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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/30/24 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, oggi si Festeggia San Ferdinando. Auguri a tutti i nostri Ferdinando. Secondo Wikipedia... L' onomastico si festeggia in genere il 30 maggio in memoria di san Ferdinando III, re di Castiglia e di León, patrono della Spagna. Quale occasione migliore per riproporre una delle mie Ferdinandee. Dove nel rovescio sono ricordati per l'appunto Castiglia e León. Saluti Alberto
    4 punti
  2. Ciao a tutti, seppur in scarsa conservazione finalmente con questo 5 grani del 1804 ho finito tipologicamente la serie 1-2-5-10 grani (periodo 1801-1804) di Ferdinando III° Re del Regno di Sicilia. Se capitano altre date va bene, ma volendo ridurre i costi al minimo è già stato difficile terminarla per tipo.
    4 punti
  3. Buonasera a tutti,aggiungo in questa discussione dell'Amico Alberto una nuova 23 acquisita... Pubblica 1623,PHILIPPVS... peso:14,53 grammi... Diametro:33,23 millimetri... Provenienza:ex collezione Strada...
    3 punti
  4. Buonasera a tutti, ancora un esemplare inserito in collezione, pubblica 1622, PHILIPPVS, gruppo B,al rovescio simbolo di tre globetti disposti a piramide rovesciata ∵... Peso:16,42 grammi... Diametro:33,35 millimetri... Provenienza:ex collezione Strada...
    3 punti
  5. Buongiorno a tutti, vi presento un mio recentissimo acquisto veronese, si tratta di una moneta che mi ha sempre affascinato. Ogni vostro parere sarà ben accetto.🙂
    2 punti
  6. Con il contributo dell'Associazione Numismatici Italiani contro le truffe
    2 punti
  7. Dimenticavo,questa è la sua bustina originale...
    2 punti
  8. I buoni sopra riportati non sono riconosciuti come originali, sono produzioni degli anni 70. Vedi catalogo Santarpia pag. 82.
    2 punti
  9. Buongiorno. Purtroppo il concetto di rarità è influenzato anche dagli aspetti commerciali della nostra disciplina; in altri termini, più si afferma la rarità di una moneta e più se ne aumenta l'appetibilità. Personalmente, non condivido l'assunto secondo il quale la rarità di una moneta è data dalla verifica che la stessa risulta meno reperibile rispetto alle altre della medesima tipologia. In altri termini, non penso che il il 5 centesimi "Spiga" del 1937 sia raro solo perché la stessa moneta con millesimo 1922 si trova a quintali. Penso invece siano semplicemente due monete comuni, nel caso del 1922 addirittura comunissima, che andrebbero classificate nei manuali come C e CC. Come ho già detto, anche il 2 lire 1936 non può essere considerato un pezzo raro e men che meno per il fatto che il 2 lire del 1940 si vende un tot al kg. Diventa a mio giudizio accettabile, invece, una valutazione che assegna l'R1 alla stessa moneta in FDC. Nella monetazione di Vittorio Emanuele III i pezzi davvero degni dell'aggettivo "raro" sono massimo una ventina (escluso prove, progetti, emissioni per numismatici ecc.). Per questo sono convinto che una classificazione del grado di rarità di ogni moneta non possa prescindere dal considerare la conservazione. Un saluto cordiale e a presto.
    2 punti
  10. non è una regola, dipende da quanto era grosso lo stampo e da quante monete copiavano insieme.... ci sono mille possibilità differenti.. esempio:
    2 punti
  11. Dai guerrieri mercenari campani, in Sicilia, un accattivante esemplare in AE, con al diritto testa elmata di guerriero ed al rovescio cavallo brigliato al galoppo, al di sopra di elmo corinzio . L' esemplare é passato ieri l' altro in asta CNG 126 al n. 50 .
    1 punto
  12. Si, possiamo fare solo supposizioni circa l’ubicazione della moneta, intanto ho mobilitato un amico turco di Istambul che ha fatto richiesta ufficiale al museo archeologico per sapere se hanno la moneta e se é possibile vederla. Hai ragione, quant’è bella Istambul, ha un atmosfera storica, esotica, caotica che ti strega, e la cisterna……con quel bellissimo e suggestivo gioco di luci e la Gorgona che sembra prender vita… Potremmo organizzare un raduno ad Istambul.
