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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/09/24 in tutte le aree
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.) con la raffigurazione sul rovescio di un trofeo ( che voleva rappresentare quanto sottratto ai nemici sconfitti) e due prigionieri seduti in posizione dimessa segno inequivocabile di resa e sconfitta, coniato a Roma nel 201 d.C. . Chiaramente un denario celebrativo e di propaganda che voleva ricordare la vittoria riportatata dall'imperatore contro i Parti, popolo di confine che sempre problemi causò all'impero. Settimio Severo divenne imperatore nel 193 d.C. al termine di una sanguinosa guerra civile che vide avvicendarsi al potere 5 contendenti diversi, Pertinace, Didio Iuliano, Prescennio Nigro, Clodio Albino ed appunto Settimio. Dopo aver sconfitto ed ucciso Prescennio Nigro proclamato imperatore dal suo esercito in Oriente ed appoggiato dai Parti ( e questo fu il pretesto che diede origine alle campagne partiche dal 195 al 198) e successivamente Clodio Albino (suo co-reggente dal 193 al 197) nominato dalle sue legioni in Britannia e Spagna, restò al potere fino al 211 data della morte avvenuta per cause naturali durante una sua ennesima campagna militare in Britannia. Fu un ottimo stratega e condottiero, vista la sua formazione fortemente forgiata dalla scuola militare, attivo soprattutto nella difesa dei confini. Molto importante fu quella contro I Parti dell'Armenia/Mesopotamia a cui partecipò di persona insieme al figlio Caracalla e all'Augusta sua moglie Giulia Domna ( alla quale fu conferito per l'occasione il titolo di Mater Castrorum cioè protrettrice degli accampamenti militari). Non fu una passeggiata quella in Oriente ma grazie all'impressionante macchina da guerra che aveva messo in piedi ( si narra di circa 150mila uomini e la creazione di tre nuove legioni per l'occasione, le Partiche) riuscì a sconfiggere I Parti ed il loro re Vologase V ripristinando l'ordine nell'area e creando una nuova provincia nella Mesopotamia settentrionale amministrata da funzionari romani. Ottenne così il titolo di Parthicus Maximus e fu costruito per festeggiare la vittoria ed il suo ritorno a Roma un arco di trionfo ai Fori Imperiali, ben conservato ancora oggi. Il denario che ricorda tali eventi da esame diretto risulta coniato ( spero ai tempi di Settimio), centrato, con buon metallo ed ha circolato. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 19 mm 3,30 g RIC 176 L'arco di trionfo ai Fori Imperiali dove sono ben visibili alcuni bassorilievi che illustrano alcune fasi di guerra delle campagne partiche.4 punti
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Siamo a buon punto! in Tingile ci sono ben due lettere che sono presenti nel cognome del personaggio misterioso, certo che ha una scrittura peggio di quella delle ricette mediche!4 punti
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Si certo,era solo una supposizione, inoltre non essendo una pratica diciamo ufficiale niente vietava di apporre queste contromarche in punti diversi da quelli che conosciamo già,anche il numero stesso di contromarche non significa per forza che se c'è ne solo una sia farlocca,e di contro non garantisce che siano autentiche se sono più di una... Potrebbe essere un' inedito come no...3 punti
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studio ancora lungo....ma almeno credo di aver trovato in alcuni conii, a mia interpretazione, i segni segreti sui grossi di Enrico Dandolo (ritrovati uguali anche in Jacopo Tiepolo)...3 punti
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Buonasera, si tratta di una medaglia commemorativa fatta subito dopo la nascita della Repubblica sulla falsa riga delle monete da 100 lire e 50 lire. Sono medaglie di produzione privata e non prodotte dalla zecca dello Stato (infatti manca il nominale). Quella postata è in oro 900/1000 e riporta in basso a destra sia il titolo sia il marchio del fabbricante. Mi sembra dalla foto che il punzone riporti ancora il fascio littorio... dettaglio importante, dato che lo stesso è rimasto in vigore ufficialmente fino alla fine del '44 (decreto 26 Ottobre 1944 n. 313), ma nel '46, con le vicissitudini della guerra, molti fabbricanti non avevano ancora adeguato i marchi senza il fascio. Inoltre il titolo dell'oro e privo del caratteristico contorno oggi in vigore ... ma questo era usuale nel dopoguerra. Le medaglie commemorative/premio in oro, prodotte durante il Regno dalla Zecca di Stato, riportavano solo la dicitura "Regia Zecca" ma non punzoni di fabbrica o titolo. Posto un esempio della medaglia di Umberto II (il Re di maggio) fatta nel 1946 e una Medaglia Premio Ministero Pubblica Istruzione prodotta quasi per tutta la durata del regno di Vittorio Emanuele III.3 punti
