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  1. ARES III

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/14/24 in tutte le aree

  1. Salve, colgo l'occasione per segnalare che nell'ambito del suddetto corso, questo giovedì 14 marzo a partire dalle ore 15,00 il Dottor Stefano Locatelli terrà un seminario sul "ritorno all'oro", le prime coniazioni del fiorino e la sua affermazione nella seconda metà del Duecento, che ovviamente come il resto delle lezioni è aperto a tutti gli interessati/le interessate. In attesa di vedervi in questa o nelle prossime occasioni, un caro saluto MB
    4 punti
  2. Intervengo a discussione chiusa per chiarire, forse, il discorso mail. Probabilmente lei ha attivato le notifiche delle risposte. Quindi quando qualcuno risponde alla discussione le viene inviata in automatico una notifica via mail e la mail di registrazione l'ha scelta lei.
    3 punti
  3. Dove ? Forse un espertO È naturale che ogni moneta richieda un saluto e un grazie, dal momento che ogni moneta periziata ti possono chiedere al meno 50€ (e lo dico per difetto)... un grazie e un saluto non costano nulla, o forse sì per certe persone. Se vogliamo, nessuno ci obbliga a farlo...mica siamo stati condannati ai lavori di pubblica utilità... Non siamo su eBay e delle stelle non frega a nessuno. Qui è lei l'unica che pretende con arroganza.
    3 punti
  4. Clara Peeters (1580 – 1621) 1610 - Vanità
    3 punti
  5. DE GREGE EPICURI La monetazione imperatoria è molto affascinante, ma anche molto difficile (e molto falsificata); per cui non me la sento di dare un giudizio di autenticità dalle foto. Quanto al prezzo della moneta (che mi pare sia la Cr. 517/2), il catalogo Sear del 1981 riportava un prezzo di 400 sterline per una conservazione "good very fine". Non ho mai avuto questo tipo di moneta, e non sono al corrente dei valori di mercato attuali.
    2 punti
  6. 2 punti
  7. Signora impari ad utilizzare i termini giusti: quando si parla di "post" si intendono degli interventi su un forum e questi non ci sono in eBay, mentre lì ci sono annunci (eventualmente con commentini più o meno reali o veritieri). Io non vorrei sembrarle sgarbato, ma utilizzare le maiuscole equivale ad urlare, quindi si dia una regolata qui non siamo a casa sua ma in uno spazio aperto a tutti. @CdC @Reficul @incuso la signora afferma che ci siano moltissimi utenti che la starebbero "molestando" con svariate mail, potreste intervenire per salvarla (ed eventualmente verificare se le cose siano effettivamente in questo modo, dal momento che ho qualche perplessità in merito).
    2 punti
  8. Cioè ? Cosa vorrebbe dire precisamente ? Ah, mi stavo scordando il saluto e il grazie come in altre richieste sono mancanti o non pervenute.
    2 punti
  9. Il 16 luglio del 1945 e' passato alla storia perché ci fu la prima esplosione nucleare, con il test tenuto nel deserto di Alamogordo in New Mexico. Noto come il Trinity Test, fu il punto di arrivo del grande lavoro svolto da Oppenheimer a capo del Progetto Manatthan e della nascita dell'arma di distruzione di massa per antonomasia. Famosa la frase "Io sono Morte, il distruttore di Mondi" che alla fine del test venne pronunciata dal grande scienziato, consapevole delle implicazioni anche morali presentate dalla nuova bomba, citazione tratta da un celebre poema epico indiano. Nella foto sotto, le vere immagini del Trinity Test. Proprio del 1945 è la moneta che andiamo a presentare oggi, si tratta di un "Mercury Dime", tipologia che ho sempre trovato meravigliosa, coniata dal 1916 sino al 1945. In realtà al diritto non è raffigurato il Dio romano Mercurio, ma bensì una rappresentazione allegorica della Libertà di Pensiero, tuttavia il nomignolo rimase popolare ed oggi questi decini sono così conosciuti da collezionisti ed appassionati. Da notare che al rovescio vi è una simbologia carica di significato, infatti il ramo di ulivo simboleggia il desiderio di pace, ma il fascio littorio evidenzia che, al contempo, in caso di necessità, l'America è sempre pronta a prendere le armi in pugno. Riicordiamo che questa tipologia fu concepita e coniata inizialmente nel pieno della I Guerra Mondiale e prosegui' sino alla fine della II Guerra Mondiale, con ciò ricomprendendo una intera epoca storica di fondamentale importanza. Vedremo nel prossimo post perché il conio dei dimes venne cambiato a partire dal 1946.
    2 punti
  10. però la data è rimasta 1870, per lei gli anni non sono passati.
    2 punti
  11. Buon giorno. Secondo il mio parere occorrerebbe avere fotografie che permettano di vedere bene colore e condizioni della patina. Vista così la collocherei almeno in zona spl. Cordiali saluti. Gabriella
    2 punti
  12. DE GREGE EPICURI Non sono molte le università che possono disporre di due corsi di numismatica (rispettivamente: antica e medievale/moderna) e fra queste c'è la Statale di Milano. Ieri pomeriggio ho avuto il piacere di assistere come uditore alla lezione introduttiva di Numismatica Medievale e Moderna, tenuta dalla prof.ssa Monica Baldassarri, che ha sostituito (si tratta di un contratto) la prof.ssa Lucia Travaini dopo il pensionamento. Il corso è rivolto anzitutto agli studenti magistrali di storia, ma può rientrare nel curriculum di filosofia, lettere antiche e moderne, beni culturali, ecc. Abbiamo sentito illustrare, in modo chiaro ma molto ricco e interessante, i concetti di moneta e di denaro, le origini della monetazione, i suoi rapporti con l'economia, la religione, la vita associativa. Oggi si riprende, e credo che vedremo dei bei tondelli (già ieri si è proiettato uno splendido augustale...) Il corso si tiene mercoledì alle 16.30 in aula M205 (Santa Sofia), giovedì alle 14.30 in aula M401 e venerdì alle 12.30 in aula 515 (Festa del Perdono).