    1 punto
  13. Centinaia di migliaia di tavolette, ad iniziare da quelle scritte in sumerico protocuneiforme, dove vi sono registrati contratti di ogni tipo. I metodi di transazione sono vari , dal semplice baratto ( olio contro galline). Alle derrate alimentari (un lavoratore riceveva 1 gur di orzo e tre tazze di birra al giorno), all’uso del metallo, sopratutto nelle transazione di beni di un certo valore, ad esempio un campo o una quantità elevata di bestiame. L’impressione che ho avuto, studiando le iscrizioni sumeriche fino al periodo di passaggio all’accadico, è che esistesse uno sviluppo di economia standardizzata solo a livello locale e per una certa tipologia di transizioni. Quando vi sono transazioni con argento ( più raramente in rame) troviamo sempre all’inizio il peso del metallo espresso in mine. Riferimento a metallo segnato o di peso prestabilito non vi è traccia mai
    1 punto
  14. DE GREGE EPICURI Grazie, appena possibile faccio altre foto.
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  15. E' stimato " rare " un esemplare di alta epoca arcaica, di obolo da Metaponto, con al diritto spiga ed al rovescio cerchio entro cornice puntinata . Sarà il 21 Giugno in vendita Elsen 159 al n. 10 .
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  16. L'avviso di ricevimento o pagamento detto comunemente ricevuta di ritorno è un servizio postale accessorio, serviva per certificare la consegna di un oggetto spedito per posta. Il modulo 23 - I veniva compilato dal mittente al quale veniva restituito dopo essere stato controfirmato dal destinatario. Ovviamente come servizio accessorio aveva un costo, nel nostro caso 50c. come da francobollo serie Imperiale 50c violetto, della longeva emissione che inizio' nel 1929 e si protrasse fino al 1946. L' annullo di partenza cerchio grande con lunette vuote di Milano Via Zara ..??? non nitidissimo del 5.1.43.. annullo di arrivo cerchio grande lunette vuote di Pilastri (Ferrara) del 8.1.43. A me questi modelli piacciono molto, quando li trovo li prendo sempre. Qualsiasi cosa dove ci sia appiccicato un francobollo e' di interesse, hai fatto piu' che bene a prenderlo e' materiale irripetibile che oggi si trova a prezzi contenuti, ma e' storia postale a tutti gli effetti. Hai buon gusto Riccardo complimenti. Questo modello 23 - I fu dell' edizione 1942 XX (anno dell'era fascista), stampato dalla tipografia/editoria A. Airoldi di Verbania.
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  17. Questa è la sua bustina originale, peccato non riporti nessuna descrizione della moneta e tanto meno riferimenti al precedente collezionista...
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  18. È una serie veramente affascinante, peccato che si trovano sempre in bassa conservazione, infatti il tuo 5 grani è in linea con la maggior parte degli esemplari conosciuti,ma tutto sommato il tuo esemplare è gradevole,senza colpì e graffi e quindi assolutamente collezionabile... A me manca ancora il grano...
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  19. Rileggevo questa tua riflessione di due anni fa, sarebbe un bel colpo una pubblica MC/C,la mezza pubblica c'è, quindi che possa esistere anche la pubblica con la sigla di Costantino di Costanzo non mi sembra una cosa impossibile...
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  20. Non dar retta al primo venuto, informati con libri o siti specifici che trattano la materia,usa la tua testa no quella della pubblicità e quando pensi di stare sulla buona strada aspetta un attimo e ricontrolla tutto. "Forum Lamoneta pubblicità progresso" scritto e diretto da numismatici e collezionisti attestati negli anni (più o meno). 👌🏼😁
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  21. Ringrazio per le precisazioni, i miei dubbi sono giustificati. Un saluto particolare a PRIAMOB. guido romano paolo
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  22. considerando che l'hanno aumentato proprio l'anno scorso (prima era 120+35), ci manca pure che lo aumentano di nuovo quest'anno..... O magari l'anno scorso costava di più perché dovevano rifarsi delle monete date in omaggio ai cittadini monegaschi 😅
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  23. Buongiorno, è una riproduzione e vale il peso dell'oro, nonostante sia stata pagata molto di più.
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  24. Senza foto la tua potrebbe anche essere un pezzo di latta.... Non abbiamo la sfera di cristallo. PS: secondo regolamento servono foto, peso e diametro. Una cosa importante: gli pseudo articoli che affermano valori incredibili per monete più che comunissime non solo sono false ma addirittura fanno cadere gli ignari nelle truffe.
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  25. Bella cartolina, con anche un bel 10 centesimi carminio Umbertino.
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  26. Salve, dovrebbe essere un quadrante dell'imperatore Claudio https://www.colectalia.com/de/roemische-muenzen/muenzen-aus-roemisches-kaiserreich/claudius-quadrans-modius-sear-1863
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  27. Visto che ci sono, per completezza, ti allego le foto del MIR sulla contraffazione di Messerano, la 824 (la 823 è di un'altra moneta). Come potrai vedere non corrispondono le lettere visibili sulla tua, ma, specialmente, lo stemma sullo scudo non corrisponde a quello dei Fieschi. Quindi, mi ripeto, o un falso oppure una contraffazione di altra zecca.
