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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/18/24 in tutte le aree

  1. Non colleziono francobolli da secoli ma ogni tanto franaso sulla baia per vedere se trovo dei pezzi che mancano alla collezione di mio padre o semplicemente per curiosità. Avevo anche pensato di poter mettere in vendita qualcosa ma vedere la serie "i ginnici" aggiudicati a 12€ mi ha fatto desistere...
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  2. Taglio: 1 euro Nazione: Vaticano anno: 2008 Tiratura: 6.400 Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!
    2 punti
  3. Buongiorno facendo una ricognizione delle mie 10 lire "biga", ho visto l'esemplare del 1929 ** che ha sviluppato una bella (per chi piace) patina. Acquistata nel 1990, l'ho conservata per i primi 15 anni in raccoglitore a taschine di plastica, poi gli anni seguenti in valigetta "Lidl" su vassoio. Utlimamente, per arginare un pochino la patinazione, in capsula. Tutto questo discorso, perché ciò mi fa pensare che molte monete del Regno viste in vendita, diciamo, in condizioni più pulite (bianco latte e senza patina), siano state "lavate" appositamente, visto che il tempo, volente o nolente, aggredisce l'argento col suo scorrere inesorabile. Un saluto a tutti
    2 punti
  4. 2 punti
  5. Concordo con l'eccesso di metallo, conservazione BB...
    2 punti
  6. Buongiorno, visto l'apprezzamento della moneta, posto un paio di foto fatte con luce solare, nell'intento di far vedere meglio i particolari .
    2 punti
  7. Quale ne l’arzanà de’ Viniziani bolle l’inverno la tenace pece a rimpalmare i legni lor non sani...tal, non per foco, ma per divin’arte, bollia là giuso una pegola spessa, che ’nviscava la ripa d’ogne parte = similitudine (vv. 7-18). Cioè: "Come nell'Arsenale dei Veneziani d'inverno bolle la pece viscosa per riparare le loro navi danneggiate, così laggiù bolliva una pece densa, non per effetto del fuoco ma per arte divina, che invischiava ogni lato delle pareti della Bolgia".
    2 punti
  8. Arricchisco la collezione dopo qualche tempo con un Coronato con croce potenziata. Zecca: Napoli. Segni zecchiere sotto croce: C (?) Peso: 3,36 grammi.
    2 punti
  9. Buongiorno a tutti, queste sono alcune monete papali che ho raccolto nel corso degli anni. Ho scattato foto di queste monete e fatto un video. https://sns-video-al.xhscdn.com/stream/110/259/01e5eb2e282b2b51010377038e1ec0c311_259.mp4 Edison
    2 punti
  10. I miei primi due cavallotti… o
    1 punto
  11. Vorrei trattare un particolare tema antico , che e’ attuale anche ai nostri giorni , problematico per diversi motivi e purtroppo simile al nostro a distanza di due millenni , quello dello smaltimento dei rifiuti ; dalle cronache della TV e dei giornali sappiamo che diverse citta’ italiane moderne soffrono di sporcizia nelle strade e dei problemi di smaltimento ad essa collegati . Il post si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti nel mondo antico , problema antico come il mondo , in particolare di una grande citta’ quale era Roma imperiale , la piu’ popolosa e multietnica dell’ antichita’ ; il problema dei rifiuti ha da sempre ha creato disagi , vuoi per l’ incivilta’ di alcuni cittadini che nonostante il trascorrere dei secoli sembra che questo mal costume abbia subito pochi miglioramenti , vuoi anche per problemi prettamente tecnici e logistici . Prima di proseguire nella ricerca dobbiamo fare una premessa , i rifiuti moderni sono ben diversi da quelli antichi , il concetto di base pero’ non cambia ; al tempo di Roma antica non esisteva la plastica , i prodotti derivati dalla chimica ed altri scarti dell’ industria moderna ; quindi quello che gli antichi gettavano via era costituito essenzialmente da scarti alimentari di tutti generi , seguiti da indumenti laceri , ceramiche rotte , oggetti vari di uso domestico e comune , ed …....escrementi della notte , come il poeta Giovenale nella sua opera “Satire” ci racconta piu’ avanti . Lo smaltimento dei rifiuti nell' antica Roma durante l’ epoca repubblicana non offre spunto a particolari riflessioni , le notizie a riguardo sono quasi nulle , esistevano gia’ le cloache ma il loro scopo principale era fognario e di prosciugamento dei molti acquitrini che esistevano nella Roma arcaica , solo al tempo di Giulio Cesare ci giunge una notizia nell' editto di Eraclea nel quale aveva bandito una gara d' appalto pubblico per la pulizia delle strade dividendo le spese