evitare condizionamenti omisi di dire che la moneta era stata periziata (originale). La moneta è in mio possesso dal 1972. Cordialità Gabriella
    6 punti
  3. Buona sera, In questo post non entro nel merito dell'autenticità o meno della moneta (dovessi scommettere 10 Euro, scommetterei sull'autenticità però) Invito piuttosto a non lasciarsi condizionare dallo stato di conservazione e nel considerare questo un motivo per considerarla falsa. Sappiamo bene che il 5 lire del '14 non è una moneta coniata per la circolazione e che nessun esemplare ha mai circolato. E anche qualora qualche ingenuo lo avesse messo in circolazione, tale circolazione si sarebbe conclusa dopo 1-2 passaggi nelle mani di chi capiva cosa aveva in mano. Tuttavia esistono svariati esempi di monete non coniate per la circolazione che mostrano usura anche molto marcata dovuta alla modalità di conservazione e alle vicissitudini avvenute nel corso dei decenni. Nel corso degli anni ho visto 5 lire 1914 in BB, 20 lire fascetto in MB, Fascioni in bb+ ecc. ecc. L'usura quindi non è usura da circolazione ma usura da cattiva conservazione in mezzo ad altri oggetti, urti e attriti continui con altri pezzi d'argento o altro metallo. L'usura avrà caratteristiche diverse rispetto a quella dovuta alla semplice usura da "passaggio di mano" e anche di questo bisogna tenere conto per valutare l'autenticità di questa moneta.
    5 punti
  4. Grazie @Velsaties. Chiaramente non tutti sono d’accordo con questo parere, basta vedere la bella cifra che sta già realizzando questo ritratto « a mulino ». I collezionisti sono grandi sognatori.
    4 punti
  5. Nessuno è qui per imporre una sua opinione, siamo in un forum e stiamo discutendo su una foto, nulla di più. Per alcuni è autentica per me è falsa, che alcuni utenti pensano che sia autentica non cambia la mia opinione.
    3 punti
  6. DAL SITO FINESTRA SULL'ARTE: Stamani i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito al Complesso della Pilotta di Parma 56 monete antiche, di grande pregio e rarità, rubate dal Museo Archeologico di Parma tra il 2006 e il 2009. Questa mattina, il Comando del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna ha restituito al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma ben 56 monete di notevole pregio e rarità, appartenenti al Medagliere del Museo Archeologico della Pilotta. La cerimonia si è svolta alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Parma, del Sindaco del Comune di Parma, del Comandante Provinciale Carabinieri di Parma, del Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Monza e della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza. L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna a partire dal mese di agosto 2016 dopo essere venuti a conoscenza, nel corso di autonome indagini sui canali di commercializzazione illecita di beni culturali e della consueta attività di controllo delle piattaforme digitali, della vendita da parte di una Casa d’Aste di San Marino di una preziosa moneta in oro, per l’esattezza un Fiorino, emesso dalla Repubblica di Firenze (XII-XV secolo), Zecca di Firenze 1284, proveniente dal furto di 386 monete antiche, compiuto da ignoti malfattori all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Parma dal 2006 fino al 3 luglio 2009, data della denuncia presentata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Parma. Proprio dai preliminari accertamenti condotti, i Carabinieri potevano rilevare che la foto del bene culturale posto in vendita corrispondeva a quella trafugata prima del 2009 dal Museo Archeologico Nazionale di Parma. Così, il Fiorino in oro, individuato sul catalogo della Casa d’Aste, risultato venduto nel 2013 a un ignaro collezionista milanese, veniva prontamente sequestrato già nel mese di ottobre 2016. Qualche giorno dopo, una prima perquisizione domiciliare consentiva ai Carabinieri TPC di sequestrare nei confronti di colui che aveva già messo in circolazione la prima moneta, un altro pregevole esemplare in oro, precisamente una Quadrupla, emessa da Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza (1547-1586), Zecca di Piacenza. L’individuazione certa delle monete veniva ottenuta grazie alla competenza di un funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza e di un Ispettore Onorario della stessa Soprintendenza, esperto numismatico, che potevano attestare come ogni moneta presentasse delle caratteristiche morfologiche tali da renderla unica per poterla identificare in modo inequivocabile: il peso, il conio, la forma del tondello, gli schiacciamenti, i salti di conio presenti su entrambe le facce, i difetti di produzione. Sono così risultate fondamentali le comparazioni di confronto eseguite dagli esperti tra le immagini dei beni già catalogati negli anni 1970/1980 con quelle nitide dei beni recuperati. Da dicembre 2017 veniva, quindi, sviluppata un’articolata e complessa attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, tuttora in corso dal Nucleo TPC di Bologna e dalla Sezione Esteri del Comando TPC di Roma con il contributo di Interpol, Europol e ICE (United States Immigration and Customs Enforcement) per gli accertamenti negli Stati Uniti d’America. Infatti, a seguito di un minuzioso lavoro di ricerca sulle vendite on-line, portato a termine con l’indispensabile ausilio degli esperti numismatici suindicati, venivano individuate sulle piattaforme dell’e-commerce ulteriori 200 monete circa rubate al Museo Archeologico Nazionale di Parma, già poste all’asta o di prossima vendita, rispetto alla data di rilevamento, precisamente in Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Principato di Monaco, Regno Unito, Repubblica di San Marino, Svezia, Norvegia e USA. Nel mese di marzo del 2018, tali risultanze, suffragate dai necessari approfondimenti, consentivano di ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta del P.M. titolare delle indagini, l’emissione del decreto di sequestro preventivo di tutte le monete rintracciate, da eseguire in Italia e all’estero. Numerosissime le Rogatorie o gli Ordini di Indagine Europei emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, inviati per l’esecuzione alle Autorità Giudiziarie straniere, anche con il coinvolgimento di Eurojust (European Union Agency for Criminal Justice Cooperation), per ottenere il sequestro e la restituzione allo Stato Italiano delle monete individuate in vendita o già vendute negli stati esteri interessati. Non da ultimo, in alcuni casi, si riusciva ad ottenere la restituzione dei beni attraverso il coinvolgimento dei canali diplomatici nazionali mediante le competenze dei competenti uffici del Ministero della Cultura italiano. Oltre alle 56 monete già recuperate sono ancora in corso varie richieste all’estero per ottenere la restituzione di monete precedentemente riconosciute in vendita fuori dai confini nazionali. In particolare, 95 monete venivano individuate in Svizzera tra maggio 2018 e aprile 2019, tutte già sequestrate prima che le aste venissero portate a termine. Sono in corso le domande di assistenza giudiziaria prontamente inoltrate sia dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma che dal Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale. Le 95 monete in oro, in argento e bronzo, la maggior parte di età antica appartenenti alla collezione storica del medagliere formata tra la seconda metà del Settecento e la fine dell’Ottocento, infatti, tutte di particolare importanza, pregio e rarità, erano state riconosciute nel corso di un esame tecnico eseguito presso gli uffici della Procura di Zurigo a fine ottobre 2020 da parte dell’esperto funzionario archeologo della Soprintendenza di Parma e dei Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna. Il gruppo di 56 monete oggetto di restituzione costituisce solo una parte delle monete fino ad ora individuate e recuperate in tutta Europa e anche al di fuori di essa (in particolare negli Stati Uniti). All’interno di questo gruppo, si possono distinguere due nuclei di monete. Il primo nucleo di 20 monete comprende esemplari in oro e argento di età antica, medievale e moderna appartenenti alla collezione più antica del medagliere. Si tratta, in gran parte, di monete di grande rarità e di elevata conservazione. È il caso, ad esempio, del denario di Quinto Pomponio Musa (n. 36 dell’elenco), attivo nel I secolo a.C. La moneta del Museo di Parma è di grandissima rarità. Di grande interesse e rarità è anche il tremisse