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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/07/24 in tutte le aree
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Buonasera Forumisti la serie dei mezzi scudi di Vittorio Amedeo III è una serie lunga vent’anni e secondo il mio modesto parere, decisamente affascinante. Mentre il massimale maggiore è veramente difficile da reperire, soprattutto in elevata qualità (e’ di fatto un monotipo, si conosce infatti solo la data 1773, anche se viene citato da alcuni autori anche il millesimo 1776, ma mai apparso e probabilmente inesistente), il mezzo scudo è molto più facile da trovarsi, in particolare per le annate più comuni. Lo scudo invece è rarissimo (R3), molto probabilmente perché l’elevato valore nominale dell’epoca ne fece un esperimento non riuscito se destinato alla circolazione. Dei mezzi scudi posseggo cinque millesimi in collezione ed è molto interessante notare come l’iconografia in vent’anni non sia mai cambiata ed è molto connotata nel periodo storico in cui ha circolato, evocando immagini decisamente settecentesche, sia nel profilo del regnante (capigliatura e abbigliamento) al diritto che nello stemma sabaudo al rovescio. Come per tutti i Savoia antichi reperire la massima conservazione di questa monetazione e’ estremamente difficile. Da tempo in collezione, presento stasera a Voi un esemplare del primissimo anno di coniazione, il 1773, in elevata qualità (periziata FDC) e con attraente patina riposata da monetiere. Personalmente non ho mai visto esemplari superiori a questo, tanto è vero che la giudico R3 e non R2 come tutti i cataloghi proprio per la conservazione. Grazie dell’attenzione e un affettuoso saluto a tutti6 punti
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Il tesoro di Erpelle viene esposto per la prima volta al Museo Winckelmann: più di 1700 monete d’argento del Trecento scoperte nel 1921 in alcuni vasi di terracotta nel Carso triestino. La mostra che si inaugura giovedì 9 maggio 2024, alle ore 17, al Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, con ingresso da via della Cattedrale 15 a Trieste, espone un prezioso ritrovamento emerso di recente da una cassaforte del museo: si tratta del tesoro che, nascosto agli inizi del XV secolo, venne scoperto nel 1921 a Hrpelje/Erpelle (oggi in Slovenia a 4 chilometri dal confine italiano). Composto da più di cinquemila monete d’argento e una dozzina d’oro fu casualmente ritrovato da Giovanni Kolaric, impiegato ferroviere presso la stazione di Erpelle, nell’estate del 1921 in una dolina, forse all’ingresso di una grotta, conservato in alcuni vasi di terracotta. Dalla Cronaca del museo del 15 ottobre 1921 apprendiamo che lo scopritore lo portò al Museo d’Antichità per venderlo. Venne consegnato al direttore Piero Sticotti che subito ne avvisò l’Ufficio delle Belle Arti e coinvolse il Museo di Aquileia. Allo scopritore e al Consorzio agrario di Erpelle (proprietario del terreno) venne riconosciuto il premio in denaro spettante in base alla legge italiana, entrata in vigore nel nostro territorio solo da pochi mesi. Dimenticato un’altra volta qualche anno più tardi, senza essere stato pubblicato o studiato in modo approfondito, questo tesoretto si credeva perso per sempre. Inaspettato è ora tornato nuovamente alla luce. Pare che il tesoro fosse stato all’epoca suddiviso in tre parti. Ora a Trieste è di fatto presente un terzo del totale, cioè 1773 monete d’argento in buone condizioni di conservazione. Lo studioso Giulio Carraro, dell’Università di Trieste, ha potuto analizzarlo e le sue ricerche sono state recentemente pubblicate nel volume “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, per i tipi di EUT. La curiosità suscitata dalla presentazione del volume e la richiesta di poter vedere il tesoro hanno portato alla mostra che ora si inaugura al Museo Winckelmann e che resterà aperta fino al 29 settembre 2024, con orario 10-17, da martedì a domenica, con ingresso libero da piazza