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  28. Ciao @gpittini Esprimo la mia opinione La moneta non è certamente un soldo di Vittorio Amedeo I, ma o una contraffazione od un falso d'epoca... Mi servirebbero delle foto migliori e più a fuoco del diritto, per aiutarmi a cercare di capire, già quel lato ha una forte ribattitura, il che non aiuta, ma per quanto vedo dal retro non mi sembra l'impronta ufficiale...
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  29. Ad una rapida occhiata direi Elena Augusta PAX PVBLICA zecca di Constantinopolis. Ciao. Stilicho
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  30. Ruggi' N e R ancor osa = ruggine rancorosa Buona giornata
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  31. Dovresti riuscire a fare la foto con meno luce sparata sulla moneta. Secondo me SPL ci può stare ma servono foto migliori.
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  32. Le foto fatte male la penalizzano molto...comunque un SPL al massimo
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  33. Grazie a tutti per l'aiuto, gentilissimi.
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  34. Sono già scivolato in identificazioni su un fuso falso. In mano sarebbe un'altra cosa. Ma solo dalla foto, lo lascerei lì dove si trova. Arka Diligite iustitiam
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  35. Nel 1828 un tesoro di monete d'oro fu trovato nella piccola città di Crondall, nell'Hampshire, in Inghilterra. Questo tesoro di quasi 100 monete, più alcuni grezzi e un falso placcato, conteneva la più grande quantità di prime monete d'oro inglesi mai trovate in un unico posto. Anche se sono passati più di 200 anni, rimane l'unico grande tesoro ritrovato di queste monete e nel 2022 contiene ancora la maggior parte delle monete di quest'epoca conosciute. Le monete rimasero di proprietà del proprietario terriero per più di 50 anni, finché non furono vendute all'importante collezionista britannico Lord Grantley. Furono messi all'asta con il resto della sua collezione negli anni '40, ma venduti come un unico lotto. La società britannica Baldwin’s acquistò le monete e le vendette al museo Ashmolean di Oxford al prezzo di costo. Le monete rimangono nell'Ashmolean fino ad oggi. Tre tondelli di monete e il falso placcato andarono perduti, ma il resto delle monete rimane insieme, un'impresa notevole per un tesoro vecchio di quasi 200 anni. Le monete sono chiamate thrymsas, o tremisses, ma il nome probabilmente non è contemporaneo. Molto probabilmente questi sarebbero stati chiamati scellini o penny d'oro. Ci sono pochi vecchi tesori che non solo rappresentano il materiale, ma sono anche quasi l’unica prova dell’esistenza delle loro monete. Questo è uno. A parte alcuni singoli reperti, queste monete sarebbero altrimenti sconosciute. Non è esagerato affermare che la maggior parte dei primi thrymsas sono conosciuti solo da questo tesoro. Una volta si ipotizzava che il tesoro rappresentasse un wergeld, il prezzo pagato per un uomo libero ucciso. Ma questa teoria non ha più molto interesse. La ragione del tesoro è incerta, ma come la maggior parte dei tesori probabilmente era un occultamento di ricchezza durante un periodo turbolento. Che grande perdita sarebbe stata questa borsa! Non tutte le monete del tesoro erano inglesi. Alcuni erano merovingi o frisoni. Ma la maggioranza erano inglesi e si possono dividere in 12 tipologie, ritenute quasi certamente di manifattura anglosassone: 1. Abbo, imitando un denarore franco 2. Witmen moneta, conio in nome di un denarore, e suoi derivati 3. Eadbald, re del Kent 4. LONDVINIV, busto di fronte 5. Di derivazione londinese, un'idea simile alla precedente ma con il ritratto di profilo 6. LEMC, un busto astratto originale che ricorda le opere d'arte celtiche, e quelle 4 lettere sul retro 7. EAN, un busto regale ma dal nome parziale indecifrabile 8. Busto/Lond, con le lettere LOND su un rovescio altrimenti non interpretabile 9. Licinio, imitazione di alta qualità di una moneta romana 10. Busto/croce sui gradini, tipo ad alto contenuto di oro con croce sui gradini sul retro 11. Croce/croce, tipo geometrico di piccolo diametro con due croci 12. Busto/croce, altro tipo con croce sul rovescio Lo scopo e l'origine di questi vari tipi non sono chiari. Solo uno ha un'iscrizione interpretabile, quella di Eadbald di Kent, che ci fornisce un intervallo di date ma sfortunatamente è abbastanza ampio: 616-640. È noto che Eadbald nacque cristiano, ritornò alla tradizionale religione germanica, poi divenne nuovamente cristiano qualche tempo dopo essere diventato re, quindi tendiamo a datare le monete nell'intervallo 630-640. Si pensa che le monete appartengano a un'epoca simile, ma differiscono leggermente nel contenuto di metallo. Questa