    1 punto
  13. Buonasera, lo scorso sabato 9 marzo gli studiosi Stanko Flego e Fulvio Colombo hanno presentato presso il Centro Visite della Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra di Bagnoli della Rosandra (TS) un’interessante conferenza dal titolo ‘Il “refugium” tardoantico del Crinale in Val Rosandra’, con il patrocinio del Comune di San Dorligo della Valle. Gli autori hanno presentato i risultati di oltre 30 anni di ricerche (il Flego assieme al compianto Zupancic segnalò il sito in una breve nota nel testo “Topografia archeologica del Comune di San Dorligo della Valle” già nel 1991). L’ipotesi dei ricercatori, sulla base di materiali archeologici rinvenuti nei ghiaioni sottostanti ad una serie di ripiani (in parte naturali, in parte ottenuti artificialmente) - di misure variabili tra i venti-trenta metri di lunghezza per due/tre di larghezza - è che il rilievo orografico denominato Crinale (e spesso utilizzato da rocciatori) sia stato sede di un sito tardoantico utilizzato in condizioni di emergenza (invasioni barbariche?) da parte delle popolazioni che abitavano la vallata. Chi non conosce l’area si chiederà “cos’è la Val Rosandra” e nella fattispecie “e cos’è il Crinale?” Per la prima domanda rinvio al link http://www.riservavalrosandra-glinscica.it/ In genere i Triestini la chiamano semplicemente “la Valle”: è un tipico percorso agreste a poca distanza dalla città. Ma pur essendo a breve distanza da Trieste e a poche decine di metri di altitudine sul livello del mare, le alte pareti calcaree che la circondano e la vegetazione rimanda a paesaggi montani (vi ha sede il Rifugio Premuda che è il Rifugio montano più basso d’Italia con i suoi 30 mt s.l.d.m). Brevemente, si tratta di una vallata con ripide ed alte pareti calcaree nel cui fondovalle, tra forre e qualche pozza più ampia, scorre il Torrente Rosandra; la presenza del corso d’acqua (uno dei pochi di superficie dell’area giuliana) ha inciso nei tempi remoti la pietra calcarea creando grotte, ripari ma soprattutto dando refrigerio a selvaggina e ad assetate comunità umane. Per cui abbiamo un’area dove sono state identificate presenze umane riferibili all’Uomo di Neanderthal, del Mesolitico, del Neolitico, la Protostoria e della romanizzazione. Da qui partiva l’acquedotto che serviva la città romana di Tergeste già oggetto di una mia presentazione sul forum https://www.lamoneta.it/topic/114912-acquedotti-romani/#comment-2090919 Il Crinale è un ripido e marcato rilievo calcareo che crea una dorsale che fa parte della stessa Valle ed è separato dal Monte Carso sovrastante da un ampio e profondo canalone. La sua parte sommitale si ricollega all’altipiano costituito appunto dal Monte Carso, già sede di un ampio abitato protostorico Già da questa immagine appare evidente la pendenza della dorsale. I ripiani prima descritti sono evidenziati nella locandina della presentazione già presentata in apertura di testo, indicati dai numeri. Salvo il nr. 1 che è alla base e con la specifica che il nr. 6 è la Chiesa di Santa Maria in Siaris. L’assenza di resti di murature con legante porterebbero ad escludere una natura prettamente militare del sito e una durata cronologicamente abbastanza breve del sito, d’altra parte l’utilizzo di alture erte e facilmente difensibili è comune nelle aree pedemontane nel periodo tardoantico. In realtà è presente un robusto muro con malta di natura non ben chiara prossimo alla Chiesa di Santa Maria in Siaris, mentre nei ripiani è conservato solo un breve tratto di muratura a secco e alla base di uno di questi vi sono abbondanti pietre arenarie di chiara origine alloctona. I materiali raccolti sono perlopiù ceramiche, chiodi da carpenteria (che fanno supporre la presenza di tavolati e/o strutture in legno che avrebbero ampliato la superficie disponibile e fornito qualche copertura), chiodi da ferro equino (utilizzo di muli per il trasporto di materiali da costruzione e/o delle anfore contenenti acqua prelevata nel torrente?) ed una punta metallica. In cima al Crinale, vicino al c.d. Cippo Comici, è presente una piccola cavità a pozzo (Grotta dei giovani/Jama Mladich 3938/5231 VG) dove negli anni ’80 in occasione della prima esplorazione fu rinvenuta una fibbia, un bottone/borchia (?) ed un femore umano attrbuiti ad un generico “periodo romano”. L’accesso alla stessa fu ottenuto forzando una stretta fessura e si presuppone che in antico esistesse un ingresso più comodo. Il rinvenimento di alcune sepolture (1941 e 1974) rinvenute nel tratto dell’acquedotto romano sottostante il Crinale a a Crogole (1954) andrebbero collegate a questo periodo di frequentazione tardoantica. In un ambiente dove le comunicazioni erano mano semplici, gli insediamenti romani privilegiavano il concetto di “intervisibilità” tra gli stessi: a causa dell’orografia del sito non tutti i ripiani possono tenere sotto controllo gli altri. In un contesto difensivo dalla Grotta delle porte di ferro /Zelezni prton (504/3027VG) che si trova sul versante destro della Valle sotto il monte Stena si avrebbe avuto il controllo visivo sia sul “Refugium” che verso l’accesso della Valle stessa sia su una porzione di mare. Dal mare infatti nel periodo tardoantico non sarebbero giunti contingenti barbarici ma più facilmente rinforzi di truppe amiche. Riporto parte della descrizione tratta dal catasto Grotte: “… La cavità è interessante non solo per il suo deposito preistorico, il quale ha fornito reperti analoghi a quelli della sottostante e più nota Grotta delle Gallerie, ma anche per un singolare adattamento subito dal suo ingresso: esso infatti ha una forma molto regolare, ovale, con l'asse inclinato di circa 45° e presenta sul lato orientale una serie di incavi, alcuni dei quali cilindrici, scavati nel calcare; dalla parete opposta si osservano invece tracce di intonaco di cocciopesto, che la patina del tempo confonde ormai con la roccia. Da questi segni, e da resti fittili trovati nella cavità, è stato possibile dedurre che la stessa fosse stata adibita, in epoca tardo romana, a postazione militare di vedetta, per la sua particolare posizione dominante e che l'imbocco sia stato munito di una solida porta, i cui cardini erano posti appunto negli incavi, tutt'oggi visibili. A suffragare tale ipotesi, si nota inoltre un piccolo rialzo del suolo con la superficie molto levigata, che richiama perciò l'immagine suggestiva delle scolte che qui sedute sorvegliavano il territorio circostante.” Il Crinale (vedi profilo nero) visto dall’interno della cavità Il sito risulta di estremo interesse perché va a collocarsi cronologicamente in un periodo poco noto per l’area giuliana e che doveva esser contraddistinto da una certa instabilità in quanto anche a Tergeste vennero rinforzate le difese urbiche (vedasi al riguardo la costruzione del torrione a fianco della scalinata che porta a Santa Maria Maggiore). Il territorio non fu colpito direttamente dalle ondate barbariche che puntavano ad accedere alla Bassa Friulana e da qui, una volta superata Aquileia, a penetrare nel cuore dell’Impero ma l’accesso di contingenti barbarici (es. Unni) mise in apprensione le popolazioni locali. Personalmente ringrazio gli autori per il contributo e le istituzioni locali che da anni puntano sulla ricerca storica culturale ed etnografica per valorizzare un territorio ricco di attestazioni di frequentazioni umane fin dalla Preistoria passando per la Protostoria, la Romanizzazione e il periodo successivo. Per restare al periodo romano, nei pressi della Valle si insediarono i primi contingenti militari impegnati nella Guerra contro gli Histri e nella successiva conquista dell’area https://www.lamoneta.it/topic/200166-nuovi-scavi-archeologici-nellarea-triestina/#comment-2209348 Spero di aver destato la vs attenzione Illyricum
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  14. Buongiorno a tutti, queste sono alcune monete papali che ho raccolto nel corso degli anni. Ho scattato foto di queste monete e fatto un video. https://sns-video-al.xhscdn.com/stream/110/259/01e5eb2e282b2b51010377038e1ec0c311_259.mp4 Edison
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  15. Buonasera, Oggi sottopongo alla vostra attenzione una moneta di Allectus. Vorrei capire cosa significano le lettere del rovescio S A e capire quale zecca sia M L. Ultimamente le figure degli usurpatori britannici hanno stimolato la mia fantasia e alimentato la ricerca di monete da essi battute. Da come ho capito Allectus avrebbe ucciso Carausius e subito dopo venne proclamato imperatore dalle sue truppe. A sua volta fu poi ucciso da Costanzo Cloro che pose fine al suo dominio in Britannia. Mi piace fantasticare tanto sul ruolo che avrebbe avuto la terra britannica durante gli ultimi anni e subito dopo la caduta dell'Impero d'Occidente. Peso 3.7 g Diametro 22.3 mm Grazie mille
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  16. Chiediamo a @gpittini se magari la conosce?
