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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/19/24 in tutte le aree

  1. Perché i buoni di carta si logorano prima. Le monete ovviamente durano di più Emessi in sostituzione delle monete d'argento da 1 e 2 lire, a causa la 1^ G.M. le monete d'argento furono ritirate dalla circolazone No, non sono gettoni, sono monete vere e proprie. SI chiamano "buoni" perchè era ancora vigente l'Unione Monetaria Latina (fino al 1926) che imponeva di coniare le monete da 1 e 2 lire in argento. Non potendo farlo, per via dell'esigenze della Guerra, furono stampati i buoni cartacei, sostituiti poi, da quelli metallici. Qui un estratto di un articolo del tempo.
    6 punti
  2. Ritengo anch'io che si tratti di un falso e, purtroppo, ciò conferma i miei timori. Ovvero che, negli ultimi tempi, stiamo assistendo ad un netto miglioramento in termini qualitativi di certi falsi. Credo che ormai non possiamo più attenderci soltanto le classiche patacche da bancarella che si riconoscono ad occhi bendati. La tecnologia negli ultimi 50 anni ha fatto passi da gigante e sono certo che anche certi falsari abbiano imparato a sfruttarla per i loro scopi. Se vogliamo, possiamo considerarla come la conseguenza negativa del successo commerciale che la numismatica sta vivendo negli ultimi tempi: più soldi girano, maggiore è il rischio di attirare falsari e truffatori di "alto livello". Si pensi, ad esempio, alla fedeltà di certe riproduzioni per quel che riguarda l'orologeria di lusso.
    5 punti
  3. Martedì 6 Febbraio dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), il nostro Socio Marco Sassi studioso della monetazione genovese, ci parlerà dei simboli genovesi presenti nelle monete, nell'arte, nei palazzi e nell'attualità. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 verrà anche trasmessa in video conferenza, di seguito i due link da utilizzare: meet.google.com/dvh-dves-xbh dalle ore 21:00 alle 22:00 meet.google.com/euv-wofy-sjp dalle ore 22:00 alle 23:00
    3 punti
  4. Buongiorno a tutti, direttamente dal convegno di Modena arriva questo 2 lire.. che ne dite? sembra carino.. si può definire top o gli manca qualcosa? c'è una patina che copre un po il lustro.. ma nel complesso mi piace molto
    3 punti
  5. video del venditore prima della perizia
    3 punti
  6. Ciao Antonio e complimenti per la nuova acquisizione, la moneta è davvero in altissima conservazione, molto bella anche per la leggera patina da collezione. Qui si apre un ventaglio vastissimo di risposte, a seconda del metro di giudizio di ognuno. Se mi consenti una disquisizione al riguardo, ti espongo un mio parere. La domanda, a mio parere, risente del "clima" che regna sovrano nel mercato, incentrato sempre di più sull'eccezionalità del pezzo (e lo si vede anche dai prezzi che le monete spuntano alle aste). Questo trend a mio parere ha innalzato l'asticella della "generosità di giudizio" (proprio perchè il top è ancor più richiesto), e come sa bene chi segue il mercato da tempo, in passato questa "generosa pratica" non è che poi fosse meno accentuata. Tanto premesso, la domanda da 100 milioni che hai fatto: la tua è una moneta TOP? secondo me no, ma ciò non toglie nulla alla pregevolezza dell'esemplare che rimane, indiscutibilmente, un esemplare che in mano potrebbe benissimo essere FdC e con rilievi ben impressi (cosa comunque non scontata). Ha qualche segnetto di contatto sul viso, ma sarebbe da vedere in mano per capire bene quanto siano visibili e se disturbano la visione. A mio parere una moneta "top" deve avere quel "quid" in più della media; ad esempio rilievi "satinati" (ti allego un mio vecchio esemplare per farti capire, che preciso, NON considero top), o una patina "spessa" tipica di quelle monete intatte (non so se hai presente quella presente su molti scudi "re eletto" per capirci), o essere battuta di primo conio. Posso sembrare eccessivo, ma è sacrosanto che l'eccezionalità (o il top, che dir si voglia) presuppone un'eccezione alla regola. Le monete TOP son quelle monete che ti fanno strabuzzare gli occhi perchè non credi a quello che vedi... ti fanno esclamare un WOW "di cuore e gusto" insomma. Ti faccio un esempio di una moneta TOP che avevo in collezione: due piastre da 120 Grana 1800 e 1838 (perdonatemi, non sono attinenti alla sezione ma è per rendere l'idea). La prima è di una qualità fuori parametro per la conservazione, per i rilievi e per la patina, la seconda, beh... senza UN (e dico UNO) minimo difetto, con fondi lucenti, rilievi satinati, stupenda patina e senza segni di contatto. La prima già molto rara di per se per il millesimo, l'altra comunissima, ma in questa conservazione... Chiedo scusa per la lungaggine, ma ho voluto ben spiegare i motivi che vi sono dietro "una moneta top". Se l'dea di approfondire la tematica vi piace, fatemelo sapere che apro un thread specifico. Fabrizio
    3 punti
