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  1. ARES III

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/03/24 in tutte le aree

  1. Ecco, ora abbiamo chiuso la ricezione di nuovi articoli: quelli che dovessero ancora pervenire verranno accantonati per il #12. E mi sa che stavolta abbiamo esagerato sfondando il numero di 200 pagine fino ad arrivare a 214. Il buon Mario credo dovrà lasciare a casa i trolley e si doterà di un muletto per portare tutte le copie necessarie del #11. Per il momento la bozza subirà la totale rilettura alla ricerca dell'ennesima correzione da apporre prima della stampa. A quando il prossimo "Milano Numismatica"? In attesa: Estote parati.
    7 punti
  2. Dai tombaroli al Getty Museum: storia della “papera” di Pitagora venduta per 10 milioni di lire e una mucca Rinvenuto negli anni ’80 a Strongoli e finito nel mercato illegale, l’unguentario è tornato a Crotone. Premiato il documentario sulla Sirena Nella Calabria dei tombaroli, giacimento infinito di reperti archeologici, non c’è solo la scure di San Sosti. O meglio ci sono vicende simili, ma a lieto fine: è il caso dell’askòs di Strongoli, l’otre in bronzo a forma di sirena che appena dopo il ritrovamento, negli anni Ottanta, nell’antica Petelia fu ribattezzata «la papera» per la sua forma particolare. Il reperto funerario magno-greco risalente al V-IV secolo a. C. era in realtà uno dei simboli del pitagorismo la cui culla fu come noto la vicina Kroton: nella filosofia pitagorica la sirena (arpia) è legata al canto che accompagna i morti nell’aldilà, e dall’aldilà questo reperto unico in un certo senso riemerse durante dei lavori agricoli: un trattore trovò sulla sua strada – ma come spesso accade in questi casi le ricostruzioni sono poco chiare – tegole e reperti funerari, poi spuntò quello strano unguentario in bronzo verde, che non era come gli altri tanto che nei presenti suscitò un certo senso di paura. L’oggetto fu venduto illegalmente a un ricettatore di Bari per 10 milioni di lire e una mucca: come in un film di Totò si muove sulla scena un macellaio coinvolto nella trattativa, mentre i tombaroli non ne capiscono il vero valore tranne qualche amatore come il compianto Elio Malena che già ai tempi parlava di mezzo miliardo di lire («come: l’avete venduta?» sbottò). Subito dopo viene portata in Svizzera e acquistata da un gruppo di multinazionali del farmaco per 400 milioni di lire. La “papera” che papera non era finisce dunque nei meandri del mercato clandestino e infine riappare anni dopo nel catalogo di uno dei musei più famosi al mondo, il Getty di Malibù, in California: acquistato per 600mila dollari, ma dal valore inestimabile. Questa storia è raccontata in “Askòs – Il canto della sirena”, documentario prodotto da Alessandro Gordano per Lago Film in collaborazione con Solaria Film e finanziato nel 2021 dalla Calabria Film Commission (il regista Antonio Martino ne firma il soggetto con Francesco Mollo): qualche giorno fa il documentario ha ricevuto una menzione speciale per la sceneggiatura durante la XII edizione dell’Agon Festival di Atene («for the passion of the amateur archaeologist of Calabria»). Anni 60: un sesterzio ripagato con un gelato Orfano a 13 anni, non ha potuto studiare archeologia per come gli sarebbe piaciuto: Luigi Mazza trova i primi sesterzi romani giocando a pallone, gli vengono ripagati con qualche spicciolo per il gelato. Oggi ha un fiuto infallibile e un occhio allenato a leggere strutture murarie ipogee. Più che passione è una «febbre» confessa nel documentario, raccontando di quella volta che nei pressi di uno smottamento sotto le pendici del castello s’imbatté in una tomba a volta stuccata di rosso porpora, senza scassare fece un tunnel di lato per entrare nelle viscere del suo stesso passato: «Questo territorio è una scatola chiusa, possiamo trovare qualcosa di più maestoso dell’askòs». Luigi Mazza durante una campagna di scavi negli anni Novanta La zona del Crotonese fu interessato dai lavori del consorzio di bonifica e fu quella una delle attività che restituirono reperti e statuine che la gente portava a casa e poi magari gettava, non capendone il valore storico oltre che economico. Altro momento