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  17. Buonasera a tutti, approfitto della sezione per chiedere un vostro parere. Un amico, conoscendo il mio interesse per le monete, mi ha mostrato un oggetto in suo possesso che lui ha sempre ritenuto essere una moneta antica. Dopo averlo visionato mi sono sentito di escludere che possa trattarsi di una moneta avendo, piuttosto, le caratteristiche di una parte recisa da qualche altro oggetto. Secondo voi cosa può essere? Il diametro è di 2 cm, il peso 2,60 gr circa. Allego foto e ringrazio anticipatamente chiunque vorrà e potrà contribuire.
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  18. DE GREGE EPICURI Oggi, bella lezione del prof. Stefano Locatelli, prevalentemente sul fiorino d'oro di Firenze ma un po' su tutta la ripresa della monetazione aurea in Occidente a partire dal 1252 (Genova e Firenze, e forse anche Lucca). Una rivoluzione? O una mezza rivoluzione? Io veramente faccio il tifo per l'augustale di Federico II, coniato già nel 1231 e (parere personale) più "bello" delle monete comunali. Però devo ammettere che fu una moneta più di propaganda e di ostentazione, che di vero uso commerciale (quante ne sono conosciute oggi? mi pare sulle 250 in tutto). E poi non ebbe fortuna, rispetto all'enorme successo delle altre, e la coniazione cessò molto presto. Ma la colpa non fu di Federico, ma dell'angioino e soprattutto (ovviamente) del papa.
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  19. Benvenuto Di che moneta si tratta c'è scritto sopra sono 10 dollari del 1907, conosciuti anche come Eagle https://usa-coins.collectorsonline.org/moneta/US-E/4 Mi sembra di intravedere una S al rovescio sopra il valore, la moneta è stata dunque coniata a San Francisco, in 210.500 esemplari. Nonostante la tiratura relativamente bassa (in quell'anno furono coniate anche a Philadelphia e Denver in oltre 1 milione di pezzi), è una moneta di borsa, che vale il suo peso in oro, come puoi constatare da questa tabella (i valori sono in dollari) http://www.numismedia.com/fmv/prices/10gld/pricesgd.shtml tenendo presente che le monete americane vengono di norma trattate a un 10/15% in più del corrispettivo del loro peso. Che, ufficialmente, è di 16,718 grammi, i 16 da te rilevati possono comunque starci in considerazione del fatto che con ogni probabilità non hai usato uno strumento di grandissima precisione. Per il resto, non c'è nulla che faccia pensare che la moneta possa non essere autentica. petronius
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  20. Dal peso e dalla tipologia direi postumo autentico in conservazione MB. Per quanto riguarda la macchia a sinistra della croce del R/, così dalla foto, direi che si tratti di sporcizia (comunque la lascerei così com'è). Un saluto Fabio
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  21. ciao, usura uniforme, ma la rosetta nonostante la sovraesposizione della luce denota una opacità non da SPL , anche la veste che scende dal petto all'anca è consumatina, tronco piattino alla radice col suolo e la R pure non è vivacissima, mentre mani, foglie ed elmo vanno ancora benaccio, per il rovescio quindi direi BB+ perché tra la foto non bellissima e le hairlines che riempiono i campi è difficile giudicare bene, sennò avrei concordato con Caravelle82 sul qSPL. Il D/ debolina la zona centrale tra orecchio collo e nuca, ma anche sui capelli in alto dietro e tanti segnetti nei campi oltre le immancabili hairlines, direi un BB, per me e sempre giudicando da queste foto. In totale darei un BB+ alla moneta
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  22. Ancora vi ho detto che non sapevo fosse un forum . Volevo mettere tutte le 200 monete che ho e vedo che non è possibile qui .. cmq ora mi cancello vi ringrazio ho trovato chi è interessato alla lira sabauda grazie lo stesso .. Più che uno scambio di conoscenza numismatica.. mi pare uno dei tanti BRANCHI .. E PRIMA DI DIRE MALEDUCATI DOVRESTE SAPERE IL SIGNIFICATO ..... NON MI AVETE LASCIATO IL TEMPO .NE SI POSTARE ..CONOSCERE IL PROGRAMMA E NE DI LEGGERE LE RISPOSTE SULLE MONETE . OLTRE UNA . IO LAVORO AL PC MI ARRIVANO 25 per e 100 email. Non riesco a seguire le critiche mi spiace .. non pensavo pensavo fosse tipo ebay e simili .volevo arrivare alla lira sabauda.. grazie per la vostra deliziosa spiegazione di Come si usa sto www la moneta . Ossequi ..e ora bho basta bisogna tornare a lavorare ..altro che chiacchere . Grazie di tutto
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  23. Archeologia a colpo d’occhio. Cos’è e di cosa è fatto il reperto trovato in una villa romana di 1700 anni fa. Le altre scoperte @ Cotswold archaeology Una villa romana, con terme private, riscaldamento a pavimento e aree per agricoltura e artigianato attorno. E accanto a questi resti, quelli preziosi. Lo scavo di salvataggio ha rivelato un’affascinante visione dello sviluppo del sito durante l’intero periodo romano. Siamo nei pressi di Bristol. La cintura di Bristol ha offerto, agli archeologi, il rinvenimento di diverse ville romane. “Iniziato con una semplice fattoria recintata nel I secolo d.C., questo edificio fu sostituito da un edificio in pietra del tipo “”a schiera”” o “”a cottage”” nel III secolo d.C. – dice Cotswold archaeology – Fu trasformato nel IV secolo d.C. in una villa importante e ricca con l’aggiunta di nuove ali edilizie, riscaldamento a pavimento e un’area termale privata”. Una veduta dal drone di parte dell’area della villa romana trovata nel circondario di Bristol @ Cotswold archaeology Tra i reperti portati alla luce figurano una lampada in bronzo al piombo raffigurante una figura seduta datata al I secolo d.C., più di 300 monete battute tra il II secolo, la fine del III e il IV secolo d.C. Sono stati rinvenuti anche una testa di leone con montatura in bronzo – I – II secolo d.C. – che doveva essere ornamento di un mobile, spille e un anello da dito, oltre a diversi utensili. Una delle fibule di bronzo trovate durante l’indagine archeologica sistematica della