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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/17/24 in tutte le aree
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...parte del materiale, sotto il foulard di seta risorgimentale una cinquantina di editti storici e numismatici6 punti
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Forse in questi casi li manomettono di proposito per creare l’errore di conio e cercare di venderle a cifre spropositate.3 punti
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la moneta in asta 110 passò anche in asta 107 e fu invenduta a 1800 €, ora riproposta a 1350 € è certamente atipica rispetto al gruppo presentato da Doyen, che però se ben visto è molto più erratico di quanto possa apparire.... anche se si vede la legenda con il nome, le monete presentano tante differenze ... orientamento, specularità, stile delle lettere scudo, non scudo, lancia, etc La legenda di questa mi ricorda gli argentei minuti per tanti aspetti, e questo mi porta a pensare che possa essere una imitazione coeva, d'altronde tutta questa monetzione in argento di Maggioriano è molto al limite tra ufficiale e non a mio avviso. il mio intervento e le monete che ho mostrato non volevano quindi essere un paragone tipologico sul rovescio, ma di stile della legenda. sono propenso quindi a ipotizzare che questa possa essere una imitazione locale del gruppo "plausibilmente ufficiale". poi tendenzialmente il riferimento è a Maggioriano perché per questa tipologia non sono noti altri imperatori3 punti
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Possono esserci dei residui di argento superficiale. I sesini dovevano contenere una piccola parte d'argento che, attraverso la tecnica della sbiancatura, veniva portata in superficie o meglio, veniva messa in evidenza superficiale. La sbiancatura consisteva nel trattare il tondello in bassissima mistura, prima della coniatura, con sostanze acide, o comunque corrosive per la quota di rame componente la lega (acido tartarico e sale per esempio) in modo da rimuovere il rame superficiale e lasciare in evidenza solo l'argento, con martellatura finale. Questa operazione veniva ripetuta più volte fino al raggiungimento dell'aspetto voluto. Poi si procedeva alla battitura. L'efficacia di questa operazione era molto effimera per cui, dopo pochi passaggi di mano, le monete tendevano ad imbrunirsi molto rapidamente tanto che fra le ipotesi dell'etimologia della parola muraiola c'è proprio la tendenza ad annerirsi (diventare mora) delle monete da due bolognini: le muraiole o moraiole (ma sull'origine di questo nome esistono anche altre ipotesi). Mario3 punti
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Per la serie "Le mie fatiche parte II", dopo gli argenti di Gregorio XVI sto lentamente accumulando anche quelli di Pio VII, e pure qui non si scherza. Ho recentemente acquisito un pezzo di quelli che non si vedono tutti i giorni; l'unico riferimento qui in discussioni sul forum era un intervento di @uragano di qualche anno fa che sosteneva di non averlo mai visto, con @rcamil che ne ribadiva la rarità. In realtà non penso che sia COSI' raro - in effetti foto di un paio di esemplari ne ho viste in giro, tutti ovviamente come sempre migliori del mio - ma resto comunque convinto che lo striminzito R2 che gli dà il Gigante gli vada un po' stretto, e sarebbe da "allargare" a R3. D'altra parte il Gigante su Pio VII dice castronerie peggiori - come continuare pervicacemente a inserire (e a quotare, senza alcuna attinenza con la realtà) una inesistente variante 1802/III con A anziché AN, da tempo nota come errore di trascrizione dal CNI (e presente in nota anche sul nostro catalogo). Bene, qui c'è il mio Scudo 1802/IV, parte di quel contingente complessivo coniato di 3809 pezzi di anno IV comprendente anche quelli (orrendamente rari) datati 1803. La Madonna è stata "sparata in faccia" in stile vagamente mafioso, ma questo tragico evento per metà blasfemo e per metà devozionale mi ha consentito di acquisire il pezzo senza dover rinunciare a qualche utile organo interno. Grazie a chi vorrà offrire un contributo personale per arricchire la nostra conoscenza di questo raro nominale.2 punti
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Salve a tutti condivido oggi il mio regalo di Natale 2023 (auto regalo ovviamente 🙄), un mezzo scudo di grande rarità che cercavo, invano, da molto tempo, in qualsiasi qualità da BB in su. Questo esemplare, offerto nel listino Numismatica Alex n. 39, e successivamente da me trattato privatamente, con una soddisfacente trattativa finale anche se serrata, è corredato da un cartellino di Franco Grigoli che la classifica qSPL/SPL. Probabilmente la valutazione è lievemente generosa, secondo me volendo essere prudenti forse è più correttamente un BB+/qSPL per quanto riguarda i rilievi, in particolare i capelli. Tuttavia il pezzo presenta una bella patina di gradevole e omogenea colorazione riposata di antica raccolta e non ha colpi o graffi e qui francamente puntare al qFDC o al FDC è un’impresa abbastanza ardua, diciamo quasi impossibile pur avendone le possibilità. Si posiziona con molta dignità in collezione accanto al 1814, che invece è FDC pieno, ma questo millesimo è tutta un’altra storia. Il rapporto di reperibilità tra i due millesimi è almeno di 1 a 30 se non più alto. Il buco nel raccoglitore di Vittorio Emanuele I, l’ultimo rimasto, stava veramente facendo le ragnatele😉, di conseguenza non potevo proprio lasciarmela sfuggire, mancando in numerose collezioni specializzate, anche avanzate. A detta del proprietario e’ rimasta nella stessa collezione, ora dispersa causa eredità, per oltre cinquant’anni. La patina sembra avvalorare questa affermazione. Grazie e buona settimana a tutti2 punti