  7. Trovata, un bronzo di Gabala, sempre in Seleucia e Pieria, con contromarca: https://www.acsearch.info/search.html?id=4485260 Stessa contromarca su questa moneta della stessa zecca per Caracalla. Una Tyche al rovescio, qui non è Atena come menzionato nella didascalia: https://www.acsearch.info/search.html?id=11750970
    3 punti
  8. queste monete furono emesse a nome di Onorio e Arcadio in zecche orientali è una VIRTVS EXERCITI tuttavia mi pare essere una delle tante imitative emesse in quel periodo saluti Alain
    3 punti
  9. Provo a darti una risposta, da semplice appassionato. Si tratta di un effetto della riforma monetaria di Aureliano. Ecco un brevissimo estratto da un lavoro di Cristina Crisafulli (La riforma di Aureliano e la successiva circolazione monetale in Italia): "I segni più tangibili della riforma si trovano nei nuovi antoniniani, chiamati anche aurelianiani, i quali, migliorati nel peso e nel contenuto d’argento, mostrano in esergo un segno inedito, XXI/XX, in Occidente, e KA/K, in Oriente, la cui interpretazione però ha impegnato e presumibilmente impegnerà ancora a lungo gli studiosi. Una prima schematizzazione delle varie posizioni assunte risale al 1969 quando Callu le raggruppò in due categorie principali: la prima alla quale andavano ricondotti quanti avevano inteso questo segno come un riferimento al contenuto di metallo nobile del nuovo nominale, la seconda nella quale si inserivano quanti, invece, lo ritenevano l’espressione di un valore nominale. Attualmente la maggior parte delle interpretazioni appartenenti alla seconda categoria di Callu si possono considerare superate..." Ecco l'articolo su Academia Edu: (81) C. CRISAFULLI, La riforma di Aureliano e la successiva circolazione monetale in Italia, in I ritrovamenti monetali e i processi storico-economici nel mondo antico, a cura di M. Asolati, G. Gorini, Padova 2012 (Numismatica Patavina, 12), pp. 255-282 | Cristina Crisafulli - Academia.edu Poi, sul sito indicato sopra da Flavio-Bo: Monetary system - MER-RIC: RIC V.1/2 Online (mom.fr) Non ho trovato citato espressamente in questi lavori l'esergo XXIVI, ma non e' escluso che ci sia XX (o XXI) associato ad un marchio di zecca o di officina. Qui potrebbe forse essere la VI officina di Siscia (i mintmarks diventeranno quasi la regola con Diocleziano). Guarda anche qui: Online Coins of the Roman Empire: RIC V Aurelian 255 (numismatics.org) Parlando della tua moneta nello specifico mi pare che sia un po' sotto peso rispetto alla media. Spero di non aver detto inesattezze (e' un argomento ostico) e di essere stato utile. Ciao. Stilicho
    3 punti
  10. Se può interessare.. l' annullo in nero di Posta Militare e' della 3a Armata sezione A, usato dal 19.12.1917al 23.1.1918 proprio a Venezia. Su una scala di valori da 1 a 13 e' valutato 7, quindi non comune. L' annullo tondo in azzurro non nitido sopra le bandiere e' sicuramente regimentale, l' altro annullo in corsivo blu purtroppo a schermo non riesco a leggerlo. Cartolina interessante sicuramente di pregio. L' annullo dovrebbe essere questo..
    2 punti
  11. con luce naturale da altre sfumature alla patina non è che non voglio dirtelo.. ma poi siete condizionati dal cartellino per giudicare.. tu come la vedi a livello di conservazione?
    2 punti
  12. No, non è buona. Si tratta di una riproduzione da bancarella, si vende a 3 / 5 euro. La riconosci subito dall'originale, osservando il bordo. La tua moneta ha il bordo sottile, la rigatura straborda oltre e si vede dalla foto; nella moneta buona il bordo è molto più spesso. Senza contare la bellezza dei rilievi, qui sono "piatti" e non sono ben definiti. Normlmente queste riproduzioni sono in alpacca (non in argento), ma una lega che gli somiglia molto (rame,zinco,nickel), detta "argentone". Fai il confronto con un esemplare autentico
    2 punti
  13. ce ne sono tanti di particolari da osservare che differiscono dall'originale.. in più se si guarda con attenzione il profilo del re si nota proprio che manca di definizione di dettagli e profondità.. occhio spento
    2 punti
  14. Per me e' un campo minato, ma ci provo per rilassarmi un po' dopo una giornata difficile (potenza delle monete!). Dovrebbe essere una VIRTVS EXERCITI, coniata per Onorio ed Arcadio: Type 85 (tesorillo.com) Sarebbe importante conoscere il diametro ed il peso della tua moneta (che dovrebbe essere una AE3). Qui non riesco bene a capire se si possa trattare di Onorio o di Arcadio (forse dietro i laccioli del diadema c'e' una "O"? Onorio? ). Devo dire che le effigi (quella di dritto in particolare con un grosso naso squadrato) sembrano un po' strane. La legenda di dritto sembra terminare con P AVG (senza F) , ma la A e la V sono strane anche loro. Di questa tipologia esistono anche molte imitative: che lo sia anche questa? Qui, da semplice appassionato, faccio un passo indietro e passo la parola a @Poemenius di cui mi fa piacere richiamare questa discussione: Sperando di non avere detto inesattezze, saluto. Stilicho
    2 punti