villa e delle sue pertinenze @ Cotswold archaeology Un elegante lucerna in bronzo. La figura umana da cui è sovrastata è mutila delle braccia e della testa. Un coperchietto doveva nascondere il foro più piccolo, collocato alla base della figura, dove avveniva il caricamento di olio. Il foro maggiore, in primo piano, era quello destinato alla fiamma. @ Cotswold archaeology I materiali hanno fornito uno spaccato affascinante della gamma di attività produttive che qui si svolgevano come la lavorazione tessile e l’artigianato. Lo scavo si è svolto a Lockleaze, nel Gloucestershire meridionale, nei dintorni di Bristol, prima dello sviluppo residenziale del sito da parte dell’impresa Redrow Homes. I resti dell’insediamento romano sono stati trovati sotto quello che, fino a poco tempo fa, era campo di allenamento di un club di rugby. Lo strato di terriccio superficiale e archeologicamente inerte è stato rimosso. Le immagini dei droni hanno georeferenziato le immagini dei resti edilizio sottostanti. “Lo scavo è iniziato con fosse di prova di 2 m 2 per valutare l’archeologia e decidere se potevano scavarne di più con una macchina. – ha detto Mark Brett, responsabile progetti senior, Archeologia di Cotswold – Si poteva, ma non sui muri e questi venivano spatolati a mano. In una fossa sono state rinvenute 51 monete della fine del III secolo dC”. “La prima caratteristica era un recinto della tarda età del ferro con una casa circolare all’interno. La casa circolare aveva buche di posta interne. Tarda età del ferro: ceramiche e ossa di animali del I secolo d.C. provenivano da questa zona, mentre la data più recente risale al II secolo . Quest’area era stata preceduta da campi, recinti e due vialetti. I fossati risalgono al I – II secolo d.C. L’occupazione del sito continuò fino al IV secolo d.C. Nella zona nord del sito si trovava una tomba con orientamento NW/SE. Era lungo 2,15 metri. Lo scheletro era supino e aveva dei chiodi ai piedi. Non è stato rinvenuto alcun cimitero associato al complesso ed è stata rinvenuta solo un’altra sepoltura (cremazione)”. Gli interventi edilizi più consistenti avvennero successivamente. “La casa principale era di forma rettangolare e misurava 19 x 7 metri con tre divisioni interne. – spiega l’archeologo – Le ali nord e sud furono aggiunte in un secondo momento. L’ala nord con un’estensione, misurava 21m x 6m e comprendeva una cucina, un pavimento in lastre ricoperto di carbone e ossa di animali e conteneva ceramiche del IV secolo . Sono stati rinvenuti anche un focolare quadrato e un forno per il pane. Il prolungamento dell’ala nord era curvo all’interno, con intonaco rosa. C’erano degli scarichi in quest’ala. L’ala sud era un unico ambiente largo 16 metri (probabilmente una sala da pranzo invernale) riscaldato da un ipocausto. Sono stati rinvenuti anche i resti del praefurnium. il grande forno che veniva caricato a legna e che portava il proprio fumo caldo tra le intercapedini dei pavimenti e dei muri. Questo aveva una base in lastra ricoperta di carbone. Si è potuto vedere perfettamente come veniva costruito e utilizzato l’ipocausto e come l’aria calda veniva incanalata nell’edificio". https://stilearte.it/archeologia-a-colpo-docchio-cose-e-di-cosa-e-fatto-il-reperto-trovato-in-una-villa-romana-di-1700-anni-fa-le-altre-scoperte/
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  24. Salve Sui 5 euro Ps va messo anche l' altro lato la prossima
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  25. La solita pseudo medaglia fantasiosa/gadget dal valore numismatico 0. Saluti
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  26. E' una moneta dell'Argolide, regione dell'antica Grecia, dal notevole valore se autentica, ma pure molto falsificata. Non essendo una moneta che si trova, se autentica, cosi' per caso, portala da un professionista numismatico e ti togli il dubbio (ma direi di non sperarci troppo che sia autentica)
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  28. La moneta è un denario classificato RRC 281/1, attribuito a M. Furius L. F. Philus e datato al 119 a.C. Questa è la sua scheda sul nostro catalogo: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G232/1 Quello al retro non è un gambero, ma un carnyx (plurale carnices), tromba da guerra usata dai Celti, come puoi vedere bene nella scheda sugli esemplari che hanno migliore conservazione. Ce n'è un altro sul lato sinistro, posto in verticale. Il monetario M. Furius L. f. Philus è presumibilmente il figlio di L. Furius Philus, console nel 136. La dea che incorona il trofeo (la cui natura divina è confermata dalla stella) al R/ del denario è generalmente identificata come Roma Victrix (dal Babelon, dal Grueber e dal Crawford, che la ritiene identificata dalla legenda “ROMA”), volta ad enfatizzare la vittoria del popolo romano. La forte rassomiglianza colla Minerva che incorona Giove sul denario rrc 296/1, tuttavia, ha fatto ritenere alla Cesano (e condiviso anche da Alteri) che si tratti di Minerva. Il R/ alluderebbe, per il Gr., alla battaglia di Ariminium sui Galli cisalpini (223) vinta dai consoli C. Flaminius e P. Furius Philus. Così anche per l'Alteri per la forma delle armi che costituiscono il trofeo, che ricorderebbe l'aureum trophaeum eretto da C. Flaminio a Giove con i torques tolti al nemico. Il Crawford vi vede invece un riferimento alla sconfitta degli Allobrogi (ritenuti dai Romani grandi guerrieri, nel 123 diedero asilo a Tutomotulo re dei Salluvi, che erano stati conquistati da Roma, e si rifiutarono di consegnarlo; l'8 agosto del 121 le legioni comandate da Quinto Fabio Massimo Allobrogico li attaccarono e li sconfissero) e degli Arverni e ai trionfi del 120 e quindi data la moneta al 119. L’atsa Triton I, tuttavia, ha pubblicato un denario (lotto n. 1121) correntemente datato al 120 e ribattuto su questa moneta, suggerendo pertanto che debba essere più antica. Qui puoi vedere la ricostruzione di un carnyx:
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  29. Molto bella, è stato proprio un bel regalo.