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Cauriol monte del Trentino legato ai fatti della I guerra mondiale Dopo le sanguinose vicende che nell’agosto del 1916 avevano portato alla conquista del monte Cauriol, gli alpini del battaglione Feltre (7° reggimento) reduci da quasi sei mesi di continue operazioni svolte prevalentemente in alta montagna, si erano trovati in un condizione assai prossima al completo esaurimento psicofisico. All’inizio del successivo mese di settembre, l’importante posizione era stata dunque affidata al battaglione Val Brenta (6° reggimento alpini) che su quelle balze, già rosse del sangue del 7°, aveva dovuto affrontare la terribile prova della battaglia del 2-3 settembre con la quale l’avversario tentò la riconquista del monte; i vecchi territoriali del 6° reggimento avevano difeso il Cauriol con successo, ma al prezzo del quasi dimezzamento dell’organico del reparto, che già la notte sul 4 settembre aveva dovuto venire sostituito dal battaglione Val Cismon (7° reggimento), anch’esso reparto territoriale come tutti i battaglioni “valle”. Il Val Cismon presidiò il Cauriol fino al 25 ottobre, quando il Feltre, ricostituito negli organici e nelle dotazioni, vi fece ritorno per presidiarlo praticamente senza interruzioni fino al novembre 1917. E proprio la lunga permanenza del reparto su quella montagna, cui stava indissolubilmente legando il suo nome, fornì al cappellano don Luigi Agostini l’ispirazione per la costruzione di un edificio sacro nel quale poter degnamente celebrare i riti cristiani per i suoi amati alpini. Non si trattò d’alcunchè d’eccezionale o d’imponente, stanti i limiti imposti dalle circostanze belliche, dall’orografia dei luoghi e dalla carenza di tempo e materiali da costruzione; purtuttavia, grazie al suo potere di persuasione, alla benevola disponibilità degli ufficiali e soprattutto all’affetto che don Agostini si era guadagnato con la condivisione totale dei disagi e delle sofferenze affrontate dal suo gregge, i lavori poterono procedere sollecitamente. Il 27 agosto 1917, primo anniversario della conquista del Cauriol, scrive il sacerdote nel suo diario di guerra, “ (…) viene inaugurata una splendida e vasta cappella, costruita in muratura su disegno del Ten. Tomasini con facciata ben scolpita e portante incisa l’iscrizione: 7° alpini – Battaglione Feltre – 27.8.1917. Ivi il cappellano (…) celebra la prima volta messa solenne con intervento di numerosi ufficiali e soldati. “ L’edificio sacro potè ben presto vantare, al suo interno, un decoro d’eccezione: una artistica Madonna scolpita nel legno di cirmolo dal poliedrico ten. Giuseppe Caimi, valente ufficiale, già calciatore dell’Internazionale di Milano nell’anteguerra, ma anche pittore e scultore. Quando il Feltre, nel novembre del 1917, dovette abbandonare il Cauriol nel contesto della ritirata al Grappa dopo la battaglia di Caporetto, la Madonna di Caimi seguì don Agostini sul monte “sacro alla Patria” e, dopo la guerra, fino alla canonica di Cogollo del Cengio (VI) dove rimase per i trent’anni durante i quali don Luigi vi fu pastore d’anime. Affidata dal sacerdote, poco prima della morte, all’ex aiutante maggiore del Feltre Angelo Manaresi, la Madonna lignea è ancor oggi di proprietà della famiglia dell’illustre reduce. Essa è dunque, come scrisse lo stesso Manaresi in quell’occasione, “scesa ancor più al piano, ma rimanendo pur sempre in quella famiglia alpina che, come diceva don Piero Zangrando, - l’è una porca fameja, ma l’è una grande fameja! -” Si tratta quindi di un riuso di una moneta allo scopo di essere cucita (indumento o berretto) a ricordo di un importante fatto storico2 punti
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Ciao! Ho consultato i listini di aste "storiche" pontificie che ho nella mia biblioteca alla ricerca di questo raro Scudo. Mancante nella Ratto 1932-33, nella Finarte del 1970, nelle Montenapoleone 1 e 4, nella Kunst und Munzen del 1980, nelle Varesi 16 del 1992 e nella Alma Roma del 2000; mancante nella Leu 36 e nella Christie's del 2011. L'unico esemplare che ho trovato è quello dell'Asta Santamaria del 1942 (coll. Gili) al lotto 1320. Direi come dice giustamente @uragano che possiamo tranquillamente parlare di R4! Michele2 punti
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Ciao @Gallienus, non so quanto era datata la discussione che hai trovato sul forum, ma non è che da allora sia cambiato granchè 😄 Unico passaggio d'asta che ho tracciato per uno scudo 1802-IV è da Ranieri, 1000 euro di realizzo nel 2020, davvero un esemplare eccezionale: Il MIR concorda con la tua valutazione R3, al pari del 1803-IV di cui non ho mai registrato alcun passaggio in asta e non ho immagini in archivio. Lo stesso MIR pubblica una foto di esemplare da "collezione privata", a significare che di immagini da aste recenti non ne sono state reperite. Relativamente più presente sul mercato il 1805-VI, e divenuto "quasi comune" il 1807-VII (unico scudo a firma Mercandetti), che era considerato anni addietro addirittura R3... per il MIR entrambi sono R2. Ciao, RCAMIL.2 punti
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Adesso mi è venuto un po' di appetito 😁 Tra il Veneto e Reggio Calabria ci saranno mille chilometri ma è lì che il 14 Settembre che si festeggia la Madonna della Consolazione, dove un quadro viene portato in processione. Il quadro chi l'ha dipinto? Nicolò Andrea Capriolo, che lo realizzò nel 1547. Cosa c'è rappresentato? cosa ci ricorda? sarà un caso? Penso proprio di sì!!! O no??? Njk ============= https://immaculate.one/la-madonna-del-giorno-14-settembre-madonna-della-consolazione-reggio-calabria-italia/2 punti
