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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/06/24 in tutte le aree

  1. Non conoscevo Giulio Bernardi, ma grazie ad alcuni Utenti del Forum (che non mi stancherò mai di ringraziare), ho avuto il piacere di acquistare alcuni suoi lavori, tra i quali quello dedicato alla monetazione di Aquileia con sua firma autografa (Monetazione del patriarcato di Aquileia) che custodisco gelosamente e che consulto periodicamente. Proprio qualche settimana fa ho passato quasi un pomeriggio intero alla lettura di questo libro in occasione della catalogazione di una moneta acquisita in asta Ranieri e presente proprio nel testo medesimo. La Numismatica (quella con la N maiuscola) -come già ben detto- perde un’ulteriore colonna portante, un valido e sincero faro che ha illuminato con i suoi insegnamenti (diretti o indiretti) molte persone. L’unico modo per “ricordare” Giulio Bernardi è quello di continuare nelle varie strade numismatiche da noi tutti intraprese, facendo tesoro dei suoi insegnamenti e tramandarli ai più giovani, facendo loro capire che -al mondo- non esiste solamente il “dio denaro”.
    5 punti
  2. Triste. Questa notizia mi rende triste. Ho conosciuto e frequentato per più di vent'anni Giulio Bernardi, ho avviato con lui la mia collezione di monete aquileiesi; 60-70 le ho acquistate presso di lui; le prime nel novembre del 1982. Quando non potevo andare a Trieste, in via Roma 3, ci andava la mia morosa o una sua amica; Giulio affidava loro alcune monete; potevo restituirle se non mi interessavano, ma non l'ho mai fatto, ha sempre saputo accontentarmi. Ricordo tante chiacchiere, racconti. Ricordo quando ci si vedeva ad Aquileia dove faceva una settimana di vacanze con la moglie. C'era qualcosa di più del rapporto commerciante/cliente, c'era la volontà dello studioso a insegnare a chi era interessato a conoscere e apprendere. Ha saputo stimolare il mio interesse per il collezionismo. Lo ringrazio. Lo ricorderò.
    5 punti
  3. Complimenti per i nuovi esemplari postati. Sappiate che mi state tentando a rimetterne qualcuno in collezione. Sono a mio avviso monete affascinanti che trasudano la storia del Regno. Permettetemi di soffermarmi un attimo sull'iconografia di questi coronati. Gli aragonesi erano maestri della propaganda e quale mezzo più efficace della moneta per affermare la loro autorità e legittimità sul trono di Napoli? La storia ci racconta che, salito al trono Ferdinando I d'Aragona, molti nobili e lo stesso papa furono contrari alla sua incoronazione con il pretesto che non fosse figlio legittimo del sovrano appena defunto Alfonso. I motivi in realtà erano altri e Ferdinando, appena salito al trono, dovette subito difendersi per affermare il suo diritto a regnare. Una guerra interna (prima congiura dei baroni) che lo vide vincitore. Ma ancor prima di vincere la sua battaglia contro i ribelli, una volta incoronato a Barletta, cosa fece il re? Fece coniare una moneta con la scena dell'incoronazione. Della sua incoronazione! Per poter dire a tutti che lui era stato incoronato e che ora era il legittimo sovrano del Regno. Ovviamente l'iconografia dell'incoronazione venne accompagnata dal motto "CORONATVS q LEGITIME CERTAV" (Coronatvs Qvia Legitime Certavit - Incoronato perché ha combattuto legittimamente). Dopo la congiura il Regno è attraversato da un periodo di relativa calma e, dal 1472 il precedente coronato viene affiancato da un nuovo tipo di coronato in cui non vi è più la scena dell'incoronazione ma il busto del sovrano mentre al R/ si trova la religiosa croce potenziata. Ma il re continua a ribadire il suo diritto di sedere sul trono riportando la legenda scelta per il precedente coronato. Nel 1485 ecco una nuova ribellione (seconda congiura dei baroni). Anche in questo caso il sovrano risulterà vincitore e si dimostrerà meno magnanimo nei confronti dei nemici. Magari è caso di inviare un nuovo messaggio... Ecco apparire un nuovo coronato caratterizzato dalla presenza dell'Arcangelo Michele che uccide il drago abbinato questa volta dalla legenda IVSTA TVENDA (Le cose giuste sono da difendere). Un'iconografia che racchiude diverse simbologie tra cui San Michele Arcangelo protettore dell'esercito aragonese e a cui il sovrano era devoto. Una presenza quindi dal doppio significato: da una parte la gratitudine all'Arcangelo per la vittoria sui ribelli; dall'altra parte un messaggio ai ribelli o futuri tali. E probabilmente, per rafforzare il messaggio, fu leggermente modificata l'iconografia con San Michele che questa volta, non in forma statica, avanza uccidendo il drago dal volto umano che andrebbe a rappresentare la ribellione o forse qualche ribelle in particolare. Il Sambon scrisse "l'Arcangelo, a difesa del sacro dritto sovrano, atterra il demone della ribellione". Una moneta quindi utilizzata come propaganda per ribadire la legittimità del trono e per avvertire che una ribellione contro il sovrano sarebbe stata schiacciata ed i fautori passati per le armi. Come si fa a non restare affascinati davanti a questi pezzi di storia!