dell’imperatore Glicerio (473-474 d.C.) (n. 20 dell’elenco). Glicerio, terzultimo imperatore romano d’Occidente, rimase in carica per circa un anno prima di essere deposto e le sue monete oggi sono tutte estremamente rare. In questo caso si tratta di una piccola moneta d’oro di poco più di un grammo, ottimamente conservata. Dei denari antiquiores trafugati dal Museo di Parma finora ne sono stati individuati e recuperati 3 (n.ri 15, 16 e 17 dell’elenco). I denari antiquiores sono monete di grande interesse storico: si tratta di monete d’argento coniate dai pontefici romani a partire da Papa Adriano I (772-795) fin verso il 1000. Portano quasi sempre il nome o il monogramma del pontefice insieme a quello dell’imperatore regnante al momento della loro emissione. Sono monete in generale piuttosto rare. Quelle di Parma ritrovate sul mercato antiquario appartengono alle serie di papa Niccolò I (858-867), papa Stefano VI, (896-897) e papa Romano I (897). Di particolare pregio e rarità è poi il doppio ducato di Alfonso I d’Este (1505-1534) (n. 13 dell’elenco). Si tratta di una moneta conosciuta in pochissimi esemplari. Un’altra moneta di grande valore, soprattutto dal punto di vista storico, è la quadrupla (moneta dal valore di quattro scudi) di Ottavio Farnese, secondo duca di Parma e Piacenza (1547-1586). Il ducatone di Ranuccio II Farnese (1646-1694) è un pezzo di grande conservazione e di eccezionale bellezza. Si tratta di una moneta in argento dal peso di circa 32 grammi. Il secondo gruppo di 36 esemplari recuperati appartiene invece a un nucleo di monete provenienti da un contesto archeologico unitario ovvero da una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute a Parma nel secolo scorso, il cosiddetto “Tesoro di Via Mazzini”. All’epoca del suo ritrovamento (nel 1962 durante lavori edili condotti appunto in Via Mazzini), il ripostiglio risultò costituito da 261 monete. Le monete erano state sicuramente tesaurizzate, in altre parole furono intenzionalmente occultate dal suo antico proprietario, probabilmente con la speranza di futuro recupero. Quello della tesaurizzazione è un fenomeno ricorrente in tutte le epoche, soprattutto durante i periodi di instabilità politico-sociale. Il nascondimento del tesoro di Via Mazzini si colloca tra il 395 e il 402 d.C. ovvero durante il periodo in cui i Visigoti di Alarico si affacciano in Italia (il sacco di Roma dei Visigoti è del 410 d.C.). Le monete del gruzzolo sono in gran parte “fior di conio” (non presentano alcun segno di circolazione e conservano la loro lucentezza e integrità originale). Tra il 2006 e il 2009, 213 delle 261 monete del ripostiglio furono trafugate dai cassetti degli stipi del Medagliere di Parma. Si salvarono solamente 48 pezzi, all’epoca conservate nelle vetrine espositive del gabinetto numismatico. A parziale conclusione delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, disponeva la confisca e la restituzione delle preziose monete al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, proprietario dei beni, consentendo così di poterle restituire alla comunità parmense e quindi all’intera collettività. Tra l'altro vista la continuità e "facilità" del furto si può ipotizzare la mano del sempre simpatico dipendente infedele. saluti Gordon
    3 punti
  7. Salve , nell' Asta Artemide 68E , e' apparsa questa rara moneta da X Nummi di Baduila nell' area delle barbariche , la moneta e' riprodotta nella foto allegata . A parte la rarita' della moneta che nel Ladich varia tra R e R2 a secondo della variabili , nel suo catalogo e' nei numeri da 54 a 60 , quello che maggiormente mi ha interessato e' la legenda del rovescio che recita nelle varianti : FLOREAS , FLUREA-S , FLURI-AS , FLUREA , seguite sempre da SEMPER . LA prima parola che gira intorno al soldato con lancia e scudo , rappresenta Baduila ? , dovrebbe essere presa dal Latino FLUREAS , cioe' : Fiorito , Florente , Florido , seguite da SEMPRE . Praticamente la legenda dovrebbe rappresentare ed augurare a Baduila di essere : sempre florido , sempre florente , sempre verde (giovane) . Legenda comunque che rimane alquanto originale e inusuale , segno che la vita di Baduila (Totila dei Romani) fu , nel bene e nel male , straordinaria .