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È stata una carrellata nella storia del Lombardo Veneto attraverso monete, medaglie e soprattutto documenti originali, di grande interesse storico e per la gran parte pertinenti alla numismatica. Un plauso al grande collezionista @giancarlone che ha permesso tutto questo. All'uscita ho commentato che una visita a un museo storico non sarebbe stata così appagante, sia per l'abbondanza dei reperti, sia per la possibilità di goderli appieno!2 punti
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Moneta cinese dell'imperatore Qianlong (1736-1796), emessa nella provincia dello Yunnan. Autentica ma comune. Per approfondire: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=45582 punti
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A me non dispiacciono e alcune (salmone, gallo) mi ricordano la coniazione irlandese (pre-1969), anche se sicuramente non è voluto. Il 2 pound è la mia preferita Aggiungo due righe per i più curiosi. Il reverse simboleggia le quattro nazioni che compongono il Regno Unito. Il disegno include una rosa per l'Inghilterra, un narciso per il Galles, un cardo per la Scozia e un trifoglio per l'Irlanda del Nord. L'iscrizione sul bordo recita "In servitio omnium", che significa "al servizio di tutti".2 punti
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Hanno scavato in una fossa usata dai romani. Ed ecco cosa hanno trovato. Cos’è. Le ipotesi in campo. L’oggetto fu realizzato in bronzo Nel corso degli anni, gli archeologi hanno scoperto numerosi oggetti misteriosi e affascinanti risalenti all’epoca dell’Impero Romano. Tuttavia, una recente scoperta – avvenuta nell’estate del 2023 e resa nota in queste ore – a Norton Disney nel Lincolnshire ha catturato l’attenzione degli esperti e del pubblico per la sua eccezionale grandezza e raffinatezza. Si tratta di un dodecaedro romano, un oggetto a dodici facce, rinvenuto in uno scavo comunitario estivo a Potter Hill. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è uno dei pochi esemplari trovati nella parte settentrionale e occidentale dell’Impero Romano e uno dei soli 33 rinvenuti in Inghilterra. L’oggetto, in questo ore, ha destato l’attenzione dei media e delle testate specialistiche inglesi. Contesto della scoperta: Il dodecaedro è stato scoperto lo scorso estate in una fossa a Potter Hill, insieme a frammenti di ceramica romana e detriti di demolizione. Pesante 250 grammi e largo 8 cm, il dodecaedro di Norton Disney è significativamente più grande della media, e ciò lo rende un’eccezione tra gli altri reperti simili. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è stato trovato nel contesto originale, durante uno scavo archeologico organizzato, a differenza della maggior parte degli oggetti simili che si trovano in collezioni private o musei senza informazioni sui loro contesti originali. Possibili collegamenti storici La zona intorno a Norton Disney è già stata oggetto di scoperte archeologiche significative, tra cui i resti di una villa romana scoperta nel 1933 a meno di mezzo miglio da Potter Hill. Questa villa, situata vicino alla Fosse Way, un’importante strada romana che collegava Exeter a Lincoln, è ora interamente interrata ed è iscritta nella Lista del Patrimonio Nazionale. Tuttavia, è anche registrata come “Patrimonio a rischio” a causa di interferenze da parte di una comunità di tassi protetti che ha scavato un fosso tra le rovine. La relazione tra la villa e il dodecaedro rinvenuto potrebbe fornire indizi importanti sul suo scopo e sulla sua funzione. Esposizione e futuro: Il dodecaedro è ora esposto al National Civil War Center di Newark-on-Trent, attirando già numerose persone interessate alla sua storia affascinante. Inoltre, l’oggetto è stato presentato in queste ore della serie BBC “Digging for Britain”. Il Norton Disney History and Archaeology Group sta ora cercando fondi per un ulteriore scavo del sito della scoperta previsto per l’estate. L’obiettivo modesto di £1.000 è finalizzato a completare gli scavi delle trincee tre e quattro, con l’obiettivo di svelare ulteriori misteri legati a questa straordinaria scoperta archeologica. Finora, la raccolta fondi ha raggiunto £155, dimostrando l’interesse e il sostegno della comunità locale per la ricerca e la conservazione del patrimonio storico. Cosa sono questi misteriosi oggetti I dodecaedri romani sono affascinanti reperti archeologici rinvenuti in bronzo o, più raramente, in pietra, risalenti al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C. Questi enigmatici oggetti sono caratterizzati dalla forma di un dodecaedro, con dodici facce piatte pentagonali, ciascuna con un foro circolare di diametro variabile o, in alcuni casi, decorazioni senza fori. Diffusione geografica Più di cento di questi dodecaedri sono stati scoperti in diverse regioni, dall’est dell’Italia all’Ungheria, dal Galles alla Spagna, con la maggior concentrazione di ritrovamenti in Germania e in Francia. Le dimensioni variano dai 4 agli 11 cm, e alcuni esemplari sono stati trovati assieme a tesori in monete, suggerendo un possibile valore attribuito loro dai proprietari. Teorie sull’utilizzo Nonostante la loro diffusione geografica, la funzione esatta di questi oggetti rimane un mistero. Numerose ipotesi sono state avanzate nel corso degli anni: 1) Uso militare: alcuni suggeriscono che potrebbero essere stati utilizzati come strumenti per definire la dimensione ottimale delle armi romane, immersi in un fluido per migliorare la fabbricazione dei proiettili per le fionde. Tuttavia, la complessità di questa teoria e il ritrovamento in luoghi abitati sollevano dubbi sulla sua validità. 