di cancellazione e rimozione furono la speculazione edilizia e i lavori pubblici nel dopo-boom, lo scempio dell’industrializzazione selvaggia, il sogno (tradito) del riscatto nella “Milano del Sud”. Per decenni l’archeologia era vista come un impedimento alla modernità. Nel frattempo – queste le testimonianze raccolte nel documentario – già dagli anni Trenta centinaia di reperti sono finiti in scatole di legno o nel mercato clandestino. Tre fattori per la mancata tutela del tesoro archeologico Eppure c’è un terzo “agente” che non ha permesso di tutelare e valorizzare un tesoro archeologico che forse oggi avrebbe potuto rappresentare un’occasione di sviluppo per una provincia tra le più depresse del territorio nazionale, interessata com’è da disoccupazione giovanile, ‘ndrangheta e spopolamento: la politica. Nel documentario, Armando Taliano Grasso (docente Unical che nel 1996 aveva scavato a Strongoli) senza mezzi termini paragona proprio al disinteresse istituzionale la spoliazione di Strongoli tra anni 70 e 80 legata agli scavi clandestini: basti pensare che nell’area del presunto Foro romano di Petelia sono stati costruiti il palazzo comunale e la scuola… Tra le notizie raccolte durante la sua campagna di scavi, Taliano Grasso apprende che uno dei mancati acquirenti dell’Askòs aveva delle fotografie pur non essendo coinvolto direttamente nello scavo clandestino, così lo mette in contatto con Raffaele Giovinazzo – allora al comando dei carabinieri Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza – per consegnare quella documentazione iconografica ma anche scientifica. Fu un passaggio importante, anzi decisivo. «Dopo tanti anni si capì il valore di quell’oggetto indebitamente portato all’estero e il danno arrecato alla comunità. Un danno da riparare». Raffaele Giovinazzo ha guidato per anni il nucleo Tutela patrimonio patrimonio culturale di Cosenza Giovinazzo, che era passato dalla cattura dei latitanti in Sicilia in forza al Ros alla caccia ai tombaroli che lo porterà negli anni a continui successi investigativi, nel doc parla di «curiosità quasi morbosa dei tombaroli calabresi, alla ricerca del metal detector più potente per il recupero di qualcosa di unico e irripetibile da portare come trofeo nel proprio palmares criminale, una curiosità quasi scientifica pur senza le basi: i calabresi a differenza dei tombaroli pugliesi e campani sono meno interessati al lato economico. Fanno sacrifici incredibili, sono figure dal valore quasi mitologico». Il recupero dei carabinieri e il ritorno in Calabria Secondo Giovinazzo proprio dopo il caso dell’Askòs delle Murgie di Strongoli «è aumentata nei calabresi la consapevolezza e la voglia di riscatto attraverso la tutela del patrimonio culturale». Il documentario raccoglie anche la testimonianza del colonnello Giacomo Geloso (comandante del nucleo TPC Cosenza) e racconta, attraverso la storia dell’askòs, la parabola di un intero distretto: dall’industrializzazione all’inquinamento e al compromesso in nome del benessere, agli anni Settanta coi primi interventi della Sovrintendenza, dagli Ottanta con una grande campagna di scavi ai Novanta, quando finisce il sogno dell’industria a Crotone. E la “paperella” di Pitagora? Dopo l’interessamento del Getty Museum di Malibu (che nel 1992 lo acquista per 600mila dollari) il nucleo TPC di Cosenza è incaricato di fare le verifiche: fino al 2000 si susseguono richieste di rogatorie internazionali senza effetto, mentre si lavora anche all’identificazione dei tombaroli di fine anni 80. Poi, tra 2007 e 2009, arriva la svolta grazie ai documenti che dimostrano la genesi del ritrovamento: acquisita quella documentazione i carabinieri vanno in California e possono rivendicare l’askòs: «È nostro». Il rientro in Italia risale al novembre del 2007, poi l’unguentario viene esposto nelle scuderie del Quirinale e in Grecia. Oggi si trova nel museo di Crotone. Il produttore Alessandro Gordano (Lago Film) durante la premiazione ad Atene a fine maggio La divulgazione e il documentario premiato Il documentario diretto da Martino aveva già incassato un’ottima accoglienza da parte del pubblico del festival di Atene che aveva assistito alla proiezione del documentario