della Cattedrale 1. Composto originariamente da oltre cinquemila monete d’oro e argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di tesaurizzazione, per quanto si è potuto ricostruire, legata all’opera dei banditi medievali. L’eterogeneità delle valute rappresentate regala uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, offrendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica lungo le rotte che portavano ai porti dell’Adriatico settentrionale, dai quali i prodotti venivano poi venduti in tutta Europa. Non deve stupire che un tesoro di monete d’argento come questo venisse sepolto in luogo nascosto: la popolazione dell’Europa tardo medievale (tra XII e XV secolo) era spinta all’occultamento di tesori dalle precarie circostanze sociali, politiche ed economiche. Nelle aree periferiche e di frontiera, la crescente povertà, esasperata dall’aumento della pressione fiscale da parte delle autorità, aveva visto dilagare il contrabbando. Al folklore dell’area di Erpelle è legato il personaggio del ladro Dobrila, o Dobrilla: un contrabbandiere il cui lato moralmente discutibile viene considerato espressione dell’umana “arte di arrangiarsi” che derubava le ricche carovane dirette nell’entroterra dai porti di Trieste e dell’Istria, in particolare quelle cariche di sale, l’oro bianco del Medioevo. Dobrilla viene tradizionalmente legato al tesoro scoperto a Erpelle nel 1921 ed è lecito ritenere che le leggende abbiano probabilmente un fondo di verità. Oltre la metà delle monete superstiti è prodotta dalla zecca di Venezia, potenza marinara in fortissima espansione nell’Adriatico. Non mancano tuttavia dei lotti consistenti di monete del Patriarcato di Aquileia e del Regno d’Ungheria, protagonisti anch’essi del panorama politico ed economico dell’Europa medievale. Altri attori sullo scacchiere commerciale, rappresentati all’interno del tesoro, sono i Carraresi di Padova e i mercanti bavaresi. Un’ultima curiosità è legata a un interessante lotto di monete contraffatte, contenute nel tesoro di Erpelle, che ha rappresentato l’occasione per approfondire anche l’attività dei falsari medievali: puniti con pene severissime, essi rischiavano la vita per produrre denaro falso, evidentemente spinti da motivazioni che giustificavano i rischi legati alla loro attività. Un tesoro ritrovato. Banditi e carovane sul Carso nel medioevo 10 maggio -29 settembre 2024 Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” Piazza della Cattedrale 1, Trieste Da martedì a domenica, dalle 10 alle 17 Ingresso libero [email protected] www.museoantichitawinckelmann.it3 punti
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Dopo la lira 1863 di qualche giorno fa, continuo con le storie evolutive di patine Stessa moneta del primo post dopo 4 anni di monetiere. Saluti!3 punti
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Buona Giornata. Questo è un mio resoconto circa la moneta da 15 grana battute durante la Repubblica Napoletana del 1648, "Note sul 15 grana della Reale Repubblica Napoletana con la sigla GAC/S" publicato sul numero 6 del 2023 di Panorama Numismatico. Per chi vuole buona lettura. 13-20 Cutolo 15 grana Repubblica napoletana-1.pdf3 punti
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Buona giornata e buona lettura Domenica 5 maggio 2024 sono stato al Museo Archeologico di Calatia ( https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-di-calatia&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECD4QAQ&usg=AOvVaw2CjlGl-txYlLky7MKTzpJ4 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=http://museoarcheologicocalatia.beniculturali.it/%3Flang%3Dit&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECCoQAQ&usg=AOvVaw0P5GP9PCuYA76do1Ru1s7_ ) che ha sede nel Casino di Starza Penta, un palazzo del XVI secolo di Maddaloni (CE), che fu una delle residenze principali dei Carafa della Stadera. Le prime notizie sul Palazzo risalgono al 1552, citato come ‘Starza della masseria delle Torri’ nell’atto di donazione che Diomede II