2) Uso ingegneristico: altri ipotizzano usi ingegneristici, come la calibratura dei tubi per il trasporto dell’acqua o come elementi di snodo nelle tubature. Il ritrovamento di manufatti senza fori supporta questa tesi, ma mancano evidenze concrete. 3) Uso tessile: c’è chi suggerisce che potrebbero essere stati utilizzati per tessere, date le protuberanze che potrebbero fornire un appiglio ai filati. Tuttavia, gli strumenti tessili noti dell’epoca differiscono da questi dodecaedri. 4) Uso cultuale: alcuni studiosi ipotizzano una funzione religiosa, con i dodici fori che simboleggerebbero i fenomeni cosmici. Questa teoria è supportata dal fatto che molti di questi oggetti sono stati trovati in aree in cui la cultura romana si fuse con quella celtica. 5) Calendario agricolo: una teoria avanzata nel 2010 suggerisce che potessero essere strumenti per determinare gli equinozi di primavera e autunno, legati al ciclo agricolo. 6) Strumento di misurazione: alcuni esperti ipotizzano che fossero utilizzati per misurare distanze, soprattutto per la suddivisione degli appezzamenti di terreno e a scopo militare. A puro livello di sensazione, a noi pare questa l’ipotesi che andrebbe indagata. Si tratterebbe pertanto di uno strumento per agrimensori e geometri, forse con altre funzioni che noi non conosciamo e che potrebbero aver reso l’oggetto polifunzionale, pur nella permanenza del settore del rilevamento. Ipotesi controversa: alcuni studiosi hanno suggerito che i dodecaedri potrebbero non essere di origine romana, ma appartenere ad altre culture, antecedenti o contemporanee, e siano stati erroneamente etichettati come “romani” solo perché trovati nei siti che facevano parte dell’Impero. Conclusione Nonostante le numerose teorie, il mistero dei dodecaedri romani persiste. Le loro molteplici dimensioni e la mancanza di evidenze concrete rendono difficile stabilire una spiegazione univoca per la loro funzione. Gli studiosi continuano a esplorare nuove ipotesi, contribuendo a mantenere viva l’intrigante incognita di questi affascinanti oggetti dell’antichità romana. https://stilearte.it/hanno-scavato-in-una-fossa-usata-dai-romani-ed-ecco-cosa-anno-trovato-cose-le-ipotesi-in-campo-lesposizione/ Roman dodecahedron An unusually large and fine example of the mysterious Roman dodecahedron has been unearthed in a community dig at Norton Disney in Lincolnshire. Only about 130 of these hollow 12-sided copper alloy objects have been found in the nohttp://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-after-discovery-430x403.jpgrthern and western provinces of the Roman Empire. This is only the 33rd example found in England. None have been found in Rome, and there are no references to them in the ancient sources, inscriptions, frescoes, mosaics or any other medium to explain their purpose or function. The dodecahedron was discovered last summer in an excavation at Potter Hill. It was in a pit, perhaps a quarry pit, filled with Roman pottery fragments and demolition rubble. It weighs 250 grams, is 8 cm (3.1 inches) wide, significantly larger than average, and 100% complete. As rare as these objects are, even more rare is to discover them in situ where they were originally buried in an organized archaeological dig. Most of them are in private collections and museums (or in a looter stash) and all information about their original contexts is lost. A Roman villa was discovered less than a half mile away from Potter Hill in 1933. It was near the Fosse Way, a major Roman road that connected Exeter to Lincoln. The remains of the villa, entirely underground today, are on the National Heritage List. (Unfortunately, the villa is also on Historic England’s “Heritage At Risk” register, not because of human interference, but due to a community of badgers, who are themselves protected, having dug a sett amidst the ruins.) It’s possible the pit where the dodecahedron was found was associated with the villa or another high-status building. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-2-430x392.jpgThere are many theories about what the Gallo-Roman dodecahedra were used for — candle holders, surveyor’s tools, wool crafts — but no consistent wear patterns attest to any such practical usage. X-ray fluorescence analysis of the Norton Disney dodecahedron found it is 67% copper, 7% tin and 26% lead. That is a high proportion of lead, a soft and malleable metal very prone to squishing, for a tool. They are all different sizes, ranging from golf ball to baseball, and have holes of different sizes in each of the 12 hexagonal sides. The overall design is consistent, however, with ball-shaped studs at each corner of the sides. In the end, the old fallback of “ritual purpose” seems to be the likeliest possibility. The dodecahedron went on display at the National Civil War Centre in Newark-on-Trent on January 3rd and is already drawing crowds. It was also featured on the January 9th episode of the long-lived BBC series Digging for Britain. The episode can be viewed here but only from UK IP addresses. The Norton Disney History and Archaeology Group is raising funds for a follow-up excavation of the find site this summer. The team was not able to finish their excavations of trenches three and four, so they need to go back to pick up where they left off. They have a very modest of goal of £1,000 and have raised £155 of it so far.1 punto
