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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/24 in tutte le aree
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Artefatto. Ovvero modifica dell'originale con un intervento che ne altera e ne compromette (in questo caso) le caratteristiche. Semplicemente, si tratta di una moneta (baiocco 1802) che un buontempone, in epoca imprecisata (e non determinabile), ha riscaldato in modo da ammorbidirne le superfici, l'ha posta fra due esemplari da 10 cent, e, con un forte colpo di martello, vi ha impresso i caratteri del 10 centesimi 1867... per questo motivo i caratteri del 10 cent risultano in incuso e con orientamento speculare... Operazione che può anche essere stata eseguita in due tempi e/o con un torchio... Non potendosi determinare il momento dell'intervento (unica certezza: post 1867... ma potrebbe anche essere l'altro ieri) temo che, dal punto di vista storico, ci sia poco da approfondire e per questo motivo chi mi ha preceduto ha liquidato la questione con il semplice commento: artefatto. Perché si tratta di cosa già vista, priva di interesse numismatico e non collocabile dal punto di vista temporale. Ovviamente a te resta la totale libertà di approfondire l'argomento Mario4 punti
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Si può davvero parlare di « unique offstrike of a gold medallion » come lo fa la casa d’aste? I termini "abschlag", "trial pièce" o "off strike" possono essere applicabili in determinati periodi molto specifici a certi bronzi che hanno le dimensioni di aurei o multipli di aurei e che talvolta condividono almeno uno dei loro conii con una moneta d'oro già conosciuta. Va notato che un certo numero di « trial pieces » tetrarchici realizzati con uno o due conii ufficiali hanno tracce di doratura, il che lascia anche aperta la possibilità di un riutilizzo fraudolento di conii ufficiali. Ve ne sono esempi durante la tetrarchia tra il 297 e il 307 (fino al primo “dies imperii” di Costantino). Ecco un "offstrike » (5,31g/19mm) per Costanzo Cloro Cesare, il conio al dritto è condiviso con due aurei di Treviri, lo stile e la tipologia ben corrispondono al periodo della prima tetrarchia. L'aureo corrispondente alla tipologia del rovescio non è ancora noto ma probabilmente esiste. https://www.notinric.lechstepniewski.info/6tre-51v.html Ma il bronzo Leu da 26 mm/3,06 g (!) presenta troppe anomalie per rientrare in questo quadro. Anche tenendo conto dell'usura, lo stile e le scritte sono troppo rozzi per un'incisione destinata a un multiplo d'oro. Al rovescio , la grafia è irregolare o confusa, ad esempio le lettere ORVM di AVGVSTORVM. I busti frontali, inaugurati da Massenzio dal 308 su alcuni argentei e aurei di Roma e di Ostia (se mettiamo da parte quelli di Postumo e di Carausio), non sono stati usati da Licinio prima del 317. Gli ultimi multipli di aurei a Siscia furono coniati intorno al 305/306 e non se ne conosce nessuno per il periodo interessato. « Fortunately, the appearance of these three Augusti together allows for a minting only between the defeat of Maxentius at the end of October 312 and the rupture between Licinius I and Maximinus II in the spring of 313 » Strana deduzione… Nessuna moneta fu mai coniata a nome di Massenzio nelle zecche controllate da Licinio e Massimino Daïa. Questo bronzo potrebbe quindi essere datato dal 310 alla fine del 312 (perché è anche improbabile che all'inizio del 313 Licinio volesse ancora celebrare la buona intesa dei tre augusti su un multiplo d'oro!) Battaglia di Andrinopoli Aprile 313… Se non si tratta di un “trial piece” come sostiene la casa d'aste di Leu, cosa potrebbe essere? Difficilmente potrebbe essere un follis, anche tenendo conto delle rotture il peso è troppo basso (ci aspetteremmo circa 6 g su una moneta integra). Mancherebbe inoltre un segno di zecca nel campo o nell'esergo, come giustamente segnalato nella didascalia. Durante la tetrarchia, il personaggio femminile che regge una bilancia non è Aequitas ma sempre Moneta. Ovviamente esiste un legame forte tra le due allegorie e le loro