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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/08/24 in tutte le aree

  1. Per completezza ecco le foto per intero. La conservazione è bassa, ma la variante, correggetemi se sbaglio, non è stata ancora censita sulla 57...
    3 punti
  2. Ciao a tutte/i è da parecchio tempo che non entro nel forum. La collezione numismatica sta avanzando ma non voglio parlare di questo, ma del bello. Ero nel bar preferito della mia città e mentre stavo parlando con il barrista delle mie passioni e chicche all'improvviso mi si affianca Luigi un arzillo vecchietto novantacinquenne e mi diede appuntamento nella sua bellissima casa nel borgo Medioevale. Pensando che fosse per lavoro perchè non mi disse nulla mi offrii un altro caffè di rito e poi decise che fosse arrivato il momento nel potrarmi nel suo enorme studio che "trasudava" di vecchio, pieno di libri e di materiale collezionistico. Prese degli album e appoggiandoli sul tavolo mi disse buona visione, non credevo ai miei occhi circa 12.320 francobolli uno più bello dell'altro, all'improviso esclamò ti piacciono? La mia risposta ovviamente fu affermativa, e iniziò a parlarmi. Io sono molto anziano ho degli eredi che non interessa la mia collezione e adesso vista la tua voglia di parlare e ti si brillano i tuoi bellissimi occhi te la regalo, ebbi un attimo di confunsione mentale poi afferrai. Previo incontro con i suoi familiari voluto per non aver grane in seguito, mi confermarono il loro disinteresse e acconsentirano nel darmela a patto di non venderla come avrebbero fatto loro, assicurandoli e oltre all'ulteriore storia che ho in più, me la coccolerò a dovere. Finita la premessa oggi inserisco un bellissimo francobollo Floreale del 1910 Oliva e Rosa emesso durante la sovranità di Vittorio Emanuele III e piano piano inserirò anche gli altri. Grazie per l'attenzione un abbraccio forte a tutte/i, Gabriele
    2 punti
  3. Ragnar, sono d'accordo su tutto, in primis sul diritto di critica e di poter collezionare distinguendo con serietà e coerenza da parte dello Stato ciò che può veramente interessare alla cosa pubblica e cosa invece si può lasciare ai privati. La mia lista non voleva scoraggiare o inibire, ma orientare. No, i rivenditori che rilasciano tutta la documentazione non mi risulta che applichino ricarichi particolari. Questo anche per dire che è un approccio economicamente abbordabile. A presto!
    2 punti
  4. Usando i cataloghi inglesi della famosa editoria Stanley Gibbons, viene prodotta dalla stessa compagnia un ventaglio con una paletta di colori che sono conformi ai colori menzionati nei loro cataloghi, questo per facilitare il collezionista nello studio dei colori. Attribuire un colore ad un francobollo in questo modo diventa divertente e quasi sempre sicuro. Qui alcune immagini di questo colors Key .. strumento essenziale.
    2 punti
  5. Ciao Raff, bella domanda, quando salta fuori una moneta nuova sarebbe meglio, secondo me, non partire subito con la massima rarità, questo perché non sappiamo se effettivamente la moneta è rara o meno, succede spesso che segnalata una moneta poi ne vengono fuori delle altre... Generalmente quando mi capita una moneta del genere non la porto subito a conoscenza ma preferisco tenerla un po' in stallo mentre faccio delle ricerche mirate per verificare se esistono altri esemplari o meno... La moneta in oggetto è in mio possesso da circa 2 o forse 3 anni (controllerò la data di acquisto) e in questo periodo non ne ho trovate altre, ovviamente non pretendo di conoscere tutte le monete di tutti i collezionisti e magari ci sono collezionisti che come me amano poco condividere i loro pezzi, soprattutto in forma anonima come ad esempio in un forum, quindi direi che le probabilità che ci siano degli altri esemplari non è da scartare,ma potrebbero anche non essercene... Però è da prendere in considerazione che la variante non è sconosciuta,viene riportata dal CNI (non sono a conoscenza di altri testi dove potrebbe essere ulteriormente catalogata)ma non viene riportata in altri testi e comunque non ne sono apparsi (almeno io non ne ho visti)... Quindi questo particolare mi farebbe alzare ulteriormente l'asticella della rarità ma preferisco essere cauto e quindi, rispondendo alla tua domanda,mi fermerei ad un più che giusto R3,poi con il tempo vedremo se la rarità sarà da ridimensionare o meno...
    2 punti
  6. Ecco la mia, grazie alla grande generosità di un Amico. Sempre un passo avanti. È dello stesso conio della tua @ferdinandoII.