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Salve e buon anno nuovo a Tutti, segnalo : presento l'opera Le monete di Siena, a firma di Vincenzo Castelli, edito dalla Edizioni D'Andrea. L'opera, di 236 pagine, affronta tutta la produzione della celebre città dalle sue origini fino alla definitiva chiusura della zecca per mano di Firenze. Sono riportate altre 200 tipologie principali, molte delle quali accompagnate da numerose varianti. Vengono censiti anche numerosi segni inediti di zecchiere. La maggior parte delle emissioni, grazie ad un attento lavoro di archivio, riporta la delibera che ne autorizzava l'emissione. In appendice sono riportati anche diversi falsi d'epoca. Il libro si articla in 236 pagine formato A4, oltre ad un comodo prezzario staccato con i valori di mercato nelle conservazioni MB e BB. Prezzo di copertina € 80 https://www.edizionidandrea.com/1 punto
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La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori C'era una volta l'effetto Flynn, dimostrato negli studi sul QI. Da 20 anni a questa parte c'è stata un'inversione di tendenza, la nostra intelligenza sta diminuendo. Quali sono le possibili cause Il QI è il parametro più conosciuto e utilizzato per misurare la nostra intelligenza, soprattutto nel mondo occidentale. Grazie agli studi di James Robert Flynn, tra il 1938 e il 1985 in tutto il mondo industrializzato si dimostrò una crescita dell’intelligenza nella popolazione: l’effetto Flynn. Ma dai primi anni duemila c’è stata una inversione di tendenza, il quoziente intellettivo della società industrializzata è iniziato a calare a tal punto che il fenomeno ha preso un nome: effetto Flynn inverso (Teasdale T., Owen D., 2005). Insomma possiamo dire che da circa dieci anni i figli stanno crescendo meno intelligenti dei genitori. Varie sono state le cause ipotizzate: genetica, alimentare, inquinamento. Nel 2018 la ricerca ‘Flynn effect and its reversal are both environmentally caused’ (Bratsberg B. e Roberger O. due autori del Ragnar Frisch Centre for Economic Research dell’Università di Oslo) ha confermato che le cause dell’effetto Flynn inverso sono da individuare in fattori ambientali. Quali sono i fattori ambientali? Uno dei principali, la cui situazione è allarmante, è l’impoverimento del linguaggio. Sappiamo oramai da tempo e grazie a tantissimi studi quanto il pensiero e la capacità di pensare sia legata al linguaggio. Il linguaggio è il principale strumento dell’elaborazione mentale e il suo nutrimento è la memoria, la quale tuttavia senza elaborazione mentale necessariamente diminuisce. Insomma un bel circolo non solo vizioso ma riduzionistico. L’impoverimento a cui si assiste, infatti, non riguarda solo il vocabolario, cioè la quantità di termini di cui facciamo uso, ma anche e soprattutto la scomparsa di elaborazione linguistica, come ad esempio la perdita dei tempi e dei modi verbali. Congiuntivo, condizionale sono sempre più obsoleti e scorrettamente rimossi, l’imperfetto, i participi, i futuri composti… la riduzione del verbo, quindi dell’azione, è quasi sempre ridotta al presente, semplificando il pensiero ad un persistente ‘qui ed ora' che toglie qualsiasi proiezione, ipotesi, imperfezione e quindi accrescimento. Perdendo il congiuntivo (‘che congiunge’) , il cui scopo è quello di esprimere un dubbio, un’incertezza, un’ipotesi, perdiamo il pensiero della possibilità, della esortazione, della motivazione. Perdendo il condizionale, quel modo che indica la condizione che deve esser soddisfatta perchè un evento accada, perdiamo la capacità di percepire e concepire il limite, di prendere atto che la nostra condizione è appunto limitata. Perdendo il participio, perdiamo l’indefinitezza, così come perdendo l’Imperfetto perdiamo il ‘per sempre’ che nell’uomo da sempre stimola i più grandiosi pensieri e le più profonde riflessioni. Ecco che la complessità linguistica che stiamo perdendo porta a una regressione a livelli precedenti di evoluzione, più semplicemente, la perdita di linguaggio porta una involuzione. Se perdiamo la complessità del pensiero torniamo all’azione, se perdiamo la capacità di comunicare, di spiegare, torniamo all’agito. Forse risiede qui la causa dell’aumento e del ricorrere alla violenza: se non posso scaricare la mia tensione comunicandola, se non posso parlare per dimostrare le mie ragioni…non mi resta che aggredire. La violenza allora declina in ogni ambito. Nel mio lavoro trovo conferma quando mi accorgo che la prima parte di qualsiasi psicoterapia è, oramai, dedicata all’alfabetizzazione delle emozioni, cioè ad imparare a descrivere cosa sento, cosa provo, ma anche cosa desidero, cosa farei, cosa vorrei, se lo facessi, se lo sapessi… Insomma oggi la psicoterapia sembra farsi carico di questo impegno, cioè dedicandosi ad una terapia espressiva tenta di riabilitare questo grande decadimento, tra le cause probabilmente degli eventi che alimentano la nostra cronaca nera. Riprendiamo da dove ci siamo fermati, dove fummo, immaginiamo dove saremo, condizionati da un ‘se’ saremo, allora potremo essere. https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/01/13/news/allarme_qi_i_figli_sono_meno_intelligenti_dei_genitori-14807954/ Attendo le osservazioni di @apollonia1 punto
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Buonasera a tutti, ho creato questa discussione per richiedervi un parere su questa moneta.. so solo che ricorda una moneta veneziana e dovrebbe essere in argento.. spero di aver creato in modo consono la discussione ma, se così non dovesse essere, chiedo scusa, sono nuovo del forum e devo capire bene come funziona ancora.. Vi lascio allegate le foto del dritto e del rovescio! grazie mille in anticipo!1 punto