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Secondo me è Andy Warhol che dopo una serata passata a firmare mazzette di banconote - comprese quelle stampate dopo la sua morte - ha deciso di modificare un po’ la sua firma per rilassare le dita.2 punti
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Ciao @franco1951, innanzitutto inserisco i riferimenti al nostro catalogo, per facilità di lettura della discussione: Zecchino Benedetto XIII 1729 "della rosa": https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-BE13RM/2 Zecchino romano Clemente XII: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CXIIRM/41 Entrambe le monete, e sono le uniche assieme allo zecchino della Sede Vacante 1730, riportano il valore in legenda, cosa alquanto inusuale nel XVIII secolo, indubbiamente per il fatto che si tratti delle prime emissioni di questo nuovo nominale, simile per peso allo scudo in oro con il quale "conviveva" nella circolazione, ma coniato “in oro zecchino” a 24 carati, da cui il nome. L’unicità dello zecchino “della rosa” di Benedetto XIII è quella di riportare al rovescio la rosa dello stemma di papa Orsini, piuttosto che elementi figurativi o lo stemma completo: al diritto, quella che sarà una rappresentazione classica di tutti gli zecchini coniati nel corso del secolo, la personificazione della Chiesa sulle nubi. Lo zecchino romano di Clemente XII riporta lo stemma completo del pontefice al rovescio, sovrastato dalla colomba dello Spirito Santo, una “invenzione” già trovata nell’emissione della Sede Vacante 1730 (Camerlengo Card. Annibale Albani), che sarà l’iconografia classica delle emissioni a seguire. Mentre per il primo si tratta di una coniazione di fine pontificato (che terminerà nel 1730), rarissima anche per questo motivo, per il secondo si tratta probabilmente di una emissione, per quanto non datata, di inizio pontificato, alla quale seguiranno altre emissioni con millesimi 1738-1739 o non datate, riconducibili comunque a quest’ultimo periodo per stile e raffigurazioni, assai più comuni. A partire da queste ultime e per le emissioni dei pontefici successivi, sparirà anche la denominazione del valore “ZECCHINO” dalle legende, ormai lo scudo in oro era stato soppiantato del tutto, e non sarà più coniato fino al secolo successivo. Ciao, RCAMIL.2 punti
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Ciao Francesco Mi ero perso questa discussione. La mezza lira è l'unico valore emesso da Luigi XIV che ancora mi manca (e confesso di accontentarmi spesso anche di conservazioni non eccelse). La scarsa qualità degli esemplari a nome di Luigi XIV è spesso dovuta a evidenti difetti di coniatura, con basso spessore dei profili e scarsa qualità della mistura. La damnatio memoriae imposta al ritorno di Rinaldo I d'Este ha poi fatto il resto, rendendo tutte le tipologie, tranne il sesino, decisamente rare. Questo esemplare oltre che raro è anche in conservazione decisamente superiore alla media. Complimenti! Ho recentemente avuto modo di pulire e stabilizzare un esemplare di lira 1705 in condizioni a mio parere paragonabile allo splendido. Purtroppo non sono autorizzato a pubblicarne le immagini ma se venerdì sarai al convegno di Modena te le mostrerò de visu. Mario2 punti
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Ciao a tutti, volevo condividere con voi una bellissima giornata che ho passato a Roma questo venerdì per la vigilia dell'Epifania, erano 20 anni almeno che non mettevo piede nella capitale, per me è stata una giornata particolare per molti motivi, soprattutto adesso che da quasi un anno sto collezionando monete romane. E' capitato tutto per caso con un viaggio a scopo benefico organizzato da una Fondazione, il viaggio prevedeva un'udienza privata con Papa Francesco nella mattina con una breve sosta in Piazza San Pietro, ora, premetto che non sono un fervente praticante cattolico ma è stata comunque una cosa molto emozionante, sia