    2 punti
  7. Comunque nella dx ha un elemento rettilineo che può essere qualunque cosa e non dovrebbe essere uno scudo che è uno dei simboli dei guerrieri longobardi (ne resta solo l'umbone) insieme a spatha e skramasax ed alla lancia. Io propendo per odino che tiene la sua lancia Gungnir direi che l'immagine più corretta è questa visto che è di oreficeria longobarda temo che le miniature più tarde, come anche la seguente siano delle idealizzazioni
    1 punto
  8. devo venire a trovarti as soon as possibleper fare un giro nel cimitero /medio/2022/11/15/lapide-di-un-centurione-kunsthistorisches-museum-vienna_e2073481_800x1374.jpg
    1 punto
  9. Ovviamente...per chi professionalmente acquista e vende monete e per i collezionisti che investono e mettono in preventivo prima o poi di rivenderle. Ma ci sarebbe molto da dire...e tantissimo è già stato detto in diverse discussioni qui sul Forum, anche in questa 🙂. In quanto a me che colleziono solo monete comuni, da pochi euro di valore ed unicamente per passione ( finché mi accompagnerà) acquisto solo da case d'asta e rivenditori professionali con relativa fattura di acquisto e tracciabilita' del pagamento e purtroppo in alcuni casi senza attestato di autenticità ( ma anche su questo c'è molta ambiguità). Così come la provenienza ( ed anche qui si fa di necessità virtù. Per vari motivi, tra cui la privacy, non è sempre facile). Spesso ritrovo le mie monete in precedenti passaggi d'asta, fotografo e porto il tutto a corollario degli altri documenti. Inoltre per molte monete che non hanno attestato di autenticità, grazie alle ricerche che faccio prima di ogni acquisto, riesco a trovare esemplari con identici conii ed anche in questo caso foto e dati che riporto a corollario degli altri documenti. Alcune provengono da tesoretti conosciuti e catalogati ed almeno per queste non dovrebbero esserci problemi, o no..... Posso stare tranquillo? Forse, ma anche no...È solo ed unicamente passione....e finché durerà poco male.....ma è molto dura 🙂 ANTONIO
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  10. Si trovato in ciotola a 1€ Si la moneta è ancora argentata ma si riconosce abbastanza dal colore , dai vari accumuli di metallo , firma evanescente , peso calante 3,84g ecc ecco il confronto con una autentica
    1 punto
  11. Quanto pesa e che diametro ha ? Ma soprattutto dov'è un grazie ?
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  12. Ciao! Perché no? saluti luciano
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  13. Questo l'avevo già postato. Visto però che questa discussione è diventata quasi una ricerca di questi ritagli, la riposto.
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  14. Vista dal vivo , conservazione super per il tipo
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  15. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy emette il 7 luglio 2024 un francobollo celebrativo dedicato al viaggio: il giro del mondo della Nave Amerigo Vespucci. Caratteristiche del francobollo La vignetta riproduce, sullo sfondo di un nastro tricolore, la Nave Scuola Amerigo Vespucci, protagonista dal 2023 al 2025 del Tour Mondiale che la vedrà toccare i porti dei cinque continenti. In alto a destra, è riprodotto lo stemma araldico della Marina Militare formato da uno scudo contenente gli stemmi delle quattro Repubbliche Marinare (Venezia, Genova, Amalfi e Pisa) sormontato da una corona triturrita. Completano il francobollo la legenda “AMERIGO VESPUCCI TOUR MONDIALE 2023-2025”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 2”. Bozzetto: a cura della Marina Militare e ottimizzato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.. Tiratura: duecentocinquantamila venti esemplari Indicazione tariffaria: B zona 2 Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: quadricromia; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 40 × 30 mm.; formato stampa: 36 × 26 mm.; formato tracciatura: 46 × 37 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura. Caratteristiche del foglio: quarantacinque esemplari. Sulla cimosa è riprodotto del logo MIMIT monocromatico. E che dire... sei sempre la più bella del mondo! 😍 Photo Credit: Alberto Simonetto
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  16. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=2011&lot=660 aggiungo da asta Artemide XLVII
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  17. Io invece credo che non essendosi aperta una discussione per ogni moneta, come prevede il regolamento, si sia fatta una gran confusione.