    5 punti
  4. Buona sera Scudo1901. Sono collezionista da soli 55 anni. Spero, nei prossimi 5 anni, di acquisire quella competenza necessaria per non scrivere più assurdità di questo genere. Mi sia permesso ribadire il concetto che se le fotografie non nitide mi traggono spesso in inganno, ciò potrebbe accadere anche ad altri. Buona serata. Gabriella
    4 punti
  5. Ciao Giulio, condoglianze alla famiglia. Ci ha lasciato un numismatico in grado di dominare vari segmenti delle emissioni antiche (greche, romane repubblicane e imperiali, medievali), profondo conoscitore delle modalità per distinguere il vero dal falso, sagace nell’individuare esemplari particolarmente rari o inediti. Un riferimento per quanti s’avvicinavano a questo ambito del collezionismo. Vorrei ricordare il suo collezionismo (la sua collezione comprendente tutte le emissioni della zecca di Trieste) e i suoi studi sulla monetazione del Patriarcato di Aquileia e poi alla monetazione medievale della sua città. Su questi argomenti, ancor oggi, le due monografie (Monetazione del Patriarcato di Aquileia, Trieste 1975 / Il Duecento a Trieste: le monete, Trieste 1995) sono considerate lavori di riferimento non superati. La sua passione per il collezionismo della monetazione islamica, in particolare dei dinar e dei dirham dei primi secoli. Questo gli consentì di riunire una segnalata collezione di dinar umayyadi e abbasidi, ma soprattutto di pubblicare la sua più che decennale ricerca sulla monetazione islamica del periodo compreso tra la riforma di ‘Abd el-Malik bin Marwan (696-697 CE) fino alla destituzione del califfo abbaside al-Mustakfi nel 334 dell’Egira (946 CE). È l’Arabic Gold Coins, Corpus I, che meriterà il premio Samir Shamma dalla Royal Numismatic Society di Londra nel 2012. . Ha fondato il Circolo Numismatico Triestino, è stato per 16 anni delegato per l’Italia nel Comitato di direzione dell’Associazione Internazionale dei Numismatici Professionisti, Nel 1993 ha fondato l’Associazione Numismatici Italiani Professionisti (NIP), che ha presieduto fino al 2010. La sua biblioteca numismatica, che aggiornava di continuo, dotata di alcune migliaia di monografie, delle serie complete delle più importanti riviste del settore, di circa 20 mila cataloghi-listini d’asta. Biblioteca che rendeva accessibile agli studiosi e a quanti per le più varie ragioni ritenevano necessario consultare un così prezioso e raro patrimonio documentale. Giulio continuerà a essere un mio buon compagno di viaggio nel mondo della numismatica.
    4 punti
  6. Leggo con piacere tutti questi dotti interventi per l'estrazione della moneta d'oro dal blocchetto. Sicuramente tutti bravissimi, io non saprei nemmeno pensare ad una soluzione, però sono ignorante e una domanda la faccio, sperando di non essere troppo scontato o petulante. Ma non sarebbe il caso di lasciare tutto così? A me sembra più affascinante il blocco che si è creato casualmente e tragicamente, piuttosto che un intervento di recupero della moneta in oro, che non si sa cosa sia, né in quali condizioni. Perdonatemi!