  15. Garibaldi attraversò la Sesia il 21 maggio 1859 giungendo a Borgomanero. Poi il 22 maggio attraversò il Ticino a Sesto Calende, ecco due medaglie (diam.mm17) che commemorano il passaggio sulla Sesia dell'eroe dei due mondi. ecco l'altra
    2 punti
  16. Di questi periodi, specie in campagna, è facile sentir frinire le cicale. Questi affascinanti insetti sono stati da sempre oggetto di attenzione da parte dell’uomo. Le troviamo infatti citate in favole, proverbi, canzoni ma anche raffigurate sulle monete antiche! (vedi in fondo all’articolo). A chi vuole conoscere più specificatamente le caratteristiche di questo misterioso insetto, consiglio la lettura dell’ articolo: (da www.greenme.it/animali/cicala-specie-caratteristiche/) La cicala fa parte della famiglia delle Cicadidae. Si tratta di un insetto in grado di produrre suoni musicali, e costituito da due paia di ali membranose, occhi composti prominenti e tre occhi semplici detti ocelli. Le cicale hanno una dimensione variabile, da media a grande, e compresa tra 2 e 5 cm (da 0,8 a 2 pollici). Scopriamo tutto su questi insetti simbolo dell’estate. Le cicale: cosa sono? Le cicale sono membri della famiglia Cicadoidea e si distinguono fisicamente per i loro corpi robusti, teste larghe, ali con membrana chiara e grandi occhi composti. Esistono nel mondo più di 3.000 specie di cicale, che rientrano all’incirca in due categorie: cicale annuali, che vengono avvistate ogni anno, cicale periodiche che trascorrono la maggior parte della loro vita sottoterra ed emergono solo una volta ogni decennio o due. Le cicale sono famose per la loro propensione a scomparire del tutto per molti anni, solo per riapparire in massa, a intervalli regolari. Nonostante il loro nome, le cicale annuali generalmente vivono da due a cinque anni, anche se alcune specie possono vivere più a lungo e i cicli di vita della covata si sovrappongono, il che significa che ogni estate emergono alcune cicale. Anche le cicale periodiche si presentano la maggior parte degli anni in diverse regioni geografiche, poiché sono divise in 15 cicli di covata, ciascuno della durata di 13 o 17 anni. Lo straordinario stile di vita delle cicale è stato fonte di fascino sin dai tempi antichi. Diverse culture consideravano questi insetti come potenti simboli di rinascita, proprio per il loro insolito ciclo di vita. Nella cultura cinese, le cicale erano anche considerate creature di alto rango che i sovrani dovevano cercare di emulare nella loro purezza, e i motivi delle cicale furono persino incorporati negli armadi della corte imperiale nel VII secolo. I maschi producono rumori forti facendo vibrare le membrane (timbali), vicino alla base dell’addome. La maggior parte delle cicale nordamericane produce tic, ronzii o lamenti ritmici, sebbene in alcune specie la “canzone” risulti essere abbastanza musicale. Le cicale femmine di solito depongono le uova in tessuti vegetali legnosi che cadono dalla pianta quando le uova si schiudono. Le cicale appena nate, dette ninfe, si insinuano nel terreno dove succhiano i succhi dalle radici delle piante perenni; queste, di solito, subiscono cinque mute necessarie per raggiungere la maturità. Sebbene non siano normalmente considerate un parassita, le femmine, se numerose, possono danneggiare gli alberi durante la deposizione delle uova. Un po’ di storia sulla cicala Le cicale sono state utilizzate nelle medicine popolari, come simboli religiosi e monetari, e come importante fonte di cibo. La loro canzone una volta era considerata un simbolo per prevedere i cambiamenti del tempo. In Cina, i maschi cicala venivano ingabbiati per il loro canto. Inoltre, la cicala appare nella mitologia, nella letteratura e nella musica di molte culture, inclusa quella degli indiani d’America. Specie e origine Vi sono più di 3000 specie di cicale; due particolari specie pelose della famiglia Tettigaretidae che si trovano solo nell’Australia sudorientale, compresa la Tasmania. Oltre alla cicala del giorno della canicola (Tibicen e altri) che compare ogni anno in piena estate, ci sono anche cicale periodiche. Tra le più affascinanti e conosciute ci sono la cicala di 17 anni (spesso erroneamente chiamata locusta di 17 anni) e la cicala di 13 anni (Magicicada). Queste si trovano in gran numero in covate cronologicamente e geograficamente isolate. Le diverse specie sono facilmente riconoscibili dalle differenze nei canti, nel comportamento e nella morfologia. I maschi di ogni specie hanno tre risposte sonore distinte: canto congregazionale: regolato dalle fluttuazioni meteorologiche quotidiane e dai canti prodotti da altri maschi; canzone di corteggiamento: che viene eseguita prima dell’accoppiamento; grido di disturbo: che viene prodotto in caso di pericolo, quando ad esempio sono catturate, trattenute o disturbate in volo. Ciclo vitale della cicala Il ciclo di vita della cicala ha tre fasi: uova, ninfe e adulti. Le cicale femmine possono deporre fino a 400 uova divise in dozzine