dal punto di vista religioso/antropologico sia dal punto di vista storico, dopotutto il Papa è il detentore del titolo di Pontifex maximus che è l'unico titolo che a quanto mi risulta non ha mai cessato di esistere fin dalla Fondazione di Roma. Ero con una mia cara amica e collega e avevamo deciso di non tornare indietro con il gruppo a fine mattinata ma di approfittare di qualche altra ora per vedere Roma, abbiamo quindi iniziato un tour de force passando velocemente davanti a Castel Sant'Angelo per poi andare a Piazza Navona, Pantheon, Fontana di Trevi, Altare della Patria, colonna traiana, foto di rito con la statua di Cesare, occhiatina veloce ai fori, al basamento del colosso, alla meta sudans e agli archi di trionfo per poi terminare con l'unica visita che avevamo previsto con il tempo che avevamo, quella del Colosseo. Inutile dire l'emozione che ho provato nel trovarmelo davanti e nel visitarlo, un tuffo al cuore, ho scoperto con piacere, cosa che non ricordavo, che all'interno al momento c'è una mostra sulla colonna traiana, quando pensavo che le emozioni della giornata fossero finite, ecco che in una teca mi trovo davanti un aureo di Traiano con al rovescio la colonna, è stata la cosiddetta ciliegina sulla torta, non avevo mai visto un aureo dal vivo e anche se dietro al vetro della bacheca è stato un momento estremamente emozionante. Metto qui sotto la foto, bruttina, che ho fatto e poi un'immagine che ho trovato, anche se non proprio della medesima moneta (non sono riuscito a trovarla) per avere il quadro completo anche del dritto. La descrizione della mostra recita così: Aureo di Traiano con colonna. Oro - 113-114 d.C. Roma - Museo Nazionale Romano - Medagliere del Museo Nazionale Romano inv. 87299 Qui sotto per riferimento metto la moneta completa del dritto anche se come dicevo non proprio la solita, non sono riuscito a trovarla: Aureus Dritto: IMPTRAIANOAVGGERDACPMTRPCOSVIPP -Capo coronato d'alloro, drappeggio e busto rivolto a destra. Verso: SPQROPTIMOPRINCIPI - Colonna Traiana; Traiano all'apice con aquila in ambo i lati. c.115 (Roma). Perdonate se il post magari non è propriamente numismatico e altamente emotivo, se magari la sezione non è quella giusta spostatelo pure però ecco, ci tenevo a condividere l'emozione che ho provato anche se non è facile spiegarla a parole. Matteo2 punti
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Sarà perché il paese sta combattendo strenuamente per difendersi da un aggressore sanguinario molto più grande? A me l'angoscia la mettono Putin e tutti i suoi lacché...2 punti
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Tomassoni R. Il ripostiglio monetale di epoca repubblicana rinvenuto a Santo Stefano di Arcevia e conservato nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche in 2023, "Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche", 116, pp. 59-74 il tesoretto è conservato nel Museo di Ancona ed è costituito da 10 vittoriati, altrettanti denari ed un quinario. Grazie ad un denario del magistrato monetario Lucius Plautius Plancus (cat. n° 21), che risulta essere la moneta più recente del gruppo, sappiamo che la chiusura del ripostiglio, e di conseguenza il suo possibile occultamento, si colloca nel 47 a.C. Il_ripostiglio_monetale_di_epoca_repubbl.pdf1 punto
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@Flavius Gratianus La moneta e' molto bella. In particolare mi piace il caduceo alato, ma il ritratto di dritto spicca per potenza espressiva. Buona notte. Stilicho1 punto
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Ciao, potrebbe essere una variante della mia: È voluminoso = evo luminoso apollonia1 punto
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DE GREGE EPICURI Denario in conservazione particolarmente buona. Il ritratto poi è bellissimo.1 punto
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No, non è "angoscia per il messaggio reiterato che trasmettono", è l' immagine della cruda realta' nella quale gli Ucraini vivono. Niente, un nulla se paragonato a quello che esprimono gli occhi di Margherita, la bambina ucraina adottata dalla mia nipotina. E' moralmente indecente confondere l'aggredito con l'aggressore (non penso sia il tuo pensiero, ma è bene sempre ribadirlo).1 punto