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Ciao belli ! Stasera ho fatto per voi una foto di gruppo di tre "orrori" della zecca di Napoli....non partecipano al concorso...lo faccio per stimolarvi a condividere i vostri nuovi orrori 😌1 punto
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Complimenti @Scudo1901, le grandi rarità mi emozionano sempre. Moneta favolosa.1 punto
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Per quanto riguarda il 1807 ho una considerazione da fare ritengo che la sua effettiva rarità sia un R/R2 per la conservazione da MB a BB e un R3/R4 per le conservazioni superiori data la sua debolezza di conio è quasi impossibile trovare esemplari con impronte nitide specialmente al rovescio Per quanto riguarda il 1805 si distinguono due conii differenti per me sostanzialmente R3 per entrambi, però discorso identico al 1807 per le conservazioni sopra il BB con rarità che sale a R4 Concordo sul 1803 R4/R51 punto
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Buona sera dux-sab. Forse l'intenzione dell'autore di questo manufatto era proprio quello di scrivere DIO perché a me sembra che anche in LAUDATE la lettera D sia uguale. Con stima e cordialità . Gabriella1 punto
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Molto basso, direi da 50 centesimi a 2 euro. Tieni presente che queste monete non riportano l'anno di produzione, quindi nel considerare la rarità della moneta le tirature annuali vanno sommate tra loro. E Qianlong ha regnato per più di sei decenni...1 punto
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So di andare controcorrente ma questo "oggetto" a me piace molto, sarei curioso di saperne la provenienza. Le bulinature come dicevo mi sembrano coeve o perlomeno non moderne. Ai nostri occhi può sembrare un obbrobrio (numismaticamente parlando), ma se qualcuno nei secoli scorsi si è impegnato, e non poco, a realizzarlo, un motivo ci sarà. Dai caratteri utilizzati e dallo stile non mi stupirebbe che sia stato prodotto già nel '500, peraltro da una mano sicuramente non inesperta. Gusto goliardico e popolaresco, certo, ma a mio avviso ha un certo fascino perverso. Forse non lo sapremo mai, ma quel capriolo deve avere un significato. Forse un cognome? D'istinto ho pensato a un pittore trevigiano dei primi del '500, Domenico Capriolo, che si divertiva a firmare i suoi quadri proprio con l'immagine dell'animaletto. Forse un omaggio scherzoso al pittore? Chiedo quindi all'utente @Gianni8838, se vuole, di dirci dove ne è venuto in possesso .1 punto
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https://www.cronacanumismatica.com/e-mentone-non-sanremo-perche-quell-errore-sui-5-euro-calvino/ https://www.cronacanumismatica.com/dopo-lerrore-il-difetto-di-conio-non-ce-pace-per-italo-calvino/ Più svariati video su YouTube I difetti ci sono eccome1 punto
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Laudate dio / e 'l cavriol (capriolo in veneto) Contro l'altro lato Gloria a te solo Ai limiti della blasfemia 😅 Oggetto molto curioso, chissà chi si è preso la briga di bulinare (certo in antico, dati i caratteri e il soggetto) tutto il tondello.1 punto
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Salve. Aggiungo un altro mio coronato a quelli già pubblicati. Alquanto tosato, mi sembra non riporti sigle. Approfitto della circostanza per rilevare che, dopo una settimana, nessun altro Coronato con variazione " CORONATS " è stato postato. Quindi, ad oggi, quelli documentati restano 5. Nulla di eccezionale e di chissà quale importanza, ma comincio a pensare che gli esemplari in circolazione non debbano essere poi tanti. E' vero, siamo nel 1500 circa, le monete riportavano una miriade di errori ed è del tutto impensabile segnalarli e tenerne la contabilità, ma, in questo caso, siamo di fronte ad un errore ben definito, che contraddistingue nettamente la moneta. Pensiamo ai Lilaritas, Alfonsv... Oltretutto, osservando le foto dei 5 "CORONATS" pubblicati, si evidenzia che i conii interessati sono sicuramente più di uno. Il che mi fa pensare che, in origine, gli esemplari coniati dovevano essere parecchi. Ma noi dobbiamo considerare quelli che ci sono pervenuti e non quelli coniati inizialmente. E' motivo di riflessione anche il fatto che, un errore così particolare, sia stato ripetuto su più conii. Saluti.1 punto
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Gemini, Auction IX, lot 46, 8/01/2012 Macedonia. Uncertain Mint. 5th century BC. Trihemiobol, 0.23g. (h). Obv: Monkey squatting right. Rx: Round shield within incuse square. Cf. A. Tzamalis, Nomismatika Khronika 17 (1998), p. 19, no. 67 (monkey left). Furthermore, see Leu 45 (1988), 100 (same dies); Gemini 2 (2006), 46 and CNG 81 (2009), 265 (monkey left); Svoronos, Hellenisme, pl. VII, 13 (obverse type). Beautifully engraved monkey. EF.1 punto