di siti. Dopo 6-10 settimane, le giovani ninfe si schiudono dalle loro uova e scavano nel terreno per succhiare i liquidi delle radici delle piante. Trascorrono il loro intero periodo di sviluppo in queste tane sotterranee, prima di mutare i loro gusci, ed emergere per poi accoppiarsi e deporre le uova. Il processo di sviluppo varia in lunghezza, ma le covate periodiche emergono in sincronia a seconda dell’anno e della temperatura del suolo. Inoltre, le cicale aspettano le giuste condizioni climatiche per la riproduzione, ossia quando le temperature raggiungono i 18 ° C. Il ciclo di riproduzione così cadenzato è probabilmente legato all’evitare l’attacco di predatori. Le cicale periodiche non creano piaghe distruttive, al contrario delle locuste, non mangiano la vegetazione ma bevono la linfa dalle radici, dai ramoscelli e dai rami degli alberi. Vocalizzazioni Le cicale sono note per i loro ronzii e ticchettii, che possono essere amplificati da una moltitudine di insetti in un unico ronzio. I maschi emettono il loro canto, grazie alle membrane vibranti poste sull’addome. I suoni variano ampiamente e alcune specie sono più musicali di altre; sebbene i rumori delle cicale possano sembrare simili agli umani, gli insetti usano diversi richiami per esprimere allarme o attirare i compagni. Imparare dalle cicale Gli scienziati hanno studiato le cicale per risolvere problematiche dell’uomo. Questo perché le ali delle cicale in tarda età sono ricoperte da una meraviglia dell’ingegneria naturale: minuscoli nanopilastri uniformi che respingono l’acqua, uccidono i batteri e si autopuliscono. Le ali che uccidono i germi sono fonte di ispirazione per chimici e ingegneri che vogliono sfruttare proprio questa proprietà. Alcuni ricercatori hanno come obiettivo quello di progettare lo stesso meccanismo delle cicale sui pannelli solari. Altri studiosi dell’ University college di Dublino sono rimasti affascinati dalle superfici antibatteriche essenziali per lo sviluppo della scienza biomedica. Per anni, gli ingegneri si sono concentrati solo sulle dimensioni dei modelli alari. Di recente, però, sono state pubblicate ricerche che attestano come i composti chimici specifici secreti dalle cicale siano essenziali per costruire e mantenere questi ingegnosi nanopilastri. Il lavoro mostra che per coloro che cercano di progettare una tecnologia con caratteristiche antibatteriche, ispirate alle cicale, non è sufficiente imitare l’aspetto di questi animali occorre andare oltre, e lavorare con i biologi in modo da imparare effettivamente come si comportano questi misteriosi insetti. ----------------------------------------- Di monete raffiguranti le cicale a me sono venute in mente queste due… ma se qualcuno ne conoscesse altre, è invitato ad integrare! Dracma incusa di Rhegion (510-500 a.C) raffigurante un toro androprosopo con cicala sopra Hektè di Focea (IV sec. a.C) con cicala al dritto
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  17. Da Anazarbo di Cilicia, un interessante esemplare in AE al nome di Germanico, cesare, con al diritto la sua testa laureata ed al rovescio testa di Zeus sullo sfondo di una acropoli turrita . Sarà il 13 Febbraio in vendita Harlan J. Berk 226 al n. 648 . Vale una curiosità notare che un peso di 17,98 g con diametro 19 mm, richiederebbe uno spessore notevole attorno ai 9 mm .
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  18. Salve. CNG ELECTRONIC AUCTION 553. Valutazione: 100 USD. Risultato: 375 USD. Lotto 363. PHOENICIA, Tripolis. Elagabalus. AD 218-222. Æ (31mm, 22.37 g, 7h). Dated CY 531 (AD 219/20). Laureate, draped, and cuirassed bust right, seen from behind / Figure of Astarte wearing turreted crown, holding long scepter; at right, Nike standing left on column; all within temple consisting of central archway with approaching steps and two pedimented wings with four columns each; AΛΦ (date) below. RPC VI Online 8257; Rouvier 1763; BMC 118. Green patina under a layer of orange earthen deposits. VF. Iscrizione al dritto: ΑΥΤ Κ Μ ΑΥΡ ΑΝΤωΝΙΝΟϹ Iscrizione al rovescio: ΤΡΙΠΟΛΙΤωΝ ΑΛΦ Al rovescio, veduta frontale del tempio di Astarte con architrave arcuato al centro tra due ali con quattro colonne con frontone ciascuna, tutte all'interno di un frontone più grande; nella parte centrale, Astarte in piedi, di fronte, con corona turrita, appoggiata su un lungo scettro e incoronata da Nike in piedi su una piccola colonna alla sua sinistra; in basso, scalinata. From the W. Toliver Besson Collection. Ex François Righetti Collection (Classical Numismatic Group Electronic Auction 407, 11 October 2017), lot 351; Classical Numismatic Group 90 (23 May 2012), lot 1145; Classical Numismatic Group 84 (5 May 2010), lot 901. apollonia
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  19. DE GREGE EPICURI Sembrano molto care entrambe. Posso capire Leliano, vista la grande rarità, ma per Marco Antonio mi sembra troppo, anche se forse (per quel che si vede) è una bella moneta.