giovedì 23 maggio, nel Greek Film Archive della capitale greca. Dopo questo premio, Askòs è tornato a Cosenza come parte della rassegna Primavera Mediterranea, nella sua seconda edizione organizzata dall’associazione culturale Meraki e dal Museo dei Brettii e degli Enotri. Ieri pomeriggio la proiezione preceduta da alcuni interventi degli ospiti: ad aprire l’incontro il presidente dell’associazione culturale “Meraki” Giulio Rizzuto, seguito poi da Maria Cerzoso, direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri, dal capitano Geloso e dal regista Antonio Martino. Il documentario nel 2023 aveva già vinto il premio “ArcheoVisiva” per miglior film alla XIII edizione del Festival della comunicazione e del cinema Archeologico, nel 2024 il premio “Università di Firenze” alla VI edizione del Firenze Archeofilm, infine la menzione speciale alla sceneggiatura alla XII edizione dell’Agon Festival di Atene. La locandina del documentario di Antonio Martino Tutte le foto sono tratte dal documentario “Askòs – Il canto della sirena”, prodotto da Alessandro Gordano per Lago Film in collaborazione con Solaria Film (regista Antonio Martino) https://www.corrieredellacalabria.it/2024/06/02/dai-tombaroli-al-getty-museum-storia-della-papera-di-pitagora-venduta-per-10-milioni-di-lire-e-una-mucca/
    5 punti
  3. A volte, sia con i francobolli che con le monete, ho quella voglia irrefrenabile di acquistare dei piccoli lotti a modico prezzo totalmente "alla cieca"... si sa mai che trovi qualche piacevole sorpresa, non a livello pecuniario s'intende, ma qualche grazioso pezzo che ha molto da raccontare...
    4 punti
  4. E’ indubbiamente una grande soddisfazione di cui essere orgogliosi vedere nascere e ora chiudersi anche il numero 11. Un grande lavoro di Gruppo, anche più importante del precedente numero 10 che già mi sembrava insuperabile. Ora si passerà alla fase di revisione dei vari articoli che trovo tutti di spessore e di grande varietà. E’ bello raccontarlo e in futuro sarà bello vederlo in mano, ma sarà ancora più bello, come da tradizione, sentirlo raccontare dagli autori. Posso solo anticipare una data che sarà il 9 novembre a Milano, dove oltre alla presentazione ci saranno altri eventi per gli appassionati, di più non posso dire …a presto!
    4 punti
  5. Nella mia grande ignoranza non posso che concordare con @bavastro. Si tratta di un "cob coin" da 8 reales, databile tra il 1556 e il 1666 (questo è identificabile dalla foto del dritto... che andrebbe ruotata di 90° a sx per una corretta lettura). Inoltre la tipologia della croce sul rovescio ("gigliata" o "globata" che dir si voglia), identifica la zecca di Mexico City (la croce con un globetto alle estremità è caratteristica della zecca messicana) Da queste osservazioni possiamo avere la forbice temporale sopra indicata (certo 100 anni non sono pochi... lo capisco). La zecca di Mexico City ha iniziato l'attività nel 1536 ma le monete coniate fino al 1555 sono ben diverse (vengono chiamate "Carlos y Juana") e, con il regno di Carlo II la monetazione cambia radicalmente... e per questo possiamo dire che il limite massimo è il 1566 e quindi, come detto prima, si potrebbe supporre che la data presunta di coniazione vada dal 1556 al 1666 (nel 1665 muore Filippo IV ma è largamente ipotizzato che le Zecche abbiano continuato per almeno un anno la coniazione con i vecchi conii). Alcuni dettagli dello stemma al diritto sono diversi per ogni regnante e questo a volte ci permette l’attribuzione della moneta ad un determinato periodo... ma le condizioni della moneta postata non ci consentono ulteriori identificazioni. E' un peccato che non si possa vedere la lettera identificativa del Saggiatore ... se la zecca è identificata, la data può essere stabilita con una certa approssimazione conoscendo gli anni in cui il saggiatore era attivo in quella zecca... quindi avremmo potuto restringere la forbice di almeno 80 anni (quindi lasciare un arco temporale di una ventina di anni .. o forse addirittura qualche anno). Posto, a titolo di esempio, una foto di una moneta (assolutamente meravigliosa.. a parer mio) da 8 reales (Mexico City, Philip IV, 8 reales 1667), ritrovata nel fiume Musi a Sumatra.