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“Ehi, guarda che c’è, lì sotto!”. Sorprese medievali durante lo scavo preventivo. Trovato un vano sigillato di 600 anni fa In realtà, l’attività sembrava essere una consueta procedura, ma successivamente i ritrovamenti effettuati dagli esperti dell’Archeologia cantonale di Zurigo hanno sorpreso la comunità scientifica dell’intero Paese. Durante la ristrutturazione di una casa unifamiliare nel villaggio di Kyburg, nei pressi del castello omonimo, in Svizzera, sono emerse scoperte inaspettate. Il castello, risalente almeno al 1027, appartenne nel XV secolo per un periodo alla città di Zurigo, diventando poi proprietà privata. Solo nel 1917 il cantone di Zurigo lo acquisì. Kyburg è una frazione di 405 abitanti del comune svizzero di Illnau-Effretikon, nel Canton Zurigo (distretto di Pfäffikon). Data la vicinanza al castello, si supponeva che nel terreno di questa proprietà, che doveva essere sottoposta a interventi di ristrutturazione, privata potessero trovarsi oggetti di valore storico. Gli archeologi cantonali hanno pertanto contattato il proprietario per pianificare un intervento, una pratica che si verifica circa un centinaio di volte all’anno nel Cantone. Ogni oggetto non recuperato durante questi scavi sarebbe stato irrimediabilmente perduto, schiacciato dagli escavatori o spostato dalle operazioni di costruzione. Con questo in mente, è stata intrapresa un’operazione di scavo che, dopo circa tre mesi, ha premiato gli sforzi con risultati straordinari. Gli archeologi hanno scoperto un vano contenente tre telai, ceramiche, utensili in ferro come martelli e trapani a mano, uno stilo per scrivere e una chiave. La presenza di stampi e utensili specifici ha suggerito che la lavorazione del ferro avvenisse nelle vicinanze o addirittura all’interno dell’abitazione. Ma sono state le 25 piccole tessere a destare particolare interesse. La responsabile del progetto, Lorena Burkhardt, ha dichiarato che i sospetti sulla loro natura sono stati successivamente confermati in laboratorio: si trattava di frammenti di un guanto da sfida per la mano destra risalente al XIV secolo. Le parti in ferro del guanto sono incredibilmente ben conservate, mostrando minima ruggine, e soprattutto, sono integre. Il guanto di Kyburg è il solo completamente conservato in tutto il paese e, in questa condizione, rappresenta un’esclusività anche oltre i confini nazionali. Mentre il corrispondente guanto sinistro è stato recuperato solo parzialmente. Lorena Burkhardt ha spiegato che questi guanti facevano parte delle sofisticate armature indossate dai cavalieri nel tardo Medioevo, di cui ne sono sopravvissuti pochi. In Svizzera, ad esempio, esistono solo altri cinque esemplari risalenti al periodo tra il 1340 e il 1400, ma in condizioni ben inferiori a quelle del guanto di Zurigo. Gli altri guanti svizzeri e lo stile delle ceramiche trovate hanno contribuito a datare l’esemplare di Kyburg, utilizzato durante la Guerra dei Trent’anni fino al XVII secolo. La sua struttura complessa suggerisce che il proprietario fosse un nobile o un guerriero benestante, dato che la produzione di tali armature era costosa e complessa. Il guanto di Kyburg fornisce preziose informazioni sull’artigianato del XIV secolo, evidenziando la maestria dei fabbri e degli armaioli dell’epoca. Esso contribuisce anche a valutare l’importanza militare del castello di Kyburg. Tuttavia, il guanto solleva anche domande senza risposta, come l’identità del suo proprietario, un enigma che il team di Burkhardt spera di risolvere attraverso ulteriori ricerche documentarie. La rarità di questi guanti nel contesto storico rimane un mistero intrigante da approfondire. Dal 29 marzo 2024, una copia del guanto di sfida sarà esposta nel castello di Kyburg, mentre l’originale sarà visibile per tre settimane a partire dal 7 settembre. Successivamente, sarà conservato nell’archivio per preservarne l’integrità senza esporlo a possibili danni https://stilearte.it/ehi-guarda-che-ce-li-sotto-sorprese-medievali-durante-lo-scavo-preventivo-trovato-un-vano-sigillato-di-600-anni-fa/1 punto
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Ciao, tarì da 20 grana del 1699 coniato a Napoli durante il regno di Carlo II di Spagna... Autentico e in conservazione MB...1 punto
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Servirebbero foto migliori. Il riflesso da un po' fastidio. Da quel che vedo sembra autentica ma stralucidata (da cui i troppi riflessi).1 punto
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Rocco, il tuo mezzo carlino deve essere proprio importante. Molto probabilmente, fino ad oggi, non è mai circolato uno uguale. Ciao.1 punto
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Eh.. il tribute penny! Moneta molto ricercata per il fatto (dicono) di essere stata menzionata nel vangelo. E per questo molto falsificata.1 punto
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L'argomento è davvero interessante e c'è ben poco da aggiungere alle puntuali osservazioni di @siculogreco. Mi limito ad osservare che Reggio non solo conia incusi, seppur per un brevissimo periodo, ma è anche ambito di tesaurizzazione degli incusi stessi, peraltro in quantità considerevole. Alla polis o al suo territorio è stato infatti riferita la provenienza del ripostiglio noto come "Calabria 1833" (IGCH 1891), purtroppo quasi interamente disperso. Nell'entroterra di Reggio, a Cittanova, fu scoperto nel 1879 un cospicuo tesoro (IGCH 1889) di monete magnogreche (VI-V sec. a.C.), anch'esso ben presto disperso, che conteneva anche un rarissimo statere della serie a legenda Ami.1 punto
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LUIGI MANZOTTI (Milano 1835 - ivi 1905) Coreografo e mimo Famoso il suo celebre BALLO EXCELSIOR alla SCALA nel 1881. Bronzo, mm.77 - Fusione BARONI Milano1 punto
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Buongiorno, Aggiungo che di questa emissione incusa di Reghion si era già parlato sul forum qualche anno fa:1 punto