    2 punti
  8. Vi ringrazio tutti ma non volevo creare polemiche 😅 ognuno porta nuovi spunti di riflessione e c'è sempre da imparare qualcosa. A me la moneta in mano fa una bella impressione, non è che ne abbia maneggiate chissà quante però quelle rosette mi avevano fugato più di un dubbio. E poi è bellissima, se anche non fosse autentica la terrei sulla scrivania come fermacarte per ammirarla, è una delle più belle del Regno a mio parere insieme alle aquile e ai cinquantenari, forse anche le aratrici
    2 punti
  9. Potrebbe essere anche solo una scelta stilista piuttosto che un punzone utilizzato perché mancante quello della V... Una foto da un articolo pubblicato dal circolo numismatico romano laziale, come si può vedere anche qui le V sono A capovolte (o V con barretta, come preferite), ma dubito che si tratti di un punzone 😄
    2 punti
  10. Una scoperta numismatica di grande significato offerto nella Leu Web Auction 30 (traduzione google dalla newsletter Leu) offerta come "Offstrike of a Gold Medallion". –– Quando pensiamo a monete altamente significative, noi collezionisti di tesori numismatici inevitabilmente evochiamo immagini di stateri o tetradrammi greci magnificamente conservati, aurei romani o ducati multipli moderni. Tuttavia, le monete di immensa importanza scientifica non sono necessariamente sempre ben conservate. Un buon esempio di ciò, che desideriamo presentarvi in questa newsletter, arriva sotto forma di una nuova scoperta di eccezionale importanza per lo studio della rappresentazione e dell'iconografia imperiale romana del primo periodo costantiniano: una fuoriuscita dagli stampi per un multiplo in oro raffigurante Costantino il Grande, Licinio I e Massimino II (lotto 2604). Asta web Leu 30 | Lotto 2604 | Prezzo di partenza: 750 CHF Al dritto sono raffigurate le teste dei tre imperatori, mentre al rovescio inneggia “all'equità dei nostri Augusti”. I busti dei governanti sono disposti secondo uno schema simile a un mulino a vento, rivolti in avanti e coinvolgono direttamente lo spettatore. Mentre le rappresentazioni frontali erano state sperimentate sotto imperatori precedenti - non solo per gli dei ma anche per gli imperatori, come Postumo, Carausio e Massenzio - la raffigurazione di tre busti frontali è del tutto nuova e precedentemente sconosciuta nella monetazione romana. Evoca la raffigurazione di Diocleziano, Massimiano e Carausio sulle famose monete CARAVSIVS ET FRATRES SVI emesse dall'usurpatore britannico. Asta Leu 8 | Lotto 155 | Martello: 4.400 franchi Su queste monete, i tre busti sono impilati uno sopra l'altro, ricordando molti doppi busti visti nella monetazione ellenistica e occasionalmente su medaglioni romani ed emissioni speciali. In quest'ultimo, questa disposizione stabilisce una chiara gerarchia, con la figura davanti che denota l'anzianità rispetto a quella dietro. Nel caso di Carausio e dei "suoi fratelli", l'iconografia è notevolmente più complessa. Qui è evidente che Diocleziano raffigurato al centro detiene il rango più alto, mentre Carausio rivendica il posto d'onore alla sua destra, relegando deliberatamente Massimiano alla posizione considerevolmente meno prestigiosa a sinistra. Sulle monete raffiguranti busti contrapposti, comunemente presenti su molte monete provinciali e su alcune rare emissioni imperiali, il lato sinistro della moneta è tradizionalmente quello più onorevole, mentre il lato destro è subordinato. Asta Leu 13 | Lotto 340 | Martello: 34.000 franchi Come evidente, l’iconografia imperiale romana non lascia nulla al caso, poiché ogni rappresentazione aderisce a un deliberato ordine cerimoniale. Allora perché i tre imperatori sul nostro pezzo sono mostrati in uno schema a mulino a vento con ritratti affrontati? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima datare la moneta. Fortunatamente, la comparsa insieme di questi tre Augusti consente una coniazione solo nel periodo compreso tra la sconfitta di Massenzio alla fine dell'ottobre del 312 e la rottura tra Licinio I e Massimino II nella primavera del 313. In questi pochi mesi Costantino I, Licinio I e Massimino II erano alleati e si consideravano, a differenza della Tetrarchia con i suoi due Augusti e due Cesari, alla pari. Per un fustellatore incaricato di rappresentare iconograficamente l’uguaglianza dei tre imperatori, i vincoli dell’iconografia romana lasciavano poco spazio all’interpretazione artistica. Se dovesse sovrapporre o giustapporre i busti, sarebbe implicita una chiara gerarchia. Per aggirare questo dilemma, decise di raffigurare i busti a) di fronte anziché di profilo eb) distribuiti uniformemente nello spazio circolare della conio. Ciò garantiva che i tre sovrani fossero rappresentati come completamente uguali, senza che nessuno rivendicasse nemmeno un accenno di anzianità rispetto agli altri. Allo stesso modo, l'artista ha curato la titolazione, che elenca semplicemente i nomi e i titoli di Augusto, evitando consapevolmente i singoli titoli onorifici. Il rovescio fa eco a questo sentimento, elogiando 'l'equità dei nostri Augusti'. Nel complesso si tratta di uno sviluppo incredibilmente significativo dell'iconografia romana conservato esclusivamente in questo pezzo un po' danneggiato. Nessun'altra moneta romana spinge l'equivalenza di più sovrani, come occasionalmente tentato a partire dalla Tetrarchia, all'estremo come questa moneta. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che, anche nella Tetrarchia, alcuni imperatori rivendicarono sempre più anzianità e auctoritas di altri – anzi, queste distinzioni di rango costituivano il fondamento stesso del sistema concepito da Diocleziano. Perché questo esperimento iconografico sia stato abbandonato così rapidamente non è oggi possibile determinarlo. Il nostro pezzo è stato coniato a Siscia, all'epoca sotto il dominio di Licinio I. È ipotizzabile che la moneta sia stata coniata poco prima che scoppiassero le ostilità tra Massimino II e Licinio I, che si era appena incontrato con Costantino a Mediolanum, quindi rapidamente rendendo antiquata l'iconografia e inducendo la cessazione dell'emissione. Naturalmente anche altri fattori a noi sconosciuti potrebbero aver avuto un ruolo. In ogni caso, un conio così insolito non è stato sicuramente realizzato per una semplice emissione di follis, come indica l'assenza di qualsiasi marchio di officina sul rovescio, caratteristica tipica delle emissioni d'oro di Siscia dell'epoca. È probabile quindi che questa emissione straordinaria fosse originariamente intesa come un'emissione di multipli d'oro, che sarebbero stati distribuiti come donativa a importanti ufficiali. Ciò che è sopravvissuto, però, è solo questo contropiede in bronzo, probabilmente un pezzo di prova. Non è chiaro se da questa coppia di dadi siano mai stati effettivamente ricavati dei multipli d'oro e successivamente persi o fusi, o se l'emissione fosse già stata interrotta in precedenza. È certo però che questa fuoriuscita rappresenta una delle scoperte iconografiche più significative della monetazione romana degli ultimi decenni, e riveste un'importanza capitale per gli studiosi dell'iconografia imperiale romana in generale e di quella costantiniana in particolare.