differenza si riscontra però anche tra monete della stessa coppia di dadi, per cui forse è meno utile interpretarne la coniazione. Sono noti molti altri tipi che potrebbero essere contemporanei alle monete Crondall, ma per qualche motivo non erano nel tesoro. Quindi quello che ci rimane è un interessante gruppo di monete con immagini bizzarre, vagamente collegate all'Inghilterra meridionale e in particolare al piccolo regno del Kent, ma senza prove chiare di un forte controllo centrale reale o ecclesiastico sulla coniazione. Il tutto confezionato su un flan da ~11 mm e con un peso appena superiore a 1 g. Raccogliere i thrymsas di quest'epoca è un compito molto impegnativo e esaurirà rapidamente il tuo portafoglio. Anche con tutto il denaro del mondo, queste monete sono quasi impossibili da trovare. Dei tipi sopra indicati, solo il tipo Witmen ha più di 10 esemplari disponibili per i collezionisti. Quindi questa è probabilmente la sfida più grande per ogni collezionista di monete inglesi, mettere insieme una sorta di collezione rappresentativa di queste monete. Altre monete possono essere più costose, ma poche hanno una tipologia così rara. Molti tipi sono introvabili. Non ci sono esempi delle monete di Abbo, LEMC, Licinio, busto/Lond o busto/croce al di fuori del tesoro di Crondall. La maggior parte degli altri tipi, sempre ad eccezione del tipo Witmen, sono conosciuti da 5 o meno esemplari in mani private. A parte il tipo Witmen, di per sé non un evento comune, l'apparizione di un primo thrymsa ad un'asta attirerà sicuramente l'attenzione e molti offerenti competitivi. Non ho parlato delle varietà successive di thrymsa color oro pallido, alcune delle quali sono considerevolmente più comuni e compaiono con maggiore frequenza alle aste (esistono anche alcune varietà molto rare di queste). Questi includono i tipi PADA e 2-imperatori. Cercherò di discuterne in un secondo momento. Witmen type, S.753 Posted October 2, 2022 In 1828 a hoard of gold coins was found in the small town of Crondall, in Hampshire, England. This hoard of nearly 100 coins, plus some blanks and a plated forgery, contained the largest amount of early English gold coins ever found in one place. Even though it has been over 200 years, it remains the only large hoard of these coins found, and in 2022 still contains the majority of the coins of this era that are known. The coins were owned by the landowner for more than 50 years, until they were sold to the prominent British collector Lord Grantley. They were auctioned with the rest of his collection in the 1940s, but sold as a single lot. The British firm Baldwin’s bought the coins and sold them to the Ashmolean museum in Oxford at cost. The coins remain in the Ashmolean to this day. Three coin blanks and the plated forgery were lost, but the rest of the coins remain together, a remarkable feat of a hoard almost 200 years old. The coins are called thrymsas, or tremisses, but the name is probably not contemporary. Most likely these would have been called shillings or gold pennies. There are few old hoards that not only represent the material, but also are nearly the only evidence of their coins’ existence. This is one. Apart from some single finds, these coins would otherwise be unknown. It is not an exaggeration to say that the majority of the early thrymsas are only known from this hoard. It was once postulated that the hoard represented a wergeld, the price paid for a slain freeman. But this theory no longer holds much interest. The reason for the hoard is uncertain, but like most hoards it was probably concealment of wealth during a turbulent time. What a great loss this purse would have been! Not all of the coins in the hoard were English. Some were Merovingian or Frisian. But the majority were English and can be divided into 12 types, thought to be almost certainly of Anglo-Saxon manufacture: 1. Abbo, imitating a Frankish moneyer 2. Witmen moneta, coinage in the name of a moneyer, and it’s derivatives 3. Eadbald, king of Kent 4. LONDVINIV, a facing bust 5. London-derived, a similar idea to the above but with the portrait in profile 6. LEMC, a funky abstract bust reminiscent of Celtic artwork, and those 4 letters on the reverse 7. EAN, a regal bust but with an indecipherable partial name 8. Bust/Lond, with the letters LOND on an otherwise uninterpretable reverse 9. Licinius, a high quality imitation of a Roman coin 10. Bust/cross on steps, a high gold content type with a cross on steps on the reverse 11. Cross/cross, a geometric type of small diameter with two crosses 12. Bust/cross, another type with cross on reverse The purpose and origin of these various types is not clear. Only one has an interpretable inscription- that of Eadbald of Kent, which gives us a date range but it is