immagini si confondono nel messaggio seguente: grazie alla moneta riformata, (la creazione del nummus argentato), il Principe è in grado di garantire un commercio equo ai suoi sudditi. Aequitas è anche assente in tutto il RIC VII, ma la vediamo rappresentata - in tutt'altro registro - sulle monete postume di Costantino con la legenda IVST VEN MEM (ivstae venerandae memoriae). Possiamo tuttavia immaginare cosa un falsario moderno avrebbe voluto significare con questo rovescio di AEQVITAS: AEQVITAS AVGVSTORVM NOSTR(ORVM) ribadisce il messaggio presente al dritto, quello della completa uguaglianza dei tre augusti in termini di auctoritas. In ogni caso, questa è l'interpretazione proposta da Leu, che a parer mio costituisce un totale fraintendimento del concetto di Aequitas nella monetazione imperiale, anche se esso ha subito variazioni nel tempo. Condividerei volontieri il parere del forumista di Numis Forvms citato da @Vel Saties, l'utilizzo come punto di partenza di un follis di Siscia, magari un esemplare più antico al rovescio SACRA MONET AVGG ET CAESS, il diametro corrisponderebbe bene ai nummi di 305/ 306 , e la perdita di peso sarebbe dovuta alla massiccia reincisione. Insomma , di fronte a tante anomalie (modulo, legende, disposizione radiante dei busti senza precedenti e senza posterità, fattura grossolana, messaggio iconografico dubbio) avrei bisogno di uno studio approfondito di questo bronzo per cominciare a crederci anche solo un po'.4 punti
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Buonasera a tutti, nuovo arrivato in collezione. Cavallo Federico III D'Aragona (1496-1501) D/Busto coronato del Re a Dx R/Cavallo gradiente a dx sopra una stella a 6 punte. Mir. 110 In esergo purtroppo manca metallo e non è possibile sapere cosa ci fosse. Vi propongo un collage di foto fatte su fondo diverso. Per confronto riporto anche foto di un altro dei miei cavalli e di un cavallo simile (ma credo di conio diverso, ha rosetta ad inizio leggenda ) passato in discussione ma non mio. Saluti Alberto4 punti
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A distanza di una settimana voglio postare anche l'ultimo acquisto di Aix-les-Bains. Si tratta di un Bianchetto di Amedeo VII, se uno segue le classificazioni del vecchio MIR sarebbe la prima moneta di Amedeo VII che inserirei in collezione, a seguire il volume del Cudazzo molte monete sono state spostate sotto la coniazione di questo Conte e la cosa mi crea ancora confusione. Moneta piccola, 17/18 mm. di diametro, senza il nome del Duca in legenda, dovrebbe essere la prima moneta sabauda che porta su di una faccia la croce mauriziana, questa croce accompagnerà le monete dei Savoia per molto molto tempo! Nodo Savoia e croce Mauriziana... i due maggiori simboli della dinastia insieme ad il FERT.3 punti
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Ecco la mia, grazie alla grande generosità di un Amico. Sempre un passo avanti. È dello stesso conio della tua @ferdinandoII.3 punti
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Dalle foto, a parte i bordo un po stondato al dritto, sembrerebbe buona. Riesci a fare foto più nitide e con miglior inquadratura del contorno? Se mi permetti vorrei fare una domanda che potrebbe sembrare banale: questa moneta è frutto di un ritrovamento casuale / regalo / acquisto da mercatino? Ciao Graziano, per una volta non concordo con te. Se è pur vero che nutrire dubbi (vista la tipologia in questione) è più che lecito, asserire che sia falsa solo perché usurata non mi sembra numismaticamente corretto, visto che non è escluso che alcuni esemplari possano aver effettivamente circolato.3 punti
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come in realtà dovrebbe essere... Il dato fondamentale - per gli studi e la ricerca - è quello scientifico. Non il possesso del pezzo tanto piu' se rischia di finire negli scantinati di qualche deposito museale3 punti
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Ho pensato ad una discussione che riporta le immagini di uffici postali che notiamo nelle nostre città o quando siamo in vacanza. inizio da Zug (Svizzera)2 punti