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  30. Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG > Auction 402 Auction date: 14 March 2024 Lot number: 267 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction - Lot description: LYCIA. Prägungen lykischer Städte. PHASELIS AR-Stater, 167/130 v. Chr., Magistrat Agyiarchos; 11,16 g. Apollokopf r. mit Lorbeerkranz//Prora r., darauf Athena r. mit Blitz und Aegis. Heipp-Tamer -; Müseler IX, 23 (dies Exemplar). Feine Tönung, fast vorzüglich Exemplar der Auktion NAC 10, Zürich 1997, Nr. 248. Die bedeutende Hafenstadt Phaselis, malerisch auf einer Halbinsel mit drei Häfen an der Ostküste Lykiens gelegen, gehörte kulturell und sprachlich nicht zu Lykien, wurde später aber zeitweise Mitglied des Lykischen Bundes. Phaselis trug massiv zur Hellenisierung Lykiens bei. Mythisch – vielleicht eine Rückerinnerung an griechische Siedlungsaktionen am Ende der Bronzezeit – soll die Stadt von Mopsos gegründet worden sein (Heropythos von Kolophon in Athenaios VII 297f-298a; Pomponius Mela I 14 [79]), der wahrscheinlich wie in Aspendos vor der Stadtgründung dort einen die Landwirtschaft schädigenden Eber erlegt haben soll. So können die Wildschweine auf den frühen Münzen von Phaselis am besten erklärt werden. Historisch fassbar ist die Gründung der Stadt durch einen gewissen Lakios aus dem rhodischen Lindos. Die Hafenstädte der Insel Rhodos brauchten für den Schiffsbau das Holz Lykiens und gründeten deshalb um die Südostspitze Lykiens mehrere Kolonien. Auf jenen Stateren von Phaselis, die zwischen 167 und 130 v. Chr. geprägt wurden, ist auf der Vorderseite ein lorbeerbekränzter Apollonkopf dargestellt, auf der Rückseite eine blitzeschleudernde Athena, die auf einem Schiffsbug steht. Athena war die Hauptgöttin der Gründerstadt Lindos. Vor Athena ringelt sich drohend eine Schlange. Hinter ihr steht der griechische Buchstabe Φ als Abkürzung für Ph(aseliten)/Φ(ασηλιτ?ν). Athena (Lindia) ist die Hauptgöttin von Phaselis, deren Kult die lindischen Kolonisten einst in die Stadt übertragen hatten. Das Schiff evoziert den Stadtnamen: Phaselis bezeichnet ein schlankes bohnenförmiges Schiff. Athena soll dem Mythos nach von ihrem Vater Zeus beim Kampf gegen die Giganten die Donnerkeile erhalten haben und damit zur Vorkämpferin (Promachos) geworden sein. Das Münzbild ist eine selbstbewusste Machtdemonstration der damals freigewordenen Hafenstadt Phaselis. Dieses Exemplar der Sayar Collection ist, was den Namen des Münzaufsehers angeht, bisher ein Unikum geblieben. Der Name Agyíarchos, d.h. ,Straßenbeherrscher', ist von einem Beinamen des Apollon, Agyieús, abgeleitet und anscheinend nur auf dieser Münze bezeugt (Fehrentz 1993, 148 f.; Köves-Zulauf 1999; Lolos 2005, 163). [JN] The important harbour town of Phaselis, picturesquely situated on a peninsula with three harbours on the east coast of Lycia, did not belong to Lycia culturally or linguistically, but later became a member of the Lycian League for a time. Phaselis contributed massively to the Hellenisation of Lycia. Mythically - perhaps a reminiscence of Greek settlement campaigns at the end of the Bronze Age - the city is said to have been founded by Mopsos (Heropythos of Colophon in Athenaios VII 297f-298a; Pomponius Mela I 14 [79]), who, as in Aspendos before the city was founded, is believed to have killed a boar that was damaging agriculture. This is the best way to explain the wild boars on the early coins of Phaselis. The foundation of the city by a certain Lakios from Rhodian Lindos is historically verifiable. The harbour towns on the island of Rhodes needed Lycian timber for shipbuilding and therefore founded several colonies around the south-eastern tip of Lycia. The staters of Phaselis, which were minted between 167 and 130 BC, depict a laurel-wreathed head of Apollo on the obverse and a lightning-throwing Athena standing on the bow of a ship on the reverse. Athena was the main goddess of the mother city of Lindos. A snake entwines threateningly in front of Athena. Behind her appears the Greek letter Φ as an abbreviation for Ph(aselites)/Φ(ασηλιτ?ν). Athena (Lindia) is the main goddess of Phaselis, whose cult the Lindian colonists had once transferred to the city. The ship evokes the city's name: The word Phaselis refers to a slender bean-shaped ship. According to myth, Athena received the thunderbolts from her father Zeus during the battle against the giants and thus became a champion of the attacked gods (promachos). The coin is a self-confident demonstration of the power of the harbour city of Phaselis, which had become free at that time. This specimen from the Sayar Collection is unique as far as the name of the coin magistrate is concerned. The name Agyíarchos, i.e. 'ruler of the streets', is derived from an epithet of Apollo, Agyieús, and is apparently only attested on this coin (Fehrentz 1993, 148 f.; Köves-Zulauf 1999; Lolos 2005, 163). [JN] Estimate: 1250 EUR
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  31. Ciao, visto il diametro dovrebbe trattarsi di un asse dell'imperatore Adriano con la Salus personificata sul rovescio come tu stesso hai già individuato. Da quanto si può vedere dalle tue foto la moneta sembra autentica. Posto foto esemplare per la catalogazione 🙂 ANTONIO
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  32. Ciao @santone, bella osservazione! Anch'io avevo pensato a quello però se noti la variante il delfino è rivolto verso destra. Potrebbe essere il denario di Cecilius Metellus Diadematus? @legionario ci dai una mano 😉
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  33. In effetti… dalle foto per me siamo sul bb/spl. Forse in mano qspl, dipende dalla pulizia dei campi. Attenzione al bordo e a non pagarla troppo; è un millesimo raro e potrebbero chiederti più di quel che vale, specie se la acquisti solo su base fotografica
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  34. Salve. Vorrei farle notare che per educazione quando si chiede qualcosa a qualcuno si saluta e alla fine si ringrazia pure, come nella vita quotidiana, in oltre qui nessuno viene pagato o ci guadagna qualcosa, quindi almeno un "GRAZIE" è dovuto. Sfido comunque qualcuno, anche pagando, di presentarsi ad un professionista in tal modo... Infine si suggerisce anche allegare peso e diametro quando si fa una richiesta, seppur vero che in questo caso sarebbe superfluo. Buona giornata signora.