unfortunately fairly large- 616-640. It is known that Eadbald was born Christian, reverted to the traditional Germanic religion, then became a Christian once more some time after he became king, thus we tend to date the coins to the 630-640 range. The coins are thought to be of a similar era but do differ somewhat in metal content. This difference is however even seen in coins from the same die pairing, so it is perhaps less useful to interpret the coinage. Several other types are known which may be contemporary with the Crondall coins, but for whatever reason were not in the hoard. So what we are left with is an interesting group of coins with funky imagery, loosely connected to southern England and in particular to the petty kingdom of Kent, but without clear evidence of strong central royal or ecclesiastical control over mintage. All packaged on a ~11mm flan and weighing just a hair above 1g. To collect thrymsas of this era is a very challenging task, and will quickly deplete your wallet. Even with all the money in the world, these coins are near impossible to find. Of the above types, only the Witmen type has more than 10 examples out there for collectors. Thus this is quite possibly the greatest challenge for any collector of English coins, to put together any sort of representative collection of these coins. Other coins may be more expensive, but few have such rarity as a type. Several types are unobtainable. There are no examples of the coins of Abbo, LEMC, Licinius, bust/Lond, or bust/cross outside of the Crondall hoard. Most of the other types, again excepting the Witmen type, are known from 5 or less examples in private hands. Other than the Witmen type, itself not a common occurrence, an appearance of an early thrymsa at an auction is definitely going to attract attention and many competitive bidders. I did not discuss the later pale gold thrymsa varieties, some of which are considerably more common and appear with greater frequency at auctions (there are a few very rare varieties of these too). These include the PADA and 2-emperor types. Will try to discuss these at a later time. My collection has three Crondall era coins- the LONDVNIV, EAN, and Witmen types. The LONDVNIV is unique outside of the museum, the EAN is one of two in private hands, although the other (a recent find) is likely to be called treasure and probably will end up in a museum. The Witmen is the only one that can be considered “common”, with probably 20-30 or so in private hands. While I hope to add more, realistically that will be challenging with the rarity and significant cost to acquire the other types. But to be temporary steward for these mysterious artifacts of the dark ages is extremely gratifying. Witmen type, S.753 LONDVNIV type, S.757 EAN type, S.759 Chiamata del tipo "Wuneetton", questa moneta è probabilmente in realtà un'imitazione inglese di una moneta franca "BETTONE MVNE". Ha anche somiglianza con il tipo Witmen, anch'esso con un tridente davanti alla faccia.
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  36. DE GREGE EPICURI Complimenti, moneta affascinante per il contenuto architettonico, ma anche piuttosto rara, e non facile da trovare in buono stato. In confronto alla tua, la mia era orrenda.
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  37. E' stimato " rare " un esemplare di statere a doppio rilievo da Caulonia, con al diritto figura nuda di Apollo con davanti cervo su piedistallo, ed al rovescio cervo con nel campo ramo con foglie . Sarà il 21 Giugno in vendita Elsen 159 al n. 20 .
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  38. Sabato 1° giugno 2024 alle 10.30 si terrà la seconda conferenza napoleonica dal titolo "La medicina e la chirurgia sul campo di battaglia napoleonico": sarà infatti nostro ospite il dott. Nicola Cosentino, medico chirurgo, rievocatore storico e appassionato divulgatore! Conferenza in collaborazione con l'associazione di rievocazione storica "Les grognards del l'Armée d'Italie". Ingresso libero; prenotazione gradita. In contemporanea: MOSTRA "NAPOLEONE IN CARICATURA" 15 giugno-13 ottobre 2024 E' una delle vostre mostre preferite, che periodicamente torna a far sorridere e riflettere: "Napoleone in caricatura" nasce da un nucleo di stampe satiriche prodotte tra Francia e Gran Bretagna durante gli intensi anni che videro Bonaparte al potere, fogli di grande impatto che mostrano le insanabili contraddizioni di un potere assoluto. Giunte al Museo grazie al sostegno di Fondazione Monteparma nel 2015, sono corredate da un catalogo che aiuta a comprendere i tanti riferimenti all'attualità del tempo e le geniali trovate che resero queste pagine un mezzo di comunicazione di capillare efficacia. Ingresso libero; catalogo disponibile presso il bookshop del Museo.