    3 punti
  7. AVVISO In Italia, ai sensi della normativa vigente, è vietata ai privati la ricerca di cose di interesse archeologico, incluse le monete antiche, con qualunque mezzo incluso il metal detector, in qualunque luogo indipendentemente dal fatto che si tratti di zona archeologica. Qualunque ritrovamento fortuito di cose di interesse archeologico deve essere segnalato entro 24 ore alle autorità competenti (Carabinieri, Soprintendenza per i Beni Culturali, Comuni ecc.) Invitiamo pertanto tutti gli utenti ad uno scrupoloso rispetto di tale normativa. Se non è questo il caso, puoi tranquillamente ignorare questo avviso preventivo. Grazie
    3 punti
  8. Buon anno a tutti, spero che per tutti qui sul Forum possa essere un 2024 ricco di soddisfazioni numismatiche e non solo. Io personalmente quest'anno lo comincio con un piccolo botto, che ci tengo a condividere con voi: Si tratta di una Mezza Lira di Luigi XIV, zecca di Modena, con data 1705. Proprio il dettaglio della data è quello che mi dà più soddisfazione: delle due date di coniazione della Mezza Lira (1704-1705) questa è decisamente la più rara, inoltre ho avuto la fortuna di reperirla in una conservazione che ritengo buona (intorno al BB) e con ancora tracce dell'argentatura originale. Che ve ne pare? Se qualche collezionista vuole aggiungere qualche foto di un suo esemplare simile è ben accetto! Grazie ed ancora buon anno a tutti!
    2 punti
  9. Con una lettera romana del IV secolo e immagini aree dell’Italia un docente Usa scopre tempio del culto imperiale Spello (Perugia), 6 gennaio 2024 – Douglas Boin, professore di storia alla Saint Louis University, ha fatto un importante annuncio all’incontro annuale dell’Archaeological Institute of America, rivelando che lui e il suo team hanno scoperto in Italia un antico tempio romano che aggiunge spunti significativi sul cambiamento sociale nell’epoca di transito dagli Dei pagani al Cristianesimo nell’Impero romano. La scoperta è stata rivelata in queste ore. Le antiche vestigia sono state scoperte nel territorio di Spello – 280 metri di altitudine, 8mila abitanti circa – in provincia di Perugia, in Umbria. Una foto aerea di ciò che Douglas Boin, ritiene che siano le mura interne di un tempio del culto imperiale. Questo tempio divenne immediatamente quella che Boin definisce la più grande testimonianza mai vista del culto imperiale sia nell’Italia del IV secolo che nei territori del tardo Impero Romano. Foto di Douglas Boin, Saint Louis University L’annuncio della scoperta “Abbiamo trovato tre muri di una struttura monumentale che le prove suggeriscono appartenessero a un tempio romano del periodo di Costantino” – ha detto Boin. – “Risale al IV secolo d.C. e costituirebbe un’aggiunta notevole al paesaggio di questo angolo d’Italia. Aiuterà in modo significativo nella comprensione della città antica, del paesaggio urbano antico e della società cittadina nel tardo impero romano perché mostra le continuità tra il mondo pagano classico e il mondo romano paleocristiano che spesso vengono offuscate o cancellate dal vasto panorama storico”. (l’articolo prosegue sotto) Boin, la dottoressa Letizia Ceccarelli, del Politecnico di Milano, e il resto del gruppo di ricerca e di scavo hanno fatto la monumentale scoperta durante l’estate, mantenendo il riserbo sugli esiti dell’indagine. Boin, un esperto dell’antica Roma e delle sue transizioni religiose, stava scavando nella città di Spello, la famosa città medievale collinare a circa 20 minuti da Assisi e 2,5 ore a nord di Roma. Boin ha scelto la città sulla base di un rescritto di una lettera del IV secolo dell’imperatore Costantino ai cittadini riguardante una festa religiosa. Un rescritto è la risposta scritta che l’imperatore dava su questioni di diritto a lui sottoposte. Il biglietto dell’imperatore Questo rescritto, scoperto nel XVIII secolo, aveva permesso agli spellani del 300 d. C. di celebrare una festa religiosa nella propria città natale anziché percorrere grandi distanze per raggiungere un’altra città. Tuttavia Costantino, a questa concessione, pose dei vincoli. Spello avrebbe potuto organizzare la festa se, in cambio, avesse fatto erigere un notevole tempio agli antenati divini di Costantino steso, la famiglia Flavia, e adorarli. E così, evidentemente fu. Diventare sede per la celebrazione della festa