    4 punti
  6. Segnalo l'uscita del n. 406 di Panorama Numismatico. Questo è il sommario: Gianni Graziosi, Trasmutazioni numismatiche – p. 3 Andrea Fazio, Il soggetto iconografico del rostro sulle monete romano-imperiali – p. 11 Roberto Diegi, Lucius Aelius Aurelius Commodus, meglio conosciuto come Commodo, e i suoi “medaglioni” – p. 20 Luigi Franzoni, Monetazione in lire della Repubblica Italiana (1946-2001), terza parte – p. 25 Alberto D’Andrea e Realino Santone, Analisi delle sigle delle cinquine di Ferdinando I – p. 41 Alberto Castellotti, Il grosso da due soldi di Filippo Maria Visconti conte di Pavia (1402-1412) – p. 44 Raffaele Maio, Monete delle Due Sicilie. Un inedito 5 tornesi del 1819 per Ferdinando I – p. 46 Marco Benetello, Altre medaglie con opere di Thorvaldsen e di Canova – p. 48 Tommaso Cherubini e David Huidobro Sanz, Gli Avvocati di San Pietro e la loro fugace insegna – p. 53 Notizie dal mondo numismatico – p. 58 Emissioni numismatiche – p. 60 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 63
    3 punti
  7. Complimenti a tutti: a chi scrive e a chi coniuga il tutto. Bravi. Attendo con ansia l'uscita del numero 11.
    3 punti
  8. Buongiorno, pescata di sabato al convegno: 2 lire 1950 , 100 lire 1996 (questa presa a 50 centesimi) Portogallo. 10 centavos 1926 50 centesimi 1921 rigato (non male...) DDR, 20 pfennig 1983 Tunisia, 10 centesimi 1920 Jugoslavia, 50 para 1981 Libano, 100 livres 2000 Bulgaria, 50 leva 1943
    3 punti
  9. peso della Dobla di Spagna, al rovescio SB sta per San Bassiano Lodi (1683)
    3 punti
  10. Ciao, si tratta di un sesterzio dell'imperatore Massimino Trace con la personificazione sul rovescio della Fides (Fedeltà) in questo caso chiaramente rivolta all'esercito come Fides Militum, che negli anni dell'anarchia militare era fondamentale per le sorti dell'imperatore. Posto foto di sesterzio stessa tipologia per classificazione 🙂. ANTONIO
    2 punti
  11. 2 punti
  12. Il tesoro di Erpelle viene esposto per la prima volta al Museo Winckelmann: più di 1700 monete d’argento del Trecento scoperte nel 1921 in alcuni vasi di terracotta nel Carso triestino. La mostra che si inaugura giovedì 9 maggio 2024, alle ore 17, al Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, con ingresso da via della Cattedrale 15 a Trieste, espone un prezioso ritrovamento emerso di recente da una cassaforte del museo: si tratta del tesoro che, nascosto agli inizi del XV secolo, venne scoperto nel 1921 a Hrpelje/Erpelle (oggi in Slovenia a 4 chilometri dal confine italiano). Composto da più di cinquemila monete d’argento e una dozzina d’oro fu casualmente ritrovato da Giovanni Kolaric, impiegato ferroviere presso la stazione di Erpelle, nell’estate del 1921 in una dolina, forse all’ingresso di una grotta, conservato in alcuni vasi di terracotta. Dalla Cronaca del museo del 15 ottobre 1921 apprendiamo che lo scopritore lo portò al Museo d’Antichità per venderlo. Venne consegnato al direttore Piero Sticotti che subito ne avvisò l’Ufficio delle Belle Arti e coinvolse il Museo di Aquileia. Allo scopritore e al Consorzio agrario di Erpelle (proprietario del terreno) venne riconosciuto il premio in denaro spettante in base alla legge italiana, entrata in vigore nel nostro territorio solo da pochi mesi. Dimenticato un’altra volta qualche anno più tardi, senza essere stato pubblicato o studiato in modo approfondito, questo tesoretto si credeva perso per sempre. Inaspettato è ora tornato nuovamente alla luce. Pare che il tesoro fosse stato all’epoca suddiviso in tre parti. Ora a Trieste è di fatto presente un terzo del totale, cioè 1773 monete d’argento in buone condizioni di conservazione. Lo studioso Giulio Carraro, dell’Università di Trieste, ha potuto analizzarlo e le sue ricerche sono state recentemente pubblicate nel volume “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, per i tipi di EUT. La curiosità suscitata dalla presentazione del volume e la richiesta di poter vedere il tesoro hanno portato alla mostra che ora si inaugura al Museo Winckelmann e che resterà aperta fino al 29 settembre 2024, con orario 10-17, da martedì a domenica, con ingresso libero da piazza della Cattedrale 1. Composto originariamente da oltre cinquemila monete