fa alla moglie Roberta di Stigliano. Nel 1610 è tra i beni di Diomede IV e in seguito all’ascesa al potere del settimo Duca Marzio III (1660-1703), la masseria subisce un radicale intervento di restauro e viene trasformata in Casino da Caccia e villa d’ozio, con annessa una produttiva che contava su una tenuta di 70 moggi. Durante il regno di Carlo III di Borbone l’edificio ebbe il periodo di maggiore lustro, in quanto il sovrano vi si recava spesso per battute di caccia, ma dal 1759 cominciò un suo lento declino. Passato agli inizi dell’800 ai Carafa del ramo dei Colubrano, fu requisito nel 1850 per alloggiare un contingente di soldati del 13° “Cacciatori Svizzero”. Restituito ai Carafa nel 1855, nell’anno successivo fu acquistato dal notaio Raffaele Palladino. L’assetto attuale rispecchia quello del restauro voluto da Marzio III, solo parzialmente modificato dai successivi interventi tesi a trasformare la struttura da Casino da Caccia a fabbricato urbano alla metà del 1800. Nel 1939 fu espropriato e assegnato prima al Demanio Militare e poi dal 1993 a quello Storico Artistico e attualmentevi è ospitato il Museo in cui ho ammirato un piccolo tesoretto di monete. Trattasi di 362 monete d'argento, tra denari e vittoriati, rinvenuti nel 1913 dove sorgeva Calatia, antica città edificata lungo Via Appia nel territorio dell'odierno comune di Maddaloni (CE), https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.wikipedia.org/wiki/Calatia&ved=2ahUKEwiKsL_X6vmFAxU38bsIHRMxCLQQFnoECBYQAQ&usg=AOvVaw1h5RCeF1iPQpfpfbzDMBzs Le monete sono esposte nella seconda sala del piano terra. Particolare che per mostrare il retro di alcune monete, le stesse sono state affiancate da immagini dell'altro verso diu quello esposto. Altre monete monete, ad essere precisi 9, tra cui una a metà, sicuramente spezzata a metà per diiderne il valore, sono esposte in una vetrina nell'anticamera del cortile. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cc-opencampania.inera.it/it/poi/Museo-Archeologico-Calatia/%3FshowAll%3Dtrue%26id%3D88b46bea-0ad1-11eb-b06c-4615ba5ced95&ved=2ahUKEwje_L2C5_mFAxUOhv0HHQy3DHMQFnoECCIQAQ&usg=AOvVaw0fe-ZKXwEsFU1H035HwJVS3 punti
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Ciao! Premessa doverosa: non è il mio ambito. Ho delle curiosità e quindi apro questa discussione per capirne di più. La prima domanda è: come avveniva lo scambio tra regioni / stati con valute diverse? Mi riferisco in particolare al medioevo ma anche a tempi più recenti (pre-unità d'Italia). Ci sono momenti storici in cui solo in Italia si contano decine di valute diverse. Ho letto che esistevano dei cambi valute già a partire dall'anno 1000 se non sbaglio, ma mi chiedo se ci fossero altri modi. L'altra curiosità è: in quanto a valute, ogni stato faceva "come gli pare" o c'erano delle regole? So che ci sono state delle riforme monetarie non so i dettagli (riforma carolingia, ad es., o con Napoleone, o l'unione monetaria latina). Mi rimetto alla vostra saggezza sperando che qualcuno abbia la pazienza di raccontare qualcosa o anche solo di segnalarmi testi e risorse.2 punti
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Buonasera agli amici del forum. Sto cercando di migliorare la mia collezione aggiungendo qualche pezzo raro. L'ultimo arrivato è questa lira aquila sabauda del 1905, periziata qBB. Cosa ne pensate? Le foto le ho fatte di sera, spero vadano bene. Grazie a tutti2 punti
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C'è poco da aggiungere a quanto avete già detto voi. Esistono gli artefatti e, purtroppo, sembra stiano invadendo il mercato. Dire ai partecipanti alla discussione di starne alla larga è superfluo ma il ripeterlo forse potrebbe giovare a qualcuno non altrettanto scafato. Al tempo stesso però, non mi sento di scartare a priori quanto affermato a suo tempo da @R-R ben conoscendo la sua vasta cultura numismatica. Se afferma di aver avuto per le mani molti biglietti con varianti di colore, a suo dire autentici, merita fiducia. Quella fiducia che non meritano invece coloro che, anche in buona fede, tentano di vendere questi biglietti. Nell'impossibilità, o almeno nell'enorme difficoltà (cito sempre R-R) di distinguere i biglietti autentici dagli artefatti, un venditore onesto dovrebbe, semplicemente, astenersi. petronius2 punti