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Pescata domenica , ciotola 1 € al pezzo , trovato questo bel falso d'epoca di un 5 lire aquilotto Altra ciotola 3 pezzi per 1€ , trovato due monetine di san marino e 2 annas 19192 punti
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Per completezza ecco le foto per intero. La conservazione è bassa, ma la variante, correggetemi se sbaglio, non è stata ancora censita sulla 57...2 punti
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Grazie Rocco! Due pareri autorevoli su due! Vuol dire che ho fatto bene a cambiare gli occhiali, altrimenti per la scarsa conservazione l'avrei lasciata lì...🤣🤣🤣2 punti
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Buongiorno a tutti, sono io che oramai vedo varianti dapertutto oppure le torri sono effettivamente capovolte? A sinistra la già nota 1856 con le palline al palo, a destra una 1857 con 7 palini... Nel ringraziare chi vorrà dire la sua sull'argomento, saluto tutti Alessandro2 punti
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Guardavo le tre corone che circondano il Tosone... Quanta simbologia in tre piccole monetine.. Vite fecondità e benedizione, alloro sapienza e gloria, grano fertilità e resilienza.2 punti
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Eccomi, ho avuto un po da fare, del resto 40 anni di matrimonio si festeggiano una sola volta. Di seguito 3 ritagli inglesi e uno Argentino2 punti
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Mi ha sempre incuriosito questa cosa delle diverse corone al rovescio di questi tornesi,e soprattutto mi incuriosiva questa denominazione di 'corona di pannocchie di grano "fatta dagli autori del CNI, cercavo di immaginare come sarebbe potuta essere effettivamente una corona di questo tipo,ed è durante delle mie ricerche che ho finalmente trovato il fantomatico tornese con "corona di pannocchie di grano ", l'esemplare che propongo è in conservazione non ottimale, ma per un occhio attento e allenato è abbastanza per poterlo catalogare precisamente... Tornese 1636 con sigla O/C... Al dritto:PHILIPPVS.IIII.R.S,1636,busto di Filippo IV a sinistra con dietro le sigle del Mastro di zecca Orazio Celentano, avanti il simbolo del coniatore "O"... Al rovescio:corona di pannocchie di grano,nel campo tosone sospeso rivolto a sinistra... Peso:5,25 grammi, diametro:24,15 millimetri... Allego il particolare delle tre tipologie di corona... Spero di aver fatto cosa gradita per tutti gli appassionati di Filippo IV...2 punti
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Una scoperta numismatica di grande significato offerto nella Leu Web Auction 30 (traduzione google dalla newsletter Leu) offerta come "Offstrike of a Gold Medallion". –– Quando pensiamo a monete altamente significative, noi collezionisti di tesori numismatici inevitabilmente evochiamo immagini di stateri o tetradrammi greci magnificamente conservati, aurei romani o ducati multipli moderni. Tuttavia, le monete di immensa importanza scientifica non sono necessariamente sempre ben conservate. Un buon esempio di ciò, che desideriamo presentarvi in questa newsletter, arriva sotto forma di una nuova scoperta di eccezionale importanza per lo studio della rappresentazione e dell'iconografia imperiale romana del primo periodo costantiniano: una fuoriuscita dagli stampi per un multiplo in oro raffigurante Costantino il Grande, Licinio I e Massimino II (lotto 2604). Asta web Leu 30 | Lotto 2604 | Prezzo di partenza: 750 CHF Al dritto sono raffigurate le teste dei tre imperatori, mentre al rovescio inneggia “all'equità dei nostri Augusti”. I busti dei governanti sono disposti secondo uno schema simile a un mulino a vento, rivolti in avanti e coinvolgono direttamente lo spettatore. Mentre le rappresentazioni frontali erano state sperimentate sotto imperatori precedenti - non solo per gli dei ma anche per gli imperatori, come Postumo, Carausio e Massenzio - la raffigurazione di tre busti frontali è del tutto nuova e precedentemente sconosciuta nella monetazione romana. Evoca la raffigurazione