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buonasera a tutti io ho un sei tornesi in argento o qualche lega chiara comunque non rame. Esiste o è una riproduzione oppure un falso? qualcuno mi illumina? scusate e grazie1 punto
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@ARES III Interessante la tua discussione dell’ultimo giorno dell’anno trascorso. Avevo appreso da un rebus Frombola, termine antico formato dalla sovrapposizione di rombola a fionda (di cui è considerato sinonimo), dal quale è derivato fromboliere nel significato di antico soldato armato di fionda. I frombolieri, tenendo stretti in pugno i due capi delle cinghie congiunte al centro da un pezzo di cuoio o di stoffa in cui allogava il proiettile di pietra o di metallo, li facevano roteare più volte attorno a sé e liberando la punta del capo esterno, facevano partire il proiettile che per effetto della forza centrifuga impressa dal moto rotatorio, raggiungeva distanze notevoli (fino a 150 m) procedendo secondo la tangente al circolo di rotazione. La fionda, già in uso presso i popoli di più antiche civiltà (achei, tessali, etruschi, cartaginesi, ecc.) era impiegata nelle fasi iniziali della battaglia per aprire un varco tra le file nemiche entro il quale lanciare la fanteria come massa d’urto. Fromboliere dai rilievi della Colonna Traiana apollonia P.S. Questo pomeriggio il tuo omonimo ha sostenuto l’esame di Algebra e Geometria. Le previsioni sono ottime e vedremo l’esito dopo la correzione dello scritto a fine settimana.1 punto
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Hai ragione, è una piccola variante non censita da nessuna parte, CNI - Muntoni - Serafini - MIR Infatti Serafini e Muntoni riportano: S PETR VS A1 punto
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Si è mia e l'ho trovata in cantina, ero curioso di avere conferma dell'autenticità, comunque è in rame e ringrazio vivamente per eloquente spiegazione1 punto
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Grande Euskadi! Io continuavo a prendere fischi per fiaschi (o meglio culi per teste) ora lo vedo pure io, era ingannevole !1 punto
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Grazie per lo splendido post . 👍1 punto
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Mi piace tantissimo questo denario, grazie per averlo condiviso.1 punto
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Ma quale affondamento? Si è semplicemente riposizionata sul fondo marino...1 punto
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Tipografie Cartiere Centrali Roma. .. perfetto l' ho trovata sui miei libri.. tutto torna. Il valore venale e' piccolo in confronto a quello storico. Il destinatario e' un Capitano famoso di cui abbiamo già scritto. Bellissima.1 punto
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Se l'immagine non mi inganna la cartolina e' stata reinstradata con un nuovo indirizzo su un' etichetta incollata sopra il vecchio. Sarebbe utile sapere il produttore, ..si riesce a leggere cosa è scritto qui..1 punto
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Cartolina di franchigia emissione del 1.1.1917 con stemma di tipo unico e cartiglio di diffida in alto a sinistra. Annullo nitido di partenza del 10.6.1917 con posta militare Divisione 33a, con lunette barrate.... sotto lo stesso annullo. Annullo di censura VERIFICATO in nero. Annullo di arrivo tondo riquadrato del 15.6.1917 di Gorgo al Monticano (Treviso)1 punto
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Si, senza problemi, mi ha pagato le spese di ritorno, con eBay è piuttosto semplice se chi vende collabora.1 punto
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«Oggi viviamo nell’ossessione della visibilità. Gli Etruschi invece costruivano non per gli occhi degli uomini» È dedicato agli archeologi «custodi di ogni fine» il film «La Chimera» in cui la regista Alice Rohrwacher, attraverso le devastazioni dei tombaroli, racconta la sua passione per il passato e per il mondo etrusco con cui ha convissuto fin da bambina https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/-oggi-viviamo-nell-ossessione-della-visibilit-gli-etruschi-invece-costruivano-non-per-gli-occhi-degli-uomini-/144266.html Un fotogramma di «La Chimera» (part.) Giuseppe M. Della Fina | 29 novembre 2023 | Orvieto (Tr) Incontro Alice Rohrwacher in un caffè, a Orvieto. Due giorni prima avevo visto il suo nuovo film «La Chimera», appena uscito nelle sale cinematografiche e presentato