a metà tra l’ amministrazione pubblica e i padroni delle case , cosa che doveva gia’ esistere nella Roma del suo tempo . In questa epoca repubblicana ed anche imperiale si puo’ solo intuire che i rifiuti alimentari si adoperassero come mangime per gli animali , che i prodotti di combustione , come la cenere , venisse usata per il lavaggio dei vestiti ed altro , gli escrementi animali utilizzati come concime e gli oggetti rotti in metallo o consumati dall’ uso , recuperati per essere fusi e rilavorati per lo stesso uso o per altri scopi . Naturalmente i problemi relativi ai rifiuti crescevano di pari passo con l’ accrescimento edilizio ed abitativo di Roma che in epoca imperiale arriverà a contenere certamente più di un milione di abitanti compreso il suburbio ; la necessità della raccolta dei rifiuti divenne di conseguenza sempre più urgente ed importante . Ad esempio un aspetto del problema , relativo pero’ ad un solo tipo di “rifiuto” , era il Mons Testaceus , nome che viene tramandato al moderno , all’ attuale quartiere romano di Testaccio che sorge tra il Tevere e la Piramide – Porta Ostiense di cui ne conserva il nome e il cui antico Mons si puo’ paragonare ad una moderna discarica , seppur costituita da uno solo prodotto cioe’ frammenti di argilla ; era ed e’ tutt’ ora infatti un monticello artificiale alto circa trenta metri ma con una circonferenza di un chilometro e una superficie totale di circa 20.000 metri quadrati che si era formato per il continuo accumularsi dei cocci delle anfore contenenti principalmente vino ed olio , sbarcate nel vicino porto fluviale dell' Emporium alla Marmorata e immagazzinate poi nei prossimi Horrea (magazzini) Galbana o Sulpicia , opera del II secolo a.C. costruita dal Console Servio Sulpicio Galba . Le anfore scaricate e svuotate del contenuto , delle quali molte si rompevano accidentalmente , venivano poi quasi totalmente eliminate ed accumulate nei vicini prati al confine della Citta’ , fino a formare nel tempo , un Mons ; questo Monte esiste tutt’ ora ed e’ recintato per evitare scavi abusivi , e’ ricoperto da una boscaglia sotto la quale giacciono ancora infiniti frammenti di anfore . Per quanto riguarda invece lo smaltimento di particolari rifiuti organici i Romani fin dal VI secolo a.C. inventarono le cloache e le latrine pubbliche e private che permettevano di pulire velocemente le strade della citta’ con getti d’ acqua e di smaltire il tutto nel Tevere tramite un ingegnoso sistema di fognature sotterranee . Questo sistema di pulizie e fognature favoriva pero’ solo i ricchi proprietari delle Domus e degli abitanti delle Insule dei pianterreni , che all’ epoca erano piu’ ricercati e costosi dei piani alti in quanto usufruivano dell’ acqua corrente in casa , mentre gli abitanti dei piani alti non l’ avevano ed erano usi gettare dalle finestre gli escrementi personali che venivano poi eliminati dagli addetti alla pulizia delle strade . Questa pessima abitudine degli abitanti dei piani alti di gettare in strada i rifiuti organici e qualcos’ altro di piu’ pericoloso , indusse il poeta Giovenale a scrivere in una delle sue Satire che : “se si usciva di notte a Roma , consigliava prima di fare testamento , perche’ ogni volta che si apriva dall’ alto una finestra , ogni passante era minacciato di morte” , a dimostrazione che dall’ alto delle Insule , pioveva di tutto , rifiuti organici ma anche rifiuti ingombranti , come si chiamerebbero oggi . Usanza che sebbene oggi ormai quasi scomparsa , persiste nella notte di fine anno quando alcuni buttano dalla finestra un po’ di tutto . A Roma quindi mancava una organizzazione statale per la raccolta pubblica dei rifiuti la cui pulizia era affidata ai privati che , per non essere multati dagli Edili , dovevano provvedere affinche’ le case popolari , quelle ad Insule a piu’ piani , fossero servite dagli Aquarii , cioe’ dai portatori d' acqua , come era prescritto dal corpo dei pompieri , seguiti dai Zetarii , cioe’ gli spazzini , schiavi che costituivano una proprietà dello stesso edificio . Al tempo di Augusto fu stabilito per legge che i bottegai e i proprietari di case dovessero pulire la strada e i muri davanti alle porte dei loro locali e agli Edili , ai quali era affidata la cura della città , vennero affiancati quattro magistrati , i Curatores Viarum , due per il centro città e due per le periferie , che dovevano occuparsi della manutenzione e della pulizia delle strade . Tra gli schiavi furono poi creati