e delle divine origini imperiali significava non dover dipendere da alcun altra città del territorio, ottenere la protezione dell’imperatore, aprire o migliorare il canale con il vertice dell’Impero romano, diventare un centro di aggregazione comprensoriale e una sorta di capoluogo. Con notevoli conseguenze economiche, di immagine e di potere. Chi era Costantino Flavio Valerio Aurelio Costantino, noto anche come Costantino il Vincitore, Costantino il Grande e Costantino I, ha regnato dal 306 fino alla sua morte il 22 maggio 337 avvenuta a Nicomedia. Era nato a Naissus – città romana dell’attuale Serbia – il 27 febbraio 274. Egli – che da adolescente era soprannominato “il viscido come una lumaca” – aveva fatto carriera anche attraverso una politica matrimoniale che lo avvicinava ai poteri imperiali, manifestando, al contempo, notevoli doti militari e amministrative. Costantino ha svolto un ruolo fondamentale nella storia dell’impero romano, attuando ampie riforme e promuovendo attivamente la diffusione del cristianesimo. Tra le sue azioni più rilevanti ci sono la riorganizzazione dell’amministrazione e dell’esercito, la fondazione di una nuova capitale orientale chiamata Costantinopoli e l’emissione dell’Editto di Milano, che garantiva la libertà religiosa. La Chiesa ortodossa e le Chiese di rito orientale lo considerano un santo e lo includono nel loro calendario liturgico con il titolo di Eguale agli apostoli. Tuttavia, il suo nome non compare nel Martirologio Romano, il registro ufficiale dei santi riconosciuti dalla Chiesa cattolica. Evidenti motivi ci sono. Mentre imponeva il culto di sé, attraverso gli antenati della gens Flavia, famiglia a cui apparteneva la moglie, Costantino apriva alla nuova religione, iniziando a scalfire i vecchi centri di potere legati al politeismo. Le gestione della transizione religiosa si rivelò cruciale. La strategia politica “C’era una notevole continuità religiosa tra il mondo romano e il mondo cristiano primitivo”, ha detto Boin. “Le cose non sono cambiate da un giorno all’altro. Prima della nostra scoperta, non avevamo mai avuto la sensazione che esistessero reali siti fisici e religiosi associati a questa tarda “pratica di culto imperiale”. Ma grazie all’iscrizione e al suo riferimento a un tempio, Spello offriva un potenziale molto allettante per un’importante scoperta relativa al culto imperiale sotto un sovrano di orientamento cristiano”. Il professor Boin aveva quindi con sé il vecchio rescritto imperiale – che di fatto prescriveva la costruzione del tempio per il culto imperiale – e non aveva motivo di credere che Spello non si fosse adeguata alle indicazioni di Costantino. Il docente universitario e la sua équipe hanno così lavorato sulle immagini aeree per individuare potenziali tracce dell’edificio. Dopo molte settimane, e quasi per caso, Boin finalmente ha potuto acquisire immagini promettenti sotto un parcheggio dove si sospettava si trovasse il tempio. Con molta attenzione, la squadra ha scavato finché non ha trovato due muri adiacenti. Ulteriori scavi hanno portato alla luce quelle che Boin crede essere le mura interne del tempio. Questo edifico di culto divenne immediatamente quella che Boin definisce la più grande testimonianza mai vista del culto imperiale sia nell’Italia del IV secolo che negli altri territori, durante il tardo Impero Romano. Un tempio che segna la transizione religiosa “Ci sono prove giunte da altri luoghi del mondo romano che i vertici dell’Impero, di orientamento cristiano, sostenevano, al contempo, le pratiche di culto imperiali”, ha detto Boin. «Sapevamo chi i pagani adorassero nei loro templi nel IV secolo, ma i ritrovamenti precedenti, a livello di documentazione di questa coesistenza e alleanza tra cristianesimo nascente e culto imperiale – sul quale si trasferiva, in sintesi, l’intero mondo romano – erano irrilevanti. Sappiamo che i cristiani sostenevano il culto imperiale, e lo sapevamo senza avere alcuna idea dei luoghi in cui ciò – a livello rituale, ndr – era accaduto. Questo tempio collega invece, tangibilmente i due mondi ed è diverso da qualsiasi tempio che conosco, all’interno del mondo mediterraneo, relativamente all’Impero Romano del IV secolo. Qualsiasi studio sul culto imperiale nell’Impero Romano del IV secolo dovrà ora tenere conto di questo tempio”. Il professore e