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Buongiorno, aggiungo per confronto un altro esemplare che presenta die-link con quello di apertura: https://scancients.com/product/caracalla-ar-denarius-fides-standing/ Saluti Illyricum2 punti
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Io penso che chi ha commissionato la coniazione di queste tessere dell’olio da una o da mezza libbra abbia voluto illustrare questa unità di misura sulla tessera con un’immagine schematica/icona dello strumento di misura da cui l’unità prende il nome, la bilancia (libra) a due piatti come era d’uso allora. Il simbolo riflette la simmetria della bilancia in equilibrio, ma non sappiamo se esso fosse già esistente, magari nelle bilance da farmacia, oppure se fosse stato proposto dal committente o ideato dall’incisore del conio della tessera, ai quali si dovrebbe possibilmente risalire. apollonia2 punti
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Ciao, si tratta di una riproduzione gadget non autentica data in regalo con una nota ( negli anni 80) marca di crema spalmabile. ANTONIO2 punti
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Più che passione, questa è ossessione.2 punti
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Ad occhio e ad istinto mi sembra autentico, ma anche se non lo fosse non e' un falso moderno. Di questo materiale i "falsi d'epoca" sono ricercati e quotati, vengono usati dai collezionisti e studiosi per potere avere dei paragoni. Gli inchiostri e i materiali dell' epoca erano soggetti a molti fattori di deterioramento, la luce del sole diretta, l' umidità ecc.. ., il francobollo e' stato sicuramente lavato in maniera non appropriata, o per staccarlo dalla busta o frammento (cosa che non si dovrebbe fare MAI), o per togliere magari dello sporco, cosa comunque non fatta di recente. Potrebbe essere un' emissione del 18.2.1858 rosa chiaro della II tavola, dico potrebbe..??! Mancano purtroppo alcuni riferimenti o meglio non sono visibili data l' usura e l' errata conservazione. Considerando che sono stati emessi nel 1858 e sono tra i primi francobolli del Regno di Napoli tutto può essere, se e' stato pagato poco hai fatto piu' che bene a prenderlo anche se e' un falso, avrei fatto lo stesso. Purtroppo in questa conservazione diventa una terza se non una quarta scelta, la freschezza in questo materiale conta molto. Consiglio.. prova a fare foto in controluce o con una piccola illuminazione sul dietro per verificare se si nota la filigrana o parte di essa. E' possibile anche che non sia presente ma aiuterebbe. Oppure foto fronte/retro su sfondo nero. Non togliere la linguella, lascialo così com' e'. Se cortesemente riesci a postare foto della eventuale filigrana ci fa piacere controllarle. Ciao2 punti
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Buongiorno a tutti, leggendo qualche giorno fa una discussione su un francobollo del regno delle due Sicilie mi sono ricordato di averne uno simile anch'io che acquistai qualche anno fa ad un mercatino per semplice curiosità,ma adesso sarei curioso di conoscere qualcosa in più su questo francobollo... Grazie a chiunque voglia dare il suo contributo...1 punto
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È già tanto avere un qBB per una liretta aquila 1905, mettere in collezione su un SPL il prezzo lievita x10. Da quello che vedo in foto quel quasi lo toglierei, un BB lo merita per il bel rovescio abbastanza pulito. La toglierei dalla bustina per farla patinare 12mesi e vedrai che dopo il BB lo prende tutto.1 punto