dall' amministrazione pubblica degli “addetti al letame” , gli Stercorarii , incaricati di raccogliere gli escrementi su grossi carri per essere poi scaricati in aperta campagna come concime , i quali avevano il permesso di transitare anche durante le prime dieci ore del giorno per portare i rifiuti organici in campagna dove sarebbero stati utilizzati appunto come concime . Al tempo di Vespasiano vi fu una massiccia igienizzazione di Roma ; a tale scopo si racconta che Vespasiano aveva avuto la macabra conferma di come nelle strade di Roma venissero abbandonati come rifiuti persino i cadaveri , quando un suo cane gli portò una mano umana nella sala dove stava cenando ; cercò di risolvere in parte il problema coniugando l’ igiene pubblico con l’ arricchimento dello Stato , infatti fece installare numerose Latrine pubbliche , dietro il pagamento di una tassa e quando il figlio Tito gli riporto’ le lamentele del popolo per questa nuova tassa , Vespasiano gli rispose che : “Pecunia non olet , sed urina si” , cioe’ : “i soldi (derivanti dalla nuova tassa) non puzzano , eppure vengono dalle urine” . Vespasiano fu il migliore igienista e pratico statista di Roma : “Vespasiano, divenuto Imperatore , si portò a Roma , ma già a grande distanza si sentiva la puzza di urina che emanava la città . Roma gli apparve come un' immensa latrina , dove sembrava che tutti non avessero altro scopo che spargere dappertutto le proprie urine ; il Tevere aveva una strana colorazione giallognola (il famoso biondo Tevere) . Da saggio generale capì che la repressione del bisogno naturale di urinare non avrebbe raggiunto lo scopo . Infatti decise che : “ciò che non puoi vietare , tassalo!” e così Vespasiano fece venire saggi e sapienti da tutto l' Impero per trovare il sistema per tassare gli urinanti , cioe’ tutti gli umani viventi , a seconda della quantità di urina emessa . Un saggio egizio trovò la soluzione del rebus mediante una formula per cui il tempo dell’ urinata era proporzionale sia al peso dell’ urina emessa , sia alla quantità dell’ urina stessa . Dovettero fare molte prove , con migliaia di schiavi comandati ad urinare entro contenitori misurabili e cronometrando il tempo , praticamente quasi una uroflussometria moderna , alla fine delle prove , riuscirono a stabilire l' importo della tassa . Stranamente però si accorsero che il costo a litro della urinata era superiore a quello del pregiato vino di Cipro , e quindi gli osti cominciarono a servire urina mista al vino invece del vino puro per risparmiare sulle tasse . Comunque anche il pubblico erario cominciò a tenere una contabilità che , invece che in sesterzi , contabilizzava in litri di urina . Inoltre, per favorire l' incremento delle entrate , Vespasiano ordinò che gli orinatoi venissero disposti ovunque , soprattutto davanti ai Templi , a luoghi di ristoro , ai ritrovi alla moda e ai luoghi “romantici” . Le udienze concesse dall' Imperatore prevedevano la urinata preventiva con relativo pagamento e lo stesso Vespasiano controllava personalmente le quantità di urina emesse dai postulanti . I sofferenti di prostata erano ovviamente esentati , altrimenti sarebbero economicamente falliti in giornata per il continuo urinare e si praticava uno sconto speciale ai carrettieri , non per se stessi ma per le urinate del cavallo , che in volume equivalevano a circa 60 urinate umane ; ciò nondimeno a Roma in quel periodo con Vespasiano Imperatore , i cavalli camminavano con il pene infilato in una grossa damigiana” Con un Vespasiano cosi’ “igienico” non solo ne usufrui’ in salute e decoro la Citta’ , ma di concerto anche le casse dello Stato . Le strade di Roma continuarono tuttavia , nonostante editti , tasse , multe e quant’ altro , nel corso dell’ Impero ad essere ingombre di rifiuti di tutti i generi , se nel Digesto di Giustiniano del VI secolo , ancora si prescriveva che : “nulla deve tenersi esposto dinanzi alle officine e finalmente non si permetta che nelle strade sia gettato sterco , cadaveri o pelli di animali” Insomma per concludere il problema dei rifiuti nel mondo antico e nell’ antica Roma , pur nella differenza dei mezzi materiali moderni attuali , non era poi tanto dissimile dai problemi che purtroppo viviamo quotidianamente . Sotto alcune foto attuali del Mons Testaceus e dell’ eccezionale accumulo secolare di frammenti di antiche anfore romane di cui e’ costituito tutto il monte e che ancora vi sono sepolte ; segue il sepolcro di Servio Sulpicio Galba , costruito semplicemente in Peperino e con la lapide in Travertino , trovato a Roma nel 1885 a seguito di scavi fognari in una Via prossima alla Via Ostiense al quartiere Testaccio , proprio vicino ai suoi Horrea ed ora conservato presso l’ Antiquarium comunale di Roma al Celio ; questo Galba era il Console del II secolo a.C. che costrui’ gli Horrea (magazzini) Galbana o Servilia prossimi al Mons Testaceus , nei quali erano depositate le anfore piene principalmente di vini ed olii provenienti da tutto il Mediterraneo , per l’ Annona di Roma e per finire un moderno "Vespasiano" a Roma , non piu' esistenti in questo modo . La lapide del sepolcro e’ scritta in modo essenziale , scarno , senza fronzoli , in stile tipico della severita’ e gravita’ del periodo repubblicano di Roma , infatti nella scritta compare oltre al suo nome , quello del padre , la carica di Console e ci dice solo quanto spazio privato il sepolcro occupava nel terreno pubblico e nient’ altro , ad attestare la carica di Console romano , nella facciata ai lati della lapide erano scolpiti i fasci consolari , simboli del suo mandato : SERVIO SULPICIO - FIGLIO DI SERVIO GALBA – CONSOLE - PIEDI QUADRATI 30 Il sepolcro occupava nel terreno pubblico nove metri quadrati , in pratica era costituito da un semplice cubo di tre metri per tre , di lato .
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  12. Altro esemplare di recente acquisizione. La raffigurazione del cavallo sembra un quadro. Saluti.
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  13. Mi sa che ultimamente la politica adottata dalla nostra Zecca sia quella di ora, tutto e subito a discapito anche della qualità. Forse sono più belle le monete della Repubblica.
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  14. Precisiamo però..fondi lucidi non vuol dire che siano stati lucidati successivamente..ci sono monete che ben conservate hanno anche dopo decenni un bellissimo lustro di zecca..ma non possiamo definirlo fondo specchio
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  15. Confermo Giovanna II, variante LAAQ
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  16. Sì, la zecca francese: https://www.monnaiedeparis.fr/en/coins/coming-soon?p=2
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  17. io rifarei le foto singolarmente ed in perpendicolare
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  18. taglio: 5 cent paese: slovenia anno: 2022 tiratura: 4.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: 4 pz taglio: 2 cent paese: slovenia anno: 2022 tiratura: 5.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: 4 pz taglio: 1 cent paese: slovenia anno: 2022 tiratura: 9.000.000 condizioni: spl città: trieste note: NEWS!!!! taglio: 2 euro cc paese: Lettonia anno: 2017 A tiratura: 537.000 condizioni: bb città: trieste note: NEWS!!!
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  19. Ciao Silver, sono un appassionato di appiccagnoli e fori (un po' meno delle bulinature). Le monete conservano un loro valore - anche se ovviamente limitato - dipendente soprattutto dalla conservazione (e quindi da quanto sono state indossate). A spanne direi che la prima ti può fruttare ancora circa 200 euro, con la seconda (che non è papale ma toscana) scendiamo a circa 60 euro, e con la terza attorno ai 50.
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  20. il lavoro di lucidatura/patinatura rende le monete del nostro inconfondibili... per me in quella conservazione il prezzo è alto, poi vedi tu
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  21. Il calcio di cui parlate è qiuello che serve per le ossa? Arka Diligite iustitiam
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  22. Buona giornata Anch'io protendo per una moneta di fantasia, oppure qualche "esperimento" fine a se stesso. saluti luciano
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  23. Buongiorno Domenico. Qui però parla di far propaganda. Nel caso specifico o in altri è una semplice vendita di materiale storico filatelico numismatico. Non dovrebbero esistere neanche cartoline di Lenin, monete da detenere" falce e martello " ( ricordo sempre quella famosa risoluzione del parlamento europea del 2019 che EQUIPARA questi e quelli in maniera UGUALE). Con questo non andrei oltre,che già abbiamo sforato credo. Saluti
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  24. Salve, L’asta è della NOMOS del prossimo 23 marzo (la n. 31), lotti 241-242-243. Saluti.