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  20. una versione a luce fredda e poi ci salutiamo.. al di la se sia top o meno è cmq una moneta che per la sua conservazione e patina attira lo sguardo.. ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e alla prossima 🤣👍
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  21. Questa potrebbe essere l'esatta grafia della contromarca
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  22. Tutto a posto no, perchè una "ditta" seria (IPZS) non avrebbe mai spedito certi errori. Basta un piccolo controllo quando si preparano le spedizioni. Una busta è un caso un incidente non dovrebbe ma può accadere, molte è negligenza o meglio poca professionalità. Professionalità quello che manca oggi. La globalizzazione ha scelto la quantità alla qualità. La qualità c'è ,esiste ancora, ma costa sempre di più ed inizia ad essere alla portata di pochi. Peccato
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  23. Stemma di tipo unico e cartiglio di diffida in alto a sinistra, la stamperia non riesco a leggerla in basso a destra in verde, dovrebbe essere S.A.I.G. A. Barabino - Genova .. ?? Questo è l' altro lato..? O e' altro.. ?
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  24. Si può richiedere qualsiasi prezzo ma vendere al prezzo richiesto e un altra cosa. Vale il prezzo del facciale, 50 centesimi. Lascia stare gli annunci che vedi in rete, chiedi qui e vedrai che avrai le informazioni che cerchi da persone competenti e disponibili.
    1 punto
  25. 1 punto
  26. non pensavo di essere un fotografo così pessimo.. avevo una stima migliore di me stesso 🤣
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  27. Puo essere che il lustro non è forte ma ha una patina eccezzionale e quel plus lo merita tutto, bravo al perito che ha saputo cogliere la sua straordinaria bellezza, andrebbe tolta da quella plastica e conservata in uno slab, esalterebbe di gran lunga quella patina, mio suggerimento.
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  28. A behhhh, caxxxx, fuori bustina si vede tutta la sua bellezza FDC PLUS. Bellissimaaaa, questo post dimostra come con il massimo impegno possibile le foto non descrivono MAI una moneta nel suo intero.
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  29. E molto interessante di scoprire identità di conii di dritto tra due zecche, nel caso presente Laodicea e Gabala, che sono vicinissime. L’esemplare di Laodicea: e un altro esemplare di Gabala: La contromarca combina lettere greche e latine, S Λ C per Seleucia?
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  30. Sicuramente in alta conservazione, con una pregevole patina. Ma ti imploro: liberala dalla plastica!
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  31. Disfar cenci e lavarli buon pomeriggio
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  32. Rimane una moneta di fine '600 e il costo piu' o meno e' quello. Tienici aggiornati quando ti arriva
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  33. Spink > Auction 23007 Auction date: 3 October 2023 Lot number: 43 Price realized: 28,000 GBP (Approx. 33,944 USD / 32,338 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: The 'Kyrios' Collection | Kingdom of Macedon, Alexander III, 'the Great' (336-323 BC), AV Distater, Aegaea, head of Athena right, wearing triple-crested Corinthian helmet decorated with coiled serpent, hair flowing, with pendant earring, rev. ALEXANDROY Nike standing left, holding a wreath in right hand on ship's mast, vertical fulmen in her left, young athlete/pankratiast left to left field with both arms raised, L-O monogram to lower left, 3h, 17.19g (Price 196; Mueller 639; Noe, Sicyon 9; Lacroix [Revue Belge, 1964], pp. 52, Pl. II, no. 5), beautifully struck and well-centred, lustrous and detailed, some slight deposits but otherwise good very fine or better, extremely rare and a wonderful depiction of one of the more famous and celebrated sporting competitions in the Greek world. PROVENANCE, Spink 200, 1 October 2009 lot 838, 'very fine and extremely rare' - £11,000, Belgravia Auction Gallery, Malta, 1 July 2009, lot 1133 [unsold], purchased by private treaty, 2 July 2009 - £2,240, From the collection of a Scottish sea captain, , , In an oft-quoted discussion on the sport, Philostratus the Younger describes the Pankration (lit. 'all power') as the 'most noble' of all contests in the Olympic repertoire. It is quite illustrative of the Greek conception of 'nobility' that this vicious combination of boxing and wrestling was considered so. However, this ancient 'Mixed Martial Arts' competition was indeed as sophisticated and tactical as it was brutish and violent., , The Pankration was a hybrid sport, first contested at the 33rd Olympiad (c. 648 BC), with wrestling and boxing having been inaugurated at the 18th and 23rd games, respectively. Contestants would compete in two phases of a bout: 'high Pankration', which involved striking and clinching, and 'low Pankration', which would involve floor wrestling, holds and grappling. There was much overlap between these two phases of the fight, with 'Pankratiasts' often throwing strikes while grappling, and attempting to lock an opponent while standing upright. Involving a complicated set of specialist fighting styles, counter-manoeuvres and situational adaptations, the Pankratiast was required to combine endurance, versatility and cunning to win their bout. The fight was concluded only once a combatant was killed, or if they yielded to their opponent. Conceptualised at the time as having its origin in Theseus's conquest of the Minotaur, and Herakles' brutal dispatching of the Nemean Lion, the Pankration was considered the very apex of the tactical guile and physical endurance typical of the Olympiad. Each tournament, Olympic or otherwise, would open with a ritual described by the Roman author Lucan:, , "A sacred silver urn is brought, in which they have put bean-size lots. On two lots an alpha is inscribed, on two a beta, and on another two a gamma, and so on. If there are more athletes, two lots always have the same letter. Each athlete comes forth, prays to Zeus, puts his hand into the urn and draws out a lot. Following him, the