già al Festival di Cannes e alla Festa del Cinema di Roma. Un film difficile da riassumere, dove una serie di personaggi differenti tra loro per cultura, estrazione sociale e valori vanno alla ricerca di una personale felicità, che può essere assicurata dal denaro per alcuni, o dalla creazione di uno spazio di vita dignitoso, o, ancora, dalla ricerca di una persona amata e perduta per altri. Tra i protagonisti principali Josh O’Connor (Arthur), Isabella Rossellini (Flora) e Carol Duarte (Italia): una parte significativa è interpretata da Alba Rohrwacher e, come sempre nei suoi film, sono presenti anche attori non professionisti. Fanno da sfondo i paesaggi dell’antica Etruria e mi è tornata alla memoria un’affermazione di Stendhal in Rome, Naples et Florence (1826), che mi ha colpito: «Mi sento indignato contro i Romani, che vennero a turbare, senz’altro titolo del coraggio feroce, quelle repubbliche d’Etruria che erano loro tanto superiori per le belle arti, per le ricchezze e per l’arte di essere felici». Ricerca della felicità ed Etruria sembrano collegate da un filo sottile. Nel film sono altri ad andare a turbare le «repubbliche d’Etruria»: due bande di tombaroli diversamente inserite nel mercato che commercia antichità. Non essendo un critico cinematografico, ma un archeologo, la nostra conversazione si è indirizzata soprattutto sul rapporto con il passato, più o meno remoto, ricorrente nella produzione della regista. In «Lazzaro felice» (2018), ad esempio, arriva addirittura a farlo convivere con il presente nelle scene iniziali del film immaginando un ambiente restato fuori dalla contemporaneità. Quale funzione affida al passato nei suoi film? Tutti i miei film sono legati al tema del passato, cosa fare con il passato: sono fatti di tracce, resistenze, reminiscenze e oblii. Vivendo in un Paese come l’Italia, è un ragionamento imprescindibile. Spesso ci si rivolge al passato cancellandolo o cristallizzandolo: è difficile trovare qualcuno che abbia un rapporto vitale con esso. La ricerca è convivere con il passato senza esserne schiacciati e trovarvi una radice comune, che consenta d’immaginare il futuro. Un futuro non solo come un luogo dove costruire, ma anche come luogo dove custodire. Il mondo degli Etruschi ritorna nei suoi film: un popolo che non ha avuto sinora grande attenzione da parte del cinema se si escludono alcuni horror. La loro civiltà viene richiamata già in «Le meraviglie» (2014), denunciandone con forza e ironia lo sfruttamento mediatico/turistico, e torna ora in «La Chimera». Quando e come ha incontrato quel mondo lontano nel tempo? In «Le meraviglie» è presente la commercializzazione dell’idea di mondo etrusco, mentre in questo ultimo film parlo proprio del traffico dei loro oggetti meravigliosi. Sono cresciuta in un angolo di terra tra Umbria, Lazio e Toscana, in una terra intrisa dall’eredità di questo popolo e, sin da piccola, mi sono chiesta quali fossero i pensieri e le sensazioni delle persone che avevano abitato quei luoghi prima di me. Non era soltanto un’idea astratta: sapevo che i tracciati, le strade, le cavità, le alture che osservavo erano state vissute già da altri e non potevo ignorarlo. Durante la mia infanzia mi sono imbattuta anche nei profanatori di questo mondo etrusco. Tombaroli che, di notte, andavano «ad aprire» le tombe per rubarne i «tesori». Ero incredula, non solo per il fatto che derubavano la nostra memoria collettiva e privavano quegli oggetti di una storia con le loro azioni, ma anche per il motivo che quegli oggetti erano stati depositati come dono per le anime e non capivo con quale tracotanza si potessero rubare e vendere. Qual è il messaggio della civiltà etrusca che più le interessa? Se penso al mondo di oggi, credo che il messaggio più contemporaneo sia l’idea che un popolo costruisca con cura e fatica oggetti non per gli occhi degli uomini. Costruire per l’invisibile, per le anime, è qualcosa che adesso a stento possiamo immaginare: oggi viviamo nell’ossessione della visibilità, addirittura se facciamo una torta dobbiamo farla vedere a tutti! Sicuramente confrontarci con una civiltà che ha dato tanta cura alle anime è una vertigine. La sensazione che la civiltà etrusca mi trasmette è un legame forte tra i vivi e i morti e quindi tra il presente e il passato. Il protagonista è un archeologo inglese in crisi esistenziale, quasi alla