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  39. A a 2 metri e 80 di profondità trovano un’antica cassa di pietra, piena di armi. E’ un’offerta. A chi e perché è lì Un’offerta di consacrazione alla Fase II del Grande Seminterrato di Tlatelolco. Foto: Maurizio Marat. INAH. Ipogeo offertoriale @ Tlatelolco. Foto: Maurizio Marat, INAH Nel 2024, la Zona Archeologica di Tlatelolco commemora 80 anni di esplorazioni e lo fa proseguendo gli scavi del suo centro cerimoniale, compiti che non cessano di sorprendere con le loro scoperte: la più recente è una cassetta offertoriale piena di armi preparata per consacrare un’estensione architettonica di il Grande Seminterrato più di sette secoli fa. Gli uomini intervenivano ma non senza che si stabilisse una sorta di convivenza con le divinità. L’atto costruttivo era sempre una ferita inferta al terreno, alle viscere della terra. E una sfida. In più l’inserimento di materiale sacro o di sacrificio alla base della costruzione consentiva l’emanazione di energie positive costanti, all’interno dell’edificio stesso. Per questo le fondazioni contenevano sacrifici od offerte. E’ il caso di quella che gli archeologi hanno trovato all’interno di una scatola di pietra, che deve essere stata lì collocata in un giorno tra il 1375 e il 1418 dC, nella quale sono rinvenuti 59 coltelli da tasca, sette coltelli di ossidiana e blocchi di copale. Tlatelolco, il luogo di ritrovamento, è un sito archeologico situato nel cuore di Città del Messico, che custodisce i resti dell’antica città-Stato precolombiana di Tlatelolco. Il sito è organizzato attorno alla famosa Piazza delle Tre Culture, una piazza simbolica che rappresenta l’incontro di tre epoche storiche diverse: un lato è occupato da un sito azteco, un altro da una chiesa del XVII secolo conosciuta come il Templo de Santiago, e l’ultimo lato è dominato da un moderno complesso di uffici che un tempo ospitava il ministero degli esteri messicano. Uno degli elementi più rilevanti di Tlatelolco è il suo tempio principale, recentemente riportato alla luce attraverso scavi archeologici. Questo tempio include una piramide che risale a oltre 700 anni fa, un’importante scoperta che ha portato l’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH) a rivedere le precedenti stime sull’età del sito. La somiglianza tra i tratti architettonici di Tlatelolco, Tenayuca e Tenochtitlán ha portato gli esperti a ipotizzare che il tempio di Tlatelolco rappresenti uno dei primi esempi di costruzione mista tra Aztechi e Tlatelolca, indicando una cooperazione architettonica e culturale che risale a tempi antichi. Nel secolo XVI Tlatelolco era stato luogo di un massacro compiuto dai conquistadores spagnoli e i loro alleati indigeni contro gli aztechi il 13 agosto 1521, durante il quale vennero uccise circa 40.000 persone, decretando de facto la fine della civiltà azteca e il termine della guerra di conquista spagnola. Quattrocento anni dopo, il 2 ottobre 1968, alla vigilia dell’apertura della XIX Olimpiade, Tlatelolco fu nuovamente scenario di un terribile massacro. In quella data, l’esercito messicano aprì il fuoco su una folla di studenti che manifestavano contro il governo autoritario dell’epoca. Questo secondo massacro di Tlatelolco, noto anche come la strage di Tlatelolco, causò la morte di centinaia di studenti e segnò profondamente la storia moderna del Messico, diventando un simbolo della lotta per i diritti civili e la libertà politica nel paese. Una zona di forte identità e di grande dolore, quindi, per l’intero Paese. Ma torniamo a focalizzare l’area archeologica e le più recenti scoperte. La scoperta deriva dai lavori di conservazione previsti e delineati dal Progetto Tlatelolco, redatto dal Ministero federale della Cultura, attraverso l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH). L’edificio era stato colpito dal crollo del tetto, dopo la tempesta con grandine il 27 aprile 2022. La gestione delle risorse accantonate dall’assicurazione istituzionale ha permesso l’installazione di un nuovo tetto e progressi nell’esplorazione archeologica del Grande Seminterrato , struttura fondamentale nella vita rituale di Tlatelolca, riferisce il direttore dell’intervento, Salvador Guilliem Arroyo. Il progetto è stato creato nel 1987, su richiesta dell’archeologo Eduardo Matos Moctezuma e, tra gli altri aspetti, ha messo a confronto le somiglianze e le differenze di Tlatelolco con la sua città gemella, Tenochtitlan, attraverso i suoi resti. “In questo senso, il Grande Seminterrato, che abbiamo iniziato a scavare nel 1991, sarebbe lo spazio analogo alla Casa delle Aquile di Tenochca. Quindi deve essere stato il luogo di culto dell’élite militare di Tlatelolco. L’ipotesi è che fosse dedicato al nero Tezcatlipoca, ‘il signore dello specchio di ossidiana fumante’”, spiega. Lo spazio è ampio e i contesti diversi, per cui sono aperti diversi fronti di scavo. In uno di essi, situato di fronte all’altare centrale, gli archeologi Francisco Javier Laue Padilla e Paola Silva Álvarez scavarono l’Offerta 29, scoperta nel Grande Sotterraneo. Seguendo la direzione di una fessura, a