other athletes do the same. Whip bearers are standing next to the athletes, holding their hands and not allowing them to read the letter they have drawn. When everyone has drawn a lot, the alytarch, or one of the Hellanodikai walks around and looks at the lots of the athletes as they stand in a circle. He then joins the athlete holding the alpha to the other who has drawn the alpha for wrestling or pankration, the one who has the beta to the other with the beta, and the other matching inscribed lots in the same manner.", , Outside of Sparta, where no techniques were barred, eye-gouging and biting were the only techniques forbidden to the pankrataist, and indeed this appears to have provided little deterrence: a wonderful fourth-century BC amphora from Capua illustrates one belligerent attempting to gouge the eyes of his opponent, with a referee preparing to reprimand him. Somewhat understandably, the referee would be armed with a stiff rod in order to enforce his authority, which included being able to stop the fight and to declare a winner or a tied bout. Contestants could also surrender by raising a right index finger, bringing the fight to an end, however this was not always such a straightforward endeavour. A particularly menacing competitor named Sostratos, 'the fingerman', gained a gruesome reputation for snapping the fingers of his opponents, which would push most of his opponents to surrender - indeed he is one of only three entrants to win three successive Pankration competitions (in 364, 360 and 356 BC) - but would naturally make it difficult for them to signal their submission. , ,Decisions made by the referee were of major significance, as the fighting was taken immensely seriously by the Pankratiasts. In the deciding match of the 54th Olympiad (564 BC), a combatant died midway through a fight, but was still declared the winner: Arrhachion, a two-time defending champion from Phigalia in the Peloponnese, was suffocated to death, but in a celebrated incident, managed to break his opponent's toe and thereby forced him to submit as he himself expired, as Pausanias tells us:, , 'For when he was contending for the wild olive with the last remaining competitor, whoever he was, the latter got a grip first, and held Arrhachion, hugging him with his legs, and at the same time he squeezed his neck with his hands. Arrhachion dislocated his opponent's toe, but expired owing to suffocation; but he who suffocated Arrhachion was forced to give in at the same time because of the pain in his toe. The Eleans crowned and proclaimed victor the corpse of Arrhachion'., , Philostratus of Athens gives us an even more graphic and, frankly, impressive description, noting that Arrhachion managed to lock his opponent's leg, which was vulnerable due to the stance we was taking, in such a way that in the throes of death, he was able to hurl himself onto a pressure point and dislocate his challenger's ankle: "throwing his weight down toward the left while he locks the latter's foot tightly inside his own knee, by this violent outward thrust he wrenches the ankle from its socket". Arrachaion's marvellous victory was celebrated for centuries thereafter, with a statue of the two-time champion being erected in his hometown, which is now believed to be on display at the Museum of Olympia. In a scene almost too ridiculous for Hollywood, Philostratus also claims that Arrachaion's perseverance toward victory was prompted by his trainer Eryxias shouting "What a noble epitaph, 'He was never defeated at Olympia.'" - Indeed, Philostratus himself was writing in the third century AD, some 750 years after Arrachaion's triumph., , Regarding the coin itself, this wonderful example pays tribute to the Pankratiast and its reverence in Greek culture. Alexander's distater coinage also provides lasting testament to the sheer volume of gold plundered during his Persian campaigns. Utilised to pay veteran soldiers following a long deployment, the exceptional weight of the distater allowed Alexander to pay a full talent to his troops with 120 distaters. Due to the relatively scant research done in the minting of Alexander's distaters, chronology and location are difficult to determine, and this is particularly so in the case of our example, with its jumping figure in the left field. Even the identification of this device has proved controversial. Sydney P. Noe refers to the figure as a 'youthful figure' , while Martin J. Price referred to one example as 'either an orator or actor', though Milavic (2001) notes that this could not possibly be true, given that the figure is nude, and Greek poets did not perform nude. , ,Noe and Milavic believe that the location of the mint was almost certainly in Sikyon, owing to his identification of the jumping figure to the aforementioned Sostratos, who was from there, and something of a local hero. Without meaning to wade into controversy, this seems to be a stretch, given that the Pankration was a revered aspect of pan-hellenic culture, and could not necessarily be limited to a famous Olympian of one polity. Aegeae in addition has a long pedigree of gold mints, from Philip II and beyond, making it the most likely, though by no means certain, point of origin. Estimate: £11000 - £13000 ILLUSTRAZIONE: "APOXYOMENOS", COPIA ROMANA IN MARMO DEL I SECOLO D.C. DI UN ORIGINALE IN BRONZO DI LISIPPO DEL 320 A.C. (MUSEI VATICANI), RAFFIGURATO SU QUESTO DISTATERE D'ORO. AL RIGUARDO VEDI: https://www.academia.edu/28023815/F_De_Luca_E_spuntò_lApoxiòmenos_Il_famoso_capolavoro_di_Lisippo_raffigurato_su_alcuni_tetradrammi_e_stateri_alessandrini_Monete_Antiche_Gennaio_Febbraio_2016
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  34. Le probabilità che l'utente ci fornisca il peso mi sa che sono poche. Ad ogni modo mi permetto di ribadire, che a mio avviso, si tratta senza dubbio di ossidazione superficiale. Ne ho avute anche io in passato, come resto, di monete in Nordic Gold così ossidate. Prendete una moneta da 10 cent, buttatela in giardino, recuperatela dopo 6 mesi: otterrete la stessa ossidazione qui mostrata
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  35. si.. mi stupisce invece la div fs ancora 4.000, che sono ancora li le 2023..