d’oro e argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di tesaurizzazione, per quanto si è potuto ricostruire, legata all’opera dei banditi medievali. L’eterogeneità delle valute rappresentate regala uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, offrendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica lungo le rotte che portavano ai porti dell’Adriatico settentrionale, dai quali i prodotti venivano poi venduti in tutta Europa. Non deve stupire che un tesoro di monete d’argento come questo venisse sepolto in luogo nascosto: la popolazione dell’Europa tardo medievale (tra XII e XV secolo) era spinta all’occultamento di tesori dalle precarie circostanze sociali, politiche ed economiche. Nelle aree periferiche e di frontiera, la crescente povertà, esasperata dall’aumento della pressione fiscale da parte delle autorità, aveva visto dilagare il contrabbando. Al folklore dell’area di Erpelle è legato il personaggio del ladro Dobrila, o Dobrilla: un contrabbandiere il cui lato moralmente discutibile viene considerato espressione dell’umana “arte di arrangiarsi” che derubava le ricche carovane dirette nell’entroterra dai porti di Trieste e dell’Istria, in particolare quelle cariche di sale, l’oro bianco del Medioevo. Dobrilla viene tradizionalmente legato al tesoro scoperto a Erpelle nel 1921 ed è lecito ritenere che le leggende abbiano probabilmente un fondo di verità. Oltre la metà delle monete superstiti è prodotta dalla zecca di Venezia, potenza marinara in fortissima espansione nell’Adriatico. Non mancano tuttavia dei lotti consistenti di monete del Patriarcato di Aquileia e del Regno d’Ungheria, protagonisti anch’essi del panorama politico ed economico dell’Europa medievale. Altri attori sullo scacchiere commerciale, rappresentati all’interno del tesoro, sono i Carraresi di Padova e i mercanti bavaresi. Un’ultima curiosità è legata a un interessante lotto di monete contraffatte, contenute nel tesoro di Erpelle, che ha rappresentato l’occasione per approfondire anche l’attività dei falsari medievali: puniti con pene severissime, essi rischiavano la vita per produrre denaro falso, evidentemente spinti da motivazioni che giustificavano i rischi legati alla loro attività. Un tesoro ritrovato. Banditi e carovane sul Carso nel medioevo 10 maggio -29 settembre 2024 Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” Piazza della Cattedrale 1, Trieste Da martedì a domenica, dalle 10 alle 17 Ingresso libero [email protected] www.museoantichitawinckelmann.it
    1 punto
  13. Buonasera a tutti. Condivido questo mio acquisto. Moneta da 10 centesimi ape del 1919. Classificata come R2. È stata periziata come BB/SPL. Scusate come sempre per le foto. Che ne pensate? Grazie a coloro che interverranno
    1 punto
  14. Buonasera, moneta di grande fascino e, almeno per me, tra le migliori di Vittorio Emanuele III. Il rovescio di Renato Brozzi con l'ape che sugge dal papavero possiede, oltre a una dinamicità notevole, un fortissimo valore simbolico: laboriosità, semplicità, costanza di fronte alle difficoltà (il papavero è un fiore con poco nutrimento). @Prosit Le consiglio di recuperare su Cronaca Numismatica on line un interessante articolo su questa moneta, ricco di particolari e di spiegazioni senz'altro interessanti. Troverà spunti di approfondimento che La inviteranno anche a completare la serie 1919-1937. Un saluto cordiale e a presto.
    1 punto
  15. Per gli storici amici di Monza, è presente una discussione sulle medaglie, quelle datate parlano..., basta cliccare sul link: MONZA qualche medaglia del territorio - Medaglistica - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo
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  16. A trovare quelli che ci credono davvero se non altro ci si può divertire.
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  17. Gli risponderei così: "Sì, io SO BENISSIMO che c'è qualcosa che non va perchè faccio parte di quel gruppo di "potere" della grande messa in sciena che voi, maledetti a voi, avete scoperto. E ora, ciccio caro, o mi paghi un congruo compenso per starmene zitto e fermo o lo dico ai men in black e sono cazzi tuoi.
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  18. Grazie Ale, sei un grande.