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  18. Classical Numismatic Group > Auction 126 Auction date: 28 May 2024 Lot number: 185 Price realized: 6,750 USD (Approx. 6,207 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: ISLANDS off ATTICA, Aegina. Circa 480-457 BC. AR Stater (20mm, 12.31 g, 12h). Sea turtle, head in profile, with 'T-back' design on shell / Large square incuse with skew pattern. Meadows, Aegina, Group IIIa; Milbank Period III; HGC 6, 448. Toned, patches of find patina, some cleaning scratches. Good VF. From the Wild Rose Collection. Ex Roma XIX (26 March 2020), lot 348 (hammer £5000); Numismatica Ars Classica 114 (6 May 2019), lot 189; Numismatic Fine Arts XII (23 March 1983), lot 55. Estimate: 3000 USD
    1 punto
  19. andata a 1000 euro
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  20. Osservo con un poco di ritardo @King John il piacevole statere di Locri opunzia, al Tuo post 4972 . E' interessante e curioso che lo scudo impugnato da Aiace Oileo, abbia una decorazione, anche importante, ma sul lato interno dell' arma . A Te una buona giornata
    1 punto
  21. Roma Numismatics Ltd > E-Sale 117 Auction date: 22 February 2024 Lot number: 295 Price realized: 600 GBP (Approx. 757 USD / 700 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Aiolis, Gryneion Æ 17mm. Circa 4th Century BC. Laureate head of Apollo facing slightly to left / ΓΥΡΝΗΩΝ, mussel shell. BMC 1; SNG München 438; SNG Copenhagen 202; SNG von Aulock 7689. 3.01g, 17mm, 5h. Extremely Fine; a portrait of beautiful style. Rarely this well preserved. Ex Roma Numismatics Ltd., E-Sale 55, 18 April 2019, lot 290 (hammer: 700 GBP). Estimate: 350 GBP
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  22. esatto! imitativa di Virtus exerciti
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  23. gettone del generale Surovov
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  24. E se si trattasse di un edificio ?
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  25. Ciao @massimogrossi61, di seguito, ti segnalo le osservazioni dell’amico @lorluke su altro simile esemplare: Con l’occasione, potresti anche dirci se l’esemplare da te postato è tuo, acquistato o meno. Una moneta del genere, se autentica, non può essere “trattata” in tal modo. Sono sicuro che tu abbia già effettuato delle ricerche in Internet, e come ti hanno già detto, per questa tipologia di moneta le foto dovrebbero essere perfette. Ad ogni buon modo, se ritieni che i giudizi già forniti non siano stati soddisfacenti, il consiglio aureo è solo quello di sottoporre l’esemplare alla valutazione di un perito numismatico. Altro discorso sarebbe se la moneta non è in tuo possesso. Saluti.
    1 punto
  26. Cari tutti, “Nel 2016 il Presidente Vladimir Putin esprese il desiderio di regalare al Comune di Torino una statua in onore del Generale Suvorov. Proposta che non trovò riscontri. A Milano in Piazza Belgioso è stata eretta una lapide commemorativa: “In questo palazzo nell’anno 1799 il Generale Fedmaresciallo Aleksandr Suvorov, grande condottiero russo, fu ospite durante la capagna di Lombardia e Piemonte”. https://www.farodiroma.it/quando-la-russia-invase-litalia-nel-1799-la-vittoriosa-campagna-del-generale-suvorov-principe-ditalia-raimondo-montecuccoli/ Saluti.
    1 punto
  27. Ue, buona sera ragazzi, ne ho trovati altri 3 di produzione messicana, stavano in un altro raccoglitore che mi era sfuggito. Ve li mostro.
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  28. Ciao @Fastrunner, hai fatto bene a pubblicare l’esemplare e a chiedere info al Forum. Come hai potuto leggere le opinioni sono diverse e molto dipende dalle foto (immagino!). Penso che la discussione cui fai riferimento e che ha “destato parecchio polverone” e’ la seguente: A mio parere, anche per rispetto di tuo nonno e per evitare qualsiasi dubbio, valuterei l’ipotesi di sottoporre la moneta alla valutazione di uno o più periti specializzati (meglio più di uno). Saluti.
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  29. Probabilmente una S uscita male. La puoi confrontare con quella della legenda. Arka Diligite iustitiam
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  30. Le confezioni le metto di lato in contenitori di cartone rigido. Le monete dal 2002 sono tutte in vassoi di velluto e me le godo una dietro l'altra in ordine di emissione. Il giorno che decidessi di cederle ( per diversi motivi ) le rimetterò nelle confezioni - Ora me le guardo e studio senza le "bare".