    2 punti
  11. osservando le foto sembra avere tutte le caratteristiche per essere autentica.. fert e rosette sono ben impressi.. unico problema...ormai si è capito.. è la volontà di accettare che questa tipologia possa avere una usura così marcata
    2 punti
  12. Non lasciamo perdere la forma neanche per idea. Un libro e’ un oggetto sacro. La forma va curata come e anche piu’ della sostanza. Il libro, composto nella forma attuale con Gutemberg nasce perfetto. Chi ha avuto la fortuna di poter sfogliare un incunabolo puo’ comprendere la bellezza perfetta di quelle prime produzioni. fino all’avvento della stampa digitale fare un libro era un processo molto serio e professionale. L’avvento del digitale ha permesso di velocizzare, saltandole, molte fasi della preparazione e della redazione , comprimendo i costi e dando la possibilità a molti di pubblicare, il contraltare e’ pero’ una perdita di qualità in molti (certamente non in tutti) casi. concordo con chi mi ha preceduto che forma e contenuto in un libro debbono essere inscindibili e soprattutto armonici non solo per gli studi sociologici ma per il rispetto della cultura e dell’oggetto ( il libro) che la diffonde
    2 punti
  13. Buon pomeriggio Mentre cercavo tra vecchie carte è spuntata fuori questa busta con francobollo (?). Immagino che qualcuno ne abbia già visti. Come mai senza dentellatura? Grazie
    1 punto
  14. Mi fa piacere che avete apprezzato il lavoro , altri l'hanno reputato superfluo e insignificante . Io personalmente quando acquistai la moneta se avessi avuto una linea-guida come questa , mi avrebbe tolto molti dubbi ... Grazie ancora , un saluto
    1 punto
  15. Quindi si è scoperto il mistero della "seconda virgola" presente sul mio 5 franchi. 😃 Onestamente non sapevo di questa discussione, veramente molto interessante. Continua così! ✌️
    1 punto
  16. Magari la stessa del marzo scorso? 😋
    1 punto
  17. Ho visto quella del tuo amico , ha del materiale in eccesso sulla dx della F di francs io l'ho catalogata come 4° tipo , mi fa piacere che ti sei divertito leggendo il mio lavoro - guida , sei l'unico in tutto il Forum ! Un saluto
    1 punto
  18. Esperienza, caro amico....solo esperienza porta a certe definizioni
    1 punto
  19. Palazzo delle poste di Ancona.
    1 punto
  20. Le riproduzioni moderne, sono banali gadget per turisti che tutti noi riconosciamo dopo 1 secondo. La moneta oggetto del post, anche un perito, analizzandola, deve soffermarsi alcuni minuti e fare alcuni ragionamenti più o meno complessi. Dalle foto, si evince che la moneta ha tutte le caratteristiche di un esemplare originale.
    1 punto
  21. Grazie , se riscontra degli sbagli mi avverta dato che la moneta per le sue numerose varianti , ha e genera tuttora dubbi e incomprensioni , il falso in archivio ne è la prova . Non credo esista una moneta con 13 varianti per lo stesso anno !
    1 punto
  22. Ciao gennydbmoney. Concordi sull'originalità. Vai a vedere la discussione! Le immagini purtroppo non sono delle migliori, sono solo delle scansioni, non ero e non sono in grado di fare di meglio. Buona serata. Gabriella
    1 punto
  23. Non sono esperto del regno, però le rosette mi sembrano ben coniate, generalmente nei falsi sono tra le prime cose che saltano all'occhio...
    1 punto
  24. Ecco...la nota 56 è parte integrante di una monografia dalla forma perfetta...tanto perfetta che della nota 56 ce ne siamo accorti solo alcuni anni dopo...e come detto il richiamo alla nota non riguarda proprio il contenuto della nota stessa...ma questa è un'altra storia..
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  25. Le permutazioni di 4 lettere sono pari a 4! = 24 Quelle di senso compiuto, con queste lettere, dovrebbero essere 6: Roma, armo, ramo, mora, marò, orma
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  26. Grazie,non ti ho evocato nel primo post ma sappi che terrei in grandissima considerazione qualsiasi parere tu volessi eventualmente esprimere .
    1 punto
  27. Grazie per la condivisione. Spero @Adelchi66 che sarai tenuto informato su ulteriori ricerche riguardo a questo oggetto. La tua vecchia discussione sul « ritorno di San Maurizio » che stavi cercando, anche lei molto interessante: https://www.lamoneta.it/topic/158633-il-ritorno-di-san-maurizio/#comment-1800541
    1 punto
  28. Anni fa sul Forum una utente fu messa in croce perché fuse un medaglione romano in piombo per vedere se era genuino... Scoppiò un Ragnarok !! A torta finita risultò palese che nessuno , benché proprietario della moneta ,avesse diritto a manometterla . Spero non sia anche questo il caso. Noi non siamo proprietari ma custodi temporanei delle monete . Schiattati noi.. avanti un altro !