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  19. Ciao,fals mamelucco del sultano Sha'ban II zecca di Dimashq (Damasco)
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  20. Tosata??? a mio parere a parte il flan che presenta dei "difetti"e forse un conio di D/ un po debole, direi che sia un gran pezzo..
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  21. Roma Numismatics Ltd E-Sale 84, 16 Jun 2021. Lot 1266. Estimate: 500 GBP, Price realized: 400 GBP. Gallienus Æ 41mm of Eumeneia, Phrygia. AD 253-268. AV • K • ΠO • ΛIKIN • ΓAΛΛIHNOC, laureate, draped and cuirassed bust to right / A-XAI-ΩN, cult statue of Ephesian Artemis standing facing within central arch of tetrastyle temple on one step; ЄVMЄNЄΩN in exergue. SNG von Aulock 3598 (same dies); SNG Copenhagen -; BMC 65. 36.53g, 41mm, 6h. Very Fine; some die shift to rev., pleasant patina. Rare. From the inventory of a German dealer. apollonia
    1 punto
  22. Ormai più che un Gazzettino è un vero volume numismatico, Mario sarà costretto a cambiare mezzo di trasporto per poter portare le nuove copie così corpose di pagine. Orgoglioso di aver contribuito e di contribuire, in piccola parte, alla realizzazione di questo progetto editoriale.
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  23. Altra rara monetina di Monza, BISSOLO R/3, al diritto si legge bene HESTORE...
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  24. Complimenti Raffaele @Raff82 Le monete Borboniche riservano sempre delle sorprese!
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  25. 1 punto
  26. sembravi più san Francesco....hahahahahahahaha
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  27. Grazie per la tempestività della risposta! Sto leggendo qualcosa in merito a questo imperatore, in pratica era un bravo generale e ben voluto dall'esercito, peccato gli sia toccata quella fine; la sua statura di 2,59 mt, si dice soffrisse di gigantismo. Buona giornata ed alla prossima moneta!
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  28. E' sufficiente che sia autentica (coi tempi che corrono)🙂.
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  29. Buongiorno a tutti,avrei bisogno di conoscere il risultato di aggiudicazione del lotto 178 esitato all'asta Cambi live 620 del 21/09/2021,qualcuno può aiutarmi?... Grazie... https://cambiaste.bidinside.com/it/lot/178/napoli-ferdinando-ii-1830-1859-6-ducati-/
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  30. 1400 + diritti al 25%
    1 punto
  31. Faccio i complimenti a @Raff82per aver portato a conoscenza degli estimatori della zecca napoletana questa inedita variante...
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  32. Sarà la plastica, ma lo vedo più solo BB che non BB/SPL. Puoi fare una foto ingrandita della parte del bordo e della firma Brozzi? Grazie.
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  33. Complimenti per l'acquisto di questo raro esemplare, moneta molto gradevole.
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  34. Se non prendo un abbaglio l'ultimo Gigante la mette come R quella del 1919 con 986k pezzi coniati, C tutte le altre a parte la prova del '19 che è R2. Comunque complimenti
    1 punto
  35. La tua cartolina appartiene all'emissione del 20.6.1940. Cartolina di franchigia militare (quindi non venivano aggiunti francobolli) grande tassello con esagoni laterali..del 2° tipo stampata in rotocalco. La cartolina anche allo stato di viaggiato e' quotata.. quelle di "Posta Regia Marina" sono piu' rare. Annullo di partenza di Monasterace (Reggio Calabria) del 9.4.1941. Si erano destinate solo ai militari. Sono collezionate anche da collezionisti di militaria, d'altronde la posta era anche militare. Molto bella con annullo nitido.
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  36. Si, secondo il mio parere si tratta di due stelle a 5 punte sovrapposte in modo da creare l’effetto ottico di un asterisco o di una stella a 6 o a 8 punte. (Credo che il D’Incerti, nel suo lavoro, faccia riferimento a questo simbolo).
    1 punto
  37. Nomos 32, 8.6.2024, lotto 81 SICILY. Gela. Circa 475-465 BC. Drachm (Silver, 15.5 mm, 4.26 g, 1 h). Nude rider, his long hair in a queue at the back of his head, holding the reins in his left hand and a kentron or goad in his right, with both of his legs on the right side of his horse, preparing to jump down and run alongside . Rev.ϹΕΛΟΙΟΝ Forepart of a man-headed bull to right. AMB 283 (same dies). Buceti 16. Jenkins, Gela, 188 (O51/R109, same dies). Very rare. Nicely toned and clear. Obverse struck slightly off-center as usual, otherwise, good very fine. From the collection of Major Anthony F. Milavic, USMC (Ret.), ex G. Hirsch 173, 19 February 1992, 76
    1 punto
  38. DE GREGE EPICURI Le lettere mi paiono incongrue, forse le hanno "lavorate" davvero troppo; e così pure il ritratto. A questo punto, è difficile valutare l'autenticità della moneta.