di Diocleziano, Massimiano e Carausio sulle famose monete CARAVSIVS ET FRATRES SVI emesse dall'usurpatore britannico. Asta Leu 8 | Lotto 155 | Martello: 4.400 franchi Su queste monete, i tre busti sono impilati uno sopra l'altro, ricordando molti doppi busti visti nella monetazione ellenistica e occasionalmente su medaglioni romani ed emissioni speciali. In quest'ultimo, questa disposizione stabilisce una chiara gerarchia, con la figura davanti che denota l'anzianità rispetto a quella dietro. Nel caso di Carausio e dei "suoi fratelli", l'iconografia è notevolmente più complessa. Qui è evidente che Diocleziano raffigurato al centro detiene il rango più alto, mentre Carausio rivendica il posto d'onore alla sua destra, relegando deliberatamente Massimiano alla posizione considerevolmente meno prestigiosa a sinistra. Sulle monete raffiguranti busti contrapposti, comunemente presenti su molte monete provinciali e su alcune rare emissioni imperiali, il lato sinistro della moneta è tradizionalmente quello più onorevole, mentre il lato destro è subordinato. Asta Leu 13 | Lotto 340 | Martello: 34.000 franchi Come evidente, l’iconografia imperiale romana non lascia nulla al caso, poiché ogni rappresentazione aderisce a un deliberato ordine cerimoniale. Allora perché i tre imperatori sul nostro pezzo sono mostrati in uno schema a mulino a vento con ritratti affrontati? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima datare la moneta. Fortunatamente, la comparsa insieme di questi tre Augusti consente una coniazione solo nel periodo compreso tra la sconfitta di Massenzio alla fine dell'ottobre del 312 e la rottura tra Licinio I e Massimino II nella primavera del 313. In questi pochi mesi Costantino I, Licinio I e Massimino II erano alleati e si consideravano, a differenza della Tetrarchia con i suoi due Augusti e due Cesari, alla pari. Per un fustellatore incaricato di rappresentare iconograficamente l’uguaglianza dei tre imperatori, i vincoli dell’iconografia romana lasciavano poco spazio all’interpretazione artistica. Se dovesse sovrapporre o giustapporre i busti, sarebbe implicita una chiara gerarchia. Per aggirare questo dilemma, decise di raffigurare i busti a) di fronte anziché di profilo eb) distribuiti uniformemente nello spazio circolare della conio. Ciò garantiva che i tre sovrani fossero rappresentati come completamente uguali, senza che nessuno rivendicasse nemmeno un accenno di anzianità rispetto agli altri. Allo stesso modo, l'artista ha curato la titolazione, che elenca semplicemente i nomi e i titoli di Augusto, evitando consapevolmente i singoli titoli onorifici. Il rovescio fa eco a questo sentimento, elogiando 'l'equità dei nostri Augusti'. Nel complesso si tratta di uno sviluppo incredibilmente significativo dell'iconografia romana conservato esclusivamente in questo pezzo un po' danneggiato. Nessun'altra moneta romana spinge l'equivalenza di più sovrani, come occasionalmente tentato a partire dalla Tetrarchia, all'estremo come questa moneta. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che, anche nella Tetrarchia, alcuni imperatori rivendicarono sempre più anzianità e auctoritas di altri – anzi, queste distinzioni di rango costituivano il fondamento stesso del sistema concepito da Diocleziano. Perché questo esperimento iconografico sia stato abbandonato così rapidamente non è oggi possibile determinarlo. Il nostro pezzo è stato coniato a Siscia, all'epoca sotto il dominio di Licinio I. È ipotizzabile che la moneta sia stata coniata poco prima che scoppiassero le ostilità tra Massimino II e Licinio I, che si era appena incontrato con Costantino a Mediolanum, quindi rapidamente rendendo antiquata l'iconografia e inducendo la cessazione dell'emissione. Naturalmente anche altri fattori a noi sconosciuti potrebbero aver avuto un ruolo. In ogni caso, un conio così insolito non è stato sicuramente realizzato per una semplice emissione di follis, come indica l'assenza di qualsiasi marchio di officina sul rovescio, caratteristica tipica delle emissioni d'oro di Siscia dell'epoca. È probabile quindi che questa emissione