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  25. Capitale del nuovo Stato, primo esempio di territorio ellenico indipendente dopo secoli, e dotato di costituzione e leggi autonome, divenne la città di Corfù. La bandiera del nuovo Stato raffigurava un leone marciano dorato (a ricordare l'antica presenza veneziana) in campo blu e cornice rossa, e reggente una vangelo chiuso con sette frecce che simboleggiavano le isole. Fu così riportato nelle isole greche il Leone di San Marco, simbolo della Repubblica Veneta che i francesi avevano tentato di rimuovere da porte, colonne, capitelli ed edifici pubblici. Da: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Repubblica_delle_Sette_Isole_Unite
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  26. Grazie @gennydbmoney, mi era sfuggito il post. Comunque, lo lascerei il post #1491 in quanto è presente la descrizione in chiaro dell’esemplare. Saluti.
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  27. Buonasera, vi segnalo che Nomis 31 di Zurigo metterà all'asta nei prossimi giorni una moneta da 5 gazzette con queste indicazioni: Here we have lot 241 (Starting Price 15000 CHF), a 5 Gazzettai of outstanding quality minted in Corfu in 1801. The El-Greco collection contains a complete series (!!) of the extremely rare Gazzettai of the Ionian Islands - the Septinsular Republic - which were struck under the Russo-Ottoman sovereignty in 1801. These coins, especially the larger denominations of 5 and 10 Gazzettai, are so rare that they only sporadically appear as single pieces in auctions: having a full set of these at auction is a chance that only appears once in a lifetime. The present piece has been graded AU 58 BN, which means it is most likely the best example in existence. El-Greco acquired this coin in the early 1980s and it is almost certainly from the famous collection of the great numismatist, J. Lambros (1843-1909).
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  28. Clara Peeters (1580 – 1621) 1603/06- Natura morta Riconoscibile il dritto ed il rovescio di un 2 ducati in oro con Ferdinando e Isabella del 1590 per i territori spagnoli della Frisia occidentale.
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  29. Nei documenti ufficiali delle zecche italiche (leggi, regolamenti interni ecc ecc) non si parla mai di fondo specchio e neanche di tondelli trattati a fini di creare "monete di presentazione". Del resto, se date uno sguardo alle monete della Collezione Reale, potete trovare monete FDC stupende ma nessun fondo specchio. Ovviamente le prime monete battute, con tondelli realizzati ex novo per la nuova coniazione, con il materiale riproduttore intonso potranno essere molto più belle rispetto a quelle battute dopo migliaia di pezzi. Dubito fortemente che una moneta coniata per più anni come le lire 40 del 1814 possa essere stata così perfetta come quelle realizzate nel primo anno di coniazione a nome di Napoleone. Parlerei pertanto di fondi lucidi...o "lucidate"....fate voi..
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  30. Bella moneta. Complimenti. Si direi che bb+/ q spl ci può stare.
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  31. @mty1805 Domanda molto interessante, anche se non ho una risposta "evidence-based". Ho visto varie monete PROOF dell'Ottocento italiano, e sono sempre rimasto particolarmente perplesso (vedi anche i lotti 1220 e 1221 della stessa asta): a mio parere si tratta di monete "primo conio" BU, esaltate da metodi particolari di pulizia e non "fondo specchio" nativo (del cui metodo produttivo, a mia conoscenza, non si parla in alcuna documentazione di zecca). Inoltre le 40 lire 1814 furono coniate per diversi anni dopo la morte di Napoleone e non so dove siano finiti i corrispondenti conii ... ma questo è un discorso diverso, anche se la zecca francese ha avuto il cattivo gusto di riconiare per decenni non poche monete e medaglie relative alla presenza di regni napoleonici in Italia (vedi Murat). Quelle specifiche 40 lire furono esitate in asta Kuenker nel 2007 (asta 122, lotto 2125): stima € 7.500, aggiudicazione € 8.000; avevano un aspetto apparentemente diverso che fa pensare ad un "lavaggio" prima dell'inscatolamento (le preferivo allora, perlomeno dalla foto). Il video evidenzia inoltre hairlines diffusi (anche nei lotti 1220-1221).