la sua equipe forniranno prossimamente una dettagliata analisi dello scavo e dei materiali ritrovati. I cambiamenti religiosi avvennero lentamente Con la scoperta, Boin ora però può mostrare come i cambiamenti culturali e sociali fossero molto lentamente nel mondo romano. Sebbene Costantino sia stato il primo imperatore romano a convertirsi al cristianesimo, ci sarebbero voluti quasi 70 anni perché il cristianesimo diventasse la religione ufficiale dell’Impero Romano, sotto l’imperatore Teodosio. Durante quel periodo ci vollero ancora molti cambiamenti convincenti e graduali perché coloro che adoravano gli dei pagani si convertissero al cristianesimo. Ma è probabile – aggiungiamo noi – che tra i nuovi imperatori e il Cristianesimo – religione nuova e rivoluzionaria – si fosse instaurata una stretta alleanza, tesa a erodere spazio al politeismo e ai centri di potere tradizionalisti che erano collegati ad esso. Rubare appeal al culto di Marte o di Mitra – ad esempio -, per gli imperatori romani significava ridurre il potere di tutte le potenti classi sacerdotali, politiche e militari che erano collegate a quelle divinità e portarle su di sé, sotto il profilo politico, e su Cristo e i cristiani, sotto il profilo religioso. Si trattò quindi di una destrutturazione progressiva di culto e di potere. Spello cercò di assecondare l’imperatore Costantino Ciò, aggiungiamo ancora noi, era rivelato peraltro dalla storia del paese umbro e dalle dedicazioni che la municipalità stesse fece, nei secoli, agli imperatori. Spello era stata fondata dagli Umbri per poi essere denominata Hispellum in epoca romana; fu così iscritta alla tribù Lemonia, al tempo dei Romani. Venne poi dichiarata “Colonia Giulia” da Cesare e “Splendidissima Colonia Julia” da Augusto, poiché fu da essa supportata nelle guerra di Perugia; dopo la vittoria di Augusto, lui stesso cedette a Hispellum buona parte dei territori governati da Perusia e il dominio della città spellana si estese fino alle sorgenti del Clitunno, che erano prima sotto il possesso di Mevania. Più tardi fu chiamata “Flavia Costante” da Costantino. L’antica Spello era considerata una delle più importanti città nell’Umbria romana. Spello svolse quindi storicamente un ruolo attivamente pro-imperiale. Al punto che, come abbiamo, cambiò – proprio ai tempi di Costantino, il proprio nome, chiamandosi Flavia Costante, cancellando – di fatto – gli antichi appellativi legati ai nomi dei grandi imperatori politeisti. Era quindi improbabile che in una città così devota a Costantino e alla luce dell’inequivocabile rescritto non esistesse un tempo di culto imperiale. Spello colse il nuovo. Capì che avrebbe dovuto scommettere su Costantino, il Grande, su Costantino il viscido. “Il ritrovamento del tempio cambia tutto nel modo in cui percepiamo il ritmo del cambiamento sociale e la nostra impressione dell’impatto del cambiamento sociale e culturale”, ha affermato Boin. “Questo edificio, di per sé in modo molto radicale, ci mostra la capacità di resistenza delle tradizioni pagane che erano rimaste in vigore per secoli prima dell’ascesa del cristianesimo, e ci indica come gli imperatori romani continuarono a negoziare i propri valori legati al mondo imperiale e alla tradizione, pensando a un futuro che non dovesse abbattere o seppellire il passato”. https://stilearte.it/con-una-lettera-romana-del-iv-secolo-e-immagini-aree-dellitalia-docente-americano-scopre-un-tempio-del-culto-imperiale/
    2 punti
  10. Migliori immagini aiutano a trovare la soluzione !!!
    2 punti
  11. Buongiorno a tutti, di passaggio stamattina sul noto sito questo bel Cavalli 4 con SICI, dritto migliore del rovescio.
    2 punti
  12. Mettono angoscia per il messaggio reiterato che trasmettono, oltre ad essere in alcuni casi stilisticamente pessime
    2 punti
  13. Buonasera amici, non pago delle mie scorribande nella monetazione della Penisola dalle origini al 2001, ogni tanto faccio qualche incursione in territori stranieri, quando trovo qualcosa che solletichi la mia curiosità... e questa l'ha solleticata. 30 lepta in argento delle Isole Ionie sotto la dominazione britannica, Anno Domini 1849. 17 mm per 1,35 grammi di peso, sforacchiatura d'epoca. Le foto son così così, ma c'è da tener presente che la monetina è minuscola, e dal vivo è deliziosa. Tutta questa gioia per 5 euro.