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  39. Fals mamelucco del sultano al-Salih Isma'il zecca di Al-Qahira (Il Cairo)
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  40. Buongiorno e buona domenica a tutti. Ultimo arrivo in raccolta: Mezzo Tornese del 1838, mi mancava il simbolo stella a 5 punte abbinato al rovescio con cifre grandi della data.
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  41. @apolloniasei mitico!!! I tuoi post così approfonditi mi mandano in estasi. Grazie di esistere!!!
    1 punto
  42. Il millesimo più raro della serie (in realtà c’è anche la prova, ovviamente più rara, ma non destinata alla circolazione) in una buona qualità. Nonostante l’R2 si trova con relativa facilità , se non si cerca il FDC. La zecca inizio’ in sordina la coniazione di questa nuova moneta nel 1919 perché non si sapeva se sarebbe stata gradita. Ne è scaturita la più lunga serie di monete da dieci centesimi in Italia, fino al 1937. Tutti noi nel cassetto del nonno le abbiamo trovate. E tutti a cercare, invano, il 1919…
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  43. Salve, dovrebbe essere questo bronzo di Apameia in Frigia a nome dei magistrati Kefisos e Skau
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  44. Salve, dovrebbe un bronzo di Pergamo in Misia con Atena e Trofeo https://www.vcoins.com/it/stores/london_ancient_coins/89/product/mysia_pergamon_c_13327_bc___athena__trophy/1504065/Default.aspx
    1 punto
  45. Buongiorno a tutt* ! Oggi volevo condividere con la community una new entry in collezione. In genere non compro provinciali ma questo esemplare mi ha acceso ricordi universitari sull'importanza di questo altare nella Gallia romana imperiale. La moneta infatti riporta l'altare di Ludgunum, odierna Lione, una città importantissima, un punto di snodo per la Germania e le regioni Galliche con l'Italia. L'altare fu realizzato da Druso nel 12 a.C. per Augusto a Lugdunum, all'epoca capitale delle tre gallie imperiali. Inoltre, era il luogo di incontro delle delegazioni galliche, quelle tribù che divennero romane poco prima. Un baluardo della romanizzazione della provincia e di come il culto di Roma e dell'Imperatore si stava fondendo con il sostrato indigeno (non dimentichiamo che il toponimo della città deriva dal Dio Lug, venerato dalla popolazione autoctona prima dell'arrivo di Roma. Questa moneta è l'unico testimone, oltre alle fonti letterarie, di un monumento fondamentale per la società dell'epoca, un luogo di unione e di politica. Spero possiate condividere il mio entusiasmo per questo esemplare!
    1 punto
  46. 1 punto
  47. Aggiungo, per completezza, che dall'approfondita ricerca svolta da Gennaro Santarpia i campi di " fantasia" sono i seguenti: 7,25,28,31,33,91,101 e 151. Saluti
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  48. Ciao, si il documento è effettivamente molto suggestivo. Sicuramente una moneta da far periziare da un Perito esperto di tale monetazione. Non ho mai problemi nell'esprimere un parere quando viene richiesto ma nella fattispecie della moneta in questione mi risulta difficile. Non darei per scontato che la moneta sia prodotta per fusione. Mi lascia pensare questo alcuni difetti della stessa tipici di coniazione ( salto di conio o scivolamento dello stesso). Voi cosa ne pensate? Aggiungo foto ( vedi profilo, doppie lettere visibili e perlinatura)🙂 ANTONIO
    1 punto
  49. Spesi 10 euro, ma per 10 esemplari di 500 lire Mercurio ne è valsa la pena! Il venditore di tutt'altro non sapeva che farsene, ed io non potevo di certo lasciarli lì a prendere polvere! Anche se ho già da molto tempo la serie completa (1974-76-79) in fds questi con i numeri consecutivi mi potrebbero servire in futuro in blocco per uno scambio, magari con qualcosa che costa una trentina di euro conservazione quasiFDS-FDS
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