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  32. Ciao Sono d'accordo; consunzione poca ed omogenea. Complimenti. saluti Luciano
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  33. Bronzo di Ege (gr. Aἰγαί) in Cilicia, che raffigura al dritto la testa laureata di Zeus a destra, e al rovescio AIΓEAIΩN, Atena in piedi a sinistra, con la Nike nella mano destra e la sinistra appoggiata sullo scudo; EP a sinistra. Città della Cilicia orientale, Ege era situata sulle rive nord-occidentali del Golfo di Isso. apollonia
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  34. Il 7 Marzo 2024 ho fatto un Ventennio che sono qui, "non me n'ero accorto". Il tempo vola e con Voi è stato ed è, piacevole ed istruttivo. Grazie a tutti soprattutto a chi l'ha aperto e ha "lavorato" in questo forum! Col cuore, Fabio😘
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  35. Bronzo di Tarso, Cilicia, con testa turrita di Tyche sul dritto, e al rovescio la pira di Sandan: Sandan in piedi sul dorso di un leone-grifone cornuto, tra due onfali; il tutto su un altare ornato sotto un baldacchino piramidale. Sandan era il dio ittita del leone, rappresentato con un leone cornuto e spesso residente all'interno di una pira sormontata da un'aquila. Nelle cerimonie, un'immagine del dio veniva posta all'interno di una pira e data alle fiamme. apollonia
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  36. Ciao @filippo1. Grazie di avermi menzionato. La contesa in questa discussione mi ha incuriosito. Vera o falsa ?....... Sarebbe stato utile ad osservare BENE, anche se le foto lasciano a desiderare in nitidezza, ma chi cerca trova, se sa cosa cercare. Ecco le famose Sferette ( positive ) da fusione, lucide e belle tonte, in dimenzioni varie. Gia di per sè, a pelle questo tetradramma, e da considerare un souvenir.
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  37. Bronzo della zecca di Parlais, in Pisidia, magistrato Diomede, I sec. a. C. Testa laureata di Zeus sul dritto; al rovescio pantera che avanza a destra, sormontata dai pilei dei Dioscuri. apollonia
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  38. Si direbbe del tipo con la “C” aggiuntiva. Quanto pesa?
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  39. Sono considerazioni molto soggettive. Personalmente non colleziono tutto ma prendo quelle che mi risultano attraenti. Accetto anche il colore ma solo se si limita a inserti di superficie limitata come il verde, bianco e rosso della nostra bandiera. Non mi piacciono le colorazioni tipo stampa fotografica, per capirci, il 5 Euro Giacomo Puccini o trittico Ducati, sopratutto se sotto c'è un fondo piano privo di rilievi. Quando osservi queste monete con una lente si vede il retino di stampa e questo non riesco a digerirlo. Vanno bene anche monete di forma non canonica ma che non sia un una tantum tipo pista di atletica. Le tirature le preferisco basse, intorno a 4.000, perchè mi piace l'idea che la moneta si rivaluti nel tempo o che, perlomeno, non si svaluti. In definitiva della collezione 2004 ho preso solo i 5 Euro Vespucci, Finanza e Molise (per questa ho fatto un'eccezione in quanto molisano) e i 2 Euro Proof. Sono ancora indeciso sui 5 Euro Albachiara ma la prenderei perchè non ho una moneta in argento rodiato.
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  40. Il 16 luglio del 1945 e' passato alla storia perché ci fu la prima esplosione nucleare, con il test tenuto nel deserto di Alamogordo in New Mexico. Noto come il Trinity Test, fu il punto di arrivo del grande lavoro svolto da Oppenheimer a capo del Progetto Manatthan e della nascita dell'arma di distruzione di massa per antonomasia. Famosa la frase "Io sono Morte, il distruttore di Mondi" che alla fine del test venne pronunciata dal grande scienziato, consapevole delle implicazioni anche morali presentate dalla nuova bomba, citazione tratta da un celebre poema epico indiano. Nella foto sotto, le vere immagini del Trinity Test. Proprio del 1945 è la moneta che andiamo a presentare oggi, si tratta di un "Mercury Dime", tipologia che ho sempre trovato meravigliosa, coniata dal 1916 sino al 1945. In realtà al diritto non è raffigurato il Dio romano Mercurio, ma bensì una rappresentazione allegorica della Libertà di Pensiero, tuttavia il nomignolo rimase popolare ed oggi questi decini sono così conosciuti da collezionisti ed appassionati. Da notare che al rovescio vi è una simbologia carica di significato, infatti il ramo di ulivo simboleggia il desiderio di pace, ma il fascio littorio evidenzia che, al contempo, in caso di necessità, l'America è sempre pronta a prendere le armi in pugno. Riicordiamo che questa tipologia fu concepita e coniata inizialmente nel pieno della I Guerra Mondiale e prosegui' sino alla fine della II Guerra Mondiale, con ciò ricomprendendo una intera epoca storica di fondamentale importanza. Vedremo nel prossimo post perché il conio dei dimes venne cambiato a partire dal 1946.