    2 punti
  14. Ciao a tutti! qualche giorno fa bazzicando per Venezia ho scovato sulla facciata della chiesa di Santo Stefano un’altra lapide degli esecutori contro biastema. In questo caso l’avviso risale al 1633, quindi quasi una ventina d’anni dopo quello di campo San Giacomo (1616). Il riferimento alle lire di piccoli è ancora presente, in questo caso però l’ammenda è stata aumentata a 200 lire contro le 150 del 1616…una bella differenza. Chissà, magari l’inflazione Secondo un interessante post di @gioal (qui sotto), 200 lire rappresentavano una bella cifra per un popolano medio a cui si aggiungeva il rischio di finire su una galea di sforzati, che non era una proprio una gran prospettiva. Nomi importanti tra i firmatari (Francesco Morosini, Nicolò Contarini, Alvise Mocenigo), ma solo omonimi dei più famosi dogi Saluti, Giulio
    2 punti
  15. Buonasera a tutti e buona epifania. Chiedo aiuto per la corretta classificazione della medaglia, purtroppo in pessimo stato ed intaccata dal cancro del bronzo, della quale a seguire posto immagini e dati ponderali. In quello che credo sia il Dritto la legenda riporta chiaramente la scritta "Redemptor Mvndi" , mentre nell'altra faccia con più difficoltà leggo: + XPS . FACT . EST . PRO . NO(B) . OBED . VS(O) ADM Peso: 3,70 gr Ø massimo: 27 mm Metallo: Rame Grazie a tutti
    1 punto
  16. Ciao a tutti, ultimamente su Numista nel settore exonumia è stata aggiunta l'immagine di un falso d'epoca di un 20 grana del 1855, al momento è l'unico presente. Periodicamente questo sito (viene definito di tipo collaborativo) viene aggiornato con nuovi ingressi, arricchito dalla comunità e dai volontari, nonchè dagli iscritti che caricano la propria collezione o singole monete. Non ne sono purtroppo il possessore, la inserisco giusto a titolo conoscitivo per gli appassionati (Fonte Numista) scheda: https://en.numista.com/catalogue/exonumia371834.html
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  17. Vera o falsa che sia rimarrà nella mia collezione perché è stata la moneta che mi ha fatto innamorare delle monete del regno. Inoltre come detto appena l'ho pubblicata è un regalo quindi ho un valore affettivo. Ringrazio tutti per il fervore che mettete in questo forum, che aiuta i novellini come me a migliorare e a studiare di più. Farò miei tutti i consigli sperando che il prossimo acquisto (probabilmente già periziare 🤣) possa aiutare altri che hanno commesso i miei stessi errori a non farli.
    1 punto
  18. Ciao,non sono esperto di monete antiche ma il profilo a me ricorda Claudio... Per quanto una moneta possa essere brutta non va mai buttata via, è sempre un frammento di storia...
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  19. ottobre 23 a 600 di base , invenduta. Di pegasi corinzi ne sono passati in vent'anni 6/7mila in asta. Piccolo studio sui pegasi.