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Qualcuno ha fatto il meccanico ed ha asportato "meccanicamente" il valore e il segno zecca. Motivo? Sarebbe bello sapere perchè certe persone manomettono le monete e soprattutto il perchè. Il valore, se potesse interessare, è quello dell'argento contenuto. Se fosse stata FDC, avrebbe perso lo stesso il suo valore economico, in quanto manomessa.1 punto
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Ti ringrazio ma su questa monetazione non so quasi nulla. Magari @simone o qualcun'altro.1 punto
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Numismatico straordinario uno dei piu’ esperto conoscitori della disciplina numismatica in toto. Poliedrico e allo stessi tempo affabile e gentile un vero signore. Ebbi la ventura di andarlo a trovare quando ero ancora un ragazzo / fu cortesissimo e mi risolse una questione di autenticazione senza chiedermi nulla. L’ho sempre avuto come esempio da seguire per una numismatica colta, aperta ai giovani e scevra da eccessivi interessi commerciali. ci manchera’ molto. Mi auguro qualcuno o qualche istituzione possano istituire un premio in suo onore per ricordarlo nel campo che a lui stava piu’ a cuore..1 punto
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Buongiorno a tutti, Inizio week end Numismatico postando uno dei miei ultimi acquisti Vicereali 2023 ma arrivato solo ora nelle mie mani. Devo dire che sono rimasto molto colpito da questo esemplare, non vorrei che questa fosse la scintilla per riaccendere in me il Fuoco del Viceregno. Grano con Scudo di Filippo IV Millesimo 16 47 D/ PHILIPPVS IIII D. G. Testa Nuda a sinistra, sigla GA/C (Giovanni Andrea Cavo, ufficiale di zecca) R/ +SICILIAE ET HIERVSALEM, scudo partito coronato, ai lati la data divisa in due parti. Magliocca 86 47/47 Raro Conservazione.... Vorrei sentire vostri pareri. Saluti Alberto1 punto
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Questo l esemplare alla tavola 18, di Rhegion et Zancle , G.Vallet , 1958 (testo fondamentale per chi studia questa zecca) Sembrerebbe lo stesso esemplare pre-rottura sbaglio?1 punto
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Per quello che ne so di questa moneta, non è mai stata menzionata l’esistenza di esemplari con quel refuso in legenda. Per cui penserei, come tra l’altro da lei ipotizzato, che la parte terminale della L si sia distaccata nel tempo, come è possibile vedere anche in porzioni del bordo lineare. Tra l’altro si può notare, in corrispondenza dei distacchi ipotizzati, aree più scure nel metallo. Lascio comunque l’ultima parola a chi sicuramente è più esperto di me.1 punto
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Bella la confezione e gradevoli le monete. C'è incluso un panno per maneggiare le monete Sicuramente un po' macchinoso toglierle dalla loro sede, ma fattibile. Diciamo che considerando che in pratica le monete vengono vendute a 50 Euro l'una (prossimo anno due monete 100,00 euro e l'anno successivo altre due monete euro 100,00- prezzo esclusa costo spedizione) La confezione quindi venduta ad euro 96,00 è cara.1 punto
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ciao @Atticus Concordo, moneta molto probabilmente inedita (si trova ogni tanto qualche « inedito » ancora mancante dal RPC nei databasi, cataloghi d’aste, monografie…) […]HNΩN ( in alcune zecche s’incontrano sia W che Ω) , può essere Cizico, Saitta, Pergamo, Smirna, Thyateira, Germe, Cadi, Hypaepa… Tenendo conto di tutti gli elementi (legenda corta con fine HNWN, tipologia del rovescio, stile del ritratto, modulo, titolatura lunga AY KAI MAP ANT… ), secondo me le più probabili sono due zecche abbastanza confidenziali, di cui la maggior parte delle monete è conosciuta in pochissimi esemplari: A Harpasa in Caria, esiste una tipologia con Zeus seduto simile, stesso diametro (ma stile diverso e peso leggero, i tondelli di questa zecca sono di solito più sottili), legenda ΑΡΠ-Α-ϹΗΝΩΝ https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/7.1/645 Olympus in Licia (solo quattro tipologie nel RPC online, tutte per Gordiano e Tranquillina) mi sembra l’ipotesi più soddisfacente, anche se non ci troviamo la tipologia con Zeus seduto. Stile del ritratto, modulo, legenda al dritto, ω al posto della Ω https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/7.2/2361 allego anche un bronzo di Tranquillina con spezzatura della legenda forse simile alla tua moneta: ΟΛΥ - Μ - ΠΗΝωN: Se puoi guardare meglio con luce radente o fare un’altra foto? Se riuscissi ad individuare almeno una lettera in più, nel caso contrario l’identificazione della zecca rimarrà un’ipotesi.1 punto
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2€CC Belgio 2024/1 "Presidenza del Consiglio UE" Prima immagine della moneta in coincard che verrà emessa nel mese di gennaio1 punto
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La “fuga di conio” sarà l’equivalente del “i mistero di i Dondi”! Per l’anno domini 20231 punto
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23 MAGGIO 1859 GIUSEPPE GARIBALDI SBARCA A SESTO CALENDE Garibaldi marciò dal Piemonte verso il Ticino, giunse nottetempo ad Arona e si diresse a Castelletto, erano pronte le barche per varcare il fiume, occupava di sorpresa Sesto Calende facendo prigionieri i gendarmi austriaci immersi nel sonno, era in terra Lombarda e si diresse con Nino Bixio sopra Varese. Questa rara medaglia ricorda l'avvenimento, finalmente dopo anni di ricerca è entrata in collezione.1 punto
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Salve. Condivido un mezzo ducato di Filippo III. Sigla IAF/G. Peso gr. 14,90. Simbolo: torre. Un caro saluto.1 punto
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