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  29. Daniel Webster senatore, 1890, 10 cents green.
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  30. Devo essere sincero: questa mattina quando ho letto della tua scoperta mi è proprio venuto in mente questo bronzetto. Avevo pensato di postare l'immagine, ma non avendo peluria barbina, ho desistito.
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  31. Dal principato crociato di Antiochia e dalla sua capitale, un attraente esemplare di denaro al nome di Boemondo III principe, con al diritto il classico busto di crociato con elmo decorato e cotta ed al rovescio croce . Sarà il 17 Luglio in vendita CNG 566 al n. 828 .
    1 punto
  32. Attribuito a Neapolis nella Giudea, un esemplare di tetradrammo, probabilmente non comune, al nome di Caracalla, con al diritto busto drappeggiato e corazzato dell' imperatore ed al rovescio aquila ad ali aperte su altare inghirlandato . Sarà il 17 Luglio in vendita CNG 566 al n. 459 .
    1 punto
  33. Comunque non devi costruire assolutamente nulla .. basta un bilancino preciso vedi qui
    1 punto
  34. Altro paragone: questo "doriforo" loricato è ai musei civici di Pavia,mi sembra rinvenuto in una rete fognaria antica. Direi piuttosto pertinente.
    1 punto
  35. Come riportato anche su Panorama Numismatico https://www.panorama-numismatico.com/premio-biblionumis-per-la-ricerca-numismatica-2024-alla-memoria-dellingegner-ermanno-winsemann-falghera/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1O3NBxMst6G6FkZq4oH69-I0nqGtcxMFnCTJOgMxDkLWa9wq-JXQOSixQ_aem_EVCMoDiTo1OKzO8QjFo0OA
    1 punto
  36. Il 4 come la scritta FERT sul carro, sono più "grassi" probabilmente perché essendo consumati hanno una sezione più bassa e quindi larga. Non mancherò di portare a farla valutare, intanto ringrazio chi è intervenuto e chi vorrà dire la sua
    1 punto
  37. Salve Penso che la data riportata sul rovescio del gettone non si riferisca alla sua data di coniazione ma sia un elemento ricorrente di questa tipologia di rovescio in questi gettoni da conto con la statua equestre di Luigi XV e la legenda "optimo principi". Il caso dativo della locuzione latina lascia suggerire un riferimento dedicatorio della stessa statua al re. Per quanto riguarda l' anacronismo del ritratto al dritto credo si possa spiegare col fatto che questa è appunto una tipologia ricorrente in questi rechenpfennig di stile francese introdotta per prima con il ritratto di Luigi XV, si veda il link sottostante: https://en.numista.com/catalogue/exonumia113062.html E in seguito anche per Luigi XVI, tuttavia con un ritratto differente, più caratteristico del nuovo re e con la data coerente, 1776: https://en.numista.com/catalogue/exonumia27563.html Ritengo che il suo esemplare appartenga ad una fase intermedia di questo gettone presentando ancora il ritratto di Luigi XV ed il rovescio con data 1744 ma la legenda, di più facile modificazione, già aggiornata al nuovo sovrano. https://en.numista.com/catalogue/exonumia351312.html Una dinamica che mi ricorda quanto si può rilevare anche nelle monete coloniali spagnole della fine del Settecento dove il ritratto di Carlo III, morto nel 1788, venne per gli anni 1789-90 accompagnato dalla legenda "Carolus IV o IIII" riferita al suo successore. La predisposizione dell' incisione di un ritratto per Carlo IV dovette attendere in alcune zecche dell'America spagnola il 1791. 8 reales di Carlo IV con ritratto di Carlo III: https://en.numista.com/catalogue/pieces28675.html 8 reales di Carlo IV con ritratto coerente: https://en.numista.com/catalogue/pieces18852.html 8 reales di Carlo III: https://en.numista.com/catalogue/pieces15059.html Per completezza aggiungo anche un'ultima variante di questa iconografia del gettone con il ritratto postumo di Luigi XVI e la legenda: Lud. XVI Rex Galliae defunctus https://en.numista.com/catalogue/exonumia175913.html Una tipologia, quest' ultima, sicuramente successiva alla decapitazione del re avvenuta nel 1793 e che, inoltre, conferma la provenienza non francese di questi gettoni che nonostante i richiami di stile francese sono rechenpfennig, gettoni da conto, di area tedesca (specialmente Norimberga).