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  35. Allego anche una foto dei due punti sul taglio del 1780
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  36. Bronzo di Gordiano III (Deultum, Tracia) che raffigura al rovescio un tempio tetrastilo con statua di culto di Tyche con aratro e cornucopia (Gorny & Mosch, Online Auction 286, 29 Mar 2022). Lot 4355. Estimate: 50 EUR. Price realized: 45 EUR. THRAKIEN. DEULTUM. Gordian III., 238 - 244 n. Chr. AE ø 27mm (9,35g). Vs.: ΑΥΤ Κ Μ ΑΝ-Τ ΓΟΡΔΙΑΝΟΣ ΑΥ, drapierte Panzerbüste mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: ΑΔΡΙΑΝΟ-ΠΟ-ΛΕΙΤ/ΩΝ, tetrastyler Tempel mit der Kultstatue der Tyche mit Ruder u. Füllhorn. Varbanov, GIC II, 3956. Dunkelgrüne Patina, Rs. Stempelfehler, ss-vz Aus süddeutschem Privatbesitz, Sammlung E. L. apollonia
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  37. Per me un bel BB+ lo merita tutto. Complimenti
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  38. Asta : moneta X realizza 100. Il compratore paga 100 + commissioni (variabili da casa a casa. diciamo in media 20%) Non consideriamo le spese postali- Tot. 120 Se la moneta è tua e l'hai data da vendere incassi 100 meno le commissioni , variabili anche queste . 18% ? Tot. 82. Dare una valutazione alle monete della ns. coll. è aleatorio. Ho dato da vendere una moneta che visti i risultati in altre aste poteva fare 500 . a 300 di base è andata invenduta. Ho detto di riproporla in una asta successiva con base 200 e ha fatto 350.
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  39. Per l’attribuzione a Verona faccio riferimento al BDN 10, pp 99 e 100
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  40. Bronzo di Gordiano III (Deultum, Tracia) che raffigura al rovescio la porta della città (Gorny & Mosch, Online Auction 286, 29 Mar 2022). Lot 4352. Estimate: 50 EUR. Price realized: 45 EUR. THRAKIEN. DEULTUM. Gordian III., 238 - 244 n. Chr. AE ø 27mm (10,44g). Vs.: ΑΥΤ Κ Μ ΑΝ-Τ ΓΟ-ΡΔΙΑΝΟΣ ΑΥΓ, drapierte Panzerbüste mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: ΑΔ- ΡΙΑΝΟΠΟΛ- ΕΙΤ/ΩΝ, Stadttor. Varbanov, GIC II 3906; BMC 44; SNG Evel. 956; Youroukova, Hadrianopolis . Schwarze Patina, Rs. Prägeschwächen, fast vz Aus süddeutschem Privatbesitz, Sammlung E. L. apollonia
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  41. Taglio: 1 euro Nazione: Germania F Anno: 2007 Tiratura: solo in divisionale (83000 FDC + 70000FS) Condizioni: BB+ Città: Milano Taglio: 10 cent Nazione: Germania F Anno: 2007 Tiratura: solo in divisionale (83000 FDC + 70000FS) Condizioni: BB Città: Milano Taglio: 20 cent Nazione: Germania F Anno: 2007 Tiratura: ??? (cartina errata) Condizioni: BB Città: Milano
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  42. Taglio: 5 cent Nazione: Belgio Anno: 2001 Tiratura: Solo in divisionale (40.000 FDC + 15.000 FS) Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!! Taglio: 2 cent Nazione: Belgio Anno: 2005 Tiratura: Solo in divisionale (38.000 FDC + 3.000 FS) Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!!
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  43. Beh li bisogna farlo il francobollo con tutta l' abilità artistica ecc. ecc. .. .. oggi, soprattutto gli italiani li fanno ad un computer utilizzando parti di fotografia, allora..qualcuno ci può anche stare.. ma li fanno tutti così. Guardate le emissioni degli ultimi anni, sono tutti così. Questa cosa non succede solo in Italia ma un po' dappertutto, ho amici di filatelia in forum internazionali dove dicono che hanno smesso di collezionare i moderni, soprattutto gli autoadesivi, ..e si fermano agli anni 80 . Nel francobollo moderno essendo autoadesivo è quasi impossibile collezionare i viaggiati perché è difficile staccarli dal supporto cartaceo senza rovinarli, meglio lasciarli su busta o su supporto. Non hanno più filigrane perché oggi hanno sistemi antifrode diversi. Le dentellature sui moderni sono tutte uguali. Fortuna che abbiamo quantità enormi di filatelia classica. PS comunque si, la Spagna ha una lunga tradizione filatelica, come tutte le vecchie nazioni.
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  44. Guardandolo con una lente d'ingrandimento non è un capolavoro in miniatura..?! Sono piccoli viaggi.. o se vogliamo monumenti cartacei. Sono tante cose. Anche quelli che non valgono niente a volte divertono anche di più.