straordinaria fosse originariamente intesa come un'emissione di multipli d'oro, che sarebbero stati distribuiti come donativa a importanti ufficiali. Ciò che è sopravvissuto, però, è solo questo contropiede in bronzo, probabilmente un pezzo di prova. Non è chiaro se da questa coppia di dadi siano mai stati effettivamente ricavati dei multipli d'oro e successivamente persi o fusi, o se l'emissione fosse già stata interrotta in precedenza. È certo però che questa fuoriuscita rappresenta una delle scoperte iconografiche più significative della monetazione romana degli ultimi decenni, e riveste un'importanza capitale per gli studiosi dell'iconografia imperiale romana in generale e di quella costantiniana in particolare.1 punto
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E' un campo per me molto scivoloso, ma ci provo, dai... mi serve anche per imparare. Direi V secolo.. Al dritto vedo bene una H che mi fa pensare ad Onorio. Al rovescio mi pare di vedere una figura sulla destra (la Vittoria?) che sembra incoronare una figura sulla sinistra in tenuta militare, con gonnellino, cinturone e spallacci. Pare anche di leggere, da ore 9, VIRT.. La tipologia mi porterebbe, quindi, ad una VIRTVS EXERCITI: Type 85 (tesorillo.com) Tuttavia, l'aspetto piuttosto grezzo e stilizzato (se così si può dire) mi fa pensare ad una imitativa. Un saluto. Stilicho1 punto
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Probabilmente una S uscita male. La puoi confrontare con quella della legenda. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buonasera. Direi anch'io un errore. Molto usuale nelle monete veneziane. Saluti.1 punto
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Ciao! a me pare più un errore .... non sarebbe la prima volta saluti luciano1 punto
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Salve Continuo con il mio lotto del Veronafil.....stessa domanda, chi potrebbe dirmi di piú su sto pezzo? Grazie a tutti ed a @PostOffice1 punto
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In perfetta tariffa per l'interno, cartolina postale con testo a tutta facciata, con 20c verde su avorio della serie Siracusana, emessa il 24.9.1953. Annullo di partenza di Bergamo Arr. e Part. meccanico con svolazzo a sx del ?? VIII 1954.. ... annullo di arrivo di Landriano (Pavia) del 9.8.1954 Bella non comune, sempre interessanti queste anni 50.1 punto
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Notavo sul bronzo di Antonio la patina di azzurrite, mentre su altri esemplari come quello della Biblioteca nazionale di Francia l’ossidazione del rame si è arrestata a cuprite. apollonia1 punto
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Da Magnesia al Meandro, nella Ionia, un vistoso esemplare di tetradrammo di bel gusto ellenistico, con al diritto busto di Artemide con arco e faretra ed al rovescio Apollo appoggiato a tripode, entro ghirlanda . Sarà il 13 Luglio in vendita Leu.Num. 30 al n. 702 .1 punto
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Moneta sempre interessante per la tipologia, anche se abbastanza comune, con buona centratura. La legenda del diritto sul tuo esemplare inizia in alto a destra, sul mio, invece, in basso a sinistra. Entrambe le varianti sono comunque classificate allo stesso modo.1 punto
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A me dà l'impressione di essere stata pulita... poi non conosco la monetazione coloniale quindi non so aiutarti con pareri su grado di conservazione ed autenticità... ti faccio i complimenti però per le prime due monete postate!! Saluti...Ronak1 punto
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Scartabellando negli album di famiglia, purtroppo ho scoperto di aver acquistato un doppione, il Tallero d'Italia c'era già. Certo non è in conservazione come quello che ho trovato io, però mi sembra autentico e un BB almeno se lo merita, cosa ne pensate? Purtroppo questo è senza firma1 punto
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Come tutto ha avuto inizio... simulazione del Bing Bang: https://www.passioneastronomia.it/guarda-i-primi-tre-secondi-del-big-bang-la-video-simulazione-e-da-pelle-doca/?amp1 punto