    1 punto
  38. Ciao,sembra più un gettone che una medaglia..m
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  39. Bronzo di Marco Aurelio (Cirene, Cirenaica) che raffigura al rovescio la testa barbuta di Zeus-Ammone a destra, con corno di ariete sull'orecchio (https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=7654&lot=1528). Lot 1528. Starting price: 200 CHF. Price realized: 1200 CHF. CYRENAICA. Cyrene. Marcus Aurelius, 161-180. 'Dupondius' (Bronze, 24 mm, 10.43 g, 11 h), Rome, for use in Cyrenaica, 169/70. Μ ΑΥΡΗΛ ΑΝΤⲰΝЄΙΝΟC CЄΒ Radiate and cuirassed bust of Marcus Aurelius to right, seen from behind. Rev. ΔΗΜΑΡΧΙΚ ЄΞΟΥC•ΚΔ• Bearded head of Zeus-Ammon to right, with ram's horn over his ear. BMC 186 ('Caesarea'). RPC IV.1 online 6849. Sydenham, Caesarea, 342. Very rare. An unusually well preserved example of this interesting issue struck from dies of fine style. A few spots of corrosion and with light cleaning scratches on the reverse, otherwise, good very fine. The dies for this issue were clearly made in Rome, but whether the c apollonia
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  40. A distanza di una settimana voglio postare anche l'ultimo acquisto di Aix-les-Bains. Si tratta di un Bianchetto di Amedeo VII, se uno segue le classificazioni del vecchio MIR sarebbe la prima moneta di Amedeo VII che inserirei in collezione, a seguire il volume del Cudazzo molte monete sono state spostate sotto la coniazione di questo Conte e la cosa mi crea ancora confusione. Moneta piccola, 17/18 mm. di diametro, senza il nome del Duca in legenda, dovrebbe essere la prima moneta sabauda che porta su di una faccia la croce mauriziana, questa croce accompagnerà le monete dei Savoia per molto molto tempo! Nodo Savoia e croce Mauriziana... i due maggiori simboli della dinastia insieme ad il FERT.
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  41. Milano Piazza Cordusio
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  42. Gubbio (Perugia) Monte Castello di Vibio (Perugia)
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  43. Buon pomeriggio Il diametro è esatto e per quello che si può vedere dalle foto anche i fert e rosette sembrano ok. Aspettiamo anche il peso, ma direi che la moneta è buona.
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  44. E' un biglietto postale privato senza valore prestampato, della stessa foggia di quelli prodotti per gli uffici postali, infatti era usabile apponendo la giusta affrancatura. Non essendo prodotto dall' amministrazione postale ovviamente non compare nella bibliografia specializzata. Molto bella l' immagine ed anche la pubblicità della lotteria, purtroppo non so aggiungere altre informazioni né darle un valore.
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  45. A me fanno pensare solo che siano parecchio dubbitevoli 😂
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  46. Il secondo ha il rovescio rilavorato abbastanza pesantemente….il primo.. anche … me li proponessero non ne comprerei nessuno
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  47. Salve, se ci sono utenti di Brindisi mi possono contattare
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  48. Nooo ! A voi non piacciono queste monete , siete abituati a parlare con sigle SPL , FDC .... non fa al caso vostro ! Ve la metto lo stesso ! Ero indecisa tra 2 e ho scelto questa al posto della L disassata , corrisponde alla 2° moneta suggerita , una variante " strana " triangolo e palma poco in rilievo , elmetto e capelli poco nitidi ma con molti " merletti " sulla circonferenza , non so come si chiamano ! Non me la carica il sistema .... Fatto !
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