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  45. è un effetto ottico derivante dalla prospettiva della foto. Ricordati che quando fotografi una moneta questa deve essere poggiata su un piano e perpendicolare alla focale di scatto. In questo modo vengono rappresentati correttamente tutti i dettagli. Ti confermo che a me la tua moneta sembra un bordo largo
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  46. COSTANTINOPOLI: la CRISI di un impero in UNA MONETA Nell’XI secolo l’Impero bizantino va in crisi e l’indebolimento progressivo del sistema e le lotte per il potere si riflettono anche nella monetazione di Luca Mezzaroba | All’interno della millenaria storia dell’Impero bizantino, il periodo che gli storici identificano come “dominio dell’aristocrazia burocratica”, che ha inizio con la morte di Basilio II (1025) e termina con l’avvento della dinastia dei Comneni (1081), coincide con l’avvio della grave e repentina crisi che porterà lo Stato bizantino ad essere preda di popoli più aggressivi, primi tra tutti normanni e turchi selgiuchidi, i quali di fatto ne causeranno, se non la fine, almeno l’irrimediabile decadenza. La scomparsa degli ultimi grandi sovrani militari della dinastia macedone infatti portò sul trono dell’impero figure dalle scarse se non inesistenti capacità di governo; costoro, esponenti dalla potente aristocrazia latifondista e spesso supportati dalla chiesa della capitale (pronta ad appoggiarli in cambio di cospicue donazioni), non esitarono a smantellare il sistema dei piccoli proprietari terrieri, alla base dei themi e dunque dell’organizzazione militare bizantina, gonfiando al tempo stesso i salari della burocrazia civile di Costantinopoli. Se da un lato queste decisioni portarono al collasso la potenza militare dell’impero, d’altra parte appare evidente che le fazioni legate alle diverse famiglie aristocratiche iniziarono presto una terribile lotta interna, fatta di colpi di stato e congiure, per prendere il potere nella capitale assumendo la carica imperiale. A parte rarissime eccezioni, quanto detto fino ad ora non sembra influenzare in modo particolare la monetazione del periodo: specialmente sul piano iconografico, negli histamena e nei tetartera i vari sovrani, pur dovendo la loro elezione ad adozioni o matrimoni con donne della famiglia imperiale, si fanno rappresentare come unici detentori del potere, abbigliati con i più splendidi abiti di corte e reggendo importanti insegne del potere; essi sono spesso accompagnati dalla Vergine e in ogni caso sempre sotto la protezione di Cristo (raffigurato ormai stabilmente al dritto delle monete) di cui gli imperatori erano i soli rappresentanti sulla terra. Questo tipo di iconografia si può ritrovare ad esempio negli histamena di Costantino X Ducas (1059-1067), membro di una delle famiglie più potenti della corte bizantina. Sposato con Eudocia Macrembolitissa, nipote del patriarca Michele Cerulario, nella moneta d’oro egli appare comunque da solo al rovescio; indossa una ricca corona con pendilia, il sakkos, una tunica di colore nero, e il classico loros decorato da perle e pietre preziose. Nella mano destra il basileus stringe il globo crucigero mentre nella sinistra il labaro; egli infine poggia i piedi su un particolare supporto, detto suppedion, costituito da un cuscino (o un tappeto) spesso tondo e di color porpora che stava ad indicare la sacralità del sovrano, il quale non poteva toccare il terreno ritenuto “impuro”. Histamenon di Costantino X Ducas. Nel D/ Cristo Pantocratore seduto in trono, nel R/ Costantino X Ducas in piedi su un suppedion con globo crucigero e labaro. Oro, mm 27; g 4,39; h 6 Proprio la morte di Costantino X tuttavia sarà alla base dei cambiamenti iconografici (e non solo) che avranno un forte impatto sulla moneta d’oro, la quale diventerà infine testimone principale della crisi politica e sociale che l’impero stava attraversando in quei decenni. Nonostante Michele VII, il primogenito dei numerosi figli del sovrano, avesse l’età per governare, lo zio Giovanni Ducas e l’onnipotente Michele Psello (letterato e politico autore di una Cronografia che narra le vicende di quegli anni) imposero la reggenza dell’imperatrice Eudocia Macrembolitissa, la quale, nonostante gli elogi dello stesso Psello, era totalmente soggetta alla volontà dei suoi due protettori. Tale situazione influì ovviamente sulla monetazione dell’impero: anche se la sovrana era già apparsa in alcuni follis del marito, nei quali la coppia imperiale reggeva insieme un labaro con croce vestendo i consueti abiti di corte, al momento dell’assunzione del potere la sua figura viene rappresentata anche sugli histamena assieme ai figli che, in ogni caso, mantenevano il ruolo di co-imperatori nel pieno rispetto della gerarchia tanto cara al mondo bizantino. Follis di Costantino X Ducas. Nel D/ Cristo nimbato, nel R/ Costantino X Ducas ed Eudocia Macrembolitissa in piedi con labaro su tre gradini. Bronzo, mm 28; g 7,94; h 6 Riguardo l’ordine delle precedenze seguito dai vari personaggi, vanno peraltro segnalate due curiose particolarità legate all’iconografia di questo histamenon: anche se la rappresentazione delle diverse figure sembra del tutto normale, con il Pantocratore seduto in trono al dritto ed Eudocia al centro, affiancata dai due figli al rovescio, l’analisi dei dettagli rivela tuttavia l’estrema attenzione ai ruoli interni alla corte e soprattutto la reale considerazione di cui poteva godere una donna nel Sacro Palazzo, anche se imperatrice. Fin dal VII secolo infatti il rigido ordine gerarchico che regolava la raffigurazione dei sovrani sulle monete e sugli altri supporti artistici prevedeva che, nel caso fossero presenti due figure, la principale stesse sulla sinistra e l’altra sulla destra, nel caso invece i personaggi fossero stati tre, il centro sarebbe stato occupato dal sovrano, la parte destra dal co-reggente più anziano la parte sinistra da quello più giovane. Questo secondo modello però non si applica all’iconografia dell’histamenon di Eudocia nel quale la sovrana, pur avendo dimensioni maggiori dei figli Michele e Costantino e pur essendo dotata di insegne non certo inferiori (l’imperatrice stringe lo scettro, i figli il globo crucigero e l’akakia e tutti poggiano sul suppedion) presenta Michele, il maggiore, sul lato sinistro. Tale situazione si spiega sulla base della specifica e meticolosa ideologia bizantina, la quale di fatto “eliminava”, nel conteggio generale delle figure presenti, quella femminile nel caso questa occupasse la posizione principale ma fosse accompagnata da altre figure maschili; queste ultime sarebbero quindi state le uniche prese in considerazione per l’organizzazione iconografica della moneta. Histamenon di Eudocia Macrembolitissa. Nel D/ Cristo Pantocratore seduto in trono, nel R/ Eudocia con scettro (al centro) e i figli Michele VII (a sinistra) e