    1 punto
  31. non ci sono problemi adopera pure le foto, i miei al rovescio sono lisci (ecco il perchè ho postato solo il diritto)
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  32. 1 punto
  33. come in realtà dovrebbe essere... Il dato fondamentale - per gli studi e la ricerca - è quello scientifico. Non il possesso del pezzo tanto piu' se rischia di finire negli scantinati di qualche deposito museale
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  34. Si può davvero parlare di « unique offstrike of a gold medallion » come lo fa la casa d’aste? I termini "abschlag", "trial pièce" o "off strike" possono essere applicabili in determinati periodi molto specifici a certi bronzi che hanno le dimensioni di aurei o multipli di aurei e che talvolta condividono almeno uno dei loro conii con una moneta d'oro già conosciuta. Va notato che un certo numero di « trial pieces » tetrarchici realizzati con uno o due conii ufficiali hanno tracce di doratura, il che lascia anche aperta la possibilità di un riutilizzo fraudolento di conii ufficiali. Ve ne sono esempi durante la tetrarchia tra il 297 e il 307 (fino al primo “dies imperii” di Costantino). Ecco un "offstrike » (5,31g/19mm) per Costanzo Cloro Cesare, il conio al dritto è condiviso con due aurei di Treviri, lo stile e la tipologia ben corrispondono al periodo della prima tetrarchia. L'aureo corrispondente alla tipologia del rovescio non è ancora noto ma probabilmente esiste. https://www.notinric.lechstepniewski.info/6tre-51v.html Ma il bronzo Leu da 26 mm/3,06 g (!) presenta troppe anomalie per rientrare in questo quadro. Anche tenendo conto dell'usura, lo stile e le scritte sono troppo rozzi per un'incisione destinata a un multiplo d'oro. Al rovescio , la grafia è irregolare o confusa, ad esempio le lettere ORVM di AVGVSTORVM. I busti frontali, inaugurati da Massenzio dal 308 su alcuni argentei e aurei di Roma e di Ostia (se mettiamo da parte quelli di Postumo e di Carausio), non sono stati usati da Licinio prima del 317. Gli ultimi multipli di aurei a Siscia furono coniati intorno al 305/306 e non se ne conosce nessuno per il periodo interessato. « Fortunately, the appearance of these three Augusti together allows for a minting only between the defeat of Maxentius at the end of October 312 and the rupture between Licinius I and Maximinus II in the spring of 313 » Strana deduzione… Nessuna moneta fu mai coniata a nome di Massenzio nelle zecche controllate da Licinio e Massimino Daïa. Questo bronzo potrebbe quindi essere datato dal 310 alla fine del 312 (perché è anche improbabile che all'inizio del 313 Licinio volesse ancora celebrare la buona intesa dei tre augusti su un multiplo d'oro!) Battaglia di Andrinopoli Aprile 313… Se non si tratta di un “trial piece” come sostiene la casa d'aste di Leu, cosa potrebbe essere? Difficilmente potrebbe essere un follis, anche tenendo conto delle rotture il peso è troppo basso (ci aspetteremmo circa 6 g su una moneta integra). Mancherebbe inoltre un segno di zecca nel campo o nell'esergo, come giustamente segnalato nella didascalia. Durante la tetrarchia, il personaggio femminile che regge una bilancia non è Aequitas ma sempre Moneta. Ovviamente esiste un legame forte tra le due allegorie e le loro immagini si confondono nel messaggio seguente: grazie alla moneta riformata, (la creazione del nummus argentato), il Principe è in grado di garantire un commercio equo ai suoi sudditi. Aequitas è anche assente in tutto il RIC VII, ma la vediamo rappresentata - in tutt'altro registro - sulle monete postume di Costantino con la legenda IVST VEN MEM (ivstae venerandae memoriae). Possiamo tuttavia immaginare cosa un falsario moderno avrebbe voluto significare con questo rovescio di AEQVITAS: AEQVITAS AVGVSTORVM NOSTR(ORVM) ribadisce il messaggio presente al dritto, quello della completa uguaglianza dei tre augusti in termini di auctoritas. In ogni caso, questa è l'interpretazione proposta da Leu, che a parer mio costituisce un totale fraintendimento del concetto di Aequitas nella monetazione imperiale, anche se esso ha subito variazioni nel tempo. Condividerei volontieri il parere del forumista di Numis Forvms citato da @Vel Saties, l'utilizzo come punto di partenza di un follis di Siscia, magari un esemplare più antico al rovescio SACRA MONET AVGG ET CAESS, il diametro corrisponderebbe bene ai nummi di 305/ 306 , e la perdita di peso sarebbe dovuta alla massiccia reincisione. Insomma , di fronte a tante anomalie (modulo, legende, disposizione radiante dei busti senza precedenti e senza posterità, fattura grossolana, messaggio iconografico dubbio) avrei bisogno di uno studio approfondito di questo bronzo per cominciare a crederci anche solo un po'.