deriva, con doti di rabdomante e il film è dedicato «agli archeologi custodi di ogni fine». Quale immagine ha di questo mestiere? Questo film nasce da un amore per l’archeologia, anche se narra le vicende di devastatori del patrimonio archeologico, ma a volte, per esprimere l’amore verso qualcosa occorre metterne in luce la fragilità. Un patrimonio non minacciato solo dai tombaroli, ma anche dall’incuria e dall’abbandono. Nel film vediamo necropoli piene di spazzatura, umiliate dalla plastica e dal degrado. La scoperta più importante ad opera della banda di tombaroli è quella di un santuario sotto una centrale a carbone. Non ho esagerato nella rappresentazione, sono tutte impressioni che scaturiscono dall’osservazione attenta della realtà. In un mondo scandalizzato dai tombaroli, senza destare scandalo una centrale venne costruita su un sito archeologico e ancora oggi questo scempio continua. I tombaroli quindi profanano un mondo già profanato, sono figli della loro epoca. Mi sembrava importante inserire le loro malefatte all’interno di un contesto sociale e politico, far capire che pur sentendosi dei liberi «predatori», in realtà sono solo ingranaggi al servizio di un sistema economico. Ma torniamo all’archeologia. Gli archeologi mi sembrano tra i pochi che al giorno d’oggi si dedichino alla cosa più importante che ci sia, la cura di tutto ciò che abbiamo lasciato alle spalle. Ho dedicato loro il film in quanto «custodi di ogni fine», perché è proprio la ricerca archeologica che ci fa capire che nulla è per sempre, le civiltà finiscono e dobbiamo sempre tenerlo a mente. Se fossimo tutti più attenti all’archeologia, ci soffermeremmo di più non sulle cose da fare, ma su quelle che vorremmo lasciare dopo di noi, per gli archeologi di domani.1 punto
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Salve. Medaglia commemorativa della posa della prima pietra della 7th Regiment Armory, nota anche come Park Avenue Armory, che si trova al 643 di Park Avenue, a New York. La struttura in stile gotico-revival è stata il quartier generale del 7° Reggimento della Guardia Nazionale dello Stato di New York dalla sua apertura nel 1880 fino alla maggior parte del XX secolo, prima di essere affittata al Park Avenue Armory Conservancy. Attualmente è utilizzata come spazio per eventi. Lotto 911. Laying the Cornerstone of the 7th Regiment Armory. AR Medal (39mm, 23.84 g, 12h). By Lovett. Dated 13 October 1877. (star) ARMORY SEVENTH REGT · N · Y · S · N · G (star) CORNER STONE LAID OCT · 13, 1877, three lit candles on table adorned with Masonic symbol / (star) PRO OPERE AUT BELLO (star), eagle facing with wings spread, head left, atop coat-of-arms; crossed flags, and cannons in background, masonic tools in foreground; in exergue, BY THE/ M · W · GRAND LODGE/ F · A · M ·/ NEW YORK. Rich iridescent toning. Superb EF. From the Libertas Collection. CNG ELECTRONIC AUCTION 553, 3 gen 2024. Base d’asta: 90 USD. Valutazione: 150 USD. Risultato: 2'000 USD. apollonia1 punto
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Ce l’ho, ce l’ho! Ciao @littleEvil Mi piace moltissimo leggervi, imparo anche nel campo dell'etimologia francese ( raisin, racemus, mais bien sûr! 🤭) , e qualche falso amico francese/italiano in più: raisin: « racina », uva racine: radice Perfino 'n pò ri sicilianu chi nun fa mali, e scusa @nikita_ per gli errori!1 punto
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Se, caro Ronak, sei nella condizione di poter frequentare negozi in presenza, acquistare online e visitare mercatini o convegni, bùttati! 😉1 punto
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Iniziamo l'anno con due novità. La prima mi sono deciso a comprare la siliqua di Giuliano II (era costosa e ho fatto una controfferta). Mi è arrivata senza documenti ma chiederò alle aste da dove è passata copia della fattura. Con questo acquisto continuo a sostituire i bronzetti del IV secolo con silique. La seconda, ho comprato un lotto di 5 denari e tre bronzi a un prezzo estremamente conveniente. Risulta che una decina di anni fa ho fatto una tesina sulle monete del regno Nabateo conquistato poi da Traiano e varie volte avevo cercato di comprare il denario che ne commemora la conquista (ne esiste anche una dracma in greco con lo stesso motivo). Mi piace molto il bronzetto di Arcadio, e mi dispiace che varie monete siano state pulite in modo precipitoso.1 punto