Costantino (a destra) con akakia e globo crucigero. Oro, mm 27; g 4,39; h 6 La seconda particolarità è legata al personaggio di Costantino: egli infatti non era in realtà il secondogenito, ma il terzo, preceduto da un altro fratello di nome Andronico. Anche in questo caso la spiegazione si rifà all’ordine di precedenze proprio della corte dell’impero: se infatti Michele e Costantino erano stati nominati dal padre co-imperatori, e dunque avevano il diritto di essere rappresentati nella moneta, Andronico invece, molto più interessato agli studi, non aveva ottenuto la carica e dunque non poteva apparire nell’iconografia ufficiale. A tutti questi personaggi presenti sulla scena, e sulla moneta, dobbiamo tuttavia aggiungerne un altro: il generale Romano Diogene. Dopo pochi mesi di reggenza infatti Eudocia Macrembolitissa, con grande sorpresa e sdegno di Michele Psello, decise improvvisamente di sposare questo generale che lo stesso Psello definisce “a volte schietto, ma più spesso insincero e pretenzioso”. In realtà, per l’impero, la situazione militare, iniziava a divenire insostenibile con i normanni alla conquista dell’Italia meridionale ma soprattutto in seguito alle numerose e devastanti incursioni dei turchi selgiuchidi, mai contrastate a causa del degrado dell’esercito. Non possiamo certamente affrontare in questa sede gli eventi che segnarono il tragico regno di Romano IV (1068-1071), che terminerà con la terribile sconfitta di Manzikert e la contemporanea caduta di Bari; qui basterà analizzare l’iconografia dei suoi histamena che, a parere di chi scrive, rappresentano in modo chiaro la crisi politica e sociale che stava vivendo l’impero, forse ancora più drammatica del disastro militare contro i turchi. Histamenon di Romano IV Diogene. Nel D/ Michele VII (al centro), con labaro e akakia, con i fratelli Costantino (a sinistra) e Andronico (a destra) con globo crucigero e akakia. Nel R/ Cristo che incorona Romano IV ed Eudocia entrambi con globo crucigero. Oro, mm 26; g 4,34; h 6 L’histamenon, realizzato durante il regno di Romano IV Diogene, abbandona infatti la rappresentazione del Cristo Pantocratore al dritto per lasciare spazio ad una moltitudine di figure imperiali: il dritto è invece occupato da Michele VII, al centro, affiancato dai fratelli Costantino, a sinistra, e Andronico, a destra. Tutte le figure indossano il loros e la corona con pendilia, Michele VII poi stringe un labaro e l’akakia mentre Costantino e Andronico sostituiscono la prima insegna con il globo crucigero. Il rovescio è dominato invece dall’incoronazione simbolica dei sovrani: Cristo, nimbato e in piedi su un suppedion in posizione centrale, si pone tra Romano IV, a sinistra, ed Eudocia, a destra. Entrambe le figure indossano la corona con pendilia e reggono il globo crucigero; per quanto riguarda le vesti, mentre il basileus porta chiaramente il loros, l’imperatrice sembra avere un abito diverso. Se infatti la parte superiore si può identificare con il loros usato dalle sovrane, la parte inferiore, caratterizzata da un elemento di forma quasi ovale, ha fatto pensare a vari studiosi che si potesse trattare del thorakion, un capo di abbigliamento a forma di scudo decorato da perle e pietre preziose; studi più recenti hanno tuttavia dimostrato come l’abito indossato da Eudocia sia effettivamente un loros che, tagliato nella sua parte finale, non terminava avvolgendo il braccio sinistro (come appare per quello indossato da Romano IV) ma veniva semplicemente infilato nella cintura o nel vestito stesso. Al di là dello splendore delle insegne imperiali si nascondeva tuttavia una situazione di feroci lotte interne alla corte e di crisi militare: nonostante l’odio di Michele Psello, è indubbio che Romano IV, una volta asceso al trono, aveva agito in modo autoritario cercando di esautorare dal potere i figli del predecessore. Non potendo eliminare fisicamente Michele VII ed i fratelli, il nuovo basileus li fa raffigurare nel dritto della moneta (al posto d’onore) ma ne aumenta il numero (comprendendo anche Andronico) svuotando di fatto la carica di ogni potere reale; al tempo stesso Romano IV e l’imperatrice, si pongono nel rovescio, in posizione subordinata, ma incoronati da Cristo e con tutte le insegne del potere sovrano, una scena che peraltro sarà rievocata, senza sostanziali mutamenti, anche sui sigilli. Sigillo realizzato durante il regno di Romano IV Diogene. Nel D/ Cristo che incorona Romano IV ed Eudocia entrambi con globo crucigero. Nel R/ Michele VII (al centro), con stendardo, con i fratelli Costantino (a sinistra) e Andronico (a destra) con globo crucigero e akakia. Piombo, mm 34; g 35,19; h 12 Pur raggiungendo elevatissimi livelli artistici nella rappresentazione delle insegne e dei personaggi, i quali perdono spesso le connotazioni di ieraticità tipiche del mondo bizantino in favore di una raffigurazione maggiormente realistica, dal punto di vista iconografico la monetazione dell’XI secolo si concentra dunque sempre di più su una pura celebrazione del sovrano. Costui appare impegnato solo ad esaltare la sua figura in opposizione agli altri membri della corte e ai parenti del sovrano cui è succeduto mentre è totalmente ignaro dei reali problemi politico-militari che attanagliano lo Stato e la popolazione. Histamenon scifato di Michele VII Ducas. Nel D/ Cristo nimbato; nel R/ Michele VII in piedi con labaro e globo crucigero. Oro / elettro, mm 30; g 4,40; h 6 A tale svuotamento del valore propagandistico (ben diverso ad esempio dalle scelte operate dai sovrani del VI e del VII secolo, i quali vivevano situazioni non molto diverse) bisogna infine aggiungere la più grave crisi che può colpire la moneta, vale a dire la sua svalutazione. Sarà proprio il debole Michele VII (1071-1078), asceso al trono in seguito alla sconfitta di Romano IV, a segnare la fine dell’histamenon. Nonostante il suo carattere estremamente ingenuo e pudico, tale che, secondo l’immancabile testimonianza di Psello, “se qualcuno si lascia sfuggire di bocca una parola triviale o anche solo il termine crudo di ‘amore’ subito lo si vede avvampare in volto” egli non si farà scrupoli a ridurre la quantità di oro presente nella moneta portandola a soli 12 carati. Un segno evidente della crisi dell’impero… https://www.cronacanumismatica.com/costantinopoli-la-crisi-di-un-impero-in-una-moneta/
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  47. DE GREGE EPICURI Questi Cinque Baiocchi di Macerata, del 1797, pesano 17,8 g e misurano 31,5 mm. Scritta: Papa Pius Sextus, anno XXIII. Mi pare sia il Muntoni 371 (R2?), ma vorrei la vostra conferma, ed un giudizio sullo stato di conservazione. Grazie!
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  48. Ottimo Dupondio, la somiglianza con il particolare postato da me in precedenza chiarisce tutto: trattasi di carnyx.
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