    1 punto
  20. Provo: È un prosperoso super-seno? Orpo!
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  21. Proprio grazie a Sergio avevo avuto l'occasione di incontrarlo in uno dei nostri convivi del Bophilex, nel maggio 2010. E come consuetudine erano state scattate delle foto, Giulio Bernardi, per chi non lo ha conosciuto, è il signore con la cravatta, a capotavola la sua signora. Condoglianze alla famiglia. petronius
    1 punto
  22. Sto aspettando ancora babbo natale🤬
    1 punto
  23. Buon giorno Michele17. Non sarei così certa della falsità del littore. Occorrerebbero delle fotografie anche del taglio per poter considerare la rigatura. L'effetto delle perline tagliate, quando si tratta di questa monetazione quando è particolarmente consunta, come in questo caso, risulta a volte molto accentuata. Le firme mi sembrano corrette ed il calo di peso potrebbe essere congruo con l'usura. Si tratta ovviamente di considerazioni fatte sulla base di semplici fotografie che possono certamente portarmi a conclusioni errate. Si tratterebbe comunque, vista la conservazione della moneta, di un valore economico relativo; varrebbe la pena di metterci tanto lavoro, se poi la moneta in esame fosse anche d'argento? Direi che il valore di mercato di una moneta del genere potrebbe aggirarsi sui 50 /60 euro, converrebbe impegnarsi per produrre dei falsi? Cordiali saluti. Gabriella
    1 punto
  24. L’Italia dei Longobardi - Documentario | Longobardi in Italia Le riprese del documentario ripercorrono, attraverso il racconto della Historia Langobardorum di Paolo Diacono e attraverso interviste a eminenti storici, archeologi, storici dell’arte e testimonial d’eccezione (Toni Capuozzo, Vincenzo Cerami, Philippe Daverio, Giuseppe D’Avino, Maurizio Mastrini, Omar Pedrini, Peppino Principe), i sette luoghi italiani inseriti nella World Heritage List UNESCO come sito seriale: “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Il racconto è un viaggio nei sette siti che mostrano ancora oggi i segni tangibili della profonda trasformazione che avviene in Italia nei due secoli della dominazione longobarda: Cividale del Friuli con il suo tempietto longobardo, il castrum di Castelseprio-Torba, il complesso di San Salvatore a Brescia, Benevento con la chiesa di Santa Sofia, Monte Sant’Angelo con il suo antichissimo santuario micaelico, Spoleto con la chiesa di San Salvatore ed il magnifico tempietto sul Clitunno a Campello. Il documentario ha vinto il premio “Città di Rovereto-Archeologia Viva alla XXIV Edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto e il premio della giuria durante l’XI Edizione del Festival del Cinema Archeologico di Agrigento. REALIZZATO DA ARCHEOFRAME - UNIVERSITà IULM PER L'ASSOCIAZIONE ITALIA LANGOBARDORUM CON I CONTRIBUTI DELLA LEGGE 77/2006 DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITà CULTURALI E DEL TURISMO. --- I luoghi del sito seriale UNESCO si trovano in sette località dal nord al sud Italia. Chiese, monasteri, fortezze e santuari sono pietre miliari della storia longobarda e la quintessenza della cultura di questo popolo. L’Associazione "Italia Langobardorum" è l’ente che gestisce e promuove il sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Follow us Scopri di più ▶ www.longobardinitalia.it/ Facebook ▶ www.facebook.com/longobardinitalia Instagram ▶ www.instagram.com/longobardinitalia/
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  25. Ciao scompare un altro grande numismatico che insieme a Sergio Rossi " ROTH 37 " grandi amici lasciano un grande vuoto nella numismatica e non solo. Silvio
    1 punto
  26. Picciolo di Bologna attribuito alla monetazione autonoma (1376 - 1401) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RE1376/4 Mario
    1 punto
  27. Molto interessante vedere che i marmi fungevano da bandi.
    1 punto
  28. Quale orrida ed immonda parola ci presenti in questo giorno di allegria e festa? Solo al suono delle prime tre lettere ho i brividi.... Piuttosto sarebbe meglio utilizzare il termine fioretto prolungato per incidenti da iperalimentazione... Suona molto meglio a livello emotivo...
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  29. Es e fosse un falso d'epoca?!
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  30. Un’altra fetta della Numismatica del Novecento che se ne va. E di quella genuina, appassionata, signorile, insomma quella giusta. L’ho conosciuto, un gran gentiluomo. Sembra una frase fatta ma davvero adesso siamo un po’ più soli.
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  31. Sono triste. Se ne va un grande numismatico e un gentluomo di altri tempi. Condoglianze alla famiglia.
    1 punto
  32. Molto bella anche questa! E ben centrata.
    1 punto
  33. Questa è proprio una bella notizia che mi fa molto piacere.... Ho deciso comunque di fare il sacrificio dei due Galli e dei due Greci, per ringraziare la divinità, accompagnato da un bel Te Deum ...