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Me lo sono chiesto anche io, ma la risposta secondo me non è così ovvia. Ho monete che hanno passato gli ultimi 4 anni accanto a questa ma che invece non sono cambiate di una virgola. Ad esempio, ho un 2 lire 1869 dello Stato Pontificio che è rimasto perfettamente identico negli ultimi anni da quando è in mio possesso. E infatti, siccome monete che hanno lega e processo produttivo simili, (ho notato) patinano poi in modo grosso modo simile, se cerchi velocemente su internet è molto più facile trovare le monete da 1 e 2 lire dello stato pontificio tra il 1866 e il 1870 totalmente senza patina piuttosto che con patina.. non penso che ci sia una congiura collettiva per spatinare sistematicamente quella tipologia e quei millesimi1 punto
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Sono quasi diciotto anni che la nostra Solange ha raggiunto il paradiso dei felini, diciotto come gli anni in cui è stata con noi da quando aveva sei o sette mesi di vita. Come ho già detto ricordandola sul forum, aveva un pelo bianchissimo e gli occhi di colore diverso, uno verde e uno azzurro (anche Alessandro Magno era affetto da eterocromia avendo gli occhi di colore diverso, uno azzurro e l’altro marrone o forse nero). Ciao Sol, come la chiamavo io. apollonia1 punto
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Tu ne cede malis, sed contra audentior ito. (Virgilio, Eneide VI, 95-96) E per concludere con Pallada: "Non è che commedia la vita e gioco. O lasci la saggezza e impari il gioco, o sopporti i dolori."1 punto
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Rispolvero questa discussione in quanto, dopo un po' di ricerche, sono riuscito a scovare qualche riferimento storico sull'emissione di questi buoni di solidarietà nazionale. Dalla Gazzetta Ufficiale del Regno del 16.11.1911: " S.E. il Ministro della guerra ha diretto in data d'oggi a tutti i sindaci del Regno la seguente circolare: con decreto di S.E. il presidente del Consiglio dei ministri in data 2 novembre è stata nominata sotto la presidenza di S.A. R. Il duca d'Aosta una commissione centrale per la erogazione dei soccorsi alle famiglie bisognose dei militari morti o feriti nella guerra italo-turca. Nella Gazzetta Ufficiale del Regno del 7.8.1912 si fa un resoconto su quanto raccolto: " Dalle notizie pervenute alla Direzione generale della Banca d'Italia, le somme successivamente versate presso le diverse filiali della Banca stessa per oblazioni a favore delle famiglie bisognose dei militari morti e feriti nella presente guerra in Tripolitania e Cirenaica ammontano a lire 12.453,38..." Purtroppo sia in rete che nei cataloghi specializzati in questo tipo di emissioni non sono ancora riuscito a trovare altri buoni come quello sopra postato, ma non demordo prima o poi qualcosa salterà fuori. Saluti1 punto
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Allego per la sicurezza: Dopo 103 anni, in mostra il Tesoro di Erpelle: fu scoperto in una dolina del Carso Dimenticato per anni in una cassaforte dopo la sua scoperta, torna ora alla luce. E' esposto al Museo Winckelmann Autore: Redazione 6 Maggio 2024 La mostra che si inaugura giovedì 9 maggio, alle ore 17, al Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, con ingresso da via della Cattedrale 15, espone un prezioso ritrovamento emerso di recente da una cassaforte del museo: si tratta del tesoro che, nascosto agli inizi del XV secolo, venne scoperto nel 1921 a Hrpelje/Erpelle (oggi in Slovenia, a 4 chilometri dal confine italiano). Composto da più di cinquemila monete d’argento e una dozzina d’oro fu casualmente ritrovato da Giovanni Kolaric, impiegato ferroviere presso la stazione di Erpelle, nell’estate del 1921 in una dolina, forse all’ingresso di una grotta, conservato in alcuni vasi di terracotta. Dalla Cronaca del museo del 15 ottobre 1921 apprendiamo che lo scopritore lo portò al Museo d’Antichità per venderlo. Venne consegnato al direttore Piero Sticotti che subito avvisò l’Ufficio delle Belle Arti e coinvolse il Museo di Aquileia. Allo scopritore e al Consorzio agrario di Erpelle (proprietario del terreno) venne riconosciuto il premio in denaro spettante in base alla legge italiana, entrata in vigore nel nostro territorio solo da pochi mesi. Dimenticato un’altra volta qualche anno più tardi, senza essere stato pubblicato o studiato in modo approfondito, questo tesoretto si credeva perso per sempre. Inaspettato è ora tornato nuovamente alla luce. Pare che il tesoro fosse stato all’epoca suddiviso in tre parti. Ora a Trieste è di fatto presente un terzo del totale, cioè 1773 monete d’argento in buone condizioni di conservazione. Lo studioso Giulio Carraro, dell’Università di Trieste, ha potuto analizzarlo e le sue ricerche sono state recentemente pubblicate nel volume “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, per i tipi di EUT. La curiosità suscitata dalla presentazione del volume e la richiesta di poter vedere il tesoro hanno portato alla mostra che ora si inaugura al Museo Winckelmann e che resterà aperta fino al 29 settembre 2024, con orario 10-17, da martedì a domenica, con ingresso libero da piazza della Cattedrale 1. Composto originariamente da oltre cinquemila monete d’oro e d’argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di tesaurizzazione, per quanto si è potuto ricostruire, legata all’opera dei banditi medievali. L’eterogeneità delle valute rappresentate regala uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, offrendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica lungo le rotte che portavano ai porti dell’Adriatico settentrionale, dai quali i prodotti venivano poi venduti in tutta Europa. Non deve stupire che un tesoro di monete d’argento come questo venisse sepolto in luogo nascosto: la popolazione dell’Europa tardo medievale (tra XII e XV secolo) era spinta all’occultamento di tesori dalle precarie circostanze sociali, politiche ed economiche. Nelle aree periferiche e di frontiera, la crescente povertà, esasperata dall’aumento della pressione fiscale da parte delle autorità, aveva visto dilagare il contrabbando. Al folklore dell’area di Erpelle è legato il personaggio del ladro Dobrila, o Dobrilla: un contrabbandiere il cui lato moralmente discutibile viene considerato espressione dell’umana “arte di arrangiarsi” che derubava le ricche carovane dirette nell’entroterra dai porti di Trieste e dell’Istria, in particolare quelle cariche di sale, l’oro bianco del Medioevo. Dobrilla viene tradizionalmente legato al tesoro scoperto a Erpelle nel 1921 ed è lecito ritenere che le leggende abbiano probabilmente un fondo di verità. Oltre la metà delle monete superstiti è prodotta dalla zecca di Venezia, potenza marinara in fortissima espansione nell’Adriatico. Non mancano tuttavia dei lotti consistenti di monete del Patriarcato di Aquileia e del Regno d’Ungheria, protagonisti anch’essi del panorama politico ed economico dell’Europa medievale. Altri attori sullo scacchiere commerciale, rappresentati all’interno del tesoro, sono i Carraresi di Padova e i mercanti bavaresi. Un’ultima curiosità è legata a un interessante lotto di monete contraffatte, contenute nel tesoro di Erpelle, che ha rappresentato l’occasione per approfondire anche l’attività dei falsari medievali: puniti con pene severissime, essi rischiavano la vita per produrre denaro falso, evidentemente spinti da motivazioni che giustificavano i rischi legati alla loro attività. L’ingresso alla mostra è gratuito.1 punto
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Credo che @ilnumismatico abbia detto tutto in poche parole. Aggiungo di leggere articoli e libri inerenti la monetazione. Più informazioni si hanno e minori saranno le sorprese. In tanti anni ho trovato di tutto, dalla persona/commerciante corretta e onesta, da chi ostentava rarità e saggenza fasulle. Documentati e sei hai dubbi, domanda qui nel forum; avrai solo risposte corrette e disinteressate. Se è bianco è bianco, se è nero è nero.1 punto