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Buongiorno Ale, secondo me sono capovolte. Un saluto Raffaele.1 punto
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la moneta presenta buoni rilievi, non vedo usura ma conio stanco e problemi di corrosione sulla legenda.. se c'è stata pulizia meccanica non si nota nessun cambiamento di colore nei punti incriminati.. fa la sua bella figura.. certamente i problemi che ha la declassano a livello economico.. certamente non si può pagare spl... ma ci sono in giro bb molto peggiori1 punto
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Non è un errore, è stato usato il punzone di una S perché forse in quel momento il punzone del 5 non era disponibile,forse era rotto o troppo usurato,lo stesso succedeva anche nella zecca di Napoli , inoltre oltre alla S per sostituire il 5 si usava anche la Z per sostituire il 2... Adesso vedrai che @ambidestrola troverà sicuramente...1 punto
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Buongiorno Alberto,hai fatto bene a prenderlo, nonostante la mancanza è un bel pezzo e con una bella patina...1 punto
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Buona Sera, resta da valutare il lotto 725 già proposto da Bolaffi in una sua precedente asta (la numero 43): con tutti i limiti derivanti dal non aver vista la moneta direttamente, basandosi solo sulle due immagini utilizzate per la presentazione nelle aste e sulle indicazioni di peso fornite, possiamo certamente escludere si tratti di una imitazione. Mancherebbe quasi un quarto del peso atteso per la moneta, il fatto che nelle due aste (nelle quali è stata proposta la moneta, rimasta invenduta alla prima occorrenza) venga indicato lo stesso peso calante escluderebbe un refuso riguardo a questo dato. L’aspetto del diritto risulta “corretto” con segni di usura, i dubbi sono ingenerati dall’aspetto quanto meno bizzarro del rovescio. Troviamo a ore cinque una sorta di rigonfiamento, una escrescenza, a ore sette appare quella che sembrerebbe una piega nel bordo del tondello o in alternativa ispessimento anomalo del bordo, forse quest’ultima è la ipotesi più probabile (il diritto non sembra mostrare pieghe). Merita un’attenzione maggiore l’area attorno a ore undici, qui sembrerebbe essere affiorato del materiale che non ha l’aspetto dell’oro, di colore scuro. Anche il confronto con l’immagine della precedente Asta numero 43 che presentava la moneta non pulita, evidenzia oltre alle anomalie a ore cinque e a ore sette, questa zona pesantemente alterata (si potrebbe trattare di un rigonfiamento che ha lacerato il rivestimento superficiale, successivamente asportato). In considerazione di queste problematiche, e dell’aspetto delle facce che sarebbe compatibile con quello di un Fiorino MIR 25-13 (non ho immagini di questi specifici coni), ipotizzerei possa trattarsi di copie galvaniche di un Fiorino, unite tra loro, con un “riempimento” tra le due valve di qualche lega. Qualche alterazione del nucleo potrebbe aver creato “bolle” e rigonfiamenti. Potrei essere in errore, è un’ipotesi basata su pochi dati, immagini non eccezionali e valutazioni personali, non riesco a trovare altro che possa giustificare contemporaneamente l’aspetto e il peso eccessivamente basso di una moneta non consunta e non tosata. Solo la visione diretta potrebbe consentire di trovare la soluzione. Si potrebbero approfondire molti particolari per ciascuna di queste imitazioni, ma presumo di avere approfittato oltre misura della Vostra pazienza, inoltre si correrebbe un rischio non marginale di agevolare l’opera di volenterosi artigiani dediti alla produzione di imitazioni contemporanee a noi invece che alle monete imitate. Si possono trovare più esempi nel panorama delle aste. Tornerò a tediare, tra qualche giorno, con un problema che sto cercando di risolvere da una decina di anni relativo a due segni che potrebbero essere visti come uno solo realizzato in modo più o meno accurato. cordialità1 punto