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  34. Abbastanza bene grazie, è già qualche giorno che son tornato a produrre. Dopo dieci giorni di minestrina ho anche ripreso a processare cibi congrui alla mia stazza ,pensa che avevo perso ben tre etti...🤭
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  35. Ciao. Non le hai strapagate. Alcuni anni fa con trenta euro, a fatica compravi la Lira del 1916 in quelle condizioni. saluti
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  36. EDTA è la sigla dell’acido etilendiamminotetraacetico, un acido tetracarbossilico dotato di due doppietti elettronici (donatori di Lewis) appartenenti agli atomi di azoto. Queste caratteristiche fanno dell'anione etilendiamminotetraacetato EDTA4− un legante esadentato in grado di chelare/complessare uno ione metallico M. I sei atomi – due di azoto, quattro di ossigeno – che coordinano lo ione M sono disposti ai vertici di una bipiramide a base quadrata che ha M al centro, dando origine a complessi stabili con moltissimi cationi. Da qui il larghissimo impiego dell’EDTA in chimica analitica come agente chelante, ad esempio nell’esame emocromocitometrico. È il reagente più diffuso per determinare la concentrazione di numerosi cationi tramite titolazione complessometrica, come nella misura della durezza dell’acqua essendo in grado di formare complessi con gli ioni di calcio e magnesio, ma anche con gli ioni di rame, zinco e molti altri metalli. A partire dagli anni ’40, l’EDTA è stato utilizzato per il trattamento dell’intossicazione da piombo (saturnismo), frequente negli operai del settore metallurgico. E proprio in alcuni di questi pazienti, affetti da aterosclerosi e in trattamento chelante per un’intossicazione professionale da piombo, fu notata per la prima volta, del tutto casualmente, l’efficacia dell’EDTA nelle patologie cardiovascolari: da qui il suo impiego come principio attivo nella cosiddetta “Terapia chelante”. apollonia
    1 punto
  37. Perfetto grazie ! A sto punto mi metterò a collezionare falsi visto che sono già a buon punto 🤣🤣🤣 Grazie ancora a tutti
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  38. Segnalo la pubblicazione del n. 401 di Panorama Numismatico. Questo è il sommario: Gianni Graziosi, Divagazioni sulle valute – p. 3 Ezio Cairoli, Errore di conio: sulla moneta da 5 euro dedicata a Italo Calvino, Mentone al posto di Sanremo – p. 8 Roberto Diegi, Gli antoniniani legionari di Gallieno. Monete non certamente belle ma che narrano una storia decisamente interessante – p. 9 Pier Maria Fossati, Alessandro Cesati, detto “il Grechetto” nella sua meno nota attività di intagliatore di gemme a Roma (1540-1560) – p. 13 Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Pio IX, l’ultimo papa-re: la parabola di un “parroco di campagna”, seconda parte – p. 23 Realino Santone, Imitazioni dei gigliati napoletani. Legenda non censita su un gigliato “romano” – p. 52 Alberto Castellotti, Un’Atena Liberty per l’esposizione Panama Pacifico del 1915 – p. 53 Giuseppe Carucci, Talleri di due piccole contee – p. 56 Recensioni – p. 58 Notizie dal mondo numismatico – p. 60 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 63
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  39. Questa invece la foto ravvicinata del francobollo
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  40. Albania, 1 franco argento di re Zog
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  41. Previsto un incasso di 194 milioni di € sara grazia divina se ne incasseranno la metà il resto va in nero …. i prossimi anni andrà anche peggio… già ora ci sono aziende che offrono l’acquisto di oro non tassabile e non ivato perché stoccato all’estero … mi pare la storiella del superbollo e della maxitassa di stazionamento.. risultati: la Ferrari 2000cc e la fuga degli armatori all’estero… ma il proibizionismo non ha insegnato nulla a quei deficienti di legislatori?
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  42. Meno male che è arrivata la Parola di Dio a illuminarci. Del resto è il periodo...
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  43. Complimenti Amico mio ! Gran bel gruppetto , ora ti manca il 1792 con il dritto del 3 Cavalli.
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  44. Ne aggiungo qualche altro anch'io (qualcuno l'ho postato da poco in altre discussioni, ma penso che siano pertinenti anche qui):
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  45. Rilancio col Tallero per l'Eritrea... quando lo presi da Ranieri (Asta 3) ero quasi pentito per quanto l'avevo pagato, però bello così non l'avevo mai visto. Visti i realizzi recenti di questa moneta direi che non ho fatto male
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  46. Esattamente per questo l’Italia - nonostante l’inflazione in termini nominali elevata - a livello di reddito reale stava messa molto meglio 40 anni fa di adesso eccetto - lo ripeto - per alcune categorie di percettori di reddito variabile che con elusioni riescono a nascondere parte del reddito - per i percettori di reddito fisso non vi e’ dubbio che siano meno abbienti di 40 anni fa (in termini reali ovviamente - non a parita’ di reddito nominale) oggi semplicemente non e’ piu’ possibile scaricare la mancata produttività sul meccanismo svalutativo della divisa che aumentava l’inflazione e salvava il reddito reale
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  47. Forse qua si vede meglio...
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  48. Il secondo è un 1791 con FERDINAN : ...
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  49. In questo esemplare e' alta la percentuale di argento
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