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  35. Certamente sono d'accordo con te, a mio modesto parere però è sempre meglio comprare da una Casa d'asta piuttosto che sulla baia, perché si hanno maggiori garanzie.
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  36. Ciad 2024 - 1.000 franchi in Ag.999 (gr. 62,20) (Tchad 1 franco CFA = €uro 0,0015)
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  37. Ciad 2024 - 5.000 franchi in Ag.999 (gr. 20)
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  38. Nuovo acquisto di oggi pescato in una ciotola del mercatino del mercoledì della mia città Un 5 pfennig 1943 zecca Vienna, moneta che già avevo ma di un altro anno più comune (1940 B). Questa da quel che ho potuto vedere è la più rara della tipologia, 800.000 pezzi coniati. Ne approfitto per chiedere intanto a @littleEvil com'è considerata questa monetina nei cataloghi tedeschi.
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  39. Ciao. Nessuno, penso, ha mai scritto che sull'Isola di Sardegna non circolassero gli Scudi emessi dal Regno di Sardegna per la Terraferma. Il passaggio del libro che hai citato riguarda l'intervento dell'autorità viceregia a seguito della constatazione che sull'Isola fossero stati introdotti in gran numero, e quindi circolassero, i Talleri veneti (erroneamente chiamati "Giustine di Venezia"). In relazione a queste monete, il Viceré Giuseppe Tornielli di Vergano emise un Pregone (citato nel Libro) con il quale, appurato peso e titolo di queste monete, se ne stabilì la tariffa di cambio in moneta sarda. Per quanto riguarda gli Scudi in corso negli Stati di Terraferma, essi circolavano certamente anche in Sardegna, tanto che, se vai a leggere a fine della pagina 81 e all'inizio della pag. 82 del libro, noterai che è citato un altro Pregone del Viceré Conte Roero del 2.1.1824, con il quale si tariffava in moneta sarda anche lo Scudo in corso negli Stati di Terraferma. Saluti. M.
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  40. buon giorno vorrei condividere con voi qualche monetina che ho di recente incluso nella mia collezione: un bel 8 tornesi 1797 di Ferdinando IV uno sfizioso mezzo tornese 1849 di Ferdinando II, con la stanghetta dell'uno della data girata all'interno e un tarì 1859 di Francesco II, che mi ha permesso di completare l'emissione "base" delle monete di questo sovrano coniate a Napoli.
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  41. Dovrebbe essere un distintivo della Russia zarista, nello specifico del 62' Reggimento fanteria Suzdal. Per l'originalità invece, dato lo scarso livello di dettaglio della foto, non mi pronuncio
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  42. Purtroppo non ho immagini per il viceregno napoletano, allego quello che ho in archivio. (immagini prese in rete). Un saluto a tutti. Raffaele.
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  43. Si,a Napoli,in un periodo del viceregno...
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  44. Ma no e‘ proprio tutto il contrario!😃😉 paolo era prima accecato dal ‚dio denaro‘ e voleva vendere la sua collezione. Poi ‚folgorato sulla via di Damasco‘ - grazie al Forum - ha mutato divinità e si e‘ votato al dio MONETA , passando dal concetto di arricchimento a quello della passione - pura - per la raccolta/passione per l‘oggetto. mentre tutti hanno passione - direi ossessione - per il denaro - solo una selezione di persone ha passione per la Moneta che implica studio, passione, applicazione toccando le discipline della storia, arte, tecnica, numismatica vera e propria, economia. il denaro e‘ comodo, inebriante ma arido e banale. La Moneta suscita passione, richiede studio ma in compenso non annoia mai 😁
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  45. Il nominale del dupondio (= 2 assi) era diffuso nella monetazione italica preromana e anche i Romani, in epoca repubblicana (molto prima della riforma monetale di Augusto) lo utilizzarono: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B17/1 https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B7/1 https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G187/1 Facciamo un passo indietro. Facciamo una breve storia dei bronzi repubblicani. Ti avviso che sin d'ora che le date che utilizzerò non sono tutte pacificamente accettate dagli studiosi, ma ci permettono di avere un'idea dell'evoluzione complessiva. ---- Agli inizi del III secolo a.C. (o alla fine del IV) compaiono i primi assi repubblicani, fusi, del peso di 12 once (327 g teorici - (tieni presente che una moneta normalmente