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Benvenuta Purtroppo il collezionismo dei buoni postali, nonostante il tentativo di lanciarlo alcuni anni fa con anche la pubblicazione di un catalogo, è rimasto, a dir poco, di nicchia, e le valutazioni non possono che risentirne. A titolo di esempio, un buono da 500 lire come il tuo, serie D del 1936, in buone condizioni, viene offerto su ebay a soli 8 euro: https://www.ebay.it/itm/235371428019?hash=item36cd3af8b3: I tuoi però presentano la particolarità di essere stati emessi in territorio coloniale, Libia, e questo li rende più rari, e probabilmente più appetiti dai collezionisti. Nel catalogo citato, a proposito di questi buoni si diceva che "rappresentano sicuramente uno dei capitoli più affascinanti di questa collezione, ma la loro rarità limita al momento moltissimo un approfondimento che sarebbe opportuno". Era il 2006, non sono state pubblicate altre edizioni del catalogo, a riprova dello scarso interesse suscitato, ma tra i buoni coloniali che già allora apparivano più di frequente sul mercato sono citati proprio quelli della serie D come i tuoi. Non mi avventuro in valutazioni economiche, ma chiamo a supporto @aka6969 che è forse l'unico utente del forum (o almeno, l'unico che io conosca ) che colleziona, tra le altre cose, i buoni postali, e che potrà darti maggiori informazioni anche sul loro valore economico. petronius1 punto
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Ecco la mia acquistata nel 2015. Foto della casa d'aste1 punto
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Cari amici... che fatica! Già trovare i 50 baiocchi del II tipo è un'impresa, ma i 30! Dopo il 1838, messo in collezione qualche anno fa dall'alto dei suoi 1887 pezzi coniati, oggi è la volta del 1836 Roma, 2013 pezzi coniati. La cosa che mi fa sudare freddo è che sui cataloghi le rarità di queste monete sono indicate come dei modesti R o R2, e posso capirlo per il fatto che hanno probabilmente una richiesta bassissima (questa è la PRIMA discussione nella storia di LaMoneta che parli di questa tipologia), ma sono davvero dannatamente difficili da trovare. In tanti anni pensate che io sono riuscito a prenderne solo due su sei... Se qualcuno di voi vuole condividere qualche proprio esemplare di questa tipologia tanto bistrattata - lo ammetto, son bruttine, ma io le amo proprio per la loro essenzialità - è il benvenuto qui. Qua sotto, il mio regalo di Natale: 30 baiocchi 1836, zecca di Roma.1 punto
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Ciao @Gallienus, bel regalo di Natale! Effettivamente nella mia collezione monotematica di "testoni", non ne ho ancora nessuno di Gregorio XVI! Diciamo che quando appaiono, sono sempre in competizione con altri testoni più affascinanti e di conseguenza dovendo scegliere, la scelta cade su altro! Sono monete che effettivamente appaiono raramente sul mercato. Ne ho in bacheca fotografica due begli esemplari, entrambi curiosamente apparsi nella NAC 81 del 2014. Il primo, lotto 125 (qFDC) è stato proposto a più riprese in seguito da Nomisma. Il secondo, lotto 580 (qFDC) faceva invece parte della meravigliosa collezione GdF di testoni italiani. Michele1 punto
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Ciao, spero per te che colui dal quale hai acquistato la moneta ne accetti la restituzione. ANTONIO1 punto
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Tutte le lettere in questione (con parziale eccezione moderna della W) appartengono all'area linguistica europea / UE, quindi per me non possono essere definite "straniere" 😇1 punto
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E allora visto il riscontro, chiudo il poker con il 4 denari in rame sempre del 1814... 18mm 1,5 grammi rame C liscio D / lo stemma di Genova tra rami di lauro R/ D. QUATTRO 1814 anche questa in buona conservazione....1 punto
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E ancora un'altra bellissima monetina sia per conservazione che per iconografia il 2 soldi del 1814 sempre in mistura 125% mm 18 2,19 grammi C liscio D/ RESPUBLICA GENUENSIS in basso 1814 al centro stemma di genova tra cornucopie R/ SUB TUUM PRAESIDIUM S.2. al centro la Santa Vergine Immacolata la monetina ha ancora un bel sberluccichio...che dite?1 punto
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