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  36. Forse il peso potrebbe aiutarci a capire se la moneta è stata alterata o coniata in metallo diverso,a parità di diametro e spessore se coniata in metallo diverso deve avere anche un peso diverso,la moneta originale è coniata in oro nordico che non dovrebbe scurire con il tempo... Io prima di spenderla ci guarderei bene... https://it.m.wikipedia.org/wiki/Oro_nordico Allego anche la scheda del catalogo del forum per verificare il peso e il diametro esatti... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EUR/3
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  37. Sì le devi togliere e rimettere per far perdere aderenza (quella malefica). Al posto di guardarle dall' album,le si tolgono e rimettono dentro....
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  38. Vediamo se ti posso aiutare, la prima è un 1000 lire G. Verdi primo tipo. Nella prima foto trovi in ordine, il Decreto di emissione 14.07.1962 e successivamente il Dec. delle caratteristiche 28.06.1962. Stampata in 299 milioni di pezzi è una banconota considerata comune. Il Dec. di emissione lo puoi ricavare anche dal numero di serie - sempre con un catalogo in mano - infatti la serie nr. A11 rientra tra la serie B1 e la V15 cioè quelle emesse con il Dec. sopra citato. Ti ricordo che per questa tipologia di banconote per collocare correttamente i numeri di serie ai Decreti di emissione devi seguire i numeri ( B1 -V15, A16- V20, A21-V25 e via dicendo) L'altra è un 500 lire Aretusa. In questo caso nella seconda foto trovi in ordine il Dec. delle caratteristiche 31.03.1966 e successivamente il Dec. di emissione 23.02.1970. Stampata in 139 milioni di pezzi anche in questo caso è una banconota comune. Come per il 1000 lire il Dec. di emissione lo puoi ricavare anche dal numero di serie utilizzando il sistema sopra illustrato, la serie E22 rientra tra le serie F20 e Z25, quindi anche in questo caso segui la progressività dei numeri. Spero di essere stato chiaro, ma soprattutto di aver indovinato e risolto le incongruenze che hai trovato.
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  39. Annuncio l’imminente uscita del trittico Guerre e monete che sarà presentato a San Pietro Infine il 12 dicembre in loco Guerre e monete – Evo Antico e Alto Medioevo (Volume I) Fabio Pettazzoni (curatore) L’opera, divisa in tre volumi, affronta il tema delle connessioni fra le guerre ed il denaro. Di seguito i contributi presenti in questo tomo: Le donne guerriere nell’antichità (Chimienti-Pettazzoni) I cavalieri tarantini e l’arte dell’equitazione (D’Andrea) Riflessioni sulla sostenibilità dell’antico monetare in tempi di guerra (Carroccio) Le monete della guerra sociale (Campana) I denari legionari di Marco Antonio (Acqui) Moneta militaris imitativa: emissioni di emergenza bizantine del follis e dei suoi divisionali tra VI e VII secolo. Una nuova tipologia imitativa di Antiochia a nome di Maurizio (Scatolini) Armi e monete (Pettazzoni) Dall’abito militare all’abito civile: la trasformazione delle insegne imperiali nei solidi bizantini tra VI e VII secolo (Mezzaroba) 288 pagine a colori, formato 18x26 Guerre e monete – Basso Medioevo ed epoca moderna (Volume II) Luciano Giannoni (curatore) L’opera, divisa in tre volumi, affronta il tema delle connessioni fra le guerre ed il denaro. Di seguito i contributi presenti in questo tomo: Sant’Ambrogio guerriero (Limido) “Guerra e moneta” nel Regno di Napoli (Fabrizi) La moneta, i soldati e la guerra. Una breve riflessione sulla centralità del ruolo della moneta nei conflitti in Toscana tra XIII e XVI secolo (Montagano) Monete di necessità e guerre. Le monete di cuoio (Chimienti-Cassanelli) Francesco Sforza. Le monete del signore della guerra (Bellesia) La bombarda e la granata sulle monete: due armi eloquenti per difendere e offendere (Cavicchi) Le monete senesi per «la gloriosa vittoria dei senesi per mirabil maniera conseguita nel mese di luglio dell’anno MDXXVI» (Giannoni-Castelli) Una guerra mai combattuta: la devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa (Bruni) Paolo V e la battaglia di Lepanto nelle medaglie e nelle monete (Traina-Modesti) Monete ossidionali di Famagosta e di Candia (Chimienti-Pettazzoni) Una guerra di carati all’inizio dell’età moderna: alcune note sulla circolazione della moneta aurea alla luce dei ripostigli monetali (Crisafulli) Venezia e la guerra di Morea attraverso le medaglie (Mezzaroba) 346 pagine a colori, formato 18x26 Guerre e monete – Evo contemporaneo (Volume III) Renzo Bruni (curatore) L’opera, divisa in tre volumi, affronta il tema delle connessioni fra le guerre ed il denaro. Di seguito i contributi presenti in questo tomo: “Liberarsi della peste