pesa di meno dello standard teorico, perché lo Stato trattiene il cosiddetto "aggio"). Una serie di svalutazioni successive porta la repubblica a emettere assi sempre più leggeri, ma sempre teoricamente attestati su multipli dell'oncia. Nel 211 a.C. l'asse (della serie Crawford 56, cui appartiene anche uno dei dupondi di cui ho indicato il link sopra) si è ridotto al peso di 2 once (cosiddetto "standard sestantale"). Nel 141 a.C. si comincia a emettere assi del peso di 1 oncia ("standard onciale"). Nel 91 si passa ad assi di mezza oncia ("standard semionciale" - peso medio 13,64 g) e questa dovrebbe essere l'ultima riduzione [gli scavi ci hanno restituito anche assi di peso di 3-6 grammi: secondo Crawford sono rari casi di emissioni fiduciarie (il cui valore nominale, cioè, non era legato a quello intrinseco, emessi in colonie - Luceria e Canusium - i cui abitanti, avendo ereditato una lunga tradizione greca, si fidavano - a differenza dei "grezzi" Romani "DOC" - del valore fiduciario delle monete); secondo Vincenzo La Notte invece sono le prove del fatto che è esistita anche uno "standard quartunciale", seppur non attestato dalle fonti scritte, durante il quale gli assi arrivarono a pesare attorno a un quarto di oncia (6,82 g teorici)] ---- Si arriva così all'anno 84 a.C., quando a Roma vengono ancora emessi tre diversi assi di standard semionciale. Per decenni, questa resterà l'ultima emissione di bronzi fatta a Roma [nell'82 le legioni di Silla emettono l'asse https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G212/13 , peraltro di peso sovrabbondante ; è però un'emissione militare, fatta chiaramente per le esigenze dell'esercito ] Infatti, l'emissione dei bronzi finisce del tutto; nel caos delle guerre civili, nessuno pensa più a emetterli. Si verifica una grave carenza di "spiccioli", dimostrata dalla pratica (che durerà quasi un secolo) di "spezzare" i bronzi esistenti per usarli come nominali più piccoli. Passano quasi 40 anni. ---- Nel 46, in Spagna, Gneo Pompeo, figlio di Pompeo Magnus, emette una moneta con i tipi iconografici dell'asse, in bronzo, ma con un peso che, seppur molto variabile, in alcuni casi estremamente elevato, andando da 15 a 37 g ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-CP/5 ). Perché proprio in Spagna? Perché in quella terra c'è una salda tradizione di emissione di monete enee "provinciali" e probabilmente i Pompeiani, per manifestare il loro desiderio di proporsi come eredi legittimi della repubblica, hanno voluto contrapporre a esse una moneta prettamente "romana". Nel 45 suo fratello, Sesto, lo imita emettendo bronzi con i tipi dell'asse, anch'essi di peso molto variabile, compreso tra 12 e 27 g circa ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I6/10 , https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I6/11 ). Contemporaneamente, a Roma, Cesare emette un bronzo che pesa "solo" 11-17 g, ma per la prima volta la lega usata è quella dell'oricalco ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I2/46 ). Quella di cesare è l'ultima emissione di un bronzo a Roma in epoca repubblicana [In seguito ci sarà un'ultima emissione, avvenuta però in provincia probabilmente in Acaia, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I10/50 . Probabilmente si tratta di una moneta della "serie navale", di cui parlo nel prosieguo di questo post, e comunque è un "normale" asse di standard semionciale, quindi non rileva ai fini della presente disamina]. Come interpretare queste monete? E' vero che quelle dei Pompeiani portano i tipi dell'asse (testa di Giano/prora di nave), ma il peso è spesso molto eccedente rispetto all'ultimo standard ponderale utilizzato 40 anni prima. E l'emissione di Cesare? Risponde sì a uno standard ponderale semionciale, ma è in oricalco (lega che di per sè non ha un valore molto superiore al bronzo semplice, ma che suo figlio adottivo Ottaviano utilizzerà, come tu stesso hai evidenziato, per i dupondi). Sono assi? Sono dupondi? Son sesterzi (= 4 assi)? Gli studiosi su questo sono discordi. E' ben possibile che siano dupondi. ----- Mentre a Roma nessuno più si cura di coniare bronzi, a Vienne (come in altre colonie) nel 36 a.C. si decide di sopperire alla carenza di spiccioli emettendo nuove monete enee, fra cui appunto la tua. Si potrebbe pensare (e alcuni studiosi pensano) che sia un asse, ma ci sono tre buone ragioni per pensare che sia un dupondio. In primo luogo, ha un peso di circa 18-20 grammi, eccedente rispetto a quello standard dell'asse (13,64 g teorici) ma perfettamente accettabile per un dupondio (tenuto conto