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Ciao Mi vien da pensar a male perchè sono due monetazioni diverse.... Propendo piú per l' artefatto1 punto
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Ciao! Sono d'accordo, potrebbe essere una contromarca composta da due elementi, ma di più non so dire ... saluti luciano1 punto
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Ciao Genny e ciao a tutti, Cosa graditissima, ho letto con molto interesse la tua disamina. Ti faccio i miei complimenti per questa bella e rara moneta. Un saluto Raffaele.1 punto
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Ciao. Nessuno, penso, ha mai scritto che sull'Isola di Sardegna non circolassero gli Scudi emessi dal Regno di Sardegna per la Terraferma. Il passaggio del libro che hai citato riguarda l'intervento dell'autorità viceregia a seguito della constatazione che sull'Isola fossero stati introdotti in gran numero, e quindi circolassero, i Talleri veneti (erroneamente chiamati "Giustine di Venezia"). In relazione a queste monete, il Viceré Giuseppe Tornielli di Vergano emise un Pregone (citato nel Libro) con il quale, appurato peso e titolo di queste monete, se ne stabilì la tariffa di cambio in moneta sarda. Per quanto riguarda gli Scudi in corso negli Stati di Terraferma, essi circolavano certamente anche in Sardegna, tanto che, se vai a leggere a fine della pagina 81 e all'inizio della pag. 82 del libro, noterai che è citato un altro Pregone del Viceré Conte Roero del 2.1.1824, con il quale si tariffava in moneta sarda anche lo Scudo in corso negli Stati di Terraferma. Saluti. M.1 punto
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Sono stato un po' duro, ma perché cercavo di trasmettere con chiarezza il messaggio. Non perché dia a retta a me, ma perché inizino a venirgli dei dubbi sul perché in molti dicono di non lucidare le monete (che, per me, sottolineo mio gusto personale, sono inguardabili). Così, prima o poi, incontrerà parole come patina e lustro, le approfondirà, e sono certo che capirà. Per assurdo, se il ragazzo ricevesse in dono un 20 Lire del Regno in fdc, potrebbe lucidarle per togliere quel brutto lustro opaco, così la moneta sarebbe bella luccicante. Se chi sa di più non è chiaro fin da subito, un domani potrebbe insultarci per non averlo avvertito ed avrebbe ragione 😅1 punto
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Ciao a tutti, aggiorno questo post di alcuni anni fa perché recentemente ho aggiunto in collezione l'ultima tipologia dei testoni di Alessandro VIII con San Brunone che ancora mi mancava. Si tratta del Munt. 18, quella con il busto del pontefice al dritto. La moneta, per la tipologia si presenta in conservazione più che gradevole e con una piacevole patina riposata di monetiere. Tutti gli esemplari (non molti in realtà) apparsi sul mercato presentano una consunzione nettamente più evidente sul volto del santo al rovescio, che è verosimilmente da ascrivere oltre che all'usura anche ad una debolezza di conio. Michele1 punto
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Buonasera @Litra68 Alberto. Vorrei aggiungere, oltre ai vivissimi complimenti per la tua stupenda moneta, le mie osservazioni. Coniata forse nel 311 dopo cristo (se una delle ultime) conserva ancora intatti tutti i rilievi specialmente al dritto, dove l'effige di Valeria, moglie di Galerio, trasmette bellezza e autorità. La forma, quasi perfettamente rotonda, dona alla moneta armonia e accentua la bellezza del modellato di Venere, simbolo del sesso e dell'amore. Non seguo questi fantastici tondelli e non so dirti se raro o comune, resta il fatto che è di un fascino unico. Un abbraccio sincero. Sergio.1 punto
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DE GREGE EPICURI @antonio bernardoVedo solo ora la discussione. Bella moneta e bella patina, complimenti! Sicuramente, la terza gamba non si vede per la cattiva centratura.1 punto
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ciao Roby, sembrerebbero corrosioni su una moneta coeva. In questo caso, non vedo tracce di pressa. skuby1 punto
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