pochi centimetri dalla superficie, individuarono grandi pietre di basalto, tezontle e roccia piroclastica, ben disposte, sotto le quali trovarono altri due livelli di lastre di andesite. Le prime, che misurano 75 x 25 centimetri, hanno un rivestimento in stucco e pittura murale nera; e il secondo, anch’esso in pietra rosa, misura circa 50 x 50 centimetri. Si tratta del materiale da costruzione della Fase I del Grande Seminterrato, che fu riutilizzato per sigillare una cista, 70 x 45 centimetri, realizzata con lo stesso materiale lapideo, che deve essere stata collocata in un certo momento, tra il 1375 e il 1418, per consacrare il secondo fase di costruzione, sotto il mandato di Cuacuahpitzáhuac. A 2,80 metri di profondità, all’interno della cassetta delle offerte, sono stati rinvenuti 59 coltelli tascabili, di lunghezza compresa tra 10 e 15 centimetri, e sette coltelli, di lunghezza simile, tutti in ossidiana; nonché tre blocchi di copale. Questi elementi testimoniano il rito che doveva essersi svolto, una scena avvolta dall’aroma della resina. E’ probabile, dice Laue Padilla, che gli oggetti appuntiti provenissero dallo stesso nucleo litico e furono scolpiti in un unico momento e, addirittura, devono essere stati utilizzati per atti di sacrificio da parte dei sacerdoti di Tlatelolca e dei leader di questo spazio, prima essere collocato nella cista. La cassetta delle offerte potrebbe contenere più materiali, che verranno confermati man mano che si procede con l’attività di rilievo del contesto di ritrovamento, che prevede disegni in sezione e in pianta dei diversi livelli del contesto, il rilievo fotogrammetrico, per avere immagini tridimensionali del ritrovamento, e il prelievo di campioni del suolo, per il riconoscimento della sostanza organica associata. “Ogni elemento, isolato o visto insieme, possiede una grande carica simbolica, che verrà analizzata in seguito, poiché non è escluso il legame dell’offerta con alcune divinità, come Tezcatlipoca, una delle più complesse del pantheon mesoamericano”, concludono Javier Laue e Paola Silva. Il Grande Sotterraneo sembra essere una fonte inesauribile di scoperte. Nella sua estremità occidentale, altri membri del Progetto Tlatelolco approfondiscono più contesti. La studentessa di archeologia Jessica González Raya sta studiando l’Offerta 28, parte di un vasto incendio che dovette avvolgere comales di ceramica. In questo caso, un comal – di 30 centimetri di diametro – veniva utilizzato come coperchio per coprire un paio di zanne di canide e una punta di proiettile. Comal è una parola spagnola utilizzata in Messico e in America centrale per designare un utensile da cucina, un tipo di piastra utilizzata soprattutto per cuocere le tortilla. La piastra può essere dotata di un coperchio. L’offerta è quindi stata associata a simboli alimentari. A pochi metri da lì, lo stagista di archeologia Miguel Ángel Marín Hernández e lo studente dello stesso corso Germán Olivares Terrez scavano sepolture in una fossa comune recentemente scoperta, abilitata in questa sezione del Grande Seminterrato. Dopo la sua localizzazione nel 2007, il Progetto Tlatelolco ha recuperato circa 470 sepolture umane in questo spazio, la maggior parte delle quali probabilmente morirono a causa dell’epidemia di colera del 1833, comprese donne incinte, come il caso di una coppia di individui analizzati da entrambi gli studenti. https://stilearte.it/a-a-2-metri-e-80-di-profondita-trovano-unantica-cassa-di-pietra-piena-di-armi-e-unofferta-a-chi-e-perche-e-li/
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  40. Salve,dovrebbe essere questo bronzo di Antiochia di Pissidia https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/7349
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  41. Sì Aemilianus, concordo in linea di massima con quanto hai espresso ma a mio parere devi considerare la questione da un'altra prospettiva. Non è che fossero emissioni atte ad ottenere un guadagno (il fine ultimo del falsario, quale esso sia - tra l'altro recentemente ho visto una moneta da 20 €cents... che ci guadagni su?) bensì a stabilizzare un sistema microeconomico locale. Mi spiego... Chi mi conosce da anni sa del mio pallino per i c.d. "small changes" ovvero la miriade di piccole transazioni economiche che di in sè sono quasi insignificanti ma muovono alla fine grossi volumi di denaro... NB: attenzione, parliamo di moneta fisica, non riferiamoci mentalmente a transazioni tramite carte di credito che nulla hanno a che fare con il mondo antico (perlomeno fino alle prime banche del MedioEvo) etc... e ci fuorviano. Esempio: Primo Impero. I possedimenti imperiali si espandono raggiungendo il loro maximum territoriale sotto Traiano. L'esercito riceve una paga in denari. Il legionario riceve la diaria e, dopo aver accantonato una parte e aver devoluto una piccola parte alla cassa del suo forte, va a spenderne parte nella taverna... o acquista un bene personale nel vicus sorto accanto al forte legionario... o si reca nel lupanare. Pago il manufatto, la brocca di vino, la prestazione... consegno un denario e mi sento rispondere "mi