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Infatti da quando esiste il denaro come merce di scambio, oltre all'avidità umana, pur di avere qualcosa che altri non hanno anche solo un pezzo d'unghia di chissà quale essere umano, alcuni sono pronti a fare carte false.🤣1 punto
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Classical Numismatic Group > Electronic Auction 562 Auction date: 15 May 2024 Lot number: 134 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: PHRYGIA, Kibyra. Circa 166-84 BC. AR Drachm (16mm, 2.76 g, 12h). Helmeted head of male right / Warrior, holding couched spear, on horse galloping right; monogram to upper left, anchor below. HGC 7, 706; BMC 6. Faintly toned, underlying luster, hairline flan crack, weakly struck on obverse. EF. Estimate: 200 USD1 punto
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Ciao, Per prima cosa ti consiglierei di imparare bene a “leggere” il metallo, così da riconoscere monete in fdc. Sembra una banalità, ma se impari questo, senza affidarti ai pareri scritti sul cartellino salverai tanti soldi ed eventuali delusioni. Poi segui il mercato; monitora le aste e creati un tuo database personale ordinato con varie foto di tutti gli esemplari che ti piacciono. Segnati ovviamente i realizzi, sempre in maniera estremamente ordinata. In questo modo imparerai più o meno l’andamento dei costi, e a fare un certo occhio alle conservazioni anche da una foto (ma vedere tante monete in mano rimane l’allenamento migliore per capire lo stato di conservazione) Per il resto noi siam qui. Per qualsiasi cosa puoi chiedere informazioni, o contattami in privato tramite la messaggistica del Forum se hai bisogno di informazioni più particolari. Fabrizio1 punto
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Salve @The-hunter-j, dipende dalle possibilità finanziarie.... FDC è il massimo ma a mio avviso piuttosto costoso, a meno che tu non abbia problemi. Io ti consiglierei di collezionare con calma e ponderare bene il tutto. Ricordati che collezionare è una cosa diversa rispetto a raccogliere, non so se mi spiego. Io acquisterei monete che ti piacciono e che ti danno emozione.1 punto
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Angel, veramente molto interessante il tuo allegato, relativo al n. 6 del 2023 di “Panorama numismatico”, riguardante il 15 grana della Repubblica napoletana con sigla GAC/S. Inoltre, ho avuto la piacevole sorpresa di vedervi pubblicato il mio 15 grana GAC/S (pagina 18, foto n.8), da me postato proprio in questo topic al post n. 8. Grazie.1 punto
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Bisogni impellenti.. Voi direte: niente di particolare, giusto ! ; la casa è la mia ,i libri sono miei,la vaschetta e la sabbia sono miei ... È il gatto che non è il mio ! Mia figlia uscendo è stata" travolta" da sta' gatta che si è intrufolata ed è corsa subito alla toilet della mia di gatta , fuori pioveva...🙄1 punto
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Quel post @Stilicho & @Vel Saties , ancorché recente, non lo ricordavo più . A Voi una buona notte1 punto
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Buona sera, sono i tagli minori della serie stampata dai Khmer Rossi nel 1975. L'idea in effetti era quella di fondare un'economia senza valuta ma il programma, forse avveniristico forse folle, non fu realizzato. Ne è la prova questa serietta da 7 valori, 0.1, 0.5, 1, 5, 10, 50, 100 riels, che ritrae scene di vita contadina e di guerra. A suo tempo acquistai il valore da 0.1 e da 1 riel in FdS a 2.50€ ciascuno. Credo che al momento possano valere tra i 3 e i 5€ l'uno anche se i tuoi non mi sembrano tutti in FdS; di sicuro non lo è quello da 1 mentre quello da 0.1 ha qualche problema minore agli angoli. Quello messo meglio è il 0.5 riels che guarda caso mi manca, insieme al 100 riels. Gli altri li posto di seguito: 5 riels 10 riels 50 riels1 punto