dell' "aggio" e della svalutazione, è perfettamente logico che un dupondio di 27 grammi teorici sia emesso a 20 grammi). In secondo luogo, al dritto presenta non una sola testa gianiforme, ma due teste. Ora, devi sapere che nel 38, in varie località dell'Acaia e dell'Asia Minore, i legati di Marco Antonio avevano cominciato anch'essi a emettere bronzi. Sono detti della "serie navale" e sono catalogati fra le monete provinciali perché presentano, nelle legende, anche lettere a caratteri greci, ma rispondono in tutto e per tutto alle caratteristiche delle monete repubblicane (McCabe, giustamente secondo me, li cataloga come monete repubblicane). Questa serie comprende i nominali del sesterzio, del tressis (=3 assi), del dupondio e dell'asse e presentano una serie di simboli per far capire, anche alle persone meno istruite, quale fosse il loro valore. Ebbene, fra questi simboli c'è appunto il numero di teste raffigurate al dritto: 4 per il sesterzio, 3 per il tressis, 2 per il dupondio e 1 per l'asse. Si può ben pensare che un sistema simile sia stato adottato in un'altra parte dell'impero, anch'essa (come Acaia e Asia Minore) di ambito culturale greco/magnogreco, ossia appunto la Gallia Narbonese, a Vienne. Terza considerazione, le monete di Vienne (così come quelle di altre colonie) sono spesso spezzate in due (come la tua, appunto) e la frattura è fatta in modo tale da presentare, su ciascuna delle metà rimaste, una testa sola. Come ti ho detto, la pratica del dimezzamento fu attuata per ottenere "spiccioli", in un momento storico in cui si accusava la carenza di monete di bronzo. Ma cosa fu spezzato, e per ottenere cosa? L'attenzione con cui veniva lasciata una testa integra fa pensare che si volesse ottenere una "unità", e quindi un asse, piuttosto che "mezza unità" (un semisse). La moneta intera, quindi, doveva probabilmente essere un dupondio.
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  46. In realtà la domanda è molto meno banale di quel che sembra. Per l'epoca repubblicana si suole identificare una serie di monete ritenute emesse dalla repubblica (che corrispondono, pezzo meno pezzo più, a quelle catalogate dal Crawford), affermando che quelle (e non altre) sono "repubblicane". Ma la situazione è molto più complessa. In primo luogo, molte di quelle monete furono emesse fuori Roma e, molte di quelle emesse fuori Roma, furono fatte battere dai comandanti militari. Si suole ritenerle "repubblicane" per il fatto che il potere che le avrebbe legittimate sarebbe stato l'imperium esercitato dai comandanti. La riconducibilità alla repubblica si identificherebbe, allora, nel profilo giuridico del potere capace di conferire loro valore. Ma se così fosse, che dire dalle monete emesse da due diversi comandanti in momenti di guerra civile? O di quelle emesse dalle colonie, quando si trattava di colonie di diritto latino (e quindi, formalmente, non facenti parte dello Stato di Roma)? In secondo luogo, e soprattutto, durante la repubblica, sui territori governati da Roma, circolavano moltissime monete (soprattutto bronzi, ma anche argenti) emesse palesemente da "governi locali". Alcune di esse portano iconografie chiaramente repubblicane (un asse siciliano, ad esempio, ha Giano bifronte al dritto e, al rovescio, addirittura, la lupa che allatta i gemelli). Altre riportano i titoli dell'autorità emittente, e sono titoli repubblicani (questore, ad esempio, o triumviro per la deduzione della colonia; alcuni di questi titoli peraltro sono scritti in Greco). Se il criterio di distinzione è il potere dell'autorità che emette la moneta, perché non riconoscere anche queste (o, almeno, alcune di esse) come repubblicane? Per meglio analizzare il fenomeno, dobbiamo fare un passo indietro. Dopo la nascita degli Stati nazionali, siamo abituati a considerare lo Stato come un'entità totalizzante e assoluta, con un confine terrestre ben definito. All'interno del confine tutto fa capo - quanto a legittimità - a quell'apparato statale; all'esterno di esso invece è un mondo diverso, e la legittimità va incardinata in altri apparati statali. Ai tempi di Roma (e, in verità, fino più o meno alla pace di Vestfalia, nel 1648) non era così: la legge era regolata dal principio di personalità, non di territorialità. I cittadini di romani si regolavano secondo la legge di Roma ovunque fossero. Non esisteva un confine (salvo il pomerium, vestigia più sacrale che giuridica del territorio originamente collocato al di fuori delle mura della città-Stato); lo stesso limes (concetto, peraltro, sedimentatosi in epoca imperiale) era un "limite" oltre il quale non valeva la pena di avventurarsi, perché la civiltà (quella di Roma, beninteso) non vi era arrivata. La Repubblica, quindi, era un'entità non territoriale, ma sostanzialmente "sparsa" per il mondo grazie al disperdersi dei cives Romani (e destinata, dagli dei, a governare sulle altre genti). Una prova storica di questa mentalità, personale e non territoriale, è data dalle rivendicazioni di molte genti italiche (tipicamente, ma non solo, durante il bellum sociale): chiedevano non la fusione con lo Stato di Roma (che non esisteva), ma l'estensione ai propri componenti della cittadinanza romana. In tale contesto culturale e giudico potevano coesistere, uno a fianco all'altro, regole commerciali incompatibili, modelli matrimoniali differenti, forme di governo amministrativo alternative ... e anche sistemi monetali diversi. E' ben noto che l'espansione di Roma in Italia avvenne mediante un tessuto, a macchia di leopardo, di regimi giuridici diversi: città federate, socii, municipia, città alleate, colonie di diritto romano, colonie di diritto latino, etc. In tale contesto, fu concesso a realtà cittadine distintesi per la loro maggior fedeltà a Romana, di continuare a battere le proprie monete; a quelle assoggettate con la forza, invece, questa potestà fu negata, non però in forza di un'idea (inesistente all'epoca, come evidenziato) che la monetazione fosse monopolio del governo centrale, bensì per contribuire al loro assoggettamento culturale e (di riflesso) commerciale. Ne derivò da subito l'idea che sul territorio governato (di diritto o di fatto) dai cives Romani fosse normale la circolazione di monete diverse; va da sè che quelle della repubblica erano ovunque le monete maggiormente accettate (mutatis mutandis un po' come il dollaro, oggi). In altri termini, nacque da subito il fenomeno di una "monetazione provinciale" ante litteram; "ante litteram" perché, vale la pena ricordarlo, l'Italia non fu mai provincia. Con l'acquisizione delle prime province, a partire dalla Sicilia, lo strumento della monetazione provinciale fu attuato in un'ottica diversa. Era tipico infatti della mentalità romana pescare dalle esperienze del passato per adattare vecchie soluzioni a nuovi problemi. Si ricordi infatti che i lunghi viaggi erano fatti in nave ed erano pericolosi, e quindi costosi. Se, in ipotesi, trasportare mille assi di bronzo da Roma a una colonia costa più di mille assi, o anche poco di meno, ecco che diviene assolutamente antieconomico accentrare la zecca a Roma; meglio coniare le monete in loco, magari con metallo estratto (o depredato ai nemici) a poche miglia di distanza. In questo modo, il fenomeno della monetazione provinciale si diffuse per il mediterraneo con l'espandersi del dominio di Roma, e interessò tutta la storia repubblica a partire della fine della Prima Guerra Punica. Le monete "provinciali repubblicane" sono tante, anche se (per quanto mi consta) non sono mai state studiate in un'ottica unitaria, con riferimento alla storia di Roma; al più, trovano spazio negli studi delle comunità locali. Si tratta soprattutto di bronzi (perché i bronzi, a parità di valore nominale, sono più pesanti degli argenti e, quindi, più onerosi da trasportare da Roma alle province), ma non mancano casi di argenti (ad esempio, in Spagna, in Macedonia e nell'Asia Minore). In questo contesto, esiste ovviamente una fascia grigia: per alcune monete è difficile affermare se siano "repubblicane provinciali" o di comunità del tutto indipendenti da Roma. Esistono addirittura emissioni (locali) che secondo alcuni autori sono proprio ascrivibili al governo di Roma (sarebbero, in altri termini, "repubblicane" ufficiali), come i tre piccoli argenti citati da Debernardi nell'articolo "Un aggiornamento dei tesoretti romani repubblicani del fronte ispanico", in “Acta numismatica” 49, 2019: infatti, Debernardi, Lippi e Campana ("Dal denarius quadrigatus al denarius bigatus: manovre finanziarie e monetarie dopo canne", in “Monete antiche”, gennaio/febbraio 2023) hanno proposto che si tratti di "libelle", intese quali decima parte di denarii che Publio e Gneo Scipione coniarono in Spagna (per gli autori, infatti, il “denario” bigato, così come le didracme o "denarii quadrigati", erano divisi in 10 unità finanziarie - non in 10 assi - denominate, appunto, "libelle").
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  47. Buona sera Rocco ecco la mia
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  48. È copiata da una di Nicomedia NON coniata a Nicomedia
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