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  41. La moneta è un denario classificato RRC 281/1, attribuito a M. Furius L. F. Philus e datato al 119 a.C. Questa è la sua scheda sul nostro catalogo: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G232/1 Quello al retro non è un gambero, ma un carnyx (plurale carnices), tromba da guerra usata dai Celti, come puoi vedere bene nella scheda sugli esemplari che hanno migliore conservazione. Ce n'è un altro sul lato sinistro, posto in verticale. Il monetario M. Furius L. f. Philus è presumibilmente il figlio di L. Furius Philus, console nel 136. La dea che incorona il trofeo (la cui natura divina è confermata dalla stella) al R/ del denario è generalmente identificata come Roma Victrix (dal Babelon, dal Grueber e dal Crawford, che la ritiene identificata dalla legenda “ROMA”), volta ad enfatizzare la vittoria del popolo romano. La forte rassomiglianza colla Minerva che incorona Giove sul denario rrc 296/1, tuttavia, ha fatto ritenere alla Cesano (e condiviso anche da Alteri) che si tratti di Minerva. Il R/ alluderebbe, per il Gr., alla battaglia di Ariminium sui Galli cisalpini (223) vinta dai consoli C. Flaminius e P. Furius Philus. Così anche per l'Alteri per la forma delle armi che costituiscono il trofeo, che ricorderebbe l'aureum trophaeum eretto da C. Flaminio a Giove con i torques tolti al nemico. Il Crawford vi vede invece un riferimento alla sconfitta degli Allobrogi (ritenuti dai Romani grandi guerrieri, nel 123 diedero asilo a Tutomotulo re dei Salluvi, che erano stati conquistati da Roma, e si rifiutarono di consegnarlo; l'8 agosto del 121 le legioni comandate da Quinto Fabio Massimo Allobrogico li attaccarono e li sconfissero) e degli Arverni e ai trionfi del 120 e quindi data la moneta al 119. L’atsa Triton I, tuttavia, ha pubblicato un denario (lotto n. 1121) correntemente datato al 120 e ribattuto su questa moneta, suggerendo pertanto che debba essere più antica. Qui puoi vedere la ricostruzione di un carnyx:
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  42. Quasi splendida mi sembra troppo, perché i rilievi, soprattutto al retro, sono abbastanza schiacciati. E' una moneta molto comune, se hai pazienza e consulti tutte le aste puoi ottenere un prezzo migliore. Se invece ti piace, comprala pure, non stai buttando via i soldi
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  43. Bella moneta, ma se è lo stesso venditore spagnolo che conosco anch'io ha il difetto di super lucidare le monete. Quasi splendida ?
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  44. Le foto non sono molto chiare, ma ricorda i denari normanni.