spiace ma non ho il resto. Ti dò ancora mezza brocca di vino o ti faccio credito...". Lui sollecita il resto ma... "ghe nè minga!". E parte la zuffa. Va beh, l'ho romanzata al massimo per stressare un principio. Che puoi riprendere per valido più recentemente, salvo la zuffa finale . Primi anni 70 del 1900. Scarsità di moneta di piccolo taglio. Soluzione: "... I miniassegni furono un particolare tipo di denaro che circolò in Italia, nella seconda metà degli anni settanta, in sostituzione delle monete metalliche che in quel periodo scarseggiavano, e che fino ad allora erano state sostituite da caramelle, francobolli, gettoni telefonici e, in alcune città, anche da biglietti del trasporto pubblico." Ossia: non voglio le caramelle, i francobolli o i biglietti del trasporto pubblico. Voglio un resto che sia spendibile ed accettato, dopo aver bevuto mezza brocca di vino, anche dall'artigiano che mi vende una cintura o dalla professionista del lupanare. Il gettone si avvicina come idea ma il miniassegno ancora di più: non lo emette la Banca Centrale (lo Stato) ma una sua affiliata (le varie banche ed istituti di credito - nel panorama romano antico l'esercito che è emanazione dello Stato). Quali erano i miniassegni del Primo Impero? monete bronze di emissione civiche locale (vedi area tracia dove le emissioni cittadine coadiuvavano quelle ufficiali o le monete bronzee di produzione locale "celtica" in area germanica belgica) monete bronzee di emissioni civiche distanti (vedi le emissioni di Ebusus e Massalia nell'area campana dovute ai traffici commerciali con Ibiza e Marsiglia) monete fuse di area gallica di epoca gaiana sezione di nominali maggiori (vedi gli assi tardo repubblicani tipo Nemausus nei forti di area germanica) appunto i limes falsa che erano copie fuse (sottopeso e sottomisura) di monete ufficiali a mio modesto parere emesse dallo stesso esercito per necessità in aree dove la scarsità monetale di spiccioli era molto sentita e cui non si poteva derogare ricorrendo alla moneta locale. I limesfalsa non sono specifici dell'area di Carnuntum (dove furono identificati per la prima volta) ma di ampie aree lungo il limes danubiano (e seguendo George Boom ["Counterfeit Coins in Roman Britain," ] anche della Britannia, altra area a bassa circolazione monetale) per cui non si tratta di un fenomeno locale ma diffuso che trova il suo "perchè" nella scarsità monetale in aree marginali dove la produzione locale (ovvero l'utilizzo sussidiario) non può colmare un deficit di questo tipo. Pertanto un costo indubbiamente c'era ma diventava un aspetto secondario e tutto sommato accettabile sia rispetto a quello che avrebbe richiesto una produzione centrale di sufficiente portata (si consideri materie prime, costo produzione e trasporto) sia al fatto di evitare sedizioni/rivolte da parte delle milizie con conseguente instabilità/usurpazioni e loro conseguenze. NB: ribadisco il fatto che limesfalsa è un fenomeno simile ma nel contempo diverso dai denarius limes ovvero dalla produzione di denari in bronzo che avevano valore locale in momenti di attardamento di distribuzione degli stipendia * (e quindi a tacitare eventuali "mugugni" delle truppe di stanza). I limefalsa in genere coprono nominali bronzei fusi, i secondi denari confezionati in lega bronzea. * provate per diletto a calcolare il fabbisogno di produzione monetale di argento delle Legioni di stanza nei territori perifici dell'Impero - ed erano la maggioranza - e riflettete sulla difficoltà di trasportare (con i mezzi dell'epoca) e distribuire questa massa importante alle truppe al fine di evitare rivolte. Vi passo solo questi dati, semplificando e non considerando che poi vi erano vari gradi (es. centurioni), pretoriani, ufficiali e cavalieri che guadagnavano di più: epoca severiana 33 Legioni pari a 442.000 armati che portavano a casa almeno 450 denari all'anno del peso medio di circa 3 - 3,2 g cadauno del tenore del 46% di argento... pensate ai volumi, ai pesi di cui parliamo e alle quantità in termini di metallo fino... Il tutto espresso con la massima umiltà e al fine di scambio di opinioni in merito a quanto esposto. Spero di esser riuscito compiutamente ad esprimere i miei pensieri... Saluti Illyricum
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  42. Buonasera, Thanks for your reactions ! This is an other interesting find this week by one of the members of our Forum . Roman Phalera with 3 .tritons . Top find !! Saluti , Ajax
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  43. @ ARES III Here are the pictures of the findings from the same field Saluti , Ajax
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  44. Occupazione giapponese della Cina, Governo provvisorio cinese, 1 fen 1942-31 al dritto : Banca della Riserva di Cina / Repubblica di Cina anno 31 al rovescio : il Tempio del Cielo a Pechino ; 1 fen
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  45. I canadesi sono valuta corrente spendibile in Canada, perché mai dovrei metterli all’asta? Semmai metterò all’asta pesetas e franchi francesi..
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