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Zecca di Utrecht (in Olanda). Mi dispiace dover correggere il carissimo @Oppiano ma la tua moneta non è stata coniata in Italia. La zecca la si riconosce da quei due simboli affianco la data al rovescio (nel tuo caso il pesce e la bandiera). Per ulteriori approfondimenti, ti consiglio di consultare questo catalogo online: http://numismatica-francese.collectorsonline.org/moneta/FR-6/261 punto
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Domani sera al Centro Culturale saranno esposte anche MEDAGLIE e libri su MARIA TERESA1 punto
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Pubblico anche qui il post che pubblicai 2 giorni fa sulla mia pagina facebook, questo post li ha avuto un discreto successo essendo stato visto fino ad oggi da quasi 11 mila utenti. ⬇️⬇️⬇️ Una delle “varianti/varietà” più diffuse, sopratutto negli ultimi anni, è quella che riguarda il biglietto da mille lire Verdi 2ºtipo con contrassegno scolorito. Realizzare comodamente a casa questo effetto non è complicato, però è un processo che può richiedere fino a 12 ore. In questo caso il biglietto va trattato in modo particolare, innanzitutto bisogna intervenire solo sulla parte del biglietto che si intende scolorire. Nel caso del biglietto in foto abbiamo voluto scolorire il contrassegno e la scritta sulla filigrana che era casualmente presente sulla banconota usata per l’esperimento. Prima si applica solo sui punti interessati un riducente (un normale sbiancante per vestiti va più che bene), in seguito si applica un ossidante (per esempio acqua ossigenata) e il gioco è fatto. La banconota si presenta anche in questo caso naturale, poiché i prodotti hanno fatto il loro dovere solo nei punti interessati. Le varianti di colore sul contrassegno possono essere di varie tonalità, tutto dipende dal tempo di esposizione del riducente. Questa tecnica è ottima non solo per scolorire parti di biglietti (il colore rosso va via che è una meraviglia) ma anche per cancellare eventuali scritte di penna postume. Prima e dopo il trattamento Durante il trattamento con il riducente1 punto
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Molto belle, ma se confrontate con i fondo specchio delle monete attuali si comprende come non si possa parlare di FS ma di fondi lucidi, brillanti ecc., e io credo anche "aiutati"1 punto
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Concordo... se aggiungiamo che probabilmente non ha viaggiato, per lo meno come oggetto a se stante .. ho chiesto il significato di quanto scritto sopra Nankino1 punto
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La filiera produttiva di una moneta è laboriosa ed articolata, e non c'è un momento o una causa precisa per questo particolare difetto. Come ti è stato giustamente spiegato, il processo produttivo del tondello era già impreciso, seppur migliorato molto durante l'ultimo trentennio, in particolare dagli anni '70 del secolo precedente. Tuttavia la coniazione veniva effettuata ancora da macchine non particolarmente precise, e questo influiva sia sul tondello, sia sullo stato e sull'efficienza dei conii (questo della serie dell'aquila sabauda non era particolarmente problematico come, ad esempio, quello della serie cinquantenario), e quindi sulla qualità finale della moneta (ad esempio questa tipologia soffre di debolezze, tanto per fare un esempio. Vedi foto del 2 lire allegata, dove c'è una debolezza di conio che affligge la parte bassa sinistra dell'aquila, nella zona tra la zampa e la coda). Riguardo alla tua moneta, ad esempio, sempre in relazione ai problemi di tondello, si può osservare come il ciglio del bordo presenti simili difetti in altri punti, seppur davvero minimi (te li evidenzio nella foto). Essendo questi parte dei difetti congeniti, non influiscono sulla conservazione ma solo sul valore economico finale. Da qui risulta chiaro come l'assegnazione "dell'eccezionale" implichi l'assenza assoluta di questi difetti (un'eccezione, appunto, alla norma), e che il solo parametro della conservazione sia assolutamente insufficiente per meritare questo aggettivo.1 punto
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