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  45. Ovviamente questo vale per tutte le monete euro, non solo per quelle italiane: certo che poi ce ne vuole a notare il "confine" fra Spagna e Portogallo, ma non rendersi conto che su una moneta ci sono solo gli stati UE con i rispettivi confini, ed invece sull'altra tutta l'Europa "unita" senza confini: complimenti per l'occhio di falco 😜
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  47. In ultimo una considerazione finale. E’noto che in Britannia erano insediate tre legioni: - - la Legio VI Victrix a Eburacum (York) che presidiava la Britannia del Nord (il Vallum era preminentemente sotto il suo controllo ma l’effettiva presenza militare era assicurata da truppe ausiliarie) che aveva preso posto della precedente Legio IX Hispania, giunta con Claudio ma ad un certo punto misteriosamente scomparsa dai resoconti storici. Settimio Severo cambia il suo nome in Legio VI Victrix Pia Fidelis Britannica probabilmente in omaggio alle vittorie in Caledonia (tra l’altro segnate comunque da un certo numero di perdite umane dovute alla guerriglia adottata dalle popolazioni locali che ben sapevano di dover evitare lo scontro campale con le Legioni). - - la Legio XX Valeria Victrix a Deva (Chester) per il settore nord-occidentale dell’isola britannica - - la Legio II Augusta a Isca Silurium (Caerleon) nella Britannia sud-occidentale (Galles) La popolazione militare in loco, aumentata dalla presenza delle succitate truppe ausiliarie, era sicuramente molto rappresentata specialmente in considerazione che dopo la “pacificazione” delle tribù locali i problemi venivano dai Brigantes e dalle popolazioni della Britannia del Nord. Settimio Severo se ne rese conto quando si trovò a dover scontrarsi con Clodio Albino, governatore dell’isola e comandante delle tre legioni di stanza. Troppo potere militare concentrato nelle mani di un solo uomo. E in ciò trova la motivazione di dividere la Provincia Britannia in Britannia Inferiore (presso Eburacum) e Superiore, la prima sotto il comando di un governatore di rango pretorio e la seconda sotto uno di rango consolare. Il primo aveva meno potere istituzionale rispetto al “collega” di provenienza consolare e sulla carta il controllo di solo una legione (la VI Victrix) che però probabilmente consisteva in una forza di effettivi equivalente alle due rette dal governatore della Britannia Superiore: in questa maniera aveva equilibrato il potere tra i due governatori. Oltre a queste per la campagna britannica del Nord Settimio Severo mobilita: - la Legio II Parthica di recente costituzione - 9000 guardie imperiali con reparti di cavalleria (Equites singulares) - truppe ausiliarie (non è noto il loro numero esatto) - la flotta sia per il supporto logistico sia per azioni a terra: Classis Britannica e vexillationes di quella renana e danubiana Mi pare un numero estremamente cospicuo di militari. Ma ciò implica un’altra riflessione: che volume di monete richiedevano il pagamento degli stipendium di tutti questi militari? Che immane sforzo logistico implicava ciò? Considerando che la zecca di Lugdunum chiude nel 197 lo sforzo ricadeva sulla sola zecca centrale di Roma e bauli e bauli di denari dovevano essere trasportate in Britannia. Pensate solo al singolo legionario che doveva ricevere ben 450 denari/annui (aumento stipendio voluto da Settimio Severo rispetto ai 300/annui precedente) per non parlare dei ben 6.750/annui di un centurione o ai 27.000 di un centurione primus pilum! Quindi l’ultima domanda che pongo è la seguente: · è possibile che anziché produrre in toto a Roma il volume monetale necessario e quindi provvedere al suo trasporto in loco (Settimio Severo ben conosceva l’importanza di pagare i soldati per evitarne il malcontento e comprarsi la loro “Fidex Exercitus”) si sia ricorsi all’utilizzo di zecche ausiliarie sull’isola? O all’utilizzo di zecche militari dotate, questo sì, di conii ufficiali preparati a Roma dagli incisori ufficiali? Alcuni studiosi suppongono un’eventualità analoga sotto Antonino Pio per gli assi con rovescio BRITANNIA spesso con pesi calanti ma stilisticamente pienamente ufficiali e necessari per il pagamento delle truppe lì impegnate. E la presenza di una misconosciuta zecca “ausiliaria” ad esempio a Londinium (dove ricordiamo soggiornava Geta che provvedeva all’amministrazione statale) farebbe da prologo alla successiva nascita della zecca londinese che inizierà la produzione con Carausio. Che a questo punto non apparirebbe dal nulla ma trarrebbe origine da questa struttura. Detto ciò, spero di non avervi annoiato e di aver destato la vostra attenzione dall’inizio a questa riga. Aggiungo la speranza di non esser stato troppo … delirante e di sentire vostre opinioni in merito ai punti che ho elencato sopra. Carne al fuoco, mi pare, ce n’è abbastanza! Ciao Illyricum
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  48. Buona serata favaldar.....e grazie. Mai vista una fisicamente. E' giusto comunque averle "portate a galla". Personalmente non le ascriverei alla monetazione veneziana, come non considero veneziani gli zecchini coniati dall'Austria. Io, quelli, li ho definiti un "canto del cigno"; un tragico canto del cigno voluto per infondere nella gente una immagine di continuità. Lo stesso vale per queste monete. Comunque, sono pezzi di storia post veneziana; magari da aggiungere in appendice. Ancora grazie. Saluti Luciano
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