monetaria”: Gli effetti dell’invasioni francesi (1796-1798) sulla circolazione monetaria nello Stato Pontificio (Lambert) L’assedio francese di Gaeta del 1806 nei documenti e nelle medaglie (Russo) Uno strumento per glorificare le guerre napoleoniche: le medaglie scatola (Vanni) ‘Aux armes et aux arts!’ le battaglie napoleoniche sulle tabacchiere del mito imperiale (Lentini) Benedetto Pistrucci e la battaglia di Waterloo: storia di un capolavoro incompiuto (Vigna) Le cedole del governo di Ruggiero Settimo nella Sicilia del 1848 (Ardimento) Seconda Repubblica Romana: l’assedio francese del 1849. Iconografia della storia (Bertuzzi) Origini e storia delle ricompense concesse in guerra (Manno) La divulgazione iconografica dei Carabinieri Reali nella Grande Guerra: declinazioni e sintesi (Parisi) I biglietti italiani d’occupazione della Prima Guerra Mondiale (Vendemia) Medaglie di Karl Goetz: tra satira e propaganda 1914-1923 (Graziosi) Monete nelle trincee della prima guerra mondiale (Pampanin) Il Dodecaneso italiano: la cartamoneta a Rodi (Vendemia) Guerra e pace nella monetazione d’Israele per il 75° anniversario di fondazione dello stato (Minervini) La falsificazione monetaria come strumento di guerra: l’operazione Bernard (Moruzzi) Il portafortuna (Sozzi-Parigi) 504 pagine a colori, formato 18x26
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  40. Vorrei rinnovare un invito, a chi dà le risposte, affinché queste siano contestualizzate. Dare dei dettagli (sia nel caso di autenticità sia nel caso di falso/riproduzione), è importante sia per i neofiti sia per tutti gli altri utenti. P.S. Non vuol essere una polemica o altro ... ma solo un suggerimento.
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  41. Buongiorno, anche per me non credo si possa attribuire il BB ma il qBB potrebbe starci! Come hai detto mi è piaciuta soprattutto l'espressività del sovrano. La moneta è in arrivo, mi è piaciuta e l'ho presa. Vedremo meglio quando arriverà, spero solo di riuscire a fare foto migliori! Per quanto riguarda il prezzo forse avrei anche potuto spuntarne uno migliore ma non ho voluto discutere per 10 o 20 euro in meno anche perché il venditore era molto fermo sulle sue convinzioni. Volevo mettere in collezione questo pezzo senza spendeci molto e l'ho fatto! prezzo 160 euro.
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  42. Ma almeno la patina...è veramente bella...è proprio uguale a quella delle muffe che ho visto in una casa stregata di un Lunapark di provincia qualche anno fa....
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  43. Pensavo di averle vendute tutte da ragazzo, invece spacchettando uno scatolone sono spuntati un paio di raccoglitori.. allego le foto di un paio di esemplari
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  44. arrivata oggi da Asta Negrini , gr 3,88, dello stesso tipo della precedente, #17, attribuita questa volta a Kroton ... un esemplare molto ben conservato, in mano ancora meglio che in foto. PS ho sempre il problema di una corretta classificazione del tipo con cui ho aperto la discussione, a mio avviso un ibrido con i conii dei tipi 16 e 17
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  45. ...parte del materiale, sotto il foulard di seta risorgimentale una cinquantina di editti storici e numismatici
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  46. Essenziale per lo studio storico numismatico di queste monete sardo-romane , ma anche di altra tipologia , e' il bel libro di Mariano Sollai , purtroppo difficile oggi da trovare : "Le monete della Sardegna romana" , edito da Carlo Delfino Editore , nel 1989 .
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  47. Ciao Rocco, purtroppo non ho un'adeguata preparazione per poter dare una risposta alla tua domanda, magari qualcun'altro dirà la sua in merito.
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  48. Si dimette il direttore.. mi pare il minimo https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/troppi-furti-al-british-museum-il-direttore-si-dimette_3NItwK8qMGjh2YVEVtXh04
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  49. Grazie della segnalazione! Era in sezione che non consulto mai.. 😅
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  50. io sarò campanilista... ma consiglierei di cominciare dalla zecca della sua città (se è fortunato a vivere in una città con zecca) o della zona. oppure, collezione più ardita e complessa (e forse un pelino 'in') le monete fotografia del circolante di un determinato periodo in una dterminata zona, magari pescando nella letteratura esempi di tesoretti e ritrovamenti e cercare di ricostruirli con una moneta per tipo.
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